Combustibili Solidi Secondari: un opportunità per il futuro

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8 Combustibili Solidi Secondari: un opportunità per il futuro Mattia Merlini merlini@cti2000.it Premessa L Italia è un Paese che produce circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (circa 500 kg procapite) e quasi 130 milioni di tonnellate di altri rifiuti pericolosi e non pericolosi all anno. Con riferimento a tali flussi, l Italia presenta ancora un livello di smaltimento in discarica sensibilmente superiore ai più avanzati Paesi europei, pari a circa il 50% del totale (25% Nord, 62% Centro, 66% Sud) e tale situazione è dovuta anche al fatto che, ad oggi, il ricorso alle discariche non è ancora disincentivato. Nel 2010, ben 15 milioni di tonnellate di rifiuti sono stati conferiti allo smaltimento in discarica, per una percentuale sul totale pari al 49%, contro il 20% destinati al riciclaggio, il 18% all incenerimento e il 13% al compostaggio (Figura 1). Alla luce di tali considerazioni, secondo la Direttiva 2008/98/CE, la gerarchia dei rifiuti stabilisce in linea generale un ordine di priorità di ciò che costituisce la migliore opzione ambientale nella normativa e politica dei rifiuti; tuttavia discostarsene può essere necessario per flussi di rifiuti specifici quando è giustificato da motivi di fattibilità tecnica, praticabilità economica e protezione dell ambiente. Ciò significa che per far fronte al problema della gestione dei rifiuti, che non coinvolge solamente i diversi operatori del settore, ma recentemente anche il Parlamento e, quindi, anche i cittadini, è necessaria una strategia nazionale, ovvero, una vera politica industriale basata sulle competenze e sull esperienza di tutti gli operatori presenti sul territorio nazionale. La domanda quindi è: come fare? Visti gli enormi quantitativi di rifiuti in ingresso nelle discariche e i principi fissati dalla Commissione Europea e alla luce dell esperienza maturata da diversi Paesi europei, che sono riusciti a trasformare i rifiuti da problema a risorsa con una gestione bilanciata tra recupero di materia e di energia il recupero energetico assume un ruolo di primo piano nella gestione dei rifiuti. Ecco perché parlare dei combustibili solidi secondari (CSS): un opportunità per il futuro. FIGURA 1 - Ripartizione percentuale della destinazione dei rifiuti nell UE nel 2010

IL CTI INFORMA 9 Cosa sono i CSS? I CSS sono ricavati da rifiuti unicamente non pericolosi e non più economicamente riciclabili. Per esempio sono ottenuti da rifiuti urbani a valle della raccolta differenziata e da rifiuti speciali quali: rifiuti da costruzione e demolizioni, da attività manufatturiere e da trattamento di rifiuti. Il CSS, essendo a tutti gli effetti un combustibile al pari di quelli fossili, può quindi essere utilizzato per produrre energia negli impianti di incenerimento e co-incenerimento. Alla luce delle caratteristiche e delle proprietà intrinseche dei diversi materiali che costituiscono i CSS, i potenziali benefici ambientali ed economici conseguenti al loro utilizzo sono: la riduzione dei rifiuti non riciclabili attualmente inviati in discarica, dando così un aiuto concreto al problema della saturazione delle discariche sul territorio italiano; la riduzione delle emissione complessive di CO2 in atmosfera, conseguente all utilizzo di materiali con un significativo contenuto di biomassa (dal 20% al 60% in funzione del rifiuto di partenza); la riduzione della dipendenza da fonti fossili, aspetto strategico per uno stato come l Italia particolarmente povero di materie prime. proprio al CEN/TC 343 ha previsto la predisposizione di specifiche tecniche (CEN/TS) pubblicate in Italia nel 2006 e la loro successiva conversione, in una seconda fase ormai conclusa, in norme tecniche (EN) armonizzate. Per perseguire i suoi obiettivi il CEN/TC 343 è stato strutturato in cinque gruppi di lavoro (WG): (WG1) terminologia e gestione per la qualità; (WG2) specifiche e classificazione del combustibile; (WG3) campionamento, riduzione del campione e metodi di prova supplementari; (WG4) metodi per determinare le proprietà fisiche e meccaniche; (WG5) metodi per determinare le proprietà chimiche. In particolare, le attività del WG 1 e del WG 5 sono state coordinate dall Italia e il CTI si è occupato della gestione delle rispettive segreterie. Infine, l ultima fase del mandato ha previsto la validazione degli standard elaborati dal TC 343, che è stata affidata al progetto di ricerca europeo Quality Management, Organisation, Validation of standards, Developments and Inquiries for SRF - Quovadis (programma IEE), coordinato dall attuale RSE e al quale il CTI ha contribuito per diversi aspetti, in qualità di partner. Nel Prospetto 1 è riportato l elenco delle norme sui CSS elaborate dal CEN/TC 343 e recepite da UNI. Per quanto concerne la salvaguardia dell ambiente e la prevenzione della salute, l utilizzo del CSS è consentito solo a particolari e stringenti condizioni, che sono state definite dalla Commissione Europea attraverso l elaborazione di standard qualitativi. Il CSS infatti è oggetto di una specifica normazione tecnica e anche giuridica. Dal punto di vista normativo, il CSS è classificato in accordo alla UNI EN 15359, norma cogente poiché richiamata dal D.Lgs. n.205 del 2010. La classificazione e le specifiche del CSS: la UNI EN 15359 Un rifiuto non pericoloso può essere classificato come CSS quando soddisfa i requisiti insiti nella UNI EN 15359, norma che si applica dal punto di ricezione del rifiuto al punto di fornitura, mentre la raccolta dei rifiuti e l utilizzo del combustibile restano al di fuori del suo La normazione europea del CSS La UNI EN 15359, norma tecnica europea sulla classificazione e sulla specificazione dei CSS, fa parte di un pacchetto normativo ben più ampio, che è stato elaborato dal Comitato Tecnico 343 sui Solid Recovered Fuels. I Solid Recovered Fuels (SRF) sono quelli che in Italia conosciamo come CSS e la loro normazione in ambito CEN è frutto di un mandato della Commissione Europea risalente al 2002, il mandato M/325, che affidato

10 CODICE NORMA UNI EN 15357:2011 UNI EN 15358:2011 UNI EN 15359:2011 UNI EN 15440:2011 UNI CEN/TR 15441:2007 UNI EN 15442:2011 UNI EN 15443:2011 UNI EN 15590:2011 UNI CEN/TR 15591:2008 UNI CEN/TR 14980:2008 UNI EN 15400:2011 UNI CEN/TS 15401:2010 UNI EN 15402:2011 UNI EN 15403:2011 UNI CEN/TR 15404:2010 UNI CEN/TS 15405:2010 UNI CEN/TS 15406:2010 TITOLO Terminologia, definizioni e descrizioni Sistemi di gestione per la qualità - Requisiti particolari per la loro applicazione alla produzione di combustibili solidi secondari Classificazione e specifiche Metodo per la determinazione del contenuto di biomassa Linee guida relative alla salute sul lavoro Metodi di campionamento Metodi per la preparazione del campione di laboratorio Determinazione del tasso corrente di attività microbica aerobica mediante l indice di respirazione dinamico reale Determinazione del contenuto di biomassa basata sul metodo del C14 Rapporto sulla differenza relativa tra frazione biodegradabile e biogenica di un combustibile solido secondario Metodi per la determinazione del potere calorifico Metodi per la determinazione della massa volumica apparente Determinazione del contenuto di materia volatile Determinazione del contenuto di ceneri Metodi per la determinazione del comportamento termico delle ceneri per mezzo di temperature caratteristiche Determinazione della massa volumica di pellet e brichette Determinazione delle proprietà ponte di materiale alla rinfusa UNI CEN/TS 15414-1:2010 Determinazione del contenuto di umidità mediante metodo di essiccazione in stufa - Parte 1: Determinazione dell umidità totale attraverso un metodo di riferimento UNI CEN/TS 15414-2:2010 Determinazione del contenuto di umidità mediante metodo di essiccazione in stufa - Parte 2: Determinazione dell umidità totale attraverso un metodo semplificato UNI EN 15414-3:2011 Determinazione del contenuto di umidità mediante metodo di essiccazione in stufa - Parte 3: Umidità del campione per l analisi generale UNI EN 15415-1:2011 Determinazione della distribuzione granulometrica Parte 1: Metodo della setacciatura per le particelle di piccole dimensioni UNI EN 15415-2:2012 UNI EN 15415-3:2012 UNI CEN/TS 15639:2010 UNI CEN/TR 15716:2008 UNI EN 15407:2011 UNI EN 15408:2011 UNI EN 15410:2011 UNI EN 15411:2011 UNI CEN/TS 15412:2010 UNI EN 15413:2011 Determinazione della distribuzione granulometrica Parte 2: Metodo manuale per la determinazione della lunghezza massima proiettata per le particelle di grandi dimensioni Determinazione della distribuzione granulometrica Parte 3: Metodo di analisi dell immagine per le particelle di grandi dimensioni Determinazione della durabilità meccanica dei pellet Determinazione del comportamento alla combustione Metodi per la determinazione del contenuto di carbonio (C), idrogeno (H) e azoto (N) Metodi per la determinazione del contenuto di zolfo (S), cloro (Cl), fluoro (F) e bromo (Br) Metodi per la determinazione del contenuto dei principali elementi (Al, Ca, Fe, K, Mg, Na, P, Si, Ti) Metodi per la determinazione del contenuto di microelementi (As, Ba, Be, Cd, Co, Cr, Cu, Hg, Mo, Mn, Ni, Pb, Sb, Se, Tl, V e Zn) Metodi per la determinazione dell alluminio metallico Metodi per la preparazione del campione di prova dal campione di laboratorio PROSPETTO 1 - Norme europee elaborate dal CEN/TC 343 sui CSS

IL CTI INFORMA 11 CARATTERISTICHE DI CLASSIFICAZIONE Caratteristica Misura statistica Unità di misura Valori limite per classe 1 2 3 4 5 PCI Media MJ/kg t.q. 25 20 15 10 3 Cl Media % s.s. 0,2 0,6 1,0 1,5 3 Hg Mediana Mg/MJ t.q. 0,02 0,03 0,08 0,15 0,50 80 percentile Mg/MJ t.q. 0,04 0,06 0,16 0,30 1,0 PROSPETTO 2 - Sistema di classificazione dei CSS campo di applicazione. L intento della norma è quello di consentire e facilitare il commercio dei CSS, promuovendo la loro diffusione nel mercato dei combustibili e agevolando i rapporti commerciali tra produttori e utilizzatori, oltre a facilitare le procedure di autorizzazione e di controllo da parte delle autorità competenti. Tornando ai requisiti, il CSS, per essere tale, deve rientrare nel sistema di classificazione, nel sistema di specificazione e deve rispettare le regole di conformità così come descritti dalla UNI EN 15359. Per quanto concerne il sistema di classificazione, i CSS sono classificati in base a tre parametri: il potere calorifico inferiore (indice del valore energetico e quindi economico), il contenuto di cloro (indice del grado di aggressività sugli impianti) e il contenuto di mercurio (indice della rilevanza dell impatto ambientale). Ciascun CSS è quindi classificato da una terna di numeri (detto codice classè) corrispondenti alle classi in cui cadono: la media del valore del PCI, la media del valore del contenuto di cloro e il più restrittivo tra la mediana e l 80 percentile del valore del contenuto di mercurio. Tale classificazione, come illustrata nel prospetto 2, fornisce all utilizzatore un informazione immediata e chiara del combustibile. Dalla combinazione dei tre parametri di classificazione e delle cinque classi, la UNI EN 15359 classifica bene 125 tipologie differenti di CSS. Tuttavia, dal momento che la sola classificazione non è sufficiente per l utilizzatore, la UNI EN 15359 impone l obbligo di fornire una descrizione più dettagliata del combustibile. Per tale ragione devono essere fornite le specifiche dei CSS, attraverso la determinazione analitica di diversi parametri fisico-chimici (parametri da fornire obbligatoriamente). In caso di particolari esigenze, l utilizzatore di CSS ha comunque la facoltà di richiedere ulteriori specifiche che possono essere quindi fornite volontariamente. In ambito europeo, i valori limite sono frutto di un accordo tra il produttore e l utilizzatore del CSS e pertanto la UNI EN 15359 non fissa dei valori limite sui singoli parametri. Il terzo requisito, che deve essere soddisfatto da un rifiuto non pericoloso affinché sia un CSS, è dato dalle regole di conformità. Il periodo di produzione del CSS è 12 mesi. In tale periodo deve essere applicato un sistema di gestione per la qualità in accordo alla UNI EN 15358. Ai fini della classificazione, la massa massima di un lotto deve essere minore o uguale a 1500 t. Nel caso ci siano variazioni significative nelle proprietà del materiale in ingresso o nel processo produttivo, cioè il cambiamento del codice classe, la produzione deve essere interrotta. Per ogni lotto deve essere effettuata almeno una misurazione e l operazione deve essere ripetuta per gruppi di 10 lotti. Ciò consente di avere un codice classe per ciascun gruppo di 10 lotti. Da ultimo la UNI EN 15359 prevede che il produttore del CSS fornisca una dichiarazione di conformità, che deve essere disponibile in caso di ispezione.

12 I documenti tecnici CTI sui CSS Nel corso del 2012, il gruppo di lavoro 903 Energia da rifiuti del CTI ha sviluppato e pubblicato una nutrita documentazione tecnica sui CSS (disponibile nell area shop del CTI), grazie alla partecipazione attiva di circa 50 aziende per un totale di 80 esperti. I documenti tecnici elaborati comprendono: - la Raccomandazione CTI 8 Combustibili solidi secondari (CSS) Classificazione dei CSS e specifiche dei CSS ottenuti dal trattamento meccanico dei rifiuti non pericolosi ; - le Linee Guida CTI 10 Caratterizzazione dei rifiuti e dei CSS in termini di contenuto di biomassa ed energetico ; - le Linee Guida CTI 11 Linee Guida per l applicazione delle UNI EN 15359 e UNI EN 15358, in relazione alla Raccomandazione CTI 8 sui combustibili solidi secondari. Questi documenti verranno trasformati in documenti UNI nel corso del 2014. La Raccomandazione CTI 8 fornisce i valori di specificazione per i CSS prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti non pericolosi e classificati in accordo alla UNI EN 15359. Il documento nasce a seguito del recepimento, in ambito nazionale, della EN 15359, norma europea introdotta dal decreto legislativo n.205 del 2010. Nello specifico, la norma europea non fornisce dei valori limite per la specificazione (Appendice A Parte 1), poiché tali valori sono frutto di un accordo commerciale tra produttore e utilizzatore. Perché allora non fare come in Europa? Perché in Italia troppo spesso ci si è dovuti confrontare con le diverse interpretazioni della legislazione e della normativa tecnica. Pertanto l obiettivo è stato quello di fornire dei valori di riferimento, ai produttori, agli utilizzatori e agli enti preposti ai controlli, onde evitare interpretazioni troppo permissive o troppo stringenti. I valori di riferimento, che non valgono in alcun caso per i CSS-Combustibili, sono stati ottenuti attraverso un approfondito e condiviso processo che ha potuto contare sull esperienza e sulla competenza pluriennale dei diversi soggetti in seno al GL 903. Attualmente, il documento è in fase di aggiornamento e a breve sarà disponibile sul mercato, non più come raccomandazione CTI, ma come Specifica Tecnica (UNI/TS). Le Linee Guida CTI 10 forniscono i criteri per la determinazione del contenuto di biomassa al fine di ottenere l incentivazione di energia elettrica prodotta dalla frazione di biomassa presente nei rifiuti e nei CSS ed in particolare i certificati verdi (CV) o l accesso alla tariffa incentivante onnicomprensiva (TO). Il documento, attualmente in fase di revisione, fornisce supporto tecnico alle Procedure GSE La qualifica degli impianti alimentati da fonti rinnovabili e proprio per tale ragione il CTI, in collaborazione con l RSE, sta portando avanti la revisione del documento di concerto con il GSE. Infine, le Linee Guida CTI 11 forniscono i criteri e le procedure atte a facilitare l applicazione delle norme tecniche europee in particolare la EN 15359, la EN 15442, la EN 15443 e la EN 15358 con l obiettivo di: supportare le attività di laboratorio volte alla determinazione del campione di laboratorio (campione che è stato formato in impianto e che viene mandato ad un laboratorio per analisi), agevolare i controlli effettuati dagli enti preposti sul materiale destinato all impianto di utilizzo (come per esempio i controlli su singolo camion) e consentire un confronto immediato tra i valori di analisi (espressi come mediana) e quelli contenuti nelle autorizzazioni (espressi solitamente come media). Anche in questo caso, le attività di revisione già avviate, proseguiranno nei prossimi mesi all interno del gruppo di lavoro 903. Altra attività da poco conclusa, è quella relativa alla pubblicazione della UNI/TS 11461, specifica tecnica che fornisce i principi per la determinazione della frazione di energia rinnovabile prodotta da impianti di co-combustione, incenerimento e co-incenerimento alimentati con combustibili ibridi mediante la misura

IL CTI INFORMA 13 CARATTERISTICHE DI CLASSIFICAZIONE Caratteristica Misura statistica Unità di misura Valori limite per classe 1 2 3 4 5 PCI Media MJ/kg t.q. 25 20 15 10 3 Cl Media % s.s. 0,2 0,6 1,0 1,5 3 Hg Mediana Mg/MJ t.q. 0,02 0,03 0,08 0,15 0,50 80 percentile Mg/MJ t.q. 0,04 0,06 0,16 0,30 1,0 PROSPETTO 3 - Sistema di classificazione dei CSS-Combustibile del radiocarbonio (14C). Nello specifico, il documento specifica i metodi per il campionamento della CO2 presente alle emissioni gassose dell impianto, per la determinazione del contenuto di radiocarbonio nella CO2 e per il calcolo del contenuto di carbonio biogenico nel combustibile sia in termini di massa che di energia prodotta dalla combustione. Il CSS-Combustibile: la cessazione della qualifica di rifiuto Il 14 marzo 2013 è stato pubblicato il decreto n. 22 recante la disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di CSS, con l intento più volte espresso dai principali soggetti interessati, anche attraverso iniziative dedicate e appropriate volte ad informare i cittadini di agevolarne la produzione e l utilizzo nel rispetto di standard di tutela dell ambiente e della salute umana. Di fatto, la procedura End of Waste consente di attuare la gerarchia dei rifiuti, così come descritta dalla Direttiva 2008/98/CE, promuovendo il riciclaggio e il recupero di rifiuti e assegnando loro lo status di prodotto e quindi non più di rifiuto. Il CSS-Combustibile è una innovazione sviluppata a livello nazionale e tale è l interesse su questo tema, che l Europa sta guardando con curiosità alla sua evoluzione, poiché il meccanismo dell EoW consente di valorizzare il rifiuto, o meglio la risorsa, e di incoraggiare la produzione di materiali di alta qualità con uno specifico collocamento sul mercato come qualsiasi altro prodotto. In accordo alla UNI EN 15359, il DM n.22 del 2013 si applica alla produzione e all utilizzo di CSS-Combustibile, come definito all articolo 3, comma 1, lettera e), con potere calorifico inferiore e contenuto di cloro come definito dalle classi 1, 2, 3 e relative combinazioni, e per quanto riguarda il contenuto di mercurio come definito dalle classi 1 e 2. Con riferimento al Prospetto 3, le classi in cui rientra il CSS-Combustibile sono in colore grigio. Per quanto riguarda invece i valori di specifica, vengono indicati i valori di media e mediana dei singoli parametri chimico-fisici (Prospetto 4), in linea con quelli richiesti obbligatoriamente dalla UNI EN 15359. Gli impianti interessati dall applicazione di tale decreto sono: i cementifici con una produzione di clinker superiore a 500t/giorno che sono in possesso di AIA (autorizzazione integrata ambientale), dotati di certificazione di qualità ambientale secondo la UNI EN ISO 14001 o di EMAS e che rispettano il D.Lgs n.133 del 2005 sulle emissioni; le centrali termoelettriche con potenza termica supe- PROSPETTO 4 - Caratteristiche di specificazione del CSS-Combustibile Parametro CARATTERISTICHE DI SPECIFICAZIONE Misura statistica Unità di misura Valore Limite Antimonio (Sb) Mediana mg/kg s.s. 50 Arsenico (As) Mediana mg/kg s.s. 5 Cadmio (Cd) Mediana mg/kg s.s. 4 Cromo (Cr) Mediana mg/kg s.s. 100 Cobalto (Co) Mediana mg/kg s.s. 18 Manganese (Mn) Mediana mg/kg s.s. 250 Nichel (Ni) Mediana mg/kg s.s. 30 Piombo (Pb) Mediana mg/kg s.s. 240 Rame (Cu) Mediana mg/kg s.s. 500 Tallio (Tl) Mediana mg/kg s.s. 5 Vanadio (V) Mediana mg/kg s.s. 10

14 riore a 50 MW che sono in possesso di AIA (autorizzazione integrata ambientale), dotati di certificazione di qualità ambientale secondo la UNI EN ISO 14001 o di EMAS e che rispettano il D.Lgs n.133 del 2005 sulle emissioni. La cessazione di qualifica come rifiuto viene concessa con l emissione della dichiarazione di conformità da parte del produttore di CSS. Per quanto concerne invece la produzione, gli impianti autorizzati devono essere dotati della certificazione di qualità ambientale in conformità alla UNI EN 15358 o, in alternativa, di EMAS. I rifiuti ammessi alla produzione di CSS-Combustibile sono unicamente i rifiuti urbani e i rifiuti speciali, purché non pericolosi, come del resto recita la UNI EN 15359. Inoltre, sempre in un ottica di rispetto dell ambiente e della salute umana, nell allegato 2 vengono elencati i rifiuti non pericolosi non ammessi alla produzione di CSS-Combustibile. Un altro elemento di fondamentale importanza risiede nel fatto che il decreto istituisce un comitato di vigilanza e controllo, composto da nove membri esperti nella materia (tra cui il CTI), che avrebbe il compito di monitorare i flussi di CSS-Combustibili prodotti e utilizzati, agevolare i rapporti tra tutti i soggetti coinvolti che ne sono coinvolti ed informare e sensibilizzare gli operatori, i cittadini e gli enti pubblici. Il comitato è in attesa di essere nominato ufficialmente dallo scorso 15 marzo. Eventi dedicati ai CSS Il 6 novembre, in occasione di Ecomondo, si è tenuto il convegno CTI dal titolo I CSS: evoluzione della normativa sui CSS. L evento, patrocinato da ENEA, RSE, GSE, MATTM, MiSE e Federambiente, ha registrato il tutto esaurito grazie ad una folta partecipazione da parte dei diversi operatori coinvolti nella filiera dei CSS. Gli interventi dei relatori hanno quindi richiamato l attenzione sulle principali tematiche connesse al mondo dei CSS: dalle evoluzioni e ricadute della vigente legislazione in materia di End of Waste allo status della normativa tecnica in ambito nazionale ed europeo, dagli aspetti autorizzativi degli impianti al punto di vista dei produttori e utilizzatori di CSS. L intervento di Serra del MATTM ha illustrato i contenuti del DM n.22 del 2013 e ha posto l attenzione sulla necessità di creare una cultura sui CSS e sui CSS-Combustibili al fine di informare e sensibilizzare quella parte dell opinione pubblica che pare non essere ancora pronta all innovazione che questi materiali portano, senza dimenticare che oggi i quantitativi di rifiuti che vengono conferiti in discarica hanno messo gravemente in crisi l intero sistema di gestione dei rifiuti. A fronte del ricorso al TAR contro il DM n.22 del 14 febbraio 2013, Serra suggerisce fortemente di avviare un dialogo con coloro che non hanno compreso l intento del documento elaborato dal Ministero dell Ambiente e di puntare ancora una volta alla chiara e completa informazione di tutte le parti interessate. Nei successivi interventi sono stati trattati diverse aspetti specifici, tra cui: i criteri di classificazione e specifica dei CSS, in accordo alla UNI EN 15359; le procedure volte al campionamento e alla riduzione del campione in conformità alla normativa tecnica elaborata dal CEN/TC 343; l attuale mercato dei CSS in Italia, con uno sguardo verso i possibili scenari futuri; le procedure autorizzative per impianti di produzione e utilizzo di CSS; l utilizzo del CSS nei cementifici con un focus sulla necessità di ridurre i tempi per il rilascio delle autorizzazioni. È stato inoltre presentato lo stato attuale della documentazione tecnica elaborata dal CTI ed in particolare dal GL 903 Energia da rifiuti, un gruppo di lavoro che da anni è espressione dell esperienza sul campo dei diversi operatori della filiera dei CSS: dai produttori agli utilizzatori di CSS, dai gestori degli impianti di recupero energetico ai laboratori di analisi. Gli atti del convegno sono disponibili sul sito CTI. Lo scorso 20 novembre si è svolto, presso la sede del Pirellone a Milano, il workshop Which future for the SRF market?. L evento, organizzato da IEA Bioenergy-Task 36, RSE e Regione Lombardia, si è svolto sotto il patrocinio del CTI che, in particolare, ha partecipato con suoi relatori alla prima sessione intitolata Regulation on SRF. Il fine ultimo di questo workshop è stato quello di presentare una panoramica del potenziale dei CSS, sia presente che futuro, e del loro possibile mercato in Europa, in base ai requisiti di classificazione e specificazione

IL CTI INFORMA 15 richiesti dalla UNI EN 15359. La prima sessione ha voluto fare una sintesi dei provvedimenti legislativi e dei documenti tecnici normativi a supporto, che forniscono gli strumenti applicativi in materia di CSS e di CSS-Combustibile. In particolare, Loro di ARPA Veneto ha posto l attenzione sulla difficoltà, da parte delle autorità di controllo, di operare in un contesto in cui coesistono tre diversi approcci che per altro si basano sulla medesima materia d origine: i rifiuti urbani e i rifiuti speciali. Il CDR come da decreto ministeriale del 5 febbraio 1998, ancora vigente per le autorizzazioni in essere; il CSS come da decreto legislativo n.205 del 2010 per le nuove autorizzazioni o quelle in fase di rinnovo e il CSS-Combustibile recentemente introdotto dal decreto ministeriale n.22 del 2013. Davanti a questo panorama abbastanza complicato, diventano quindi di fondamentale importanza i documenti tecnici elaborati dal gruppo di lavoro 903 Energia da rifiuti, soprattutto per gli enti predisposti ai controlli. L obiettivo dell attività normativa nazionale, ha spiegato Merlini del CTI, è stato quello di facilitare l applicazione delle disposizioni legislative sui CSS e di agevolare i rapporti commerciali tra produttori e utilizzatori, mediante l elaborazione di strumenti normativi quali norme tecniche, linee guida e raccomandazioni che descrivono nel dettaglio gli aspetti più pratici riguardanti: il campionamento, la predisposizione di un sistema di gestione per la qualità e la determinazione del contenuto di biomassa ai fini dei meccanismi di incentivazione. La seconda sessione è stata principalmente dedicata ai produttori e agli utilizzatori di CSS, che si sono concentrati sull attuale situazione decisamente critica che sta vivendo l Italia sul tema dei rifiuti. Gizzi di AITEC ha rimarcato la necessità di snellire l iter autorizzativo (rilascio di AIA e VIA) che in Italia richiede dai cinque ai sei anni, mentre in altri paesi europei, come Germania e Francia, dai 6 ai 18 mesi. Di fronte al grande interesse da parte dell Europa nei confronti dei rifiuti prodotti in Italia e alla luce di 3,8 milioni di tonnellate di rifiuti che nel 2010 hanno lasciato il nostro paese con destinazione Germania, Olanda. Belgio, Austria, Francia e Svezia, è più che mai urgente la necessità di una politica industriale nazionale. Infine la terza sessione ha visto l intervento di Rossi sulla municipalizzata dell area di Venezia (Ecoprogetto Venezia srl) che gestisce il trattamento, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti. L obiettivo del progetto è il recupero di energia che consente per altro la riduzione dei quantitativi che finiscono in discarica. Ogni anno circa 250 mila tonnellate di rifiuti arrivano all impianto di produzione e di questi, 200 mila tonnellate sono destinate alla produzione di CSS. Delle 100 mila tonnellate di CSS prodotto risultanti dal processo di trattamento che prevede la ricezione del rifiuto e la triturazione, la bioessiccazione e la separazione meccanica della frazione inerte e metallica 70 mila t/a sono inviate alla centrale termoelettrica ENEL di Fusina, che è localizzata in prossimità dell impianto di produzione del CSS. L esperienza presso l impianto di Fusina, come ha sintetizzato Gasperetti di ENEL, ha permesso di confermare che la co-combustione di CSS: consente la riduzione di emissioni di CO2, entro un 10% dell input termico è sostenibile con un basso impatto sul sistema di combustione e di trattamento fumi e ha evidenziato valori di emissione compatibili con i limiti del D.Lgs. n.133 del 2005. In conclusione il CSS rappresenta un opportunità per l Italia che è bene promuovere e consolidare nel tempo, cercando la partecipazione e il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati: dall industria al cittadino. Il CTI, come altri operatori del settore, è consapevole del proprio ruolo ed è per questo che continuerà a lavorare al meglio sia sugli aspetti più tecnici e applicativi mediante lo sviluppo di documenti e norme specifiche, sia sugli aspetti di carattere divulgativo e informativo mediante iniziative mirate e appropriate.