BEAR-Biostatistica, Epidemiologia e Analisi del Rischio Linee guida per le buone pratiche agricole e la prevenzione della contaminazione da diossine e PCB in allevamento. Rosanna Desiato, Giuseppe Ru B.E.A.R. Biostatistica, Epidemiologia ed Analisi del Rischio Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d Aosta CANCEROGENI ALIMENTARI E INQUINAMENTO CHIMICO, Torino, 5 Dicembre 2011
Introduzione 1/4 Documento realizzato grazie al finanziamento da parte dei tre assessorati (Sanità, Agricoltura, Ambiente) per il progetto di ricerca Produzioni zootecniche e rischi ambientali in Bassa Val di Susa. Inserito nell'ambito del progetto di Buone pratiche di veterinaria preventiva Consultabile on line all'indirizzo www.regione.piemonte.it/sanita /cms/animali/allevamenti
Introduzione 2/4 Nasce dall'esperienza maturata in Val di Susa, dove la scoperta di un episodio di contaminazione ambientale diffusa da microinquinanti ha avuto il merito di avviare una riflessione sulle conseguenze negative che tali episodi possono avere sulla sicurezza degli alimenti prodotti localmente e sulle possibilità di contrastarle.
Introduzione 3/4 Le evidenti e continue emissioni da parte di un'acciaieria avevano indotto le autorità locali a richiedere l esecuzione di controlli sulle emissioni, suoli, vegetali e alimenti. Per quanto riguarda gli alimenti, furono identificati alcuni campioni di latte e di carne fuori norma alla fine del 2004, nel 2005 in una prima campagna di controllo e nel 2007 in un secondo monitoraggio. A seguito delle positività furono applicate misure restrittive che per periodi più o meno lunghi coinvolsero 6 aziende zootecniche nel 2005 e 2 aziende del 2007 nei comuni vicini all'acciaieria.
Introduzione 4/4 Situazioni di contaminazione ambientali come quelle descritte per l'area interessata della Valle di Susa indicano l'opportunità, al fine di tutelare la salute pubblica, di identificare buone pratiche agricole da applicare in allevamento al fine di ridurre l esposizione degli animali alla contaminazione e di conseguenza ridurre l esposizione umana attraverso gli alimenti di origine animale.
Obiettivo generale contrastare l esposizione ai microinquinanti organici persistenti, riducendo l assunzione giornaliera negli animali Obiettivi specifici Ridurre l apporto verso il suolo Ridurre l ingestione di suolo da parte degli animali zootecnici Diluire il contaminante nella razione o evitare apporti esterni Aumentare la consapevolezza dell allevatore
M&M 1/ BEAR- Biostatistica, Epidemiologia e Analisi del Rischio Sono state infine considerate le modalità di esposizione tramite la metodica di exposure assessment indicata nel seguente testo Risk assessment of chemicals: an introduction, second edition, edited by C. J. Van Leeuwen and T. G. Vermeire Springer. Raccolta della letteratura scientifica sull argomento, consultando alcune banche dati (utilizzo della banca dati bibliografica OVID, CAB abstract dal 1973 al 2010, Medline e Toxnet). Inoltre, è stata svolta una rassegna bibliografica su documenti riguardanti le buone pratiche di allevamento attraverso la consultazione siti web Defra, Food Standard Agency, Commissione Europea (Codex Alimentarius), Ministero agricoltura, Fao.
M & M Individuazione di sorgenti di diossine e PCB Individuazione delle vie di trasferimento dei contaminanti Individuazione delle modalità di esposizione degli animali zootecnici Individuazione delle pratiche per ridurre la contaminazione in azienda
Modello di trasferimento & esposizione Modificato da: Committee on the Implications of Dioxin in the Food Supply, National Research Council (2003)
Risultati 1/10 La disamina della letteratura scientifica sull applicazione di interventi mirati a prevenire e/o ridurre la contaminazione da microinquinanti negli animali zootecnici e nelle loro produzioni in situazioni di rischio ambientale analoghe alla Val di Susa e lo studio del modello logico concettuale sono serviti per identificare quali siano le pratiche da privilegiare per agire sulle vie attraverso cui gli animali allevati su aree contaminate si espongono.
Risultati 2/10 Gli interventi da intraprendere mirano ad interferire sui processi responsabili del trasferimento o dell'esposizione ai contaminanti tramite l aria, l acqua, il suolo, i vegetali/alimenti.
Risultati 3/10 La fonte di esposizione principale per il bestiame è rappresentata dalla presenza di suolo contaminato nel foraggio (Huwe, 2002). Nonostante esistano poche informazioni relativamente all inalazione di diossine e PCB negli animali zootecnici, studi sperimentali nelle vacche in lattazione hanno mostrato come l esposizione per via inalatoria e tramite l acqua di abbeverata siano due fonti trascurabili di contaminazione (McLachlan et al., 1998).
Risultati 4/10 Nel caso invece dell acqua, essa rappresenta un pericolo solo nel caso in cui gli animali vengano abbeverati al pascolo e/o all aperto in pozzanghere, rigagnoli, acque contaminate dal terreno a causa di erosione, trasporto, lisciviazione (Boerian et al., 2002). Per questi motivi ci si è concentrati sul trasferimento tramite gli altri comparti: suolo, vegetali, alimenti.
Risultati 5/10 1) Ridurre l apporto verso il suolo o diluire la concentrazione superficiale: i. effettuare, una tantum, il rivoltamento profondo dei prati permanenti ii. evitare l uso di concimi con letame e pollina aziendale iii. eliminare le cattive pratiche agricole che apportino contaminanti sul suolo: uso non corretto dei fitofarmaci, combustione incontrollata di rifiuti, smaltimento inadeguato o sversamento di lubrificanti, uso di preservanti del legno (Brambilla et al., 2006).
Risultati 6/10 2) Ridurre l ingestione di suolo da parte degli animali zootecnici al pascolo: i. limitare le quantità di suolo ingerite (Schultz et al., 2005) tramite il controllo del pascolo, accertandosi che vi sia un adeguata copertura dei prati tramite cotica erbosa ii. quando il suolo risulta fortemente contaminato è possibile considerare un suo uso alternativo: cereali per biomasse, usi industriali, pioppeti, roveti, habitat per fauna selvatica (Kamphues et al., 2006).
Risultati 7/10 2) Ridurre l ingestione di suolo da parte degli animali zootecnici sul vegetale: i. evitare il sovraccarico dei pascoli ii. imitare l accesso degli stessi al pascolo su terreno fangoso o in giornate di pioggia (Schultz et al., 2005) 2) Ridurre l ingestione di suolo da parte degli animali zootecnici nella mangiatoia: pulire quotidianamente le mangiatoie per evitare il depositarsi e l accumularsi di polvere e terriccio presente nei foraggi, che potrebbero essere ingeriti dagli animali.
Risultati 8/10 3) Diluire il contaminante nella razione o evitare apporti esterni i. ridurre l assunzione di fibra potenzialmente inquinata ii. privilegiare gli alimenti semplici vegetali in granella (Committee on the Implications of Dioxin in the Food Supply, 2003) iii ridurre la componente foraggera della razione somministrata agli animali a favore dei concentrati (Lorber et al., 1994) soprattutto dopo un periodo di esposizione ai contaminanti al pascolo
Risultati 9/10 3) Diluire il contaminante nella razione o evitare apporti esterni i. privilegiare la rotazione dei fornitori ii. ridurre i mangimi composti contenenti grassi animali ii trasformare/trattare/stoccare adeguatamente i foraggi e i mangimi zootecnici (evitare uso di combustibili per la disidratazione dei foraggi contenenti residui di composti organoclorurati, stoccare i mangimi lontano da officine.
Risultati 10/10 4) Aumentare la consapevolezza dell allevatore i. La prevenzione della contaminazione si basa sulla conoscenza dei comportamenti scorretti da evitare in allevamento ii auspicabile che le norme di riferimento relative ai contaminanti ambientali siano rese disponibili e utilizzabili da parte degli attori coinvolti nel processo produttivo alimentare e che le stesse abbiano semplicità di accesso
Esempio di buone pratiche
Esempio di buone pratiche
Buone pratiche: cosa fare su cosa bersaglio SUOLO FORAGGI obiettivo ridurre la contaminazione superficiale evitare nuovo apporto di contaminante ridurre l'assunzione di suolo evitarne la contaminazione ex novo in campo in mangiatoia lavorazione sicura stoccaggio adeguato pascolo in generale vegetali RAZIONE ALLEVATORE ridurre rapporto foraggi in foglia/granella alternare origine dei foraggi esterna a scapito di locali ridurre probabilità di ingredienti contaminati, es. grassi animali aumentare la consapevolezza fornire buone pratiche esistenti (ISS) fornire sintesi delle norme
Conclusioni 1/3 Il documento presentato è stato realizzato prescindendo dalla metodologia indicata nel lavoro del Centro Regionale di Documentazione e per la Promozione della Salute (Dors) Buone pratiche cercasi novembre 2011: esso propone una sintesi dei modelli e degli strumenti per la progettazione e l'individuazione di buone pratiche tratti dalla letteratura internazionale e una griglia di valutazione dei progetti conclusi.
Criticità emerse: Conclusioni 2/3 multidisciplinarietà del gruppo di lavoro coinvolgimento dei destinatari delle buone pratiche pesi attribuiti ai lavori bibliografici consultati (scarsi lavori specifici sul tema in ambio veterinario)
Conclusioni 3/3 Il modello concettuale utilizzato e le buone pratiche proposte in questo documento rappresentano un contributo preliminare e aperto alla discussione. Si è trattato comunque di un primo approfondimento per mettere a disposizione strumenti ragionati per reagire di fronte a situazioni indesiderabili, la cui frequenza non è al momento facilmente prevedibile.
Grazie per l'attenzione!