CAP 2 MODELLI DI IMITAZIONE DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE INGLESE E RUOLO DELLO STATO
I motivi dell imitazione I fattori che hanno determinato l imitazione da parte di molti paesi europei della GB sono: Condivisione on la GB di molti elementi che avevano portato alla rivoluzione industriale Passaggio rapido delle informazioni: si può fare! Spirito di competizione, balance of power : GB reddito e ricchezza superiori rispetto agli paesi C era chi sosteneva un processo imitativo senza varianti e chi cercava di modellizzare il caso inglese, eliminando i localismi, non essenziali per i late comers
L imitazione senza differenze Rostow (1960) teorizza 5 stadi nella trasformazione da una società agricola a una industriale: 1. La società tradizionale: sistema economico bloccato su un trend di stagnazione a causa della lenta progressione delle risorse naturali, dall aumento della popolazione e dagli eventi naturali catastrofici 2. La transizione: la società cerca il mutamento, produce innovazioni. Nascono figure imprenditoriali che accumulano capitale 3. Il decollo (take off): un gruppo numeroso di imprenditori dinamici permette tassi di crescita di produzione e reddito significativi a livello macroeconomico 4. Maturità: si restringono le opportunità di investimento, rallenta lo sviluppo di nuove tecnologie, stagnano gli investimenti, si dedicano più risorse ai consumi 5. L età dei consumi di massa: finiti gli investimenti si liberano più risorse per i consumi. I produttori di beni standardizzano la produzione, si abbassano i costi e si allarga il mercato dei beni di consumo
Teoria dell imitazione con differenze Rostow ignora il passaggio da uno stadio all altro, il ruolo dello stato, la dimensione inter-nazionale dell economia e la formazione dell imprenditorialità Gerschenkron si focalizza su due stadi: transizione e decollo identificando i meccanismi che permettono ai vari paesi il processo di sviluppo anche se late comers Illustra il concetto di arretratezza relativa (dalla GB) misurato dalla quantità e importanza dei prerequisiti per lo sviluppo Alcuni paesi riescono ad attivare fattori sostitutivi degli originali prerequisiti inglesi, in questo caso il decollo può essere anche più rapido di quello del leader grazie ai vantaggi dell arretratezza (incentivi a muoversi, riserve di tecnologie da imitare). Introduzione di tecnologie già messe a punto da altri Balzo verso l alto di produttività, più veloce del leader Per tali motivi c è chi sostiene che non c è stato un solo modello di rivoluzione industriale
Pollard (1981) sostiene che è una regione (area più o meno vasta di attività economiche interconnesse attorno ad un centro) che decolla economicamente e non una nazione (unità amministrativa). Solo in GB tutte le sue regioni sono decollate più o meno contemporaneamente Sottolinea anche il ruolo dell influenza dell economia internazionale (es. le ferrovie inglesi, conseguenza dello sviluppo). In Belgio, Francia, Germania, Stati Uniti furono una potente molla di sviluppo: indusse la costruzione di un industria metalmeccanica, canali di finanziamento, sistemi di gestione/organizzazione. Italia: ampi flussi di materiali importati dall estero, no successo commerciale, no spinta all industria metalmeccanica, peso sulla finanza pubblica
Una teoria delle istituzioni Istituzioni = insieme di regole che presiedono al modo in cui individui e gruppi cooperano e competono per raggiungere i loro obiettivi Le istituzioni possono venire imitate dai diversi paesi esattamente come le tecnologie e i metodi di produzione Si passa da una istituzione ad un altra perché cambiano le condizioni economiche e per risparmiare sui costi di transazione (ricerca, informazione, applicazione dei contratti, realizzazione delle innovazioni ) North sostiene che non è stata la nuova tecnologia in Inghilterra a generare la rivoluzione industriale, quanto l applicazione dei diritti di proprietà che ha dato luogo all organizzazione di fabbrica, che ha incentivato l adozione di nuova tecnologia e la specializzazione del lavoro North non prende in considerazione il fatto che le istituzioni evolvono in certi ambienti e non in altri, non considera il fattore culturale, e l evoluzione che avviene in un percorso storico a volte casuale
Il ruolo dello Stato in campo economico Solo in alcuni casi lo Stato è visto come fattore di decollo (tab 2.1 incidenza della spesa pubblica sul PIL 1880-1996 crescente in tutti gli Stati) Altri interventi: controllo della moneta e dei cambi, protezionismo, sussidi, salvataggi, gestione diretta di imprese e banche, politiche sociali e regionali ) non sono sempre stati in ascesa La presenza dello Stato si può suddividere in tre macrocategorie: 1. Lo Stato minimale: un sistema capitalistico deve avere garantiti law and order. (leggi su regole del mercato, difesa della concorrenza, beni pubblici, la banca centrale, posta). La spesa pubblica corrispondente è finanziata mediante tassazione
2. Lo Stato ad economia mista: oltre ai ruoli precedenti, in questo caso lo Stato produce molti altri beni pubblici (istruzione, welfare, infrastrutture, edilizia, popolare ) o supplisce il privato nei cosiddetti fallimenti del mercato (imprese pubbliche in settori strategici, sviluppo di aree depresse, monopoli naturali es. rete ferroviaria, elettrica, telefonia). Tipica dei paesi avanzati occidentali (USA più vicina allo stato minimale rispetto all Europa) 3. Lo Stato massimale: lo stato assume tutte le responsabilità produttive. Si elimina sia il mercato che la libertà di intrapresa (nega le radici del capitalismo, es, economia sovietica a pianificazione centralizzata)