Aiuto alla crescita economica (ACE) e suo utilizzo

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Aiuto alla crescita economica (ACE) e suo utilizzo G ennaio 2016

L ACE L articolo 1 del decreto Salva Italia (D.L. n. 201 del 6 dicembre 2011, convertito con modificazioni nella L. n. 214 del 2011) ha introdotto nel nostro ordinamento l ACE (aiuto alla crescita economica o allowance for corporate equity), un agevolazione tesa a promuovere la capitalizzazione delle imprese, rendendo al tempo stesso più equilibrato il trattamento fiscale tra capitale proprio e capitale di debito. L ACE consente una deduzione dal reddito imponibile commisurata, per i soggetti IRES, al nuovo capitale immesso nella società rispetto a quello esistente alla data del 31 dicembre 2010, sotto forma o di conferimento in denaro ovvero di destinazione di utili a riserva. Per i soggetti IRPEF, invece, la deduzione è commisurata al patrimonio netto al termine di ciascun esercizio. L agevolazione presenta alcune analogie con la Dual Income Tax (DIT), introdotta nel nostro ordinamento con il D.Lgs. n. 466 del 18 dicembre 1999, sebbene se ne discosti per alcuni profili, in particolare perché l ACE prevede una detassazione del rendimento nozionale degli incrementi di patrimonio mentre con la DIT si applicava un aliquota agevolata. L ACE è applicabile a decorrere dal periodo di imposta in corso alla data del 31 dicembre 2011; l entità del rendimento nozionale è determinata dal comma 3 dell articolo 1 del decreto Salva Italia, secondo cui, per il primo triennio di applicazione, l'aliquota è fissata al 3% e per i successivi è determinata con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze da emanare entro il 31 gennaio di ogni anno, tenendo conto dei rendimenti finanziari medi dei titoli obbligazionari pubblici, aumentabili di ulteriori tre punti percentuali a titolo di compensazione del maggior rischio. La legge di stabilità 2014 (L. n. 147 del 2013) è intervenuta sulle modalità di determinazione del rendimento nozionale, stabilendo che il coefficiente di remunerazione ordinaria del capitale investito aumenti dal 3% al 4% per il periodo d imposta 2014, al 4,5% per il 2015 e al 4,75% per il 2016. Più recentemente, l articolo 19 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, (convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n. 116) ha apportato modifiche collaterali alla disciplina. È stata introdotta una c.d. super-ace per le società che quotano le proprie azioni in mercati regolamentati dell Unione Europea (o dello Spazio Economico Europeo), che consiste nel riconoscimento di un incremento del 40% sulle variazioni in aumento del capitale proprio su cui verrebbe generalmente applicato il rendimento figurativo. L incremento è riconosciuto per tre periodi d imposta consecutivi a partire da quello di ammissione ai predetti mercati. La misura è in attesa dell autorizzazione della Commissione Europea (ex art. 108 TFUE). 1

Un secondo intervento ha poi riguardato la possibilità per i soggetti IRES e IRPEF di trasformare le eccedenze ACE non utilizzate (c.d. surplus ACE) in un credito d imposta da utilizzare in abbattimento dell IRAP, in 5 quote annuali di pari importo. Quest ultima disposizione, in vigore a decorrere dal periodo di imposta 2014, i relativi effetti non figurano dunque nei dati di seguito analizzati. Fonte dei dati L introduzione dell ACE è relativamente recente e attualmente si dispone soltanto dei grandezze riguardanti i primi tre anni di applicazione dell incentivo. Le informazioni statistiche di seguito fornite sono tratte dai dati del Dipartimento delle finanze del Ministero dell economia e delle finanze (MEF), rilasciati nell ambito dell analisi periodica delle dichiarazioni fiscali delle persone fisiche e delle società di capitali 1. I dati delle dichiarazioni presentate nel 2014 (anno d imposta 2013) sono stati resi disponibili dal MEF in due fasi, per le persone fisiche il 28 maggio 2015, e per le società di capitali il 18 gennaio 2016. Utilizzo dell ACE da parte dei soggetti IRES Per quanto concerne i soggetti IRES, nel periodo d imposta 2013 hanno fatto ricorso all ACE 260.011 società (su 1.104.875 dichiaranti); si osserva un sostanziale incremento (+8.8%) rispetto al 2012, periodo che a sua volta aveva fatto registrare un incremento sul 2011 del +16.4%. Il 54% delle società ha beneficiato dell ACE per l intero triennio 2011-2013 (c.a. 141.400 società), il 20% ha invece maturato il diritto alla deduzione per la prima volta nel 2013. Per quanto concerne il totale delle deduzioni accordate, nel 2013 il dato è pari a 6.8 miliardi di euro (+63% rispetto ai 4.2 miliardi del 2012). L ammontare totale delle deduzioni non utilizzate, riportabili agli anni successivi, è pari a circa 2 miliardi di euro, dato raddoppiato rispetto al 2012. Il 2013 è il secondo periodo in cui è stato possibile utilizzare l eccedenza precedentemente riportata, si osserva che hanno optato in tal senso circa 47.000 società, per una deduzione totale di 992 milioni, il trend è in netto aumento rispetto al 2012, periodo in cui le eccedenze pregresse erano state utilizzate da 27.000 società per un totale di 303 milioni di euro. In termini di frequenza, l ACE 2013 è stata richiesta principalmente da società localizzate nel nord-ovest (39.17% del totale) e nel nord-est (30.43%) del 1 http://www1.finanze.gov.it/finanze2/pagina_dichiarazioni/dichiarazioni.php 2

Paese, in misura relativamente inferiore al centro (19.33%), e marginalmente al sud e nelle isole (rispettivamente 8.12% e 2.95%). Per quanto concerne l ammontare, le imprese del nord-ovest hanno maturato il diritto al 46.43% dell importo deducibile complessivo, quelle del centro si attestano al 29.26%, del nord-est al 19.33%, mentre al sud e isole, va rispettivamente il 3.51% e l 1.46%. A livello delle singole regioni si segnala la forte incidenza dell ACE in Lombardia, che nel 2013 ha canalizzato il 36.3% delle deduzioni totali (valore 2.5 miliardi) seguita dal Lazio, che raggiunge il 20.9% (1.4 miliardi). In chiave dimensionale, si evidenzia che la quota dei soggetti che utilizzano l ACE tende a crescere al crescere dei ricavi. Un dato significativo, sebbene poco sorprendente (maggiori ricavi presuppongono, in genere, anche una maggiore capacità di reinvestire utili). Più della metà dei soggetti con ricavi superiori a 5 milioni di euro l anno ha fatto ricorso all ACE nel 2013. Le società con ricavi superiori a 50 milioni di euro hanno assorbito il 47.8% dell ACE complessiva. Riguardo l andamento settoriale, sotto il profilo dell incidenza numerica i soggetti che hanno fatto maggiormente ricorso all agevolazione operano nei seguenti comparti: Attività 2013 2012 2011 Commercio (ingrosso e dettaglio) 19.3% 19.5% 20.3% Manifatturiero 18.3% 18.5% 18.8% Attività immobiliari 16% 16% 16% Costruzioni 12.9% 13.7% 13.7% Analizzando i volumi delle deduzione spettanti, i settori maggiormente interessati all incentivo mutano radicalmente. Nel 2013 il settore finanziario e assicurativo assorbe il 38% del totale delle deduzioni (2.6 mld, 1 miliardo in più rispetto alla quota del 2012) contro il 23% circa del settore manifatturiero (1.6 miliardi, nel 2012 il dato ammontava a 978 mln), nonostante il primo, in termini di soggetti coinvolti, abbia un incidenza nettamente minore (circa 2.9% del totale ovvero quasi 7.700 società, contro il 18.3% del secondo, circa 47.700). Utilizzo dell ACE da parte dei soggetti IRPEF Quanto ai soggetti IRPEF (società di persone ed imprenditori individuali), dai dati disponibili per l anno d imposta 2013 si rileva una lieve flessione nel 3

numero dei soggetti che fanno ricorso all ACE (227.000, -1.4% sul 2012), mentre aumenta ulteriormente l ammontare totale deducibile, 943 milioni (+1.3% rispetto al 2012). Per le persone fisiche la deduzione accordata nel 2013 continua ad essere associata principalmente a partecipazioni in società di persone (752 milioni, +0.1% sul 2012) ed in misura più contenuta allo svolgimento diretto di attività d impresa (194 milioni di euro +6,3% rispetto al 2012). 4