BANDO GILS PER GIOVANI RICERCATORI. Validation of autoimmunity to PDGF receptor as a pathogenic mechanism in scleroderma

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BANDO GILS PER GIOVANI RICERCATORI Validation of autoimmunity to PDGF receptor as a pathogenic mechanism in scleroderma Responsabile scientifico: Dr. Gianluca Moroncini Data d inizio del progetto: 13 maggio 2010 2 progress report (5 agosto 2011) Obiettivo 1) Analisi di espressione delle sequenze CDR (complementarity-determining regions) degli autoanticorpi anti-pdgfr nell RNA dei pazienti affetti da sclerodermia e dei controlli. L obiettivo di questa fase del progetto di ricerca è stato quello di ricercare nell RNA di pazienti affetti da sclerosi sistemica e nei controlli la presenza delle sequenze delle regioni variabili delle immunoglobuline dirette contro il recettore del PDGF (PDGFR) identificate nel corso dei nostri precedenti progetti di ricerca. Abbiamo cercato di consolidare i risultati illustrati nel primo progress report secondo due indirizzi sperimentali: a) migliorare la metodica dal punto di vista qualitativo; b) ottenere una misura quantitativa dei trascritti target nell RNA di pazienti e controlli. Al fine di ottimizzare il templato, abbiamo messo a punto una retro trascrizione dell RNA umano specifica per i geni delle immunoglobuline. Abbiamo poi trovato le condizioni sperimentali più idonee per la massima efficienza dei primer VH PAM (descritti nel primo progress report). In questa maniera, abbiamo ottenuto un saggio real-time PCR che consente di discriminare tra pazienti affetti da SSc (caratterizzati da un repertorio immunitario ristretto nella gamma di trascritti immunoglobulinici e qualitativamente diverso dai controlli sani) e controlli, come illustrato nella figura 1. 1

Figura 1. Nel pannello in alto è mostrato il profilo di amplificazione dei geni delle catene pesanti delle immunoglobuline ottenuto dal cdna dei pazienti affetti da SSc. Kp indica il profilo ottenuto dal controllo positivo (cdna estratto dai linfociti B memoria autoreattivi nei confronti del PDGFR autologo, del paziente SSc codificato come PAM). Gli altri grafici contrassegnati da vari colori rappresentano i profili individuali di 7 distinti pazienti affetti da SSc, caratterizzati tutti da un picco principale corrispondente al picco Kp e da un picco minore corrispondente a una temperatura di melting inferiore. Nel pannello in basso è mostrato il profilo di amplificazione dei geni delle catene pesanti delle immunoglobuline ottenuto dal cdna di controlli sani. Anche qui Kp indica il profilo ottenuto dal controllo positivo. I profili individuali di 7 controlli sani equiparabili per sesso ed età ai pazienti SSc sono caratterizzati da vari picchi emergenti a diverse temperature di melting, indicativi della presenza simultanea di molteplici trascritti immunoglobulinici. 2

Attualmente è in corso la validazione di questa metodica in una casistica più ampia (finora abbiamo analizzato 20 pazienti e 20 controlli, con risultati analoghi a quelli riportati in figura 1), che include pazienti affetti da LES, AR e altre connettiviti. Obiettivo 2) Sviluppo di un saggio di legame in fase solida per la rilevazione di autoanticorpi anti-pdgfr nel siero. L obiettivo di questa fase del progetto di ricerca è stato quello di migliorare la sensibilità del saggio immunoenzimatico (ELISA) mirato all identificazione di autoanticorpi anti-pdgfr nel siero, descritto nel primo progress report. Abbiamo utilizzato un nuovo preparato recettoriale, caratterizzato come il precedente da una coda di poli-istidina (HIS), qui di seguito indicato come rhpdgfrα. Il recettore è stato immobilizzato in fase solida a varie concentrazioni ed è stato misurato il binding di un pannello di anticorpi specifici per il PDGFRα e di anticorpi di controllo. In particolare, è stato usato un anticorpo monoclonale commerciale che riconosce un epitopo conformazionale localizzato nella porzione N-terminale del PDGFRα, in corrispondenza del sito di legame con il PDGF. Questo epitopo è essenziale nell induzione della trasduzione di segnale ed è riconosciuto dagli autoanticorpi anti-pdgfrα identificati nel siero dei pazienti sclerodermici. La corretta conformazione tridimensionale del PDGFRα in fase solida è stata valutata anche attraverso un saggio di legame al PDGF, da solo o in competizione con l anticorpo conformazionale sopra citato. Il protocollo applicato è il seguente: - Immobilizzazione del recettore ricombinante in piastre per ELISA da 96 pozzetti ad alta affinità (Nunc Maxisorp) a tre diverse concentrazioni (200 ng/ml, 400 ng/ml, 800 ng/ml), in 100 µl di Buffer Salino (PBS, ph 7.2), per 12-16 h a 4 C; lavaggio dei pozzetti con 200 µl di PBS + 0.05% Tween20 (PBS-T) per tre volte - Blocco dei siti di legame non specifico con 200 µl di PBS-T + 1% latte per 2 h a 37 C; lavaggio dei pozzetti con 200 µl di PBS + 0.05% Tween20 (PBS-T) per tre volte - Incubazione con anticorpi primari specifici e di controllo: a) anticorpo policlonale di coniglio anti-pdgfrα umano (1 µg/ml, Abnova) b) anticorpo policlonale di coniglio anti-jnk umano (1 µg/ml, Santa Cruz) c) anticorpo monoclonale di topo anti-pdgfrα umano (1 µg/ml, mab 1264, R&D) 3

d) anticorpo conformazionale monoclonale di topo anti-pdgfrα umano (1 µg/ml, mab 322, R&D) e) anticorpo di topo anti-tubulina umana (1 µg/ml, Santa Cruz) in 100 µl di PBS per 2 h a 37 C; lavaggio dei pozzetti con 200 µl di PBS + 0.05% Tween20 (PBS-T) per cinque volte; ovvero: a) PDGF-BB (in titolazione a 5 ng/ml, 10 ng/ml, 20 ng/ml) in 100 µl di PBS per 1 h a 37 C; lavaggio dei pozzetti con 200 µl di PBS + 0.05% Tween20 (PBS-T) per cinque volte; b) PDGF-BB (in titolazione a 5 ng/ml, 10 ng/ml, 20 ng/ml) + mab 322 (600 ng/ml) in 100 µl di PBS per 1 h a 37 C; lavaggio dei pozzetti con 200 µl di PBS + 0.05% Tween20 (PBS-T) per cinque volte; - anticorpo policlonale di coniglio anti-pdgf-bb (0.5 µg/ml, Abcam) in 100 µl PBS-T per 1 h a 37 C, lavaggio dei pozzetti con 200 µl PBS-T per cinque volte; - Incubazione con anticorpi secondari marcati con perossidasi: a) anti-rabbit IgG-HRP (1:5000, Santa Cruz) b) anti-mouse IgG-HRP (1:5000, Santa Cruz) in 100 µl PBS-T per 1 h a temperatura ambiente, lavaggio dei pozzetti con 200 µl PBS-T per cinque volte; - Sviluppo della reazione con 100 µl tetrametilbenzidina (TMB, BioFx) per 10 minuti a temperatura ambiente; blocco della reazione con 50 µl di H 2 SO 4 0.5M; - Rilevazione della densità ottica (O.D.) dei singoli pozzetti allo spettrofotometro ad una lunghezza d onda di 450 nm. Il PDGFRα ricombinante si è dimostrato in grado di legare in maniera specifica tutti gli anticorpi anti-pdgfrα testati e di non legare gli anticorpi di controllo dello stesso isotipo (Figura 2). 4

Figura 1 L anticorpo conformazionale anti-pdgfrα (mab 322) si dimostra in grado di legare il recettore con ottima affinità anche a basse concentrazioni di recettore immobilizzato, indicando la sua corretta conformazione. I dati rappresentati sono misurati al netto dell O.D. di ciascun anticorpo sul solo blocking buffer. In base ai risultati ottenuti, si è scelto di utilizzare una concentrazione di 500 ng/ml di rhpdgfrα per il saggio con i sieri umani. Il rhpdgfrα è in grado di legare il suo ligando naturale e tale legame può essere spiazzato dalla contemporanea incubazione del PDGF-BB con un anticorpo bloccante (Figura 3). 5

Figura 2 La capacità del rhpdgfrα di legare il PDGF in maniera dose-dipendente indica che il dominio di legame del PDGF di questo recettore ricombinante è strutturalmente integro e presenta il folding della molecola nativa, e può essere riconosciuto dagli anticorpi conformazionali agonisti identificati nel siero dei pazienti sclerodermici. In seguito, un piccolo pannello di sieri di pazienti sclerodermici e controlli sani è stato testato sul rhpdgfrα immobilizzato con il protocollo descritto. Tuttavia, i risultati hanno mostrato una elevata reattività di alcuni sieri quando testati sul solo blocking buffer contenente latte. Sono quindi stati effettuati alcuni test per ottimizzare il protocollo sopra descritto, modificando i buffer di immobilizzazione e lavaggio ed eliminando la componente proteica (latte) responsabile del segnale non-specifico dei sieri sul blocking buffer. In queste condizioni, l O.D. generata dall anticorpo policlonale anti-pdgfrα (O.D=3.266 ± 0.040) risulta paragonabile a quella ottenuta negli esperimenti di partenza, indicando che la sensibilità del test non ha subito variazioni. Con il protocollo modificato sono stati testati, ad una diluizione di 1:100: - 54 sieri di pazienti con Sclerodermia (SSc) - 86 sieri di soggetti sani (N) - 12 sieri di pazienti con Lupus eritematoso sistemico (LES) - 12 sieri di pazienti con fenomeno di Raynaud primario (Raynaud) - 7 sieri di pazienti con Artrite reumatoide (AR) 6

Tutti i sieri sono stati testati in parallelo sul solo blocking buffer, ma nessuno ha registrato un O.D. significativa. I valori di O.D. media e di deviazione standard sul rhpdgfrα, calcolati per ciascun gruppo di sieri, sono i seguenti: - SSc: 0.416 ± 0.190 - N: 0.156 ± 0.089 - LES: 0.123 ± 0.062 - Raynaud: 0.212 ± 0.085 - AR: 0.221 ± 0.046 Sono risultate statisticamente significative (ANOVA one-way con test di Kruskall-Wallis e comparazione di Dunn, figura 4) le differenze tra le O.D. medie di: - Sieri sclerodermici e sieri normali (p<0.001) - Sieri sclerodermici e sieri LES (p<0.001) - Sieri sclerodermici e sieri Raynaud (p<0.05) Il valore di cut-off di positività verso il rhpdgfrα (O.D.=0.344) è stato calcolato arbitrariamente come il valore di O.D. media del gruppo di sieri di soggetti sani + 2 deviazioni standard. Considerando questo cut-off, risultano positivi per la presenza di anticorpi anti-pdgfrα: - 77.7% dei sieri sclerodermici - 2.3% dei sieri normali - 0% dei sieri LES - 8% dei sieri Raynaud - 0% dei sieri AR 7

1.4 1.2 *** *** * 1.0 0.8 O.D. 0.6 0.4 mean ± 2SD 0.2 0.0 SSc N LES Raynaud AR Figura 4 Le basse percentuali di positività ottenute in tutti i gruppi di controllo paragonate all alta percentuale ottenuta dai sieri sclerodermici risulta molto promettente al fine dell utilizzo di questo saggio come test diagnostico. E in corso la validazione di questo test, con l inserimento di triplicati sperimentali, l ampliamento della casistica di ciascun gruppo di sieri e la costruzione di una curva ROC per la determinazione della potenza del test come saggio diagnostico. 8

Obiettivo 3) Dimostrazione dell attività biologica degli autoanticorpi anti-pdgfr in vivo. L obiettivo di questa fase del progetto di ricerca è stato quello di ottenere topi adulti caratterizzati da espressione di PDGFR umano. Sfortunatamente, questo obiettivo non è stato ancora raggiunto per problemi di tossicità in vivo legati ad un irregolare espressione del transgene (PDGFR umano). Abbiamo dovuto ridisegnare la strategia di espressione del transgene modificando i sistemi di espressione plasmidica a nostra disposizione. Abbiamo messo a punto mediante tecniche di biologia molecolare (DNA ricombinante) un nuovo vettore in cui il gene di nostro interesse è più strettamente controllabile da interruttori molecolari. Attualmente stiamo sottoponendo a screening gli embrioni murini, al fine di identificarne alcuni positivi per il nostro transgene, dunque utilizzabili come progenie per lo sviluppo di topi adulti esprimenti il PDGFR umano. 9