Le fasi di formazione della pianificazione comunale Legge del 1865 «Sulle espropriazioni per pubblica utilità» Piano regolatore del nucleo urbano esistente; piano regolatore di ampliamento; norme per l acquisizione dei suoli da destinare ad urbanizzazione primaria Legge nazionale 1885 «Piano di risanamento per la città di Napoli Indennità di esproprio equiparata al valore degli affitti e non solo ai valori di mercato Legge 1150 del 1942, «Legge urbanistica» Strumenti e procedure per la pianificazione organica del territorio comunale Le esigenze affrontate dalle prime leggi urbanistiche 1865-1885 Risanamento igienico sanitario dei centri urbani ad altà densità abitativa Regole e risorse finanziarie per l espropriazione dei suoli e la realizzazione delle urbanizzazioni primarie 1942 Ordinata regolazione dell espansione urbana dovuta alla crescita della popolazione residente nelle città Equilibrio tra le componenti abitative dell urbanizzato e i servizi pubblici 1
Il piano urbanistico comunale definito dalla legge 1150/42 Attribuzione ai comuni delle competenze e dei poteri in materia di pianificazione urbanistica Estensione della pianificazione a tutto il territorio comunale attraverso il Piano Regolatore Generale (Prg) Utilizzazione della zonizzazione (o zoning) per definire la forma e la consistenza delle zone edificabili (residenziali, industriali) e inedificabili (strade, verde, aree di rispetto) Il livelli di pianificazione definiti dalla legge 1150/42 Piano Territoriale di Coordinamento Indirizzo dell attività urbanistica in ambito regionale o sub-regionale per ciò che riguarda destinazioni o vincoli speciali, localizzazioni di insediamenti residenziali o industriali di particolare rilevanza territoriale, principali reti di comunicazione Piano Regolatore Intercomunale Sistemazione urbanistica di comuni contermini con particolari omogeneità di problemi o potenzialità di sviluppo Piano Regolatore Generale Assetto e sviluppo del territorio comunale 2
Articolazione della pianificazione comunale nella legge 1150/42 Fase previsionale: Piano Regolatore Generale (obbligatoria per una serie di comuni indicati dal Ministero dei LLPP) Fase attuativa: Piano Particolareggiato (poi Piani di lottizzazioni convenzionati, Piani di recupero, etc.) Il Programma di Fabbricazione (PdF) è uno strumento che riunisce le due fasi nei piccoli comuni non obbligati a dotarsi di Prg. Contenuti del Piano Regolatore Generale Rete delle principali vie di comunicazione stradale e ferroviarie Divisione del territorio in zone con la precisazione delle aree da destinare all espansione e la determinazione dei vincoli e dei caratteri da osservare in ciascuna zona Le aree destinate a spazi pubblici o sottoposte a speciali servitù Le aree da destinare ad opere ed impianti di interesse pubblico 3
Prescrizioni del Piano Particolareggiato Masse e altezze delle costruzioni Spazi riservati ad opere di interesse pubblico Edifici destinati a demolizione, ricostruzione, restauro, etc. Suddivisione degli isolati in lotti fabbricabili secondo le diverse tipologie indicate dal piano Elenchi catastali delle opere da espropriare o vincolare Profondità delle zone laterali alle opere pubbliche per eventuali esigenze di espansione Procedure di approvazione del Piano Regolatore Generale 1. Redazione (Ufficio tecnico, professionisti esterni) 2. Adozione (Consiglio comunale) 3. Pubblicazione (Segreteria comunale) 4. Osservazioni, opposizioni (da parte dei cittadini) 5. Contro-deduzioni (Consiglio comunale) 6. Approvazione (prima Ministero LLPP, poi Regioni) 4
La legge 765 del 1967 ( legge Ponte ) Limiti alla possibilità di edificare in assenza di piani urbanistici (Prg o PdF): 1,5 mc/mq nel centro abitato, 0,1 mc/mq nelle aree esterne al centro abitato (poi 0,03 con la legge 10/77) Obbligo di osservare precisi rapporti tra spazi destinati a insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati ad attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio Il decreto sugli standard (1444/68) in attuazione della legge Ponte Fissa la quantità minima di aree per servizi a 18 mq/abitante così ripartiti: 4,5 mq/ab., per l istruzione (dall asilo alla scuola dell obbligo) 2 mq/ab., per le attrezzature di interesse comune (chiese, attrezzature sociali, sanitarie, etc.) 9 mq/ab., per il verde pubblico e attrezzato 2,5 mq/ab., per i parcheggi Livello territoriale: 1,5 mq/ab., per l istruzione superiore (escluso l Università) 1 mq/ab., per le attrezzature sanitarie e ospedaliere 17,5 mq/ab., per i parchi urbani e territoriali 5
Il decreto sugli standard (1444/68) in attuazione della legge Ponte Zone omogenee: Zone A Parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o ambientale Operazioni sull esistente non possono superare la volumetria esistente Nuove edificazioni non superiori al 50% della densità esistente e non superiori a 5 mc/mq. Zone B Parti del territorio totalmente o parzialmente edificate diverse dalle zone A Densità fissate dal Prg con volumetrie che variano da 4,5 a 7 mc/mq. Zone A nel Prg di Palermo 6
Zone B nel Prg di Palermo Il decreto sugli standard (1444/68) in attuazione della legge Ponte Zone omogenee: Zone C Zone di espansione residenziale, con densità fissate dal piano regolatore Zone D Destinate a nuovi insediamenti produttivi (prevalentemente industriali) Zone E Destinate ad usi agricoli Zone F Destinate alle attrezzature di interesse generale 7
Zone C, D ed E nel Prg di Palermo Zone F nel Prg di Palermo 8
Legge 10/77 (legge Bucalossi ) Separazione del diritto di proprietà dal diritto di edificare Introduzione della concessione edilizia in sostituzione della licenza edilizia Onerosità della concessione edilizia commisurata alla realizzazione delle opere di urbanizzazione ed al costo di costruzione Programma Pluriennale di Attuazione: indirizzi di programmazione nell attuazione del Prg (obbligatorio nei comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti) Il tema del recupero della città esistente: la legge 457/78 Piano decennale per la l edilizia sovvenzionata e convenzionata Obbligo di riservare almeno il 15% delle risorse finanziarie comunali per l edilizia ad interventi sull esistente Zone (da definire nel Prg) e Piani di Recupero (di iniziativa pubblica o privata, approvati dal Consiglio comunale) Categorie di intervento sul patrimonio edilizio esistente manutenzione ordinaria manutenzione straordinaria restauro e risanamento conservativo ristrutturazione edilizia ristrutturazione urbanistica 9
Il piano comunale in Sicilia Legge 71/78 Sistema organizzato su due livelli di pianificazione (piano comunale e piano regionale) e abolizione dei piani comprensoriali Legge 15/91 Lo schema di massima del piano regolatore deve tradurre le direttive formulate e adottate dal Consiglio comunale Il piano regolatore deve essere accompagnato da uno studio geologico e da uno studio agricolo-forestale redatti da parte di specialisti laureati nelle rispettive materie Fattori che mettono in crisi il piano regolatore comunale tradizionale Si esaurisce la propensione alla crescità degli insediamenti che aveva caratterizzato gli anni 50-60 Progressiva inapplicabilità del modello espropriativo previsto dalle leggi urbanistiche (1150/42, 765/67) a causa di: Sentenze della Corte costituzionale sulla indennizzabilità dei vincoli (1968, 1980) Ridotte possibilità economiche dei comuni per espropri ed urbanizzazioni Perdità di efficacia dei vincoli e lentezza nelle procedure di revisione degli strumenti urbanistici 10