Le Fabbriche della conoscenza



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Le Fabbriche della conoscenza Roma Tre nel territorio e nella riqualificazione dell area Ostiense RETTORATO di ROMA TRE 23-30 gennaio 2001 1 Mostra e catalogo a cura di: Enrica Torelli Landini Carlo Maria Travaglini UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE

Università degli Studi Roma Tre in collaborazione con Archivio Storico Capitolino Dipartimento IV Politiche Culturali - Comune di Roma Rettorato di Roma Tre, 23-30 gennaio 2001 Mostra e catalogo a cura di Enrica Torelli Landini Carlo Maria Travaglini Collaboratori: Sabrina Aguiari, Giorgia Barbetta, Daniela Basti, Daniela La Lamia, Keti Lelo, Giulio Napolitano, Luciano Scacchi Grafica e impaginazione Sabrina Aguiari, Laboratorio editoriale d Ateneo 2 Fotografie dello stato attuale: Giulio Napolitano (gn) Maria Gabriella Gallo (mgg) Marcello Gianvenuti (mg) Fabrizio Fioravanti (ff) Alberto Novelli (an) Alberto Muciaccia (am) Riccardo Pieroni (rp) Cindy Sherman (cs) Fonti: Archivio Basilica di S. Paolo, Archivio di Stato di Roma, Archivio Fotografico Museo di Roma, Archivio Orseolo Fasolo, Archivio personale Gianluigi Nigro, Archivio Storico Capitolino (ASC), Archivio Storico Italgas (ASI), Centro documentazione storica Alfa Romeo, Conservatoria del Comune di Roma, INSEAN, Fondo Paolo Parisi, SARA Nistri, Ufficio Catasto di Roma, Ufficio Speciale Condono Edilizio (USCE), Ufficio Tecnico Università Roma Tre, Università della Tuscia - Facoltà Conservazione Beni Culturali Parte delle fotografie storiche riguardanti il Gazometro sono tratte dalle pubblicazioni: L Officina a Gas di S. Paolo della Società Anglo-Romana per l illuminazione a Roma, Roma, ed. It., 1911; L Azienda gas della Società Romana del gas, passato, presente, avvenire, Roma, 1930. Inoltre parte delle foto storiche riguardanti la scuola Nicolò Tommaseo sono tratte da: I nuovi fabbricati scolastici, Roma 1924. Schede a cura di: Enrica Torelli Landini (ETL) e Daniela La Lamia (DLL) finito di stampare: gennaio 2001

prefazione 4 argiletum 6 indice mattatoio 10 gazometro 16 mercati generali 22 scuola nicolò tommaseo 28 vetreria a. bordoni 32 alfa romeo 36 scuola edmondo de amicis 42 scuola silvio d amico 44 via c. segre 46 viale g. marconi 48 società aerostatica avorio 50 omi 52 vasca navale 54 le torri 60 lo spazio di Roma Tre 62 appendice statistica 63 3

4 PRESENTAZIONE RETTORE

montaggio di aerofoto provenienti da S.A.R.A. Nistri, 1965 5

6 argiletum Attualmente l Argiletum è sede della Facoltà di Architettura e del Dipartimento di Progettazione e Scienza dell Architettura. Progettazione e restauro: Arch. Prof. Gianluigi Nigro Consulenza e realizzazione, Società Italiana Vetrocemento Armato (S.A.I.V.A), Il tracciato della via Madonna dei Monti segue all incirca quello dell Argiletum, la strada dove già in età repubblicana, esisteva un popoloso quartiere con botteghe di artigiani e piccoli commercianti. L area era delimitata dalle propaggini dei colli Quirinale, Viminale ed Esquilino e, in epoca preromana, ospitava una selva naturale che si estendeva fino alla zona dei Fori. Bonificata in epoca repubblicana, questa parte della città fu edificata collegando il centro commerciale e politico con i quartieri orientali: tale direttrice fu denominata Argiletum (dal nome della selva) nella zona verso i Fori e Suburra nella zona verso l Esquilino. In epoca medievale, nel quartiere furono edificate, da famiglie nobili, delle torri di avvistamento e difesa a presidio delle loro residenze e proprietà; fra queste, la Torre Secura (o Torre Sebura o Torre Mamiliana) che, demolita alla fine del Medioevo per ampliare la strada, sorgeva in corrispondenza dell edificio denominato Argiletum. Nel 1634, l area, di proprietà di Francesco Attavanti, con la grande casa, due casette e il giardino posto tra la chiesa di S. Salvatore e la chiesa della Madonna dei Monti, fu venduta, per la realizzazione del Collegio dei Neofiti e, per volere di Urbano VIII, fu liberata da qualsivoglia vincolo di fidecommisso et hypoteca. L importante programma pontificio riguardava la costruzione di una nuova sede per due istituzioni religiose: la Casa dei Catecumeni, destinata ad adulti in attesa di battesimo (istituita presso la Chiesa di S. Giovanni in Mercatello, nel rione Campidoglio), e il Collegio dei Neofiti (insediato nella Chiesa di S. Chiara, nel rione S. Eustachio), fondato allo scopo di ospitare e istruire i convertiti dall Islam e dall Ebraismo. Entrambi questi istituti si trasferirono nell edificio che il cardinale Antonio Barberini, fratello di Urbano VIII, fece costruire dall architetto Gaspare De Vecchi presso la Madonna dei Monti. L architetto Gaspare de Vecchi che compare nel 1624 accanto a Carlo Maderno per una consulenza a proposito di S. Maria alla Vallicella e nel 1639 per il progetto della facciata del Collegio di Propaganda Fide, dovette edificare un area vincolata da una serie di preesistenze costitutive, da un lato la fabbrica della Chiesa di S. Maria ai Monti, con i fabbricati addossati al fianco ovest, dall altra la chiesa di S. Salvatore, con un corpo di fabbrica prospiciente la via Madonna dei Monti. Inoltre, nella parte retrostante l area mancava ancora il prolungamento della via Baccina (realizzato fra il 1666 e il 1676, per la costruzione di un nuovo corpo di fabbrica, includente, sull angolo, l Oratorio di S. Giovanni Battista). In tale edificio l architetto dispose oltre l ingresso e l atrio, lo scalone, il doppio loggiato sul cortile e una serie di grandi ambienti su due piani. Il cortile fu sviluppato in profondità a causa degli edifici già presenti e definito architettonicamente sul loggiato e sul lato a destra di chi entra; il terzo lato sarebbe stato completato nella parte superiore in epoca successiva, tra il 1840 e il 1880, con la sopraelevazione del primo piano, per la sala teatrale; tra il 1666 e il 1748, il quarto lato del cortile ricevette una soluzione di chiusura prospettica, mediante tre arcate di portico, appoggiate ad un muro cieco, sotto le quali si trova una fontana a nicchia. Il prospetto dell edificio su via della Madonna dei Monti risulta disegnato come una parete continua, compatta. Con l inserimento degli angoli smussati, De Vecchi riuscì a dare, alla scabra cortina laterizia, quel senso di continuità tipico del metodo barocco. L ingresso principale sulla piazza è costituito da un ampio portale architravato con timpano ricurvo e sovrastato da due ordini di finestre incorniciate. Sul cantonale, sottolineato da due paraste sorrette da mensole a volute, è posta un edicola che riporta la data di ultimazione dei lavori: 1635. Nel 1625 Urbano VIII Barberini fece restaurare l adiacente chiesa di S. Salvatore de Suburra e la concesse al Collegio dei Neofiti, collegato poi con la vicina Chiesa alla Madonna dei Monti (già costruita nel 1580 su progetto di Giacomo della Porta). Alla prima metà del Settecento risale il corpo (tre piani più il piano terra) che sorge in via Baccina sull allineamento della tribuna della Chiesa della Madonna dei Monti e la sistemazione del cortile quadrato su cui esso si affaccia. Nel 1713 l edificio passò ai Pii Operai (una piccola congregazione fondata a Napoli da Carlo Carafa) i quali lo diressero fino alla soppressione del Collegio avvenuta alla fine dell Ottocento. Fra il 1870 e gli inizi del secolo gli interventi maggiori riguardarono la chiusura delle tre grandi aperture ad arco della loggia che si apriva sul cortile al primo piano; la costruzione, in due fasi successive, di un ballatoio corrente sui tre lati edificati del cortile stesso e la realizzazione di un ingresso autonomo al piano terra dell ala edilizia, prospiciente via Baccina, come osservato - nella Relazione storico-critica, elaborata per il Vicariato - da Paolo Cuneo e da Paola Dettori. Tra il 1982 e il 1990, con l intenzione di collocarvi la Casa delle parrocchie romane, il cardinale Poletti ha fatto eseguire interventi di manutenzione straordinaria e di restauro delle antiche strutture, facendo tra l altro abbattere una superfetazione costruita sulla parte bassa delle coperture. subito dopo il restauro curato dall arch. Gianluigi Nigro per conto del Vicariato l edificio è stato acquistato dall Università Roma Tre. DLL

prospetto principale (mg) 7

Istituto dei Catecumeni e dei Neofiti, prospetto, Arch. Gianluigi Nigro, 1982 8 L apertura di Via Baccina Nuova, dietro la tribuna della Chiesa Madonna dei Monti, comportò la demolizione di alcune case medievali su via S. Agata. Il progetto fu autorizzato da un chirografo di Alessandro I, il 3 aprile 1666 (AS, Disegni e piante, Coll. I, cart 81/325)

cortile interno (gn) 9

10 mattatoio Attualmente il complesso ospita alcune aule utilizzate dalla Facoltà di Architettura. Progetto di ristrutturazione e riuso del Padiglione 7 (ex-laboratorio sanitario): Arch. Prof. Francesco Cellini e Arch. Eugenio Cipollone Progetto esecutivo e direzione dei lavori: Arch. Eugenio Cipollone Responsabile del Procedimento di ristrutturazione: Arch. Luciano Scacchi Il complesso industriale degli Stabilimenti di Mattazione ed il Mercato del bestiame vengono costruiti in zona Testaccio su progetto dell architetto comunale Gioacchino Ersoch tra il 1888 ed il 1891. Tale costruzione va a sostituire il precedente Mattatoio nei pressi di piazza del Popolo, di cui lo stesso Ersoch aveva curato l ampliamento e l ammodernamento. Il vecchio Mattatoio viene spostato in seguito al piano regolatore del 1883 che decide la costruzione del ponte Margherita, insieme alla previsione dello sventramento del quartiere dell Oca, rispettivamente alle spalle e a fianco dello stabilimento di mattazione. L architettura di Ersoch, pur attestando una accurata e talvolta manierata ricerca stilistica (soprattutto nel portale a due fornici, sormontato da un gruppo allegorico), ha nello stesso tempo una razionalità distributiva strettamente collegata alle sue funzioni: il passaggio dal Mercato del bestiame allo stabilimento di mattazione avviene attraverso quattro bascule (due per il bestiame domito e due per l indomito), luogo dove avviene anche la pesa degli animali. Il bestiame viene poi introdotto nei rimessini, disposti ciascuno di fronte al rispettivo macello, all interno del quale Ersoch esibisce le nuove tecnologie: argani, volani, armature per l innalzamento del bestiame, carrucole, che costituiscono le nuove macchine della morte. Le innovazioni tecnologiche apportate da Ersoch prendono spunto da un approfondito studio di altri centri di mattazione in Europa. La scelta del sistema a corsie, in sostituzione del sistema a celle, viene presa in seguito alla osservazione dello stesso sistema già in uso a Ginevra, Zurigo, Amburgo, Monaco. Dal punto di vista architettonico, Ersoch privilegia la solidità, non trascurando tuttavia una certa eleganza: spessi muri rivestiti in mattoni a cortina, lastre di travertino lungo lo zoccolo delle tamponature, alle soglie e agli stipiti dei portali, al bordo dei lunettoni che illuminano gli interni. La progettazione non si limita agli edifici e ai macchinari, ma è globale in quanto comprende, oltre al sistema di fogne e di condutture per l acqua pompata e poi riversata nel Tevere, perfino gli arredi, descritti nella relazione dell architetto nei minimi particolari. Ersoch dà il giusto peso all uso del ferro che permette un reale vantaggio, quello dell economia, per cui il nostro secolo eminentemente calcolatore e pratico non vi avrebbe dato quell immenso sviluppo che oggi si osserva, si constata e si accresce con ogni sorta di applicazione (ASC, f.ll.pp., posizione 39). L architetto adotta un sistema di travature in ferro (sistema Polonceau semplice), nelle coperture dei rimessini, nelle coperture dei padiglioni e nelle barriere a elementi modulari. Nel 1930 lo stabilimento di Mattazione subisce un importante fase di ammodernamento, con l inserimento di guidovie aeree e argani Edelman. A quella data lo stabilimento era ormai inserito nel contesto urbano che vediamo tutt oggi: il quartiere operaio realizzato in tre fasi: tra il 1883 e il 1906, quando si realizzano i primi blocchi intensivi dovuti ad iniziativa privata; la fase che segue il piano regolatore del 1906, con l intervento dell Istituto Case Popolari ed i progetti di Giulio Magni e Quadrio Pirani che riqualificano il quartiere nel suo insieme. La terza fase, intorno al 1930, sempre ad opera dell I.C.P., su progetto di Innocenzo Sabbatini. Nell immediato dopoguerra viene ristrutturato l accesso al Mattatoio lungo il Tevere, in occasione dell apertura del ponte Testaccio (1948), previsto già nel 1936 con il nome di ponte d Africa. Lo stabilimento di Mattazione, con relativo quartiere operaio, ha costituito il primo segnale della destinazione industriale della zona, che si amplierà soprattutto al di fuori delle mura aureliane, oltre porta S. Paolo, e che prenderà consistenza con i vari piani regolatori, fino a quello del 1931, in contemporanea con l assetto viario, ferroviario e della rete fognaria, affidata all impianto di collettori sotto i due argini del Tevere, costruiti tra il 1877 ed il 1910. Nel luglio 1975, con l apertura del nuovo Centro Carni, il Mattatoio al Testaccio è divenuto un bene archeologico industriale, documento di storia del lavoro e di cultura materiale. Oggi il padiglione che fiancheggia via Manuzio è trasformata in una serie di aule per la Facoltà di Architettura dell università Roma Tre, dove, con un intervento minimale, sono messi in evidenza la trasparenza, la sequenza e nello stesso tempo la fusione degli spazi. E.T.L.

padiglione 7, aule Facoltà di Architettura (gn) 11

12 G. Ersoch, Ingresso principale (ASC, Il Mattatoio e il mercato del bestiame costruito dal Comune negli anni 1889-1891, Roma, 1891, Tav. IV) locale per la distruzione delle carni infette, (Tav. XI) capretteria e tripperia, (Tav. IX)

il Mattatoio e il Mercato del bestiame oggi (gn) (gn) (gn) 13

macello dei capretti e tripperia; gli arredi non sono più in situ 14 G. Ersoch, pianta generale (ASC, Il Mattatoio e il mercato del bestiame costruito dal Comune negli anni 1889-1891, Roma, 1891) il Mattatoio e il Mercato del bestiame in completamento nel 1891

15 campo Boario: l ora del pasto per i cavalli delle carrozzelle (gn) il padiglione 7 oggi (an)

16 gazometro Il grande Gazometro sull Ostiense non domina soltanto la ex zona industriale ma è diventato uno dei riferimenti topografici della città, simbolo dell industria del gas e emblema dell archeologia industriale a Roma. Un secolo di storia che inizia con la produzione del gas illuminante, in seguito alla costituzione della Società Anglo-Romana nel 1854, per concludersi con l attuale impianto a metano dell Italgas. I magazzini del carbone della ex Officina a gas di S. Paolo, i forni per la distillazione del litantrace, la sala macchine per l estrazione e la depurazione del gas, gli impianti costruiti nel 1910 (dopo che l originaria officina a via dei Cerchi era stata smantellata) sono stati abbandonati; i gasogeni e gli impianti per i distillati leggeri del petrolio costruiti nel dopoguerra sono ormai in disuso. Aree dismesse che si dispiegano sul lungotevere; zone, vuoti urbani che richiedono un repentino intervento di recupero, nel rispetto delle preesistenze e che possono contribuire ad un adeguato intervento di riqualificazione del quartiere Ostiense. A Roma l illuminazione pubblica a gas fu introdotta durante il pontificato di Pio IX, nel 1854, con una solenne cerimonia a Palazzo Doria. La prima officina sorgeva in via dei Cerchi, in prossimità del Circo Massimo e riusciva a produrre 60.000 mq. di gas al giorno. Tra la fine dell Ottocento e i primi del 900 - anche in seguito all`introduzione dell energia elettrica il gas venne impiegato per usi domestici. Il combustibile proveniente dall Inghilterra, dalla Sardegna o dalla Toscana raggiungeva i magazzini di carbone dal Tevere o attraverso i binari ferroviari che ripercorrono la superficie dell officina. Il carbone veniva posto dagli operai fuochisti nelle storte, dove raggiungeva la temperatura di 800 1000 Cº. Nei forni di distillazione, il gas prodotto dalla combustione del fossile, veniva immesso nei condensatori all interno dei quali depositava il catrame e le acqua ammoniacali che avrebbero reso nociva la miscela. Il gas per essere idoneo veniva sottoposto ad una elaborata depurazione chimico fisica, che lo avrebbe separato dalla naftalina e dal benzene e infine raggiungeva i gasometri: grandi serbatoi, costituiti alla base da una vasca in cemento armato e da un imponente impalcatura in ferro, all interno della quale scorreva una struttura mobile, oggi non visibile. In base all ultimo Accordo di programma tra Università e gli enti locali l edificio dovrebbe accogliere, tra l altro, strutture di Roma Tre. DLL

riva sinistra del Tevere con i Magazzini Generali e il Gazometro costruito nel 1936 (gn) 17

officina gas ed elettricità fuori Porta S.Paolo, pianta d insieme, 1909 (ASC, I.E., 1909, prot. 3526) 18 interno della sala macchine, 1910 (SAR) forni di distillazione Ries, 1910 (SAR) riva sinistra del Tevere, pompe e torre dell acqua, dopo il 1936 (ASI)

il gazometro e i carri-ponte da Via dei Magazzini Generali (gn) 19 l area Italgas dalla Centrale Montemartini (cs)

officina gas di S.Paolo, vista generale, 1912 (ASI) 20 magazzino di distribuzione su via del Commercio, 1912 (SR) area Italgas, dopo il 1912 (ASI)

il Gazometro dal Ponte dell Industria (gn) 21 Gazometro e raffreddatori (gn)

22 mercati generali Assegnati dal Comune di Roma 30.000 mq., comprendenti la parte sul fronte Ostiense e alcuni capannoni. Rilievi e bozze di progetto: DI.P.S.A. su incarico del Comune di Roma e Servizio Tecnico Logistico di Ateneo L atto di nascita dei Mercati Generali è il 1910, quando, dopo che è definitivamente messo da parte il progetto di realizzare i mercati sui due fronti di viale del Re (attuale viale Trastevere), viene presentato il nuovo Progetto per la costruzione dei Mercati generali e delle derrate alimentari fuori Porta S. Paolo. I nuovi mercati sono prossimi allo scalo fluviale, ai già progettati Magazzini generali e alla erigenda ferrovia Roma- Ostia, con possibilità di un binario interno di raccordo. Il progetto, elaborato dall Ufficio tecnico comunale diretto dall ing. Emilio Saffi, prevede due zone: una destinata al mercato della frutta e ortaggi e l altra al mercato del pesce, carni e uova. I due settori sono divisi al centro da un ampia zona destinata al raccordo ferroviario. Il 1910 è un anno decisivo per lo sviluppo industriale della zona, che viene incoraggiato dall ampliamento di un primo tratto della via Ostiense e dall insediamento delle prime officine municipali volute dalla giunta Nathan per combattere la concorrenza privata. Se terminati nel tempo inizialmente previsto, i Mercati avrebbero perciò costituito il fiore all occhiello degli obiettivi del sindaco Nathan circa il controllo municipale nella capitale. Il mercato degli erbaggi e frutta prevede un fabbricato d ingresso prospiciente la via Ostiense (per la direzione, le abitazioni dei dirigenti e custodi, l ufficio daziario e delle guardie municipali, l ufficio sanitario, postale e telefonico). Lungo il perimetro del mercato sono previste una serie di magazzini, tettoie in cemento armato e vasti piazzali. Lungo le due ali esterne, nelle vie laterali al mercato, vengono progettati i locali per scuderie e rimesse. Il mercato del pesce, abbacchi, polli, uova affaccia sulla progettata stazione del Mercato lungo la linea Roma-Ostia, con un edificio d ingresso dove vengono ugualmente collocati gli uffici per la direzione. Al centro dello spazio destinato a questo settore è previsto il grande padiglione per la vendita del pesce (mq. 3.250) e, ai lati, sei padiglioni (tre per parte) per la vendita di abbacchi, polli, uova. Il piano seminterrato viene destinato alle celle frigorifere. Tutti i padiglioni vengono progettati sopraelevati rispetto al piano di calpestio esterno, per maggiore comodità di carico e di scarico delle merci (E. Saffi, Il nuovo mercato generale di Roma in Annali della Società degli ingegneri e degli architetti italiani, XXIX, n.12, 16/6/1914). Nel 1912 la commissione dell Ispettorato edilizio concede l autorizzazione; in seguito, vengono espropriati i terreni, inizialmente quelli appartenenti ai Fajella (proprietari dell attigua vetreria Fajella) e quindi i terreni appartenenti ai Torlonia, per i quali occorre una lunga sequela di contrattazioni. Gli eventi bellici arrestano l esecuzione del progetto e solo nel febbraio 1922 il Consorzio edile italiano consegna i fabbricati. Tuttavia l attività del mercato è soltanto parziale in quanto, da un documento del giugno 1922 (Conservatoria, Comune di Roma), si viene a conoscenza che della superficie complessiva di 100.000 mq. soltanto 14.000 risultano essere coperti, mentre la superficie scoperta è di ben 85.000 mq. Nel febbraio 1922 in pratica si inaugurano: per i mercati delle erbe i fabbricati con ingresso sulla via Ostiense, ai numeri civici 109, 111, 113, i magazzini con le antistanti tettoie e i chioschi adibiti a bar, tabaccheria, telefono; per il mercato del pesce tre fabbricati interni dei quali, nella stima dei fabbricati (febbraio 1922), risultano esserci solamente le fondazioni e le mura di elevazione fino al piano di copertura dei sotterranei. Nel 1924 viene quindi realizzato un secondo lotto di lavori che come si evince dai nuovi progetti esecutivi (ASC, Fondo contratti, 1924, parte IV, vol.i) comprende il padiglione del pesce totalmente rinnovato nella sua struttura e configurazione spaziale e i padiglioni per la vendita di abbacchi e pollame. Mentre il progetto del 1910 prevedeva un ampio uso del ferro, nella seconda fase di costruzione, si hanno modifiche di ordine architettonico e strutturale: viene sostituito al ferro l uso di muratura e di cemento armato, e le coperture a volta sono sostituite da coperture con architravi. Si ampliano gli elementi funzionali e si riducono gli elementi decorativi, i fregi, le volute, gli stucchi liberty; le cancellate ed il fornice dell ingresso principale perdono il loro aspetto monumentale. Le aree vuote vengono man mano occupate da altri padiglioni e gli edifici perimetrali vengono in parte sopraelevati, privando, con interventi differenziati nel tempo (anni 30-40 e fino agli anni 60), l assetto dei Mercati della loro originaria identità funzionale e morfologica. ETL

Mercati generali, padiglione interno (gn) 23

E. Saffi, Padiglione per la vendita del pesce, I progetto, prospetto, 1910 (ASC, Fondo Contratti, Atti Pubblici, parte V, 1912, 11 ottobre) 24 E. Saffi, Padiglione per la vendita del pesce, progetto esecutivo, 1924 (ASC, Fondo Contratti, parte IV, volume I, 1924, 24 aprile) strutture in cemento armato degli anni 50, angolo sud-est dei Mercati (ASC, Fondo Fotografico, periodo post-unitario, 29c)

padiglione del pesce, lato sud (gn) 25 veduta dal lato sud (gn) veduta dal lato sud (gn)

fuori dai Mercati: anni 30 (ASC, Fondo Fotografico, periodo post-unitario) 26 fuori dai Mercati: anni 30 (ASC, Fondo Fotografico, periodo post-unitario)

(gn) 27 dentro e fuori i Mercati (gn) (gn)

28 scuola nicolò tommaseo Attualmente nell edificio sono ospitati la Facoltà di Economia Federico Caffè, il Dipartimento di Economia, la sezione Economia della Biblioteca di Area Giuridico- Economico-Politica e il Centro Linguistico di Ateneo. L edificio è in concessione d uso dal Comune di Roma Il terreno dove viene edificato l edificio scolastico Nicolò Tommaseo era affidato all Ente Autonomo SMIR (Sviluppo Marittimo e Industriale di Roma) che, essendo stato soppresso nel 1923 insieme a tutti gli enti autonomi portuali, nel momento in cui la scuola viene costruita, fa parte delle aree che l Ente deve alienare. Lo SMIR, nel gennaio 1924, cede l area alla SEFI (Società Elettroferroviaria Italiana) con l intento di costruire stabilimenti industriali e case operaie. L anno seguente la SEFI cede a sua volta l area al governatorato di Roma per la realizzazione di una scuola elementare, che fa parte di un programma voluto dall Ufficio Progetti del Comune per la realizzazione, tra il 1922 e il 1934, di una serie di edifici scolastici. A capo di tale ufficio è l ingegner architetto Vincenzo Fasolo, progettista, tra le altre molte scuole romane, anche della Nicolò Tommaseo. La scuola viene programmata in considerazione del crescente sviluppo del nuovo quartiere Garbatella. Come descritto nel volume I nuovi fabbricati scolastici, (Roma 1924), il progetto complessivo prevede 34 aule e locali accessori, due scale distinte, due colonne di servizi, palestra coperta e scoperta. L edificio si compone di quattro piani, di cui uno seminterrato per i servizi ed il refettorio. L area complessiva di circa 4.300 mq., è suddivisa in una superficie coperta di 2.336 mq. e scoperta di circa 2.000 mq. Il progetto di Fasolo, tuttavia, viene inizialmente realizzato solo in parte (mq. 772 di superficie coperta), per coprire i bisogni dell attuale popolazione scolastica, ma con previsione di futuro ampliamento. In un primo momento viene costruita l ala sulla via Ostiense su una sola scala, con 10 aule, più i servizi per la refezione, i bagni, il locale per il riscaldamento. I lavori iniziano nel 1927 e si concludono nel 1929, con la realizzazione del primo corpo. Poco dopo gli inizi dell apertura della didattica, la direttrice richiede al provveditorato la costruzione di una palestra, di una casa per il portiere e di un ampliamento generale dell edificio. Questi lavori hanno inizio nel luglio del 1936 e si concludono l anno successivo con la realizzazione della palestra, degli spogliatoi, di una scala in marmo e cemento armato, una colonna di servizi igienici, la chiusura di un lucernario su via Ostiense, la pavimentazione del cortile d ingresso e la costruzione di un nuovo blocco scolastico. Nel verbale di consegna, del novembre 1938, si specifica che l immobile è in muratura, coperto parte a tetto e parte a terrazza, e che è composto da atrio, corridoi, 33 aule sistemate nei vari piani, un ampia palestra con locali per i servizi, da un cortile centrale, da un cortile posteriore con area a giardino, da una scala di disimpegno e da vari locali siti nello scantinato (Conservatoria, Comune di Roma). Dal punto di vista stilistico, l edificio (che viene realizzato da Fasolo in contemporanea alla non lontana caserma dei Vigili del Fuoco a via Marmorata) presenta alcuni spunti formali che l architetto aveva applicato ad altri edifici scolastici, come ad esempio, il liceo Terenzio Mamiani in viale delle Milizie, in funzione dal 1924. Stilemi (ispirati al Rinascimento modernamente sentito ) che risentono dell influenza dei progetti di Gustavo Giovannoni, regista del quartiere Garbatella e suo maestro, e che Fasolo fiancheggia in diverse occasioni, realizzando per lui molti disegni progettuali (il progetto per il quartiere di piazza d Armi, tra gli altri). Il carattere principale delle facciate, sia esterne che interne sul cortile, della scuola di via Ostiense (come anche del liceo Mamiani ) è dato dal raggruppamento a tre delle grandi finestre, sia in forma rettangolare che in forma ad arco, mediante forti cornici di raccordo (in alcuni casi a forma di edicola) o balconi ad incasso. Nel 1991, dopo che l attività scolastica era stata da tempo sospesa, alcune associazioni occupano i locali interni del blocco, finchè, nel 1993, l intero edificio con la sua area circostante viene ceduto in concessione d uso dal Comune di Roma all Università. ETL

cortile interno edificio Niccolò Tommaseo (gn) 29

V. Fasolo, Nicolò Tommaseo, disegno della facciata, ca. 1924 (Archivio Orseolo Fasolo) 30 V. Fasolo, Nicolò Tommaseo, I progetto, 1924 (NFS) pianta catastale, 1924, (Conservatoria Comune di Roma)

aula della Facoltà di Economia Federico Caffè (gn) 31 interno della Facoltà di Economia Federico Caffè (gn) centro di calcolo del Dipartimento di Economia (gn)

32 vetrerie bordoni Il complesso è articolato in due parti: la prima, corrispondente agli uffici ristrutturati della vetreria ospita da anni gli uffici centrali del Rettorato, alcuni dei quali destinati alla nuova sede appena costruita sul terreno dello stabilimento delle vetrerie, recentemente inaugurato, dove trova posto il Rettorato la Facoltà d Giurisprudenza e la biblioteca di area giuridicoeconomico-sociale Il nuovo complesso, che è divenuto recentemente sede della facoltà di Giurisprudenza e del Rettorato, è costruito su un area occupata, fino agli anni 80, dalle Vetrerie Riunite Angelo Bordoni di S. Paolo. Della vecchia fabbrica sono rimasti soltanto i locali dell ala d ingresso, una volta occupati dagli uffici. L area si estende tra la via Ostiense, via Giulio Rocco e la ferrovia Roma-Ostia. Nelle vecchie piante la vetreria, non più esistente, si presenta come un articolato complesso composto da diversi edifici e capannoni e provvisto di una ciminiera. In una foto, presumibilmente dell immediato secondo dopoguerra, sono invece presenti due ciminiere, ciò che sta a testimoniare che la Vetreria era fino ad allora una fabbrica molto attiva. Un ulteriore pianta catastale (f. 835, 1964) mostra l area della Vetreria quasi totalmente ricoperta da oltre dieci edifici, di cui alcuni sono evidentemente ampliamenti dei precedenti, ed altri sono costruiti ex-novo, soprattutto nella parte ad est dell area e lungo tutto il perimetro su via Rocco. Nella stessa pianta compare un binario di raccordo ferroviario con l attigua linea Roma-Ostia. In una foto dei primi del 900 si nota che la lavorazione delle bottiglie di vetro avveniva totalmente per mano femminile. Negli anni 70, quando la fabbrica aveva ridotto notevolmente la produzione, si parla di nuova destinazione a terziario e di compatibilità con il direzionale. Negli anni 80 la fabbrica viene demolita in quanto aveva raggiunto i limiti della fatiscenza. I due edifici superstiti lungo la via Ostiense, attualmente occupati dagli uffici amministrativi e dal Rettorato, presentano dei motivi architettonici in comune con gli edifici perimetrali del Gazometro, secondo un ottica di stile eclettico, cara all edilizia romana industriale del primo 900, presentando un decoro di facciata e una composta aulicità. Composta aulicità, che nel caso degli uffici delle Vetrerie, è presente nell ingresso a tre fornici simulati, grazie a una serie di colonne portanti. Le decorazioni esterne si limitano ad un intonaco rustico come motivo basamentale, che prosegue a far da cornice al piano superiore terminante con una copertura piana. Sull area alle spalle degli uffici delle Vetrerie Riunite, è stato realizzato, nel biennio 1998-2000, un imponente complesso architettonico per ospitare la sede del Rettorato, la Facoltà di Giurisprudenza, il Dipartimento di Studi Giuridici e la bibliotaca d area. Il complesso è articolato su complessivi 14.520 mq., capace di accogliere 5.000 studenti ed è dotato di un autorimessa interrata. Le aule didattiche sono 9, ubicate tutte al piano terra. L aula magna, circolare, rivestita esternamente in zinco-titanio, ha una capienza di 260 posti. La biblioteca, di complessivi 700 mq., raccoglie l ampio patrimonio librario dell area giuridica di Roma Tre; si articola su due livelli ed è funzionalmente collegata col piano-galleria destinato agli studenti, illuminato dall alto da una copertura vetrata. I piani secondo e terzo sono invece dedicati alle attività dipartimentali ed agli uffici del Rettorato. La disposizione dell intero complesso, se letta in pianta, appare come un contrappunto di forme astratte, tra quadrati, rettangoli e cerchi. Ben diverso è il percorso visivo intorno al realizzato, anche per la posizione del complesso a una quota superiore di quella della via Ostiense. Di modo che l edificio in primo piano, dalla copertura a shed ripetuti (un immediato richiamo alla memoria dei preesistenti capannoni industriali), è come incorniciato, dalla lunga struttura orizzontale alle spalle, intercalata da elementi verticali a torre in vetro opaco. L ingresso al complesso da via Ostiense 159, attraverso cioè gli uffici della vecchia vetreria, è più suggestivo del precedente in quanto si passa bruscamente al livello più alto, scoprendo, ad ogni gradino, un particolare costruttivo diverso. Sulla destra l aula magna si impone con il motivo circolare terminante a spirale e con la copertura obliqua, netta e tagliente. Sulla sinistra e di fronte, due strutture unite a formare un angolo retto, con sottopassaggi, anche sopraelevati e con intere superfici vetrate formanti due alti nastri trasparenti che, insieme alla parte vuota sottostante, conferiscono ariosità e leggerezza all insieme. Tra il cerchio dell aula magna e il cubo della biblioteca (la quale ha all interno una sorta di pozzo richiamante modelli dell antichità classica), si estende la lunga ed ampia galleria vetrata che attraversa tutto il complesso e che termina con un contrappunto simile ed opposto al precedente tra un aula circolare e una sala computer rettangolare. Sul lato posteriore, confinante con la ferrovia, ancora due volumi netti e squadrati ed un ulteriore simulazione della vecchia industria nel profilo caratteristico delle coperture a shed. ETL Uffici Vetrerie, via Ostiense 159: progetto di riuso a cura della S.I.C.I. srl. (Società per l Industria e il Commercio Internazionale), proprietaria dell edificio prima che questo fosse acquistato dall Università. Edificio via Ostiense 161, Facoltà di Giurisprudenza e Rettorato:; progetto Preliminare DI.P.S.A. Progetto definitivo ed esecutivo: Arch. Giuseppe Pasquali e Arch. Prof. Alfredo Passeri Committente: Università degli Studi Roma Tre, Soc. San Paolo Seconda