5.1 Piano Energetico Provinciale



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.1 Piano Energetico Provinciale.1.1 Il sistema energetico provinciale.1.1.1 Premessa La Provincia di Lecco si è dotata di numerosi strumenti di pianificazione e programmazione, tra cui il Piano Energetico Provinciale, che, partendo dall analisi dell evoluzione storica dei consumi energetici sul territorio, intende indirizzare l andamento futuro del fabbisogno di energia attraverso scelte consapevoli ispirate a principi di ecosostenibilità. Il Piano Energetico della Provincia di Lecco è stato approvato dal Consiglio Provinciale con deliberazione adottata nella seduta del 6/4/29, n. 1. Le elaborazioni contenute in tale piano hanno permesso di ricostruire il sistema energetico provinciale, che comprende il bilancio energetico degli usi finali e il bilancio delle emissioni di gas serra; sulla base di questi elaborati propedeutici, sono in seguito stati fissati obiettivi ed azioni, codificati in strumenti di attuazione e schede di azione puntuale, che la Provincia intende raggiungere e mettere in pratica nei prossimi anni in campo energetico. L analisi del sistema energetico del territorio provinciale è stata effettuata mediante la ricostruzione storica, per il periodo -27, del bilancio energetico provinciale in termini di consumi energetici finali, con la disaggregazione dei consumi per settori di attività (civile, industria, agricoltura e trasporti) e per vettori energetici utilizzati (energia elettrica, gas naturale, benzina, etc.). Tuttavia, la disaggregazione dei consumi per singoli settori di attività non è sufficiente per consentire la definizione dell evoluzione dei consumi stessi, infatti è necessario attribuire i consumi energetici ai singoli utilizzi finali dell energia. Inoltre, devono essere considerati anche diversi fattori socioeconomici alla base anche delle scelte di tipo energetico. Nel piano si è quindi cercato di ricostruire l insieme degli elementi che determinano il livello e le modalità di consumo per soddisfare un certo fabbisogno, permettendo così di definire lo scenario attuale (riferito all anno 27). Queste valutazioni costituiscono il punto di partenza per la costruzione degli scenari futuri. Le analisi svolte sul sistema energetico sono state accompagnate da analoghe analisi sull evoluzione delle emissioni dei gas serra ad esso associate. Le emissioni sono interpretate mediante l equivalente di anidride carbonica, che considera il contributo aggregato, tramite gli opportuni coefficienti, dei singoli gas serra. Attraverso la suddetta analisi, nel piano si è ricostruita l evoluzione passata delle emissioni dei gas serra al fine di poter valutare quale sarà la loro evoluzione futura a seguito degli interventi che potranno essere proposti..1.1.2 La domanda di energia finale La provincia di Lecco, nel 27, ha fatto registrare un fabbisogno energetico finale complessivo pari a circa 72 k, dove: 1 k = 1. (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) 1 = 1.. kcal. Rispetto al, primo anno per cui sono disponibili tutti i dati dei consumi, la crescita è stata pari a poco meno del 3%. 142

RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE 211 Come si evince dal Grafico.1, i consumi energetici della provincia di Lecco sono caratterizzati da una dinamica molto marcata che li porta a crescere tra il e il 24/ per poi scendere drasticamente, assestandosi nel 27 ad un valore superiore di poco meno del 3% rispetto al. La crescita della popolazione residente è stata quasi doppia rispetto a quella dei consumi, lasciando tuttavia invariato il consumo pro capite che è passato da 2,26 /res a 2,21 /res, sintomo probabilmente di un uso più efficiente dell energia per usi finali. 8. 78. 76. 74. 8. 72. 78. 76. 7. 74. 68. 72. 66. 64. 7. 68. 62. 6. 66. 64. 62. Per quanto riguarda la ripartizione dei consumi energetici per tipologia di vettore (Grafico.2), la quota predominante spetta al gas naturale seguito dall energia elettrica e dai prodotti petroliferi che si 6. assestano attorno 9. a valori simili. 23 Dal punto di vista 24 assoluto, i consumi 2 di energia 26 elettrica sono aumentati 27 di oltre il 12% 8. mentre per il gas naturale tale quota è pari a quasi il 4%. I prodotti petroliferi hanno fatto registrare un leggero calo pari a quasi il 9% nei sei anni in esame (-27). 7. Grafico.1 Consumi energetici complessivi, -27 6. 9. 8. 4. 7. 3. 6. 2. 1. 4. 3. Prodotti petroliferi 2. Gas Naturale Energia Elettrica 1. Prodotti petroliferi Gas Naturale Energia Elettrica 17.897 34.338 174.46 17.897 34.338 174.46 18.112 183.31 186.674 189.242 16.8 37.4 393.113 397.733 387.338 367.38 181.2 187.92 18.46 191.19 196.493 18.112 183.31 186.674 189.242 16.8 37.4 393.113 397.733 387.338 367.38 181.2 187.92 18.46 191.19 196.493 Grafico.2 Consumi energetici per vettore, -27 Dal punto di vista relativo, il Grafico.3 mostra come non si osservino particolari modificazioni dei valori 6% e delle gerarchie. L energia elettrica e i prodotti petroliferi si assestano attorno al 2% facendo registrare un leggero incremento nell ultimo anno per il primo vettore e un corrispondente decremento per % le seconde fonti. La quota relativa al gas naturale resta pressoché invariata nei sei anni oggetto di analisi, attestandosi attorno al %. Quota % 4% 6% Energia Elettrica 3% % Gas Naturale Prodotti petroliferi 143

Grafico.3 Ripartizione vettoriale dei consumi energetici provinciali, -27 Quota % 6% % 4% 3% 2% 1% Energia Elettrica Gas Naturale Prodotti petroliferi % Relativamente ai settori energetici, i dati disponibili hanno consentito la disaggregazione tra i seguenti: residenza, trasporti, attività produttive e terziario. In alcuni casi si è dovuto procedere con elaborazioni di stima, soprattutto per la ripartizione tra residenza e terziario. Tali stime si sono basate oltre che sui consumi complessivi e comunali di gas, anche sulla popolazione residente e sul numero di addetti ed unità locali nelle attività commerciali. Per quanto riguarda il terziario si è scelto di ipotizzare l utilizzo del solo gas per scopi termici, in considerazione dell elevatissimo grado di metanizzazione del territorio provinciale. Come si evince dal Grafico.4, la residenza assorbe la quota di consumo predominante (3%), passando da 22 k nel a 26 k nel 27, con un incremento assoluto pari all 1,7%. Le attività produttive (industria e agricoltura) assorbono oltre un terzo dei consumi provinciali complessivi senza, tuttavia, evidenziare particolari tendenze alla crescita: per tale settore si osserva, infatti, un incremento che, nell intervallo temporale in esame, lo porta ad assestarsi attorno ai 247 k, a fronte dei 232 k del. Il settore dei trasporti assorbe poco meno del 2% dei consumi provinciali complessivi e, nell intervallo in esame, ha fatto registrare un calo assoluto superiore al 1%, passando dai 14 k del ai 138 k del 27. Il terziario fa registrare la crescita più consistente pari al 26%, assestandosi attorno a 8 k nel 27. Tra il 199 e il 27 il settore ha incrementato i propri consumi elettrici del 137% con un incremento medio annuale di oltre il 7,%. Tra i consumi elettrici del terziario il commercio rappresenta il sottosettore maggiormente energivoro, assorbendo oltre il 3% dei consumi elettrici. Grafico.4 Consumi energetici provinciali per settore, -27 9. 8. 7. 6. 4. 3. 2. 1. Trasporti 13.679 17.822 161.499 162.714 163.26 137.63 Terziario 67.14 72.18 8.449 88.13 87.336 84.77 Residenza 21.666 267.12 267.16 27.669 271.14 2.879 Attività produttive 232.24 239.186 249.97 242.967 246.44 246.641 144

Trasporti 13.679 17.822 161.499 162.714 163.26 137.63 Terziario 67.14 72.18 8.449 88.13 87.336 84.77 Residenza 21.666 267.12 267.16 27.669 271.14 2.879 Attività produttive 232.24 239.186 249.97 242.967 246.44 246.641 RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE 211 L analisi dell evoluzione relativa, riportata nel Grafico., evidenzia una sostanziale stabilità, durante il periodo oggetto di analisi, evidenziando un leggero calo dei consumi del settore dei trasporti (dal 22% al 19%) e un incremento di quelli del terziario (dal 9,% all 11,7%). Stabili risultano le quote relative alla residenza e alle attività produttive che, come detto, detengono la quota relativa di consumo maggiore. Quota % 4% 3% 2% 1% Attività produttive Residenza Terziario Trasporti Grafico. Ripartizione settoriale dei consumi energetici provinciali, -27 %.1.1.1 L offerta di energia Il sistema di approvvigionamento energetico della provincia di Lecco è del tutto equivalente alla media del territorio nazionale. Dal punto di vista della distribuzione, si registra un capillare livello di metanizzazione nella porzione pianeggiante del territorio provinciale. Tale affermazione è verificata tramite 11 le autocertificazioni per gli impianti termici: su oltre 117. impianti censiti, quasi 76. sono a metano, poco meno di. a gasolio, GPL e altro combustibile; la restante quota non è nota 18 o non dichiarata, ma è plausibile supporre che molti di questi ultimi impianti siano alimentati a gas naturale. 16 14 All interno del territorio provinciale non sono presenti centrali termoelettriche di grandi dimensioni, anche se si devono registrare casi isolati di autoproduzione energetica industriale. Al contrario, sono dislocate numerose centrali idroelettriche, che garantiscono una produzione di oltre 37 GWh, 12 pari 1 al 16,8% dei consumi elettrici complessivi provinciali del 27, in grado, potenzialmente, di coprire l intera 98 quota di consumo residenziale. La produzione di energia idroelettrica risulta leggermente superiore rispetto alla media nazionale (14%) e, per la stragrande maggioranza, deriva da quattro 96 grandi impianti (tre sull Adda nel comune di Paderno d Adda e uno in Valvarrone) che producono oltre l 86% dell energia 94 idroelettrica 23 provinciale. 24 La restante quota 2 è ripartita 26 tra tredici impianti, 27 ubicati prevalentemente nella zona settentrionale della provincia, con potenze che vanno da poche decine di kw fino ad oltre 2, MW. =1.1.1.2 Le emissioni di gas serra I principali gas serra 1 che derivano dai processi energetici sono essenzialmente l anidride carbonica (CO 2 ), il metano (CH 4 ) ed il protossido d azoto (N 2 O). Il contributo della CO 2 alle emissioni totali di gas serra è di circa il 9%. Nell analisi che segue si considerano le emissioni dei gas serra complessivamente, utilizzando il valore dell equivalente di anidride carbonica (CO 2 equivalente). Complessivamente le emissioni di gas serra si sono attestate, nel 27, attorno ad un valore pari a 2.6 migliaia di tonnellate. Il Grafico.6 mostra come le emissioni presentino una dinamica di evoluzione molto simile a quella dei consumi, caratterizzata da una crescita sostenuta nei primi anni dell intervallo temporale seguita da una altrettanto marcata diminuzione. Nei sei anni in esame complessivamente si registra un incremento di solo lo,6%. 1. Sono così chiamati quei gas, presenti in atmosfera, che sono trasparenti alla radiazione solare in entrata sulla terra ma riescono a trattenere, in maniera consistente, la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall'atmosfera e dalle nuvole, creando così il cosiddetto effetto serra. 14

Grafico.6 Evoluzione dei consumi e delle emissioni di gas serra, -27 Fonte: ENEL, AMGAS, SNAM, Comune di Foggia, Produttive Elaborazione =1 11 18 16 14 12 1 98 96 94 Il Grafico.7 mostra l evoluzione delle emissioni per vettore energetico: l energia elettrica è responsabile di oltre il 47% delle emissioni ad effetto serra nella provincia di Lecco, i prodotti petroliferi si assestano al 2% mentre il gas naturale assorbe il 33,3%. Come detto in precedenza, nel periodo in esame complessivamente non si registrano particolari modificazioni, sebbene sia stato il gas naturale ad essere caratterizzato da una dinamica molto marcata. Per quanto riguarda i prodotti petroliferi è opportuno sottolineare che il contributo deriva prevalentemente dal settore dei trasporti; mentre per quanto concerne il gas naturale, il settore con contributo di emissioni maggiore è quello residenziale. Quest ultimo infatti fa registrare livelli di emissioni quasi doppi rispetto al settore produttivo. Decisamente inferiori risultano le emissioni da gas naturale attribuibili al terziario. Grafico.7 Evoluzione delle emissioni di CO 2 equivalente per vettore, -27 tonnellate 3.. 2. 2.. 1. 1.. Olio combustibile 33.29 36.134 37.183 39.738 43.114 36.811 GPL 31.24 26.97 21.87 24.724 26.26 19.17 Gasolio 214.96 239.16 269.26 291.341 33.872 324.343 Benzina 27.11 268.3 22.71 23.84 226.917 13.12 Gas Naturale 837.96 886.1 928.699 939.613 91.6 868.28 Energia Elettrica 1.2.931 1.213.63 1.221.28 1.29.2 1.27.198 1.229.222 146 Il settore residenziale è attualmente il maggior responsabile delle emissioni dovute all utilizzo finale di energia elettrica. La dinamica mostrata nell ultimo decennio non sembra mostrare segni di inversione di tendenza neanche negli anni finali. Le emissioni dovute all utilizzo di energia elettrica nell industria mostrano una dinamica più contenuta che porta comunque ad un raddoppio del gap con il settore civile. Regolari e senza evidenti modificazioni risultano essere le emissioni dovute all utilizzo di energia elettrica in agricoltura. 3.. Nel successivo 2.Grafico.8 è rappresentata l evoluzione delle emissioni di CO2 equivalente per settore energetico. onnellate 2.. 1.

3.. 2. RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE 211 tonnellate 2.. Il settore 1. produttivo è il maggiore responsabile delle emissioni cittadine: nel 27 tale settore emetteva oltre il 42% delle emissioni dell intera provincia. Tale quota percentuale è rimasta invariata dal. Leggermente 1.. al di sotto si trovano le emissioni del settore residenziale, con il 28,2% e successivamente i trasporti con il 18% circa. In leggera crescita sono le emissioni imputabili al terziario che passano dall 11% al 13%. In termini evolutivi, il settore terziario ha fatto registrare un incremento del 18% circa, ben al di sopra della residenza e del settore produttivo che nell intervallo temporale in esame crescono solo dell 1% circa. Le emissioni dovute al 23 settore dei trasporti 24 sono in 2 calo, soprattutto 26per quanto 27 riguarda l ultimo Olio combustibile anno in analisi. 33.29 36.134 37.183 39.738 43.114 36.811 GPL Il gas naturale è, come 31.24 già detto, 26.97 la fonte primaria 21.87 di emissione 24.724 del settore 26.26 residenziale. 19.17 Gasolio Quest ultima è responsabile 214.96 di oltre 239.16 il doppio delle 269.26 emissioni da 291.341 energia elettrica 33.872 e di oltre 324.343 dieci volte le emissioni Benzina da prodotti 27.11 petroliferi. 268.3 22.71 23.84 226.917 13.12 Gas Per Naturale quanto riguarda 837.96 i trasporti, invece, 886.1le emissioni 928.699 sono quasi 939.613 completamente 91.6 attribuibili 868.28 all utilizzo dei Energia carburanti Elettrica derivati dalla 1.2.931 raffinazione 1.213.63 del petrolio. 1.221.28 Da notare la 1.29.2 progressiva sostituzione 1.27.198 della 1.229.222 benzina con il gasolio. Per quanto riguarda le attività produttive, le emissioni dall utilizzo di energia elettrica sono quasi tre volte maggiori rispetto a quelle da gas naturale. Marginale risulta il contributo dei prodotti petroliferi. Le emissioni principali del settore terziario sono attribuibili all energia elettrica, che mostra valori pressoché doppi rispetto alle emissioni provocate dalla combustione di gas naturale. tonnellate 3.. 2. 2.. 1. 1.. Grafico.8 Evoluzione delle emissioni di CO 2 equivalente per settore, -27 Trasporti 486.24 499.89 11.382 1.278 17.114 436.8 Terziario 282.391 3.343 33.398 341.443 33.28 333.228 Attività produttive 1.9.1 1.11.629 1.119.16 1.96.224 1.97.4 1.12.34 Residenza 733.91 768.11 769.9 787.8 772.73 736.297.1.2 Gli scenari, gli obiettivi e gli strumenti di attuazione 2.321.1.2.1 Gli obiettivi generali 4 3.782 Le linee caratterizzanti la pianificazione energetica e ambientale provinciale derivano da considerazioni riguardanti sia l aspetto della domanda sia l aspetto dell offerta di energia. Infatti, se la questione dell offerta di energia ha da sempre costituito la base della pianificazione, giustificata col fatto che scopo di quest ultima fosse assicurare la disponibilità della Gasolio completa fornitura energetica richiesta dall utenza, è evidente che altrettanta importanza va data alla GPL necessità di valutare le possibilità di 121.7 riduzione della richiesta stessa. Metano Gli obiettivi del Piano riguardanti la domanda e l offerta si incrociano con gli Legna/pellet obiettivi/emergenze della politica energetico - ambientale internazionale e nazionale. Da un lato il rispetto degli impegni e Non noto degli obiettivi internazionali e comunitari, dall altro, la necessità di disporre di una discreta differenziazione di risorse energetiche, da intendersi sia come fonti sia come provenienze. 3.23 147

Sul lato dell offerta di energia, la Provincia si pone l obiettivo di incrementare la quota di energia rinnovabile sia per la produzione di calore sia di energia elettrica. In particolare è prioritario definire le linee di sviluppo per incrementare la quota di energia solare termica e fotovoltaica, la produzione idroelettrica, la produzione da biomassa e da fonte eolica di piccola taglia. I punti da affrontare sono i seguenti: è necessario favorire una sensibile diffusione dell impiego delle fonti rinnovabili sul territorio, che contribuirà al soddisfacimento dei fabbisogni relativi agli usi elettrici, agli usi termici ed eventualmente agli usi in autotrazione; nell impiego della biomassa come fonte energetica è necessario considerare la peculiarità di tale fonte anche per usi termici e nei trasporti; in particolare, per la produzione di calore e energia elettrica sono preferibili gli impianti di taglia piccola e media. Sul lato della domanda di energia, la Provincia si pone l obiettivo di superare le fasi caratterizzate da azioni sporadiche e scoordinate e di passare ad una fase di standardizzazione di alcune azioni. In particolare: va applicato il concetto delle migliori tecnologie disponibili, in base al quale ogni qual volta sia necessario procedere verso installazioni ex novo oppure verso retrofit o sostituzioni, ci si deve orientare ad utilizzare ciò che di meglio, da un punto di vista di sostenibilità energetica, il mercato può offrire; in ambito edilizio è necessario enfatizzare l importanza della variabile energetica definendo alcuni parametri costruttivi cogenti; il settore pubblico va rivalutato come gestore di strutture e impianti su cui si rendono necessari interventi di riqualificazione energetica; in ambito industriale è necessario implementare le attività di contabilizzazione energetica e di auditing per verificare le opportunità di razionalizzazione energetica; è prioritario valutare le condizioni idonee all installazione di sistemi funzionanti in cogenerazione; nell ambito dei trasporti si definiscono interventi che riguardano sia le caratteristiche tecniche dei veicoli sia le modalità di trasporto; si evidenzia l importanza dell impiego dei biocarburanti nei mezzi pubblici o di servizio pubblico..1.2.2 Il governo della domanda di energia Il settore residenziale Il settore degli usi residenziali, sia perché obiettivamente interessante sotto l aspetto dell entità del fabbisogno energetico, sia per la varietà e la capillarità dei possibili interventi che presuppongono un coinvolgimento ed un adeguato approccio culturale da parte dell operatore e dell utente, rappresenta un campo di applicazioni in cui sarà possibile favorire una svolta nell uso appropriato delle tecnologie energetiche. La parallela esigenza di ridurre consumi ed emissioni sfocia nella necessità di rendere più efficiente tutto il sistema dei diversi consumi e riuscire a dare spazio adeguato anche al contributo delle energie rinnovabili. Per muoversi in questa direzione in maniera strutturata e strategica è necessario definire innanzitutto gli obiettivi e, quindi, dotarsi degli strumenti per il loro raggiungimento. In considerazione delle notevoli possibilità di risparmio energetico collegato agli interventi sulle strutture edilizie, il Piano identifica come obiettivo minimo quello di non incrementare i consumi energetici totali di fonti fossili collegati alle strutture edilizie, nonostante eventuali previsioni di ampliamento volumetrico, lasciando spazio, anche ad un possibile decremento degli stessi. Il raggiungimento di un obiettivo di incremento zero nell arco dei dieci anni prevede naturalmente la realizzazione di nuove costruzioni con alti standard energetici e, necessariamente, un parallelo aumento dell efficienza nel resto del parco edilizio esistente. Sia che si tratti di edifici esistenti o da costruire, l approccio dovrà rispettare la seguente sequenza di priorità: 148

RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE 211 riduzione del fabbisogno (quindi delle dispersioni o degli sprechi, da qualunque parte essi arrivino); aumento dell efficienza della fornitura di energia; sostituzione delle fonti energetiche fossili con fonti energetiche rinnovabili. Mentre il mondo della nuova costruzione inizia ad adeguarsi a nuove modalità ed esigenze di costruzione, anche il mercato della ristrutturazione deve essere contagiato dalla riflessione sulle possibilità di intervento per la riduzione dei consumi. Ad esempio, una campagna precisa sul rendimento delle caldaie, accompagnata da un adeguata informazione, può contribuire a un ricambio tecnologico tempestivo e di conseguenza a una riduzione degli sprechi dati da dispersioni, sovradimensionamenti e vecchie tecnologie. Inoltre, è necessario dare un forte incipit alla diffusione del solare termico. Si tratta infatti di una tecnologia ormai matura che può dare un concreto sostegno alla riduzione dei consumi di energie fossili e di emissioni climalteranti. Anche la tecnologia del fotovoltaico ha assunto, a livello nazionale, una maturità tecnologica ma anche una certa diffusione sul territorio rispetto a quanto attestato negli ultimi anni. La normativa nazionale, ma anche i riferimenti normativi regionali obbligano all installazione, sia nell ambito delle nuove edificazioni quanto nelle ristrutturazioni di un certo rilievo, di una quota di fotovoltaico. I regolamenti edilizi costituiscono il principale strumento utile all attuazione di criteri di efficienza energetica maggiormente stringenti rispetto alla normativa regionale cogente. L Amministrazione provinciale, nel percorso di pianificazione territoriale, ha provveduto alla realizzazione delle Linee guida per la promozione dello sviluppo sostenibile negli strumenti di governo del territorio e nei regolamenti edilizi. Il documento, corredato da schede puntuali, individua le linee di azione per il governo del tessuto urbano, facendo riferimento alla normativa vigente. Tali linee guida definiscono quindi gli standard minimi di legge per quanto riguarda le caratteristiche termo-fisiche degli involucri, degli impianti termici e del fabbisogno energetico. Nel 27 i consumi elettrici del settore residenziale corrispondevano al 16% circa dei consumi elettrici complessivi dell intera provincia. Tale quota non ha subito evidenti modificazioni rispetto al (primo anno di bilancio completo disponibile), tuttavia, se si considerano i dati a partire dal 199, i consumi elettrici del settore residenziale hanno fatto registrare un progressivo incremento pari al 4% circa. L aumento dei consumi assume ancora maggiore importanza se si considera che l efficienza elettrica dei dispositivi presenti comunemente nelle abitazioni è in netto e costante aumento. I grandi elettrodomestici (frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie) sono diventati sempre più efficienti rispetto alla metà degli anni 9; tuttavia, la notevole diffusione degli apparecchi per la climatizzazione estiva delle abitazioni private ha fatto incrementare notevolmente la richiesta di potenza sulla rete proprio nei mesi più caldi dell anno, in cui le elevate temperature riducono l efficienza della produzione e del trasporto di energia elettrica. Il terziario Gli interventi auspicabili riguardano: illuminazione: alimentazione elettronica per le lampade fluorescenti già installate, sostituzione delle lampade a incandescenza e della lampade ad alogeni con illuminazione a fluorescenza a reattore elettronico; condizionamento: interventi sugli involucri degli edifici e sui carichi interni, con riduzione della richiesta di carico per raffrescamento e riscaldamento; incremento di efficienza dei compressori degli impianti di condizionamento; apparecchiature elettroniche: standby e modalità off a basso consumo (inferiore ai 1 W, fino al limite già tecnicamente accessibile di 1 W); refrigerazione: miglioramento del sistema frigorifero; riduzione delle perdite per convezione, per irraggiamento e per conduzione; lavaggio: controllo del riscaldamento dell acqua di lavaggio e utilizzo di pannelli solari o gas metano; sistemi ausiliari per il condizionamento: adozione di sistemi di pompaggio ad alta efficienza (includendo l adozione di motori a velocità variabile); sezionamento dei circuiti di alimentazione del- 149

l acqua calda per il riscaldamento; adozione di sistemi di ventilazione ad alta efficienza. Il settore produttivo Il peso del settore industriale in provincia di Lecco si aggira sul 34% del totale dei consumi energetici. Ipotizzando un incremento lineare, la tendenza del settore porterà lo stesso ad un incremento dei consumi energetici, tra una decina di anni, pari a circa il 21% rispetto al 27. Nonostante la presenza di alcune grosse realtà industriali che hanno un peso consistente sul bilancio energetico di settore, la realtà imprenditoriale della provincia è caratterizzata da un tessuto molto diffuso di piccole e medie imprese. Le specificità e complessità di ogni singola realtà produttiva implicano la necessità di individuare l ammontare di un eventuale risparmio energetico direttamente a seguito di opportune attività di audit energetico nelle singole realtà. Nonostante ciò, alcune considerazioni di massima sui settori di maggior consumo possono sicuramente contribuire ad orientare possibili azioni rivolte al risparmio. Per quanto riguarda l impiego di combustibili per usi termici, gli interventi possono riguardare l incremento dell efficienza del ciclo energetico e l implementazione di sistemi di cogenerazione. Molti dei settori produttivi presenti in provincia sono caratterizzati da una generale idoneità allo sviluppo delle suddette azioni. La possibilità di implementare lo sviluppo della cogenerazione è da prendere in seria considerazione, non solo per le esigenze industriali, ma anche considerando la possibilità di estendere l impiego termico ad aree residenziali o terziarie poste nelle vicinanze. La valutazione dello sviluppo di sistemi di generazione energetica funzionanti in cogenerazione risulta ancor più interessante nel caso di aree di nuova espansione industriale, con le condizioni di estensione dell impiego termico agli usi civili. Un ulteriore settore di intervento riguarda i motori elettrici. A tale riguardo si consideri che a livello nazionale si prevede una riduzione di consumi a seguito dell efficienza dei motori fino a circa il % dei consumi elettrici complessivi nell intero settore industriale. Per quanto riguarda l'efficienza energetica del singolo motore, questa può essere migliorata attraverso: l'utilizzo di motori ad alta efficienza; l'utilizzo di unità motrici a velocità variabile, essenzialmente per usi ove sono richiesti flussi variabili di fluidi (compressori, ventilazione, pompe). Il settore industriale si è dimostrato capace di affrontare in modo molto efficace la questione dell efficienza energetica quando, a seguito dei primi shock petroliferi, il problema del costo dell energia si è imposto con forza. Per l effetto dei prezzi, i recuperi di efficienza energetica negli anni 8 sono stati significativi. Negli anni 9, invece, la riduzione dei prezzi dell energia, legata in particolare al calo dei prezzi del petrolio all inizio del decennio, ha fatto registrare un sostanziale rallentamento dei recuperi di efficienza energetica. Oggi si può affermare che la necessità di riprendere la strada del risparmio energetico è dettata sia dall emergenza economica, sia dall emergenza ambientale e dall emergenza riguardante la sicurezza degli approvvigionamenti. Per ottenere gli obiettivi desiderati, è indispensabile orientare le aziende ad una attenta gestione del proprio fabbisogno energetico, creando un contesto di diffusione delle informazioni che permetta di valutare i propri indici di consumo e, contestualmente, di verificare la possibilità di adottare opportuni miglioramenti tecnologici e gestionali. La Provincia ritiene prioritario mettere in atto azioni programmate che creino le condizioni favorevoli ad uno sviluppo generalizzato dell efficienza energetica nel settore industriale. Tali azioni devono portare, sul medio lungo periodo, all introduzione di standard di efficienza a cui tutte le imprese dovranno attenersi. Si ritiene indispensabile creare le condizioni affinché si sviluppi una contabilità energetica all interno delle imprese, mediante l'introduzione di disposizioni per la stima (in fase di progettazione) e il controllo (in fase di esercizio) dei consumi di energia all'interno dei siti produttivi. 1