Fare sistema per i patrimoni culturali. Mariella Guercio Mab Lazio 2014

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Fare sistema per i patrimoni culturali Mariella Guercio Mab Lazio 2014

Fare sistema lavorando in rete Fare sistema o lavorare in rete sono due attività distinte Quali obiettivi? Quali metodi? cooperare per difendere i patrimoni promuovere la fruizione utilizzando le tecnologie di rete partecipare a progetti condivisi di valorizzazione sostenere la qualità delle professioni e il loro riconoscimento

Viviamo di reti, ma ne sappiamo poco http://w3.uniroma1.it/dcnaps/donolo/pubbl05.pdf Le reti, parafrasando un saggio di Carlo Donolo, si presentano come strumenti di interazione, come risorse disponibili per il perseguimento di fini, come ambiente in cui orientarsi, come forma naturale della società dell informazione e della conoscenza, come canalizzazioni flessibili dell agire. E difficile sapere se si è la preda nella rete o il ragno che la attira. Senza reti, nessuna autonomia, senza reti, nessuna dipendenza. La rete toglie e da memoria, capacità, identità. Ma non è mai un ubi consistam, bensì sempre solo flusso, agitazione, contatto più che rapporto, scambio spesso asimmetrico, promessa di un futuro infinitamente aperto, ma sempre anche già passato Quali possibilità può riservarci la rete se le istituzioni e le comunità professionali e di pratiche si mettono in condizione di sostenere processi virtuosi di razionalità, aiutano i diversi attori ad autogovernarsi?

qualche riflessione sui nuovi contesti di rete C è rete e rete: Reti istituzionali con nuovi protagonisti e nuove forme di collaborazione ed alleanze (città, territori, organizzazioni, comunità di pratiche, centri di competenza) Reti ridondanti, reti che difendono interessi di parte, corporative che dovremmo cancellare e reti essenziali, che incoraggiano la collaborazione e non la vincolano, che dovremmo costruire o sostenere Per costruire quelle che servono in forme utili ed efficienti, è indispensabile studiarne la natura e rispondere a una domanda centrale: Perché reti invece di altre forme di organizzazione? Perché viviamo in un modo complesso e le reti si presentano come il risultato avanzato di forme più antiche di relazioni e scambio che propone (forse solo suggerisce) un mondo più evoluto, più ricco, un mondo almeno apparentemente più esigente in termini di razionalità e di conoscenza La rete consente di ottenere informazioni e risultati migliori, sostiene la formazione degli individui attraverso la condivisione, garantisce (anzi impone) un confronto E tuttavia indispensabile che la natura della rete e le sue forme siano definite con chiarezza e che la rete disponga delle risorse necessarie e risponda a requisiti e finalità coerenti e sostenibili

reti casuali o sistemi governati da leggi complesse? Le reti sono sistemi dinamici in continua evoluzione Il problema centrale è quello di comprendere i meccanismi che ne guidano l evoluzione, ovvero l architettura della complessità della rete: il rapporto tra i nodi, e la dinamica di sviluppo I ricercatori sono arrivati ad alcune conclusioni significative in questo ambito

reti dinamiche e ricche di contenuti: il segreto del successo Le reti sono regolate da un principio per cui solo chi è ricco diventa sempre più ricco: I nodi più dinamici inglobano tutti gli altri, condividendo il proprio successo in modalità gerarchica, assumendo una topologia a stella che rischia di isolare i nodi, tende alla frammentazione e crea una competizione continua I link, i legami di interconnessione costituiscono la principale fonte di sopravvivenza di un mondo interconnesso

saperi taciti, saperi formalizzati Nel caso di reti digitali, l informazione e la conoscenza, digitalizzandosi, si formalizzano, saperi taciti ed esperienziali arretrano La conoscenza diventa abbondante, spesso eccessiva, poco controllata e selezionata, talora poco affidabile: le reti istituzionali possono essere quella forma di investimento che consente di superare la dispersione e valorizzare i patrimoni conoscitivi esistenti, sostenendo significativi processi di apprendimento

autonomia vs flessibilità Come superare la contingenza delle reti virtuali mantenendo il pregio dell autonomia e della flessibilità? E utile ricorrere a un principio di sussidiarietà applicato alla rete, che permetta autonomie responsabili e sistemi di governo molteplici e ad assetto variabile (come suggerisce ancora Carlo Donolo)?

governance Il governo della rete è una rete di reti, che ripropone classici problemi: dov è il luogo della sovranità? Chi gestisce la rete? come si articolano le diverse responsabilità? quali le garanzie di ultima istanza, ovvero come sostenere la continuità e assicurare la coerenza da un lato ed evitare la tentazione di un governo autocratico? La rete (qualunque forma di rete) ha in sé un elemento anarchico, corretto dall originaria volontà di cooperazione reticolare, e dalla stessa fluttuazione permanente che rende difficile il consolidarsi di predomini negativi. La rete per avere successo deve assicurare la facilità delle interazioni, la flessibilità dell organizzazione, l apprendimento in termini di auto-correzione; deve essere sostenibile (in termini di stabilità e certezza) e capace di rispondere dei propri obiettivi: essere pertinente e coerente Come si muovono oggi in questo universo le comunità e le istituzioni culturali? Abbiamo esempi concreti, ad esempio progetti di cooperazione nazionale sui processi di dematerializzazione.

criticità e scelte possibili Quale livello di coordinamento? Quali spazi informativi condivisi?

La soluzione non è dietro l angolo, ma è comunque una acquisizione possibile da conquistare sperimentando con generosità, spirito di cooperazione e capacità tecnicoscientifica e organizzativa