SILP per la CGIL. Sindacato Italiano Lavoratori Polizia. Segreteria Provinciale di Roma. Nuovo modello di Sicurezza metropolitana per la città di Roma



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SILP per la CGIL Sindacato Italiano Lavoratori Polizia Segreteria Provinciale di Roma Nuovo modello di Sicurezza metropolitana per la città di Roma

POLITICA SINDACALE Le proposte SILP per la CGIL Segreteria Provinciale Via San Vitale 15 Roma Tel. 06/48029178 Fax 06/91272295 www.silpcgilroma.it

Sommario La necessità di una proposta 2 Premessa 3 FINALITA 5 FASI DEL PROGETTO 6 - Riorganizzazione delle Vigilanze fisse 6 - Creazione del Nucleo Emergenze 6 - Riorganizzazione del Reparto Volanti 7 - Riorganizzazione dei Commissariati 9 - Polizia di Prossimità 15 - Sicurezza Partecipata 17 CONCLUSIONI 19

La necessità di una proposta Perché Roma ha bisogno di un nuovo modello organizzativo in materia di sicurezza N uovo assetto istituzionale, nuove competenze e più fondi per svolgere al meglio il ruolo di capitale del paese. Questa la grande rivoluzione contenuta nel provvedimento Roma Capitale approvato il 29 aprile 2009. "Una svolta storica", come commentato anche dal Comune, che permetterà finalmente a Roma di avere una governance all altezza del suo ruolo di capitale nazionale e internazionale. Più poteri, dunque, in materie strategiche come pianificazione del territorio, edilizia pubblica e privata, mobilità e trasporti, beni culturali, sviluppo economico legato al turismo, protezione civile, che verranno trasferiti a Roma Capitale dallo Stato e dalla Regione. Il Consiglio Comunale prenderà il nome di "Assemblea Capitolina" e il nuovo ente territoriale dovrà darsi un nuovo statuto, entro sei mesi dal decreto attuativo. Il decreto legislativo disciplinerà inoltre i raccordi istituzionali e il coordinamento tra Roma Capitale, Regione e Provincia, lo status dei membri dell Assemblea, il trasferimento delle risorse umane e dei mezzi e l assegnazione di ulteriori risorse finanziarie. Sempre con apposito decreto si stabilirà l attribuzione alla città di Roma di un proprio patrimonio e il trasferimento di beni dello Stato, non più funzionali alle esigenze dell amministrazione centrale. La riforma si completerà con l istituzione della Città Metropolitana di Roma che alle funzioni di città metropolitana sommerà quelle di Capitale della Repubblica. Ma in questa importante svolta organizzativa e amministrativa, la materia sicurezza è rimasta esclusa; in tale ambito Roma,infatti, continua ad essere equiparata a un qualsiasi altro capoluogo di Italia. Appare fin troppo evidente che la specificità di Roma non debba fermarsi davanti ai portoni della Prefettura e/o della Questura; lo sanno i cittadini, lo sappiamo noi operatori della Sicurezza. Le politiche nazionali e cittadine, invece, sembrano ignorare il problema e non forniscono alcuna risposta adeguata alla soluzione, né progettano interventi di organizzazione e razionalizzazione su breve e lungo periodo. 2

PREMESSA Il tema della sicurezza negli ultimi anni ha condizionato fortemente la vita delle persone, attirando l interesse dei media e influenzando in modo decisivo le ultime campagne elettorali. Il modello di sicurezza che ne è scaturito appare fondato sulle paure e sulle insofferenze dei cittadini: alimentate, accresciute, usate strumentalmente per invocare provvedimenti urgenti e repressivi, poi prontamente emanati. Tale scelta ha innescato conseguenze difficili da gestire, perché le paure non hanno antidoti immediati e la sensazione d insicurezza dei cittadini resta nel tempo in attesa di risposte difficili da fornire. Un approccio strategicamente sbagliato, non idoneo a contrastare l incremento della criminalità e a promuovere coesione sociale. Rispetto a questi due inscindibili obiettivi il centrodestra resta ristretto dentro la propria idea di controllo sociale, operato con il solo rafforzamento dell azione repressiva e dell esclusione di sempre più soggetti da un percorso di integrazione. Ne deriva un appiattimento delle sue politiche su una visione parziale della sicurezza intesa solo come ordine pubblico. La politica dell emergenza è servita a sperimentare il nuovo apparato di gestione e competenze non previste dall attuale ordinamento, con il Sindaco di Roma che influenza in modo significativo l organo tecnico deputato, ovvero il Comitato per l Ordine e la Sicurezza Pubblica che, sempre più spesso oramai sembra adottare strategie dettate dalla politica e non rispondenti alle necessità del territorio. (modello americano del sindaco sceriffo) Questa politica non ha portato a significativi risultati; Roma continua a essere una città dal duplice volto, con un centro super presidiato e vigilato e periferie sempre più abbandonate al degrado e all insicurezza. Fenomeni sociali quali il bullismo, le dipendenze, la diffusione di coltelli tra gli adolescenti, la violenza sulle donne, il rifiuto del diverso, la prostituzione e l omofobia vengono ridotti a problemi di sicurezza e affrontati con la sola repressione, rinunciando alla prevenzione e alla progettualità sociale. Il Patto per Roma Sicura, sottoscritto nel luglio 2008, presentato come la soluzione ai problemi ha già evidenziato lacune e ritardi nella sua 3

attuazione; trovando applicazione solo negli aspetti repressivi nel contrasto alla prostituzione e agli insediamenti abusivi, nonché sul versante dell impiego dei militari, tralasciando gli impegni sottoscritti sulla prossimità, sulla riorganizzazione dei presidi mobili e fissi, sul degrado urbano, sui servizi tesi al contrasto dei fenomeni di devianza e sulla sicurezza partecipata. La difficile situazione, più volte denunciata dal SILP in questi anni, è stata resa ancor più grave dalle politiche governative sulla sicurezza: tagli alle risorse e il pacchetto sicurezza con i provvedimenti sui militari e le ronde. Il SILP considera indispensabile integrare la denuncia con la proposizione di un diverso modello di sicurezza per la città di Roma, organizzativo e culturale, per invertire la tendenza criminale, affrontare la crescente disuguaglianza economica e sociale e rendere più sicuro il territorio. Occorre superare la visione solo repressiva integrandola con una sociale che contenga interventi amministrativi, giudiziari, culturali, dentro una moderna politica di sicurezza partecipata che integri l azione di più soggetti (Forze di Polizia, Regione, Provincia, Enti locali, Magistratura, Associazioni, Cittadini), stabilisca in maniera certa l attività di coordinamento e più chiari compiti e responsabilità di ciascuno. Appare contraddittorio l aver riconosciuto alla città di Roma, con i provvedimenti Roma Capitale, specifiche autonomie legislative e organizzative, e non riflettere sul fatto che tale specificità debba essere estesa e riconosciuta anche in materia di riorganizzazione del modello di sicurezza che non può più essere quello di una qualsiasi altra città italiana.. 4

FINALITA Il Nuovo Modello di Sicurezza Metropolitana proposto per la città di Roma si fonda su una diversa cultura della sicurezza, moderni metodi d intervento e una più efficiente organizzazione della Polizia di Stato nell area metropolitana. Per realizzare un funzionale apparato sicurezza è indispensabile avere un numero di operatori congruo all attività da affrontare, un elevata professionalità del personale e condizioni di lavoro serene per affrontare la delicatezza dei compiti istituzionali ed evitare che affaticamenti o stress possano avere conseguenze pericolose per il personale e per i cittadini utenti del servizio. L esiguità delle risorse a disposizione e il blocco del turnover avranno ripercussioni negative nei prossimi anni sull intero apparato della sicurezza rendendo non più rinviabile una diversa organizzazione per evitare il collasso del sistema. Il SILP-CGIL ha realizzato una proposta semplice, organica e realizzabile anche con gradualità, ma in grado di razionalizzare risorse nel breve periodo in attesa che la sicurezza torni a essere un settore nel quale investire con uomini e tecnologie abbandonando provvedimenti di facciata. La proposta SILP-CGIL ha come finalità il raggiungimento dei seguenti obiettivi: Dotare la città di un moderno e più efficiente apparato di prevenzione e controllo del territorio; Superare le politiche emergenziali con progetti e investimenti nel medio e lungo periodo; Realizzare una sicurezza partecipata attraverso la polizia di prossimità; Razionalizzare la distribuzione degli operatori di Polizia nella città di Roma per migliorare l efficienza dei servizi al cittadino; Creare una nuova cultura della sicurezza, integrata, sociale e in grado di favorire una diversa percezione della sicurezza. Creare condizioni lavorative che favoriscano la serenità del personale al fine di ridurre al minimo i rischi per operatori e cittadini; investire sulla formazione e sulla professionalità degli operatori. 5

FASI DEL PROGETTO RIORGANIZZAZIONE DELLE VIGILANZE FISSE Nel centro storico il sistema delle vigilanze fisse a personalità e obiettivi istituzionali distanti fra loro poche decine di metri impegna un elevato numero di operatori; perseguendo un ottica di razionalizzazione è indispensabile ridurle per la gestione di situazioni di effettiva necessità e sostituirle, ove possibile, con vigilanze dinamiche al fine di recuperare personale garantendo ugualmente un efficiente servizio di vigilanza. L adozione di vigilanze dinamiche renderebbe il servizio meno alienante per il personale oggi comandato in quelle fisse. CREAZIONE DEL NUCLEO EMERGENZE Una delle attuali problematiche che minano l organizzazione della sicurezza capitolina a livello territoriale è rappresentata dalle continue richieste di personale, con ordinanze dell ultimo minuto, che sottraggono operatori dai rispettivi uffici per fronteggiare emergenze di OP o vigilanze fisse nel centro storico della città. Il SILP propone la creazione di un apposito nucleo per fronteggiare le emergenze senza distogliere il personale assegnato agli uffici territoriali e impegnato in altri compiti. (Nuclei con le stesse finalità sono presenti anche in altre questure.) Il buon funzionamento di un nucleo con tali caratteristiche è strettamente legato a una permanenza breve del personale, trattandosi di servizi penalizzanti dal punto di vista professionale. Il ricambio degli operatori in forza al nuovo nucleo dovrà seguire criteri di trasparenza, evitare clientelismi e funzionare secondo il principio dei vasi comunicanti utilizzando il personale di nuova assegnazione nella capitale. Il nucleo che si propone di costituire rappresenta anche la risposta al problema dell innalzamento dell età media degli operatori in relazione ai servizi disagiati, perché impiegando personale trasferito nella capitale con minore anzianità di servizio si alleggerirà la pressione sul personale più anziano. 6

RIORGANIZZAZIONE DEL REPARTO VOLANTI Il reparto volanti fino a qualche decennio costituiva la centralità dell apparato di prevenzione nella capitale: negli anni 90 mediamente in ogni turno erano assicurate la media di 20-25 volanti formate da 3 operatori; oggi in una città in continua espansione, con problematiche e tensioni sociali crescenti, i turni di servizio delle volanti sono coperte da 10-15 pattuglie formate da 2 operatori. Dato sufficiente a dimostrare il declino dell apparato prevenzione al quale si aggiunge una trasformazione anche nei servizi assegnati: sempre più spesso le volanti sono distolte dal normale 113 e impiegate in servizi che vanno dalle staffette alle personalità ai pattuglioni antiprostituzione per soddisfare ordinanze sindacali e inseguire l emergenza mediatica di turno. E indispensabile restituire centralità al reparto volanti, migliorare la professionalità degli operatori e le dotazioni di reparto. La maggior funzionalità del reparto, oltre al potenziamento delle volanti, deve avvenire attraverso una diversa riorganizzazione e distribuzione delle stesse nella città per superare l attuale situazione che crea inefficienze e spreco di risorse come di seguito illustrato. Il reparto volanti è oggi ubicato alla Guido Reni e per raggiungere il raccordo anulare nelle quattro direzioni le pattuglie devono coprire le seguenti distanze: dalla Guido Reni al raccordo anulare Nord : 8 Km (XX Municipio) Est: 20 Km (VII e VIII Municipio) Sud: 18 Km (XI e XII Municipio) Ovest: 10 Km (XVIII e XIX Municipio) con tempi di viaggio medi: Nord: 20-30 min. ( XX municipio ) Est : 40-60 min. ( VII e VIII mun. ) Sud: 40-60 min. (XI e XII mun. ) Ovest: 20-30 min. (XVIII e XIX mun. ) costi annui * : Nord : 37.400 (XX Municipio) Est: 93.400 (VII e VIII Municipio) Sud: 84.000 (XI e XII Municipio) Ovest: 46.700 (XVIII e XIX Municipio) Totale: 261.500 circa per il solo raggiungimento della zona di azione * Consumo medio calcolato Alfa Romeo 159: 8 Km / litro (12,5 litri ogni 100 Km) 7

Considerando il traffico e l estensione della città di Roma è indispensabile rivedere l attuale organizzazione centralizzata con un modello territoriale decentrato per abbattere tempi e costi per raggiungere le zone di assegnazione degli equipaggi. Il SILP-CGIL propone la creazione di 4 Nuclei dividendo la città in quattro quadranti: Per ogni quadrante è necessario prevedere la presenza h 24 di Ufficiali di Polizia Giudiziaria per la redazione degli atti relativi all attività del controllo del territorio, per ricezione denunce e la trattazione fermati. Per assicurare l ottimale copertura del territorio è ipotizzabile l utilizzo di 5/6 volanti per zona, almeno nella fase iniziale, secondo la densità di popolazione e le analisi di incidenza dei reati realizzate dall Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico. 8

La nuova riorganizzazione porterebbe a rendere operative sul territorio 20-25 volanti per turno, come negli anni 90, ma più efficienti per via della distribuzione territoriale. Il potenziamento di circa 10 volanti per turno, rispetto all attuale situazione, richiede un incremento di circa 150 uomini, recuperabili riorganizzando i commissariati come proposto nel capitolo successivo. I Nuclei previsti non comporterebbero aggravi nel settore di personale amministrativo per la gestione del personale perché già attualmente il reparto è già diviso in 6 autonomi nuclei, mentre si potrebbe ottimizzare il personale addetto alle vigilanze delle strutture accorpando nello stesso stabile i Poli delle Volanti e i Commissariati. Per quanto riguarda le strutture da individuare, oltre alla Guido Reni che si propone come base per il Nucleo 1, si potrebbe ricorrere a immobili confiscati alla criminalità, utilizzare edifici di Comune-Provincia-Regione o prevedere apposite strutture nelle nuove aree di urbanizzazione ricorrendo al Social Housing, ottenendo dei comodati d uso gratuito presso le grandi strutture commerciali ed edilizie, pubbliche e private. (Impegni di riorganizzazione dei presidi e ipotesi sulle modalità di comodato delle sedi sono contenute nel patto Roma Sicura) La distribuzione decentrata dei Nuclei faciliterebbe anche il raggiungimento del luogo di lavoro per il personale. Nella fase di transizione va ovviamente tenuto conto delle necessità del personale e favorita l assegnazione più gradita rispetto alla nuova organizzazione. RIORGANIZZAZIONE DEI COMMISSARIATI La situazione dei Commissariati è quella che in questo momento vive le maggiori difficoltà. Il numero di operatori attualmente in servizio nei 49 commissariati di Roma e provincia è di circa 3550 uomini, 1450 in meno rispetto alle piante organiche fornite dalla questura nel 2005 che prevedevano circa 5000 operatori; carenze di organico, mediamente del 30%, che hanno ripercussioni negative sui servizi al cittadino e sulla condizione lavorativa del personale. I commissariati costituiscono il luogo di contatto fra istituzione e cittadini, sono fondamentali per la sicurezza reale, per quella percepita, per i servizi offerti in materie amministrative e per le pratiche sull immigrazione. Alla carenza degli organici si aggiungono quotidiani prelievi di operatori che dai vari uffici sono dirottati nel centro della città per sopperire alle 9

vigilanze e all ordine pubblico (problema che troverebbe soluzione realizzando l apposito nucleo proposto). Tale procedura penalizza parte del territorio e in particolare le periferie della città che sono meno controllate e presidiate. Nello studio di seguito proposto appare evidente come la distribuzione dei presidi fa emergere una città a 2 facce: un centro di serie A presidiato e controllato e una periferia di serie B insicura e con scarso controllo. L attuale distribuzione sul territorio dei presidi di polizia risponde a un modello cittadino ormai superato: municipi del centro, con un basso impatto di reati predatori, coincidono con la giurisdizione di più commissariati e municipi di periferia, con maggior popolazione, maggior estensione del territorio, con problemi di sicurezza, pieni di tensioni e contraddizioni sociali, coincidono con la giurisdizione di un solo commissariato : ciò rende estremamente difficile assicurare un adeguato controllo del territorio e un accettabile livello di servizi per i cittadini. Attualmente la media tra popolazione censita al 31/12/2004 e personale in servizio presso i commissariati è di circa 1 operatore ogni 980 abitanti ma nel territorio ci sono municipi con un operatore di commissariato ogni 200 abitanti e altri con un operatore ogni 2300 abitanti. La distribuzione difforme sul territorio, non corrispondente all incidenza dei fenomeni criminali e in molti casi con rapporti troppo elevati, determina servizi più scadenti: tempi di attesa più lunghi per la presentazione di denunce e di istanze e per la conclusione degli iter burocratici a queste ultime relative, sia nel settore amministrativo che in quello dell immigrazione, maggiori carichi di lavoro per gli operatori, cattivo rapporto istituzioni-cittadino. Nella capitale ci sono 39 commissariati: 36 con giurisdizioni classiche e 3 con competenze particolari come RAI, Università e Palazzo di Giustizia. L attuale modello è superato, è al collasso e non più funzionale. Il SILP- CGIL propone una graduale nuova distribuzione prevedendo un commissariato, trasformato in polo, per ogni municipio e riducendo il loro numero da 36 a 19. La rimodulazione di 17 uffici consentirebbe di recuperare, tra corpi di guardia e uffici UEPI oltre 150 uomini. (Numero di operatori sufficienti a coprire la riorganizzazione e il potenziamento del reparto volanti). Inoltre permetterebbe di recuperare personale dai cosiddetti servizi interni (ufficio del personale, archivio, segreteria, polizia amministrativa ecc.) da impiegare per rendere più funzionali i nuovi Poli potenziando i servizi, il controllo del territorio e la prossimità. 10

Considerando che l attuale organico dei 36 uffici si aggira intorno ai 2880 operatori e anche sottraendo i 150 uomini da destinare alle volanti, i nuovi uffici potrebbero contare su una media di 140 uomini variabile in funzione della popolazione, dell estensione del territorio e dell incidenza dei fenomeni criminali. Con un reparto volanti h24 distribuito capillarmente sul territorio in grado di assicurare la coperture del pronto intervento, i Poli dei commissariati, potenziati negli organici, oltre a garantire l autoradio di zona h24 potrebbero potenziare l attività di prevenzione nella fascia 08/20. Nei municipi con superficie molto estesa i presidi territoriali andranno rimodulati, evitandone la chiusura e trasformandoli in presidi che offrono servizi al cittadino con orario 08/20: sportelli amministrativi, ricezione denunce e polizia di prossimità. Le scelta di non chiudere completamente presidi è simbolica e strategica: simbolica perché non deve passare l idea di un arretramento delle istituzioni sul territorio e strategica perché funzionali alle attività di polizia amministrative e di prossimità. Il diverso modello di presidio decentrato potrebbe trovare ubicazione anche in strutture comunali decentrate non gravando sui costi del Ministero. La scelta di un commissariato per municipio consentirebbe una semplificazione nelle competenze giurisdizionali, nei rapporti con la polizia locale e con le istituzioni municipali in modo da costruire più facilmente una rete di servizi, una sinergia di competenze per realizzare una vera sicurezza partecipata. Pensiamo al rapporto con le scuole, le associazioni di volontariato, i centri anziani i centri antiviolenza ecc. Tra i vantaggi della nuova organizzazione non vanno trascurati i risparmi economici sulla gestione degli immobili e del parco autovetture. Le sedi dovrebbero essere centrali rispetto al municipio e, dove non fosse possibile adattare le attuali sedi, si potrebbe ricorrere (come per i Nuclei delle volanti) agli immobili confiscati o al Social Housing, ottenendo dei comodati d uso gratuito presso le grandi strutture commerciali ed edilizie, pubbliche e private. (Ipotesi previste nel Patto Roma Sicura) 11

GIURISDIZIONI MUNICIPI E COMMISSARIATI ROMA MUNICIPI al 1/1/2005 COMMISSARIATI ROMA 2009: 36 + 3 = 39 SUPERFICIE Totale 1285,31 (Kmq) Personale complessivo: 2878*+ 127 = 3005 Abitanti 2.823.201 (b) Rapporto popolazione: 1/980 *Esclusi Commissariati - Rai Università Palazzo di Giustizia Municipi Roma I 1 Monti, Trevi, Colonna, Campo Marzio, Ponte, Parione, Regola, S. Eustachio, Pigna, Campitelli, S. Angelo, Ripa, Trastevere, Esquilino, Ludovisi,Sallustiano, Castro Pretorio (parte), Celio Superf. (Kmq) Popol. Dens. Commissariati Roma Pers. Rapp. 14,30 122.634 85,80 6 Commissariati: Trevi Castro Pretorio Celio Esquilino Viminale Trastevere 559 1/ 219 II 2 Flaminio, Parioli, Pinciano, Salario, Trieste (parte) 13,67 124.114 90,80 3 Commissariati: Villa Glori Salario Parioli Vescovio 206 1/ 602 12

III 3 Castro Pretorio (parte); Quartieri: Nomentano, Tiburtino (parte) IV 4 Monte Sacro, Trieste (parte), Monte Sacro Alto; Zone: Val Melaina, Castel Giubileo, Marcigliana, Casal Boccone, Tor S. Giovanni V 5 Tiburtino (parte), Pietralata, Collatino (parte), Ponte Mammolo, S. Basilio; Zone: Settecamini, Tor Cervara (parte), Tor Sapienza (parte), Acqua Vergine (parte)., Tiburtino (parte) VI 6 Tiburtino (parte), Prenestino Labicano (parte), Tuscolano (parte), Collatino (parte) VII 7 Tuscolano (parte), Prenestino Centocelle, Collatino (parte), Alessandrino, Don Bosco (parte); Zone: La Rustica, Tor Cervara (parte), Tor Sapienza (parte), Torre Spaccata (parte) VIII 8 Don Bosco (parte) Zone: Acqua Vergine (parte), Lunghezza, S. Vittorino, Torre Spaccata (parte), Torre Angela, Borghesiana, Torre Maura (parte), Torrenova (parte), Torre Gaia (parte) IX 9 Prenestino Labicano (parte), Tuscolano (parte), Appio Latino (parte) X 10 Tuscolano (parte), Don Bosco (parte), Appio Claudio, Appio Pignatelli (parte); Zone: Torre Maura (parte), Torrenova (parte), Torre Gaia (parte), Capannelle Municipio 5,91 55.660 94,20 2 Commissariati: (Porta Pia San Lorenzo) Con comm.to Università 97,82 203.325 20,80 49,15 183.761 37,40 1 Commissariato: Fidene Serpentara 2 Commissariati: San Basilio San Ippolito 7,92 129.039 163,00 2 Commissariati: Porta Maggiore Torpignattara 19,06 124.297 65,20 113,36 208.582 18,40 8,07 130.520 161,70 38,68 180.938 46,80 1 Commissariato: Prenestino 1 Commissariato: Casilino 2 Commissariati: San Giovanni Appio 2 Commissariati: Tuscolano Romanina 125 125 + 35 1/445 1/347 89 1/2284 131 1/1402 113 1/1141 98 1/1268 113 1/1845 127 1/1027 169 1/1070 XI 11 Appio Latino (parte), Ostiense (parte), Ardeatino (parte), Appio Pignatelli (parte); Zone: Aeroporto di Ciampino (parte), Torricola, Cecchignola (parte) 47,29 138.566 29,30 2 Commissariati: Colombo Tor carbone 149 1/ 930 13

XII 12 Ostiense (parte), Giuliano Dalmata, Europa; Zone: Cecchignola (parte), Castel di Leva (parte), Fonte Ostiense, Vallerano, Castel di Decima, Torrino, Vitinia XIII 13 Lido di Ostia Ponente, Lido di Ostia Levante, Lido di Castel Fusano, Acilia; Zone: Tor de' Cenci (parte), Castel Porziano (parte), Castel Fusano, Mezzocammino (parte) XV 15 Portuense (parte), Gianicolense (parte); Suburbi: Portuense, Gianicolense (parte); Zone: Magliana Vecchia, Ponte Galeria (parte), La Pisana (parte), Portuense (parte), Gianicolense (parte) XVI 16 Portuense (parte), Gianicolense (parte); Suburbi: Gianicolense (parte); Zone: Maccarese Nord (parte), La Pisana (parte), Castel di Guido (parte) 183,17 168.705 9,20 150,64 205.300 Pomezia 52.571 13,60 70,87 153.145 21,60 73,13 144.740 19,80 2 Commissariati: Spinaceto Esposizione 1 Commissariato: Ostia Lido 1 Commissariato: San Paolo 1 Commissariato: Monteverde 193 1/ 874 112 1/1833 1/2302 87 1/1760 91 1/1590 XVII 17 Rioni: Borgo, Prati; Quartieri: Trionfale (parte), Della Vittoria (parte), Borgo, Prati, Trionfale (parte), Della Vittoria (parte) XVIII 18 Aurelio (parte), Trionfale (parte), Primavalle (parte); Suburbi: Aurelio, Trionfale (parte); Zone: Castel di Guido (parte), Casalotti (parte) XIX 19 Aurelio (parte), Trionfale (parte), Primavalle (parte); Suburbi: Trionfale (parte), Della Vittoria (parte); Zone: Casalotti (parte) XX 20 Della Vittoria (parte), Tor di Quinto; Suburbi: Tor di Quinto, Della Vittoria (parte); Zone: La Storta (parte), Cesano, Tomba di Nerone (parte) 5,61 73.496 131,00 68,67 135.583 19,70 131,28 181.708 13,80 186,71 149.910 8,00 2 Commissariati (Prati Borgo) Con commissariati Rai e Giustizia 1 Commissariato: Aurelio 2 Commissariati: Primavalle Monte Mario 2 Commissariati: Ponte Milvio Flaminio 166 166 +92 1/ 442 1/ 284 78 1/1738 137 1/1326 135 1/1110 COMMISSARIATI ROMA : 36 + 3 commissariati - Rai - Università Palazzo di Giustizia TOTALE PERSONALE: 2878 + 127 totale generale 3005 COMMISSARIATI DISTACCATI : 10 TOTALE PERSONALE DISTACCATI: 648 TOTALE COMMISSARIATI ROMA E PROVINCIA: 49 TOTALE PERSONALE: 3653 14

Analoghe problematiche investono i 10 commissariati distaccati che coprono il territorio della provincia, per una popolazione, secondo l Istat, in costante crescita, senza un corrispondente adeguamento dei presidi nella giurisdizione; basti pensare alla crescita demografica di comuni come Pomezia e Guidonia che non sono ancora sede di commissariato. Guidonia supera ormai gli 80.000 abitanti, primo comune della provincia di Roma e terzo nel Lazio, recentemente al centro per le note vicende di cronaca, nonché di promesse e impegni sulla sicurezza mai realizzati. Anche per i Commissariati di Provincia andrebbe prevista una diversa distribuzione rispondente allo sviluppo demografico nel territorio, ipotizzando soluzioni già previste per la capitale. I commissariati attualmente sono fortemente sotto organico con situazioni al limite della sostenibilità con uffici di 35 uomini che non possono assolvere le funzioni di Commissariato. POLIZIA DI PROSSIMITÀ Negli ultimi anni si è molto parlato della polizia di prossimità, un modello sicurezza moderno e condivisibile che stenta a trasformarsi da slogan in realtà. Le iniziative della polizia di prossimità comprendono sono le denunce via web, il commissariato di PS on-line, le denunce a domicilio e il poliziotto di quartiere. La figura del PdQ, presente anche in altre polizie europee, è una figura moderna con finalità innovative e condivisibili; in Italia è stata introdotta nel 2002 sull onda propagandistica di una campagna elettorale che ha trasformato il progetto in un evento mediatico, svuotandolo dei suoi contenuti. Il PdQ doveva costituire il valore aggiunto di un apparato di prevenzione e sicurezza funzionale ed efficiente, ma una realtà fatta di finanziarie con tagli alle risorse destinate alla sicurezza ha mandato in crisi l intero apparato e creato i presupposti per il fallimento della polizia di prossimità. Avviare un progetto cosi ambizioso in un contesto con evidenti difficoltà organizzative e con la carenza di personale significa creare i presupposti per il suo fallimento. 15

Affidare la riuscita del progetto alla discrezionalità territoriale dei singoli funzionari è stato un grave errore perché in poco tempo i PdQ sono diventati virtuali, presenti sulla carta ma assenti tra la gente perché impiegati in altre attività ritenute prioritarie localmente rispetto alla riuscita del progetto. Oggi il servizio è in evidente difficoltà: personale equipaggiato e formato per questa specifica finalità è quotidianamente distolto dal progetto iniziale e diversamente impiegato per sopperire alle croniche carenze di organico in altre attività e nei crescenti servizi di ordine pubblico. Nel 2008 era stato avviato un ambizioso progetto con gli istituti scolastici per rilanciare l attività di prossimità e restituire un adeguato numero di operatori al loro originario impiego, ma anche questo progetto è nuovamente finito nel nulla, perché il personale continua ad essere impegnato diversamente per sopperire alle varie esigenze. Il SILP dopo aver denunciato più volte l abbandono del progetto di prossimità e la mortificazione degli operatori formati per quell attività ha inaspettatamente trovato un alleato nella Corte dei Conti che, con delibera 10/2009/G del 12 giugno 2009, ha prodotto una relazione sull attuazione del progetto Polizia di prossimità che avvalora quanto rivendicato dal SILP in questi anni: la validità del progetto di prossimità per gli obiettivi che si prefigge; l apprezzamento dei cittadini verso la nuova filosofia di intervento; i risultati raggiunti nelle zone dove ha trovato applicazione che confermano una diminuzione dei fenomeni criminosi e l aumento della percezione di sicurezza; la mancata copertura del progetto con 2000 unità in meno rispetto alle 5900 previste che ne limita l efficacia e disattende le aspettative dei cittadini; Nella capitale sono previste 162 pattuglie giornaliere e un organico di 488 PdQ ma escono mediamente 9 pattuglie; numeri che inesorabilmente testimoniano lo stato fallimentare della prossimità in città. Anche in questa situazione siamo alla presenza di spreco di risorse economiche perché impiegare solo il 10% del personale in forza alla Questura di Roma significa aver inutilmente speso i circa 800.000 euro investiti per equipaggiare e formare i 488 PdQ romani utilizzati per altri tipi di servizi. Il PdQ e la prossimità sono fondamentali per migliorare la percezione di sicurezza dei cittadini e possono svolgere al meglio l attività di prevenzione ad esempio fra le nuove generazioni con la possibilità di interagire all interno delle scuole; basti pensare all importanza di poter affermare la 16

cultura della legalità, l importanza di prevenzione su fenomeni sociali quali il bullismo, la diffusione dei coltelli tra gli adolescenti, il rischio delle dipendenze, i pericoli legati a internet, la violenza sulle donne, il razzismo e come evidenziato dalla cronaca recente l omofobia. Questa moderna tipologia di intervento può essere rilanciata solo attraverso una dipendenza diretta delle pattuglie PdQ dall UPGSP in modo da affidare ad un unica cabina di regia il coordinamento e la pianificazione dell attività complessiva in città, e della realizzazione di progetti mirati in relazione alle aree e alle fasce di popolazione a rischio sicurezza: pensiamo a progetti di prossimità nelle scuole, a favore degli anziani, per il recupero delle aree degradate e per la sicurezza dei parchi. Attraverso la nuova organizzazione e la regia sui progetti nel territorio è possibile coordinare le attività di prossimità attuate dalle altre forze di polizia e vigilare, attraverso la loro partecipazione ai progetti, sui rischi di deriva delle ronde o delle altre forme spontanee di volontariato dei cittadini. SICUREZZA PARTECIPATA Sotto la dicitura di politiche di sicurezza possono essere comprese una serie di prassi di integrazione sociale, di educativa territoriale, di mediazione dei conflitti, di progettazione partecipata che abbiano in comune l obiettivo della realizzazione di una comunità coesa e partecipe alla gestione dei problemi. Un territorio percepito dalla popolazione come insicuro è un ambito dove il senso di appartenenza è in crisi e si frammenta in microcontesti chiusi, dove le identità sono in potenziale conflitto e incapaci a far fronte collettivamente ai problemi. In un ottica di sicurezza partecipata sono fondamentali i vari interventi su di un territorio: dai progetti urbani (rinnovo, costruzione, assetto) alle prassi di mediazione dei conflitti, alle politiche in favore degli adolescenti e di prevenzione della violenza, all integrazione delle risorse del territorio e dei propri abitanti; anticipando e prevenendo l esplosione dei conflitti. In presenza di problematiche, di conflitto, di disagio giovanile, di episodi di criminalità conclamata, occorre inquadrare tali problemi nel contesto territoriale e sociale, ristabilire la comunicazione tra diversi target di popolazione, capire le modalità adatte alla ricostruzione del tessuto sociale e 17

cercare soluzioni condivise creando una rete di soggetti, istituzionali e sociali, per restituire vivibilità e sicurezza nel territorio. Altro aspetto da non sottovalutare è rappresentato dalla percezione della sicurezza e recenti indagini sulle paure dei cittadini dicono che, anche in presenza di statistiche positive sulla criminalità, è spesso diffuso un forte senso di insicurezza, soprattutto nelle classi sociali più svantaggiate, nelle persone socialmente più deboli e in quelle che vivono in contesti urbani degradati o a forte disagio sociale. Un sistema di sicurezza partecipata ispira complessivamente l azione di tutti i soggetti ad una cultura di legalità e è efficace per migliorare la sicurezza reale e percepita, basti pensare al ruolo fondamentale della polizia di prossimità in un delimitato quartiere in grado di diffondere la cultura della legalità nelle scuole o quale cabina di regia di mirati progetti partecipati. Di fondamentale importanza è la creazione di una rete di soggetti e servizi in grado anche di azioni culturali e iniziative concrete per migliorare la vivibilità dei quartieri, rompere l isolamento delle vittime dei reati e recuperare, con l aiuto di operatori e di volontari, l idea di una rete di solidarietà. 18

CONCLUSIONI In conclusione, la realizzazione del progetto risponderebbe innanzitutto ai bisogni dei cittadini, alla crescente richiesta di una maggiore sicurezza e contemporaneamente concorrebbe alla soddisfazione dell interesse collettivo nonché a migliorare la condizione lavorativa degli operatori di polizia. Le proposte avanzate, pur non avendo la pretesa di essere esaustive, possono tuttavia costituire una piattaforma di lavoro perfettibile, integrabile ed adeguabile ad ulteriori aspetti ed esigenze. Ogni adeguamento sarebbe però da valutare sempre in un ottica non emergenziale di gestione della sicurezza, evitando quindi ogni approccio che invaliderebbe l obiettivo ultimo di restituire a Roma una attività di prevenzione e repressione dei reati e servizi burocratici adeguati alle esigenze dei cittadini. 19

POLITICA SINDACALE Le proposte SILP per la CGIL Segreteria Provinciale Via San Vitale 15 Roma Tel. 06/48029178 Fax 06/91272295 www.silpcgilroma.it 20