Generi web. Che cos è un genere? Classificazione gerarchica. Classificazione gerarchica

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Generi web Quando si parla di generi non si fa altro che riportare al caso specifico dei testi il problema della individuazione e classificazione di categorie e tipi. I problemi della classificazione in categorie e tipi nella storia del pensiero sono stati affrontati seguendo tre modelli principali: 1 Giovanna Cosenza - Semiotica dei nuovi media 2 Classificazione gerarchica 1.Classificazione gerarchica Risale ad Aristotele e ha la sua più chiara esemplificazione nell albero di Porfirio. A partire da un punto iniziale (l insieme complessivo da classificare), si procede per successive disgiunzioni (preferibilmente binarie) attraverso le quali si classificano gli individui in insiemi sempre più ristretti e definiti. Nasce l albero. Giovanna Cosenza - Semiotica dei nuovi media 3 Giovanna Cosenza - Semiotica dei nuovi media 4 Classificazione gerarchica 2. Combinatoria Questo modello deriva più o meno direttamente dalla classificazione ad albero e dalla possibilità che alcune disgiunzioni possano trovarsi nello stesso tempo sotto diversi rami dell albero delle definizioni. Da qui la combinatoria: la classificazione avviene mediante due o più parametri, ognuno dei quali prevede due o più possibilità. L insieme di questi parametri restituisce l insieme della categorie, che possono essere realizzate o solo potenziali. Giovanna Cosenza - Semiotica dei nuovi media 5 Giovanna Cosenza - Semiotica dei nuovi media 6 1

2. Combinatoria Ovino Suino Bovino Equino Ape Umano Maschio Montone Porco Toro Stallone Fuco Uomo Femmina Pecora Scrofa Vacca Giumenta Pecchia Donna Louis Hjelmslev, 1943 Giovanna Cosenza - Semiotica dei nuovi media 7 2. Tipologia Il terzo modello ha trovato di recente una base nelle logiche fuzzy e nelle semantiche che usano i concetti di stereotipo, prototipo, ecc. Le categorie possono essere descritte da una serie non predefinita di proprietà, il che significa che le proprietà pertinenti possono variare da categoria a categoria. Inoltre la presenza di queste proprietà o l appartenenza a una categoria non può essere stabilita in base a una semplice logica binaria (sì/no), ma prevede gradi intermedi. Giovanna Cosenza - Semiotica dei nuovi media 8 Il prototipo Il prototipo Secondo la psicologa Eleanor Rosch le categorie cognitive sono organizzate in modo prototipico. Ciò significa che ogni categoria è costruita attorno a un suo appartenente ideale, il prototipo della categoria, quello che riassume tutte le caratteristiche standard degli elementi della categoria. Per esempio, al centro della categoria uccello c è il prototipo di uccello: un uccello standard che riassume tutte le caratteristiche che normalmente associamo al concetto di uccello: la presenza di ali, una certa forma del corpo, la presenza di penne e piume, la capacità di volare. Attorno a questo nucleo centrale ci sono cerchi sempre più esterni, e sempre più lontani dal prototipo. 9 10 Il prototipo 2. Tipologia Nel nostro caso i generi web non sono categorie rigide che coprono tutto il campo testuale e hanno valore prescrittivo, ma sono raggruppamenti di testi che manifestano costanze e similitudini e sono organizzati attorno a un nucleo più o meno definito di proprietà (il prototipo), dal quale possono trovarsi più o meno lontani. 11 Giovanna Cosenza - Semiotica dei nuovi media 12 2

Il genere in letteratura Il genere in letteratura Il concetto di genere nasce in teoria della letteratura, dove è da sempre molto problematico. La definizione e l esistenza stessa dei generi nella storia del pensiero letterario sono sempre state controverse (dalla rigida codificazione cinquecentesca alla loro negazione da parte di Croce), perché controversi sono sempre stati i criteri per individuare e classificare i generi. Fra i criteri proposti nei secoli, possiamo distinguere, seguendo la riflessione che Maria Corti (1976) ha fatto sui generi letterari, le definizioni analitico-deduttive e quelle empirico-induttive. 13 14 Il genere in letteratura Il genere in letteratura Le definizioni analitico-deduttive individuano un genere in base alla presenza o assenza di certi tratti distintivi, intesi come condizioni necessarie e sufficienti. Un romanzo ad esempio appartiene al genere «rosa» se e solo se possiede un certo insieme di tratti definitori: parla d amore, prevede un certo numero di traversie, va a finire bene, ecc. Le definizioni empirico-induttive si limitano a considerare come genere ciò che è comunemente riconosciuto come tale in un certo contesto storico-culturale, sulla base delle abitudini delle persone e dei gruppi sociali che producono, distribuiscono, usano i testi. Un romanzo appartiene al genere «rosa» se l autore o l autrice, la casa editrice, i media, i lettori e le lettrici sono d accordo nel considerarlo e chiamarlo «romanzo rosa». 15 16 Approccio empirico-induttivo I generi non sono entità logiche o naturali, ma realizzazioni storiche e prototipiche. Per questo l approccio dello studioso non è astratto e deduttivo, ma storico-induttivo. I generi non esauriscono l intero campo testuale ma, al massimo, descrivono alcuni agglomerati di testi. I confini di questi agglomerati-generi non sono netti (= definibili nei termini di un appartenenza al genere sì/no), né si deve pretendere di organizzare i generi in alberi gerarchici o combinatorie. 17 Approccio empirico-induttivo L approccio empirico-induttivo accetta come genere testuale ciò che è comunemente riconosciuto come tale in un certo contesto storico-economico-culturale. Più che un criterio definitorio per i generi, propongo dunque una griglia orientativa per organizzare ciò che i mass media, le analisi di mercato, le strategie di comunicazione delle imprese, le mode e la nostra consapevolezza comune di utenti web ci propongono come generi. 18 3

Né l uno né l altro Problema: nella mutevolezza che caratterizza le tecnologie digitali e le varie forme di comunicazione sul Web, definire i generi in base a criteri soltanto empirico-induttivi implica una volatilità e un incertezza forse eccessive. D altra parte, optare per criteri analiticodeduttivi equivale a fissare tratti definitori troppo rigidi per stare al passo con i continui cambiamenti. 19 20 I generi o tipi di siti web Nella storia del Web i tentativi di classificare i siti in tipi o generi sono stati molti e disparati, al punto che persino su Wikipedia si trovano diverse tassonomie in varie lingue. Di solito le classificazioni emergono dall applicazione di criteri diversi, non sempre espliciti né coerenti fra loro, o si limitano a raccogliere in modo provvisorio le etichette più spesso usate per distinguere i siti. Cfr. ad esempio la pagina di Wikipedia inglese e quella italiana. 21 Propongo di considerare un insieme di siti web come appartenenti allo stesso genere, se i siti rispondono IN MODO ANALOGO a queste tre domande: Per chi? (= per quale/i utente/i modello?) Per cosa? (= per quale/i obiettivo/i?) Per quale contesto? (= per quali PN?) È UN CRITERIO SEMIO-NARRATIVO 22 Propongo di usare le tre domande per chi? per cosa? per quale contesto? come come una griglia di orientamento per organizzare in modo coerente, a scopi operativi, ciò che il contesto storico-culturale, e cioè l insieme dei progettisti, delle multinazionali informatiche, delle mode mediatiche, delle abitudini degli utenti, ci propongono di volta in volta come genere web. Non suggerisco di costruire una classificazione dei generi web, perché sarebbe superata ancor prima di essere finita, ma di usare le tre domande per organizzare nel modo più coerente possibile il lavoro di progettazione e/o di analisi semiotica di ogni sito web, inquadrandolo in un insieme di siti che siano comparabili a scopi puramente operativi. 23 24 4

Che cos è un portale? I portali come genere web Un portale è un prodotto editoriale on line che svolge la funzione di punto privilegiato di accesso al Web e che fornisce risorse informative, servizi di comunicazione personale, strumenti con cui localizzare e raggiungere i contenuti (motore di ricerca) e alcuni ulteriori servizi. M. Calvo et al. 2001 Frontiere di rete, Roma-Bari, Laterza. 25 26 Tipi di portali Portali orizzontali o generalisti (es.: Aol.com, Virgilio.it, Libero.it, ecc.). Portali verticali o tematici o di nicchia (vortali), su temi specifici (spot, cinema, informatica, cultura, gastronomia, ecc.). Es. Studenti.it e Kataweb TvZap del Gruppo l Espresso. Corporate Portal o Enterprise Resource Portal (ERP) o Enterprise Information Portal (EIP), evoluzione delle intranet/extranet aziendali (= siti web aziendali attraverso cui passano le informazioni e tutta la comunicazione interna ed esterna dell azienda). 27 I portali come genere Le tre domande Per chi? Per cosa? Per quale contesto? ci autorizzano a considerare un genere i portali web orizzontali, perché: (1) si rivolgono a un UTENTE MODELLO della stessa genericità media; (2) permettono una molteplicità di AZIONI descrivibili e organizzabili secondo gli stessi tipi e le stesse gerarchie (approfondire certi argomenti, cercare informazioni, stabilire relazioni interpersonali, fare acquisti on-line, connettersi a Internet); (3) inseriscono i tipi di azioni nelle stesse SCENEGGIATURE COMUNI (consultazione domestica, professionale, da postazioni fisse o mobili) e INTERTESTUALI (ri-mediazione della formaquotidiano, dei canali TV, ecc.). 28 I portali come genere Le tre domande Per chi? Per cosa? Per quale contesto? ci autorizzano a considerare un genere i portali web orizzontali, perché: (1) si rivolgono a un UTENTE MODELLO della stessa genericità media; (2) permettono una molteplicità di AZIONI descrivibili e organizzabili secondo gli stessi tipi e le stesse gerarchie (approfondire certi argomenti, cercare informazioni, stabilire relazioni interpersonali, fare acquisti on-line, connettersi a Internet); (3) inseriscono i tipi di azioni nelle stesse SCENEGGIATURE COMUNI (consultazione domestica, professionale, da postazioni mobili) e INTERTESTUALI (ri-mediazione della forma-quotidiano, dei canali TV, ecc.). 29 Non conta l autore empirico Le nostre tre domande NON CI AUTORIZZANO, ad esempio, a usare solo criteri grafico-visivi per distinguere un genere dall altro o per decidere che un sito appartiene a un genere piuttosto che a un altro (opponendo ad esempio siti 3D a siti 2D, siti che fanno precedere la homepage da un animazione a siti che non lo fanno, ecc.). Le tre domande NON CI AUTORIZZANO a usare come criteri di classificazione gli autori empirici dei siti web, distinguendo ad esempio, come spesso si fa: 1) i siti delle imprese private (piccole, medie, grandi), 2) i siti delle pubbliche amministrazioni (centrali e locali), 3) i siti delle organizzazioni senza scopi di lucro, 4) i siti costruiti dai singoli individui (come i blog). 30 5

Non conta l autore empirico Esempio Se ad esempio il sito di un singolo professionista freelance e quello di una piccola impresa che offrono servizi di consulenza grafica sono comparabili, sia per i lettori-utenti modello (per chi?) che prevedono (aziende, enti pubblici, ecc.), sia per le azioni (per cosa?) e i contesti di fruizione (per quale contesto?) che permettono (informarsi sui servizi che il freelance e l azienda offrono, consultare il loro portfolio clienti, vedere demo, ecc.), allora entrambi i siti appartengono allo stesso genere web, e non ha senso classificare il primo fra i siti aziendali e il secondo fra quelli personali. Se voglio analizzare il sito di un museo civico italiano, devo prima esaminare con attenzione i siti dei più importanti musei internazionali e italiani, siti che sono comparabili con quello di cui mi occupo innanzi tutto perché ne condividono gli obiettivi (per cosa?) e i contesti di fruizione (per quale contesto?). 31 32 Per cosa e per quale contesto? Per chi? Per cosa? Far conoscere il museo, la sua storia, com è organizzato, chi lo dirige, far conoscere le proprie collezioni, dare informazioni sulle mostre in corso, guidare al meglio le persone affinché trasformino la visita virtuale in una visita effettiva del museo, incluso il fatto di poter acquistare online un biglietto e prenotare online una visita guidata; Per quale contesto? Offrire queste informazioni e questi servizi a utenti che consultino il sito su postazioni fisse, quando sono a casa, ma anche su tablet o smartphone, quando sono in viaggio e possono decidere di fermarsi al museo. 33 Dopo di che, devo selezionare i siti dei musei che condividono con quello che sto analizzando gli utenti modello (per chi?): se il museo si rivolge a un pubblico generico, lo confronterò con musei che fanno altrettanto, se invece è un museo di nicchia, come ad esempio un museo di soldatini di piombo, dovrò paragonarlo a musei che si rivolgono, se non agli stessi utenti modello (appassionati di soldatini di piombo), perlomeno a un pubblico altrettanto di nicchia, come può esserlo quello di un museo della tappezzeria (per amanti di velluti, broccati e tappeti). 34 Il benchmarking Il benchmarking Questa metodologia ricorda ciò che nelle scienze economiche si chiama benckmarking: se un azienda vuole migliorare i propri risultati, complessivi o in un certo settore, la prima cosa che può fare è studiare cosa fanno sul mercato altre aziende che le possono essere comparate per qualche aspetto: fatturato, comparto produttivo, tipi di processi, tipi di servizi, e così via. Il confronto può esseresul mercato globale (benchmarking globale), il che è molto dispendioso in termini di tempo, risorse e denaro, perché difficilmente si riescono a ottenere dati completi su aziende che operano trasversalmente su più mercati o localmente in paesi diversi e lontani dal nostro. 35 36 6

Il benchmarking Il confronto può essere giocato sul mercato locale, con aziende che competono direttamente con quella in questione (benchmarking competitivo). Il confronto può anche essere condotto con aziende che operano in settori (merceologici o di servizio) diversi, nel nostro paese o in altri, ma hanno processi di produzione o servizi per qualche aspetto comparabili con quelli dell azienda in questione (benchmarking funzionale). 37 Il benchmarking Come decido quali sono i siti web dei musei «più importanti» in Italia e nel mondo? Innanzi tutto sulla base di dati quantitativi, esattamente come fa il benchmarking: cerco fonti attendibili e accreditate (sul Web e fuori) per sapere quali sono i musei che hanno più visitatori nel mondo, e parto dall analisi dei loro siti. Classifica pubblicata nell aprile 2012 dalla prestigiosa rivista inglese The Art Newspaper, leader mondiale nelle informazioni del settore. 38 7