IL LAVORO E LA CRISI NELLE MARCHE VERSO IL PIANO DEL LAVORO

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Transcript:

IL LAVORO E LA CRISI NELLE MARCHE VERSO IL PIANO DEL LAVORO 1 2 3 4 5 6 7 8 OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE: III trimestre 2013 (fonte: ISTAT) CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI: dicembre 2013 (fonte: INPS) DISOCCUPAZIONE E MOBILITA : gennaio ottobre 2013 (fonte: INPS) LISTE DI MOBILITA : III trimestre 2013 (fonte: Regione Marche) AVVIAM. AL LAVORO E PRECARIETA : III trimestre 2013 (fonte: Regione Marche) LAVORO NERO E IRREGOLARE: 2012 (fonte: Direzione Regionale del Lavoro) TIROCINI FORMATIVI E APPRENDISTATO: 2012 (fonte: Regione Marche) LAVORATRICI MADRI E DIMISSIONI PER MATERNITA : 2012 (fonte: Direzione Regionale del Lavoro) DICEMBRE 2013

1_ OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE: III trimestre 2013 III TRIMESTRE 2013: ALTRI 20.000 OCCUPATI IN MENO IN UN ANNO E 67 MILA PERSONE IN CERCA DI LAVORO Prosegue l emergenza lavoro nelle Marche: sono 20.000 i posti di lavoro persi in un anno e 67.000 i disoccupati, con un tasso di disoccupazione al 9,6. E ancora allarmante il quadro occupazionale che emerge dai dati diffusi dall Istat ed elaborati dall IRES CGIL Marche, relativi al terzo trimestre del 2013. Nel periodo luglio settembre del 2013 il numero degli occupati è pari a 632 mila unità, ovvero, 20 mila in meno rispetto allo stesso periodo dell anno precedente ( 3,1). Un calo che interessa il lavoro autonomo ( 5,0, pari a 8 mila unità) e soprattutto quello dipendente ( 2,4, pari a 12 mila unità). Su quest ultimo fronte, il calo interessa in egual misura tutti i settori produttivi. L alto prezzo della crisi viene pagato sia dagli uomini, con 15 mila posti di lavoro persi ( 4,0) che dalle donne con 5 mila lavoratrici in meno ( 1,8). Aggravano il quadro i dati sulla disoccupazione con un tasso che passa al 9,6, ovvero, 1,6 punti percentuale in più rispetto allo stesso periodo del 2012. La disoccupazione femminile conferma un livello a due cifre con 10,7, mentre quella maschile si attesta sull 8,8. Coloro che cercano lavoro sono così 67 mila persone, ovvero 10 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2012, prevalentemente uomini. Particolarmente allarmante è il dato di coloro che cercano il lavoro dopo aver perso quello che avevano: 36.000 persone, 6.000 in più rispetto al III trimestre 2012 (+20,8). Preoccupa poi il numero ormai stabile di coloro che cercano lavoro per la prima volta: altre 12 mila persone che tentano inutilmente di entrare nel mercato del lavoro. Particolarmente elevato, e in continua crescita, il numero di coloro che da inattivi si stanno attivando per cercare un lavoro: ben 19 mila persone. Ai numeri di coloro che hanno perso il lavoro andrebbero aggiunti quelli che il lavoro rischiano di perderlo dichiara Daniela Barbaresi della Segreteria della CGIL Marche. Infatti, a questi dati andrebbero sommati quelli relativi al ricorso alla cassa integrazione; nei primi dieci mesi del 2013 sono già state chieste e autorizzate oltre 38 milioni di ore: quindi in soli 10 mesi dell anno sono già state superate le richieste dell intero 2012. Questo dato equivale al mancato lavoro di 25 mila lavoratori a tempo pieno. Per questo, ancora una volta, chiediamo con forza che il Governo rifinanzi adeguatamente gli ammortizzatori in deroga per coprire i fabbisogni del 2014 e soprattutto per chiudere urgentemente quelli del 2013 e consentire a tante piccole aziende marchigiane di non licenziare prima della fine dell anno. Ma sono necessarie anche diverse e chiare di politica economica a sostegno della crescita e della ripresa dell attività produttiva, nonché la riduzione delle tasse sul lavoro per consentire una maggiore capacità di spesa di lavoratori e pensionati. Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 2

Il Mercato del Lavoro nelle Marche nel III trimestre 2013 (elabor.ires CGIL Marche su dati ISTAT) Periodo di riferimento: III trimestre 2008 2009 2010 2011 2012 2013 13 12 13 08 Occupati 649.000 659.000 643.000 637.000 652.000 632.000 20.000 17.000 di cui donne 274.000 282.000 270.000 277.000 278.000 273.000 5.000 1.000 di cui lavoratori dipendenti 484.000 477.000 474.000 479.000 493.000 481.000 12.000 3.000 persone in cerca di occupazione di cui: 31.000 47.000 38.000 46.000 57.000 67.000 10.000 36.000 ex occupati 14.000 27.000 22.000 21.000 30.000 36.000 6.000 22.000 senza precedenti esperienze lavorative 8.000 9.000 5.000 12.000 12.000 12.000 0 4.000 ex inattivi 9.000 11.000 10.000 13.000 16.000 19.000 3.000 10.000 tasso di disoccupazione 4,5 6,6 5,5 6,7 8,0 9,6 1,6 5,1 tasso disoccupazione femminile 6,0 7,8 7,0 8,4 9,3 10,7 1,4 4,7 tasso disoccupazione giovanile (medie annuali) 22,6 15,5 23,8 28,6 12 Tasso disoccupazione - III trimestre 1993-2013 10 maschi femmine 8 6 4 2 0 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 tasso disocc. III trim. 2013 differenza III trim. 2012 Trentino A. A. 4,8 0,2 Veneto 6,5 0,2 Friuli V. G. 7,4 1,3 Lombardia 7,4 0,7 Emilia Romagna 7,5 1,1 Toscana 7,6 0,3 Valle D'Aosta 8,0 1,6 Liguria 8,6 1,1 Marche 9,6 1,6 Piemonte 9,8 1,2 Umbria 10,1 1,3 ITALIA 11,3 1,5 Abruzzo 11,8 2,3 Lazio 12,2 2,2 Basilicata 13,1 0,2 Molise 14,7 3,5 Sardegna 14,8 0,2 Puglia 19,2 5,4 Sicilia 19,7 3,3 Calabria 20,0 1,9 Campania 20,5 2,8 Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 3

2_ CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI: dicembre 2013 MARCHE: il 2013 si chiude con 47milioni di ore di CIG, il 22,6 in più rispetto al totale 2012 Le ore di CIG nel mese di dicembre ammontano a 3,2 milioni di cui 1,2 milioni di CIG ordinaria, 1,3 milioni di CIG straordinaria e 616mila di CIG in deroga. Nonostante la flessione rispetto al dicembre 2012 ( 12,4), il dato è molto critico dato che considerando il monte ore di CIG di tutto il 2013 si arriva a quasi 47 milioni, ben otto milioni di ore in più rispetto al 2012, pari ad un incremento del 22,6. La CIG complessiva nel 2013 risulta essere il doppio rispetto a quella del 2009. Di seguito le principali variazioni relative alle tre componenti della CIG. - Le ore di CIG ordinaria a dicembre sono 1,2ml, superiori a quelle di novembre (+44) e complessivamente inalterate rispetto al dicembre 2012 ( 0,1). Il dato più eclatante riguarda l incremento della CIG ordinaria a fine 2013: si passa dai 9,2 milioni di ore del 2012 ai 15,6 milioni di fine 2013, ossia +70. Le variazioni più consistenti: mobile +67 (1,7 ml a fine 2013), meccanica +121 (6,9 ml a fine 2013), chimica +38 (773mila a fine 2013). - Le ore di CIG straordinaria a dicembre sono pari ad 1,3ml, di poco inferiori al valore di novembre, come pure quelle complessive registrate a fine anno: 13,2ml nel 2013 e 13,8ml nel 2012. La CIG straordinaria diminuisce nei settori del mobile ( 32,7, 1,5ml di ore a fine 2013) e della meccanica ( 10,8, 6,2ml di ore a fine 2013). Un notevole incremento si registra nel settore chimico: +62,3 (1,1ml di ore a fine 2013). - Le ore di CIG in deroga a dicembre sono pari a 615mila, il 34 in meno rispetto a dicembre 2012. Considerando il totale annuo, la CIG in deroga aumenta di oltre due milioni di ore tra 2012 e 2013 (+18,8) con incrementi in tutti i settori principali: mobile +21,8 (1,7ml di ore a fine 2013), meccanica +17,8 (3,4ml di ore a fine 2013), chimica +18,4 (428mila ore a fine 2013), calzature +55,7 (2,3ml di ore a fine 2013). Si chiude un anno pesantissimo per la nostra regione e questi dati sulla cassa integrazione lo confermano dichiara Roberto Ghiselli, segretario generale Cgil Marche.Nel 2013 è cresciuta la disoccupazione, hanno chiuso centinaia di imprese ed altre hanno ridotto il personale. Realtà anche importanti della nostra economia hanno avuto questi problemi e la cronaca di questi giorni evidenzia come altre imprese ed altri lavoratori sono a rischio. Come abbiamo sostenuto più volte come sindacato, è necessario imprimere una svolta nelle politiche del Governo centrale, che anche con la recente legge di stabilità ha mancato un'occasione importante per sostenere la domanda interna, con la riduzione delle tasse a lavoratori e pensionati, e per aiutare le imprese che creano lavoro e che investono. Ma anche a livello regionale non ci siamo, per i ritardi, la poca incisività delle cose fatte e la mancanza di un coordinamento, e le ragioni della mobilitazione del sindacato, che sono state alla base della manifestazione del 14 dicembre scorso, rimangono ancora tutte valide. Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 4

Ore di CIG mensili: mese di DICEMBRE 2009 2013 MARCHE 2009 2010 2011 2012 2013 '13/'12 '13/'11 '13/'10 13/09 ordinaria 1.519.066 358.102 490.289 1.223.963 1.223.119 0,1 149,5 241,6 19,5 straordinaria 940.662 993.074 959.290 1.490.758 1.360.939 8,7 42 37,0 44,7 in deroga 274.924 701.793 698.170 939.117 615.688 34 11,8 12,3 124 TOTALE 2.734.652 2.052.969 2.147.749 3.653.838 3.199.746 12,43 49 55,86 17 AN 2009 2010 2011 2012 2013 '13/'12 '13/'11 '13/'10 13/09 ordinaria 371.045 113.589 136.345 724.264 704.132 2,78 416,43 519,89 89,77 straordinaria 278.575 352.461 491.729 753.420 788.732 4,69 60,40 123,78 183,13 in deroga 89.293 246.484 259.738 279.942 132.452 52,69 49,01 46,26 48,33 TOTALE 738.913 712.534 887.812 1.757.626 1.625.316 7,53 83,07 128,10 119,96 AP E FM 2009 2010 2011 2012 2013 '13/'12 '13/'11 '13/'10 13/09 ordinaria 232.590 110.807 97.144 203.204 144.827 28,73 49,08 30,70 37,73 straordinaria 210.511 265.398 187.997 183.590 80.836 55,97 57,00 69,54 61,60 in deroga 45.499 116.435 232.004 164.310 206.405 25,62 11,03 77,27 353,65 TOTALE 488.600 492.640 517.145 551.104 432.068 21,60 16,45 12,30 11,57 MC 2009 2010 2011 2012 2013 '13/'12 '13/'11 '13/'10 13/09 ordinaria 151.997 31.481 78.999 114.108 134.000 17,43 69,62 325,65 11,84 straordinaria 164.560 114.094 77.078 194.776 256.122 31,50 232 124 55,64 in deroga 41.021 114.513 123.497 178.346 83.489 53,19 32 27,09 104 TOTALE 357.578 260.088 279.574 487.230 473.611 2,80 69 82,10 32 PU 2009 2010 2011 2012 2013 '13/'12 '13/'11 '13/'10 13/09 ordinaria 763.434 102.225 177.801 182.387 240.160 31,68 35,07 134,93 68,54 straordinaria 287.016 261.121 202.486 358.972 235.249 34,47 16,18 9,91 18,04 in deroga 99.111 224.361 82.931 316.519 193.342 38,92 133,14 13,83 95,08 TOTALE 1.149.561 587.707 463.218 857.878 668.751 22,05 44,37 13,79 41,83 Ore di CIG annue MARCHE 2009 2010 2011 2012 2013 '13/'12 '13/'11 '13/'10 13/09 ordinaria 13.407.675 7.842.898 5.228.019 9.235.009 15.597.309 68,9 198,3 98,9 16,3 straordinaria 7.643.420 10.659.806 9.811.184 13.843.208 13.276.132 4,1 35,3 24,5 73,7 in deroga 2.148.980 18.812.507 12.594.616 15.107.027 17.946.942 18,8 42,5 4,6 735,1 TOTALE 23.200.075 37.315.211 27.633.819 38.185.244 46.820.383 22,6 69,4 25,5 101,8 AN 2009 2010 2011 2012 2013 '13/'12 '13/'11 '13/'10 13/09 ordinaria 4.642.122 3.146.366 2.029.525 3.999.198 9.452.830 136,37 365,77 200,44 103,63 straordinaria 3.187.938 4.447.018 4.563.778 6.686.923 6.465.376 3,31 41,67 45,39 102,81 in deroga 539.622 4.671.782 3.257.074 4.326.343 5.016.360 15,95 54,01 7,38 829,61 TOTALE 8.369.682 12.265.166 9.850.377 15.012.464 20.934.566 39,45 112,53 70,68 150,12 AP E FM 2009 2010 2011 2012 2013 '13/'12 '13/'11 '13/'10 13/09 ordinaria 2.370.516 1.283.931 1.010.817 1.983.024 2.258.871 13,91 123,47 75,93 4,71 straordinaria 1.736.822 2.044.660 1.247.497 1.632.812 1.468.486 10,06 17,71 28,18 15,45 in deroga 623.096 4.549.891 3.876.066 2.813.909 4.281.051 52,14 10,45 5,91 587,06 TOTALE 4.730.434 7.878.482 6.134.380 6.429.745 8.008.408 24,55 30,55 1,65 69,30 MC 2009 2010 2011 2012 2013 '13/'12 '13/'11 '13/'10 13/09 ordinaria 1.584.838 970.342 752.062 1.072.213 1.137.611 6,10 51,27 17,24 28,22 straordinaria 1.574.640 1.434.263 1.531.399 1.981.398 2.226.874 12,39 45,41 55,26 41,42 in deroga 358.765 3.459.763 1.976.343 3.406.162 3.399.889 0,18 72,03 1,73 848 TOTALE 3.518.243 5.864.368 4.259.804 6.459.773 6.764.374 4,72 58,80 15,35 92,27 PU 2009 2010 2011 2012 2013 '13/'12 '13/'11 '13/'10 13/09 ordinaria 4.810.199 2.442.259 1.435.615 2.180.574 2.747.997 26,02 91,42 12,52 42,87 straordinaria 1.144.020 2.733.865 2.468.510 3.542.075 3.115.396 12,05 26,21 13,96 172,32 in deroga 627.497 6.131.071 3.485.133 4.560.613 5.249.642 15,11 50,63 14,38 736,60 TOTALE 6.581.716 11.307.195 7.389.258 10.283.262 11.113.035 8,07 50,39 1,72 68,85 Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 5

3_ DISOCCUPAZIONE E MOBILITA : ottobre 2013 OLTRE 104MILA DOMANDE DI DISOCCUPAZIONE E MOBILITÀ NEI PRIMI DIECI MESI DEL 2013 Se il 2012 si è rivelato l anno peggiore dall inizio della crisi, giunti quasi alla fine del 2013 i segnali non sono confortanti. Da gennaio ad ottobre sono pervenute all INPS 104mila domande di disoccupazione, ASpI e mobilità, quasi 27mila in più rispetto allo stesso periodo del 2012. Le domande di indennità di disoccupazione ordinaria e ASpI ammontano a 62mila, +22,3 rispetto allo stesso periodo del 2012; 35mila sono le domande di indennità di disoccupazione a requisiti ridotti e mini ASpI, in aumento del 33. A coloro che perdono il lavoro a causa di licenziamenti individuali o per la scadenza del termine di contratto si aggiungono quelli che perdono il lavoro a seguito di licenziamenti collettivi, secondo la L.223/91. Nei primi dieci mesi del 2013 hanno richiesto l indennità di mobilità 7.042 lavoratori, ben mille e duecentonovanta in più rispetto allo stesso periodo del 2012, pari a +18,3. Rimane infine drammaticamente aperto il problema dei lavoratori licenziati da aziende fino a 15 dipendenti, non essendo stata prorogata nella Legge di Stabilità la possibilità per tali lavoratori di iscriversi nelle liste di mobilità non indennizzata previste dalla Legge 236/93, con sgravi contributivi per le aziende che li assumono: ciò penalizza ulteriormente lavoratori e imprese già pesantemente colpiti dalla crisi, rendendo ancora più difficili le assunzioni.. E un sistema produttivo frantumato dagli effetti della crisi e su cui gravano le conseguenze nefaste delle scelte normative degli ultimi anni. Per questo serve avviare un'opera di vera e propria ricostruzione alla quale la CGIL contribuirà con il suo Piano del Lavoro. Dal primo gennaio, vigono le nuove misure previste dalla L. 92/2012 (legge Fornero ), Aspi e MiniAspi. Per quanto riguarda quest ultima, se è positivo il fatto che venga erogata subito anziché l anno successivo, come avveniva per l indennità di disoccupazione a requisiti ridotti, la sua durata, pari alla metà delle settimane di contribuzione, determina un abbassamento sensibile degli importi percepiti dai lavoratori rispetto alla disoccupazione a requisiti ridotti (circa 20). Secondo la Cgil, penalizzazioni si scontano anche per la contribuzione figurativa, con l aggravante che ciò accade per i lavoratori precari e con lavori discontinui. Inoltre, il requisito di 13 settimane Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 6

di contribuzione, anziché 78 giornate, può escludere ulteriormente coloro che hanno periodi di lavoro discontinui e un accentuata frammentazione lavorativa. Domande di ASPI, Mini Aspi, disoccupazione e mobilità pervenute all'inps periodo gennaio ottobre 2012 2013 diff. 2013 12 2013/12 Aspi e indennità di disoc.ordinaria 48.549 62.456 13.907 22,3 Mini Aspi e indennità disoc. requisiti ridotti 23.288 34.757 11.469 33,0 indennità di mobilità 5.752 7.042 1.290 18,3 totale 77.589 104.255 26.666 25,6 Dati INPS Marche Elab. IRES CGIL Marche Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 7

4_ LISTE DI MOBILITA : III trimestre 2013 Sono 1.976 i lavoratori collocati in mobilità nel terzo trimestre del 2013 a seguito di crisi aziendali, 1.334 in meno rispetto allo stesso periodo del 2012 ( 40,3). Gli iscritti nelle liste di mobilità indennizzata sono 1.398, pari a 436 in più rispetto all anno precedente. L andamento risente del mancato rifinanziamento, stabilito dalla Legge 228/2012 (Legge di Stabilità), della possibilità per i lavoratori e lavoratrici licenziati da imprese escluse dalla CIGS di iscriversi alla lista di mobilità non indennizzata previste dalla Legge 236/93, assicurando così all'impresa che volesse assumerli di beneficiare degli sgravi contributivi previsti dall'ordinamento. Nelle Marche, con un alta incidenza di piccole imprese, per molte persone le opportunità lavorative sono sfumate per l impossibilità per l'impresa di potersi giovare degli sgravi. Com è facilmente immaginabile, questi problemi, in un clima diffuso di difficoltà e incertezze alimentano ulteriormente frustrazione e disperazione. Pertanto, è necessario ripristinare al più presto, le risorse necessarie a finanziare gli sgravi per le imprese che assumano tali lavoratori. Iscritti nelle liste di mobilità per tipologia d intervento 2011 2012 2013 Indennizzata 694 962 1.398 436 45,32 704 101,44 Non indennizzata 1.810 2.348 578 1.770 75,38 1.232 68,07 TOTALE 2.504 3.310 1.976 1.334 40,30 528 21,09 Iscritti nelle liste di mobilità per sesso 2011 2012 2013 maschi 1.461 1.969 1.164 805 40,88 297 20,33 femmine 1.043 1.341 812 529 39,45 231 22,15 TOTALE 2.504 3.310 1.976 1.334 40,30 528 21,09 Iscritti nelle liste di mobilità per cittadinanza 2011 2012 2013 italiani 2.123 2.670 1.722 948 35,51 401 18,89 stranieri 381 640 254 386 60,31 127 33,33 TOTALE 2.504 3.310 1.976 1.334 40,30 528 21,09 Iscritti nelle liste di mobilità per provincia 2011 2012 2013 Pesaro Urbino 594 651 323 328 50,38 271 45,62 Ancona 686 1.200 740 460 38,33 54 7,87 Macerata 497 641 427 214 33,39 70 14,08 Fermo 306 355 98 257 72,39 208 67,97 Ascoli Piceno 421 463 388 75 16,20 33 7,84 MARCHE 2.504 3.310 1.976 1.334 40,30 528 21,09 Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 8

Iscritti nelle liste di mobilità per se ttore Settori (aggregato) 2011 2012 2013 Agricolt., pesca 16 9 5 4 44,44 11 68,75 Industria 1.313 1.334 1.287 47 3,52 26 1,98 Costruzioni 332 470 187 283 60,21 145 43,67 Servizi 827 1.485 489 996 67,07 338 40,87 ND 16 12 8 4 33,33 8 50,00 TOTALE 2.504 3.310 1.976 1334 40,30 528 21,09 DETTAGLIO SETTORI Manifattura/Industria 2011 2012 2013 Alimentare 49 81 77 4 4,94 28 57,14 Tassile, abbigl. 160 176 168 8 4,55 8 5,00 Calzaturiero 201 126 143 17 13,49 58 28,86 Carta poligrafica 19 31 16 15 48,39 3 15,79 Legno, mobile 169 216 180 36 16,67 11 6,51 Chimica, gomma 205 135 143 8 5,93 62 30,24 Metalli non met. 35 48 272 224 466,67 237 677,14 Meccanica 392 470 245 225 47,87 147 37,50 Altre industrie 83 51 43 8 15,69 40 48,19 TOTALE 1.313 1.334 1.287 47 3,52 26 1,98 Terziario 2011 2012 2013 Commercio 305 501 214 287 57,29 91 29,84 Alberghi, ristor. 120 212 64 148 69,81 56 46,67 Trasp.e comunic. 175 249 60 189 75,90 115 65,71 Serv.alle imprese 107 368 72 296 80,43 35 32,71 Altri servizi 120 155 79 76 49,03 41 34,17 TOTALE 827 1.485 489 996 67,07 338 40,87 Elab.IRES CGIL Marche dati Osservatorio Mercato Lavoro Regione Marche Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 9

5_ AVVIAMENTI AL LAVORO E PRECARIETA: III trim. 2013 ASSUNZIONI E CESSAZIONI NEL IIII TRIMESTRE 2013 La crisi non si attenua mentre aumenta prepotentemente la precarietà che sostituisce progressivamente il lavoro stabile. Complessivamente nei primi nove mesi del 2013 si sono registrati 54.467 avviamenti al lavoro, il 5,9 in meno rispetto allo stesso periodo del 2012; le cessazioni sono state 61.601,lo 0,6 in meno sul primo trimestre 2012.. Assunzioni Cessazioni Saldi Valore ass. su 2012 Valore ass. su 2012 III trim.2013 III trim.2012 Lav.dipendente* 54.467 5,9 61.601 0,6 7.137 4.047 Lav.intermittente 4.486 40,4 7.047 65,3 2.561 12.796 Lav,parasubordinato 5.134 +12,5 4.066 17 1.068 333 (*) Al netto del lavoro domestico e del lavoro intermittente Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 10

6_ LAVORO NERO E IRREGOLARE: 2012 MARCHE 2012: NELLE 6.200 AZIENDE ISPEZIONATE CI SONO 10.000 LAVORATORI IRREGOLARI DI CUI 1.500 IN NERO I due terzi delle aziende ispezionate nelle Marche risulta irregolare: è quanto emerge dai dati relativi all attività ispettiva forniti dalla Direzione Regionale del Lavoro e rielaborati dall Ires CGIL Marche. Nel 2012 sono state ispezionate da parte delle Direzioni Provinciali del Lavoro 6.278 aziende pari al 12,5 delle oltre 50 mila aziende con almeno un dipendente nelle Marche: ne sono risultate irregolari 4.143, ovvero due aziende su tre (66,0). Dei 22.680 lavoratori in forza nelle aziende ispezionate, 9.827 lavoratori risultano irregolari, dei quali 1.523 totalmente in nero. Questi dati, frutto del rilevante lavoro delle Direzioni del Lavoro, evidenziano come anche a causa della crisi, il lavoro irregolare e sommerso sia un fenomeno di proporzioni preoccupanti. Le irregolarità più frequenti riguardano anche la violazione della disciplina in materia di orario di lavoro (2.239 violazioni), le violazioni relative alla corretta applicazione delle forme contrattuali atipiche o flessibili, come ad esempio le collaborazioni che nascondono lavoro dipendente piuttosto che contratti precari il cui termine è stato apposto illegittimamente oppure ricorso illegittimo ad associazioni in partecipazione, a false partite IVA o voucher (1.201 casi). Frequenti anche le violazioni delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro (1.179 casi) e gli illeciti negli appalti, nella somministrazione di lavoro o presenza di intermediazione illegale di manodopera (344violazioni riscontrate). Dagli accertamenti ispettivi sono emerse anche violazioni di norme a tutela di particolari categorie di lavoratori: 31 violazioni delle norme sul lavoro minorile di rilevanza penale, 10 violazioni di natura penale delle norme a tutela delle lavoratrici madri e della parità tra uomini e donne. Sono 39 i lavoratori migranti risultati privi del permesso di soggiorno. Ammontano a 11,4 milioni di euro i contributi e i premi evasi dalle imprese e recuperati in seguito alle attività di vigilanza, mentre ammontano a 3,9 milioni di euro gli importi sanzionatori introitati. Osservando i dati per provincia, si evidenziano alcune specificità: Nelle 684 aziende risultate irregolari nella provincia di Ancona, è stato trovato il maggior numero di lavoratori in nero: 544 pari al 35,7 del totale dei lavoratori in nero riscontrati in tutta la regione. Ad Ancona sono state recuperate le somme più consistenti di contributi e premi evasi: 6 milioni di euro, pari a oltre la metà di tutti quelli recuperati nelle Marche, a cui si aggiungono 961 mila euro di sanzioni. Ad Ascoli Piceno e Fermo viene ispezionato e trovato irregolare il maggior numero di aziende (1.466 aziende irregolari pari al 35,4 del totale regionale) e si trova il maggior Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 11

numero di lavoratori trovati irregolari: 4.605 pari al 46,9 degli irregolari di tutta la regione; sono stati recuperati 2,2 milioni di euro di contributi e premi e previsti 1,2 milioni di sanzioni; lavoratori risultati in nero sono 389. Nelle 1.322 aziende irregolari, delle 1.449 ispezionate nella provincia di Macerata, si contano 2.234 lavoratori irregolari dei quali 350 sono totalmente in nero. Sono stati recuperati 303 mila euro di contributi e 1,1 milioni di sanzioni complessivamente comminate. Nella provincia di Pesaro Urbino sono state ispezionate 1.260 aziende delle quali 671 sono risultate irregolari. I lavoratori irregolari sono 1.601 dei quali 240 totalmente in nero. Recuperati 2,9 milioni di euro di contributi e previsti 665 mila euro di sanzioni. Osservando i vari settori produttivi, risultano 274 lavoratori irregolari in agricoltura (pari al 2,8 del totale regionale), 3.972 nell industria manifatturiera (40,4), 1.163 in edilizia (11,8) e 4.418 lavoratori nel terziario (45,0). Raffrontando i dati del 2012 con quelli dell anno precedente, emerge un maggior numero di aziende risultate irregolari (+7,4), mentre diminuisce il numero dei lavoratori irregolari ( 2,1) e dei lavoratori in nero ( 12,8). Crescono invece notevolmente le violazioni in materia di riqualificazione dei rapporti di lavoro. La leggera flessione del numero di lavoratori irregolari è la diretta conseguenza della contrazione occupazionale dovuta alla crisi economica con gli inevitabili riflessi anche nel lavoro sommerso. Preoccupa poi la notevole diffusione delle forme contrattuali flessibili, il cui uso spesso distorto viene confermato proprio dai risultati dell attività di vigilanza. Inoltre, a questi dati andrebbero aggiunti quelli risultanti dall attività ispettiva di INPS, INAIL, ecc. Ciò peraltro trova esplicitamente conferma proprio nel Rapporto annuale sull attività di vigilanza del Ministero del Lavoro. Per quanto riguarda l attività di vigilanza in programma per il 2013, il Ministero individua per le Marche le seguenti priorità: Edilizia: controlli in tutto il territorio regionale anche nei piccoli cantieri e particolare attenzione ai lavori della terza corsia autostradale nella provincia di Pesaro Urbino; Autotrasporto: controlli in tutte le province; Esternalizzazioni/cooperative: verifica in tutte le province della genuinità delle forme di esternalizzazioni attraverso appalti e subappalti da parte di imprese pubbliche e private; Terziario e Servizi: lavoro sommerso, indebito utilizzo di lavoro parasubordinato o autonomo nella logistica, facchinaggio, servizi alla persona e imprese di pulizia nelle province di Ancona e Pesaro Urbino; Industria manifatturiera e settore tessile: imprese costituite da extracomunitari o con impiego irregolare di manodopera straniera in provincia di Ancona, Macerata e Pesaro Urbino; Laboratori industriali e artigianati: tomaifici e laboratori gestiti da ditte cinesi in provincia di Ascoli Piceno e Fermo; Agricoltura: florovivaismo, allevamenti, lavorazione prodotti agricoli, agriturismi nelle province di Ascoli Piceno; Fermo, Macerata; Aree portuali e pesca in provincia di Pesaro Urbino. Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 12

Aziende ispezionate e aziende irregolari aziende sul aziende sul ispezionate totale irregolari totale irregolari/ tot. ispez. Ancona 1.332 21,2 684 16,5 51,4 9,4 Ascoli P./Fermo 2.237 35,6 1.466 35,4 65,5 16,8 Macerata 1.449 23,1 1.322 31,9 91,2 13,6 Pesaro Urbino 1.260 20,1 671 16,2 53,3 10,5 MARCHE 6.278 100,0 4.143 100,0 66,0 12,5 ITALIA 139.937 75.087 53,7 Elab. IRES CGIL Marche dati DRL Marche ispez./ totale Lavoratori irregolari e lavoratori in nero lavoratori irregolari sul totale di cui lavoratori in nero sul totale lavor. in nero/ tot. irreg. Ancona 1.387 14,1 544 35,7 39,2 Ascoli P./Fermo 4.605 46,9 389 25,5 8,4 Macerata 2.234 22,7 350 23,0 15,7 Pesaro Urbino 1.601 16,3 240 15,8 15,0 MARCHE 9.827 100,0 1.523 100,0 15,5 ITALIA 163.305 47.877 29,3 Elab. IRES CGIL Marche dati DRL Marche Le violazioni riscontrate violazioni sul totale disciplina orario di lavoro 2.239 22,8 lavoro nero 1.523 15,5 riqualificazione rapporti di lavoro 1.201 12,2 violazione salute e sicurezza 1.179 12,0 appalti, interposizione, somministrazione illecita 344 3,5 altro 4.263 43,4 MARCHE 9.827 100,0 Elab. IRES CGIL Marche dati DRL Marche Recupero contributi e premi evasi recupero contributi e sul totale importi sanzionatori introitati sul totale premi evasi Ancona 6.027.464 52,9 960.968 24,1 Ascoli P./Fermo 2.202.865 19,3 1.224.408 30,8 Macerata 302.703 2,7 1.131.173 28,4 Pesaro Urbino 2.854.878 25,1 665.197 16,7 MARCHE 11.387.910 100,0 3.981.746 100,0 ITALIA 450.079.448 186.840.840 Elab. IRES CGIL Marche dati DRL Marche Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 13

7_ TIROCINI FORMATIVI E APPRENDISTATO: 2012 TIROCINI FORMATIVI E APPRENDISTATO : 2012 Stages, tirocini, praticantato sono strumenti formativi on the job, per far conoscere ai giovani il lavoro e consentire l accesso alle professioni. In particolare, i tirocini formativi e di orientamento dovrebbero essere uno strumento per favorire la formazione in azienda e aiutare i giovani, gli inoccupati, i disoccupati per approfondire e affinare le proprie conoscenze professionali, mentre l apprendistato, secondo la recente riforma del mercato del lavoro, dovrebbe essere la forma prevalente di ingresso nel mondo del lavoro, Ma, la realtà è ben diversa e in moltissimi casi vengono utilizzati come lavoro gratuito o sottopagato in sostituzione del personale dipendente. Nel 2012 i tirocini formativi sono stati 5.753, ossia 1.399 in meno rispetto al 2011. Le assunzioni con contratto di apprendistato sono state nel 2012 pari a 11.507 ( 19,1 rispetto al 2011) e solo in 3.281 casi il contratto si è trasformato in un tempo determinato. Nel primo trimestre del 2013 i contratti di apprendistato sono stati 2.020, il 22,8 in meno rispetto allo stesso periodo del 2012. Inoltre, se nei primi tre mesi del 2012 tale modalità di assunzione rappresentava il 3,9 delle assunzioni complessive, nel primo trimestre 2013 l incidenza si riduce al 3,3. Giovani, con elevati titoli di studio, spesso laureati, anziché proposte di lavoro, si sentono offrire tirocini gratuiti di 6 mesi. Sei mesi gratis per imparare a fare la commessa, la parrucchiera, il pizzaiolo, il barista, il cameriere, l aiuto cuoco, la segretaria e tanti altri lavori per i quali sarebbe naturale un semplice contratto di lavoro eventualmente con un normale periodo di prova. Un massiccio e inaccettabile ricorso ai tirocini formativi che troppo spesso mascherano forme di lavoro subordinato vero e proprio. In una situazione drammatica come quella attuale, con la disoccupazione giovanile a livelli record, è necessario garantire soprattutto ai giovani vere opportunità di occupazione. Da questo punto di vista occorrerebbe monitorare soprattutto il ricorso troppo frequente fatto da parte delle stesse aziende e disincentivare il ricambio di tirocinanti, che spesso nasconde forme di occupazione di fatto, ovvero lavoro gratuito di giovani nella speranza di un assunzione Ma soprattutto è necessario definire una normativa nuova e diversa sia sul piano nazionale che regionale oltre a intervenire sul fronte della contrattazione collettiva. Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 14

I tirocini formativi nelle Marche Provincia tirocini diff. 2010 2011 2012 2012 11 2012 / 11 Ancona 2.012 2.141 n.d. Ascoli Piceno 679 859 n.d. Fermo 455 638 n.d. Macerata 873 1.226 n.d. Pesaro e Urbino 2.278 2.288 n.d. Totale 6.297 7.152 5.753 1.399 19,6 Elab. CGIL CISL UIL dati Osservatorio Mercato del Lavoro Regione Marche Le assunzioni con apprendistato nelle Marche Provincia apprendistato diff. 2011 2012 2013 2013 12 2013 / 12 Totale annuo 14.232 11.507 Primo trimestre 3.115 2.616 2.020 596 22,8 Elab. CGIL CISL UIL dati Osservatorio Mercato del Lavoro Regione Marche Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 15

8_ LAVORATRICI MADRI, DIMISSIONI PER MATERNITA : 2012 DONNE, LAVORO E MATERNITA : LE DIMISSIONI DELLE LAVORATRICI ALLA NASCITA DI UN FIGLIO NEL 2012 Sono oltre duemilatrecento le mamme lavoratrici che nel quadriennio 2009 12 hanno lasciato il lavoro durante la gravidanza o subito dopo la nascita di un figlio nelle Marche, di cui 565 nel 2012. Dati particolarmente preoccupanti in questo momento di crisi economica e occupazionale. Secondo i dati forniti dalla Direzione Regionale del Lavoro ed elaborati dalla CGIL Marche, nel 2011, 565 lavoratrici si sono dimesse volontariamente nel primo anno di vita del bambino, che la legge 92/2012 ha esteso fino ai primi 3 anni di età del figlio, andando a convalidare le dimissioni alla Direzione Provinciale del Lavoro. Ad esse si aggiunge il numero, difficile da quantificare, delle mamme lavoratrici non tenute alla convalida delle dimissioni alla DPL, per non parlare delle tante lavoratrici precarie per le quali la maternità significa spesso la perdita di ogni speranza di rinnovo del contratto. Alle madri si aggiungono poi anche 22 padri lavoratori per un totale di 587 dimissioni nel 2012. Si tratta di dati preoccupanti soprattutto in questo momento di crisi che penalizza particolarmente le donne. Infatti, anche nella nostra regione permane una situazione di forte incertezza nel mercato del lavoro; secondo i dati dell Istat, nel terzo trimestre del 2012, il tasso di disoccupazione femminile ha raggiunto la quota record dell 11,9: il valore più alto mai registrato finora, con 37 mila donne in cerca di lavoro (5mila in più rispetto allo stesso periodo dell anno precedente). Inoltre, a seguito di crisi aziendali, nel 2012 sono state licenziate e iscritte nelle liste di mobilità 5.542 lavoratrici marchigiane, pari al 42 del totale iscritti. Ma chi sono le lavoratrici che lasciano il lavoro alla nascita di un figlio, soprattutto in questo momento nel quale un posto di lavoro è tanto prezioso? Età. La maggior parte delle donne è abbastanza giovane: il 64,6 di loro ha un età compresa tra 26 e 35 anni e l 11,4 ha dai 19 ai 25 anni. Figli. La maggior parte delle lavoratrici ha almeno un figlio o comunque presenta le dimissioni dopo la nascita del primo bambino (56,4); significativo anche il numero delle donne che hanno due figli (31,9) o più (6,3). Più limitato il numero di coloro che lasciano il lavoro durante la gravidanza (5,5). Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 16

Anzianità lavorativa. Le donne che lasciano il lavoro hanno generalmente una breve anzianità lavorativa: l 86,7 di loro ha un anzianità inferiore a 10 anni di cui la metà inferiore a 3 anni. Dimensione aziendale. Le imprese dalle quali le lavoratrici provengono sono prevalentemente di piccole e piccolissime dimensioni, quasi sempre non sindacalizzate e dove è maggiore il senso di isolamento e la solitudine della lavoratrice: i due terzi delle aziende che le donne lasciano quando nasce un figlio ha meno di 15 dipendenti (69,0)e il 19,1 ha tra 16 e 50 dipendenti. Settore produttivo. Le donne dimissionarie provengono principalmente dai settori del commercioservizi (32,0) e dell industria (27,1), seguiti dall agricoltura 82,9) e dai settori del credito e assicurazioni (2,2); per un significativo numero di lavoratrici non viene specificato il settore produttivo di provenienza. Motivazioni. Tra i motivi della scelta di lasciare il posto di lavoro prevalgono le difficoltà connesse alla presenza, agli orari e ai costi e ai servizi: per la maggior parte delle donne la mancanza di posti nell asilo nido, o comunque il mancato accoglimento del neonato al nido, rende incompatibile l occupazione lavorativa e l assistenza al bambino (25,2). Di poco inferiore la percentuale di coloro che lasciano il lavoro non potendo contare sull assistenza al neonato neanche da parte di una rete parentale di supporto (24,9). Significativo anche il numero delle donne che lascia il lavoro a causa degli elevati costi dei servizi di assistenza al bambino per asili nido, baby sitter, ecc. (8,2) o per la mancata concessione del part time da parte dell azienda (4,6). Il 10,9 delle lavoratrici si dimette per passare ad altra azienda. Ma poi c è anche un 22,0 di donne che lascia il lavoro per dedicarsi interamente alla famiglia e in particolare alla cura dei figli. Purtroppo anche durante la crisi il fenomeno delle dimissioni delle lavoratrici madri non sembra volersi attenuare commenta Daniela Barbaresi, Segretaria regionale CGIL. Preoccupano soprattutto le motivazioni di tali dimissioni che segnalano la solitudine di troppe lavoratrici costrette a fare i conti con una rete di servizi, soprattutto alla prima infanzia, insufficiente e inadeguato ai bisogni e i cui costi sono spesso troppo elevati per tante famiglie alle prese con le difficoltà economiche accentuate dalla crisi. Assistiamo così a un progressivo deterioramento della qualità e quantità del lavoro femminile che accentua il rischio di marginalizzazione delle donne. Peraltro in questi giorni il Ministero sta definendo le modalità di utilizzo di erogazione dei voucher utilizzabili per pagare baby sitter o asilo nido: una misura introdotta dal Ministro Fornero nella Legge 92/2012 con l altisonante proposito di sostenere la genitorialità. Si tratta in realtà di voucher di 300 euro mensili per massimo 6 mesi per le madri lavoratrici che rientrando al lavoro rinunciano al congedo parentale: considerando i tetti di spesa, si stima che potranno optare per tale misura al massimo 300 donne in tutte le Marche! E necessario che il diritto al lavoro possa realmente coniugarsi con quello alla maternità, per questo occorrono misure concrete e durature, frutto di una strategia complessiva che riconosca la centralità del lavoro delle donne con un sistema di infrastrutture sociali idoneo a rispondere ai bisogni delle madri, dei padri e dei bambini. Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 17

Dimissioni per maternità nelle Marche ex D.Lgs 151/2001 anni 2009 2012 2009 2010 2011 2012 anni 2009 2012 Ancona 132 163 181 185 661 Ascoli Piceno/Fermo 148 162 131 134 575 Macerata 138 100 112 97 447 Pesaro Urbino 134 153 196 171 654 MARCHE 552 578 620 587 2.337 Le motivazioni delle dimissioni Ancona Ascoli Piceno/ Fermo Macerata Pesaro Urbino MARCHE mancanza accoglimento neonato nel nido 19,5 29,9 12,4 35,1 25,2 assenza di rete parentale di supporto 27,0 17,2 17,5 32,7 24,9 elevati costi di assistenza al neonato 8,6 7,5 8,2 8,2 8,2 passaggio ad altra azienda 13,0 15,7 12,4 4,1 10,9 mancata concessione del part time 4,9 3,0 7,2 4,1 4,6 desiderio di cura della prole in modo esclusivo 27,0 23,1 30,9 10,5 22,0 cambio residenza, distanza casa e lavoro 0,0 1,5 9,3 5,3 3,4 chiusura, cessazione trasferimento azienda 0,0 2,2 2,1 0,0 0,9 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 18