La politica pensionistica
Cos è una pensione? In senso lato il concetto di pensione individua quella prestazione pecuniaria vitalizia prevista a fronte dei rischi di vecchiaia e invalidità nonché in relazione al grado di parentela con un assicurato o un pensionato defunto (rischio di premorienza)
Rischi e prestazioni pensionistiche
Le prestazioni per la tutela della premorienza Pensione indiretta: si eroga al coniuge (o in assenza ai parenti più prossimi) nel caso in cui l assicurato muoia prima del ritiro dal lavoro. Pensione di reversibilità: si eroga ai medesimi soggetti nei casi in cui l assicurato muoia dopo il pensionamento.
Le prestazioni per la tutela della invalidità Pensione di invalidità previdenziale (occupaz.): prestazione corrisposta ai lavoratori assicurati a fronte della perdita (parziale o totale) della capacità di lavoro a causa di un evento invalidante. Pensione di invalidità civile (assistenz.): prestazione di natura assistenziale rivolta agli invalidi civili (totali o parziali), ai non vedenti e ai sordomuti che si trovano in stato di bisogno, accertato attraverso la prova dei mezzi.
Le prestazioni per la tutela della vecchiaia 1 Pensione previdenziale di vecchiaia: spetta al lavoratore quando, al superamento di una certa soglia di età (età pensionabile), si ritira dall attività. Il diritto a questo tipo di pensione è condizionato dal versamento di contributi per un periodo minimo (periodo contributivo minimo), variabile nei diversi paesi. Tale prestazione ha natura previdenziale in quanto mira al mantenimento del reddito degli individui nella fase di quiescenza. Pensione previdenziale di anzianità: analogamente alla prima tale prestazione viene corrisposta al lavoratore al momento del pensionamento. In questo caso è richiesto soltanto il versamento dei contributi per un periodo contributivo prefissato (variabile tra i 35 e i 45 anni nei paesi europei), non il superamento di una soglia d età anagrafica. Pensione sociale: prestazione a carattere assistenziale volta a garantire un livello minimo di reddito a quei cittadini che, superata una certa soglia di età anagrafica, non dispongono di alcun requisito contributivo, ovvero non hanno completato il periodo minimo di contribuzione per aver diritto ad una pensione previdenziale di vecchiaia. Condizione per l accesso a tali prestazioni è il superamento di una prova dei mezzi Pensione di base: mira a garantire la sicurezza di un livello minimo di reddito a tutti i cittadini anziani (oltre una determinata soglia d età). E a somma fissa, e pertanto non collegata al precedente reddito da lavoro
Il finanziamento: due modalità
La gestione delle risorse
Esistono quindi 2 sistemi per gestire i contributi versati per finanziare le prestazioni pensionistiche - Sistema a ripartizione le entrate al tempo t1 vengono utilizzate per il pagamento delle prestazioni allo stesso tempo t1. Avviene pertanto un trasferimento di risorse diretto ed immediato dai lavoratori attivi ai pensionati. - Sistema a capitalizzazione le somme versate da ogni lavoratore vengono accumulate in conti individuali ed investite sui mercati finanziari. Al momento del pensionamento il lavoratore potrà ritirare le somme versate sotto forma di rendita (pensione) - ovvero in unica soluzione. L ammontare della rendita/prelievo dipenderà da quanto versato e dal rendimento degli investimenti.
e 2 metodi per definire le prestazioni Metodo retributivo le prestazioni sono collegate alla retribuzione. Il nesso tra contributi e prestazioni è (tendenzialmente) più debole che nel sistema contributivo Metodo contributivo le prestazioni sono collegate ai contributi versati e dipendono da un parametro convenzionale nei sistemi a ripartizione, ovvero reale, cioè il tasso di rendimento finanziario nei sistemi a capitalizzazione. Il nesso tra contributi e prestazioni è molto forte.
Le 4 varianti dei sistemi pensionistici si ottengono incrociando i metodi di gestione delle risorse e i sistemi per definire le prestazioni, si ottengono le 4 varianti fondamentali dei sistemi pensionistici
Sistemi a ripartizione 1) Sistema retributivo: l importo della prestazione è collegato al livello di reddito da lavoro percepito prima del pensionamento. 2) Sistema contributivo: l importo della prestazione è calcolato sulla base dell ammontare dei contributi versati e rivalutati.
Sistemi a capitalizzazione 3) Sistema a prestazione definita si stabilisce «a monte» il livello della pensione (in genere, in rapporto al reddito percepito nell ultimo anno). Il tasso di contribuzione richiesto al lavoratore (e al datore di lavoro) viene adeguato alle fluttuazioni del mercato finanziario e sulla base di proiezioni calcolate su altre variabili al fine di garantire il livello di pensione prestabilito RISCHIO: soprattutto a carico del soggetto che promuove il piano pensionistico 4) Sistema a contribuzione definita si stabilisce «a monte» il tasso di contribuzione del lavoratore ( e del datore di lavoro). Il livello di pensione dipende dal montante contributivo e dal rendimento che proviene dai contributi investiti sul mercato RISCHIO. soprattutto a carico del beneficiario del piano pensionistico
Riassumendo
I 3 pilastri pensionistici
La politica pensionistica: aspetti evolutivi
I modelli originari della tutela pubblica della vecchiaia: i modelli bismarckiano e beveridgeano
La tutela della vecchiaia dalle origini al consolidamento I sistemi pensionistici costituiti essenzialmente dal I pilastro pubblico possono essere classificati in: Germania Austria Belgio Francia Italia Spagna Grecia Portogallo Olanda (pre- 56) Bismarckiani Danimarca Finlandia Norvegia Svezia Gran Bretagna Irlanda Svizzera Olanda (post- 56) Beveredgiani
Le tendenze evolutive durante la fase espansiva (1945-75) 1) Rafforzamento della protezione di base 2) Nuove prestazioni/aumento della generosità di quelle esistenti ma la specifica evoluzione dei diversi sistemi pensionistici è condizionata dalla precedente configurazione istituzionale bismarckiana o beveridgiana
L evoluzione in Italia durante la fase espansiva
Convergenza e differenziazione: i cambiamenti all interno dei due gruppi fanno si che durante la fase espansiva, e soprattutto tra gli anni 50 e 60: I sistemi pensionistici bismarckiani e beveridgeani convergono verso una struttura a due livelli, costituita da: 1) Schema per la prevenzione della povertà, universale (sistemi beveridgeani) o means-tested (sistemi bismarckiani), con prestazioni modeste a somma fissa 2) Schemi supplementari con prestazioni collegate alle retribuzioni, per il mantenimento del reddito dei lavoratori tuttavia il gruppo dei paesi beveridgeani si diversifica in relazione alla natura pubblica o privata di tali schemi supplementari e al momento dell istituzione degli stessi
Alla ricerca di una nuova classificazione La distinzione tra sistemi bismarckiani e beveridgeani diventa obsoleta per: 1) l ibridazione di entrambi i modelli con caratteri tipici del modello alternativo 2) l emergere in tutti i paesi occidentali di un sistema pensionistico a due livelli 3) la sempre maggiore importanza sulla scena pensionistica di nuovi attori : i fondi privati a capitalizzazione
Una nuova classificazione Sistemi Mono-pilastro Paesi bismarckiani + quei Paesi beveridgeani che hanno istituito schemi supplementari con prestazioni collegate alle retribuzioni su base prevalentemente pubblica a ripartizione e prima della metà degli anni 70 (Canada, Finlandia, Norvegia e Svezia) Sistemi Multi-pilastro quei Paesi beveridgeani che hanno istituito schemi supplementari con prestazioni collegate alle retribuzioni su base prevalentemente privata a capitalizzazione e dopo la metà degli anni 70 (Australia, Danimarca, Olanda e Svizzera)
.
I PROBLEMI DEL SISTEMA PENSIONISTICO A FINE ANNI OTTANTA - Insostenibilità economico-finanziaria - Iniquità intra- e inter-generazionale - Mancanza previdenza complementare a capitalizzaz. (II e III pilastro)