Il paziente complesso e la nuova sanità d iniziativa. Valentina Barletta ARS Toscana Osservatorio Epidemiologia

Documenti analoghi
I progetti della Regione Toscana sul Paziente Complesso. Paolo Francesconi

Prima e dopo l ospedale conoscere i bisogni sanitari e sociali per assicurare la continuità di cura.

L esperienza in Toscana. Elisa Rinaldini, infermiera care manager

La Sanità d Iniziativa in Toscana ieri, oggi, domani

Cronicità e sanità di iniziativa: risultati 2014

Il report di AFT e CdS

CONFERENCE. Integrated services: organizational healthcare models in the framework of chronic diseases. The Chronic Care Model in Tuscany

BPCO e la Sanità d Iniziativa

Riunione di Zona-Distretto Il portale per le AFT dell ARS a supporto dell audit clinico delle AFT per la gestione delle cronicità

Sanità di iniziativa e gestione del diabete Valentina Barletta ARS Toscana.

Il progetto Sanità d Iniziativa : impatto sugli indicatori di processo

Evoluzione della sanità d iniziativa: lo stato dell arte

Il riordino dell assistenza territoriale: evidenze di efficacia

Proposta della Fimmg E.R. per la gestione della cronicità nella Regione Emilia Romagna

Il portale per le AFT: funzioni, struttura e aggiornamenti del portale

Il riassetto delle Cure Primarie in Toscana

Il report di AFT a supporto della governance delle cure primarie

Gestione delle cronicità: dai PDTA ai piani assistenziali individuali per un assistenza di precisione (Il caso della Sanità d Iniziativa in Toscana)

Un compendio di buone pratiche Cosa manca. ars.toscana.it

Il sistema di reporting per il budget della Medicina Generale.

Aggregazioni Funzionali Territoriali e Sanità d Iniziativa nella cura del diabete. Valentina Barletta Agenzia regionale di sanità della Toscana

Le case della salute


Innovazione ed Integrazione tra Ospedale e Territorio La Tecnologia al servizio della Continuità Assistenziale

Un compendio di buone pratiche Cosa manca. ars.toscana.it

Il PrOTer AFT: aggiornamenti e formazione

U.O. REGIONE SARDENA. Pino Frau Albertina Garau

Progetto per l implementazione di un assistenza sanitaria preventiva a livello locale: la Sanità d iniziativa in Regione Toscana

CASA DELLA SALUTE DI AULLA. Pacchetto Ambulatoriale Complesso e Coordianto. toscana.it

Il progetto di modernizzazione NOA dell Area Vasta Emilia Centro

Il Programma Osservazione Territorio (PrOTer) di Ars Toscana

La Rete Locale di Cure Palliative (RLCP) nel territorio Piacentino

ATTUAZIONE DELLA RIFORMA SANITARIA. Modalità di percorso di presa in carico dei pazienti cronici

Modelli assistenziali dei territori a confronto: la voce dell Emilia-Romagna


I Programmi di Osservazione del Territorio.

Le Case della Salute. Seminario Regionale. cosa abbiamo attivato nel le azioni da mettere in campo nel Clara Curcetti.

I quattro nuovi ospedali: l impatto sulla popolazione

Appropriatezza organizzativa, specialistica e prescrittiva. Fabrizio Ciaralli Direttore Distretto 5-7 ASL Roma2

La centralità ed il ruolo della Direzione Sanitaria Aziendale. D.ssa Daniela Sgroi

Le attività del CCM Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie

Ruolo del Distretto. Approfondimenti e riflessioni. DCA 206/2013 e gli atti di autonomia aziendale. Roma 11 Settembre 2013 Sala Tirreno Regione Lazio

SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Unità Sanitaria Locale di Ferrara

Rete integrata dei servizi per gli anziani nella provincia di Reggio Emilia. Mariella Martini Direttore Generale Azienda USL di Reggio Emilia

Razionale. Casa della Salute. Sostenibilità SSR Appropriatezza organizzativa Equità d accesso alle cure. Potenziamento assistenza territoriale

La valutazione delle politiche in ambito sanitario in Toscana

REGIONE TOSCANA AZIENDA UNITA SANITARIA LOCALE TOSCANA CENTRO Sede Legale Piazza Santa Maria Nuova n Firenze DETERMINA DEL DIRIGENTE

Illustrazione dei contenuti e prospettive future

PROGETTO ESECUTIVO - PROGRAMMA CCM 2015

Tavola Rotonda Come cambierà il management delle patologie croniche nel percorso di evoluzione della Medicina Generale?

La programmazione delle Case della Salute nella Regione Emilia Romagna

4 giugno 2005 ASLMI3 Monza

REGIONE.LAZIO.REGISTRO UFFICIALE.U

I Centri di Assistenza Primaria (CAP) nella Regione Piemonte. e i percorsi per patologia: Il modello di Castellamonte

REGIONE TOSCANA UFFICI REGIONALI GIUNTA REGIONALE

Praticare l integrazione tra le Aziende: suggestioni da un esperienza in corso

Presa in carico dei pazienti cronici: nuovi modelli organizzativi ASST. Umberto Valentini ASST Spedali Civili - Brescia

Piano di prevenzione degli effetti del caldo sulla salute Anno Individuazione dei soggetti fragili da inserire nel percorso di monitoraggio

Prendersi cura nella cronicità: luci ed ombre in Emilia Romagna

RAPPORTO OASI 2010, CERGAS UNIVERSITA BOCCONI. Amelia Compagni e Fabrizio Tediosi MARZO 2011

La sanità d iniziativa nel. Model. Un approccio multidisciplinare e. per combattere le. Saffi Giustini

Le lenti dell equità. Disuguaglianze nell accesso e negli esiti delle cure: l impatto della sanità d iniziativa in Toscana sul percorso del diabete

Esperienze di cure primarie: l innovazione 2.0 nell assistenza territoriale Centro toscano di formazione e ricerca di medicina generale

Casa della Salute di San Secondo

Ricognizione farmacologica presso le Case della Salute

Le Case della Salute in Emilia-Romagna: Flavia Franceschini Fiuggi 24 Settembre 2016

Presentazione del progetto e raggiungimento degli obiettivi.

Il welfare è di casa Incontri di presentazione e ascolto sul decreto Case della Salute e proposta di legge regionale sui servizi sociali

STRATIFICAZIONE DELLA DOMANDA

Progetti Obiettivo di Piano Sanitario Nazionale Accordo Stato Regione del 26/10/2017 CSR/181

Ambulatorio Infermieristico Telemedicina

Piano di prevenzione degli effetti del caldo sulla salute

Casa della Salute La Rosa: cartella clinica integrata. Stefano Moscardini Maria Grazia Buccarello

ALLEGATO A. Attivazione di un gruppo di lavoro per la sperimentazione e attivazione di percorsi

NUOVI ASSETTI TERRITORIALI. Area Sanità e Sociale

Valori assoluti di Incidenza e Prevalenza

COSTITUZIONE DI UN COMITATO SCIENTIFICO E DI UN COMITATO TECNICO (10 U.O./ASL)

L ESPERIENZA DELLA REGIONE VENETO

ASSOCIAZIONISMO EVOLUTO. L esperienza nella ASL Milano 1. Dipartimento Cure Primarie e Continuità Assistenziale

L articolazione della medicina di iniziativa: Legge 23

altresì che il Laboratorio Regionale per la Formazione Sanitaria (FORMAS) possa assicurare tali competenze;

La continuità assistenziale

Il CAP di Castellamonte del Distretto di Cuorgnè (ASL TO4) come modello di gestione della BPCO e di costruzione di PDTA.

IBD Unit: modello multidisciplinare e multiprofessionale in continua evoluzione Daniela Valpiani GASTROENTEROLOGIA ed ENDOSCOPIA FORLI

!!!"#"$%& '($"&)*# $!" #$! #!# #%

La situazione delle Cure Palliative in Toscana. Francesca Collini Agenzia Regionale di Sanità della Toscana

La gestione dei tempi di attesa: la presa in carico del paziente è una soluzione?

Esempi di gestione della cronicità nell Azienda USL di Parma

PRP Prevenzione e riduzione delle recidive dello Scompenso Cardiaco Cronico (SCC) secondario a patologie cronico-degenerative

* INTESA TRA AZIENDA USL DI BOLOGNA E LE RAPPRESENTANZE SINDACALI DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE per gli anni

CCM: la valutazione dell efficacia degli interventi sanitari e socio- sanitari sul territorio.

Le prospettive di sviluppo dell Assistenza sul territorio: l assistenza d iniziativa e il Case Management Fabia Franchi

Il PDTA Clinico - Assistenziale Paziente Diabetico. V i n c e n z o O r s a t t i R o s a Borgia P a s q u a l e F a l a s c a A s l 2 Abruzzo

La programmazione delle Case della Salute nel Distretto Sud Est

Dalla riorganizzazione della rete locale di cure palliative all'accreditamento. Esperienza della Regione Emilia Romagna

Presa in carico del paziente cronico

La Geriatria: punto di incontro tra territorio e ospedale nella gestione della fragilità e della complessità di cura

U.T.A.P. VALLE DEL CHIAMPO 1/11/2007

CRESCERE e MIGLIORARE insieme

U.C.C.P. San Giorgio del Sannio: presentazione primi dati di attività

Transcript:

Il paziente complesso e la nuova sanità d iniziativa Valentina Barletta ARS Toscana Osservatorio Epidemiologia

La nuova sanità di iniziativa in Toscana e il progetto del Centro per il Controllo delle Malattie del Ministero sul paziente complesso

DGR 650/2016 Sanità d Iniziativa Indirizzi per l implementazione del nuovo modello Il target A: assistiti complessi, ovvero a più alto rischio di ricoveri ripetuti per condizioni croniche effettivamente ancora suscettibili di cure territoriali Pazienti complessi identificati dall ARS utilizzando dati correnti del Sistema Informativo Sanitario Regionale sulla base di criteri ex ante, elenco revisionato dai MMG - 3% degli assistiti

Azioni fondamentali previste Identificazione di team multidisciplinari: MMG, infermiere, operatori sociosanitari, specialisti ambulatoriali e ospedalieri Trasmissione liste pazienti complessi: ARS ASL AFT Restituzione liste consolidate AFT ASL ARS Presa in carico dei pazienti secondo le indicazioni della Commissione Permanente per la Sanità d Iniziativa (CSR), anche usufruendo delle agende dedicate per l assistenza specialistica (DGR 694/2014 Ridefinizione modalità di accesso offerta clinico-diagnostica)

Soggetti e ruoli MMG partendo dal bisogno, struttureranno i PAI e i percorsi con la partecipazione degli infermieri e delle componenti aziendali coinvolte. Nell ambito dei percorsi dedicati alla cronicità, tramite l organizzazione delle AFT di medicina generale e le risorse messe a disposizione nel team, provvede alla prenotazione delle agende di follow-up, nonché al contatto con lo specialista di riferimento in caso di necessità di consulenza telefonica Il coordinatore di AFT coordina l applicazione del modello all interno dell AFT, assicura la raccolta dati di monitoraggio e la trasmette all azienda, cura gli audit periodici Medici specialisti parteciperanno alla definizione dei PAI e garantiranno l assistenza specialistica agli arruolati secondo i percorsi previsti Infermieri operando prevalentemente al domicilio dei pazienti e delle loro famiglie; aiutando le persone nel processo di adattamento e autogestione delle malattie croniche; contribuendo all accesso ai servizi territoriali di cure primarie, al collegamento con i vari soggetti e le varie risorse della comunità; contribuendo a garantire la continuità assistenziale

Organizzazione dei rapporti strutturati fra dipartimenti specialistici ospedalieri cure primarie Le interconnessioni fra ospedale (specialistica) e territorio (MMG) sono cruciali per il funzionamento del sistema di cure del paziente cronico. Si prevedono i seguenti sistemi di coordinamento: a) Ciascuna AFT è in rapporto con figure specialistiche, con una relazione di tipo funzionale, orientata a strutturare una rete clinica integrata territoriale. Alle AFT sono assicurati specialisti di riferimento, talora proiettati nelle sedi territoriali (non solo Case della Salute/UCCP), con i quali saranno instaurati dei preordinati percorsi diagnostico terapeutici. Tali modalità di collaborazione ed integrazione sono in coerenza con la finalità di spostare la logica dell intervento sanitario dalle mere prestazioni alla cura del paziente, all interno di un percorso condiviso, superando il concetto prestazionale che prevedeva l'erogazione di esami strumentali singoli isolati ad accesso dal CUP.

b) Day Service Multidisciplinare e diagnostico Costituisce un sistema complesso di interfaccia con il territorio. Ogni struttura ospedaliera dovrà attivare i Day Service multidisciplinari necessari a garantire, anche nell'ambito delle risposte di primo livello, i PACC (percorsi ambulatoriali complessi e coordinati) costruiti non come un elenco di prestazioni ma come un algoritmo diagnostico preordinato. Le possibilità di azione del Day Service sono: presa in carico su indicazione MMG; pacchetti diagnostici a gestione diretta MMG; visita specialistica integrata e rinvio al MMG; sistema di fast track per l urgenze differibili.

La nuova sanità d iniziativa e il progetto CCM L applicazione in tal senso della sanità d iniziativa costituisce oggetto di studio nell ambito del progetto CCM 2015 Il progetto si propone infatti di supportare e valutare in modo comparativo modelli proattivi e coordinati di presa in carico dei pazienti complessi, affetti da multimorbidità, sia per quanto riguarda la loro identificazione che la loro presa in carico. La Commissione Permanente fornirà indicazioni sulle modalità più idonee di gestione del paziente complesso, ivi incluse le componenti minime di un piano assistenziale individualizzato, tenendo conto delle acquisizioni che potranno derivare dall attuazione del progetto CCM 2015 Il progetto funge pertanto da pilota per gli interventi previsti nell'ambito delle azioni della sanità d'iniziativa sul paziente complesso in Toscana. I MMG che parteciperanno al progetto sulla "gestione del paziente complesso" saranno parte dei MMG che aderiranno alla nuova Sanità d'iniziativa.

Progetto Esecutivo Programma CCM 2015 Malattie croniche: supporto e valutazione comparativa di interventi per l identificazione proattiva e la presa in carico del paziente complesso finalizzati alla prevenzione dei ricoveri ripetuti ENTE RESPONSABILE DELL ESECUZIONE: Regione Toscana REGIONI ED ENTI COINVOLTI: Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Sardegna, Age.Na.S DURATA PROGETTO: 24 mesi ENTE ESECUTORE: Agenzia Regionale di Sanità della Toscana COORDINATORE SCIENTIFICO DEL PROGETTO: Paolo Francesconi

OBIETTIVO GENERALE: Supporto all attivazione e valutazione comparativa di interventi per l identificazione proattiva e la presa in carico a livello territoriale del paziente complesso

OS 1: individuare le indicazioni evidence based sui modelli predittivi di identificazione dei pazienti ad alto rischio di eventi avversi e sui percorsi di cura per pattern di complessità OS 2: validare alcuni algoritmi per l identificazione dei pazienti complessi OS 3: definire un set di contenuti minimi di un Piano Assistenziale Personalizzato (PAP) per pazienti complessi OS 4: identificare e sperimentare l utilizzo di una o più piattaforme informatiche per la gestione integrata del paziente complesso da parte dei medici di medicina generale, del care manager e degli specialisti di riferimento OS 5: supportare l identificazione pro-attiva dei pazienti complessi (tramite gli algoritmi validati) e la definizione e l attuazione di Piani Assistenziali Personalizzati (PAP) da parte di team multidisciplinari: almeno una ASL, 20 MMG e 400 PAP per Regione OS 6: descrivere gli interventi attivati e valutarne l impatto in termini di volumi di prestazioni erogate, accessi al pronto soccorso e ricoveri in ospedale, confrontando i pazienti arruolati con pazienti con le stesse caratteristiche di complessità ma assistiti secondo l usual care OS 7: produzione di report contenenti proposte operative

Un progetto pilota in ogni ASL della Toscana: Almeno sette MMG, associati in una o più medicine di gruppo, già aderenti alla sanità d iniziativa, parteciperanno al progetto Un unità di personale infermieristico con compiti di care management farà parte del team 51 MMG coinvolti Si identificheranno degli specialisti di riferimento 461 pazienti complessi arruolati Si svolgerà una giornata di formazione con i professionisti Si trasmetteranno ai MMG le liste di pazienti ad alta complessità gestionale I MMG selezioneranno tra i propri assistiti, facendo particolare riferimento alla lista di pazienti ricevuta, almeno 20 pazienti ad alta complessità gestionale e li prenderanno in carico attraverso la predisposizione e l attuazione di un Piano Assistenziale Individuale, in collaborazione con gli specialisti di riferimento, l infermiere assegnato ed un medico di comunità

I team selezionati Già moduli della sanità d iniziativa con infermiere assegnato Partecipazione dei mmg al momento su base volontaria Esistenza di una rete clinica integrata (territoriale, basata sul day-service, ) tra MMG e specialisti di riferimento potenzialmente in grado di prendere in carico il paziente complesso in modo coordinato

Elementi essenziali di un modello di care management Identificazione dei casi, assessment del soggetto, pianificazione, implementazione, coordinamento, monitoraggio, valutazione. Al fine di prevenzione della frammentazione nell utilizzo dei servizi (Berdes, 1996; Mick & Ackerman, 2002).

Elementi essenziali del nostro modello Identificazione pro-attiva dei pazienti complessi Strutturazione della loro presa in carico da parte di un team multidisciplinare (MMG, infermiere, specialisti di riferimento, medico di comunità) attraverso: Valutazione multidimensionale Pianificazione dell assistenza: predisposizione PAI Erogazione assistenza pianificata: attuazione PAI Presenza di un infermiere che assuma compiti di care management attraverso: Tutoraggio dell assistito e facilitazione attuazione del PAI Verifica attuazione PAI

Definizione ed identificazione del paziente complesso

Il paziente complesso Paziente con (multi)morbosità cronica Ad alta complessità gestionale per la necessità di assistenza multispecialistica Ad alto rischio di accessi al pronto soccorso / ricoveri urgenti in area medica

Definizione più descrittiva Un assistito, non istituzionalizzato, ad alto rischio di accessi ripetuti al Pronto Soccorso (esclusi codici bianchi e traumi) e/o di ricoveri ripetuti in Ospedale (regime ordinario, area medica) per una o più condizioni croniche suscettibili di cure territoriali Per condizione cronica suscettibile di cure territoriali, si intende una condizione la cui gestione può essere migliorata con la presa in carico da parte di un team multiprofessionale e multidisciplinare (medico di medicina generale, infermiere, specialisti) in ambito territoriale secondo un Piano Assistenziale Individuale.

CRITERIO 1 L algoritmo di identificazione dei casi Caso conosciuto (Ma.Cro) di diabete, cardiopatia ischemica, BPCO, scompenso cardiaco, insufficienza renale, pregresso ictus, demenza, parkinson. O Storia recente di ricoveri per cause suggestive di malattie croniche E CRITERIO 2 Numero uguale o superiore al 95 percentile nell ultimo anno di almeno uno tra: farmaci totali / diversi erogati (ATC5); visite specialistiche totali / diverse erogate; esami di diagnostica strumentale o per immagini totali / diversi erogati; esami di laboratorio totali / diversi erogati; E CRITERIO 3 Almeno un ricovero ordinario urgente in area medica o un accesso in PS, escluso codici bianchi/traumi;

Analisi descrittiva dei casi complessi Figura 1. Diagramma di Venn dei criteri utilizzati 92.454 complessi al 1.7.2016 mediamente 34 casi complessi per MMG (3% degli assistiti). Dove: arruolato1crit una malattia cronica o ACC arruolato2crit consumi totali o consumi di prestazioni diverse arruolato3crit almeno un ricovero o accesso al pronto soccorso

Pazienti complessi per MMG Percentili Numero Ogni 1.000 assistiti 16+ 5 6 14 25 25 23 Mediana 34 29 Media 34 30 75 45 36 95 60 49

Soglie dei criteri dei consumi: Visite specialistiche diverse: >3 Esami di laboratorio diversi: >27 ATC diversi: >14 Esami di diagnostica diversi >6 Totale visite specialistiche >4 Totale esami di laboratorio >50 Totale ricette farmaci >58 Totale esami di diagnostica >8

Distribuzione per età e genere dei casi complessi. Classe d età M F Totale N % N % N % 60-74 19.729 40,9 15.159 31,2 34.888 36,0 75-84 19.991 41,4 19.540 40,2 39.531 40,8 85+ 8.546 17,7 13.856 28,6 22.402 23,2 Totale 48.266 100,0 48.555 100,0 96.821 100,0

Prevalenza grandi gruppi (ACC o MaCro) ACC Cardiologici (cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco) N % 55.121 56,9 Diabete 37.242 38,5 Respiratori (BPCO) 37.062 38,3 Renali (insufficienza renale) 20.401 21,1 Neurologici (demenza, parkinson) 13.622 14,1 CerebroVascolari (ictus) 12.373 12,8 Cancro 4.572 4,7 Gastrointestinali 1.413 1,5

La multi-morbosità Venn Diagram N = 92454 (56 %) cardio 6948 8 % 14573 16 % 6780 7 % 9387 10 % respiratorie (39 %) 2586 3 % 10538 11 % 5064 5 % 3892 4 % 3416 4 % 9075 10 % altro (44 %) 3586 4 % 1444 2 % 3920 4 % 4839 5 % 6406 7 % diabete (38 %) (0 %) 30 Sep 2016 % of total File: P:\osservatori\epidemiologia\francesco_profili\Paziente_complesso\coorte

Paziente complesso Paziente con bisogni socio-sanitari complessi Venn Diagram N = 2995613 Pazienti complessi Prevalentemente anziani (65-84enni) complesso (3 %) 86522 3 % 4751 0 % 2888224 (96 %) 16116 1 % PUAUVM (1 %) Pazienti presi in carico PUA-UVM Prevalentemente grandi anziani (ultra85enni) 30 May 2016 % of total File: P:\osservatori\epidemiologia\francesco_profili\Paziente_complesso\coorte

CLAS SE ETA' N. pz complessi sottoposti a UVM N. pz complessi in Rsa 2016 N. pazienti compless i Macro % pz complessi sottoposti a UVM % pz complessi in Rsa 60-64 89 17 7.705 1,16 0,22 65-69 255 38 12.525 2,04 0,30 70-74 382 74 14.449 2,64 0,51 75-79 786 141 20.020 3,93 0,70 80-84 1208 250 19.847 6,09 1,26 85+ 2046 401 23.591 8,67 1,70 Totale 4.766 921 98.137 4,86 0,94

Tasso per mille Predittività decesso e ospedalizzazione (area medica, regime ordinario) 500 450 400 350 300 250 200 Complessi Non complessi 150 100 50 0 Tasso Osp Tasso Mort IRR: 5,9 HR: 4

Grazie per l attenzione! valentina.barletta@ars.toscana.it www.ars.toscana.it