Contiene un Focus sulle Comunicazioni Obbligatorie 2015 e 1 T. 2016 (fonte: MLPS)
Commercio estero e prezzi all import Maggio: export -0,2% import -1,2%, prezzi all import prodotti industriali +1,0% su aprile 2016 La povertà in Italia Nel 2015 la povertà assoluta coinvolge il 6,1% delle famiglie residenti Indice dei prezzi per le rivalutazioni monetarie Aggiornati gli indici dei prezzi per adeguare affitti, assegni dovuti al coniuge separato, TFR Prezzi al consumo A giugno 2016 indice per l'intera collettività (NIC) +0,1% su maggio e -0,4% in un anno Demografia d impresa Sono 274.489 le imprese nate nel 2014, circa 2mila in meno sul 2013. Tasso di natalità stabile al 7,1% Euro-zone economic outlook Nell Eurozona la crescita del Pil si consolida Bilanci consuntivi comunali e provinciali Nel 2014 cresce il grado di autonomia finanziaria delle amministrazioni comunali e provinciali Spese per consumi delle famiglie La spesa media mensile per famiglia nel 2015 è di 2.499,37 euro, in lieve aumento rispetto al 2014 Nota mensile n. 6/2016 On line la Nota mensile sull andamento dell economia italiana del mese di giugno 2016 Prezzi delle abitazioni Nel I trimestre 2016 prezzi abitazioni -0,4% sul trimestre precedente e 1,2% in un anno
Nel 2015 si stima che le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta siano pari a 1 milione e 582 mila e gli individui a 4 milioni e 598 mila (il numero più alto dal 2005 a oggi). Anche la povertà relativa risulta stabile nel 2015 in termini di famiglie (2 milioni 678 mila, pari al 10,4% delle famiglie residenti dal 10,3% del 2014) mentre aumenta in termini di persone (8 milioni 307 mila, pari al 13,7% delle persone residenti dal 12,9% del 2014).
In Liguria la povertà relativa è in aumento dal 7,8 all 8,5%
Le distanze dei fondamentali dell occupazione italiana rispetto alla media dei paesi OCSE non accennano a diminuire; anzi per quanto riguarda le retribuzioni reali la divaricazione tra salari italiani ed il resto del Mondo continua ad essere sempre più marcata. Si noti l incidenza della disoccupazione di lunga durata che in Italia è quasi doppia rispetto alla media OCSE. http://www.oecd-ilibrary.org/employment/oecd-employment-outlook-2016_empl_outlook-2016-en
Grafico a sx: L'uso di capacità di lettura sul lavoro in Italia è tra i più bassi tra i paesi dell area OCSE, inferiore, anche del livello medio di competenze in ambito ICT. Grafico a dx: L'aumento del 44% del tasso di NEET durante la crisi è stato guidato da tassi di disoccupazione più elevati; più della metà dei NEET in Italia è attualmente inattivo e a rischio di essere lasciati indietro. Come in tutti i paesi OCSE, i giovani poco qualificati sono le persone sono con più probabilità di essere NEET rispetto ai loro coetanei meglio istruiti. Questa vulnerabilità riguarda una quota molto maggiore di giovani in Italia (10%) rispetto alla media dell area OCSE (meno del 6%).
Solo il 6,1% dei contratti è stato attivato nell Industria; quasi il 20% nella P.A. Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Commercio e riparazioni Alberghi e ristoranti Trasporti, comunicazioni, attività finanziarie, etc P.A., Istruzione e Sanità Altri servizi pubblici, sociali e personali Attività svolte da famiglie e convivenze Piemonte 9,2 11,7 5,3 8,1 9,5 20,6 20,9 5,3 9,4 Valle d'aosta 6,5 3,5 7,1 5,8 32,9 7,1 18,4 3,4 15,3 Lombardia 3,1 10,5 6,1 7,6 14,3 25,0 15,5 3,9 13,9 Bolzano 26,9 4,4 3,9 6,4 32,9 7,2 11,0 2,3 5,0 Trento 19,5 4,8 4,0 5,8 29,1 8,8 20,2 2,4 5,4 Veneto 8,6 15,3 4,7 8,5 18,0 14,3 19,3 3,7 7,6 Friuli Venezia Giulia 10,5 13,3 4,5 7,3 12,3 12,8 25,9 4,7 8,7 Liguria 3,4 6,7 6,1 8,7 21,9 18,3 19,9 6,3 8,7 Emilia Romagna 15,6 11,6 4,1 7,2 14,6 13,7 21,3 4,2 7,6 Grafico 5.1 Rapporti Toscana di lavoro attivati per Regione (a) e settore di attività economica (composizione percentuale e valori assoluti). Anno 2015 10,3 13,2 4,5 7,5 19,1 12,1 18,8 5,2 9,3 Umbria 12,7 9,6 5,4 6,7 17,3 11,0 24,3 5,8 7,1 Marche 8,8 16,9 4,7 8,0 15,3 10,1 19,2 5,2 11,8 Lazio 4,1 2,7 3,9 4,6 14,6 15,6 21,0 3,3 30,1 Abruzzo 9,3 10,5 9,4 7,0 16,0 18,7 18,1 2,9 7,9 Molise 23,0 9,1 11,7 6,2 7,9 13,3 20,9 2,2 5,8 Campania 9,2 10,0 9,0 9,0 20,6 15,5 16,1 3,0 7,6 Puglia 44,8 6,9 5,0 7,8 10,0 9,6 9,8 1,2 4,8 Basilicata 38,0 7,3 8,7 6,8 9,2 7,4 16,3 1,3 4,9 Calabria 38,0 3,3 6,4 7,2 10,2 13,4 15,1 2,2 4,0 Sicilia 24,8 5,2 8,4 8,2 15,0 11,1 20,0 1,9 5,5 Sardegna 7,2 4,9 6,9 6,4 19,8 12,9 26,2 9,3 6,3 Totale (b) 14,6 8,6 5,7 7,3 15,4 15,2 18,1 3,6 11,5
In Liguria nel settore degli Alberghi e Ristoranti la quota maggiore di contratti attivati: 21.9% Grafico 5.2 Rapporti di lavoro attivati per Regione. Settori prevalenti (composizioni percentuali). Anno 2015 32,9% 20,9% 29,1% Trento 25,0% 19,3% 32,9% Bolzano 25,9% Alberghi e Ristoranti P.A., Istruzione e Sanità 20,6% 26,2% 21,9% 21,3% 19,1% 19,2% 24,3% 18,7% 23,0% 20,6% 44,8% 30,1% 38,0% 38,0% Trasporti, Comunicazioni, Attività finanziarie, etc Agricoltura Altri servizi 24,8% Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie
Piemonte Valle d'aosta Lombardia Bolzano Trento Veneto Friuli V.G. Liguria Emilia-R. Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna In Liguria nel 2015 attivati il 4,2% di contratti di lavoro in più rispetto al 2014 Grafico 5.3 Variazione percentuale dei rapporti di lavoro attivati per Regione (a) rispetto all anno precedente. Anni 2014, 2015 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0 6,2 7,5 6,1 5,3 5,2 4,8 4,4 4,4 5,3 4,2 3,6 2,5 2,7 1,5 1,9 1,4 1,3 2,4-0,5 0,0-1,0-0,5-1,1-4,6 8,4 4,8 3,0 3,3 3,0 3,8 3,8 4,1 2,3 2,8 3,1 2,1 0,9 1,5-1,4-1,1 1,9 0,4 2014 2015 (a) Si intende la Regione della sede in cui si svolge l'attività lavorativa.
I contratti a tempo indeterminato in Liguria sono stati il 25,5% del totale, 3,7% apprendistato Grafico 5.4 Rapporti di lavoro attivati per tipologia di contratto e Regione (a) (composizione percentuale). Anno 2015 Tempo Indeterminato Tempo Determinato Apprendistato Contratti di Collaborazione Altro (c) Piemonte Valle d'aosta Lombardia Bolzano Trento Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Totale (b) 27,3 16,0 29,2 12,8 11,0 24,7 24,3 25,5 20,9 25,3 23,2 24,1 18,8 24,1 26,5 31,4 13,5 16,7 17,7 20,2 21,7 22,6 57,8 72,4 54,7 80,0 76,3 63,2 63,4 59,5 66,4 62,9 63,0 62,0 67,2 60,0 65,2 60,7 79,1 77,5 71,8 71,5 69,8 65,5 3,0 5,0 6,8 6,3 0,9 4,3 2,2 4,5 9,4 2,22,3 2,8 3,3 4,0 2,6 4,0 2,6 4,3 5,4 5,4 5,3 3,7 3,5 7,8 3,4 3,0 3,1 3,5 6,2 5,2 2,8 3,8 4,9 3,3 6,1 6,8 1,1 4,5 8,3 1,4 8,2 6,3 0,6 6,4 1,2 1,0 5,1 0,6 4,9 1,8 1,9 0,8 1,0 0,7 2,0 4,6 0,63,7 9,2 5,6 5,7 5,4 1,4 0,5 1,7 2,0 (a) Si intende la Regione della sede in cui si svolge l'attività lavorativa (b) Il T otale è comprensivo degli N.d. (c) La tipologia contrattuale "Altro" include: contratto di formazione lavoro (solo P.A.); contratto di inserimento lavorativo; contratto di agenzia a tempo determinato e indeterminato; lavoro autonomo nello spettacolo.
Le cessazioni dei rapporti di lavoro: un analisi del report sulle comunicazioni obbligatorie in Liguria - anno 2015 In calo le cessazioni di rapporti di lavoro: -0,6% (-1193 in valore assoluto) Aumentano le cessazioni richieste dal lavoratore: +9.7% (sono il 18,5% del totale, 36.783 v.a.) Diminuiscono quelle richieste dal datore di lavoro: -4,4% (il 12,5% del totale, 24.853 v.a.) Licenziamenti: -5.6% (19.684 in v.a.) Decadenza servizio, recesso durante il periodo di prova: +8% Cessazione di attività: -11.9% Le cessazioni al termine dei contratti calano del 4,3% (sono il 58,5% del totale, 116.314) Le altre cause (decesso, modifica termine, risoluzione consensuale) aumentano del 9.6% (sono il 10,5% del totale, 20.877 in v.a.) Le durate dei contratti cessati: da 1 a 30 giorni: 25.6% Da 1 a 3 mesi: 15.8% Da 3 a 12 mesi: 35.9% Oltre i 12 mesi: 22.7% Durate medie contratti cessati in % sul totale 23% 36% 25% 16% Fino ad un mese 1-3 mesi 3-12 mesi oltre 1 anno
1 trimestre 2016 in Liguria: attivazioni contratti -15%, cessazioni -20.1%