Obiettivo 33-2010 in collaborazione con MERCATO ITALIANO GRANO TENERO Si registra poca merce nazionale posta sul mercato e anche pochi consumatori all acquisto. Il consumo nazionale rimane ben coperto nel breve periodo e c è poca disponibilità all acquisto per il futuro ai prezzi attuali. La maggior parte della domanda riguarda il prodotto estero di alta qualità sia via camion dall Austria sia di origine americana. L attuale momento di difficoltà sta spingendo diversi molini ad acquistare anche grano di qualità relativamente scarsa purché di basso costo. Nonostante ci siano pochi acquirenti sul pronto, il prezzo del grano foraggero estero è in crescita sia per i rincari del prodotto via camion dal centro Europa sia per gli aumenti per la merce partenza porto. I prezzi del grano nazionale panificabile vanno da 215 a 235 euro/t partenza in funzione della qualità, mentre il grano panificabile francese è offerto a 260 euro/t arrivo via camion; il grano austriaco di qualità (con proteine al 14-15%) è pari a 290 euro/t arrivo. Il grano foraggero è pari a 200-205 euro/t arrivo via camion e 225 euro/t partenza porto. ANDAMENTO dei prezzi nazionali ed esteri del grano tenero (2009) 350,00 325,00 300,00 275,00 Prezzi (euro/t) 250,00 225,00 200,00 175,00 150,00 125,00 100,00 16 giu. 23 giu. 30 giu. 7 lug. 14 lug. 21 lug. 28 lug. 4 ago. 11 ago. 18 ago. 25 ago. 1 set. 8 set. 15 set. 22 set. Ager BO N. Spring Ager BO Classe 1 Ager BO Classe 3 Francese partenza
GRANO DURO In controtendenza con gli altri cereali, il mercato nazionale del grano duro continua nella sua fase di stasi; il consumo è ancora ben coperto e la domanda è scarsa. I prezzi rimangono fra 215 e 225 euro/t partenza. ANDAMENTO dei prezzi nazionali ed esteri del grano duro (2009) 315 295 275 255 235 215 195 175 155 135 16 giu. 23 giu. 30 giu. 7 lug. 14 lug. 21 lug. 28 lug. Prezzi (euro/t) 4 ago. 11 ago. 18 ago 25 ago. 1 set. 8 set. 15 set. 22 set. Ager BO Fino Centro Francese partenza 2 Hard Fob US Ager BO Fino Nord MAIS E SOIA Il mercato nazionale continua nella sua fase di rafforzamento: i prezzi sono in continuo aumento nonostante gli scambi siano abbastanza ridotti soprattutto sul pronto. Il ritardo nella trebbiatura (attualmente siamo a circa il 30% a livello nazionale), gli aumenti di prezzo del prodotto estero e la tensione sui mercati degli altri cereali danno sostegno al mercato soprattutto nelle quotazioni future. Le quotazioni attuali sul pronto sono pari a 200-205 euro/t partenza, mentre per la posizione gennaio-giugno il prezzo è pari a 210-215 euro/t. Il prodotto estero arrivo via camion è offerto per piccoli quantitativi intorno a 210 euro/t per l autunno e 220 euro/t per gennaio-giugno. Il prezzo del mais brasiliano è pari a 215 euro/t partenza Ravenna per Ottobre. Il prezzo del seme di soia nazionale è pari a 260 euro/t partenza al raccolto.
MERCATO ESTERO GRANO TENERO Europa. A raccolto di grano praticamente concluso, in Germania si stima che il 55% della produzione non sia adatto all industria molitoria (l anno scorso la percentuale era pari all 8) e in Romania addirittura l 80% (l anno passato era al 65%). Complessivamente nella Ue solo il 55% (66% l anno scorso) della produzione di grano è panificabile con una disponibilità di grano foraggero di oltre 57 milioni di tonnellate (46 milioni nell anno scorso). Quasi la metà del grano panificabile si trova in Francia, circa 32,7 milioni di tonnellate dei 70 milioni disponibili in Ue, mentre in Germania ci sono 13 milioni di t di grano foraggero rispetto ai 2 milioni dello scorso anno. In questo contesto è normale che la Germania importi grano panificabile ed esporti grano foraggero, mentre per la Francia vale il discorso opposto. La produzione complessiva di grano tenero è comunque stimata nell Ue a 127,2 milioni di t contro i 129,5 milioni di tonnellate dello scorso anno. Le licenze di esportazione concesse dall Ue la scorsa settimana sono state di 0,515 milioni di t, portando il totale di campagna a 4,8 milioni di tonnellate. Le esportazioni della scorsa settimana sono comunque di gran lunga inferiori a quelle della settimana precedente, probabilmente anche per il rafforzamento dell euro sul dollaro. Mondo. Le stime Usda (Dipartimento per l agricoltura statunitense) di settembre confermano per la campagna in corso un ampia disponibilità di grano nel mondo con uno stock finale in aumento di 3 milioni di t rispetto alle stime di agosto. Lo stock di inizio campagna è stato aumentato di 2 milioni di t e il consumo è calato di 3,6 milioni, indicando un quantitativo finale che da 174,76 milioni di tonnellate passa a 177,79 milioni di t (la scorsa campagna era pari a 195,97 milioni e due campagne fa era a 165,07 milioni di t). A questi dati i mercati hanno tuttavia reagito con leggeri rialzi sul Cbot più che altro in simpatia con il mercato del mais. La produzione russa di grano è ora prevista a 41 milioni di t (61,7 milioni nello anno scorso) situazione che conferma il divieto all esportazione attualmente in corso. In Ucraina, Paese dove il raccolto di grano ha avuto minori problemi che in Russia, il governo sta pensando di rallentare le esportazioni attraverso procedure amministrative. GRANO DURO Europa. La produzione comunitaria è stata rivista al rialzo da 8,4 a 8,5 milioni di t grazie al buon raccolto francese (2,46 milioni di t contro 2,09 dello scorso anno) che compensa gli scarsi raccolti in Spagna e Grecia. Il prezzo del duro in Francia continua a essere pari a 220 euro/t partenza Sud-ovest e 238 euro/t Fob Mondo. I prezzi Fob in dolari/t sono pari a 253 dagli Usa e 299 dal Canada.
MAIS E SOIA Europa. Con la trebbiatura appena agli inizi nella maggior parte dei Paesi del centro Europa, la produzione comunitaria è prevista leggermente in calo rispetto a quella dello scorso anno (56 milioni di t contro i 57,3 milioni dell anno passato), mentre il consumo dovrebbe aumentare da 59 a 61,4 milioni di t con l utilizzo zootecnico che dovrebbe aumentare da 45,5 a 46,6 milioni di t per fare fronte anche alla minore disponibilità di grano foraggero dal Mar Nero. In questo contesto le importazioni extra Ue dovrebbero aumentare da 2,7 a 4,4 milioni di t, con l origine brasiliana privilegiata per via della garanzia sul contenuto di ogm. I mercati continuano a essere in tensione, soprattutto per l andamento del mercato del grano. I prezzi stanno rapidamente avvicinandosi ai valori di rimpiazzo del mais brasiliano i cui prezzi costituiscono il tetto per gli attuali aumenti di prezzo del prodotto comunitario. Fonti governative indicano un raccolto in Romania di 9 milioni di tonnellate contro i 7,5 milioni dello scorso anno. In Ungheria il raccolto è previsto aumentare da 7,54 a 7,88 milioni di t per le buone condizioni meteo degli ultimi mesi e dopo le eccessive precipitazioni primaverili. I prezzi hanno raggiunto in Francia i 206 euro/t sul Matif, 206 euro/t Fob Mediterraneo e 214 euro/t Fob Atlantico; in Ungheria il prezzo partenza è 171 euro/t. Mondo. Le stime USDA di settembre hanno corretto al ribasso la produzione Usa da 339,49 a 334,27 milioni di t e lo stock finale nel mondo da 139,20 a 135,56 milioni di t. Lo stock finale di questa campagna è il più basso degli ultimi tre anni e la reazione dei mercati è stata di consistenti aumenti anche per il timore che la produzione Usa possa essere peggiore di quanto finora previsto viste le basse rese del primo mais trebbiato. I prezzi Fob in dollari/t del mais sono pari a 222 dal Brasile e 230 dagli Usa. VARIE IL MERCATO DEI CEREALI NON SPAVENTA LA COMMISSIONE Il livello delle scorte di cereali disponibili sui mercati mondiali al momento è sufficiente per fronteggiare la scarsità dei raccolti in Russia e negli altri Paesi». Parola di Roger Waite, portavoce dell Unione Europea per l agricoltura. Nessun rischio di un nuovo picco dei prezzi, come nel 2007-2008? «La situazione non è assolutamente comparabile con il 2007» afferma Waite a L Informatore Agrario. «In quell anno i raccolti furono eccezionalmente scarsi e le scorte erano particolarmente ridotte. Le informazioni in nostro possesso conclude indicano che quest anno non ci saranno seri problemi in questo senso». Previsioni confortanti La Commissione basa le sue previsioni su un rapporto interno della Direzione generale agricoltura (Dg Agri) con oggetto «La situazione del mercato dei cereali». Quattro i punti fondamentali che il documento mette in evidenza: malgrado la scarsità delle produzioni russa, ucraina e canadese, non si profilano problemi di disponibilità né a livello mondiale, né a livello europeo; la situazione generale è totalmente differente da quella del 2007, vista l abbondanza dei raccolti del 2008 e del 2009. Le riserve inoltre sono ampie, sia a livello mondiale sia europeo; l aumento dei prezzi dall inizio di luglio è stato più rapido di quello fatto registrare nel periodo
2007-2008; tuttavia il livello assoluto dei prezzi è nettamente più basso del picco avuto in quella occasione; secondo le stime della Dg Agri, nel 2010 la produzione di cereali nell Europa a 27 raggiungerà 277 milioni di tonnellate, vale a dire 15 milioni in meno rispetto ai livelli del 2009. Una quota leggermente più bassa alla media delle cinque campagne precedenti, ma comunque nettamente superiore alla debole produzione del 2007, che si attestava a 255 milioni di tonnellate. Secondo le previsioni più recenti del Dipartimento agricoltura degli Stati Uniti (Usda) si legge nella relazione la produzione totale mondiale di cereali nel 2010-2011 sarà di 1.754 milioni di tonnellate, inferiore di 35 milioni alla domanda, che dovrebbe essere di circa 1.789 milioni di tonnellate. Le riserve tuttavia sono «importanti», sottolinea la Dg Agri, e ammontano a 347 milioni di tonnellate. Nella crisi dei prezzi delle materie prime agricole del 2007-2008 la penuria di scorte ha avuto, insieme ad altri fattori, un ruolo importante. In quel frangente, decenni di prezzi declinanti avevano determinato un incremento dei costi per il mantenimento delle riserve, tale da condurre a una loro progressiva riduzione: l acquisto di derrate era più conveniente rispetto ad avere i silos pieni. La velocità degli eventi prese tutti di sorpresa, anche gli Stati nazionali, che si trovarono a fronteggiare una scarsità di materie prime di proporzioni inedite, con riserve limitate. E i prezzi dei cereali schizzarono verso l alto: mais +200%, grano +127%, riso +170%. Secondo l analisi di Dg Agri, oggi la situazione è molto diversa. «Al momento non c è alcun problema di sottoapprovvigionamento del mercato europeo e non c è necessità di vendere le scorte di intervento», si legge nel documento. Un eventualità che la Commissione potrebbe prendere in considerazione nel corso della campagna 2010-2011, ma solo se i dati defi nitivi della produzione di quest anno dovessero dimostrarne la necessità. Intanto arrivano rassicurazioni da Kiev, dal premier ucraino Mykola Azarov: «Nonostante la siccità ha detto non abbiamo in programma limiti all export. Abbiamo parlato con gli operatori commerciali in campo cerealicolo e abbiamo detto loro con onestà quanto possiamo esportare, in modo che possano pianifi care l export senza compromettere la stabilità dei prezzi e le scorte».