Parte I N BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA

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Parte I N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 6859 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 27 settembre 2004, n. 2150. Accoglimento della richiesta di adesione della Regione Umbria all Accordo Interregionale per l attività di lavorazione plasma e produzione di emoderivati - Ex art. 3, 2 comma, dell Accordo Interregionale. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 27 settembre 2004, n. 2151. Nuovo calendario vaccinale regionale - Integrazione D.G.R. n. 1845 del 28.03.1997 - Obblighi delle Aziende Sanitarie in materia di vaccinazioni. LA GIUNTA REGIONALE VISTA la seguente normativa nazionale: Legge n. 165 del 27 maggio 1991 Obbligatorietà della vaccinazione contro l epatite virale B ; D.M. 3 ottobre 1991 Protocollo per l esecuzione della vaccinazione contro l epatite virale B ; D.M. 4 ottobre 1991 Offerta gratuita della vaccinazione contro l epatite virale B alle categorie a rischio ; Circolare del Ministro della Sanità n. 400.2/12/3685 del 27/8/1994 Prevenzione della difterite ; Circolare del Ministro della Sanità n. 400.2/26V/1961 del 23/3/1995 Revisione delle schede di rilevazione connesse alla sorveglianza delle attività vaccinali ; Circolare del Ministro della Sanità n. 16 dell 11/11/1996 Tetano: misure di profilassi ; D.M. 22/12/1997 Aggiornamento del protocollo per l esecuzione della vaccinazione contro l epatite B ; Piano Sanitario Nazionale 1998/2000; Piano Nazionale Vaccini 1999/2000: Accordo Conferenza Stato Regioni 18/6/1999; D.M. 7/4/1999 Nuovo calendario delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate per l età evolutiva con cui viene modificato il calendario delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate per l età evolutiva con l introduzione nel ciclo primario del vaccino antipoliomielitico con virus inattivato e la somministrazione routinaria di una seconda dose di vaccino MPR (antimorbillo rosolia e parotite); D.M. 20/11/2000 Aggiornamento del protocollo per l esecuzione della vaccinazione contro l epatite virale B ; Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 "Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione"; D.P.C.M. del 29/11/2001 Definizione dei Livelli essenziali di assistenza ; D.P.R. n. 464 del 7/11/2001 Regolamento recante modalità di esecuzione delle rivaccinazioni antitetaniche ; Circolare del Ministro della Salute n. 11 del 19/11/2001 Vaccinazione antipneumococcica in età pediatrica ; D.M. 18/6/2002 che stabilisce l esclusiva somministrazione di vaccino antipoliomielitico inattivato: Modifica della schedula vaccinale antipoliomielitica ; Piano Sanitario Nazionale 2003/2005; D.Lgs. n. 95 del 8/4/2003 Attuazione della direttiva 2000/38/CE relativa alle specialità medicinali ; Piano Nazionale per l Eliminazione del Morbillo e della rosolia congenita: accordo Conferenza Stato Regioni del 13/11/2003; D.M. n. 36 del 12/12/2003 Nuovo modello di segnalazione di reazione avversa a farmaci e vaccini ;

6860 N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 Parte I D.Lgs. n. 95 del 8/4/2003 Attuazione della direttiva 2000/38/CE relativa alle specialità medicinali ; VISTA la D.G.R. n. 1845 del 28.3.1997; VISTO la D.G.R. n. 528 del 21.3.2000 con cui la Regione Basilicata introduce l offerta attiva e gratuita di vaccino antipneumococcico per i soggetti di età superiore a 64 anni, e a soggetti di età inferiore classificati ad alto rischio di contrarre patologia invasiva da Sp; di disporre la pubblicazione sul B.U.R. della presente deliberazione e dell allegato che di essa è parte integrante e sostanziale. Tutti gli atti ai quali si è fatto riferimento nella premessa e nel testo della presente delibera sono depositati presso la Struttura del Dipartimento proponente che ne curerà la conservazione nei modi di legge. ALLEGATO A VISTA la Determina Regionale n. 72H/2002/ D/534 del 20.12.2002 con cui viene introdotta una dose di richiamo di vaccino antitetanicodifterico-pertussico negli adolescenti; CONSIDERATE le evidenze epidemiologiche e la disponibilità di vaccino antipneumococcico eptavalente indicato per i soggetti di età inferiore a 24 mesi; Premessa 1 Difterite 2 Tetano 3 Pertosse SOMMARIO CONSIDERATO che i dati epidemiologici disponibili evidenziano come popolazione a rischio per la malattia invasiva meningococcica tipo B e C le fasce di età comprese tra 0-4 anni 15-19 anni e che attualmente è disponibile un vaccino per il meningococco c; CONSIDERATO lo schema di accordo tra il Ministro della Salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, per la prevenzione e il controllo della varicella e la disponibilità di nuovi vaccini anti varicella; VISTO il verbale della riunione del 5.07.2004 durante la quale il Comitato Tecnico Scientifico delle Politiche Vaccinali della Regione Basilicata formulava la proposta di un nuovo calendario vaccinale che è allegato alla presente deliberazione di cui fa parte integrante e sostanziale; DELIBERA di adottare il nuovo calendario vaccinale contenuto nell allegato A su tutto il territorio regionale; 4 Poliomielite 5 Epatite Virale B 6 Infezioni invasive da Haemophilus influenzae b 7 Morbillo, Rosolia e Parotite 8 Influenza 9 Malattia invasiva da Pneumococco 10 Malattia invasiva da Meningococco 11 Varicella 12 Epatite A INTEGRAZIONE E MODIFICA DEL CALENDARIO VACCINALE REGIONE BASILICATA Premessa Nel campo della prevenzione delle malattie infettive, le vaccinazioni sono tra gli interventi preventivi più efficaci a disposizione della

Parte I N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 6861 Sanità Pubblica e costituiscono uno strumento fondamentale delle attività di promozione della salute. Grazie alle vaccinazioni è infatti possibile prevenire in modo efficace e sicuro malattie gravi o che possono causare importanti complicanze, sequele invalidanti e morte. Inoltre, la vaccinazione attuata su larga scala secondo strategie appropriate può far raggiungere non solo il controllo delle malattie bersaglio, ma anche la loro eliminazione o addirittura l eradicazione dell infezione a livello mondiale, traguardo già raggiunto per il vaiolo e ormai prossimo per la poliomielite. Il Piano Sanitario Nazionale 2003-2005, approvato con D.P.R. 23 maggio 2003 nel riportare l attenzione sulla necessità di un maggiore e più efficace controllo di alcune malattie prevenibili con vaccino, ed in particolare, del morbillo, segnala le possibilità offerte dalla disponibilità di nuovi ed efficaci vaccini, che consente l avvio di ulteriori iniziative mirate di prevenzione vaccinale. Nel 2003, infine, la Conferenza Stato Regioni ha sancito l accordo sul Piano Nazionale per l eliminazione del morbillo e della rosolia congenita (Deliberazione 13 novembre 2003), che delinea le azioni da attuare per sconfiggere queste malattie entro il 2007. A questi aspetti normativi, si aggiunge il fatto che dal 1998 ad oggi sono stati introdotti sul mercato molti nuovi vaccini, sia come combinazione di prodotti già in uso (vaccini combinati tetra, penta ed esavalenti), sia come prodotti non disponibili prima, quali i vaccini coniugati contro le infezioni invasive da pneumococco, i vaccini contro le infezioni da meningococco C, e quello contro la varicella. La Regione Basilicata, sensibile a queste problematiche, con la D.G.R. n. 1845 del 28 Marzo 1997 ha dato avvio ad un percorso per offrire gratuitamente a tutti anche le vaccinazioni raccomandate costituendo altresì un Comitato Tecnico Scientifico per le politiche vaccinali, con il compito di aggiornare il calendario vaccinale, introdurre nuove vaccinazioni e nuove formulazioni di vaccini, verificare la qualità dei vaccini e i dati di copertura vaccinale. Di seguito sono riportati i dati relativi alle malattie prevenibili con la vaccinazione. 1 - Difterite Il raggiungimento ed il mantenimento nel tempo di elevate coperture vaccinali in età pediatrica, particolarmente a partire dalla seconda metà degli anni 60, quando la vaccinazione antidifterica è stata eseguita routinariamente in associazione con l antitetanica, ha consentito una rapida diminuzione del numero di casi, per cui, la difterite è ormai in Italia una malattia rarissima: dal 1990 al 2003 sono stati riportati complessivamente 5 casi tra confermati in laboratorio e probabili, di cui l ultimo nel 1995. Di questi cinque casi, uno - mortale - era importato dall estero, mentre un altro, ad esito altrettanto infausto, riguardava una bambina italiana non vaccinata contro la difterite. A questi, vanno aggiunti i due casi di cosiddetta pseudodifterite, con isolamento di C. ulcerans produttore di tossina difterica. Il riscontro di ceppi di corinebatteri non difterici in grado di produrre tossina e, quindi, di dare luogo ad una forma clinica in tutto e per tutto simile alla difterite classica, è sempre più frequente nei paesi industrializzati, e costituisce elemento non trascurabile nelle strategie di prevenzione. Peraltro, la difterite è ancora presente in molte parti del mondo, tra cui l Europa dell Est, dove negli anni 90 si è verificata, una vasta epidemia, con oltre 250.000 casi. Il rischio di malattia è quindi sempre attuale; la diminuzione della copertura vaccinale tra i bambini, la presenza di sacche di popolazione in condizioni socialmente disagiate, i frequenti viaggi internazionali rappresentano potenziali fattori di rischio per la sua diffusione. Programma attuale di vaccinazione (D.M. n. 5 del 7 aprile 1999): Tre dosi nel primo anno di vita (ciclo primario), seguite da due richiami rispettivamente a 5-6 anni, e nel corso del dodicesimo anno. Ulteriori richiami sono raccomandati a cadenza decennale. Nella attuale situazione italiana, l obiettivo è evitare la ricomparsa di casi di difterite,

6862 N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 Parte I mantenendo elevati livelli di protezione immunitaria nella popolazione. Secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, ci si trova in una condizione di rischio se i livelli di suscettibilità sono superiori al 10% in età pediatrica, e al 25% negli adulti. Obiettivi di copertura del programma di vaccinazione: Come per le altre vaccinazioni previste dal calendario nazionale, il Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 prevedeva il raggiungimento di coperture vaccinali 95% entro i due anni. Questo obiettivo è stato raggiunto. Tuttavia, data la presenza di una quota elevata di suscettibili in età adulta, è necessario che queste elevate coperture in età pediatrica vengano mantenute. La diffusione sul mercato di prodotti a ridotto contenuto di anatossina difterica da utilizzare anche in età prescolare impone inoltre l esecuzione di ulteriori richiami. Pertanto, è importante stabilire un obiettivo di copertura vaccinale del 95% a 5-6 anni, e del 90% tra gli 11 e 15 anni di età. 2 - Tetano Dal 1992 ad oggi il numero di notifiche di tetano è rimasto pressoché costante, mostrando però una tendenza alla diminuzione dal 1995 in poi: nel periodo 1994-2003, i casi di tetano notificati annualmente sono stati in media 95, pari ad un incidenza di 1,6/1.000.000. Nonostante i grandi successi raggiunti rispetto all epoca prevaccinale, questa incidenza è nettamente superiore a quanto osservato in altre nazioni occidentali (USA: 0,15/1.000.000; media Europea: 0,8/1.000.000). Nelle schede di notifica dei casi di tetano si vede come il 60% circa ha informazioni sullo stato vaccinale dei pazienti, e che oltre il 90% dei casi per cui è nota questa informazione risulta non vaccinato, vaccinato in maniera incompleta, o con l ultimo richiamo da più di dieci anni. In Italia il tetano colpisce soprattutto gli anziani: negli anni 1994-2003, gli ultrasessantacinquenni hanno rappresentato il 70% dei casi; confrontando il numero di casi segnalati nell ultimo decennio con quelli segnalati negli anni 1971-79, si osserva che negli ultrasessantacinquenni l incidenza del tetano è diminuita solo del 54%, rispetto ad una diminuzione 90% osservata nelle altre fasce di età. Tra gli anziani, le donne sono più colpite degli uomini con un rapporto maschi:femmine di 1:3, ed un picco massimo di incidenza di 2,4 casi/1.000.000. La letalità è ancora molto elevata (39% in media), ed aumenta con l età, raggiungendo il 43% negli ultrasessantacinquenni. Il calendario vaccinale è lo stesso della difterite. La situazione è analoga anche per quanto riguarda la copertura vaccinale, che è stabilmente elevata entro i due anni (media nazionale: 96%). Non si dispone di dati riguardo all esecuzione di richiami tra adolescenti ed adulti. Al contrario di quanto avviene per le malattie che si trasmettono da persona a persona, per il tetano il raggiungimento di coperture vaccinali elevate in età pediatrica non consente di ottenere un effetto di protezione indiretta di popolazione. Ogni persona suscettibile è quindi a rischio di contrarre l infezione. Questo, associato alla presenza ubiquitaria nell ambiente delle spore tetaniche rende impossibile l eliminazione della malattia. Perciò, l obiettivo del programma di vaccinazione è il controllo dei casi, in particolare proteggendo adeguatamente la fascia di popolazione anziana che è quella maggiormente colpita dalla malattia. A questo obiettivo va affiancato un obiettivo di protezione della popolazione adolescente, adulta ed anziana, raggiungendo almeno il 90% di copertura di queste fasce di età. 3 - Pertosse L elevata copertura vaccinale ha ridotto drasticamente l incidenza della malattia; infatti, dal 1999 al 2003 il numero di casi notificati ha raggiunto il minimo storico, con meno di 2.000 casi segnalati per anno. Il numero di casi si è ridotto soprattutto tra i bambini di età inferiore ai 5 anni, dove è maggiore la percentuale di vaccinati.

Parte I N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 6863 I dati della sorveglianza pediatrica sentinella (SPES) mostrano infatti che la fascia di età più colpita è quella 10-14 anni (incidenza 2003: 1,26/100.000), mentre l incidenza minore si osserva nei bambini di età inferiore ad un anno (incidenza 2003 a 85/100.000). Questo dato è confortante soprattutto perché la pertosse è più grave nei bambini più piccoli. I dati italiani di sorveglianza indicano infatti che tra i bambini che contraggono la pertosse nel primo anno di vita uno ogni 14 viene ricoverato, e di questi uno ogni 850 muore. Anche se la pertosse negli adulti ha di solito un decorso non complicato, dati internazionali e nazionali mostrano come l infezione in questa fascia di età sia una fonte importante di contagio per i bambini nel primo anno di vita. Il calendario vaccinale in vigore dal 1999 prevede tre dosi nel primo anno di vita (ciclo primario), seguite da un richiamo a 5-6 anni. La copertura vaccinale per il ciclo primario è aumentata con l attuazione delle indicazioni della D.G.R. 1845 del 28 aprile 1998. Dal 1998 al 2003, la copertura vaccinale è ulteriormente aumentata, raggiungendo il 98%; Con l adozione della Determina regionale n. 72H/2002/D/534 del 20.12.2002 è stata introdotta una dose di richiamo agli adolescenti nel tredicesimo anno di vita anche se non vaccinati o parzialmente vaccinati in precedenza. Sia la vaccinazione contro la pertosse che la malattia naturale non conferiscono immunità permanente; pertanto non è attualmente possibile stabilire per questa malattia un obiettivo di eliminazione. Il controllo della malattia nei bambini piccoli, che hanno il maggior rischio di complicanze, rappresenta quindi l attuale obiettivo primario del programma vaccinale. Considerato che i bambini e ragazzi più grandi hanno il maggior rischio di malattia, va garantita l offerta della vaccinazione a 5-6 anni nonché un ulteriore richiamo agli adolescenti nel dodicesimo anno di vita anche se non vaccinati o parzialmente vaccinati in precedenza. 4 - Poliomielite In Italia, gli ultimi due casi indigeni di poliomielite da virus selvaggio si sono verificati nel 1982 (un vero e proprio piccolo focolaio epidemico, nella provincia di Napoli), ed il nostro Paese, nell ambito della Regione Europea dell OMS, è stato ufficialmente certificato libero da polio il 21 giugno 2002. Dal 1999 ad oggi, la strategia di vaccinazione contro la poliomielite ha subito due successive modifiche. Nel 1999, infatti, con il D.M. n. 5, il calendario vaccinale basato sulla sola somministrazione di vaccino antipolio orale (OPV) è stato sostituito da una schedula sequenziale, che prevedeva la somministrazione di due dosi di vaccino antipolio inattivato (IPV), seguite da due dosi di OPV. In concomitanza con la certificazione dell eradicazione della polio dalla Regione Europea dell OMS, avvenuta nel giugno 2002, nell agosto di quello stesso anno è stato adottato definitivamente, con il D.M. 18 giugno 2003, un calendario basato sulla somministrazione esclusiva di IPV. La poliomielite presenta caratteristiche che ne consentono l eradicazione, tra cui l assenza di serbatoi non umani, il periodo di contagiosità relativamente breve, l assenza di portatori sani e la specificità del quadro clinico e, soprattutto la disponibilità di vaccini efficaci. L eliminazione è stata già raggiunta in vaste aree geografiche, l attuale obiettivo del programma vaccinale è arrivare ad eradicare l infezione mantenendo elevate coperture vaccinali. L obiettivo di copertura 95% entro i due anni è stato - da tempo - raggiunto; per evitare l importazione di casi è essenziale mantenere una elevata copertura vaccinale nei nuovi nati fino all avvenuta eradicazione globale. 5 - Epatite Virale B Il numero di casi segnalati di epatite B è in continua diminuzione. Se si considerano tutte le

6864 N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 Parte I fasce di età, il numero totale di notifiche è diminuito da 3.344 casi nel 1993, per un incidenza di 5,9 per 100.000, a 1.371 casi nel 2002, per un incidenza dei 2,8 (diminuzione del 59% e del 52,5%). Il numero di casi osservato in età pediatrica (0-14 anni), e negli adolescenti e giovani adulti (15-24 anni) è diminuito ancora più nettamente, con un decremento dell 84% nei bambini (da 188 a 29 casi notificati, pari rispettivamente a 2,1 e 0,3 casi per 100.000) e dell 80,1% nella fascia di età successiva (da 1.126 a 215 casi, incidenza di 13,3 e 2,2 casi per 100.000). Attualmente il maggior numero di casi interessa persone tra i 25 e i 64 anni; in questo gruppo di età l andamento dei casi è pressoché stabile (negli ultimi cinque anni circa 1000 casi per anno) rappresentando l 80% del totale dei casi notificati. Per i nati da madre HbsAg negativa, il calendario vaccinale è immutato rispetto a quanto originariamente previsto dal D.M. 3 ottobre 1991, con tre dosi da somministrare entro il primo anno di vita. Come previsto dalla legge 165/1991 ai fini del saldamento immunitario delle coorti di età da 0 a 24 anni, la vaccinazione obbligatoria degli adolescenti è terminata nel 2003, in quanto a partire da quest anno i dodicenni appartengono ad un classe di nascita già vaccinata nel primo anno di vita. La vaccinazione antiepatite B inoltre, prevista per i nati da madre HBsAg positiva entro 24 ore dalla nascita, continua ad essere raccomandata ed offerta gratuitamente al personale sanitario ed ad altre categorie a rischio, nonché come profilassi postesposizione (DM 4 ottobre 1991; DM 20 novembre 2000). Le coperture vaccinali con tre dosi entro i due anni di età sono elevate (media nazionale: 95%). Oltre ai soggetti a rischio già individuati dalle summenzionate disposizioni ministeriali, la vaccinazione antiepatite B sarà offerta gratuitamente anche a: a) candidati ad un trapianto secondo quanto consigliato dalle più recenti indicazioni della letteratura scientifica; b) donatori di midollo osseo; c) soggetti affetti da epatopatie croniche, in quanto l infezione da HBV potrebbe potenzialmente causare l aggravamento dell epatopatia. Per la vaccinazione di questi ultimi soggetti è necessaria la richiesta del medico curante o del centro specializzato. Oltre alla diminuzione di nuovi casi acquisiti in età pediatrica e tra gli adolescenti e, conseguentemente, la riduzione del numero dei nuovi portatori cronici del virus, l attuale obiettivo di salute deve prevedere la riduzione dei nuovi casi tra gli adulti (25-64 anni), mediante il potenziamento delle attività di vaccinazione dei gruppi a rischio. L obiettivo di copertura 95% entro i due anni è stato raggiunto e deve essere mantenuto. 6 - Infezioni invasive da Haemophilus influenzae b L aumento della copertura vaccinale per Hib ha avuto un grande impatto sulla frequenza delle infezioni invasive causate da questo microrganismo; infatti, il numero annuale di meningiti da Hib è diminuito dell 82%, passando da 130 casi nel 1996 a 23 nel 2003. Prima dell introduzione della vaccinazione, il 90% circa dei casi si verificava nei bambini di età inferiore ai 5 anni, e in questa fascia di età l impatto della vaccinazione è stato ancora più marcato, con un decremento del 92% (da 114 casi nel 1996 a 9 nel 2003). Programma attuale di vaccinazione.: I vaccini contro le infezioni invasive da Hib disponibili in Italia dal 1995, sono stati inclusi nel calendario delle vaccinazioni per l età evolutiva nel 1999; il ciclo vaccinale di base prevede, per i nuovi nati, la somministrazione di tre dosi nel primo anno di vita. La copertura vaccinale, valutata in base ai dati routinari forniti per l anno 2002 da Regioni e Province Autonome al Ministero della Salute, è aumentata di oltre quattro volte rispetto al 1998, tale aumento è stato ulteriormente confermato dall indagine ICONA 2003, che permette di stimare un tasso medio nazionale di copertura per Hib dell 87%. E presumibile che questo brillante risultato sia

Parte I N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 6865 attribuibile soprattutto al largo uso di vaccini combinati, che associano questa vaccinazione alle altre previste nel primo anno di vita. L attuale obiettivo del programma di vaccinazione è controllare le infezioni invasive da Hib nella fascia di età più colpita dalla malattia e più vulnerabile alle sue conseguenze invalidanti, cioè i bambini nei primi 5 anni di vita, raggiungendo e mantenendo l obiettivo di copertura 95% entro i due anni. 7 - Morbillo, Rosolia e Parotite Morbillo: Negli anni 1998-2001 è stato raggiunto in Italia il minimo storico di incidenza del morbillo, e la massima durata del periodo interepidemico. Nel 2002-2003, tuttavia, si è verificata una nuova epidemia, che ha interessato soprattutto le Regioni del sud Italia a minore copertura vaccinale. In Campania, dove l epidemia è stata accuratamente indagata, sono stati stimati oltre 40.000 casi, più di 1.000 ricoveri e quattro decessi. Sia nel 2002 che nel 2003 l incidenza in età pediatrica aumentava con l età, raggiungendo il picco massimo nei ragazzi tra 10 e 14 anni, dove la proporzione di vaccinati era minore. Rosolia: Anche per quanto riguarda la rosolia, negli anni 1998-2001 è stato toccato il minimo storico di incidenza (mediamente circa 5 casi per 100.000), cui ha fatto seguito un aumento nel 2002. Nel 2003, invece, il numero di casi è diminuito. I dati SPES mostrano inoltre che dal 2000 al 2003 l incidenza è sempre stata più elevata al centro-sud, con una maggiore frequenza nella fascia di età 10-14 anni. Considerando solo il sesso femminile, si nota che l età media dei casi notificati è aumentata da 9,5 anni nel periodo 1976-80, a 11,7 nel periodo 1991-96. L incidenza nelle donne in età fertile (15-44 anni), invece è diminuita, passando da 14 casi/100.000 a 10/100.000. Dal 1992 non sono più disponibili dati nazionali sulla frequenza di rosolia congenita, tuttavia, dalla revisione delle Schede di Dimissione Ospedaliera emerge che continuano a verificarsi casi (29 nel 1999; 11 nel 2000). Inoltre dati regionali mostrano che nel 2002, in coincidenza con l aumentata incidenza di rosolia post-natale, si sono verificati casi di infezione in gravidanza, esitati in aborto, morte in utero e nati con sindrome da rosolia congenita. Parotite: Fino al 2001, la morbosità per parotite è rimasta pressoché invariata, con epidemie ogni 2-4 anni, ed un picco di oltre 40.000 casi notificati, pari ad un incidenza di 65,3 casi per 100.000, nel 2000. Dal 2002 viene osservato il minimo storico di casi notificati (rispettivamente, 5.700 e 1.900 circa, per un incidenza di 9,9 e 3 casi per 100.000). In questi stessi anni, i dati SPES mostrano che l incidenza in età pediatrica è più elevata nei ragazzi più grandi, tra 10 e 14 anni. Le vaccinazioni contro morbillo, rosolia e parotite sono state oggetto di raccomandazioni fin dalla fine degli anni 70, con differenti obiettivi; nuovi nati per morbillo, ragazze in età preadolescente per la rosolia; dai primi 90 vengono utilizzati in Italia, per la vaccinazione di nuovi nati e di bambini più grandi, vaccini combinati contro morbillo, rosolia e parotite (MPR), Nel 1998 la stima nazionale di copertura vaccinale era pari al 56%, con ampie differenze tra Regioni e valori generalmente più elevati al centro-nord rispetto al sud. Nel 1999, la vaccinazione MPR è stata inclusa nel calendario nazionale delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate, con indicazioni per la somministrazione della prima dose tra 12 e 15 mesi, anche contemporaneamente alla terza dose dei vaccini previsti nel primo anno di vita. Contemporaneamente, è stata raccomandata la vaccinazione dei bambini più grandi ancora suscettibili, e l introduzione di una seconda dose all età di 5-6 anni o a 11-12 anni, limitatamente alle Regioni in cui la copertura vaccinale entro i 2 anni ha raggiunto l 80%. La vaccinazione selettiva delle adolescenti contro la rosolia continua ad essere raccomandata finché non siano raggiunti livelli elevati di copertura MPR nella prima infanzia. Con la Circolare n. 12 del 13 luglio 1999 sono state in questo modo recepite le indicazioni fornite dal Piano Nazionale Vaccini 1999-2000, che individuava la prevenzione del morbillo (e della roso-

6866 N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 Parte I lia congenita) come la principale priorità nel campo delle malattie prevenibili con vaccino. Nel 2002, la copertura vaccinale nazionale è aumentata del 47% rispetto al 98, raggiungendo l 81,3% (dati routinari); inoltre, il divario tra aree geografiche si è notevolmente ridotto grazie all incremento delle coperture vaccinali ottenuto in tutte le Regioni del centro-sud, anche se continuano ad essere osservate notevoli differenze di copertura (range 56,9-92,3). Nonostante questi risultati, la copertura nazionale è ancora assai distante dai valori necessari per interrompere la trasmissione dell infezione (95%). Non sono disponibili dati sull esecuzione della seconda dose, sulle attività di recupero dei non vaccinati e sulla vaccinazione antirosolia delle adolescenti. In accordo con gli obiettivi della Regione Europea dell OMS e del PSN, il Piano Nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita, approvato come Accordo tra Stato, Regioni e Province Autonome il 13 novembre 2003, ha stabilito l obiettivo di eliminare queste malattie entro il 2007. L uso di vaccini MPR consente inoltre il controllo della parotite epidemica, permettendo di ridurre in modo significativo le complicanze dovute a questa malattia. I target di copertura MPR da raggiungere entro il 2007 sono definiti dal Piano Nazionale di eliminazione del Morbillo e della Rosolia Congenita, di cui si ricordano gli obiettivi generali: raggiungere e mantenere nei nuovi nati in ogni Regione italiana una copertura vaccinale del 95% per una dose di MPR, con coperture medie non inferiori al 90% in ogni distretto; raggiungere e mantenere nei nuovi nati una copertura vaccinale di almeno il 90% per la seconda dose di morbillo da somministrare all età di 5-6 anni, quindi a regime a partire dal 2007; raggiungere una copertura vaccinale del 95% per almeno una dose di MPR nei soggetti tra 3 e 15 anni di età, in ogni Regione italiana, utilizzando tutte le occasioni opportune e la campagna straordinaria già in atto; sono inoltre previsti obiettivi di copertura vaccinale per rosolia rivolti alle donne in età fertile. 8 - Influenza Alla base della epidemiologia dell'influenza vi è la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a variare, cioè ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono loro di aggirare la barriera costituita dalla immunità presente nella popolazione con esperienza pregressa di infezione. Per questo motivo, l aspetto più saliente dell influenza sono le epidemie stagionali che nel giro di poche settimane provocano milioni di casi. I dati forniti dal sistema di sorveglianza dell influenza INFLUNET indicano che nella stagione 2003-04 la massima incidenza settimanale di sindrome influenzale è stata di 4 casi per 1000 abitanti, con un massimo tra i bambini di età 0-4 anni, in cui il tasso di incidenza è stato pari a 14 casi per 1000. La classe di età oltre i 65 anni invece ha presentato il tasso di incidenza inferiore. Le caratteristiche dei virus influenzali fanno sì che possano emergere nuovi ceppi in grado di provocare pandemie. La prevenzione vaccinale deve quindi tenere conto non solo delle vaccinazioni stagionali ma anche delle necessità di aumentata domanda di un vaccino in occasione di pandemia. Dato che le conseguenze delle infezioni da virus dell influenza sono più gravi negli anziani, il vaccino in Italia, come in altri Paesi, è raccomandato per i soggetti di età superiore ai 65 anni, oltre che per le persone di tutte le età con patologie di base. I dati di copertura vaccinale forniti dalle Regioni e Province Autonome indicano, per la campagna 2002-2003, un valore di circa il 60% per la popolazione di oltre i 64 anni di età con ampie variazioni tra Regioni. Attualmente non esiste nel nostro paese la raccomandazione per la vaccinazione dei bambini, se non in quanto appartenenti a particolari categorie a rischio. Il programma di vaccinazione contro l influenza è attualmente mirato alla prevenzione

Parte I N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 6867 non delle infezioni, ma delle conseguenze cliniche di queste. Numerosi studi hanno infatti dimostrato che la vaccinazione annuale dei soggetti oltre i 64 anni di età è associata con una riduzione della mortalità totale e per specifiche cause. Le raccomandazioni formulate dal Ministero della Salute per la Campagna 2004-2005, identificano le seguenti categorie a rischio, cui la vaccinazione va offerta attivamente e gratuitamente: soggetti di età pari o superiore a 65 anni; soggetti in età infantile ed adulta affetti da: a) malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa la malattia asmatica), circolatorio, uropoietico ovvero altre severe condizioni patologiche che aumentino il rischio di complicanze b) malattie degli organi emopoietici c) diabete ed altre malattie dismetaboliche d) sindromi da malassorbimento intestinale e) fibrosi cistica f) malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, inclusa l infezione da HIV g) patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici bambini reumatici soggetti a ripetuti episodi di patologia disreattiva che richiede prolungata somministrazione di acido acetilsalicilico e a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale; personale sanitario di assistenza; contatti familiari di soggetti ad alto rischio; soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo; personale che, per motivi occupazionali, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali. L obiettivo di copertura è fissato all 80% per i soggetti oltre i 64 anni di età e al 100% dei soggetti a rischio. Allo stato attuale non si ritiene di dover offrire la vaccinazione a tutta la popolazione infantile sana. 9 - Malattia invasiva da Pneumococco L incidenza sia di infezione invasiva (meningite, polmonite batteriemica e sepsi batterica) sia delle forme non invasive (polmonite non batteriemica, otite media, sinusite, ) è più elevata, oltre che nei primi anni di vita, nella popolazione anziana. In questa classe di età l incidenza di malattia invasiva da pneumococco osservata in diversi Paesi europei ed in Australia è compresa tra 27 e 62 casi/100.000. Gruppi a rischio sono, inoltre, i pazienti cardiopatici, con malattie croniche respiratorie, infezione da HIV, anemia a cellule falciformi e soggetti con asplenia anatomica o funzionale. Lo Streptococcus pneumoniae (Sp) è un batterio molto diffuso nella popolazione; il suo serbatoio naturale è l uomo. Nella maggior parte dei casi lo streptococco colonizza la mucosa delle prime vie aeree senza determinare alcun sintomo. Dal rinofaringe può diffondere localmente e causare sinusite, otite media (è la causa più frequente di questa malattia nel mondo) e raggiungere anche i polmoni causando polmonite. Inoltre, per cause non ancora ben conosciute, alcuni sierotipi del batterio possono causare forme invasive con batteriemia e meningite. In Europa l incidenza di malattie invasive da pneumococco è di circa 8-25 casi per 100.000 abitanti. I dati più completi disponibili in Italia riguardano le meningiti, raccolti attraverso un sistema di sorveglianza passivo condotto in collaborazione tra Ministero della Salute ed Istituto Superiore di Sanità, e coordinato da quest ultimo. Il patogeno più frequentemente identificato da casi di sindrome invasiva meningitica, nel periodo tra il 1994 ed il 2003, è sempre stato lo Sp (32% dei casi), seguito da Neisseria meningitidis (29%) e da Haemophilus influenzae tipo b (18%): in particolare, Sp è risultato responsabile di quasi il 24% delle forme nel 1994, con percentuali in crescita fino a più del 40% nel 2003.

6868 N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 Parte I Nel 2002 l Istituto Superiore di Sanità ha avviato un programma pilota di sorveglianza attiva delle patologie invasive in due Regioni (Piemonte e Puglia). I risultati hanno mostrato come, con un ragionevole e metodico ricorso all approfondimento diagnostico mediante emocolture, l incidenza stimata raggiungesse un incidenza di 11,3/100.000 bambini nei primi due anni di vita, valore ben superiore a quelli sino allora disponibili. In tutte le esperienze condotte, poi, si è osservato che meno del 10% dei bambini colpiti risulta affetto dalle canoniche condizioni di rischio e che la frequenza delle batteriemie pneumococciche è particolarmente elevata nel primo anno d età. Un ulteriore dato di particolare interesse consiste nel fatto che, soprattutto al di sotto dei 2 anni d età, l 81% dei casi di batteriemia risulta causato da sierotipi contenuti nel vaccino eptavalente, che conferma così la sua adeguatezza anche alla realtà italiana. Questa informazione era, finora, confermata solo dalla casistica elaborata dalla sorveglianza passiva dell I.S.S. (anni 1997-1999), che dimostrava come l 80% dei ceppi isolati dal liquor di bambini affetti da meningite pneumococcica apparteneva ai sierotipi del vaccino. Programmi attuali di vaccinazione: La Circolare del Ministero della Salute n. 11 del 19-11-2001, raccomandava l offerta gratuita del vaccino ai soggetti di età inferiore a 5 anni, classificati ad alto rischio di contrarre patologia invasiva da Sp: anemia falciforme e talassemia asplenia funzionale e anatomica broncopneumopatie croniche, esclusa l asma condizioni associate a immunodepressione (come trapianto d organo o terapia antineoplastica, compresa la terapia sistemica corticosteroidea ad alte dosi), con esclusione della malattia granulomatosa cronica diabete mellito insufficienza renale e sindrome nefrosica infezione da HIV alcune immunodeficienze congenite malattie cardiovascolari croniche malattie epatiche croniche perdite di liquido cerebrospinale altre malattie che espongano ad elevato rischio di patologia invasiva da pneumococco. Pertanto, la strategia più razionale risulta essere l immunizzazione di tutti i nuovi nati nel corso del I anno di vita. Questo tipo di strategia, oltre ad incidere in maniera rilevante sulla morbosità, potrebbe innescare anche un effetto herd immunity, che acquisterebbe maggiore evidenza man mano che si accumulano le coorti di vaccinati. Nell anziano la vaccinazione antipneumococcica viene offerta a tutti i soggetti di età uguale o superiore a 65 anni e a tutti i soggetti ad alto rischio: Asplenia e severe disfunzioni spleniche Malattie renali croniche Immunodeficienza e immunosoppressione Cardiopatie croniche Malattia polmonare cronica Diabete Malattie epatiche croniche Obiettivi di salute: Obiettivo di copertura è il 90% nei soggetti per i primi due anni di vita e l 80% nei soggetti di età uguale o superiore a 65 anni e tutti gli altri soggetti ad alto rischio. Azioni da intraprendere Offerta attiva e gratuita della vaccinazione con vaccino eptavalente a tutti i bambini nel primo anno di vita in concomitanza con le altre vaccinazioni previste dal calendario nella stessa scheda. Per i soggetti di età uguale o superiore a 65 anni, nonché per soggetti di altre fasce di età ad alto rischio di contrarre patologie invasive da Sp. continua l offerta attiva di vaccino antipneumococcico ventitre-valente al fine di incrementare le coperture attualmente raggiunte.

Parte I N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 6869 10 Malattia invasiva da Meningococco I meningococchi sono frequenti colonizzatori asintomatici della gola e del naso, ma sono anche causa di malattia severa in tutto il Mondo. L OMS calcola che ogni anno si verifichino nel mondo circa 300.000 casi che causano 30.000 decessi. Negli Stati Uniti si verificano annualmente circa 3.000 casi e nell Europa occidentale circa 7.700 casi. In Italia, i meningococchi rappresentano una delle cause più frequenti di meningite batterica; il numero medio di casi notificati all anno è di circa 200, un quarto di tutte le meningiti batteriche notificate. La distribuzione dei casi per età vede una concentrazione di casi nei primi anni di vita (0-4 anni) e nei giovani fra i 15 e 24 anni. I meningococchi che hanno come ospite unicamente l uomo sono classificati in 5 gruppi sierologici A, B, C, W135 e Y. Il gruppo B è la più importante causa di malattia endemica nei Paesi sviluppati. La sua frequenza percentuale ed il rapporto con il gruppo C oscilla, peraltro, notevolmente (dall 80% al 40%) nelle diverse nazioni ed in differenti periodi. Il gruppo C, come già è stato anticipato, rappresenta l altra importante causa di patologia meningococcica nei Paesi sviluppati. Il ruolo di questo gruppo come causa di malattia risulta in aumento nell ultimo decennio nei Paesi europei. In particolare, va segnalato il caso dell Inghilterra ove la malattia si è associata anche ad un elevato tasso di mortalità dell Olanda e del Belgio. Anche in Italia, negli ultimi due anni, si è osservato un aumento della frequenza di meningococco di tipo C come causa di meningite. Attualmente si dispone di due tipi di vaccino antimeningococcio; i vaccini polisaccaridici contenenti polisaccaridi capsulari di gruppo A, C, W135 e Y ed il vaccino meningococco C- coniugato contenente il polisaccaride di gruppo C coniugato con carrier proteico (tossoide difterico o tetanico). Purtroppo non è disponibile un vaccino contro la N. meningitidis di gruppo B. Il vaccino C-coniugato suscita la comparsa di anticorpi protettivi nell 80-85% dei bambini di età compresa fra i 3 mesi ed i 5 anni e del 92% degli adulti. Determina un ottima memoria immunologia documentata dalla persistenza di un titolo anticorpale elevato dopo i 4 anni che si impenna di 100 volte dopo una dose di richiamo. Il vaccino C-coniugato ha dimostrazione di efficacia del 92,5% nei bambini fino ad 1 anno, del 90,1% nei bambini da 12 a 36 mesi, del 100% in quelli da 3 a 4 anni e del 95% tra 11 e 17 anni. Obiettivi di salute: Prevenzione della malattia invasiva da meningococco C nella popolazione della fascia di età 0-4 anni. L obiettivo di copertura è il 90% attraverso un unica dose al 12 mese. Azioni da intraprendere: Offerta attiva e gratuita del vaccino coniugato anti meningococco C a tutti i nuovi nati entro il 2 anno di vita e prima dell ingresso in comunità; Offerta gratuita ai soggetti con condizioni di salute che presentano particolare rischio per la meningite meningococcica entro il 1 anno di vita (es. pazienti splenectomizzati, o con malattie con alterazione della cascata del complemento o precocemente ammessi alle comunità infantili, contatti stretti e/o conviventi specialmente se bambini piccoli); Miglioramento della sorveglianza delle malattie prevenibili, in particolare l accertamento etiologico, la tempestività di riscontro e la possibilità di ricorrere al vaccino in presenza di clusters (più di due casi temporalmente e geograficamente associati) di casi da meningococco C. 11 Varicella In Italia la varicella oggi rappresenta la malattia endemo-epidemica più diffusa e, nel periodo 1961-1996, vi è stato un aumento del numero dei casi, probabilmente attribuibile ad una maggiore attenzione da parte dei sanitari verso l obbligo della notifica. La sottonotifica, nel caso specifico della varicella, è stata stimata essere pari a 7,7 di tutti i casi (95% intervallo di confidenza: 7,4-7,9). La morbosità per varicella è stata in media di 77,6 casi per 100.000 abitanti nel decennio 1961-70, di 73,6 nel decennio 1971-80, di 149 in quello 1981-90, per arrivare a 183,9 casi per 100.000 nel decennio appena concluso. La varicella presenta da sempre il massimo di

6870 N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 Parte I incidenza intorno ai 10 anni: infatti, la morbosità nella classe di età 0-14 anni è risultata pari a 296,7 per 100.000 nel periodo 1961-70, a 272,7 nel decennio 1971-80, a 612,3 in quello 1981-90 e a 1013,4 casi per 100.000 nel decennio 1991-2000; nei soggetti di età pari o superiore a 15 anni, negli stessi periodi, la morbosità è stata rispettivamente 6,7, 11,7, 42,5 e 37,3 per 100.000. Tuttavia, a partire dagli anni '70, la percentuale dei casi notificati in persone al di sopra dei 15 anni, è salita progressivamente, passando dal 6,6% del periodo 1961-70 al 17,3% del decennio 1991-2000. E importante notare che nella fascia d età fra 11 e 14 anni la percentuale di sieronegativi è pari a circa il 20%, nella fascia 15-19 anni è pari a circa il 17% e che nella fascia 20-39 anni ancora il 10% dei soggetti risulta sieronegativo. Negli adolescenti ed in particolare negli adulti, la malattia risulta generalmente più severa e la percentuale di casi complicati cresce considerevolmente. In particolare, l eruzione cutanea estesa, talvolta emorragica o accompagnata da polmonite, è negli adulti un problema medico significativo. Indipendentemente dall età, a rischio particolare di sviluppare una malattia grave sono i soggetti immunocompromessi, come quelli affetti da leucemia, linfoma ed altre neoplasie maligne, nonché quelli che hanno subito un trapianto d organo o che stanno assumendo dosi elevate di steroidi. Infine va ricordato il rapporto fra varicella ed Herpes zoster. Nel corso dell infanzia primaria il VZV migra nei gangli spinali dorsali e nel trigemino dove usualmente rimane latente per tutta la vita. L herpes zoster è conseguenza della riattivazione del virus a distanza anche di molti anni a causa del declinare dell immunità cellulomediata o durante l immunodepressione prodotta da una varietà di cause. A livello nazionale, la vaccinazione contro la varicella è stata finora raccomandata solo per alcune categorie a rischio (Circolare Ministero della Sanità n. 8 del 1992). Obiettivi di salute: Sebbene la varicella abbia alcune caratteristiche che ne permettono l eliminazione, le possibilità di eradicazione sono limitate dal fatto che il virus selvaggio permane nei soggetti infettati, e può riattivarsi dando luogo, a distanza anche di molto tempo, a manifestazioni cliniche contagiose (Herpes zoster). Pertanto, l obiettivo primario è il raggiungimento di tutti i suscettibili al 12 anno di vita; il 100% dei bambini a rischio. A partire dalla disponibilità del vaccino combinato Morbillo Parotite Rosolia e Varicella l 80% di copertura dei nuovi nati. Azioni da intraprendere: Garantire la vaccinazione delle persone a rischio; Offrire attivamente la vaccinazione agli adolescenti anamnesticamente negativi per varicella; Valutare la fattibilità del raggiungimento di coperture elevate nella prima infanzia. 12 - Epatite A L incidenza annua di Epatite A in Italia è di circa 3 per 100.000. Tale incidenza è maggiore al Sud in particolare in Puglia e in Campania si susseguono con regolarità ciclica manifestazioni epidemiche su una costante situazione di endemia di livello intermedio. La Regione Basilicata, pur confinando con la Puglia e la Campania presenta una incidenza annua sovrapponibile a quella nazionale. Attualmente nella regione Basilicata è prevista la vaccinazione antiepatite A nei viaggiatori che si recano nei paesi ad alta endemia. Azioni da intraprendere: Allo stato attuale va garantita l offerta della vaccinazione ai viaggiatori che si recano nelle aree endemiche. Per eventuali mutamenti nella situazione epidemiologica locale potranno essere studiate eventuali differenti strategie. In considerazione di quanto esposto, si adotta per la regione Basilicata il seguente calendario vaccinale in sostituzione di quello attualmente in vigore.

Parte I N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 6871 La Regione Basilicata al fine di rendere omogenei gli interventi di politica vaccinale su tutto il territorio regionale, di rendere confrontabili i dati tra le varie Aziende Sanitarie e di valutare costi e benefici degli interventi attuati, richiamate la deliberazione del Consiglio Regionale n. 478 del 30/12/1996 che individua nelle vaccinazioni l aspetto fondamentale del settore della prevenzione e la deliberazione della Giunta Regionale n. 1845 del 28/3/97 Obblighi delle Aziende Sanitarie in materia di vaccinazioni, ha istituito presso il Dipartimento Sicurezza e Solidarietà Sociale il Comitato Tecnico Scientifico delle Politiche Vaccinali, con delibera n. 584 del 2/4/03, così composto: Un Dirigente del Dipartimento Sicurezza e Solidarietà Sociale incaricato con funzioni di Presidenza; Un Amministrativo con funzioni di Segreteria; Un referente Medico dell area o servizio competente del Dipartimento Prevenzione, per ogni Azienda Sanitaria; Un Medico di Medicina Generale e un Medico Pediatra designati quali referenti delle rispettive società scientifiche italiane; Un Medico di Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento Sicurezza e Solidarietà Sociale.

6872 N. 74 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA - 7-10-2004 Parte I Le funzioni e i compiti del suddetto Comitato sono di seguito elencati: aggiornamento del calendario vaccinale; introduzione di nuove vaccinazioni e di nuove formulazioni di vaccini; adeguamento alle Direttive Ministeriali; verifiche della copertura vaccinale e della qualità dei vaccini; proposte per le procedure di accreditamento e verifica di qualità per i servizi vaccinali. Al fine di meglio supportare e rendere operative a livello locale le direttive di politica vaccinale stabilite dalla Regione Basilicata, si ritiene opportuno che ogni Azienda Sanitaria istituisca un Comitato Tecnico Scientifico per le vaccinazioni (C.T.). Ogni CT aziendale deve essere composto almeno da: Il referente della ASL presso il Comitato Tecnico Scientifico regionale per le politiche vaccinali con funzione di coordinatore; Un pediatra di libera scelta; Un medico di medicina generale; Un infermiere o assistente sanitario operante nei servizi vaccinali. Compiti del CT aziendale sono: attuazione delle politiche vaccinali regionali a livello locale, garantendo la massima uniformità su tutto il territorio; sorveglianza sui livelli programmati di copertura vaccinale per le vaccinazioni obbligatorie e raccomandate anche in occasione di campagne straordinarie anche in relazione all introduzione di nuove vaccinazioni; pianificazione di un valido sistema informatico di anagrafe aziendale vaccinale; sorveglianza sulle reazioni avverse ai vaccini e verifica del flusso dati in collaborazione con il referente aziendale della Farmacovigilanza. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 27 settembre 2004, n. 2152. L.R. 12 gennaio 2000 n. 1, art. 3 - Iscrizione al Registro delle Organizzazioni di Volontariato della Associazione Cittadini Solidali di Matera. LA GIUNTA REGIONALE (omissis) DELIBERA 1) Di iscrivere, per i motivi riportati in premessa ed ai sensi degli artt. 2 e 3 della L.R. 1/2000, l associazione Cittadini Solidali Via Ridola, 22 di Matera nel settore Sociale del Registro Regionale delle Organizzazioni di Volontariato; 2) Di pubblicare il presente atto sul BUR della Regione Basilicata. Tutti gli atti ai quali si è fatto riferimento nella premessa e nel testo della presente delibera sono depositati presso la Struttura del Dipartimento proponente che ne curerà la conservazione nei modi di legge. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 27 settembre 2004, n. 2153. L.R. 12 gennaio 2000 n. 1, art. 3 - Iscrizione al Registro delle Organizzazioni di Volontariato della Associazione Unitre Università della Terza Età di Potenza. LA GIUNTA REGIONALE (omissis) DELIBERA 1) Di iscrivere, per i motivi riportati in premessa ed ai sensi degli artt. 2 e 3 della L.R. 1/2000, l associazione Unitre Università della Terza Età Via Enrico Toti, 123, di Potenza nei settori Sociale e Culturale del Registro Regionale delle Organizzazioni di Volontariato;