Grafica Computazionale

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Transcript:

Grafica Computazionale Lighting Fabio Ganovelli fabio.ganovelli@gmail.com a.a. 2006-2007 Dalle diapositive a corredo del libro: Fondamenti di Grafica Tridimensionale Interattiva R. Scateni, P. Cignoni, C. Montani e R. Scopigno McGrawHill Italia

Lighting L altra metà del rendering Determinare la luce quanta luce di che colore che arriva da un punto della scena all occhio Problema complesso...

Lighting: alcuni fattori ALTRA LUCE blocker assorbimento LUCE raggio incidente in ombra trasmissione (con rifrazione) riflessione interna riflessione scattering sotto la superficie OCCHIO assorbimento da parte del mezzo (e.g. nebbia) OGGETTO

Lighting: alcuni fattori riflessioni multiple (illuminazione indiretta) LUCE OCCHIO OGGETTO

L'equazione della radianza

L'equazione della radianza La luce visibile in un punto della scena è data dalla somma della luce riflessa più la luce emessa La luce riflessa è un integrale Somma i contributi di tutte le sorgenti luminose presenti nella scena e tiene conto dell angolo di riflessione

L'equazione della radianza: parametri punto sulla superficie in cui si calcola l'equazione; direzione che unisce il punto alla posizione dell'osservatore direzione da cui proviene il raggio incidente funzione che determina la frazione riflessa di luce incidente coseno dell angolo di incidenza rispetto alla normale alla superficie

L'equazione della radianza Calcolo esatto dell equazione della radianza: operazione complessa e molto costosa Sistema di grafica interattiva: formula utilizzabile per tutti i punti della scena più volte al secondo Semplificazione dell equazione

Il modello di Phong Simula il comportamento di materiali opachi Non modella la rifrazione: no materiali trasparenti o semi-trasparenti Visione complessiva dominata dall animazione Non adatto per immagini singole (necessitano di modelli globali)

Lighting: globale VS locale Illuminazione locale tiene conto solo di: condizioni di luce N. luci loro pos loro colore pezzetto della superficie da illuminare orientamento (normale) caratteristiche ottiche» per es, colore il resto del mondo non c è Illuminzione globale riflessioni multiple ombre scattering sottosuperficiale rifrazione... torna molto più facile da fare con il nostro Hardware

Lighting locale LUCE raggio incidente rifelssione OCCHIO OGGETTO

Cosa è facile fare Illuminazione locale: riflessioni della luce su oggetti con proprietà ottiche molto semplici con multiple fonti di luci ma molto semplici: puntiformi Illuminazione globale: riflessioni multiple in maniera BRUTALMENTE approssimata assorbimento da parte del mezzo assunzioni semplificanti (nebbia uniforme) tutto il resto solo "a fatica" escogitando algoritmi ad-hoc che si adattano al nostro l'hw

I 3 fattori che consideriamo per ogni addendo, ho una componente R, G e B. luce finale = ambiente + riflessione + emissione definite sia per l'oggetto, (sotto forma di attributi per vertice) sia per ogni luce che uso le proprieta ottiche dell'oggetto, (di solito sono attributi per vertice) nel loro insieme sono dette il suo "materiale" terminologia OpenGL

Componente emissione LEDs, lampadine... Non dipende dalle luci solo dall'oggetto E solo una componente additiva costante per R, G e B Nota: non manda mica luce ad oggetti vicini non e illuminazione globale per fare cio, devo settare una altra luce

I 3 fattori che consideriamo luce finale = ambiente + riflessione + emissione

Componente ambiente Modella (grossolanamete) la luce che arriva attraverso rifelssioni multiple Assunzione: "un pò di luce raggiunge da tutte le direzioni ogni superficie" anche quelle in ombra Piccola costante additiva non dipende dalla normale della superficie

Componente ambiente prodotto fra: colore ambient del materiale ( R M G M B M ) colore ambient della luce ( R L G L B L ) Nota: possono essere colori RGB diversi prodotto componente per componente

Componente ambiente Modella (grossolanamete) la luce che arriva da tutte le direzioni attraverso rifelssioni multiple senza con

I 3 fattori che consideriamo luce finale = ambiente + riflessione + emissione riflessione diffusa + solo componente ambient riflessione speculare

I 4 fattori che consideriamo luce finale = ambiente + riflessione diffusa + riflessione speculare + emissione

Componente riflessione diffusa Esibita nella realtà da (per es): gesso legno (quasi) materiali molto opachi (non lucidi) Detta anche diffuse reflection Lambertian reflection Johann Heinrich Lambert 1728-1777

Legge di Lambert Materiali molto opachi (es. gesso e legno) hanno una superficie che, a livello microscopico, ha piccole sfaccettature che riflettono la luce in una direzione casuale

Legge di Lambert Integrando su scala macroscopica: la luce si riflette uniformemente verso tutte le direzioni, con intensità proporzionale al rapporto tra la direzione del raggio incidente e la normale alla superficie in quel punto

Componente riflessione diffusa La luce che colpisce una superficie lambertiana si riflette in tutte le direzioni (nella semisfera) nello stesso modo

Componente riflessione diffusa La luce che colpisce una superficie lambertiana si riflette in tutte le direzioni (nella semisfera) nello stesso modo

Componente riflessione diffusa La luce che colpisce una superficie lambertiana si riflette in tutte le direzioni (nella semisfera) nello stesso modo

Componente riflessione diffusa Dipende solo da: l'orientamento della superficie (la "normale") la direzione della luce del raggio incidente

Componente riflessione diffusa Dipende solo da: l'orientamento della superficie N (cioè la sua "normale") la direzione della luce L (cioé del raggio incidente) I diff = I k luce diff materiale diff cosθ R, G, B (di solito bianco: 1,1,1) R, G, B (il "colore" dell'oggetto) moltiplicazione componente per componente

Componente riflessione diffusa Dipende solo da: l'orientamento della superficie N (cioè la sua "normale") la direzione della luce L (cioé del raggio incidente) I diff = I k luce diff materiale diff fa parte del "materiale" (caratteristica dell'oggetto) cosθ

Componente riflessione diffusa Dipende solo da: l'orientamento della superficie N (cioè la sua "normale") la direzione della luce L (cioé del raggio incidente) I diff = I k luce diff materiale diff cosθ

Componente riflessione diffusa Dipende solo da: l'orientamento della superficie N (cioè la sua "normale") la direzione della luce L (cioé del raggio incidente) angolo compreso fra 0 e 90, senno fa 0, (oggetto in ombra di se stesso) I diff = I k luce diff materiale diff = I k luce diff materiale diff cosθ ( Nˆ Lˆ )

Componente riflessione diffusa L L L N N N componente diffusa piccola =70 componente diffusa grande =35 componente diffusa massima =0

Componente riflessione diffusa L L N N componente diffusa ZERO =90 componente diffusa ZERO >90 (la superficie è nella propria stessa ombra)

Componente riflessione diffusa Proprietà modello fedele delle caratteristiche ottiche di alcuni materiali reali ma di pochi materiali modello fisicamente coerente per es, conserva l'energia molto semplice da calcolare

I 4 fattori che consideriamo luce finale = ambiente + riflessione diffusa + riflessione speculare + emissione

Legge di Fresnel Quando un raggio di luce passa da un mezzo ad un altro con diverso indice di rifrazione raggiunta la superficie di separazione parte del raggio viene riflessa e parte trasmessa La somma delle energie dei due raggi è uguale all energia del raggio originale

Legge di Fresnel Se da aria a corpo solido non c è rifrazione si ha solo riflessione L angolo di incidenza è uguale all angolo di riflessione Vale per materiali molto lisci e lucidi

Componente riflessione speculare "Specular" reflection Per materiali lucidi con riflessi brillanti ("highlights") senza con

Componente riflessione speculare Idea base: la luce non viene riflessa da materiali lucidi in maniera eguale in tutte le direzioni

Componente riflessione speculare L: raggio incidente N: normale R: raggio riflesso V: dir. di vista L θ N θ α R V in 3D

Componente riflessione speculare I spec = I k luce spec materiale spec cosα in 3D

Componente riflessione speculare Elevando il coseno ad una potenza, si ottengono riflessi piu' piccoli e brillanti

Componente riflessione speculare Phong light model by Bui-Tuong Phong, 1975 I spec = I k luce spec materiale spec cosα in 3D I spec = I luce spec k materiale spec cos n α fanno parte del "materiale" (caratteristiche dell'oggetto)

Componente riflessione speculare Phong light model by Bui-Tuong Phong, 1975 I spec = I k luce spec materiale spec cosα in 3D I spec = I luce spec k materiale spec cos n α = I k ( Rˆ Vˆ ) luce spec materiale spec n

Componente riflessione speculare n = 1 n = 5 n = 10 n = 100

Componente riflessione speculare Blinn-Phong light model: semplificazione del Phong light model risultati simili, formula diversa: phong: blinn-phong: I I spec spec = = I I luce luce spec spec k k materiale materiale spec spec ( Rˆ Vˆ) ( Hˆ n Nˆ ) n "half-way" vector L θ N θ H = L + V / L+V R α V

Half Way Vector L θ γ H = L + V / L+V Nα R θ α V γ α = γ 2 θ, α ' = θ α ' = 2α 2

Componente riflessione speculare Blinn-Phong light model: semplificazione del Phong light model risultati simili, formula diversa: phong: blinn-phong: I I spec spec = = I I luce luce spec spec k k materiale materiale spec spec ( Rˆ Vˆ) ( Hˆ n Nˆ ) n Jim Blinn (MEGA-MEGA-GURU)

I 4 fattori che consideriamo luce finale = ambiente + riflessione diffusa + riflessione speculare + emissione

Equazione di lighting in totale I tot = I k luce ambient materiale ambient + I luce diffuse k ( L N) materiale diffuse + I luce spacular k materiale spacular ( H N ) n + k materiale emission propretà del materiale propretà della luce

Materiali...

Equazione di lighting: modellazione delle luci I tot = I k luce ambient materiale ambient + I luce diffuse k ( Lˆ Nˆ ) materiale diffuse + I luce spacular k materiale spacular ( Hˆ Nˆ ) n + k materiale emission ( Lˆ + Vˆ) Lˆ + Vˆ propretà della luce

Modellazione delle luci Come varia L? costante nella scena: fonti di luci "direzionali" buono per fonti di luce molto distanti, e.g. il sole varia nella scena: fonti di luci "posizionali" buono per fonti di luci vicine, e.g. lampadine

Modellazione delle luci: luci posizionali Nelle luci posizionali, si può attenuare l'intensità in funzione della distanza In teoria (per la fisica) intensità = 1 / distanza 2 f attentuazione luce 1 = c d 2 L

Modellazione delle luci: luci posizionali In pratica, questo porta ad attenuazioni della luce troppo repentine Invece usiamo: f attentuazione luce 1 = min, 1 c + c d + c d 2 1 2 L 3 L

Equazione di lighting I luce k ambient materiale ambient + Itot = I luce diffuse k ( L N) materiale diffuse + f attentuazione luce I k ( H N) luce spacular materiale spacular n + k materiale emission f attentuazione luce = 1 min, + + 1 2 c1 c2dl c3d L

Tipi di luci Tipi di luci: posizionali direzionali spot-lights (faretti)

Spotlights Definite da tre parametri:

Equazione di lighting I tot = I luce k I luce I k ( H N) luce ambient diffuse spacular materiale k ( L N) materiale materiale ambient diffuse spacular + + n f attentuazione luce f effetto spotlight + k materiale emission f attentuazione luce = 1 min, + + 1 2 c1 c2dl c3dl effetto spotlight ( L, spot, spot spot ) f = f, direction cutoff Angle beam width