Nel 1967 viene emanata la legge n. 765 detta LEGGE PONTE recante MODIFICHE ED INTEGRAZIONI ALLA LUN Introduce tra le altre cose

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Nel 1967 viene emanata la legge n. 765 detta LEGGE PONTE recante MODIFICHE ED INTEGRAZIONI ALLA LUN Introduce tra le altre cose"

Transcript

1 LA LEGGE PONTE Nel 1967 viene emanata la legge n. 765 detta LEGGE PONTE recante MODIFICHE ED INTEGRAZIONI ALLA LUN Introduce tra le altre cose ogli ONERI DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA E osecondaria ostandard URBANISTICI ostandard EDILIZI odm N. 1444/1968 REGOLAMETO TECNICO DELLA LEGGE 765

2 IL D.I. n del 2 aprile 1968 Caratteristiche del DECRETO Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza tra i fabbricati e rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici riservati alle attività collettive, al verde pubblico e ai parcheggi, da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi della legge n. 765 del 6 agosto Importanza: Definizione delle zone territoriali omogenee Standard

3 Le zone omogenee e gli standard Art. 17, lg 765/1967: In tutti i Comuni, ai fini della formazione degli strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, devono essere osservati limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati, nonché rapporti massimi fra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi Standard urbanistici: rapporti fra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi Standard edilizi: Standard edilizi: densità edilizia, altezza massima, distanza fra i fabbricati

4 Le zone omogenee Ai fini della verifica del rispetto degli standard, il territorio comunale è diviso in 6 ZONE OMOGENEE Zona A centro storico Zona B zona di completamento Zona C zona di espansione Zona D zona per insediamenti produttivi Zona E zona agricola Zona F zona per impianti e attrezzature collettive

5 NORME DI ZONA Riferimenti normativi - DM_1444/1968 Zone Territoriali Omogenee Zona A edilizia storica Zona B edilizia residenziale consolidata Zona C edilizia residenziale di espansione Zona D produttiva Zona E agricola Zona F (S) per attrezzature e servizi di interesse generale Zona G turistico/ricettiva Zona H commerciale Zona I - direzionale Altro

6 Zona Territoriale Omogenea A Definizione Parti del territorio comunale interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o di pregio ambientale e le aree a queste circostanti che, per talune delle predette caratteristiche, possono considerarsi ad esse assimilate o complementari. Destinazione d uso Residenziale, terziaria, commerciale, direzionale, ricettiva, attività culturali, professionali, di servizio ovvero quelle artigianali non nocive o moleste. Modalità di attuazione Diretta: tramite titolo abilitativo per interventi indicati dalle leggi in materia. Indiretta: tramite Piano Particolareggiato Attuativo (PPA) nelle aree in cui tale strumento è previsto dal PRG (ad es. AUI, Comparti).

7 Zona Territoriale Omogenea B Definizione Le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A. Si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore ad 1,5 mc/mq. Destinazione d uso Principale: residenziale. Complementare: attività commerciali, artigianali, ricettive e di servizio, studi professionali, uffici, autorimesse di uso pubblico o privato ecc. Modalità di attuazione Diretta: tramite titolo abilitativo. Indiretta: quando previsto da PRG, tramite Piano Particolareggiato Attuativo.

8 Zona Territoriale Omogenea C Definizione Le parti del territorio destinate a nuovi complessi insediativi residenziali o a prevalente destinazione residenziale, che risultino inedificate o nelle quali l edificazione preesistente non raggiunga i limiti di cui alla zona omogenea B (quindi inferiore al 12,5% della superficie fondiaria di zona). Destinazione Principale: residenziale. d uso Complementari: attività di servizio, terziarie, studi professionali ed uffici, commerciali, artigianali purché non produttrici di inquinamenti, le attrezzature pubbliche o di uso pubblico. Modalità di attuazione La realizzazione di qualsiasi intervento è subordinata all approvazione di un piano particolareggiato attuativo.

9 Zona Territoriale Omogenea D Definizione Destinazione d uso Modalità di attuazione Le parti del territorio destinate ad insediamenti industriali ed artigianali. Principale: industriale Complementari: attrezzature tecnologiche, laboratori di ricerca, magazzini, depositi, silos, rimesse, edifici ed attrezzature ricreative e/o sociali, uffici, mostre, edifici per la commercializzazione di oggetti e articoli assemblati o manipolati in loco, attrezzature per il trasporto e la logistica, residenziale solo se inerente alla funzione di custodia dell immobile Gli interventi di ristrutturazione, demolizione con ricostruzione e ampliamento si realizzano mediante: Intervento diretto: solo ove sono presenti le urbanizzazioni primarie e secondarie; Intervento indiretto: piano attuativo, negli altri casi (e per la realizzazione di nuovi insediamenti Piano Insediamenti Produttivi ).

10 Zona Territoriale Omogenea E Definizione Le parti del territorio destinate ad usi agricoli e forestali. Destinazione d uso Principale: agricola e forestale. Complementare: tutte le opere funzionali all attività agricola e forestale destinate agli usi necessari allo svolgimento di tali attività, ivi compresi gli impianti tecnici e tecnologici, della produzione agricola e delle strutture aziendali e delle infrastrutture tecniche e di difesa del suolo. Può essere ammessa la funzione residenziale, se compatibile con l uso agricolo del territorio e finalizzata al soddisfacimento delle esigenze abitative del conduttore. Modalità di attuazione In genere intervento diretto (alle volte può essere richiesto anche un piano di sviluppo aziendale).

11 Zona Territoriale Omogenea F Definizione Le parti del territorio destinate ad attrezzature e servizi pubblici o di uso pubblico. Il PURG attua una distinzione in base all ambito di interesse delle attrezzature: regionale/comprensoriale e di quartiere. Destinazione Attrezzature sociali, assistenziali, sanitarie, scolastiche, d uso culturali, religiose, impianti sportivi e ricreativi, uffici pubblici, attrezzature ed impianti tecnologici relativi alle aziende elettriche, telefoniche, dell'erogazione dell'acqua e del gas, dei trasporti pubblici, autorimesse, ecc. Modalità di attuazione Diretta: tramite titolo abilitativo per interventi indicati dalle leggi in materia. Indiretta: tramite Piano Particolareggiato Attuativo (PPA) nelle aree in cui tale strumento è previsto dal PRG.

12 Le zone omogenee Zona A Zona B Zona C Edifici e tessuto edilizio di interesse storico e architettonico Più di 1/8 di superficie è edificata Meno di 1/8 di superficie è edificata

13 Gli standard urbanistici DOTAZIONE DI SERVIZI AD ABITANTE Tipologie di SERVIZI DI LIVELLO LOCALE: servizi primari distribuiti capillarmente sul territorio SERVIZI SCOLASTICI (SCUOLA DELL OBBLIGO: nido, materna, elementare, media) SERVIZI DI USO COMUNE (SERVIZI COLLETTIVI: sanitari, culturali, sociali) PARCHEGGI VERDE PUBBLICO (verde sportivo, parchi e giardini, verde attrezzato, verde di arredo, verde di rispetto)

14 Gli standard urbanistici LOCALE TERRITORIALE

15 Gli standard edilizi Vincoli relativi alle caratteristiche fisiche dell edilizia DENSITÀ EDILIZIA: rapporto tra superficie edificata e superficie libera, rapporto tra volume edificato e superficie ALTEZZA massima dei fabbricati Misurata dalla quota del terreno fino all intradosso del solaio di copertura dell ultimo piano abitabile DISTANZA fra i fabbricati Tra pareti chiuse, tra pareti finestrate, dalla strada

16 Parametri urbanistici, edilizi e indici Indice o parametro (grandezza) E una qualsiasi limitazione imposta ad un lotto da uno strumento urbanistico - edilizio per disciplinarne l uso. L indice esprime un rapporto. Parametri urbanistici Parametri edilizi Indici Superficie territoriale Superficie fondiaria Superficie coperta Superficie utile Volume, N. di piani, Altezza fabbricati Distacchi o distanze da confini, strade, edifici Fabbricabilità territoriale Fabbricabilità fondiaria Rapporto di copertura Densità territoriale Densità fondiaria

17 LE OPERE DI URBANIZZAZIONE Primaria o tecnologica: opere che rendono possibile l edificazione del suolo e l uso degli edifici Strade e passaggi pedonali, aree di sosta e spazi di manovra, rete dei servizi canalizzati (fognatura, acquedotto, pubblica illuminazione, elettricità), spazi di verde attrezzato in prossimità ed al servizio delle abitazioni Secondaria o sociale o generale: opere che rendono possibile la vita di quartiere Allacciamenti ai servizi urbani canalizzati, le attrezzature varie e di collegamento (trasporti) con la città, le opere di carattere sociale (verde di quartiere, istituzioni scolastiche, culturali e religiose, ecc.).

18 GLI STRUMENTI ATTUATIVI SUCCESSIVI Nei decenni successivi alla L.U. le esigenze espresse dalla società impongono l istituzione di altri Piani attuativi che vanno ad affiancarsi al Piano Particolareggiato: Piano di Zona o Piano per l Edilizi Economica e Popolare (PEEP) - L. 167/ 62 Piano di Lottizzazione (PdL) - L. 765/ 67 Piano Insediamenti Produttivi (PIP) - L. 865/ 71 Piano di Recupero (PdR) - L. 457/ 78

19 Riferimenti legislativi legge n del 1942 legge n. 765 del 1967 PIANO DI LOTTIZZAZIONE (PdL) Contenuti: piano di dettaglio esecutivo, paragonabile al Pp; si applica al PRG e al PdF, sia per le aree di espansione e completamente destinate a uso residenziale, industriale e turistico, che per le aree di ristrutturazione che comportano opere di urbanizzazione; deve essere accompagnato da una convenzione tra proprietario e Comune; validità indicata nella convenzione

20 Competenza per la formazione: la compilazione del PdL è di competenza del proprietario dell area; il Comune può imporre un PdL obbligatorio ai proprietari di aree in determinate zone dove è necessaria una sistemazione unitaria; il Comune può procedere alla compilazione di PdL d ufficio se i privati non aderiscono all invito di formare il PdL e procedere all esproprio se i privati non accettano il piano; il Comune può far decadere PdL approvati, se esistono ragioni di pubblica utilità;

21 Elaborati richiesti: planimetria del PRG o del Pdf relativa alla zona oggetto di PdL; planimetria di progetto in scala adeguata, come per il Pp; progetto esecutivo delle opere di urbanizzazione a carico del privato; elenchi catastali delle proprietà; schema di convenzione; Procedure di approvazione: Procedure di approvazione: delibera di approvazione del Consiglio comunale relativa al PdL e convenzione nulla osta della Regione; stipula della convenzione;

22 Procedura di attuazione: Il Comune riceve gratuitamente le aree destinate a servizi pubblici, in base alla convenzione; Il proprietario si assume gli oneri di urbanizzazione primaria e parte di quella secondaria; Il rilascio delle licenze edilizie è subordinato alla contemporanea esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria; Entro dieci anni devono essere ultimate tutte le opere di urbanizzazione; Note: Il PdL non dà al Comune la possibilità di intervenire direttamente nella definizione dello sviluppo urbanistico, bensì quella di far assumere al proprietario privato anche gli oneri diretti di questo sviluppo, attraverso la stipula di una convenzione finanziaria.

23 PIANO DI ZONA PER L EDILIZIA ECONOMICA E POPOLARE (PEEP) Riferimenti legislativi: Legge n. 167 del 1962 Legge n. 865 del 1971 Contenuto: piano di delimitazione delle zone da destinare a edilizia economica e popolare, deve contenere la rete stradale, la delimitazione di spazi pubblici e di lotti edificabili con indicazioni delle tipologie; si applica al PRG, anche soltanto adottato, e al PdF, di preferenza nell ambito di zone residenziali, ma anche in variante alle destinazioni di piano generale; ha valore di Pp per quanto riguarda la dichiarazione di pubblica utilità; validità decennale; limiti di dimensionamento, non deve superare il 60% del fabbisogno complessivo di edilizia abitativa nel periodo considerato;

24 Competenze: La compilazione del Peep è obbligatoria per tutti i Comuni con popolazio superiore a abitanti, facoltativa per gli altri; Più Comuni possono riunirsi in consorzio per formare un piano consortile La Regione può disporre la costituzione di consorzi obbligatori; La Regione può nominare un commissario per i Comuni inadempienti; Elaborati richiesti: planimetria di piano regolatore o di programma di fabbricazione con individuazione delle zone; planimetria di progetto delle singole zone disegnate su mappe catastali; elenchi catastali delle proprietà da espropriare; norme urbanistico-edilizie; relazione di previsione di massima delle spese; relazione illustrativa;

25 Procedure di approvazione: delibera di formazione del Consiglio comunale; delibera di approvazione del Consiglio comunale; pubblicazione; presentazioni di osservazioni e opposizioni; controdeduzioni del Consiglio comunale e trasmissione alla Regione; approvazione alla Regione; semplice delibera di approvazione del Consiglio comunale per varianti non sostanziali; delibera del Consiglio comunale di approvazione delle convenzioni di cessioni delle aree;

26 Procedure di attuazione: il Comune espropria tutte le zone comprese nel Peep; le aree espropriate sono cedute in parte in proprietà (tra il 20 ed il 40 per cento), in parte in concessioni a termine (diritto di superficie), in entrambi i casi la cessione è subordinata a una convenzione; l attuazione avviene attraverso programmi pluriennali approvati con delibera del Consiglio comunale; Note: Il Peep dà al Comune la possibilità di intervenire sia nella definizione dello sviluppo urbanistico, che nei modi di attuazione di tale sviluppo, relativamente alle destinazioni a edilizia popolare, in quanto consente al Comune di intervenire direttamente o di stipulare convenzioni con i privati che intendono intervenire attuando le disposizioni del Peep.

27 Il PIANO DI RECUPERO LA LEGGE 457/1978

28 LA LEGGE 457/1978 LA LEGGE 10 AVEVA COMINCIATO AD AFFRONTARE LA QUESTIONE DELLA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DI EDILIZIA PUBBLICA LA LEGGE 457/1978 NORME PER L EDILIZIA RESIDENZIALE DEFINISCE COMPIUTAMENTE LE PROCEDURE DELL INTERVENTO PUBBLICO PIANO DECENNALE fissa gli obiettivi di lungo periodo e le linee di azione statale nel settore edilizio PROGRAMMA QUADRIENNALE è lo strumento per la realizzazione degli obiettivi attraverso la ripartizione settoriale tra regioni dei finanziamenti stabiliti nel piano Decennale PROGETTO BIENNALE PROGETTO BIENNALE strumento di raccordo tra la programmazione delle risorse e il loro impiego (tra settore edilizio e finanziaria)

29 LA LEGGE 457/1978 La legge introduce ALTRI DUE ASPETTI INNOVATIVI E DI RILEVANZA URBANISTICA la DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO UNO STRUMENTO AD HOC PER IL RECUPERO EDILIZIO: IL PIANO DI RECUPERO

30 PIANI DI RECUPERO (PDRE) Legge n. 457 del 5 agosto 1978 Finalità: Recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente Contenuti: Il piano disciplina il recupero degli immobili, complessi edilizi, isolati, aree, anche attraverso interventi di ristrutturazione urbanistica, individuando l unità minima d intervento Localizzazione delle zone e piani di recupero: Zone di recupero in sede di formazione di piano urbanistico generale i Comuni individuano le zone ove, per condizioni di degrado, si rende opportuno il recupero del patrimonio urbanistico ed edilizio esistente. Piani di recupero Nell ambito delle stesse zone possono essere individuati gli immobili, i complessi edilizi, gli isolati, le aree per i quali il rilascio della concessione è subordinato alla formazione di piani di recupero.

31 Competenze per la formazione: Competenza facoltativa: Comuni Proprietari degli immobili compresi nelle zone di recupero Procedure: Adozione e pubblicazione stesse modalità del Pp. Nei casi di piani d iniziativa privata la proposta di piano è adottata insieme alla convenzione contenente le previsioni per i PdL. Approvazione Deliberazione del consiglio comunale Valore: Ha valore di Pp Decorrenza della validità: Decorrenza della validità: E efficace dal visto di legittimità del Crc sulla delibera d approvazione

32 Durata della validità e varianti: Valgono le stesse norme previste per il Pp Attuazione: Dai Comuni - per interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente che essi intendano eseguire direttamente, anche avvalendosi degli Iacp, nonché con interventi diretti o mediante convenzionamento con i privati, limitatamente agli interventi di preminente e rilevante interesse pubblico - per l adeguamento delle urbanizzazioni - per gli interventi da attuare nel caso d inerzia dei proprietari delle unità minime d intervento Dai proprietari singoli o riuniti in consorzio

33 Esproprio: Il Comune espropria gli immobili nel caso d inerzia dei privati, previa diffida ai proprietari delle unità minime d intervento ad iniziare le opere previste dal piano entro un tempo non inferiore ad un anno. Nel caso in cui il Comune adotti il Ppa, la diffida può effettuarsi soltanto dopo che sia decorso il termine di validità del programma pluriennale nel quale il Pdre è incluso. Decadenza dell individuazione del Pdre: L individuazione delle zone da sottoporre a Pdre decade a tutti gli effetti qualora il piano non venga approvato entro tre anni dall approvazione della delibera d individuazione, ovvero qualora l approvazione del piano non sia diventata esecutiva entro un anno dalla predetta scadenza.

34 Elaborati di progetto: Gli stessi del Pp Rapporto tra Pdre e Ppa: Gli interventi di recupero sul patrimonio edilizio esistente, compresi nei Pdre approvati, sono inclusi nei Ppa. Attribuzione di valore di Pdre ai piani esecutivi vigenti: I Comuni possono, con delibera del consiglio, attribuire valore di Pdre ai Pp e ai Pdz già approvati alla data d entrata in vigore della legge 457/1978. Interventi possibili nelle zone di recupero: Interventi possibili nelle zone di recupero: Nelle zone di recupero, al di fuori dei Pdre, sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, di restauro e ristrutturazione edilizia che riguardino esclusivamente opere interne e singole unità immobiliari, con il mantenimento delle destinazioni d uso residenziali.

35 Manutenzione ordinaria: Interventi che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti. Manutenzione straordinaria: Interventi che riguardano le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche alle destinazioni d uso. Restauro e risanamento conservativo Restauro e risanamento conservativo: Interventi rivolti a conservare l organismo edilizio e ad assicurare la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell organismo stesso, ne consentano destinazioni d uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell edificio, l inserimento di elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell uso, l eliminazione degli elementi estranei all organismo edilizio.

36 Ristrutturazione edilizia: Interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possano portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente, Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell edificio, l eliminazione, la modifica e l inserimento di nuovi elementi o impianti. Ristrutturazione urbanistica: Ristrutturazione urbanistica: Interventi rivolti a sostituire l esistente tessuto urbanistico-edilizio con altro, diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati o delle rete stradale. Restano ferme le disposizioni e le competenze previste dalle leggi 1039/1939 e 1497/1939 sulla tutela delle case d interesse storico, artistico ed ambientale.

37 CATEGORIE DI INTERVENTO Interventi aventi rilevanza urbanistica Interventi aventi rilevanza edilizia Sono quelli volti a modificare in modo sostanziale lo stato fisico e funzionale dei fabbricati, e cioè gli interventi di: - nuova realizzazione - - ampliamento - - ristrutturazione urbanistica - - ristrutturazione edilizia - - interventi di rilevanza urbanistico e ambientale - Sono quelli attuati sul patrimonio edilizio esistente rivolti a mantenere e migliorare lo stato fisico e funzionale dei fabbricati e quegli interventi nuovi non aventi rilevanza urbanistica, e cioè: - manutenzione ordinaria e straordinaria - - restauro - - conservazione tipologica - - risanamento conservativo - - nuovi interventi non aventi rilevanza urbanistica -

38 PIANO DELLE AREE DA DESTINARE A INSEDIAMENTI PRODUTTIVI (Pip) Riferimenti legislativi legge n. 865 del 1971 Contenuti: piano di delimitazione della zona da destinare a insediamenti produttivi (industriali, artigianali, commerciali e turistici); strumento attuativo che si applica al PRG e al Pdf; ha valore di Pp per quanto riguarda la dichiarazione di pubblica utilità; validità decennale;

39 Competenze per la formazione: il Comune delimita le aree; la Regione concede l autorizzazione a procedere alla formazione del Pip; per la formazione del Pip valgono le stesse norme del Peep Elaborati richiesti: Elaborati richiesti: planimetria del PRG o del Pdf con la delimitazione delle aree da destinare a insediamenti produttivi; per la formazione dei Pip, vedi scheda Peep.

40 Procedure di approvazione: delibera di delimitazione delle zone del Consiglio comunale; autorizzazione della Regione a procedere alla formazione del Pip; valgono le stesse procedure del Peep. Procedura di attuazione: il Comune espropria tutte le aree che ricadono nel Pip; le aree espropriate sono cedute, per una quantità non superiore al 50 per cento in proprietà, il resto conserva il diritto di superficie: in entrambi i casi la cessione è subordinata a una convenzione tra Comune e destinatari;

41 Note: Il Pip dà al Comune la possibilità di intervenire sia nella definizione dello sviluppo urbanistico, sia nei modi di attuazione di tale sviluppo, relativamente a tutte le zone destinate a insediamenti produttivi in quanto consente al Comune di intervenire direttamente o di stipulare convenzioni con i privati. Va utilizzato con il massimo dimensionamento e con opportune convenzioni, per risolvere problemi di nuovo insediamento o di trasferimento e ristrutturazione di unità produttive esistenti.

42 Le varianti agli strumenti di pianificazione generale e attuativa

43 LE VARIANTI Un PRG resta in vigore a tempo indeterminato, e comunque per una durata normalmente superiore ai anni Nel corso della validità di un PRG è frequente l esigenza di introdurre modifiche, anche significative, alle previsioni in esso comprese, a seguito di fatti imprevisti che modifichino la dinamica evolutiva degli insediamenti Ogni significativa trasformazione delle previsioni di un PRG avviene tramite la redazione di una VARIANTE AL PRG

44 Definizione: S intende per variante una variazione parziale o totale delle indicazioni dei piani generali e attuati o delle norme attuative dei piani stessi. Norma generale: I Comuni non possono dar corso ad alcuna proposta di variante al PRG già approvato senza l autorizzazione preventiva della Regione, che può concederla solo quando siano sopravvenute ragioni tali da determinare la totale o parziale inattuabilità del piano o la convenienza d aggiornarlo o di migliorarlo. Procedure per la richiesta di Variante: Procedure per la richiesta di Variante: Il Comune inoltra la richiesta alla Regione, che esprime il proprio parere entro 20 giorni dalla ricezione.

45 Elaborati per la richiesta di variazione: La richiesta deve essere accompagnata da Relazione tecnica-illustrativa; Planimetria-stralcio della zona da variare; Planimetria con le indicazioni della variante nella stessa scala della planimetria-stralcio. Procedure: Per la compilazione, l istruttoria (pubblicazione, osservazioni, ecc.) ed il deposito successivo all approvazione delle varianti, tanto ai piani generali che a quelli particolareggiati, valgono le stesse norme e modalità stabilite per i piani originali.

46 Variazioni a seguito della legge 1187/68 la rete delle principali vie di comunicazione stradali, ferroviarie e navigabili e dei relativi impianti; la divisione in zone del territorio comunale con la precisazione delle zone destinate all espansione dell aggregato urbano e la determinazione dei vincoli e dei caratteri da osservare in ciascuna zona; le aree destinate a formare spazi di uso pubblico o sottoposte a speciali servitù; le aree da destinare ad edifici pubblici o di uso pubblico nonché ad opere ed impianti di interesse collettivo o sociale; i vincoli da osservare nelle zone a carattere storico, ambientale, paesistico; le norme per l attuazione del piano

47 La famiglia dei piani particolareggiati esecutivi Quali piani particolareggiati per quali parti di città? Ppe Peep Piano particolareggiato esecutivo Piano per l edilizia economica e popolare L. 1150/42 Norma la progettazione specifica di porzioni di città da edificare o parzialmente edificate L. 167/62 Norma la progettazione dei quartieri di edilizia economica e popolare Pdl Piano di lottizzazione L. 765/67 Norma la realizzazione di lottizzazioni da parte dei privati anche in regime di convenzione o sovvenzione da parte di soggetti pubblici Pip Piano per insediamenti produttivi L. 865/71 Norma la realizzazione di insediamenti produttivi e artigianali Pdr Piano di recupero L. 457/78 Norma il recupero dell esistente anche in termini di aree storiche e centri storici

48 MODELLO GERARCHICO DELLA STRUMENTAZIONE URBANISTICA TRADIZIONALE (2) PROBLEMATICHE Mancanza di approccio strategico Mancanza di partecipazione democratica Eccessiva rigidità e burocraticità del processo Lentezza della procedura di formazione e approvazione Sfasamento di contenuti e di tempi tra le azioni condotte a differenti livelli gerarchici Conflitti di competenze tra enti preposti al controllo di stessi ambiti territoriali.

L ATTUAZIONE DEL PIANO

L ATTUAZIONE DEL PIANO L ATTUAZIONE DEL PIANO La disciplina urbanistica s interessa in genere della trasformazione e dell assetto del territorio e si attua a mezzo di piani che ne regolano e coordinano le attività sia sotto

Dettagli

Le fasi di formazione della pianificazione comunale. Legge del 1865 «Sulle espropriazioni per pubblica utilità»

Le fasi di formazione della pianificazione comunale. Legge del 1865 «Sulle espropriazioni per pubblica utilità» Le fasi di formazione della pianificazione comunale Legge del 1865 «Sulle espropriazioni per pubblica utilità» Piano regolatore del nucleo urbano esistente; piano regolatore di ampliamento; norme per l

Dettagli

ABATE, Riqualificazione centro storico di Casaluce

ABATE, Riqualificazione centro storico di Casaluce ABATE, Riqualificazione centro storico di Casaluce CARUSONE, Riqualificazione Piazza Marconi ad Aversa Chianese, Piano di Recupero centro storico di Carinaro CORVINO, Riqualificazione centro storico di

Dettagli

LEGGE 5 agosto 1978, n. 457 Norme per l'edilizia residenziale. Vigente al:

LEGGE 5 agosto 1978, n. 457 Norme per l'edilizia residenziale. Vigente al: LEGGE 5 agosto 1978, n. 457 Norme per l'edilizia residenziale. Vigente al: 8-11-2012 Titolo I PIANO DECENNALE PER L'EDILIZIA RESIDENZIALE ORGANI E FUNZIONI La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica

Dettagli

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 6 giugno 2001, n Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 6 giugno 2001, n Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 6 giugno 2001, n. 380 Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia Art. 3 (L) Definizioni degli interventi edilizi (legge 5 agosto

Dettagli

PIANO REGOLATORE GENERALE

PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNE DI PADOVA SETTORE PIANIFICAZIONE URBANISTICA PIANO REGOLATORE GENERALE VARIANTE AL P.R.G. PER LA RIDEFINIZIONE DEL SISTEMA DEI SERVIZI E DELLE NORME (REVOCA PARZIALE E NUOVA ADOZIONE PARZIALE) Allegato

Dettagli

Urbanistica in Sardegna

Urbanistica in Sardegna Urbanistica in Sardegna Legge Regionale 22 dicembre 1989, n. 45 Norme per l'uso e la tutela del territorio regionale Definisce gli strumenti e livelli della pianificazione territoriale a livello Regionale,

Dettagli

DIRITTO URBANISTICO A.A. 2016/2017

DIRITTO URBANISTICO A.A. 2016/2017 DIRITTO URBANISTICO A.A. 2016/2017 Legge 17 agosto 1942, n. 1150 LEGGE URBANISTICA NAZIONALE Legge 17 agosto 1942 n. 1150 Definitiva ancora oggi principale riferimento legislativo in materia di urbanistica

Dettagli

Limiti e obblighi nel piano regolatore generale

Limiti e obblighi nel piano regolatore generale Corso di laurea in Architettura quinquennale Fondamenti di Urbanistica - a.a. 2010-11 prof. Carlo Natali 22 novembre 2010 Limiti e obblighi nel piano regolatore generale Definizioni e parametri urbanistici

Dettagli

COMUNE DI MARCELLINA (Prov. di Roma)

COMUNE DI MARCELLINA (Prov. di Roma) COMUNE DI MARCELLINA (Prov. di Roma) Piazza C. Battisti, 14-00010 Marcellina Rm tel. 0774/427037 fax 0774/426075 Cod. Fisc. 86002050580 Partita IVA 02146041005 COSTO DI COSTRUZIONE ONERI CONCESSORI Diritti

Dettagli

GALLIPOLI. Problemi / Quesiti

GALLIPOLI. Problemi / Quesiti GALLIPOLI Tipo di piano urbanistico PRG Cartografia di riferimento Cartografia di riferimento: cartografia vettoriale georeferenziata fornita dall UT del Comune di Gallipoli Formato file.shp (shapefile)

Dettagli

Piano Attuativo di Iniziativa Privata

Piano Attuativo di Iniziativa Privata Comune di Pisa Piano Attuativo di Iniziativa Privata Variante al Regolamento Urbanistico- Scheda Norma n. 06.1 Cisanello - area filtro verde - area agricola S. Michele - comparto 3 N o r m e T e c n i

Dettagli

Fondamenti di diritto urbanistico L'attuazione delle previsioni di PRG : Contenuti specifici degli strumenti urbanistici Il Piano di Recupero

Fondamenti di diritto urbanistico L'attuazione delle previsioni di PRG : Contenuti specifici degli strumenti urbanistici Il Piano di Recupero Università di Pisa Facoltà di Ingegneria AA 2014/2015 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Luisa Santini TECNICA URBANISTICA I Fondamenti di diritto urbanistico L'attuazione delle previsioni

Dettagli

4 - LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA ATTUATIVA

4 - LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA ATTUATIVA 4 - LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA ATTUATIVA A - Rapporto tra il P.R.G. ed i Piani Attuativi Introduzione Legge n 1150/1942 Gli strumenti urbanistici Piani Generali Piani Attuativi Piano Territoriale di

Dettagli

LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COME SI PUO DEFINIRE L URBANISTICA? E una disciplina che si interessa dell uso e dello sviluppo del territorio

LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COME SI PUO DEFINIRE L URBANISTICA? E una disciplina che si interessa dell uso e dello sviluppo del territorio LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COME SI PUO DEFINIRE L URBANISTICA? E una disciplina che si interessa dell uso e dello sviluppo del territorio L URBANISTICA E UNA SCIENZA? E una scienza nelle misura in cui

Dettagli

Borgo Santa Caterina - SCHEDA

Borgo Santa Caterina - SCHEDA Borgo Santa Caterina - SCHEDA 695021028 Inventario dei Beni Culturali e Ambientali Scheda n 150116 DATI GENERALI Data rilievo: 19/06/2008 Località: Indirizzo: Indirizzo: Indirizzo: Foto aerea Borgo Santa

Dettagli

D.M. 2 aprile 1968, n (1). Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti

D.M. 2 aprile 1968, n (1). Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti Dm 1444 del 2.4.1968 Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici

Dettagli

LIVELLI DI PIANIFICAZIONE E TIPI DI PIANO

LIVELLI DI PIANIFICAZIONE E TIPI DI PIANO LIVELLI DI PIANIFICAZIONE E TIPI DI PIANO Legge n. 1150/1942 Legge urbanistica fondamentale D.P.R. n. 616/1977 In attuazione della Legge n. 382/1975 Legge di delega alle Regioni delle funzioni legislative

Dettagli

PIANO URBANISTICO ESECUTIVO DEL COMPARTO 5 DEL P.R.G.C. DI MOLFETTA SUB-COMPARTO B DI EDILIZIA PRIVATA NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE -

PIANO URBANISTICO ESECUTIVO DEL COMPARTO 5 DEL P.R.G.C. DI MOLFETTA SUB-COMPARTO B DI EDILIZIA PRIVATA NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE - PIANO URBANISTICO ESECUTIVO DEL COMPARTO 5 DEL P.R.G.C. DI MOLFETTA SUB-COMPARTO B DI EDILIZIA PRIVATA NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE - ART. 1 Le presenti norme integrano e si coordinano con quelle previste

Dettagli

Unità locale dei servizi n... c. altitudine: capoluogo. max min

Unità locale dei servizi n... c. altitudine: capoluogo. max min FORMAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE Scheda quantitativa dei dati urbani (art. 14, 1 comma, punto 2, l.r. 56/1977) COMUNE DI VIGNONE Localizzazione amministrativa Localizzazione geografica Provincia

Dettagli

DECRETO MINISTERIALE 2 APRILE 1968, N. 1444

DECRETO MINISTERIALE 2 APRILE 1968, N. 1444 DECRETO MINISTERIALE 2 APRILE 1968, N. 1444 LIMITI INDEROGABILI DI DENSITÀ EDILIZIA, DI ALTEZZA, DI DISTANZA FRA I FABBRICATI E RAPPORTI MASSIMI TRA SPAZI DESTINATI AGLI INSEDIAMENTI RESIDENZIALI E PRODUTTIVI

Dettagli

Corso di Tecnica Urbanistica, anno accademico La pianificazione attuativa_ I piani di lottizzazione

Corso di Tecnica Urbanistica, anno accademico La pianificazione attuativa_ I piani di lottizzazione Corso di Tecnica Urbanistica, anno accademico 2013-2014 La pianificazione attuativa_ I piani di lottizzazione Cheti Pira Dipartimento Ingegneria di Ingegneria civile, ambientale e architettura Università

Dettagli

Il Piano degli Insediamenti Produttivi PIP

Il Piano degli Insediamenti Produttivi PIP Università di Pisa Facoltà di Ingegneria AA 2014/2015 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Luisa Santini TECNICA URBANISTICA I Fondamenti di diritto urbanistico Fondamenti di diritto urbanistico

Dettagli

COMUNE DI LIMONE PIEMONTE. Regolamento per la esecuzione diretta delle opere di urbanizzazione a scomputo degli oneri di urbanizzazione

COMUNE DI LIMONE PIEMONTE. Regolamento per la esecuzione diretta delle opere di urbanizzazione a scomputo degli oneri di urbanizzazione COMUNE DI LIMONE PIEMONTE Regolamento per la esecuzione diretta delle opere di urbanizzazione a scomputo degli oneri di urbanizzazione Approvato con deliberazione del C.C. n. 85 del 18-11-2008 OPERE DI

Dettagli

Norme Tecniche di Attuazione

Norme Tecniche di Attuazione B VARIANTE PARZIALE AL PIANO REGOLATORE GENERALE PARTE STRUTTURALE E OPERATIVA DEL COMUNE DI SAN GEMINI Norme Tecniche di Attuazione Progettisti: Ufficio Tecnico Comunale del Comune di San Gemini Arch.

Dettagli

COMUNE DI ACQUI TERME Provincia di Alessandria AREA CON DESTINAZIONE RESIDENZIALE EX CASEIFICIO MERLO

COMUNE DI ACQUI TERME Provincia di Alessandria AREA CON DESTINAZIONE RESIDENZIALE EX CASEIFICIO MERLO AREA CON DESTINAZIONE RESIDENZIALE EX CASEIFICIO MERLO GENNAIO 2009 AREA CON DESTINAZIONE RESIDENZIALE EX CASEIFICIO MERLO LOCALIZZAZIONE AREA STRADARIO DI ACQUI TERME Area con destinazione residenziale

Dettagli

Comune di CASALVECCHIO DI PUGLIA

Comune di CASALVECCHIO DI PUGLIA Comune di CASALVECCHIO DI PUGLIA 71030 Provincia di FOGGIA IMU - IMPOSTA MUNICIPALE PROPRIA Valutazione suoli ricadenti nelle zone omogenee del P.R.G. del Comune di Casalvecchio di Puglia ACCERTAMENTO

Dettagli

ART. 17 bis - Ambito di trasformazione Accordo di Programma Alfa Romeo 2015

ART. 17 bis - Ambito di trasformazione Accordo di Programma Alfa Romeo 2015 PARTICOM UNO SPA OMISSIS ART. 17 bis - Ambito di trasformazione Accordo di Programma Alfa Romeo 2015 L ambito comprende le aree per la riqualificazione e la reindustrializzazione dell insediamento ex Alfa

Dettagli

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE COMUNE DI CIVITELLA IN VAL DI CHIANA LOCALITA VICIOMAGGIO VIA DELL OLMO PIANO ATTUATIVO N. 163 PER LA REALIZZAZIONE DI UN EDIFICIO ABITATIVO PLURIFAMILIARE E CONTESTUALI OPERE DI SISTEMAZIONE ESTERNA NORME

Dettagli

Tecniche di progettazione urbana

Tecniche di progettazione urbana idea compositiva concetti di base aspetti comuni dei piani urbanistici intensità dell uso del suolo sistema dei tracciati modalità di uso del suolo vie di comunicazione Tecniche di progettazione urbana

Dettagli

Nuovo Piano Casa Regionale

Nuovo Piano Casa Regionale Nuovo Piano Casa Regionale Legge 11 agosto 2009 n. 21, come modificata dalle leggi 13 agosto 2011 nn. 10 e 12 Settembre 2011 AMBITO DI APPLICAZIONE (Art. 2) La Legge si applica agli edifici: Legittimamente

Dettagli

PdZ 20 PONTE DI NONA OCTIES

PdZ 20 PONTE DI NONA OCTIES maggio 2011 PdZ 20 PONTE DI NONA OCTIES Indice 1 Oggetto della Variante 2 Descrizione delle aree oggetto di variante 3 Dimensionamento del piano 1 Oggetto della Variante La Variante octies al Piano di

Dettagli

Piano esecutivo per il recupero urbanistico del nucleo di edilizia ex abusiva n Pian Saccoccia

Piano esecutivo per il recupero urbanistico del nucleo di edilizia ex abusiva n Pian Saccoccia Piano esecutivo per il recupero urbanistico del nucleo di edilizia ex abusiva n. 19.11 Pian Saccoccia La manovra di recupero dei nuclei di edilizia ex abusiva L Amministrazione di Roma Capitale, fin dalla

Dettagli

RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA

RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA Norme tecniche per l attuazione del Piano di Lottizzazione La seguente relazione ha lo scopo di delineare le norme tecniche, per l attuazione del Piano di Lottizzazione,

Dettagli

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Art. 1 - Finalità Le presenti norme hanno lo scopo di definire la disciplina degli interventi per l'attuazione del piano particolareggiato convenzionato di iniziativa privata,

Dettagli

Regione Lazio. Leggi Regionali

Regione Lazio. Leggi Regionali 12/08/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 64 Pag. 10 di 300 Regione Lazio Leggi Regionali Legge Regionale 8 agosto 2014, n. 8 Modifiche alle leggi regionali 6 luglio 1998, n. 24 (Pianificazione

Dettagli

TORINO Via Bistagno, 10. Palazzo uffici

TORINO Via Bistagno, 10. Palazzo uffici TORINO Via Bistagno, 10 Palazzo uffici Aprile 2013 Localizzazione 2 Descrizione Il complesso immobiliare occupa un intero isolato, di forma romboidale, delimitato a nord-est da Via Monbasiglio, a est da

Dettagli

Zona destinata a insediamenti produttivi artigianali e di attrezzature commerciali e ricettive alberghiere nonché attività produzione servizi.

Zona destinata a insediamenti produttivi artigianali e di attrezzature commerciali e ricettive alberghiere nonché attività produzione servizi. VARIANTE ALL ART.13 (zona omogenea D1-Insediamenti Produttivi), ART.14(zona omogenea D2-Insediamenti Produttivi), ART.16(zona omogenea F - Attrezzature Pubbliche di interesse Comprensoriale), ART.17(zona

Dettagli

STUDIO TECNICO DI INGEGNERIA Ing. Andrea Dessi SOMMARIO

STUDIO TECNICO DI INGEGNERIA Ing. Andrea Dessi SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO Sommario 1 Norme di attuazione 2 Art. - I Finalità 2 Art. - II Strumento d attuazione del piano urbanistico comunale 2 Art. - III Disposizioni generali 2 Art. - IV Norme di edificabilità

Dettagli

Provincia Autonoma di Trento. Comune di CANAL SAN BOVO

Provincia Autonoma di Trento. Comune di CANAL SAN BOVO Provincia Autonoma di Trento Comune di CANAL SAN BOVO REGOLAMENTO PER L APPLICAZIONE DEL CONTRIBUTO DI CONCESSIONE Legge provinciale 04 marzo 2008 nr. 01 1 INDICE Art. 1 - Ambito di applicazione pag. 3

Dettagli

Capitolo 10. Stima delle aree fabbricabili

Capitolo 10. Stima delle aree fabbricabili Capitolo 10 Stima delle aree fabbricabili 10.1 Stima delle aree fabbricabili Per area edificabile (o fabbricabile) si intende una porzione di terreno atta alla costruzione di un fabbricato civile o industriale.

Dettagli

Comune di Lonate Ceppino Servizi Urbanistici

Comune di Lonate Ceppino Servizi Urbanistici Comune di Lonate Ceppino Servizi Urbanistici RICHIESTA DI PERMESSO DI COSTRUIRE PRATICA EDILIZIA n. INTESTATA A Parte riservata all ufficio I sottoscritt 1) nato/a a prov. il residente in via/p.zza n.

Dettagli

Il/La sottoscritto/a nato/a a il tel. e- mail residente a in DICHIARA SEZIONE FOGLIO MAPP./PART. SUB. CATEGORIA RENDITA

Il/La sottoscritto/a nato/a a il tel. e- mail residente a in DICHIARA SEZIONE FOGLIO MAPP./PART. SUB. CATEGORIA RENDITA Al Comune di Brugnera Ufficio Tributi AUTOCERTIFICAZIONI FABBRICATI INAGIBILI ED INABITABILI PER RIDUZIONE AI FINI I.M.U. DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DELL ATTO DI NOTORIETA Ai sensi dell art. 47 del D.P.R.

Dettagli

PdZ C22 CASALE NEI QUINQUIES

PdZ C22 CASALE NEI QUINQUIES maggio 2011 PdZ C22 CASALE NEI QUINQUIES Indice 1 Oggetto della Variante 2 Descrizione delle aree oggetto di variante 3 Dimensionamento del piano 1 Oggetto della Variante La Variante quinquies al Piano

Dettagli

PdZ D5 ROMANINA QUATER

PdZ D5 ROMANINA QUATER maggio 2011 PdZ D5 ROMANINA QUATER Indice 1 Oggetto della Variante 2 Descrizione delle aree oggetto di variante 3 Dimensionamento del piano 1 Oggetto della Variante La Variante quater al Piano di Zona

Dettagli

Fiscal News La circolare di aggiornamento professionale

Fiscal News La circolare di aggiornamento professionale Fiscal News La circolare di aggiornamento professionale N. 259 29.09.2014 Decreto Sblocca Italia: stop alla DIA Via libera agli interventi di ristrutturazione in casa propria Categoria: Contribuenti Sottocategoria:

Dettagli

Legge regionale 6 maggio 1985 n. 52 (B.U.R. 19/1985) Norme in materia di controllo dell'attività edilizia urbanistica. Sanzioni e recupero delle

Legge regionale 6 maggio 1985 n. 52 (B.U.R. 19/1985) Norme in materia di controllo dell'attività edilizia urbanistica. Sanzioni e recupero delle Legge regionale 6 maggio 1985 n. 52 (B.U.R. 19/1985) Norme in materia di controllo dell'attività edilizia urbanistica. Sanzioni e recupero delle opere abusive. (1) Art. 1 - Oggetto. Le disposizioni di

Dettagli

PGT del Comune di Verrua Po AMBITI DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO RESIDENZIALE E PARTE I. RIEPILOGO SCHEDE DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO:...

PGT del Comune di Verrua Po AMBITI DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO RESIDENZIALE E PARTE I. RIEPILOGO SCHEDE DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO:... 1 SCHEDA AU_03_18175.pdf COMUNE DI VERRUA PO PROVINCIA DI PAVIA PGT TESSUTO URBANO CONSOLIDATO AMBITI DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO RESIDENZIALE INDICE PARTE I. RIEPILOGO SCHEDE DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO:...

Dettagli

- Comparto D2.7 A - Comparto D2.7 B - Piano Particolareggiato 4

- Comparto D2.7 A - Comparto D2.7 B - Piano Particolareggiato 4 La VARIANTE interessa i seguenti Comparti: - Comparto D2.7 A - Comparto D2.7 B - Piano Particolareggiato 4 Per questi comparti è prevista la modifica sia della parte di testo che della parte grafica. Si

Dettagli

Corso di Tecnica Urbanistica, anno accademico Tecniche della pianificazione

Corso di Tecnica Urbanistica, anno accademico Tecniche della pianificazione Corso di Tecnica Urbanistica, anno accademico 2013-2014 Tecniche della pianificazione Cheti Pira Dipartimento Ingegneria di Ingegneria civile, ambientale e architettura Università degli Studi di Cagliari

Dettagli

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE ROMA CAPITALE Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica Direzione Programmazione e Pianificazione del Territorio U.O. Programmazione degli Interventi di Trasformazione Urbana MUNICIPIO XIX PROGRAMMA

Dettagli

Manutenzione ordinaria:

Manutenzione ordinaria: Manutenzione ordinaria: 1 opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione di finiture degli edifici e necessarie a integrare o mantenere in efficienza gli impianti esistenti. edilizia libera DPR 380/2001,

Dettagli

RISOLUZIONE N. 41/E. Con istanza d interpello formulata ai sensi dell art. 11 della legge 27 luglio 2000, n. 212, è stato chiesto posto il seguente:

RISOLUZIONE N. 41/E. Con istanza d interpello formulata ai sensi dell art. 11 della legge 27 luglio 2000, n. 212, è stato chiesto posto il seguente: RISOLUZIONE N. 41/E Roma, 17 febbraio 2009 Direzione Centrale Normativa e Contenzioso OGGETTO: Istanza di interpello - Art. 11 Legge 27 luglio 2000, n. 212 - nn. 127-septies e 127 quaterdecies, Tab. A,

Dettagli

QUADRO SINOTTICO DEGLI INTERVENTI

QUADRO SINOTTICO DEGLI INTERVENTI COMUNE DI BRESCIA SETTORE SPORTELLO UNICO DELL EDILIZIA Legge regionale 13 marzo 2012 - n. 4 Norme per la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e altre disposizioni in materia urbanistico edilizia

Dettagli

VARIANTE PARZIALE P.R.G. RELATIVA P.I.I. CANONICA (art L.R. N. 12/2005)

VARIANTE PARZIALE P.R.G. RELATIVA P.I.I. CANONICA (art L.R. N. 12/2005) COMUNE DI TRIUGGIO (MILANO) VARIANTE PARZIALE P.R.G. RELATIVA P.I.I. CANONICA (art. 25 - L.R. N. 12/2005) DOC. N 1 - DELIBERAZIONE DI ADOZIONE E APPROVAZIONE DOC. N 2 - AZZONAMENTO VIGENTE - INDIVIDUAZIONE

Dettagli

AUTOSTRADE // per l ITALIA S.p.A. A14 BOLOGNA BARI TARANTO Tratto: Vasto Sud Termoli

AUTOSTRADE // per l ITALIA S.p.A. A14 BOLOGNA BARI TARANTO Tratto: Vasto Sud Termoli AUTOSTRADE // per l ITALIA S.p.A. A14 BOLOGNA BARI TARANTO Tratto: Vasto Sud Termoli Realizzazione di una bretella autostradale in località Petacciato tra il Km 461+938 e il Km 463+576 (viadotti Cacchione

Dettagli

di cui alla Convenzione con l Unione dei Comuni Valli e Delizie e con il Comune di Argenta del Rep., con la quale sono stati stabiliti

di cui alla Convenzione con l Unione dei Comuni Valli e Delizie e con il Comune di Argenta del Rep., con la quale sono stati stabiliti NORME TECNICHE EDIFICATORIE Art. 1 Ambito di applicazione Le presenti norme si applicano all interno di un ambito per nuovi insediamenti urbani (ANS1) destinato prevalentemente alla funzione residenziale

Dettagli

Legge 6 agosto 1967, n. 765 (c.d. legge Ponte) (in

Legge 6 agosto 1967, n. 765 (c.d. legge Ponte) (in Legge 6 agosto 1967, n. 765 (c.d. legge Ponte) (in G.U. 31 agosto 1967, n. 218) Modifiche ed interventi alla legge urbanistica 17 agosto 1942, n. 1150 (Vedi, ora, legge 28 gennaio 1977, n. 10) Legge 28

Dettagli

d o t t. S a l m a s o i n g. L o r e n z o d o t t. S a l m a s o i n g. P i e r v i t t o r i o B o r t o l o t t o g e o m.

d o t t. S a l m a s o i n g. L o r e n z o d o t t. S a l m a s o i n g. P i e r v i t t o r i o B o r t o l o t t o g e o m. studio SALMASO & ASSOCIATI d o t t. S a l m a s o i n g. L o r e n z o d o t t. S a l m a s o i n g. P i e r v i t t o r i o B o r t o l o t t o g e o m. G i a n p a o l o COMUNE DI FOSSÒ PROVINCIA DI

Dettagli

Le aree per i servizi e le attrezzature collettive riguardano:

Le aree per i servizi e le attrezzature collettive riguardano: Art. 19 - Zone per i servizi e le attrezzature collettive e di interesse generale Le aree per i servizi e le attrezzature collettive riguardano: 1) zona a verde pubblico urbano, di quartiere, attrezzato

Dettagli

REGIONE CAMPANIA. Legge regionale n. 19 del 28 dicembre 2009

REGIONE CAMPANIA. Legge regionale n. 19 del 28 dicembre 2009 REGIONE CAMPANIA Legge regionale n. 19 del 28 dicembre 2009 v. anche legge regionale n. 1 del 5 gennaio 2011; DGR n. 145 del 12 aprile 2011 (Linee guida per la valutazione della sostenibilità energetica

Dettagli

COMUNE DI OLBIA Provincia di Sassari RELAZIONE ILLUSTRATIVA

COMUNE DI OLBIA Provincia di Sassari RELAZIONE ILLUSTRATIVA COMUNE DI OLBIA Provincia di Sassari RELAZIONE ILLUSTRATIVA 0 RELAZIONE A seguito delle recenti sentenze del TAR che hanno annullato il PDF approvato con decreto Regionale 1150/u del 17.7.87 e ogni altro

Dettagli

PROROGA DELLA DETRAZIONE PER L ACQUISTO DI IMMOBILI RISTRUTTURATI DA IMPRESE COSTRUTTRICI E DA COOPERATIVE EDILIZIE

PROROGA DELLA DETRAZIONE PER L ACQUISTO DI IMMOBILI RISTRUTTURATI DA IMPRESE COSTRUTTRICI E DA COOPERATIVE EDILIZIE PROROGA DELLA DETRAZIONE PER L ACQUISTO DI IMMOBILI RISTRUTTURATI DA IMPRESE COSTRUTTRICI E DA COOPERATIVE EDILIZIE Art. 2 Legge 23 dicembre 2009 n. 191 comma 10 LA LEGGE FINANZIARIA PER IL 2010 PREVEDE

Dettagli

prof. arch. Giuseppe Guida

prof. arch. Giuseppe Guida Le Società di Trasformazione Urbana Le società di trasformazione urbana (STU) sono state introdotte nel nostro ordinamento dall'art. 17, comma 59, della legge n. 127/97 (la cosiddetta Bassanini-bis ) e

Dettagli

COMUNE DI MODENA PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO

COMUNE DI MODENA PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO COMUNE DI MODENA 2003DI INTERVENTO PROGRAMMA INTEGRATO Tav. N PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO VIA EMILIA EST PEEP N 9 RELAZIONE ILLUSTRATIVA E PREVISIONE DI SPESA Adottato con Del. di C.C. n. 71 del

Dettagli

COMUNE DI RIMINI CF/P.IVA

COMUNE DI RIMINI CF/P.IVA COMUNE DI RIMINI CF/P.IVA 00304260409 DIREZIONE PIANIFICAZIONE E GESTIONE TERRITORIALE Settore Pianificazione Attuativa ed Edilizia Residenziale Pubblica U.O. Piani Attuativi Privati NORME TECNICHE DI

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 22 DEL 26-06-1997 REGIONE LAZIO

LEGGE REGIONALE N. 22 DEL 26-06-1997 REGIONE LAZIO LEGGE REGIONALE N. 22 DEL 26-06-1997 REGIONE LAZIO Norme in materia di programmi integrati di intervento per la riqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale del Territorio della Regione. Fonte:

Dettagli

Scia 2: i titoli edilizi e i procedimenti per ogni tipologia di intervento

Scia 2: i titoli edilizi e i procedimenti per ogni tipologia di intervento Scia 2: i titoli edilizi e i procedimenti per ogni tipologia di intervento Nel Decreto di prossima pubblicazione una tabella riassume le procedure da seguire, gli adempimenti successivi e la nuova disciplina

Dettagli

Il suolo è una risorsa limitata e irriproducibile,e la sua possibilità d uso è attestata ufficialmente dal Certificato di Destinazione Urbanistica

Il suolo è una risorsa limitata e irriproducibile,e la sua possibilità d uso è attestata ufficialmente dal Certificato di Destinazione Urbanistica Il suolo è una risorsa limitata e irriproducibile,e la sua possibilità d uso è attestata ufficialmente dal Certificato di Destinazione Urbanistica (CDU) rilasciato dal Comune. CLASSIFICAZIONE D USO Aree

Dettagli

Norme Tecniche Operative Variante adeguata alla D.C.C. n. 12 del 02/05/2013

Norme Tecniche Operative Variante adeguata alla D.C.C. n. 12 del 02/05/2013 Norme Tecniche Operative Variante adeguata alla D.C.C. n. 12 del 02/05/2013 1 Maggio 2013 I N D I C E (in rosso gli articoli e gli allegati variati o aggiunti) ART. 1 - DEFINIZIONE ED AMBITO DI APPLICAZIONE

Dettagli

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DELIBERA C.C. N. 22 DEL 03/11/2009. Piano delle Regole

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DELIBERA C.C. N. 22 DEL 03/11/2009. Piano delle Regole COMUNE di TAVERNOLE S/MELLA Provincia di Brescia PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DELIBERA C.C. N. 22 DEL 03/11/2009 VARIANTE 2011 Piano delle Regole Estratto Norme tecniche di attuazione modificate a seguito

Dettagli

Popolazione turistica (media annua) === === === === ===

Popolazione turistica (media annua) === === === === === Regione Piemonte Dipartimento 2 : Organizzazione del Territorio Assessorato alla Pianificazione e Gestione Urbanistica (Art. 1,1 comma, lettera 2, c della Legge Regionale n. 56 del 5-12-1977) COMUNE DI

Dettagli

Atto rilasciato dal Comune per regolarizzare opere edilizie eseguite in assenza o in difformità da titolo abilitativo.

Atto rilasciato dal Comune per regolarizzare opere edilizie eseguite in assenza o in difformità da titolo abilitativo. Atto rilasciato dal Comune per regolarizzare opere edilizie eseguite in assenza o in difformità da titolo abilitativo. Come fare la richiesta Per richiedere l'accertamento di conformità è necessario essere

Dettagli

ROMA CAPITALE. Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica Direzione Programmazione e Pianificazione del Territorio MUNICIPIO XVI

ROMA CAPITALE. Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica Direzione Programmazione e Pianificazione del Territorio MUNICIPIO XVI ROMA CAPITALE Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica Direzione Programmazione e Pianificazione del Territorio MUNICIPIO XVI PIANO DI RECUPERO DI UN COMPLESSO IMMOBILIARE SITO IN ROMA, VICOLO

Dettagli

CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE TECNICA URBANISTICA

CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE TECNICA URBANISTICA 1 UNIVERSITÀ DI PISA FACOLTÀ DI INGEGNERIA AA 2003/2004 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE TECNICA URBANISTICA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE, DELL'AMBIENTE E DEL TERRITORIO INGEGNERIA DEL TERRITORIO

Dettagli

PIANO REGOLATORE GENERALE

PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNE DI PADOVA Settore Pianificazione Urbanistica PIANO REGOLATORE GENERALE VARIANTE adottata ai sensi della lettera l del 4 comma dell art.50 della L.R. 61/85 così come previsto dall art.48 della L.R.11/2004.

Dettagli

COMUNE DI SETTINGIANO

COMUNE DI SETTINGIANO COMUNE DI SETTINGIANO REGOLAMENTO COMUNALE PER LA CESSIONE DI AREE STANDARD Approvato dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 15 del 26/05/2009 Art. 1 Aspetti generali Al fine di assicurare una diversa

Dettagli

IreBuilding S.r.l.s. Sede operativa: Via Genova n , Pescara (PE) - Tel C.F., P.IVA e n. di iscrizione al registro delle

IreBuilding S.r.l.s. Sede operativa: Via Genova n , Pescara (PE) - Tel C.F., P.IVA e n. di iscrizione al registro delle C.F., P.IVA e n. di iscrizione al registro delle imprese di Pescara 02155990688 - email Irebuilding@gmail.com - email certificata Irebuilding@pec.it QUADRO A - INFORMAZIONI GENERALI a.1. - Descrizione

Dettagli

Laboratorio di Analisi e Pianificazione della città e del territorio Modulo: Pianificazione del territorio

Laboratorio di Analisi e Pianificazione della città e del territorio Modulo: Pianificazione del territorio Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Laboratorio di Analisi e Pianificazione della città e del territorio Modulo: Pianificazione del territorio prof. Maria Adele Teti Collaboratori: Arch

Dettagli

COMUNE DI POGGIO TORRIANA Provincia di Rimini

COMUNE DI POGGIO TORRIANA Provincia di Rimini ORIGINALE Seduta del 06/02/2014 n. 17 (CON POTERI SPETTANTI ALLA GIUNTA) Oggetto: AGGIORNAMENTO DEI DIRITTI DI SEGRETERIA PER PRATICHE, ATTI E CERTIFICAZIONI IN MATERIA DI EDILIZIA PRIVATA E URBANISTICA

Dettagli

Capitolo 10. Stima delle aree fabbricabili

Capitolo 10. Stima delle aree fabbricabili Capitolo 10 Stima delle aree fabbricabili 10.1 Stima delle aree fabbricabili Per area edificabile (o fabbricabile) si intende una porzione di terreno atta alla costruzione di un fabbricato civile o industriale.

Dettagli

Piano Casa Regione Lazio

Piano Casa Regione Lazio Legge Regionale 11 agosto 2009, n. 21 Piano Casa Regione Lazio Misure straordinarie per il settore edilizio ed interventi per l edilizia residenziale sociale 1 PRINCIPALI CONTENUTI: Interventi di ampliamento

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 36 DEL REGIONE LAZIO. Norme in materia di attività urbanistico - edilizia e snellimento delle procedure.

LEGGE REGIONALE N. 36 DEL REGIONE LAZIO. Norme in materia di attività urbanistico - edilizia e snellimento delle procedure. LEGGE REGIONALE N. 36 DEL 02-07-1987 REGIONE LAZIO Norme in materia di attività urbanistico - edilizia e snellimento delle procedure. Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO N. 20 del 20 luglio

Dettagli

TITOLO I - NORME GENERALI

TITOLO I - NORME GENERALI TITOLO I - NORME GENERALI - CAPO I - GENERALITÀ Art. 1 - Natura, scopi, contenuti e riferimenti del PRG pag. 1 Art. 2 - Modalità generali di attuazione, piani attuativi pag. 1 Art. 3 - Effetti e cogenza

Dettagli

ESTRATTI CARTOGRAFICI E ESTRATTO NORME TECNICHE E TABELLE TECNICHE PARAMETRICHE TAVOLA 02

ESTRATTI CARTOGRAFICI E ESTRATTO NORME TECNICHE E TABELLE TECNICHE PARAMETRICHE TAVOLA 02 Progettista via dell'autostrada n. 9 51019 Ponte Buggianese (PT) COMUNE DI ALTOPASCIO Provincia di Lucca VARIANTE PUNTUALE AL REGOLAMENTO URBANISTICO ai sensi dell'art.8 del DPR n.160/2010 e dell'art.

Dettagli

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE TAVOLA 1: NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Art. 1 - ELEMENTI COSTITUTIVI DEL PIANO PARTICOLAREGGIATO Sono elementi costitutivi del Piano Particolareggiato gli elaborati grafici e gli allegati qui di seguito

Dettagli

ZONE OMOGENEE "A" "B"

ZONE OMOGENEE A B TABELLA 2 INSEDIAMENTI RESIDENZIALI, DIREZIONALI E COMMERCIALI - ALBERGHI E PENSIONI ZONE OMOGENEE "A" "B" I.F.F. B1/b 5,00 3.045 6.530 B2 3,50 3.810 6.530 B3 3,50 3.810 6.530 B4 0,80 8.599 6.530 B5 4,00

Dettagli

Tipologie di intervento

Tipologie di intervento Tipologie di intervento 1. localizzazione dell unit unità oggetto dell intervento 2. individuazione del tipo di riferimento nelle Schede di Analisi 3. individuazione nelle Schede di Analisi della tipologia

Dettagli

Città di Pescara. Medaglia d oro al Merito Civile ALLEGATO A INDIRIZZI OPERATIVI LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 19 AGOSTO 2009

Città di Pescara. Medaglia d oro al Merito Civile ALLEGATO A INDIRIZZI OPERATIVI LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 19 AGOSTO 2009 Città di Pescara Medaglia d oro al Merito Civile ALLEGATO A INDIRIZZI OPERATIVI LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 19 AGOSTO 2009 1 ALLEGATO A INDIRIZZI OPERATIVI - LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 19 AGOSTO 2009 Art.

Dettagli

Piano Regolatore Generale

Piano Regolatore Generale Comune di San Giuliano Terme Provincia di Pisa Piano Regolatore Generale Regolamento Urbanistico ADEGUAMENTO AL 31 DICEMBRE 2009 - Piano Alienazioni e Valorizzazioni Immobiliari dell Ente Variante al Regolamento

Dettagli

TITOLO I - NORME GENERALI

TITOLO I - NORME GENERALI TITOLO I - NORME GENERALI - CAPO I - GENERALITÀ Art. 1 - Natura, scopi, contenuti e riferimenti del PRG pag. 1 Art. 2 - Modalità generali di attuazione, piani attuativi pag. 1 Art. 3 - Effetti e cogenza

Dettagli

NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO PER IL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA

NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO PER IL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA 1 NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO PER IL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA ADEGUATE ALLA DELIBERA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL ABRUZZO, N.122/2 IN DATA 30 DICEMBRE 2008, DI APPROVAZIONE DEL PIANO TITOLO I DISPOSIZIONI

Dettagli

L.R. 1/2005, art. 4, c. 96 B.U.R. 3/8/2005, n. 31. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 13 luglio 2005, n. 0230/Pres.

L.R. 1/2005, art. 4, c. 96 B.U.R. 3/8/2005, n. 31. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 13 luglio 2005, n. 0230/Pres. L.R. 1/2005, art. 4, c. 96 B.U.R. 3/8/2005, n. 31 DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 13 luglio 2005, n. 0230/Pres. Regolamento recante criteri e modalità per la concessione e l erogazione dei contributi

Dettagli

di pavimento residenziale (Slpr)

di pavimento residenziale (Slpr) Scheda n.4 «S. Andrea» SUB AMBITI 1. Descrizione L estensione complessiva dell ambito è di 51 ha, e interessa l area compresa tra le ultime abitazioni del quartiere Pescara, fin quasi al confine comunale

Dettagli

SOTTOZONA D5 - ZONA PER ATTIVITÀ COMMERCIALI E NUOVI. - per l ambito di P.L.4 inserito e modificato con Variante ex art.23/97

SOTTOZONA D5 - ZONA PER ATTIVITÀ COMMERCIALI E NUOVI. - per l ambito di P.L.4 inserito e modificato con Variante ex art.23/97 SOTTOZONA D5 - ZONA PER ATTIVITÀ COMMERCIALI E NUOVI INSEDIAMENTI MISTI PRODUTTIVI-COMMERCIALI. a.5.) - Destinazione: nella Sottozona D5 sono ammessi: - per l ambito di P.L.4 inserito e modificato con

Dettagli

COMUNE DI GAVORRANO. Provincia di Grosseto

COMUNE DI GAVORRANO. Provincia di Grosseto COMUNE DI GAVORRANO Provincia di Grosseto Variante al regolamento urbanistico per la zona D1 di San Giuseppe Variante al piano per insediamenti produttivi "San Giuseppe 2" e contestuale variante al regolamento

Dettagli

Circolare informativa 20/2014. ( a cura di Sara Razzi)

Circolare informativa 20/2014. ( a cura di Sara Razzi) Roma, 13 ottobre 2014 Circolare informativa 20/2014 ( a cura di Sara Razzi) CREDITO D IMPOSTA ALBERGHI Con la legge conversione del DL 83/2014, L. 29 luglio 2014 n. 106, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale

Dettagli

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

RELAZIONE ILLUSTRATIVA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA Provincia di Udine COMUNE SAN GIORGIO DI NOGARO PIANO PARTICOLAREGGIATO DI INIZIATIVA PRIVATA VARIANTE NON SOSTANZIALE DEL PAC (EX PRPC) DI INIZ. PUBBLICA DENOMINATO

Dettagli

Proposta di legge regionale

Proposta di legge regionale Proposta di legge regionale Disposizioni in materia di difesa dal rischio idraulico. Modifiche alla legge regionale 21 maggio 2012, n. 21 (Disposizioni urgenti in materia di difesa dal rischio idraulico

Dettagli

FORMAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE SCHEDA QUANTITATIVA DEI DATI URBANI (art. 14. C.1. punto 2, L.R. 56/77) VAIE (TO)

FORMAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE SCHEDA QUANTITATIVA DEI DATI URBANI (art. 14. C.1. punto 2, L.R. 56/77) VAIE (TO) FORMAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE SCHEDA QUANTITATIVA DEI DATI URBANI (art. 14. C.1. punto 2, L.R. 56/77) COMUNE DI LOCALIZZAZIONE AMMINISTRATIVA VAIE (TO) LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA provincia di

Dettagli