Un decennio di manualistica per il recupero ambientale delle cave in aree padana e continentale (Nord-Italia) Graziano ROSSI Università degli Studi di Pavia Dip. di Scienze della Terra e dell'ambiente - Sez. di Ecologia del Territorio www.labecove.it Convegno «LA RINATURAZIONE DELLE CAVE» «Dal caso studio del bacino estrattivo del Botticino alle esperienze in Italia» Nuvolento (BS) 25 ottobre2013 Gli organizzatori
2003 1-introduzione teorica per inquadrare gli interventi di recupero nell ambito della dinamica degli ecosistemi (naturali e antropizzati): fattori ambientali che limitano l instaurarsi e l evolversi della vegetazione e dell ecosistema nel suo complesso; 2-come superare l azione dei diversi fattori limitanti tramite interventi migliorativi; 3-esempi concreti di recupero Obiettivo: fornire indicazioni teoriche e pratiche per il recupero ambientale delle aree di cava, per tecnici e amministratori. Strumento pratico di lavoro, durante la preparazione e lo svolgimento di progetti di recupero ambientale di cave. http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/suolo-bacino/sezioni/pubblicazioni/servizio-difesa-del-suolo-della-costa-e-bonifica
2007 Obiettivo: definire indirizzi ed indicazioni metodologiche per la pianificazione provinciale nel recupero dei siti oggetto di attività estrattiva e per la riqualificazione naturalistica ed ecologica degli ambienti perifluviali, al fine di raggiungere buoni livelli di qualità ambientale e paesaggistica, ripristinare gli equilibri naturali alterati, favorire la conservazione e lo sviluppo della biodiversità vegetale ed animale e migliorare le funzioni e le valenze ambientali e paesaggistiche dell ambito golenale. DELIB. GIUNTA REGIONALE 27-12-2007, N. 2171 Gruppo di lavoro tecnico scientifico pluridisciplinare, coordinato dal prof. G. Rossi, costituito da membri degli Istituti universitari di Pavia, Parma e Bologna e integrato da esperti esterni, di comprovata esperienza. http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/life-rii/temi/documenti/lineeguidarecamb.pdf
2010 Cava per l estrazione di sabbie silicee nella golena del Fiume Po, in attività da circa 10 anni, in cui si è ritenuto opportuno individuare nuove modalità di escavazione e di sistemazione finale. Obiettivo: valorizzazione ambientale e paesaggistica dell area estrattiva, anche in relazione alle peculiarità dell area fluviale del fiume Po. http://sarma.geotema.it/1_buone_pratiche/6it_casostudio_lancafrancesi.pdf
2009 LOMBARDIA, PAVIA Questo manuale vuole fornire a tecnici e operatori del settore estrattivo indirizzi e indicazioni metodologiche utili sia nella fase di analisi preliminare dei siti che nella fase progettuale e che permettano di raggiungere nuovi livelli di qualità ambientale e paesaggistica nel recupero dei siti interessati da attività estrattiva. Obiettivi: Analisi, elaborazione e sintesi delle indicazioni derivanti dal quadro normativo che regola l attività estrattiva a livello provinciale; Tutela della biodiversità presente nei Bacini di Produzione individuati dal PCP vigente; Redazione di indicazioni a carattere orientativo in merito al recupero ambientale delle aree di cava, coerenti con il quadro normativo vigente.
RECUPERO DI CAVE COME OCCASIONE DI ARRICCHIMENTO FLORISTICO
2013 Sviluppare in Italia il tema delle traslocazioni, dove le banche semi possono fornire il materiale propagativo di base
Banche semi come fonte di partenza: la rete R.I.B.E.S. in Italia dal 2005
NECESSITA DI DISPORRE DI MATERIALI VEGETALI IDONEI: AUTOCTONI, DALL AREA DI INTERVENTO (S.L.) escludere
G. U. n 202 30-VIII-12 decreto legislativo 14 agosto 2012 n 148 di attuazione della direttiva 2010/60/UE recante deroghe per la commercializzazione delle miscele di sementi di piante foraggere destinate ad essere utilizzate per la preservazione dell ambiente naturale. TIPOLOGIE DI MISCELE: Raccolte direttamente Coltivate (fino a un massimo di 5 generazioni) ZONA FONTE DEV ESSERE: All interno di una ZONA DELLA RETE NATURA 2000 Il sito non deve essere stato seminato con varietà geneticamente selezionate per produzione foraggera o tappeto erboso da almeno quaranta anni La commercializzazione, e la coltivazione per le «miscele coltivate» dei suddetti materiali sarà consentita esclusivamente nella loro zona di origine (DA DEFINIRE?).
STIMOLARE IL SETTORE VIVAISTICO E SEMENTIERO A PRODURRE QUESTI MATERIALI: ES. POTPLANT PSR- REG.LOMBARDIA (CFA). Per fare fronte alla difficile reperibilità di piante autoctone è stato avviato il progetto POT PLANT, il cui scopo ultimo è realizzazione una filiera produttiva di pinte autoctone certificate. OBBIETTIVI DEL PROGETTO Produrre 40.000 piante autoctone in vaso di almeno 10 specie erbacee, con il coinvolgimento di 10 aziende vivaistiche. Sviluppare protocolli di coltivazione per massimizzare la produzione in vivaio evitando perdita di biodiversità Predisporre un sistema di certificazione che ne garantisca l autoctonia del materiale.
Progetto POT PLANT (presentato a Euroflora) Selezionate 22 specie da produrre. Alcune prodotte direttamente da seme (LSB), altre partendo da materiale vegetativo (rizomi, talee ) e per alcune specie in entrambe i modi. Anemone nemorosa Calluna vulgaris Convallaria majalis Dianthus carthusianorum Dianthus sylvestris Festuca stricta Iris pseudacorus Iris sibirica Leucojum aestivum Luzula pilosa Lythrum salicaria Osmunda regalis Phragmites australis Salvia pratensis Sedum maximum Sedum sexangulare Thelypteris palustris Thymus penipontanus Typha latifolia Vinca minor
Grazie per l attenzione