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L'OCCHIO PROF.SSA AUSILIA ELCE

Indice 1 INTRODUZIONE -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 3 2 IL PERCORSO DELLA LUCE --------------------------------------------------------------------------------------------- 7 3 ADATTAMENTI OCULARI ALLA LUCE ----------------------------------------------------------------------------- 10 BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 13 2 di 13

1 Introduzione L occhio è un organo sensoriale che consente la visione, funzionando in maniera simile ad una macchina fotografica (fig.1). Figura 1 Affinchè un oggetto possa essere percepito dall occhio umano è necessario che questi sia illuminato. La luce è in grado di essere convogliata su una superficie fotosensibile quale la retina, per mezzo di una lente rappresentata dal cristallino e di una apertura o pupilla di diametro variabile e modulabile in maniera appropriata a seconda dell intensità della luce stessa. La visione è un processo attraverso il quale la luce riflessa dagli oggetti presenti nell ambiente viene trasformata in immagine mentale. Tale fenomeno può essere suddiviso in tre fasi fondamentali: 1. La luce entra nell occhio e viene messa a fuoco sulla retina dal sistema cornea-pupilla- cristallino; 2. I fotorecettori trasducono il segnale luminoso in segnale elettrico; 3 di 13

3. I segnali elettrici vengono elaborati attraverso vie nervose. L occhio può essere inteso come una sfera cava divisa in due camere, separate da una lente, il cristallino (fig.2 ). Figura 2 Il cristallino ha una forma di lente trasparente, il cui compito principale è quello di mettere a fuoco il segnale luminoso, accomodandone il passaggio dall aria agli epiteli dell occhio. L umore acqueo è un liquido salino, simile in composizione al plasma, ma povero in proteine, il quale viene prodotto dall epitelio ciliare dei processi ciliari nella camera posteriore dell occhio. Esso si trova tra le due lenti possedute dall occhio per accomodare il segnale luminoso: la cornea ed il cristallino. Attraverso la pupilla circola e riempie la camera anteriore dell occhio. La camera posteriore 4 di 13

dell occhio è, invece, sede dell umor vitreo, una sostanza gelatinosa con funzione strutturale per l occhio stesso (fig.3). Figura 3 Esternamente è possibile osservare che l occhio è composto da una struttura connettivale, la sclera, di colore bianco, in stretta continuità con la cornea, il disco di tessuto epiteliale trasparente che rappresenta la prima lente ad essere colpita dalla luce. L'iride è una membrana del bulbo oculare di colore variabile, con forma e funzione di diaframma, pigmentata, situata posteriormente alla cornea e davanti al cristallino. Insieme al corpo ciliare e alla coroide forma la tonaca vascolare dell'occhio. Ha la forma di un disco circolare ed è attraversato dalla pupilla, un'apertura circolare il cui diametro può essere modulato grazie ai movimenti dell'iride e nello specifico alla contrazione dei 5 di 13

muscoli ad esso associati. La tipica colorazione dell iride dipende da pigmenti colorati di melanina che possono diffrangere in maniera differente la luce. La composizione di tali pigmenti è su base genetica. Il primo epitelio ad essere colpito dalla luce è rappresentato da quello della cornea. Quest ultima è un disco trasparente che, insieme al cristallino è in grado di accomodare la proiezione della luce sulla retina (fig. 4). Figura 4 6 di 13

2 Il percorso della luce La luce in ingresso nell occhio compie un percorso caratterizzato dal passaggio attraverso il mezzo in cui essa viaggia, ovvero l aria, e il mezzo rappresentato dai tessuti di cornea e cristallino, umore acqueo e vitreo per poi colpire la retina ed essere trasformato in segnale elettrico. Nella prima fase di questo percorso, la luce entra nell occhio attraverso la cornea, attraversa l umor acqueo e si dirige verso la pupilla, colpendo il cristallino (fig.5). Figura 5 Cornea e cristallino deviano i raggi luminosi concentrandoli verso la retina. Quest ultima presenta fotorecettori in grado di convertire il segnale luminoso in segnale chimico che viene trasdotto ai neuroni e dunque al cervello. Eseguendo un esame del fondo oculare, è possibile osservare come arterie e vene centrali della retina escono da un punto di colore chiaro, rappresentato dal disco ottico, Esso rappresenta un punto in cui gli assoni che originano dalle cellule gangliali della retina si uniscono per formare il nervo ottico (II nervo cranico) (fig. 6). 7 di 13

Figura 6 I nervi ottici si dirigono verso il chiasma ottico, in questa sede alcune fibre si incrociano passando al lato opposto dell encefalo e creando sinapsi nel nucleo genicolato laterale del talamo, da qui essi proiettano verso il lobo occipitale, dove ha sede la corteccia visiva (fig.7). 8 di 13

Figura 7 A partire dalla retina, vie collaterali arrivano al mesencefalo, dove questi stabiliscono sinapsi con neuroni efferenti del III nervo cranico per il controllo del diametro pupillare. 9 di 13

3 Adattamenti oculari alla luce La luce in entrata è modificata in diversi modi: 1) La quantità di luce è modulata dai cambiamenti di dimensione della pupilla, 2) La luce viene messa a fuoco mediante modifiche della forma del cristallino. In piena luce la pupilla si restringe fino raggiungere un diametro pari a 1,5 mm. Tale meccanismo prevede l intervento del sistema parasimpatico, che opera determinando la contrazione del muscolo circolare dell iride, con chiusura della pupilla (fig.8). Figura 8 10 di 13

All oscurità, invece, la pupilla si dilata fino a 28 volte rispetto alla propria area, per contrazione dei muscoli radiali disposti perpendicolarmente ai muscoli circolari dell iride ad opera del sistema simpatico. Il riflesso fotomotore o pupillare e uno di quei riflessi oggetto d esame in caso di visita oculistica, esso si verifica quando la luce colpisce la retina di uno dei due occhi, a questo punto il segnale arriva al talamo attraverso la via visiva primaria, ma in parte raggiunge anche il mesencefalo attraverso la via visiva secondaria. I neuroni del mesencefalo costringono la pupilla di entrambi gli occhi, pertanto, si genererà una risposta consensuale dell altro occhio al segnale incidente il primo occhio. Le pupille regolano la profondità di campo, mediante contrazione ed aggiustamenti della luce in ingresso. Per profondità di campo intendiamo la capacità dell occhio di mettere a fuoco determinati elementi presenti nella visuale d azione dell occhio. Il cristallino è il principale attore di tali aggiustamenti visivi, poiché esso mette a fuoco la luce sulla retina. La sua forma viene aggiustata dalla contrazione o dal rilasciamento dei muscoli ciliari (fig. 9). 11 di 13

Figura 9 12 di 13

Bibliografia Barrett K. E., Barman S. M., Boitano S., Brooks H. L. Fisiologia Medica di Ganong. Piccin, 12 edizione italiana. Silverthorn D.U. Fisiologia umana, un approccio integrato. Sesta edizione italiana a cura di Vellea Franca Sacchi. Pearson editore, 2013. 13 di 13