ELABORATO N. 10 Progetto di compensazione boschiva

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Direzione Cave e Miniere Regione Piemonte Provincia di Cuneo Comuni di Robilante e Roccavione AMPLIAMENTO CAVA DI MATERIALI SCISTOSI GAVOTA NOISA ELABORATO N. 1 Progetto di compensazione boschiva La Ditta Il progettista Casale Monferrato, febbraio 212

Sommario 1 PREMESSA... 4 2 PARTICELLE CATASTALI... 4 3 OBIETTIVI GENERALI E METODOLOGIA D INTERVENTO... 5 4 ZONIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI E VIABILITÀ FORESTALE... 6 5 I fase d intervento... 7 5.1 Castagneto in evoluzione verso la faggeta oligotrofica a variante con abete bianco... 8 5.2 Rimboschimento di acero montano... 14 5.3 Rimboschimento di pino strobo... 19 5.4 Rimboschimento di abete rosso... 24 5.5 Ceduo di castagno sottoo fustaia di larice... 29 5.6 Ceduo semplice di castagno a media densità... 34 5.7 Ceduo semplice di castagno al di sopra di cava Noisa... 39 6 II fase dell intervento di compensazione... 44 6.1 Castagneto a governo misto e porzione di castagneto in evoluzione verso la faggeta oligotrofica...... 45 6.2 Ceduo semplice di castagno al di sopra di cava Gavota... 49

Indice delle tavole di progetto Tavola 1 Tavola 2 Tavola 3 Tavola 4 Tavola 5 Tavola 6 Tavola 7 Tavola 8 Tavola 9 Tavola 23 Ortofotocarta degli interventi di compensazione Tavola 24 Catastale degli interventi di compensazione Tavola 25 Carta degli interventi di compensazione

1 PREMESSA L ampliamento dell attività estrattiva della cava Gavota Noisa comporta, in 1 anni ( 1 ), la trasformazione di 4.26 ha di superficie boscata suddivisi in 3.26 ha nella prima fase di coltivazione e in 1 ha nella seconda, come ben mostra la Tavola 23. La Buzzi Unicem S.p.A., ai sensi dell art. 4, comma 6 del D. lgs. n. 227/21 propone il presente progetto di miglioramento boschivo come interevento compensativo alla trasformazione delle citate superfici boscate. Il rapporto di compensazionee è stato fissato a 1 su 3 ( 2 ). La Tabella seguente mostra la suddivisione delle superfici oggetto di compensazione, mentre per la loro localizzazione si veda la Tavola 25. I Superfici (ha) Superfici (m 2 ) fase C 1.68 16832 D.88 884 E.49 4863 F 1.32 13223 G.64 6442 H 3.66 36551 I 1.38 13788 Totale 1.5 153 III fase A.83 8291 B 2.36 23561 Totale 3.19 31852 TOTALE 13.24 132355 2 PARTICELLE CATASTALI Le aree oggetto d intervento, come mostra la Tavola 24, interessano le seguenti particelle catastali di proprietà: COMUNE DI ROBILANTE F 1: mapp. 1, 11, 12, 16, 17, 18, 19, 2, 21, 23, 43, 115, 116, 195, 196, 197, 198, 199 ( 1 ) 2 fasi di coltivazione di 5 anni ciascuno. ( 2 ) 1 ettaro oggetto di trasformazione - 3 ettari di miglioramento boschivo.

COMUNE DI ROCCAVIONE F 2: mapp. 1, 11, 12, 14, 2, 21, 24, 25, 3, 31, 32, 33, 35, 36, 69, 7, 252, 253, 266, 268, 269, 315, 316, 329 In merito alle aree di stoccaggio COMUNE DI ROBILANTE F 1: mapp. 6, 268, 464, 59, 32, 321, 539, 515, 513 COMUNE DI ROCCAVIONE F 2: mapp. 138,136, 282 3 OBIETTIVI GENERALI E METODOLOGIA D INTERVENTO Le superfici forestali oggetto d intervento sono state selezionate tra le aree di proprietà prossime a quelle di cava, e far ricadere in modo diretto i benefici degli interventi sul territorio maggiormente interessato dall attività estrattiva proposta. Gli intenti degli interventi forestali proposti sono: Migliorare la stabilità del soprasuolo Migliorare la qualità paesaggistica Migliorare la struttura e qualità del soprasuolo Favorire le specie autoctone e climax. Per tutte le superfici oggetto di compensazione saranno eseguiti i seguenti interventi selvicolturali di base, ai quali si aggiungeranno quelli specifici descritti nei seguenti paragrafi: Rimozione degli esemplari a rischio di ribaltamento. Rimozione degli esemplari inclinati in corrispondenza della viabilità. Rimozione degli esemplari in condizioni fitosanitarie critiche. Sgombero della necromassa salvo quanto dettato dal Regolamentoo forestale regionale. Particolare attenzionee nel preservare le specie sporadiche per aumentare la biodiversità e il cromatismo paesaggistico. Particolare attenzionee nel preservare gli arbusti dotati di frutti eduli. Rimozione delle specie alloctone. Gli aspetti conoscitivi e dendrometrici del soprasuolo sono stati raggiunti mediante numerosi sopralluoghi e dalla realizzazione, per superfici omogenee, di aree di raggio circolari di raggio variabile secondo la densità del popolamento, ma comunque mai inferiore a 12 m. La soglia di cavalletamento è pari a 7.5 cm (classe diametrica del 1) e il prelievo dei dati dendrometrici è avvenuto mediante cavalletto dendrometrico per la misura dei diametri a 1.3m, ipsometro e

stima diretta per la misura incrementi diametrici. delle altezze e trivella di Preesler per la misura delle età e degli La stima dei volumi è avvenuta mediante la costruzione della curva ipsometrica per singola specie e calcolo dei volumi ( 3 ) mediante le tavole di cubatura generali a doppia entrata dell IFNI (Inventario Forestale Nazionale Italiano, 1984). La classificazione delle associazioni vegetazionali ha seguito i criteri dettati dai Tipi Forestali della Regione Piemonte. 4 ZONIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI E VIABILITÀ FORESTALE La prima fase degli interventi interessa una superficie divisa in tre settori: 1. Settore est caratterizzato principalmente da un rimboschimento di acero montano, da un rimboschimento di pino strobo e da una particella di castagneto in evoluzione verso la faggeta oligostrofica a variante con abete bianco. 2. Settore nord-ovest caratterizzato da cedui semplici di castagneti mesoneutorfili e da una particella di ceduo sotto fustaia di castagno e larice. 3. Settore nord-est caratterizzato da un rimboschimento di abete rosso La seconda fase degli interventi interessa, invece, una superficie quasi totalmente accorpata divisibile in due settori: 1. Settore est a castagneto acidofilo a Teucrium scorodonia dove il ceduo semplice di castagno si alterna a mosaico con la fustaia. 2. Settore est a castagneto in evoluzione verso la faggeta oligostrofica a variante con abete bianco. 3. Settore est a ceduo semplice di castagneti acidofili. Le aree sono tutte raggiungibili mediante viabilità forestale trattorabile e pertanto non è prevista la realizzazione di nuova viabilità. Saranno, invece, necessari locali interventi di adattamento funzionale tramite principalmente l abbattimento di alcuni esemplari arborei cresciuti troppo vicini alla carreggiata e riapertura di un breve tratto di pista pari a 35 m; operazioni comunque rientranti nell art. 48 del Regolamento forestale regionale n. 8/R (Operazioni connesse agli interventi selvicolturali) e con movimentazione totale di terra nettamente inferiori a 5 m 3. A fine intervento si presterà particolare cura nella chiusura e protezione degli accessi delle vie d esbosco e nel ripristino dell efficienza delle opere di regimazione e del piano viabile delle piste utilizzate se alterato o danneggiato. ( 3 ) Le latifoglie secondarie convenzione. sono state stimate con la tavola di cubatura del faggio come da

Figura 1 Tratto di pista di 35 m da riaprire (larghezza esistente 2.7 m) Il concentramento avverrà mediante strascico diretto mentre l esbosco sarà effettuato con un transporter in modo tale da evitare effetti negativi sul suolo. L accatastamento del legname sarà fuori bosco nei due punti indicati dalla Tavola 24 in modo tale da facilitare la successiva operazione di cippatura. 5 I fase d intervento La superficie oggetto d intervento è pari a circa 1 ha per una compensazione di superficie trasformata di 3.26 ha di bosco (3.26 x3 = 9.78 m 2 ). L intervento sarà eseguito nel corso del I quinquennio dell attività di coltivazione.

5.1 Castagneto in evoluzione verso la faggeta oligotrofica a variante con abete bianco Lettera identificativa sulle Tavole: C Localizzazione: Nei pressi di Tetto Cerato da quota 86 m a 92 m Superficie: 1.68 ha Tipo forestale: CA3X-FA6A Esposizione prevalente: Nord Copertura: 12% Pendenza prevalente: 27 Età media del popolamento: 19 anni Rinnovazione: scarsa di abete bianco Il popolamento è una perticaia biplana mista con caratteri disetanei, con una densità di 155 p/ha, dove le specie principali sono il castagno, il faggio, l abete bianco e la betulla. Quest ultima è soffocata dalle altre specie e, quindi, con evidenti problemi di stabilità determinando il ribaltamento di alcuni esemplari. Pertanto la betulla pur essendo coeva dell abete bianco (19 anni) è a fine ciclo. Il castagno e il faggio sono presenti in quasi tutte le classi con ottimi portamenti, con il castagno in regressione, mentre è riscontrabile unicamente a livello di spessina l abete bianco con densità decisamente elevate. Le specie accessorie si dividono tra esemplari di frassino maggiore, acero di monte e pioppo tremolo. I valori dendrometrici sono classi. espressi nelle tabelle seguenti come la distribuzione diametrica in

Figura 2 Betulla ribaltata e abeti bianchi in successione. Figura 3 - Centro dell area di saggio in cui si possono notare castagni, abeti e in lontananza faggi.

Composizione specifica attuale 27% 22% Fagus sylvatica Abies alba 16% 14% 21% Castanea sativa Betula pendula altre accessorie Distribuzione diametrica attuale 35 3 25 2 15 1 5 1 15 2 25 3 35 4 45 Fagus sylvatica Abies alba Castanea sativa Betula pendula altre accessorie Diamtri (cm) Parametri dendrometricii dello stato attuale Area di saggio Numero Area basimetrica Volume Ceppaie Numero medio polloni per ceppaia n n/ha % m 2 /ha % 1 179 2 2 m 3 /ha Polloni Piante singole Piante/ha Necromassa 22 375 24% 5,7 2% 67 1179 76% 23,4 8% 89 1555 29,1 2 36 2% 286,4

La distribuzione diametricaa se paragonata alla serie normale ideata da Susmel per i boschi disetanei assimilabili al popolamento è sbilanciata verso il basso con elevate densità in corrispondenza delle classi minori (fino alla classe del 2) e basse densità nelle classi superiori (dalla classe del 25) come mostra la seguente tabella. Classi Popolamento (p/ha) Susmel (p/ha) 1 768 286 15 393 186 2 34 121 25 54 78 3 51 35 18 33 4 18 21 45 14 5 9 55 6 6 4 65 2 La distribuzione in specie prevalenza del faggio. è, invece, bilanciata tra le specie principali con una leggera L intervento selvicolturale ha come obiettivo quello di aumentare la stabilità del popolamento applicando un diradamento selettivo che vada principalmente a incidere sulla densità della betulla essendo ormai speciee a fino ciclo e quella dell abete bianco decisamente elevata con il rischio di creare esemplari filati o bloccati nella crescita, oltre a favorire gli esemplari migliori tra il faggio e il castagno abbattendo i concorrenti. Infine si ridurranno i polloni della componente a ceduo a uno per ceppaia. Tra le specie accessorie è di sicuro interesse favorire il frassino e il sorbo. Il riequilibrio della distribuzione delle classi diametriche ha comportato una riduzione dell area basimetrica del faggio, ma la quale non determina una significativa riduzione della copertura. I dati dendrometrici dell intervento sono espressi nelle tabelle e grafici successivi.

Composizione specifica dopo l'intervento 28% 36% Fagus sylvatica Abies alba Castanea sativa 2% 18% Betula pendula 16% altre accessorie 2 Composizione specifica dopo l'intervento 15 1 5 1 15 2 25 3 35 4 45 Fagus sylvatica Abies alba Castanea sativa Betula pendula altre accessorie Diamtri (cm) Parametri dendrometricii relativi all intervento Numero piante/ha Area basimetrica (m 2 ) Volume (m 3 ) Diametro medio (cm) Altezza media (m) Prima dell'intervento Dopo l'intervento % prelievo 1555 9111 41% 29.1 19.8 32% 286.4 189. 34% Faggio Abete Castagno Faggio Abete Castagno 16.9 1. 22. 16.7 1. 23.9 15.6 12. 16.7 15.5 12. 16.8

4 35 3 25 2 15 1 5 Distribuzione diametrica piante prelevatee 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm) PIANTE PRELEVATE 9 8 7 6 5 4 3 2 1 Distribuzione diametrica prima e dopo l'intervento PRIMA DELL'INTERVENTO DOPO L'INTERVENTO 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm)

5.2 Rimboschimento di acero montano Lettera identificativa sulle Tavole: D Localizzazione: Nei pressi di Tetto Cerato da quota 84 m a 896 m Superficie:.88 ha Tipo forestale: RI2A Esposizione prevalente: Nord-Ovest Copertura: 9% Pendenza prevalente: 23 Età media del popolamento: 22 anni Rinnovazione: nelle chiarie in abbondanza frassino, abete bianco scarsa di faggio Il popolamento è un rimboschimento di acero di monte allo stadio di perticaia a struttura monoplana con sesto regolare e rettilineo (2x2.5 m). La densità è di circa 165 p/ha con una percentuale di necromassa elevata pari a circa il 23% e parametro di snellezza intorno all 8 se non superiore in corrispondenza di nuclei instabili. Non sono presenti altre specie se non alcune betulle nate da semee che hanno vinto la concorrenza delle specie messe a dimora. Numerosi esemplari forse a causa di una nevicata particolarmentee pesante allo stadio d impianto, hanno pollonatoo determinando ceppaie con 2 polloni. Nelle chiarie formatesi per schianti, si nota una notevole rinnovazione di frassino e nella zona di mantello di abeti bianchi e faggi. I valori dendrometrici sono classi. espressi nelle tabelle seguenti come la distribuzione diametrica in

Figura 4 il rimboschimento in corrispondenza dell area di saggio, si noti la linearità dell impianto. Figura 5 Elevata presenza di esemplari nclinati o deperenti data l eccessiva densità.

Composizione specifica attuale 2% 98% Acer pseudoplatanus Betula pendula 7 Distribuzione diametrica attuale 6 5 4 3 2 1 Acer pseudoplatanus Betula pendula 1 15 2 25 3 35 4 45 Diamtri (cm) Parametrici dendrometrici dello stato attuale Numero Area basimetrica Volume Ceppaie Numero medio polloni per ceppaia n/ha % m 2 /ha % 392 2 m 3 /ha % Polloni Piante singole Piante/ha Necromassa 81 49% 14.4 47% 836 51% 16.1 53% 1646 3.5 496 23% 159.9 49% 169.2 51% 329.2

L intervento selvicolturale ha come obiettivo quello di aumentare la stabilità del popolamento intervenendo a sfavore degli esemplari inclinati e filati. L intervento cercherà anche di interrompere la linearità dell impianto e ridurre i polloni per ceppaia a un solo pollone. Si opererà di preferenza in corrispondenza degli esemplari più stabili e dove vi è rinnovazione affermata. Pertanto il diradamento selettivo sarà d intensità media-bassa e permetterà di aumentare la stabilità, favorire lo sviluppo e l entrata di specie accessorie e di aumentare la qualità paesaggistica. Si presterà particolare attenzione a preservare i nuclei di rinnovazione e in particolare quelli di faggio. I dati dendrometrici dell intervento sono espressi nelle tabelle e grafici successivi. Composizione specifica dopo l'intervento 3% 97% Acer pseudoplatanus Betula pendula 45 4 35 3 25 2 15 1 5 Composizione specifica dopo l'intervento Acer pseudoplatanus Betula pendula 1 15 2 25 3 35 4 45 Diamtri (cm)

Parametri dendrometricii relativi all intervento Numero piante/ha Area basimetrica (m 2 ) Volume (m 3 ) Diametro medio (cm) Altezza media (m) Prima dell'intervento Dopo l'intervento % prelievo 1646 993 4% 3,5 23, 24% 329,2 226,9 31% 15,4 17,2 17,4 17,1 Distribuzione diametrica piante prelevatee 45 4 35 3 25 2 15 1 5 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm) PIANTE PRELEVATE 7 6 5 4 3 2 1 Distribuzione diametrica 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm) PRIMA DELL'INTERVENTO DOPO L'INTERVENTO

5.3 Rimboschimento di pino strobo Lettera identificativa sulle Tavole: E Localizzazione: Nei pressi di Tetto Cerato da quota 824 m a 89 m Superficie:.49 ha Tipo forestale: RI1B Esposizione prevalente: Sud-Ovest Copertura: 1% Pendenza prevalente: 3 Età media del popolamento: 41 anni Rinnovazione: assente Il popolamento è un rimboschimento a dominanza di pino strobo di circa 4 anni monoplano con presenza di larice anch esso impiantato. Il sesto d impianto è regolare e rettilineo di 2x2.5 m. La densità è di circa 97 p/ha con una presenza di necromassa elevataa (25%). I valori dendrometrici sono classi. espressi nelle tabelle seguenti come la distribuzione diametrica in

Figura 6 Si noti il sesto regolare e la necromassa a terra (cimali spaccati ed esemplari morti in piedi) Figura 7 Si noti la densità elevata e alcuni esemplari di castagno che sono riusciti a inserirsi

Composizione specifica attuale 2% 23% 44% Pinus strobus Larix decidua Fraxinus excelsior 5% 8% 18% Prunus avium Betula pendula Castanea sativa Distribuzione diametrica attuale 2 15 1 5 1 15 2 25 3 35 4 45 Pinus strobus Larix decidua Fraxinus excelsior Castanea sativa Prunus avium Diamtri (cm) Betula pendula Parametri dendrometricii dello stato attuale Numero Area basimetrica Volume Ceppaie Numero medio polloni per ceppaia n/ha % m 2 /ha % 25 2 m 3 /ha Polloni Piante singole Piante/ha Necromassa 5 5% 2.4 4% 921 95% 54.2 96% 971 56.7 324 25% 766.1

L intervento selvicolturalee ha come obiettivo quello della riduzione del pino strobo a favore delle altre specie, pertanto si libererà il soprasuolo dai nuclei stabili di vegetazione autoctona esistenti e diradando il larice e il pino dove questo si presenta troppo denso senza minare la sua stabilità. L intervento sarà eseguito per piccole buche a fessura (3-4 m 2 ) con la larghezza pari a 2/3 l altezza delle piante circostanti per un totale di 12 m 2 di superficie. Le buche saranno realizzatee mantenendo sempre delle quinte arboree di mascheramento in modo tale da rendere l intervento non impattante dal punto di vista paesaggistico. Se nella fase operativa del tracciamento ci si rendesse conto di una distribuzione omogenea delle specie autoctone pari a garantire una copertura superiore al 45% l intero intervento o la singola buca potrà essere sostituita con un taglio intercalare a spese del pino. Composizione specifica dopo intervento 38% 8% 29% Pinus strobus Larix decidua Fraxinus excelsior 8% Prunus avium Betula pendula 4% 14% Castanea sativa 15 1 5 Composizione specifica dopo l'intervento Pinus strobus Larix decidua Fraxinus excelsior Castanea sativa 1 15 2 25 3 35 4 45 Prunus avium Diamtri (cm) Betula pendula

Parametri dendrometricii relativi all intervento Numero piante/ha Area basimetrica (m 2 ) Volume m 3 ) Diametro medio (cm) Altezza media (m) Prima dell'intervento Dopo l'intervento % prelievo 971 548 44% 56.7 29.5 48% 766.1 384.4 5% Pino strobo Castagno Pino strobo Castagno 28.6 24.8 17.7 24.8 27.6 21.3 25.2 21.3 Distribuzione diametrica piante prelevatee 2 18 16 14 12 1 8 6 4 2 1 15 2 25 3 35 4 45 PIANTE PRELEVATE Diametri (cm) 4 35 3 25 2 15 1 5 Distribuzione diametrica PRIMA DELL'INTERVENTO DOPO L'INTERVENTO 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm)

5.4 Rimboschimento di abete rosso Lettera identificativa sulle Tavole: F Localizzazione: A valle di Tetto Bercia da quota 824 m a 88 m Superficie: 1.32 ha Tipo forestale: RI2D Esposizione prevalente: Ovest, Sud-Ovest Copertura: 9% Pendenza prevalente: 14 Età media del popolamento: 33 anni Rinnovazione: scarsa di abete bianco Il popolamento è un rimboschimento a dominanza di abete rosso di circa 35 anni monoplano. Il sesto d impianto è regolaree e rettilineo con evidenti fenomeni d instabilità data la presenza di esemplari ribaltati e altri decisamente filati (rapporto di snellezza anche pari a 1). La densità è di circa 85 p/ha alla quale concorrono, con una distribuzione a gruppi, esemplari di specie climax tra cui grosse piante di acero montano. Nell area sono presenti alcune chiarie derivanti da singoli schianti che, comunque, sono troppo piccole per permettere un inizio di rinnovazione. I valori dendrometrici sono classi. espressi nelle tabelle seguenti come la distribuzione diametrica in

Figura 8 Necromassa presente ai margini del popolamento Figura 9 Instabilità diffusa e sesto regolare dell impianto

Composizione specifica attuale 1% 12% 7% Picea excelsa Acer pseudoplatanus 8% Prunus avium Juglans regia Distribuzione diametrica attuale 18 16 14 12 1 8 6 4 2 Picea excelsa Acer pseudoplatanus Prunus avium Juglans regia 1 15 2 25 3 35 4 45 Diamtri (cm) Parametri dendrometricii dello stato attuale Area di saggio Numero Area basimetricaa Volume n Polloni Piante singole 7 Piante/ha 7 Necromassa 2 n/ha % m 2 /ha % m 3 /ha % %. %. % 855 1% 48.9 1% 522.2 1% 855 48.9 522.2 244 22%

L intervento selvicolturale ha come obiettivo quello di aumentare la stabilità del popolamento iniziando un processo di riduzione dell abete rosso a favore di una rinnovazione di specie più idonee al sito e presenti nelle vicinanze (castagno, abete bianco e frassino). Poiché l abete rosso è dotato di un apparato radicale superficiale e quindi soggetto a fenomeni di ribaltamento e data l età del popolamento l intervento di diradamento dovrà essere effettuato a gruppi sfruttando come punti d appoggio i nuclei di piante stabili (rapportoo di snellezza basso, profondità di chioma elevata e forma equilibrata). Saranno, inoltre, aumentate le chiarie già esistenti in modo tale da far penetrare luce diretta e non diffusa, in modoo tale da favorire una abbondante rinnovazione. Ottimi punti d ancoraggio saranno i grossi e tozzi aceri montani oltre ai nuclei di castagni presenti sul lato nord. Si manterranno, comunque, quinte arboree di mascheramento in corrispondenza della viabilità e dai punti di visuale in modo tale da rendere insignificante l intervento dal punto di vista paesaggistico. Composizione specifica dopo l'intervento 3% 23% 15% 59% Picea excelsa Acer pseudoplatanus Prunus avium Juglans regia 7 6 5 4 3 2 1 Composizione specifica dopo intervento Picea excelsa Acer pseudoplatanus Prunus avium Juglans regia 1 15 2 25 3 35 4 45 Diamtri (cm)

Parametri dendrometricii relativi all intervento Numero piante/ha Area basimetrica (m 2 ) Volume (m 3 ) Diametro medio (cm) Altezza media (m) Prima dell'intervento Dopo l'intervento 855 415 48.9 32.4 522.2 359.3 27. 31.6 21.5 22.8 % prelievo 51% 34% 31% Distribuzione diametrica piante prelevatee 16 14 12 1 8 6 PIANTE PRELEVATE 4 2 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm) 25 Distribuzione diametrica 2 15 1 5 PRIMA DELL'INTERVENTO DOPO L'INTERVENTO 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm)

5.5 Ceduo di castagno sotto fustaia di larice Lettera identificativa sulle Tavole: G Localizzazione: In corrispondenza Tetti Cin Bianc da quota 87 m a 93 m sopra la viabilità per Tetto Piccolo. Superficie:.64 ha Tipo forestale: CA2X Esposizione prevalente: Sud-Ovest Copertura: 75% Pendenza prevalente: 3 Età media del popolamento: larice 45 anni, castagno 3 anni (matricina) Rinnovazione: assente Il popolamento è un interessante ceduo di castagno sotto fustaia di larice (governo misto coniferato), pertanto ha una struttura biplana costituita da un ceduo di castagno relativamente giovane su cui domina una fustaia di larice e le relative matricine del castagno. La densità è pari a 935 p/ha determinata dai polloni del ceduo (3 polloni per ceppaia) e con la componente a larice mal distribuita a causa dell assenza di interventi intercalari.

Figura 1 all interno di una chiaria si noti il popolamento misto tra larice e castagno Figura 11 castagno e larice in stretta coabitazione

Composizione specifica attuale 2% 6% 1% 2% 6% Castanea sativa Acer pseudoplatanus Corylus avellana Fraxinus excelsior Larix decidua 2% Sorbus Distribuzione diametrica attuale 2 15 1 5 1 15 2 25 3 35 4 45 Castanea sativa Acer pseudoplatanus Corylus avellana Sorbus Fraxinus excelsior Diamtri (cm) Larix decidua Parametri dendrometricii dello stato attuale Numero Area basimetrica Volume Ceppaie Numero medio polloni per ceppaia n/ha % m 2 /ha % 168 3 m 3 /ha % Polloni Piante singole Piante/ha Necromassa 449 48% 1.9 3% 486 52% 25.7 7% 935 36.6 224 19% 9.9 33% 185.5 67% 276.4

L intervento selvicolturalee ha come obiettivo quello di mantenere il popolamento a governo misto effettuando un diradamento selettivo dei concorrenti per favorire gli esemplari d avvenire sia della componente a ceduo sia della componente a fustaia. L intervento ha anche l intento di riequilibrare la distribuzione diametrica e allungare il turno della componente a ceduo mediante la pratica della falsa fustaia. Composizione specifica dopo l'intervento 4% Castanea sativa 25% Acer pseudoplatanus 54% Corylus avellana 9% Fraxinus excelsior 4% Larix decidua 4% Sorbus 6 4 2 Composizione specifica dopo l'intervento Castanea sativa Acer pseudoplatanus Corylus avellana Sorbus 1 15 2 25 3 35 4 45 Fraxinus excelsior Diamtri (cm) Larix decidua Parametri dendrometricii relativi all intervento Numero piante/ha Area basimetrica (m 2 ) Volume (m 3 ) Diametro medio (cm) Altezza media (m) Prima dell'intervento Dopo l'intervento % prelievo 935 468 5% 36.6 26.7 27% 276.4 21.1 27% Castagno Larice Castagno Larice 17.9 34.8 22.2 36.4 14.3 18.2 15.3 18.4

3 25 2 15 1 5 Distribuzione diametrica piante prelevatee 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm) PIANTE PRELEVATE 4 Distribuzione diametrica 3 2 1 1 15 2 25 3 35 4 45 PRIMA DELL'INTERVENTO DOPO L'INTERVENTO Diametri (cm)

5.6 Ceduo semplice di castagno a media densità Lettera identificativa sulle Tavole: H Localizzazione: A monte di Tetto Piccolo da quota 84 m a 88 m Superficie: 3.66 ha Tipo forestale: CA2X Esposizione prevalente: Sud Copertura: 95% Pendenza prevalente: 25 Età media del popolamento: 37 anni le matricine 21 i polloni Rinnovazione: alcuni esemplari nelle chiarie Il popolamento è un ceduo semplice di castagno a media densità (21 p/ha), ogni ceppaia (335/ha) in media è dotata di 5 polloni. La diversità specifica è relegata a un 7% di ciliegio, il quale è presente unicamente nelle classi inferiori e risulta coetaneo in età ai polloni. Gli accrescimenti diametricii sono rallentati dalla forte concorrenza intraspecifica tra polloni, la necromassa risulta a un 15% della massa totale presente in bosco e meno del 1% dei polloni riscontrano attacchi da cancro del castagno, i quali risultano comunque di entità lieve.

Figura 12 Ceppaie di castagno vigorose con molti polloni Figura 13 Dove la copertura risulta colma la rinnovazione nel ceduo di castagno è assente

Composizione specifica attuale 7% Castaneaa sativa 93% Prunus avium Distribuzione diametrica attuale 9 8 7 6 5 4 3 2 Castanea sativa Prunus avium 1 1 15 2 25 3 35 4 45 Diamtri (cm) Parametri dendrometricii dello stato attuale Area di saggio Numero Area basimetrica Volume Ceppaie Numero medio polloni per ceppaia n n/ha % m 2 /ha % 12 335 5 5 m 3 /ha % Polloni Piante singole Piante/ha Necromassa 63 1759 84% 47.1 81% 421.7 79% 12 335 16% 11.2 19% 115. 21% 75 294 58.4 536.7 12 335 14%

L intervento selvicolturalee prevede l obiettivo dell allungamento del turno del ceduo procedendo a una selezione positiva dei polloni preservando i migliori sia come portamento sia come distribuzione sulla ceppaia (chioma ben bilanciata) e abbattendo i concorrenti. Si prevede il rilascio di circa 2 polloni per ceppaia o uno nel caso di gruppi di ceppaie ravvicinate in modo tale da evitare il più possibile nuovi ricacci data l elevata copertura al suolo. L allungamento del turno a 35-45 anni (falsa fustaia) risulta, attualmente, il miglior modo di ri-gestione dei popolamenti di castagno. Composizione specifica dopo intervento 1% 9% Castaneaa sativa Prunus avium 3 25 Composizione specifica dopo l'intervento 2 15 1 5 Castanea sativa Prunus avium 1 15 2 25 3 35 4 45 Diamtri (cm)

Parametri dendrometricii relativi all intervento Numero piante/ha Area basimetrica (m 2 ) Volume m 3 ) Diametro medio (cm) Altezza media (m) Prima dell'intervento Dopo l'intervento 294 921 58.4 36.8 536.7 363.8 18.8 22.5 14.2 15.7 % prelievo 56% 37% 32% Distribuzione diametrica piante prelevatee 6 5 4 3 2 1 PIANTE PRELEVATE 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm) 9 8 7 6 5 4 3 2 1 Distribuzione diametrica 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm) PRIMA DELL'INTERVENTO DOPO L'INTERVENTO

5.7 Ceduo semplice di castagno sopra cava Noisa Lettera identificativa sulle Tavole: I Localizzazione: Tra il perimetro di cava Noisa e Tetto Piccolo in corrispondenza della viabilità forestale da quota 776 m a 84 m Superficie: 1.38 ha Tipo forestale: CA2X Esposizione prevalente: Sud Copertura: 1% Pendenza prevalente: 27 Età media del popolamento: 32 anni le matricine, 15 i polloni Rinnovazione: assente Il popolamento è un ceduo semplice di castagno a discreta densità (195 p/ha), ogni ceppaia (4/ha) in media è dotata di 4 polloni. La diversità specifica è relegata a un 1% di specie accessorie (ciliegio, pioppo tremolo e biancospino), le quali sono unicamente presenti nelle classi inferiori e risultano coetanee in età ai polloni. Gli accrescimenti diametrici risultano rallentati dalla forte concorrenza intraspecifica tra polloni, la necromassa risulta a un 15% della massa totale presente in bosco e il 25% dei polloni riscontrano attaccati da cancro del castagno, i quali risultano comunque di entità lieve.

Figura 14 Castagneto puro con una bassa frequenza di specie accessorie Figura 15 La componente gamica del castagno è ben rappresentata, si noti il residuo di muretto a secco

Composizione specifica attuale 4% 3% 3% 9% Castanea sativa Prunus avium Populus tremula Crataegus monogyna 8 7 6 5 4 3 2 1 Distribuzione diametrica attuale 1 15 2 25 3 35 4 45 Diamtri (cm) Castanea sativa Prunus avium Populus tremula Crataegus monogyna Numero Area basimetrica Volume Ceppaie Numero medio polloni per ceppaia n/ha % m 2 /ha % 49 4 m 3 /ha % Polloni Piante singole Piante/ha Necromassa 149 76% 32.1 67% 468 24% 15.8 33% 1958 47.9 351 15% 256.2 62% 158. 38% 414.2

L intervento selvicolturalee prevede l obiettivo dell allungamento del turno del ceduo procedendo a una selezione positiva dei polloni preservando i migliori sia come portamento sia come distribuzione sulla ceppaia (chioma ben bilanciata) e abbattendo i concorrenti. Si prevede il rilascio di circa 2 polloni per ceppaia o uno nel caso di gruppi di ceppaie ravvicinate in modo tale da evitare il più possibile nuovi ricacci dalle ceppaie. L allungamento del turno a 35-45 anni (falsa fustaia) risulta, attualmente, il miglior modo di ri-gestione dei popolamenti a ceduo di castagno. 11% Composizione specifica dopo intervento 7% 7% Castanea sativa Prunus avium 75% Populus tremula Crataegus monogyna 3 Composizione specifica dopo l'intervento 25 2 15 1 5 1 15 2 25 3 35 4 45 Castanea sativa Prunus avium Populus tremula Crataegus monogyna Diamtri (cm)

Parametri dendrometricii relativi all intervento Numero piante/ha Area basimetrica (m 2 ) Volume(m 3 ) Diametro medio (cm) Altezza media (m) Prima dell'intervento Dopo l'intervento % prelievo 1958 8188 58% 47,9 27,9 42% 414,2 264,1 36% 17,7 2,8 14,1 14,9 Distribuzione diametrica piante prelevatee 5 45 4 35 3 25 2 15 1 5 1 15 2 25 3 35 4 45 PIANTE PRELEVATE Diametri (cm) 8 7 6 5 4 3 2 1 Distribuzione diametrica PRIMA DELL'INTERVENTO DOPO L'INTERVENTO 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm)

6 II fase dell intervento di compensazione La II fase dell intervento di compensazione coinciderà con l autorizzazione alla coltivazione della seconda fase dell ampliamento di Gavota Noisa. Se i tempi e i fabbisogni del materiale estratto saranno rispettati la II fase di coltivazione inizierà dopo 5 anni dall autorizzazione della prima. In questa fase si dovrà compensare 1 ha di bosco e pertanto il seguente progetto prevede il miglioramento boschivo di una superficie leggermente superiore a 3 ha (si veda le Tavole allegate).

6.1 Castagneto a governo misto e porzione di castagneto in evoluzione verso la faggeta oligotrofica Lettera identificativa sulle Tavole: B, in merito al castagneto in evoluzione a faggeta si faccia riferimento al paragrafo 5.1 sia per la descrizione dello stato attuale che per l intervento di miglioramento, la superficie dell intervento è pari a 2985 m 2. Localizzazione: In corrispondenza della viabilità forestale che collega la porzione alta di cava Gavota con Colle Bercia da quota 85 m a 91 m (da 88 m a 92 m) Superficie: 2.36 ha (.3) Tipo forestale: CA3X, Esposizione prevalente: Nord-Ovest, Ovest Copertura: 85% Pendenza prevalente: 25 Età media del popolamento: 28 anni le matricine, 13 i polloni Rinnovazione: minore del 5% Il popolamento è un castagneto puro in cui si alternano a gruppi le forme di governo a fustaia e a ceduo. La densità media risulta di circa 15 p/ha, la quale dovrà essere diminuita per non arrestare gli accrescimenti e imbalsamare il popolamento sia per la componente a fustaia sia per quella a ceduo. La necromassa non risulta elevata (1%), ma se non si interviene nel medio termine sarà destinata ad aumentare. Figura 16 Visuale del popolamentoo dalla pista d accesso.

Composizione specifica attuale 4% 1% 95% Castanea sativaa Prunus avium Acer pseudoplatanus 4 35 3 25 2 15 1 5 Distribuzione diametrica attuale Castanea sativa Prunus avium Acer pseudoplatanus 1 15 2 25 3 35 4 45 Diamtri (cm) Numero Area basimetrica Volume Ceppaie Numero medio polloni per ceppaia n/ha % m 2 /ha % 263 3 m 3 /ha % Polloni Piante singole Piante/ha Necromassa 736 5% 23.6 47% 726 5% 26.8 53% 1462 5.4 179 11% 27.6 47% 23.6 53% 438.3

L intervento selvicolturalee ha come obiettivo quello di mantenere incrementi volumetrici costanti ed elevare la qualità del popolamento sia dal punto di vista qualitativo sia da quello paesaggistico. L intervento proposto è quello di un diradamento selettivo a scapito dei concorrenti e i malformati sia per la componente a ceduo sia per la componente a fustaia. In questo modo si determina per il ceduo un allungamento del turno portandolo alla falsa fustaia e per la fustaia un intervento di formazione aumentando non solo la qualità del popolamento, ma anche la stabilità. Pertanto non si determina un cambiamento significativo della distribuzione tra le classi, ma piuttosto una riduzione della concorrenza intraspecifica mantenendo quella di accompagnamento. Composizione specifica dopo l'intervento 6% 1% 93% Castanea sativa Prunus avium Acer pseudoplatanus 25 Composizione specifica dopo l'intervento 2 15 1 5 Castanea sativa Prunus avium Acer pseudoplatanus 1 15 2 25 3 35 4 45 Diamtri (cm)

Parametri dendrometricii relativi all intervento Numero piante/ha Area basimetrica (m 2 ) Volume m 3 ) Diametro medio (cm) Altezza media (m) Prima dell'intervento Dopo l'intervento 1462 852 5,4 3,6 438,3 27,2 21, 21,4 13,3 13,4 % prelievo 42% 39% 38% Distribuzione diametrica piante prelevate 2 18 16 14 12 1 8 6 4 2 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm) PIANTE PRELEVATE Distribuzione diametrica 45 4 35 3 25 2 15 1 5 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm) PRIMA DELL'INTERVENTO DOPO L'INTERVENTO

6.2 Ceduo semplice di castagno sopra cava Gavota Lettera identificativa sulle Tavole: A Localizzazione: In corrispondenza della pista d arrocco di cava Gavota da quota 776 m a 82m Superficie:.83 ha Tipo forestale: CA3X Esposizione prevalente: Nord-Ovest, Ovest Copertura: 1% Pendenza prevalente: 29 Età media del popolamento: 21 anni Rinnovazione: assente Il popolamento è un ceduo semplice di castagno a media densità (2 p/ha), ogni ceppaia (37/ha) in media è dotata di 4 polloni. La diversità specifica è relegata a un 12% di ciliegio, il quale è presente unicamente nelle classi inferiori e risulta coetaneo in età ai polloni. Gli accrescimenti diametricii sono rallentati dalla forte concorrenza intraspecifica tra polloni, la necromassa è a un 1% della massa totale presente in bosco e meno del 15% dei polloni riscontrano attacchi da cancro del castagno, i quali risultano comunque di entità lieve.

Composizione specifica attuale 12% 88% Castanea sativa Prunus avium 7 Distribuzione diametrica attuale 6 5 4 3 2 1 Castanea sativa Prunus avium 1 15 2 25 3 35 4 45 Diamtri (cm) Numero Area basimetrica Volume Ceppaie Numero medio polloni per ceppaia n/ha % m 2 /ha % 37 4 m 3 /ha % Polloni Piante singole Piante/ha Necromassa 1229 6% 33.6 74% 81 4% 11.7 26% 238 45.3 223 1% 294. 77% 89. 23% 383.

L intervento selvicolturalee prevede l obiettivo dell allungamento del turno del ceduo procedendo a una selezione positiva dei polloni preservando i migliori sia come portamento sia come distribuzione sulla ceppaia (chioma ben bilanciata) e abbattendo i concorrenti. Si prevede il rilascio di circa 2 polloni per ceppaia o uno nel caso di gruppi di ceppaie ravvicinate in modo tale da evitare il più possibile nuovi ricacci data l elevata copertura al suolo. L allungamento del turno a 35-45 anni (falsa fustaia) risulta, attualmente, il miglior modo di ri-gestione dei popolamenti di castagno. Composizione specifica dopo l'intervento 25% 75% Castanea sativa Prunus avium 3 Composizione specifica dopo l'intervento 25 2 15 1 5 Castanea sativa Prunus avium 1 15 2 25 3 35 4 45 Diamtri (cm)

Parametri dendrometricii relativi all intervento Numero piante/ha Area basimetrica (m 2 ) Volume (m 3 ) Diametro medio (cm) Altezza media (m) Prima dell'intervento Dopo l'intervento 238 15 45,3 27,7 383, 244,2 16,8 18,7 14,2 14,4 % prelievo 51% 39% 36% Distribuzione diametrica piante prelevate 5 4 3 2 1 PIANTE PRELEVATE 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm) Distribuzione diametrica 9 8 7 6 5 4 3 2 1 1 15 2 25 3 35 4 45 Diametri (cm) PRIMA DELL'INTERVENTO DOPO L'INTERVENTO