Giù dall auto. Quest anno la crisi economica. primo piano XVII rapporto ACI-Censis 2



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XVII rapporto ACI-Censis 2 di Sergio Cuti Giù dall auto TREDICI ITALIANI SU 100 HANNO SOSTITUITO LA MACCHINA CON ALTRI MEZZI DI TRASPORTO. IN TESTA LE DONNE, IN CODA CHI ABITA AL SUD. SEMPRE PIÙ NUMEROSI QUELLI CHE SCELGONO LA BICICLETTA O VANNO A PIEDI. COLPA DEL CARO BENZINA, MA CI HA MESSO LO ZAMPINO ANCHE LA COMPATIBILITÀ SOCIALE. CALA LA SPESA PER I CARBURANTI E CRESCE L INTERESSE PER LE POLIZZE A TEMPO Quest anno la crisi economica è costata 50 chilometri in meno al mese (600 all anno) a ogni italiano. Ma se la congiuntura ha costretto i nostri connazionali a ridurre l uso della vettura rispetto agli anni scorsi, ha invece spinto 13 automobilisti su 100 a dipendere meno dall auto. E a sostituirla con altri mezzi di trasporto, fra i quali la bicicletta, che ha superato nelle preferenze lo 12 scooter. È successo questo: quando, un anno fa circa, il costo della benzina arrivò a 1,5 euro, su 100 patentati intervistati da ACI-Censis emerse che 79 non avevano ridotto l uso della macchina; ma 21 sì. Di questi 21, quando il prezzo del carburante è poi diminuito attestandosi sugli 1,15 euro, otto sono tornati alle vecchie abitudini; mentre 13 hanno continuato ad essere meno auto-dipendenti. La domanda è, quindi, d obbligo: perché 13 automobilisti su 100 hanno assunto un atteggiamento diverso nei confronti della mobilità rispetto a 12 mesi fa? Di sicuro, l incertezza sul presente e sul futuro dell economia ha incentivato la spinta a consumare meno. Perché, al di là dell impoverimento reale o solo percepito, gli italiani hanno ridotto gli acquisti o pensano comunque di ridurli, secondo le ultime rilevazioni di mercato. Ma non si tratta solo di riduzione dei consumi. La crisi sta cambiando le abitudini. Quello che avanza è il societing, un neologismo inventato e utilizzato recentemente dagli opinion maker. Che vuol dire? Significa che un concetto come quello della compatibilità sociale non è più relegato nei recinti del massimalismo ecologista, del radicalismo snob

o delle mode ideologiche. Ma sta facendo presa in gruppi sociali piuttosto numerosi. Che oggi preferiscono il biologico, sono attenti alla raccolta differenziata, chiedono la riduzione delle confezioni dei prodotti per diminuire i rifiuti, sono consapevoli dei problemi ambientali, comprano lampadine a basso consumo energetico, utilizzano il fotovoltaico. Che cosa è successo, insomma? Che alla FOTO AGENZIA MARKA società dell immagine si sta sostituendo la società della responsabilità. È evidente che queste trasformazioni economiche e culturali, ancora lente ma costanti, stanno modificando anche gli stili di consumo della mobilità da parte degli automobilisti. L auto non è più un oggetto da mostrare, ma da usare. Senza sprechi. Si avverte anche un minore contrasto ideologico da parte di chi guida l auto in città nei confronti delle limitazioni al traffico. E un interesse crescente agli incentivi in chiave antinquinamento: infatti alla domanda su quale potrebbe essere la tua prossima auto, il 14,3% degli intervistati si orienta su vetture alimentate a gpl; il 13,7% si indirizza verso quelle che funzionano a metano; il 3,8% acquisterebbe un ibrida e l 1,2% un elettrica. Gli esperti di marketing, inoltre, sostengono che gli italiani, in tempi di crisi, non vogliono tanto spendere meno: quanto spendere meglio. Vero o falso? Il fatto è che, almeno sul versante assicurativo, si fa sempre più strada il pay per use (pagare in base all utilizzo), come dimostra la forte attenzione verso le polizze a chilometro, considerate interessanti e utili da oltre il 52,2% degli intervistati. Ma come succede in tutte le trasformazioni, che potrebbero diventare epocali, la fase iniziale è densa di contraddizioni. Anche per gli automobilisti. Quel che conta, però, sono i trend. I quali ci avvertono verso quale mobilità ci stiamo indirizzando, quali sono i comportamenti che iniziano ad essere condivisi, che tipo di opportunità possono essere offerte affinché i propositi virtuosi di oggi possano diventare un abitudine sedimentata domani. Più vetture in garage È un primato solido, stabile, radicato: la vettura è il mezzo preferito dagli italiani per spostarsi (il 91,1% la pensa così). Una maggioranza bulgara. Un plebiscito. Una standing ovation. Eppure, soprattutto a causa della crisi, e dovendo quindi fare di necessità virtù, si tende a utilizzare meno la macchina. O a farne un uso più consapevole. FOTO AGENZIA CONTRASTO 13 NOVEMBRE 2009 AUTOMOBILE

XVII rapporto ACI/Censis 2 Lo testimoniano i numeri: rispetto a due anni fa, gli automobilisti hanno percorso meno chilometri (da 16.300 nel 2007 a 15.700 nel 2009, con un calo del 3,7%), si sono mossi con il proprio mezzo per meno giorni (4,9 anzichè 5,3), hanno ridotto in modo consistente il numero degli spostamenti giornalieri inferiori a un chilometro (0,2 contro 0,6). E ancora, c è stato un leggero calo anche nel numero degli spostamenti durante i giorni festivi (2 contro 2,2): il fenomeno delle classiche gite fuori porta in auto nei weekend sta diventando un po meno di massa. Ma ecco una delle tante contraddizioni di cui si diceva sopra: sia pur di poco, è cresciuto il numero dei trasferimenti in auto nei giorni feriali (3,4 rispetto a 3,3). Si consuma meno Che gli italiani in genere utilizzino meno l auto, lo si ricava da un dato inoppugnabile: la spesa per il carburante. Meno chilometri percorsi significa minori consumi. Matematico. La benzina, da gennaio a giugno 2009, ha avuto una flessione del 4,8% (-260 mila tonnellate), il gasolio del 5,7% (-747 mila tonnellate). In totale, il calo dei due carburanti è stato del 5,4% (-1.007.000 tonnellate). Meno si consuma e meno si spende. I costi per il carburante in Italia, infatti, sono diminuiti del 5,2%. Ma c è stata una riduzione anche di soldi versati per l assicurazione: -7,3%. Il motivo? Si presume che di fronte a un offerta più ampia e personalizzata delle tariffe, gli italiani abbiano scelto quelle più convenienti. E per quanto riguarda le varie proposte assicurative, il 52,2% degli automobilisti si è dichiarato molto o abbastanza interessato alle polizze a consumo ( pay per use, cfr. tabella pag. 16). Ma anche a quelle online. Il che dimostra quanto l italiano sia diventato attento al prezzo, che è ormai il vero protagonista del mercato. Un prezzo che deve essere percepito come equo. Per esempio, quello della benzina è giudicato eccessivo e di molto superiore al giusto dal 64% degli intervistati; quello dell assicurazione è considerato smisurato dal 57,3% di chi ha risposto al sondaggio. Seguono nella casistica dei costi valutati esorbitanti, ma notevolmente distanziati dai primi due, i prezzi per l acquisto dell auto (15,4%), per il bollo (14,5%), per la riparazione/manutenzione (14%), per i pedaggi autostradali (7,7%), per il posteggio a ore (5,8%) e per il garage (4,6%). A proposito di parcheggio, i costi sono aumentati del 50%: e questa spesa vale sia per l affitto di un posto in garage che per lasciare la vettura in un parking a tariffa oraria. Ma anche l esborso per le multe è cresciuto. Ha avuto un incremento del 57%: da 57 a 90 euro. Sia nell uno che nell altro caso, c è un unica spiegazione: gli enti pubblici da una parte hanno esteso il numero degli stalli per la sosta a pagamento, dall altro hanno ampliato i controlli. E quindi maggiori sono state le contravvenzioni per sosta vietata o per eccesso di velocità. Risparmio sì, ma poco In crescita, rispetto al 2007, sono stati anche i costi relativi alla manutenzione, sia quella ordinaria che straordinaria. Insomma, nonostante si consumi meno e nonostante le polizze assicurative anche per la forte concorrenza siano meno care, a tirare le somme non c è da stare allegri. I costi complessivi di gestione dell auto, che ammontavano a 3.339 euro annui nel 2007, sono scesi solo a 3.306 euro di quest anno. Con un calo di poco meno di un punto percentuale (0,9%). E se ripartiamo la spesa annua per i giorni di utilizzo dell auto e per i chilometri percorsi, arriviamo a un costo giornaliero di 13 euro: addirittura in leggero rialzo rispetto al 2007 (12,3 euro), e a un costo chilometro identico a quello di due anni fa (0,21 euro). Ci vuole un alternativa Se la vettura è meno usata, come si spostano gli italiani? Salgono di più sui mezzi pubblici per muoversi in città e sulle strade extraurbane. In città l incremento di utilizzo è stato del +7,9% rispetto al 2007, sulle strade extraurbane del +8,2%. È in aumento anche il numero di chi inforca una bicicletta (+8,1%) o viaggia in sella a una moto o a uno scooter (+9,6%). Infine sempre più gente (+4,2%) si infila nell auto dell amico o del collega per andare al lavoro o a divertirsi, lasciando la vettura in garage: un comportamento virtuoso che in termine tecnico si chiama condivisione dell auto, traduzione non letteraria dall inglese car pooling. Se, infatti, si leggono le risposte al sondaggio, ecco quali sono i mezzi alternativi all auto usati per fronteggiare un prezzo della benzina proibitivo per molte tasche (cfr. grafico pag. 16): il 41,2% ha preso i mezzi pubblici; il 34,3% è andato a piedi; mentre un 16,3% ha scelto la bicicletta. Pedalare, quindi, per molti è meglio che guidare una moto o uno scooter (mezzi preferiti dal 15,7%). Infine il car pooling è stata l opzione scelta dal 13,1%. 89,1 90,0 91,1 MEZZO DI TRASPORTO UTILIZZATO PER GLI SPOSTAMENTI RICORRENTI 18,9 25,4 33,3 27,3 36,2 32,0 32,5 25,7 29,9 2006 17,7 14,9 24,5 2007 12,0 13,9 22,1 2009 17,8 13,7 21,8 Auto (come conducente) Bus/treno/ metro urbani A piedi Auto (come passeggero) Moto/ scooter Bus/treno extraurbani Bici Nell uso quotidiano, l automobile resta la più gettonata. Anche se cresce l uso dei mezzi pubblici. Centauri e ciclisti rimangono uno zoccolo duro. 14

FOTO AGENZIA MARKA Il Comune di Roma e quello di Milano hanno organizzato un servizio di noleggio biciclette. Notevole il successo dell iniziativa. MOTIVI DEL NON UTILIZZO DEI MEZZI PUBBLICI PER GLI SPOSTAMENTI RICORRENTI ANNI 2006, 2007, 2009* (VAL.%)** MOTIVO 2006 2007 2009 Comfort di viaggio scarsi 39,7 20,7 32,8 Non esiste un collegamento diretto e le coincidenze non sono buone 35,0 34,9 29,7 Collegamenti saltuari/poco frequenti 34,6 21,7 25,9 Fermata distante dall abitazione o sede di lavoro/studio 10,7 23,7 16,3 Orario di lavoro diverso 27,3 17,5 12,6 Non economicità dell alternativa 7,5 8,0 7,9 ** IL TOTALE NON È UGUALE A 100 PERCHÉ ERANO POSSIBILI PIÙ RISPOSTE INIZIATIVE CHE POTREBBERO INDURRE A UN USO PIÙ FREQUENTE DEI MEZZI PUBBLICI SECONDO IL SESSO (ANNO 2009* VAL.%) INIZIATIVA MASCHI FEMMINE TOTALE Nessuna iniziativa 47,9 44,6 46,3 Corse più frequenti 29,0 29,6 29,3 Maggior numero di parcheggi di scambio auto/mezzo pubblico 10,1 10,4 10,3 Diverso orario dei mezzi pubblici di trasporto 7,1 9,6 8,2 Contributi su biglietti e/o abbonamenti 4,7 3,8 4,3 Altro 1,2 2,0 1,6 Totale 100 100 100 SPESA ANNUALE PER L AUTO 2009* E 2007 (IN EURO) 2009 2007 Carburante 1.525,0 1.608,0 Parcheggio (garage + parcheggio a ore) 287,00 186,00 Autostrade 197,00 177,00 Multe 90,00 57,00 Bollo 183,00 206,00 Assicurazione 728,00 785,00 Manutenzione ordinaria 168,00 160,00 Manutenzione straordinaria 69,00 64,00 Danni non rimborsabili 15,00 20,00 Altro 44,00 76,00 Totale 3.306,00 3.339,00 15 NOVEMBRE 2009 AUTOMOBILE

XVII rapporto ACI-Censis 2 UTILITÀ DELLE ASSICURAZIONI A CONSUMO (VAL.%) GIUDIZIO 2009 Molto 21,3 Abbastanza 30,9 Poco 18,4 Per nulla 10,3 Non so 19,1 Totale 100,0 FOTO AGENZIA MARKA Le donne più avanti Bus, tram, metro, bici, moto, scooter, andare a piedi: sono tutte le seconde scelte di fronte al rincaro dei carburanti. Ed è soprattutto il mondo femminile che non si è lasciato demoralizzare e ha affrontato l emergenza con maggiore determinazione. A optare per i mezzi pubblici, infatti, sono state soprattutto le donne (44,7% contro il 37,8% degli uomini), seguite dai giovani (46,2%) quelli che devono sopravvivere con la paghetta e dagli over 45 (44,3%) i quali, con ogni probabilità, sono più interessati dei trentenni alla difesa dell ambiente. E sono sempre le donne in testa anche alla classifica di chi preferisce andare a piedi (36,7% rispetto al 32,1% degli uomini); al secondo posto, stavolta, troviamo gli over 45: 38,3%, più della media nazionale ferma al 34,3%. Camminare, dopo una certa età, fa bene alla salute. Nord in bici, Sud a piedi Sempre in alternativa all auto, si pedala soprattutto nel Nordovest (37,2%) e nel Nordest (16,4%). Chi abita al Centro preferisce usare i mezzi pubblici (51,2%). Al Sud, invece, si va a piedi (40,8%): sono pochi, infatti, quelli che salgono in sella a una bici (5,4%) anche per la carenza di piste ciclabili o la scarsa abitudine a utilizzarle o, ancora, perché ci sono città, come Napoli per esempio, dove i dislivelli di altitudine sono notevoli. Ed è ancora nel Mezzogiorno la percentuale più bassa (34,6%) di chi viaggia su bus e metro, forse perché maggiore che nel resto d Italia è la sfiducia nei confronti del servizio pubblico. Oltre che andare a piedi, inoltre, chi abi- 16 ta al Sud non rinuncia all auto; piuttosto la condivide, a turno, con altri (18,5% contro una media nazionale del 13,1%) e, infine, antepone alla bici l uso di moto e scooter (18,5%, mentre la media nazionale si attesta sul 15,7%). Il bus che vorrei... È vero: sempre più italiani salgono sui mezzi pubblici dentro e fuori dalle città. Anche perché la crisi picchia duro e la benzina costa troppo. Sarebbe proprio questo il momento più favorevole, quindi, per migliorare al massimo il servizio offerto, con l obiettivo di non perdere domani i clienti acquisiti, e di trasformare un fenomeno congiunturale in un dato strutturale. Un occasione da sfruttare, insomma. Oggi, però, questo traguardo prima di incentivazione (e poi di fidelizzazione) all uso di bus, tram, metro, treni, è ancora lontano. È in crescita, infatti, il numero di chi si rifiuta di salire su questi mezzi (46,3%, +2,3% rispetto al 2007). E chi se ne serve lo fa esclusivamente per necessità. Quali sono le cause del disinteresse? Molte. In testa il comfort scadente (32,8% degli intervistati), a seguire l assenza di collegamenti diretti o, in alternativa, di coincidenze efficaci (29,7%). Che, se ci sono, restano saltuarie e poco frequenti (25,9%). 41,2 Mezzi pubblici Bus, treni e tram: ognuno va per la sua strada, scoordinati fra loro. Queste sono le ragioni principali del mancato feeling fra gli italiani e i mezzi pubblici. Certo, poi ognuno ha le proprie esigenze non soddisfatte: c è chi preferisce non salirci perché le fermate sono distanti dall abitazione, dalla fabbrica, dall ufficio o dalla scuola (16,3%), o perché gli orari di lavoro non coincidono con gli arrivi e le partenze del trasporto pubblico locale (12,6%). E c è perfino chi (7,9%) non li trova abbastanza economici rispetto all automobile. Come è possibile conquistare, invece, l interesse degli italiani nei confronti di questi mezzi? Gli intervistati lo dicono chiaramente: le corse devono essere più frequenti (29,3%), e servono più parcheggi di scambio (10,3%) soprattutto nelle principali aree metropolitane. C è poi un 4,3% che potrebbe lasciarsi tentare se ci fossero promozioni (sconti e contributi) sui biglietti e sugli abbonamenti. CHE COSA SI SCEGLIE AL POSTO DELL AUTO 34,3 La metropolitana di Napoli. Nelle regioni del Sud si registra la percentuale più bassa nell utilizzo dei mezzi pubblici (34,6%). 16,3 15,7 A piedi Bicicletta Moto/ scooter 13,1 Condivisione dell auto A optare per i mezzi pubblici sono soprattutto le donne (44,7% contro il 37,8% degli uomini). Per la prima volta, la bici ha superato nelle preferenze le moto.