Pediatric Allergy and Immunology December : DOI: /pai.12007

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Association of pertussis and measles infections and immunizations with asthma and allergic sensitization in ISAAC Phase Two Authors: Gabriele Nagel, Gudrun Weinmayr, Carsten Flohr, Andrea Kleiner, David P. Strachan, ISAAC Phase Two Study Group Pediatric Allergy and Immunology December 2012-23:736 745 DOI: 10.1111/pai.12007 Abstract translated in ITALIANO by: CAMILLA CELANI, Arianna Dondi Title : Associazione delle infezioni da pertosse e morbillo e delle immunizzazioni con l asma e la sensibilizzazione allergica nella Fase Due dell ISAAC Introduzione: Le infezioni da pertosse e morbillo così come le vaccinazioni sono state sospettate come possibili fattori in grado di mediare lo sviluppo delle patologie allergiche nei bambini. Metodi: Tra il 1995 e il 2005 sono stati effettuati studi trasversali in 29 centri e in 21 paesi. Questionari rivolti ai genitori sono stati utilizzati per raccogliere informazioni sulle patologie allergiche sull esposizione ambientale. Abbiamo analizzato i dati di 54.943 bambini in età scolare tra 8 e 12 anni selezionati in maniera casuale. Un sottogruppo di 31.759 bambini è stato inoltre sottoposto a skin prick test (SPT) per i comuni allergeni ambientali. Gli odds ratio sono stati calcolati tramite modelli random per la meta- analisi. Risultati: Le vaccinazioni da pertosse e morbillo non sono state associate in maniera significativa con gli outcome di allergia o con la positività agli SPT. Invece, l infezione da pertosse è stata associata con il respiro sibilante (OR ad 1.68; 95% CI 1.44-1.97) e con la rinocongiuntivite (OR ad 1.63; 95% 1.33-2.00). L infezione da pertosse è stata inoltre significativamente associata con una più elevata prevalenza di eczema riferito nell anno precedente nei paesi non ad alto tenore di vita. L infezione da morbillo è stata associata con una più elevata prevalenza di respiro sibilante (OR ad 1.26; 95% 1.10-1.43) e di eczema riferito (OR ad 1.22; 95% 1.08-1.39). Non è stata trovata alcuna associazione con la positività agli SPT, suggerendo che è improbabile che queste associazioni siano mediate da una componente allergica. Conclusioni: Associazioni tra le infezioni da pertosse e morbillo ed i sintomi di asma, rinocongiuntivite ed eczema sono state riscontrate sia nei paesi con alto tenore di vita sia in quelli con basso tenore di vita ed è improbabile che siano mediate da un meccanismo di tipo IgE.

Bronchial allergen challenges in children safety and predictors Authors: Johannes Schulze, Wanda Reinmüller, Eva Herrmann, Martin Rosewich, Markus A. Rose and Stefan Zielen Pediatr Allergy Immunol 2013: 24: 19 27. DOI: 10.1111/pai.12031 Abstract translated in ITALIAN by: MARIAPALMA CARBONE, Mariangela Bosoni Title: Provocazione bronchiale con allergene nei bambini sicurezza e fattori predittori Introduzione: Nell asma allergico la diagnosi di allergia agli acari della polvere è basata soprattutto sull anamnesi e sui test allergologici quali gli skin prick test (SPT) e le IgE specifiche. Sono stati analizzati retrospettivamente i dati di 350 test di provocazione bronchiale con acari della polvere e li abbiamo correlati con i seguenti parametri: IgE specifiche, iperreattività bronchiale al test con metacolina e ossido nitrico esalato (FeNO). Metodi: Sono stati inclusi nello studio circa 350 pazienti (5-18 anni) con asma allergico e SPT positivi per acari della polvere. Per definire sensibilità e specificità del metodo di predizione della risposta asmatica precoce è stata creata una curva ROC. L accuratezza è stata misurata calcolando l area sotto la curva (AUC). Per prevedere la probabilità individuale di avere un test di provocazione positivo è stato utilizzato un modello di regressione logistica. I risultati del modello di regressione sono stati validati in un gruppo prospettico di 75 pazienti. Risultati: I seguenti valori di cut- off hanno mostrato la migliore combinazione di sensibilità e specificità: valori di IgE specifiche per Dermatophagoides farinae di 19.6 KU/l (AUC, 0.88), PD 20 FEV 1 a 0.13 mg di metacolina (AUC, 0.73) e valori di FeNO di 20.1 ppb (AUC 0.71). La seguente equazione ha predetto la probabilità individuale di avere un test di provocazione positivo sia nel gruppo retrospettivo sia in quello prospettico: p = 1. [1 + exp[- (- 1.78 + 2.46.10 log D. far - 1.25.10 log- PD 20 metha)]] - 1, (AUC = 0.88). Conclusioni: I valori di IgE specifiche e del test con metacolina da usare come fattori predittivi sono stati confermati in un ampio numero di pazienti. Abbiamo inoltre dimostrato, per la prima volta, che il FeNO è in grado di predire una risposta asmatica precoce. Il modello di regressione logistica è ripetibile con una buona accuratezza.

Drug provocation tests in the diagnosis of hypersensitivity reactions to non- steroidal anti- inflammatory drugs in children Authors: Maria A. Zambonino, Maria J. Torres, Candelaria Muñoz, Gloria Requena, Cristobalina Mayorga, Teresa Posadas, Antonio Urda, Miguel Blanca and Jose L. Corzo Pediatr Allergy Immunol 2013: 24: 151 159. DOI: 10.1111/pai.12039 Abstract translated in ITALIANO by: MARIAPALMA CARBONE, Arianna Dondi Title : I test di provocazione farmacologica nella diagnosi delle reazioni di ipersensibilità ai farmaci antinfiammatori non steroidei nei bambini. Introduzione: Le reazioni di ipersensibilità ai farmaci anti- infiammatori non steroidei (FANS) sono le reazioni a farmaci più frequentemente riportate. Esse possono essere indotte da meccanismi farmacologici (inibizione delle cicloossigenasi), in pazienti classificati come cross- intolleranti (CI), o da meccanismi immunologici specifici, IgE o cellule T mediati, in pazienti che reagiscono selettivamente (RS). Obiettivi: analizzare un ampio gruppo di bambini con una storia di ipersensibilità ai FANS diagnosticata mediante un test di provocazione farmacologica (TPF). Metodi: Un gruppo di 63 bambini con una storia di ipersensibilità ai FANS è stato valutato mediante TPF. I bambini sono stati classificati come CI o RS in base alla loro risposta al TPF con acido acetilsalicilico (ASA). Lo stato atopico è stato valutato inoltre con i prick test e con il dosaggio delle IgE totali nel siero. Risultati: Utilizzando il TPF, abbiamo accertato la presenza di ipersensibilità nel 68,2%; il 58,1% è stato classificato come CI e il 41,9% come RS. Dei 119 TPF eseguiti, 73 sono risultati positivi (il 53,4% per l'ibuprofene, il 37% per ASA, l 8,2% per metamizolo e il 14% per paracetamolo); l angioedema si è manifestato nell 86,3% dei casi. Tutti i CI hanno tollerato la somministrazione di paracetamolo. Un numero significativo di bambini CI erano atopici rispetto ai bambini RS e ai controlli non- allergici. Conclusioni: In questi bambini, la CI ai FANS è stata la reazione di ipersensibilità più frequente. L'ibuprofene è stato il farmaco più spesso coinvolto, l angioedema la manifestazione più comune e spesso associata all atopia. Il TPF si è dimostrato un approccio sicuro per la diagnosi in questi pazienti.

Prednisolone reduces recurrent wheezing after first rhinovirus wheeze: a 7- year follow- up Authors: Minna Lukkarinen, Heikki Lukkarinen, Pasi Lehtinen, Tytti Vuorinen, Olli Ruuskanen and Tuomas Jartti Pediatr Allergy Immunol 2013: 24: 237 243. DOI: 10.1111/pai.12046 Abstract translated in ITALIANO by: ANNA RUGIANO, Elisabetta Calamelli Title: Il prednisolone riduce il wheezing ricorrente dopo il primo episodio di respiro sibilante da rhinovirus: follow- up di 7 anni Introduzione: Per meglio comprendere il ruolo degli episodi di respiro sibilante associati a infezione da rhinovirus umano come fattore di rischio per lo sviluppo di wheezing ricorrente durante l'infanzia, è stata seguita una coorte di bambini piccoli dal loro primo episodio di wheezing fino all'età scolare. Metodi: Tutti i 111 bambini ospedalizzati per wheezing (età media 12 mesi) hanno inizialmente partecipato a uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, a gruppi paralleli sulla efficacia della terapia con prednisolone orale. In questi 7 anni di follow- up, sono stati analizzati i fattori di rischio per il wheezing ricorrente; quindi, è stata valutata post- hoc l'efficacia della terapia con prednisolone in tutta la popolazione e nei sottogruppi pre- specificati. Il principale outcome era la comparsa del wheezing ricorrente. Risultati: Il rilevamento di infezione da rhinovirus è risultato il più forte fattore di rischio indipendente per wheezing ricorrente (hazard ratio 3.54; intervallo di confidenza 95% 1.51-8.30), seguito da sensibilizzazione (3.47; 1.55-8.30, rispettivamente), età <1 anno (2.45; 1.29-4.65) ed eczema (2.33; 1.11-4.90). Nel complesso, il prednisolone non ha prevenuto la comparsa di wheezing ricorrente. Nell analisi del sottogruppo, il prednisolone è stato associato a riduzione del wheezing ricorrente nei bambini con infezione da rhinovirus (0.32; 0.12-0.90, rettificato per sensibilizzazione, giovane età, eziologia virale e asma dei genitori) e / o con eczema (0.27; 0.08-0.87, rettificato rispettivamente). Conclusioni: I nostri dati rafforzano il ruolo del rhinovirus come importante fattore di rischio per lo sviluppo di wheezing ricorrente e asma nei bambini piccoli dopo il primo episodio di respiro sibilante. Sono pertanto legittimati studi prospettici randomizzati sull'efficacia dei corticosteroidi negli episodi precoci di wheezing associato all infezione da rhinovirus.

Allergic contact dermatitis in children: which factors are relevant? (review of the literature) Authors: Flora B. de Waard- van der Spek1, Klaus E. Andersen, Ulf Darsow, Charlotte G. Mortz, David Orton, Margitta Worm, Antonella Muraro, Peter Schmid- Grendelmeier, Ramon Grimalt, Radoslaw Spiewak, Odilija Rudzeviciene, Carsten Flohr, Susanne Halken, Alessandro Fiocchi, Luis M. Borrego, Arnold P. Oranje Pediatr Allergy Immunol 2013: 24: 321 329. DOI 10.1111/pai.12043 Abstract translated in ITALIANO by: ANNA RUGIANO, Elisabetta Calamelli Title: Dermatite allergica da contatto nei bambini: quali sono I fattori rilevanti? (revisione della letteratura) La Dermatite allergica da contatto (DAC) è sempre più frequente in età pediatrica. La sensibilizzazione agli allergeni da contatto può iniziare precocemente nell infanzia. La barriera epidermica svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo della sensibilizzazione e nello scatenamento della DAC. I fattori che possono influenzare l'insorgenza di sensibilizzazione nei bambini sono la dermatite atopica, i difetti della barriera cutanea e il contatto intenso o ripetuto con gli allergeni. L uso di terapie topiche nella DAC è associato a sensibilizzazione cutanea, anche se la prevalenza non è elevata. Data la presenza di apteni nelle scarpe o nei parastinchi, la DAC dovrebbe essere presa in considerazione in caso di eruzioni persistenti del piede o di dermatite ben delimitata a livello della parte inferiore delle gambe. Il polimorfismo clinico della dermatite da contatto da capi di abbigliamento può rendere difficoltosa la diagnosi di dermatite da tessuti. I giocattoli rappresentano un altra potenziale fonte di esposizione ad apteni nei bambini, soprattutto i prodotti cosmetici- giocattolo come profumi, rossetti e ombretti. Gli allergeni da contatto più frequenti nei bambini sono i metalli, i profumi, i conservanti, la neomicina, le sostanze chimiche della gomma e, più recentemente, anche i coloranti. E 'molto importante ricordare che la DAC nei bambini piccoli non è rara, e dovrebbe sempre essere presa in considerazione quando si incontrano bambini con eczema recidivante. I bambini dovrebbero eseguire dei patch- test con gli allergeni che più frequentemente determinano reazioni positive e rilevanti. Il tipo di esposizione agli allergeni è diverso tra i gruppi di età e gli adolescenti possono essere esposti anche ad allergeni occupazionali. Lo scopo di questa revisione è quello di allertare il pediatra e il dermatologo riguardo la frequenza della DAC nei bambini piccoli e di sottolineare l'importanza dell esecuzione dei patch test nel caso di eczema cronico ricorrente o resistente alla terapia.