Scenari Globali, prospettive di impresa - Assemblea e Ceo Conference di Centromarca - I consumi in Italia Pietro Modiano Presidente - Nomisma Milano, Palazzo Clerici 15/06/2011
Bassa crescita: derivante da performance di chi sta sul mercato globale? Tesi alimentata da dinamica quota in volume (incertezze statistiche). Quota in valore più attendibile; tiene quella rispetto ai paesi industriali, esclude erosione da Cina ed emergenti Importanza produttività; incidenza domanda interna su dinamiche economiche
La situazione dei consumi nell area euro: Italia più lenta di tutti, nel I 2011, ancora 1% sotto i livelli medi pre-recessione; ciò avviene nonostante...
... la discesa del risparmio italiano: eravamo formiche, siamo ora cicale? - tendenze strutturali, calo dal 30% degli anni 70, invecchiamento + effetti-coorte: 40enni di oggi meno propensi a risparmiare di quelli degli anni 70 - tendenze congiunturali, specificità degli ultimi anni: la flessione porta il risparmio italiano sotto i livelli di Francia e Germania
PIL italiano (apparentemente) sostenuto dai consumi Con il tasso di risparmio stabile, il PIL 2010 sarebbe stato più basso di 1,8 punti percentuali
Cosa c è dietro la riduzione del tasso di risparmio? 3 anni di contrazione del potere d acquisto e forse non è finita - Nel 2008-2009, calo potere d acquisto per contrazione redditi; nel 2010 per accelerazione inflazione che mangia i redditi, possibile che avvenga anche nel 2011 - Consumi scesi meno del potere d acquisto nel 2008 e 2009; saliti nel 2010 - Spese non comprimibili tra cui quelle per l acquisto di servizi dei settori protetti: erodono reddito reale e risparmi, danneggiano i settori concorrenziali
Percezione della situazione finanziaria personale, dopo essere scesa nella recessione ai minimi dalla crisi del 1992-93, stenta a recuperare; al contempo, si è abbassata strutturalmente negli ultimi otto anni la valutazione dei consumatori sulla propria capacità di risparmiare
Indagine Nomisma (giugno 2011) su risparmio e finanza immobiliare mostra che l incapacità di accantonare denaro ha riguardato di più Gli individui delle classi centrali di età (più popolate di persone che lavorano) Tra i lavoratori autonomi, gli artigiani e commercianti; tra i dipendenti, gli operai Gli appartenenti alle classi di reddito relativamente più basse I residenti nel meridione Coloro con più basso grado di istruzione Con nucleo familiare numeroso Che hanno spese fisse per il godimento dell abitazione (mutuo o affitto) Quindi la riduzione del risparmio ha interessato soprattutto le famiglie meno abbienti, colpite dall onda lunga della crisi nel mercato del lavoro Sono famiglie caratterizzate da una maggiore incidenza nei loro consumi delle spese in beni e servizi necessari (poco comprimibili)
Qualche cambiamento nel debito: stock più basso che nei partner, ma è cresciuto negli ultimi anni; credito al consumo e altri prestiti allineati alla Germania, superiori alla Francia
Caduta dei durevoli (con gobba 2009 per incentivi); non durevoli in flessione nella crisi, recuperano marginalmente nella ripresa; servizi tengono
E la prospettiva? Stasi interna e competizione: l asticella della sostenibilità aziendale si è alzata Quadro interno tendenzialmente ancora stagnante 2011: redditi frenati da debole mercato del lavoro e aggiustamento fiscale (salari pubblici congelati fino al 2013); inflazione erode retribuzioni Nel medio periodo: manovra del 2,3% del PIL, 40 mld. di euro nel 2013-14 (oltre ai 5 mld. per manutenzione 2011-12); inciderà su stipendi e acquisti della PA Tendenze strutturali al calo del peso di alimentari e semidurevoli per invecchiamento e cambiamento tipologie familiari (meno figli, più single) Ruolo immigrati, potenzialmente a più alta propensione al consumo, ma i loro redditi alimentano soprattutto rimesse (consumi) all estero Quadro estero continua a fornire stimoli, ma attiva anche tensioni Paesi emergenti: consumatori in rapido arricchimento e che si avvicinano ai gusti occidentali, maggiore domanda di qualità nei beni di consumo Ma anche spinte sul lato materie prime (derrate agricole e energia), pressione sui costi di produzione e i margini per le imprese italiane