Introduzione Le attività motorie e sportive all interno della Scuola Primaria rivestono un ruolo fondamentale poiché, oltre al perseguimento di obiettivi di ordine motorio-prestazionale (quali il miglioramento delle abilità relative alla motricità globale, fine e delle prassie semplici e complesse, il potenziamento dello schema corporeo, dell orientamento spazio-temporale, delle capacità coordinative e condizionali) prevede anche il relativo raggiungimento di obiettivi cognitivocomportamentali (connessi al concetto del sé, all autostima, alla sicurezza prestazionale, all autoefficacia). In particolare il giocosport, attività sportive a carattere competitivo che vengono calibrate sulla scorta delle potenzialità degli alunni tra i 6 e gli 11 anni, consente di declinare e realizzare tali obiettivi, ed in particolare consente di valorizzare una continua solidarietà ed empatia verso i propri compagni indipendentemente dal livello di rendimento, dalle vittorie o dalle sconfitte, dal ruolo di collaborazione o antagonismo nelle attività ludico-motorie e sportive proposte. L attuale didattica delle attività motorie si è evoluta nel tempo, consentendo ai D.A. di praticare attività motorio-sportive indipendentemente dalle proprie potenzialità o compromissioni funzionali. Il presente studio analizza la 4
partecipazione al giocosport di un alunno affetto da Sindrome di Deficit di Attenzione ed Iperattività nella classe V a di Scuola Primaria, dimostrando come la valenza educativa delle attività motorie e del giocosport abbia consentito ad un alunno con notevoli compromissioni funzionali di tipo adattivo (causate sia da deficit nelle esecuzione della motricità globale e fine, delle prassie semplici e complesse, sia da disturbi di tipo comportamentale) di raggiungere gli obiettivi didattico-educativi comuni al gruppo-classe, ed abbia altresì migliorato le abilità interpersonali e relazionali dell alunno. 1 L attività motoria e sportiva per i D.A. all interno della Scuola: la disabilità dell iperattività 1.1 L attività motoria nella pratica sportiva: l integrazione del D.A. Nell accezione comune sovente viene indicato come sport qualsiasi forma di pratica di attività fisica. Invece lo sport è una particolare forma di attività fisica che per esistere necessita di queste condizioni che debbono essere tutte presenti simultaneamente: 5
Ricerca di performance (risultati, rendimenti, exploit) Allenamenti (condizione prevista per la produzione delle performance) Specifico contesto istituzionale per la pratica (federazioni, società sportive, gare). Quindi per attuare una logica sportiva occorre seguire una logica sportiva, nella quale si verifica l esercizio di attività motorie che coinvolgono la persona a livello motorio, in base a regole preventivamente stabilite. Dette attività vengono svolte in una competizione disciplinata da un preciso regolamento, in un contesto che possa disciplinare e giudicare ufficialmente una gara. E quindi indispensabile che la pratica dell attività motoria venga organizzata senza alterare le caratteristiche di quello sport, ma tenendo conto anche delle potenzialità (performance) del giocatore. Le abilità sportive sono delle abilità motorie che corrispondono alla capacità di elaborare e di realizzare una risposta efficace ed economica per raggiungere un obiettivo preciso. Quindi il soggetto attore dello sport deve metter in gioco sia le proprie componenti prestazionali di ordine motorio e cognitivo, sia quelle di ordine relazionale, dovendosi 6
rapportare agli altri giocatori secondo certi parametri tecnici ben definiti (regole, tempi di esecuzione). Tutti gli individui, durante l arco dell età evolutiva, hanno bisogni educativi che si concretizzano nello sviluppare conoscenze e competenze, senso di appartenenza al sociale, dignità e identità, valorizzazione ed accettazione (Ianes 1, 2003). Sempre più emergente, nella scuola come nella società in generale, è il fenomeno degli individui che presentano difficoltà, ostacoli e rallentamenti nei processi di apprendimento, sviluppo, integrazione e possibilità di accedere ad una buona qualità della vita. Le difficoltà possono manifestarsi in molti o in tutti gli ambiti della personalità (psicologico, cognitivo, affettivo, relazionale, emozionale e motorio) oppure settoriali e specifici di uno o pochi ambiti della personalità. Da tutte queste difficoltà nasce il concetto e la definizione dei soggetti con bisogni educativi speciali. Ma la definizione di specialità non deve essere intesa come accezione di discriminazione ed emarginazione, bensì come richiesta di risorse, conoscenze e competenze speciali, al fine di garantire a tutti i soggetti eguale opportunità di crescita, sviluppo, scelta, affermazione e qualità della vita. 1 Ianes D. Il Piano Educativo Individualizzato. Progetto di vita, Ed Erickson, Trento 2003. 7
Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (DDAI): La Sindrome del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (DDAI), classificata come handicap psico-fisico nel DSM-IV Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, nella sua conseguente caratterizzazione psico-patologica ha fatto sì che esso restasse lontano non solo da una prospettiva diagnostica e terapeutica adeguata alla sua vera natura ma anche dall interesse da parte del vasto pubblico di pediatri, insegnanti e genitori che avrebbe, invece, meritato di conoscere un problema di così grande portata sociale, per la sua elevata diffusione nella popolazione infantile. La compromissione funzionale sul versante cognitivo determina deficit di natura cognitivo-prestazionale con compromissioni funzionali afferenti l area motorio-prassica, ed ad un disturbo del comportamento di tipo iperattivo con labilità attentiva. Le sue compromissioni funzionali/adattive sono quindi riscontrabili su due versanti: 8
ambito cognitivo: deficit nell'apprendimento delle strumentalità di base compromissione della motricità globale, fine e nell esecuzione delle prassie semplici e complesse, eccessivo movimento. ambito comportamentale: deficit relazionali ed eccessi comportamentali caratterizzati da comportamenti antisociali in differenti situazioni relazionali: iperattività, impulsività ed irruenza nei rapporti interpersonali, aggressività, comportamenti auto-distruttivi, mancanza di autocontrollo e di gestione delle proprie emozioni in presenza di un evento scatenante, disturbi della condotta, difficoltà a rispettare i turni ed i tempi altrui, atteggiamento captativoegocentrico, oppositività (ad un comportamento ad una reazione di un compagno ritenuto sbagliato, o alle regole della classe), difficoltà ad interiorizzare specifiche regole di comportamento e ad applicarle senza che vi sia la costante supervisione di un adulto; eccessiva emotività, richiesta eccessiva di attenzione, disorganizzazione, carenza di autostima; 9
carenza nell'attenzione selettiva e sostenuta. Tali comportamenti sono spesso associati ad una distorta percezione degli eventi sociali e all'errata attribuzione di intenti, specialmente per quanto riguarda intenti ostili. L'Iperattività non è una sindrome ascrivibile soltanto ad un problema comportamentale, né è possibile attribuite le difficoltà dell'alunno esclusivamente a fattori neurologici. Il bambino iperattivo è un individuo che "sente", che prova emozioni, spesse volte in maniera amplificata e distorta dalla percezione reale ed oggettiva della situazione in cui si viene a trovare.assicurare al bambino iperattivo un maggior benessere emotivo è il punto di partenza per qualsiasi intervento si intenda impostare. L autostima: Il modo in cui una persona percepisce se stessa costituisce il concetto di sé.un bambino con iperattività e difficoltà attentive può riscontrare di avere scarse abilità sociali. Quando il bambino iperattivo ha una visione univoca e negativa della propria persona, nei momenti di difficoltà può esplicitare in maniera emotivamente negativa questo 10