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A.S.D. Progetto AlbatroSS Via Luna e Sole, 70 07100 Sassari Tel. e fax 079 50 42 062 Mail: contatti@progettoalbatross.it www.progettoalbatross.it Progetto di promozione dello sport come strumento di socializzazione e formazione professionale per i detenuti del carcere In Accordo con: ASL Sassari Servizio Sociosanitario Comitato Provinciale Di Sassari

Il progetto Educhiamo Fischiando nasce dall idea di utilizzare lo sport come strumento di inserimento sociale e lavorativo attraverso la sua pratica e la formazione di professionisti del settore. Il progetto è destinato ai detenuti della Casa Circondariale di Alghero e avrà durata di un anno. Il lavoro è fondamentale come mezzo di risocializzazione, oltre ad essere fonte di sostegno lecito, rappresenta un forte punto di partenza per un detenuto o ex-detenuto, che laddove dovesse fallire nella ricerca rischia di trovarsi nella condizione di commettere nuovi reati. Per permettere che questo non accada e per tutelare il diritto al lavoro dei detenuti è necessario il concorso di tante figure professionali nell aiutarlo a predisporre dei percorsi educativi funzionali a tal fine; altrimenti il detenuto da solo, potrebbe rischiare se non dotato di grandi risorse (sociali, familiari ed economiche), di non concludere il tragitto di reinserimento sociale e lavorativo. Non a caso, al momento dell arrivo in carcere vengono valutate le condizioni di salute fisica e psichica dei detenuti. Si fa il punto sul loro livello di formazione e si fa una diagnosi delle loro capacità professionali, permettendo così di assegnare loro un lavoro che corrisponda alle loro caratteristiche. La difficoltà, nel predisporre dei progetti educativi per i detenuti, sta nel riuscire a motivare i destinatari del progetto alla partecipazione e al contempo sviluppare sbocchi professionali spendibili nel mercato. In questo senso lo sport rappresenta un ottima opportunità sia per l interesse che può suscitare sia perché offre la possibilità di acquisire titoli professionali facilmente spendibili nel nostro mercato quali allenatore di tennis, calcio e basket e arbitro di tennis, calcio e basket. Inoltre, un punto di forza di questi corsi è l essere strutturati con lezioni prettamente pratiche e di breve durata, perciò a basso rischio di drop-out. Presupposti teorici Il modello filosofico-psicologico a cui si fa riferimento nell elaborazione del progetto è quello della Logoterapia Frankliana. Questo approccio clinico si colloca nella corrente dell'esistenzialismo, di cui condivide l'importanza dell'autodeterminismo. Non vengono negati i condizionamenti della società e dell'eredità genetica, ma viene sottolineata la capacità dell'uomo di porsi di fronte a tali condizionamenti. Di qui il concetto basilare della logoterapia: la responsabilità, ovvero la capacità di rispondere al significato individuale di quanto ci viene quotidianamente richiesto dalla vita.

La Logoterapia postula l'unicità della persona umana e l'unicità del senso. Ogni uomo è unico e irripetibile, e quindi è chiamato a realizzare un senso unico, che può trovare solo in sé stesso. Il senso (logos) va quindi scoperto individualmente. La ricerca di senso come terapia individuale costituisce la filosofia di base del progetto Educhiamo Fischiando che si prefigge di dare la possibilità a persone socialmente svantaggiate di ricercare e trovare un nuovo e personale significato esistenziale attraverso: La formazione di professionisti allenatori, lavoro che implica l essere promotori di educazione sportiva, fair play, accettazione dei propri limiti e di quelli altrui. la formazione di professionisti arbitri sportivi, lavoro che più di altri comporta l acquisizione di capacità e competenze di autocontrollo, eterocontrollo e la capacità di educarsi e educare al rispetto delle regole. l acquisizione di competenze lavorative nel campo dell istruzione tecnica allo sport, quest aspetto assume un importanza particolare dal momento spenderanno questo titolo al di fuori come tecnici di tennis, basket e calcio. il lavoro di gruppo svolto in classe con lo psicologo e l educatore, orientato verso un modello di cooperative learning e la creazione di un gruppo di mutuo aiuto e sostegno reciproco. Perché un progetto di promozione dello sport? L attività sportiva praticata dal detenuto, all interno di un istituto penitenziario, è un importante elemento del trattamento rieducativo dello stesso e di prevenzione della recidiva, può dare una diversa dimensione allo spazio, in sé ristretto e controllato. L interesse per questo elemento trattamentale si sviluppa su due livelli: Livello soggettivo, per l influenza che lo sport ha per il detenuto stesso; la pratica sportiva oltre a fornire una valida occasione di svago, aggregazione e alternativa all ozio, trasmette valori fondamentali nel processo di crescita personale e sociale del detenuto, come ad esempio il fairplay (gioco corretto), il rispetto delle regole, la partecipazione di tutti ad un obiettivo comune, il lavoro di squadra, l accettazione dei limiti, il saper perdere e la lealtà nei confronti dell avversario. Livello sociale, per il peso che l attività sportiva esercitata in carcere può avere sul rapporto con la comunità esterna, diventando un elemento di comunicazione tra il mondo esterno e il mondo recluso, tra le persone che vivono al di là del muro di cinta e quelle che quel muro lo

fissano con la voglia di viverne al di fuori. Il sogno per il recluso è proprio quello di uscire oltre il muro, anche solo per poco tempo e fare, ad esempio, attività sportiva fuori. Con la riforma penitenziaria del 1975, infatti, il legislatore definisce le attività sportive, indicate nell articolo 15 della legge 354, come elementi di trattamento inteso nella vera sostanza basata sulla qualità dei rapporti umani e l atmosfera relazionale che essi creano. Come richiede il terzo comma dell art. 27 della nostra Costituzione Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato, lo stesso principio è reperibile nell art. 1 del decreto del Presidente della Repubblica del 30 Giugno 2000 n. 230 ( nel cosiddetto regolamento penitenziario ). A livello normativo esistono diversi articoli che garantiscono al detenuto la possibilità di esercitare all interno degli istituti penitenziari delle attività, tra le quali quella sportiva, utili allo sviluppo, all evoluzione e alla crescita della personalità dei detenuti. Può essere facile vedere in questi momenti di partecipazione un elemento forte di socializzazione, d integrazione e di superamento di difficoltà che essi vivono nella realtà penitenziaria. L importanza delle attività in comune emerge dal fatto che l esclusione è una sanzione disciplinare cui consegue il regime di isolamento, o d altra parte può costituire un elemento di valutazione per la concessione delle riduzioni di pena; mentre per i permessi premio e la remissione del debito la loro concessione è condizionata dalla regolarità della condotta, che si considera tale quando i soggetti abbiano manifestato costante senso di responsabilità e correttezza nel comportamento personale. Il carcere toglie la libertà fisica, di movimento, di disponibilità di sé. L attività fisica favorisce: lo scambio ed il confronto reciproco fra la realtà interna e quella esterna al carcere; rende più accettabile la coabitazione in cella; migliora globalmente la salute fisica; riduce il rischio di sviluppare alcune malattie; favorisce l ottimizzazione del comportamento del detenuto, nei confronti di se stesso e verso gli altri soggetti con cui deve convivere. Attraverso lo sport dunque si rieduca il carcerato al rispetto delle regole della società. Partendo dall assunto che chi commette un reato viola una regola, quello che si intende realizzare è educare i corsisti alla comprensione dell importanza delle regole nello sport, così come nella società, insegnando loro a rispettarle e farle rispettare. Il detenuto infatti avrà l opportunità di impegnare il tempo della giornata in nozioni, che gli saranno utili durante e al termine del periodo di detenzione.

Tale percorso formativo è dunque finalizzato a educare i detenuti all attività tecnica del calcio, intesa proprio come attività ludico-motoria, in grado di aiutarli ad accettare meglio la propria condizione attraverso uno sfogo sano e salutare. Quindi come già detto, ha l obiettivo di istruire i suddetti alle regole dello sport, in modo che si rendano conto della necessità di attenersi ad esse, nel rispetto della disciplina sportiva e degli avversari e quindi attenersi anche alle regole della società in cui viviamo. Lo spazio più sottoposto alle regole comunitarie è quello previsto per l ora d aria, quindi anche durante le attività sportive; in questo periodo si nota un conformismo generale nei comportamenti, dove tutti fanno le stesse cose. Alla base di questa uniformità di atteggiamenti stanno proprio le regole comunitarie, diventate vere e proprie norme di rispetto. L attività sportiva può essere vista come uno strumento per contenere l aggressività, problema che appartiene a tutta la società ma che vediamo amplificato in un contesto penitenziario, per il solo fatto della convivenza in spazi ridotti. Lo sport è inoltre un elemento di grande forza ricreativa, che si dimostra un valido mezzo di annullamento delle differenze sociali. Se tutte queste buone ragioni a livello, per così dire psicologico per favorire l attività sportiva all interno di un istituto penitenziario non fossero a sufficienza, basterà pensare alla semplice possibilità di svolgere nei confronti del soggetto una funzione di scarico dalla tensione e inoltre gli effetti benefici che lo sport ha sulla salute, probabilmente rendendo più accettabile la coabitazione in cella. Tutti questi sono strumenti immediati per quei carcerati che vogliano iniziare, che vogliano provare ad allenarsi alla vita. Il progetto qui presentato, tenendo sempre in considerazione le finalità primarie suddette, volge l attenzione al vero grande nemico dei detenuti: la noia. Il loro problema sta nell eccesso di tempo, nel cercare di capire come utilizzare al meglio tutto il tempo che hanno a disposizione. Si tratta, dunque, di colmare questi spazi e tempi, non soltanto per ovviare all ozio del carcere, ma per cercare di dare quelle basi che possono essere utilizzate per il cosiddetto trattamento, per quel processo individualizzato che dovrebbe poi portare al reinserimento sociale.

Soggetti coinvolti nella progettazione Il progetto Educhiamo Fischiando rappresenta un esempio di progettazione integrata in quanto per la sua realizzazione hanno collaborato molte delle figure interessate in considerazione del target dei destinatari. Infatti tra i soggetti coinvolti nella progettazione e realizzazione sono presenti Casa Circondariale di Alghero, Asl, Associazioni Sportive, Enti di Promozione dello Sport e Politiche Sociali. In particolare i soggetti coinvolti sono: Casa Circondariale di Alghero: nella progettazione e realizzazione delle attività. ASL di Sassari: in qualità di Servizio delle Sociosanitario nella progettazione e diffusione del progetto. Comune di Alghero: nella realizzazione delle attività A.S.D. Progetto AlbatroSS: nell ideazione, progettazione e attuazione dell attività formativa e sportiva. CONI Comitato Provinciale di Sassari: nella progettazione e nell attuazione dell attività formativa e sportiva. ENDAS: nella progettazione e nell attuazione dell attività formativa e sportiva. Finalità Le finalità dei conduttori del progetto possono essere riassunte come qui di seguito. Per motivi di chiarezza didattica e metodologica si è scelto di dividere le finalità in politico-territoriali, considerando gli obiettivi che si intendono perseguire su larga scala, e in personali, strettamente legate alle persone frequentanti il progetto. Nel primo gruppo rientrano: accrescimento delle opportunità di lavoro per le persone a rischio di problematiche psicosociali, devianza e disoccupazione; maggiore integrazione del destinatario nel territorio e incremento del senso di appartenenza alla comunità; prevenzione e contrasto del disagio psico-sociale di una popolazione a rischio come quella carceraria; promozione della cultura dello sport sano e corretto nella popolazione carceraria. Nel secondo gruppo rientrano sia le finalità squisitamente psico-educative che quelle più precisamente professionali:

crescita personale attraverso l incremento dell autoefficacia, delle competenze relazionali di gestione di situazioni critiche e dell autonomia; miglioramento della qualità delle relazioni e della comunicazione interpersonale e con le figure di riferimento; crescita culturale e spirituale in un ambiente positivo e sereno; creazione di un gruppo di lavoro improntato sulla didattica del cooperative learning; attivazione di un gruppo di mutuo aiuto e sostegno; formazione di figure professionali valide che ruotino intorno al mondo dello sport sia come arbitri che come allenatori di calcio, basket e tennis. Attività Il training formativo è strutturato in. ore sviluppate in mesi da a. Le ore sono divise in quattro moduli formativi, come illustrato qui di seguito, distribuite in modo variabile a seconda delle fasi del progetto stesso. 1. Orientamento di preparazione delle attività e sportello di consulenza Prima di iniziare con le attività formative e pratiche sarà cura dei conduttori del progetto tenere degli incontri di orientamento e di presentazione dei corsi. Tali incontri avverranno durante i primi due mesi del progetto, avranno cadenza settimanale e durata di 2 ore. Saranno condotti dal personale psico-educativo del progetto. Inoltre verrà attivato uno sportello di consulenza psicologica per la durata di 10 ore complessive. 2. Corso di formazione sul primo soccorso Frequenza di un corso di formazione sul primo soccorso di n 4 ore di durata. Argomenti del corso saranno: sulla rianimazione cardiopolmonare: come ci si comporta nelle situazione di pericolo; attivazione della catena della sopravvivenza; asfissia-arresto cardiaco la rianimazione cardiopolmonare; parte teorico pratica su manichino. 3. Corso di formazione per tecnici ed arbitri Frequenza di uno stage pratico formativo di affiancamento ad un operatore del Progetto AlbatroSS nell istruzione di nuoto a ragazzi disabili, per il consolidamento delle capacità natatorie,

l integrazione dei contenuti teorico-pratici acquisiti durante l intero percorso e formazione di competenze professionali nel lavoro con la disabilità. Della durata complessiva di 26 ore. 3. Tirocinio formativo Sarà cura dei conduttori del progetto in collaborazione con l area educativa organizzare dei tornei degli sport in questione per permettere ai corsisti di mettere in pratica i contenuti appresi. 4. Sostegno psico-educativo In contemporanea all attivazione dei vari corsi di formazione verrà attivato un seminario di sostegno svolto dal personale psico-educativo del progetto. Tale seminario si colloca come approfondimento teorico-pratico ai corsi attivati e al tirocinio formativo. Il seminario si basa sulla metodologia d intervento del Cooperative Learning, insieme di tecniche di conduzione della classe, per le quali i corsisti lavorano in piccoli gruppi per attività di apprendimento. L obiettivo è dunque quello di migliorare l'apprendimento e rafforzare il percorso formativo insegnando ai corsisti a lavorare in modo cooperativo e consentendo contemporaneamente agli stessi di creare un gruppo di mutuo aiuto e sostegno improntato all interdipendenza individuale. Gli incontri del seminario avranno cadenza mensile della durata di 2 ore ciascuno. Inoltre continuerà l attività individuale svolta dallo sportello di consulenza psicologica per la durata di 40 ore complessive.

Le attività svolte seguiranno il seguente calendario di massima: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 ATTIVITA Orientamento preparazione delle attività e sportello di consulenza Corso di formazione sul primo soccorso Corso di formazione per tecnici ed arbitri Tirocinio formativo Sostegno psicoeducativo Destinatari del progetto Il presente training formativo è destinato ai detenuti della Casa Circondariale di Alghero, i vari gruppi di lavoro saranno costituiti da numero massimo 15 destinatari. La fruizione delle attività e delle iniziative è gratuita. Cantierabilità L ideazione del progetto nasce da precedenti esperienze dell A.S.D. Progetto AlbatroSS nella progettazione e attuazione di interventi di recupero rivolti a categorie svantaggiate attraverso lo sport. Interventi finalizzati

al recupero sociale e alla rieducazione rivolti a diversamente abili, adolescenti a rischio di drop-out scolastico e minori coinvolti nel penale. Tali esperienze hanno consolidato nei conduttori e negli operatori del presente progetto la consapevolezza che la pratica sportiva e la formazione di professionisti qualificati nel mondo dello sport offra uno strumento unico in chiave rieducativa e di reinserimento lavorativo. Lo sport infatti offre: educazione al rispetto delle regole, conoscenza delle stesse e motivazione per cui esistono; educazione al rispetto delle capacità altrui, saper distinguere il gesto atletico esaltandolo e reprimendo le manifestazioni di intolleranza e violenza, esaltando invece il fair-play; la capacità di saper leggere la situazione, l ambiente, i dati, la relazione fra le persone, se stessi; strategie di azione, risoluzione dei problemi, autonomia, decisionalità; competenza comunicativa,controllo delle emozioni, competenza sociale.