La guida topografica dell Archivio di Stato di Modena all origine del sistema informativo dell istituto



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CHIARA PULINI La guida topografica dell Archivio di Stato di Modena all origine del sistema informativo dell istituto Quaderni Estensi Rivista, I 2009 <http://www.archivi.beniculturali.it/asmo/qe,1,2009>

Nel 2008 ha preso avvio, nell ambito del progetto SIAS, Sistema Informativo degli Archivi di Stato, un imponente lavoro di ricognizione e descrizione su base topografica del patrimonio documentario conservato presso l Archivio di Stato di Modena, realizzato da chi scrive e dalla dottoressa Dora Polesello. Inizialmente si era ritenuto di essere in possesso delle informazioni necessarie per l inserimento dei dati relativi ai complessi archivistici nel software gestionale SIAS, avendo già avuto una prima conferma sulla ancora relativa attualità della struttura storico-archivistica presentata dalla Guida Generale degli Archivi di Stato Italiani 1. Ben presto però si è rivelata l insufficienza delle informazioni disponibili sui complessi archivistici e gli strumenti di corredo presenti in archivio si sono mostrati in larga parte carenti per una conoscenza precisa dei fondi, ma soprattutto l elevato numero dei versamenti avvenuti dal 1983 ad oggi (più di 40 fondi non compresi nella Guida) hanno comportato oltre all intuibile affollamento dell archivio, anche un inevitabile processo di smembramento dei fondi archivistici, legato alle stringenti logiche degli spazi disponibili o comunque a necessità di tipo essenzialmente pratico. A seguito dei versamenti effettuati negli ultimi quarant'anni si era venuta quindi a creare una situazione che da provvisoria si era trasformata in stabile, si erano create circostanze che da temporanee avevano finito per fossilizzarsi e solo la memoria umana poteva venire in soccorso per la rintracciabilità dei fondi. A parte la criticità di un sistema totalmente affidato a conoscenze personali, in questi ultimi due anni il problema si era ulteriormente aggravato a causa dei pensionamenti proprio delle persone più qualificate ed esperte dell archivio. Per tutti i suddetti motivi si è sentita come prioritaria la necessità di rovesciare la visuale dell'intervento di descrizione del patrimonio documentario dell'archivio e di partire dall analisi dei depositi e del loro contenuto. Il punto di vista del nostro lavoro è diventato quindi la stanza, il locale, lo scaffale, il ripiano su cui sono depositati i documenti. Non dovevamo più puntare, almeno in prima battuta, a ricostruire i nuclei archivistici, riconoscendo i vincoli che legano fin dall origine le carte fra loro. Quello avrebbe dovuto o potuto essere il risultato finale. Una volta eseguita la ricognizione di tutto l archivio, una volta censiti scaffale dopo scaffale tutti i 94 locali di deposito, il risultato previsto e auspicato sarebbe stato quello di una ricostruzione virtuale dei fondi e delle serie nella loro 1 F. VALENTI, Archivio di Stato di Modena, in Guida Generale degli Archivi di Stato Italiani, vol II, Roma, Ministero Beni Culturali e Ambientali, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, 1983, pp. 993-1088. Quaderni Estensi Rivista, I 2009 <http://www.archivi.beniculturali.it/asmo/qe,1,2009> 244

interezza o, quanto meno, la possibilità di fare delle ipotesi sul loro più credibile ordinamento. Un rilevamento di tipo topografico (d'ora in poi denominato Topografico ) dell intero Archivio di Stato avrebbe consentito quindi di realizzare una fotografia dello stato delle carte nei depositi per evidenziarne le criticità e fornire una ricostruzione virtuale dei fondi e delle serie. Si è pertanto formulato un progetto specifico per consentire la descrizione in formato elettronico della collocazione fisica della documentazione nei depositi e l incarico dell elaborazione del software è stato affidato all ing. Davide Vandelli. Per avviare un intervento di questo tipo occorreva allestire una sorta di cantiere virtuale : sulla base delle mappe più aggiornate dell edificio dell archivio si è proceduto alla numerazione dei locali suddivisi sui diversi piani dell istituto. Successivamente si è reso necessario stabilire, in via prioritaria, degli orientamenti stabili e ripetitivi per ogni locale, ai quali attenersi per collocare nel sistema informativo - sarà infatti questo, come vedremo, lo sviluppo successivo dell iniziale progetto di ricognizione topografica - la posizione fisica della documentazione nei depositi. Come unità di base del rilevamento si è scelto il ripiano degli scaffali o di qualsiasi altro contenitore utilizzato come deposito di documentazione. Di ogni ripiano si è fornita la misura in centimetri, indicando ogni volta la reale occupazione in percentuale, distinguendo fra collocazione reale e virtuale, consentendo in tal modo di tenere distinto il materiale documentario impropriamente depositato su supporti inidonei (pavimento, tavoli, piani superiori di scaffalature, ecc.) e rendendolo immediatamente identificabile e rintracciabile. Sono stati rilevati anche tutti i ripiani vuoti, indicando il tipo di scaffalatura utilizzato (distinguendo fra materiali: legno, metallo, ecc. e tipologia: armadi o altri contenitori) e si è sempre tenuta distinta la descrizione del materiale documentario da quella del materiale librario e da ogni altro tipo di materiale conservato nei depositi (per esempio materiale di cancelleria). Il criterio di rilevazione dei dati si è adeguato alle differenti situazioni archivistiche riscontrate: nel caso di fondi o serie ordinati, dotati di strumenti di corredo o comunque ben identificabili, si sono fornite le informazioni essenziali per il rilevamento della consistenza e della dislocazione dei pezzi, avvalendosi delle funzionalità di inserimento rapido del programma. Invece, nel caso di unità archivistiche o piccoli nuclei documentari disaggregati dal fondo di appartenenza, si sono fornite informazioni molto più dettagliate allo scopo di consentire, al momento opportuno, la riaggregazione dei complessi documentari. Quaderni Estensi Rivista, I 2009 <http://www.archivi.beniculturali.it/asmo/qe,1,2009> 245

Un operazione fondamentale, che si è rivelata strategica, soprattutto alla luce degli sviluppi successivi del topografico, è stata l applicazione di etichette, una sorta di comuni denominatori, ai fondi complessi o grandi aggregazioni di tipo istituzionale come nel caso dell archivio militare austro-estense, o della Camera ducale o a grandi aggregazioni tipologiche come nel caso degli archivi giudiziari o degli archivi privati. Erano le stesse grandi partizioni o sezioni usate dal Valenti nella Guida, ora riviste, aggiornate e adeguate alle logiche di ricerca di un sistema informativo. Il primo grande risultato del lavoro di rilevamento è apparso in tutta la sua evidenza nel momento in cui è stato possibile veicolare ed elaborare i dati inseriti all'interno di un potente motore di ricerca. Attraverso la semplice ricerca per parola a testo libero o avvalendosi di ricerche più complesse e raffinate, è stato possibile acquisire molteplici informazioni sull'archivio, sia di natura più squisitamente archivistica, come pure di tipo logistico gestionale. A dicembre 2009, dopo due anni di intenso lavoro, svolto spesso in condizioni disagevoli, in depositi a volte troppo freddi o troppo caldi, alcuni privi di corrente elettrica, ma soprattutto spesso a contatto con documentazione che purtroppo nel tempo aveva perso ogni criterio di buona conservazione archivistica, finalmente la fase di rilevamento ed inserimento dei dati nel data base si è conclusa ed è stato possibile effettuare subito le prime valutazioni di tipo quantitativo sulle consistenze dell Archivio. I locali censiti sono risultati 94, per un totale di 6538 schede prodotte. Il patrimonio documentario è costituito da circa 184.300 unità archivistiche (buste, filze, mazzi, registri, pacchi, fascicoli); il patrimonio bibliografico è costituito da oltre 40.000 volumi (ml. 1.400 circa) e si coglie l'occasione per ricordare che la biblioteca è entrata nel sistema bibliotecario nazionale SBN fin dal 2008. L'estensione complessiva in metri lineari dell'archivio è di 31.372 metri, dei quali occupati 27.102 e liberi 4269, con un'occupazione media del 86,4 %. Come anticipato l'applicativo del Topografico nasce in primo luogo per l'esigenza di effettuare la mappatura completa dell'archivio di Stato e realizzare una banca dati a scopo prioritariamente gestionale e patrimoniale. Ciò consente il monitoraggio costante dei locali di deposito, ovviamente anche e soprattutto nei momenti di emergenza come si è verificato, per esempio, nel nostro Istituto a seguito di un cedimento strutturale che ha reso inagibili 3 locali di deposito. La fotografia precisa della documentazione conservata in quei depositi ha permesso di comunicare sollecitamente agli studiosi quali fondi e serie fossero momentaneamente esclusi dalla consultazione e, nello stesso tempo, la possibilità di far effettuare al data Quaderni Estensi Rivista, I 2009 <http://www.archivi.beniculturali.it/asmo/qe,1,2009> 246

base svariati conteggi, quantificazioni e valutazioni sulla documentazione interessata, ha consentito di fornire dati utili per la realizzazione di progetti e preventivi di ripristino dei locali. Le sinergie scaturite dal team di lavoro composto da archivisti e informatici 2, sollecitate e supportate dalla direttrice dell Archivio di Stato, dottoressa Euride Fregni, hanno determinato uno sviluppo multidirezionale dell'applicativo. La conoscenza dell'ambiente e del patrimonio documentario, coniugata all'utilizzo delle risorse tecnologiche, hanno fortemente indirizzato verso uno sfruttamento più completo delle potenzialità insite nel programma. Ciò ha comportato un'evoluzione progressiva del software con la produzione di ben altri cinque ambienti integrati e il collegamento a diversi moduli strumentali, fra i quali il più rilevante ai fini dell intervento sui complessi archivistici è senz altro il modulo della Movimentazione. Già in corso d'opera si era infatti resa evidente l'esigenza di adeguare lo strumento del Topografico alle necessità logistiche dell'archivio. Era necessario cioè poter fornire valutazioni sulla gestione degli spazi in un progetto di razionalizzazione dei complessi documentari e nel contempo potersi avvalere di uno strumento che consentisse un aggiornamento veloce dei dati, anche alla luce degli inevitabili spostamenti che sarebbero avvenuti nell immediato futuro. Il modulo della logistica è stato messo a punto nel mese di dicembre 2009, proprio nel momento in cui si è sentita con più urgenza la necessità di passare da una fase esclusivamente ricognitiva ad una fase più operativa, di progettazione e realizzazione di una nuova struttura della dislocazione dei fondi archivistici. La motivazione che spingeva a cercare di ridisegnare una diversa configurazione dell assetto dell Archivio era dovuta a differenti esigenze di razionalizzazione dei depositi, sentite ormai come necessità improrogabili. Alla frantumazione dei fondi, causata dai versamenti e dalla mancanza dello spazio necessario, di volta in volta, per permettere un accrescimento ordinato degli archivi storici conservati nell Archivio di Stato, si devono infatti aggiungere una serie di problematiche legate ad uno sfruttamento degli spazi in gran parte da rivedere, anche alla luce delle 2 E doveroso ricordare che il promotore e sostenitore iniziale del progetto è stato il dott. Riccardo Vaccari, poi punto di riferimento costante durante la fase di raccolta dei dati e di elaborazione dei progetti di logistica. E ancora è indispensabile sottolineare che le sinergie fra archivisti e informatici hanno potuto trovare una realizzazione pratica ed immediata in continui aggiornamenti ed evoluzioni del programma, solo grazie alla competenza e disponibilità dell ing. Davide Vandelli, spesso unito a noi solo per spirito di squadra, in una sorta di sfida al superamento degli ostacoli che continuamente si frappongono quando si introduce la tecnologia in un ambiente che quasi naturalmente sembra opporvisi Quaderni Estensi Rivista, I 2009 <http://www.archivi.beniculturali.it/asmo/qe,1,2009> 247

normative sulla sicurezza sul lavoro e allo scopo di attuare un piano di prevenzione ai fini della tutela del patrimonio archivistico e librario. Con il modulo della Movimentazione dei complessi archivistici si sono potuti quindi effettuare a priori, sulla carta gli spostamenti di tutto il materiale documentario dell Archivio. Si è realizzata una simulazione degli spostamenti dei complessi archivistici e sono stati formulati tutti i progetti necessari salvandoli in diverse cartelle, corredandoli di note esplicative per poterli recuperare in qualsiasi momento. Il programma, nel momento in cui procede nella configurazione dei progetti richiesti, avvia contemporaneamente la ridistribuzione dei complessi archivistici e la simulazione degli spostamenti, attuando in automatico delle verifiche teoriche e formali e in caso di progetto andato a buon fine, può generare automaticamente le movimentazioni. I nuovi ambienti integrati che via via si sono aggiunti all originario Topografico, determinando la formazione di un vero e proprio sistema informativo dell Istituto, sono i seguenti: - Locali, nato da un iniziale rilevamento di dati descrittivi degli ambienti abbinato alla descrizione dei dati archivistici, poi, successivamente, svincolato e reso autonomo per raccogliere l inserimento di valori come utilizzo, destinazione d uso, dimensione, portata massima. - Elementi, contiene dati relativi agli estintori, è fornito di possibilità di ricerca tramite modulo apposito ed è prevista una sua evoluzione in collegamento ai sistemi di sicurezza dell archivio. Gli elementi gestiti sono le porte, le finestre, i punti luce, le prese di corrente, gli estintori, i mobili, le attrezzature. Su di essi vengono inserite informazioni significative quali la loro collocazione, le loro caratteristiche salienti, il fornitore, il manutentore, il numero di inventario collegato. - Strumenti di corredo, serve a descrivere tutti gli strumenti di corredo legati ai complessi documentari presenti nel topografico; attualmente si può affermare che gli inventari disponibili in sala di studio sono 169; inventari a stampa 5; inventari informatizzati 32 (molti si riferiscono a serie parziali). Inoltre esistono altri mezzi di corredo costituiti da elenchi di versamento, repertori, rubriche e schedari (è in corso un progetto di recupero e riordino). Restano tuttora 59 fondi archivistici privi di mezzi di corredo. - Versamenti, è un ambiente attualmente separato, ma integrabile, sviluppato per l'esigenza di descrivere in forma inventariale il carteggio prodotto e acquisito a seguito dell'acquisizione dei fondi documentari presso l'archivio di Stato di Modena. Inoltre la segnalazione della presenza di elenchi di versamento utilizzabili come strumenti di ricerca consente di recuperare questa informazione per inserirla nell ambiente Strumenti di corredo. Quaderni Estensi Rivista, I 2009 <http://www.archivi.beniculturali.it/asmo/qe,1,2009> 248

- Storico, gestisce dati storicizzabili come temperatura, umidità e luminosità (anche tramite rilevamento automatico), interventi di pulizia, spolveratura, ispezioni e gestione delle emergenze (muffe, tarli, topi, insetti, ruggine). Le principali caratteristiche funzionali del programma sono: File di risorse personalizzabili (tipologie di campi, immagini) Controlli di coerenza Strumenti di trova/sostituisci massivi Salvataggio/ripristino delle sessioni di lavoro Motore di ricerca Sincronizzazione dati/informazioni (database, motore di ricerca, risorse) Stampa ed esportazione (Adobe PDF, Microsoft Excel, W3C XML, FreeMind MM) Predisposizione alla mappatura delle schede in formati standard (SIUSA, SIAS) Attenzione alle direttive esistenti Compilazione assistita (Intellisense) Vocabolari controllati Gestione estremi cronologici Le principali caratteristiche tecniche del programma sono: Caratteristica Tipologia dell'applicazione Contesto di esecuzione Sistemi operativi supportati Tecnologie di riferimento Modalità database Paradigmi Descrizione Desktop Standalone, Client/Server Intranet Windows Solaris x86 e SPARC Linux Mac OS Java SE (Standard Edition) HSQLDB Embedded, Network Multithread Quaderni Estensi Rivista, I 2009 <http://www.archivi.beniculturali.it/asmo/qe,1,2009> 249