PREVENZIONE POSSIBILE GIA DURANTE GLI INTERVENTI DI PRE ADOZIONE



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PREVENZIONE POSSIBILE GIA DURANTE GLI INTERVENTI DI PRE ADOZIONE Dr.ssa Cristina Paiocchi Psicologa Psicoterapeuta PREMESSA Tutte le coppie che si avvicinano al mondo dell adozione presentano delle caratteristiche specifiche che le rende sia particolarmente ricettive rispetto al tema della genitorialità, sia particolarmente vulnerabili. Intanto queste coppie sono sterili, per cui l adozione è per loro una nuova possibilità di diventare genitori, dopo che la speranza era ormai persa: la condizione in cui si trovano le coppie all inizio del percorso, quindi, le porta ad essere molto aperte e desiderose di diventare genitori. La scoperta dell impossibilità a procreare, infatti, rappresenta spesso un momento drammatico nella vita di una coppia, che causa una profonda sofferenza, e può rappresentare talvolta uno dei momenti più difficili nella vita di un individuo. Essa viene vissuta come un vero e proprio lutto. Scoprendo di non poter avere figli, infatti, non si perde solo la propria capacità generativa, ma si scopre di dover rinunciare a quel figlio immaginario, che esiste in maniera inconsapevole nelle fantasie inconsce. In questo senso la scoperta della propria infertilità si costituisce come un vero e proprio lutto, perché è la perdita concreta di un bambino, ancora non nato, ma ben presente dentro ciascuno di noi. Non esiste, però, solo la fecondità fisica, ma anche la fecondità psicologica ed emotiva dalla quale deriva la capacità di educare i figli e di sviluppare un progetto di vita. Pensare all adozione, tenendo presente l esistenza di questo tipo di fecondità, porta la coppia a sentirsi nuovamente in grado di essere genitori, di mettere in atto un progetto d amore che apre ad una dimensione relazionale non solo duale, ma di comunione, di apertura, di accoglienza. Se da un lato le coppie che vogliono adottare sono ricettive, dall altro tendono ad essere poco capaci di vedere la realtà adottiva come anche difficile e da non sottovalutare. Il bambino immaginato è sempre molto diverso dal bambino reale, ancor più nel caso dei bambini adottati che sono traumatizzati, abbandonati, sofferenti.

I genitori in generale immaginano come sarà il figlio in arrivo, sia fisicamente che caratterialmente, e quest immagine si basa soprattutto sulle caratteristiche somatiche e sul temperamento dei familiari. I genitori adottivi costruiscono un immagine del loro futuro figlio meno rassicurante e molto vaga rispetto agli altri. Per loro è molto più difficile fantasticare, perché non sanno nulla del bambino che adotteranno. Quando immaginano, le coppie adottive, pensano spesso ad un bambino neonato o almeno in età pre-scolare. Inoltre, molto spesso, nelle coppie è forte il bisogno di vedere il futuro figlio come un bambino senza passato, da plasmare e indirizzare, negando l impatto che anche solo l abbandono ha su un bambino piccolo. Il bambino reale e quello immaginato, quindi, verranno continuamente messi a confronto e, a volte, questo confronto andrà a discapito del primo. Se il bambino reale non riesce a soddisfare i bisogni dei genitori, perché non corrisponde all immagine che essi si erano fatti di lui, sarà molto difficile per loro accettarlo e dargli spazio, non solo nella loro vita, ma soprattutto nel loro cuore. La maggior parte delle coppie adottive, quindi, soprattutto all inizio del percorso, sottovalutano i vissuti dei bambini adottabili e non si rendono conto di cosa significa dover diventare un caregiving terapeutico : questo minimizzare gli aspetti caratteristici dei bambini e della relazione adottiva, può essere uno dei fattori di fallimento dell adozione. Per questo è fondamentale cominciare a fare prevenzione già dagli incontri di pre idoneità. LA TESTIMONIANZA A DOMICILIO Sia le Asl, sia gli Enti di Adozione Internazionale, propongono una formazione che ha lo scopo di preparare i futuri genitori adottivi ad affrontare la quotidianità nel momento in cui nasce la nuova famiglia. Questa formazione consiste nel partecipare a gruppi o a serate che trattano dei vissuti dei bambini, delle loro storie, dei comportamenti, dei genitori biologici e le origini. Sicuramente tutti gli operatori danno un quadro completo, ed abbastanza chiaro, di ciò che le coppie troveranno nei paesi d origine in cui andranno, di quello che potrebbe succedere nel momento in cui il bambino entra in famiglia, di come dovrebbero comportarsi. Tuttavia, la formazione proposta è comunque un po astratta e poco esperienziale: perché abbia una funzione anche preventiva rispetto ad eventuali fallimenti, sembra importante

introdurre attività che aiutino le coppie a toccare con mano anche le difficoltà che presenta l adozione. Personalmente, ad esempio, al termine del corso pre-idoneità, propongo sempre alle coppie una testimonianza a domicilio che consiste nell inviarle a casa di famiglie che hanno già adottato e che possono, non solo raccontare la propria storia, ma anche mostrare concretamente alcuni scambi relazionali tra i membri della famiglia. Le famiglie ospitanti ricevono i futuri genitori adottivi nel proprio ambiente quotidiano in situazioni di ordinaria normalità: pranzi, cene, uscite al parco, ecc. Siccome aspettative, ansie e timori, hanno un ruolo importante nella costituzione del nucleo adottivo, è fondamentale che la coppia riesca a vedere la situazione in quelli che sono i suoi termini reali. La testimonianza a domicilio dà loro la possibilità di confrontarsi direttamente con alcuni temi fondamentali per la buona riuscita dell adozione. Come già accennato, l'arrivo del bambino "reale" porta inevitabilmente ad un confronto con il bambino immaginato, plasmato sulle esigenze della coppia e sugli stereotipi culturali. Il bambino adottivo non coincide quasi mai con il bambino sognato dalla coppia. La testimonianza a domicilio permette alle future coppie adottive di dare un volto ai bambini e di rendere concreti alcuni concetti, pensieri, immagini affrontati durante il corso di pre idoneità ed i colloqui con gli operatori. L astratto prende una forma concreta e permette alla coppia di toccare con mano chi è il bambino adottato e che responsabilità hanno i genitori adottivi all interno del percorso psico-educativo del figlio. Un tema che si affronta durante i corsi di pre idoneità e pre adozione, ad esempio, riguarda il come prendersi cura delle differenze che, inevitabilmente, ci sono tra genitore adottivo e bambino adottato. A fronte di evidenti differenze somatiche, che spesso spaventano i futuri genitori adottivi, le coppie possono osservare e respirare un clima di valorizzazione delle diversità che porta ad un affiliazione concreta ed affettiva: vedere una bambina di colore in braccio alla sua mamma adottiva, che si faceva coccolare teneramente, mi ha riempito il cuore e mi ha fatto dimenticare che era adottata quasi non vedevo più la differenza di colore ha riferito una futura mamma adottiva che è stata ospite di una famiglia con due bambine di origine etiope.

Un altro tema è quello dell età del bambino. Entrare in una famiglia che ha adottato un bambino in età scolare, osservare i suoi comportamenti da più piccolo rispetto all età biologica, e le interazioni familiari, portano la coppia adottiva a sperimentare che l adozione di bambini grandi è possibile e che gli stessi hanno dei bisogni emotivi tali da fare richieste simili a quelle messe in campo da bambini più piccoli: Siamo stati ospiti di una famiglia con una bambino che ha sette anni era incredibile come si accucciasse tra le braccia dei genitori, sembrava un neonato! Al corso ce lo hanno detto che i bambini regrediscono o fanno richieste da piccoli, ma vederlo con i propri occhi fa una certa impressione crediamo che questa esperienza ci farà cambiare idea rispetto ad avere per forza un bambino in età pre scolare. Un tema molto importante è poi quello dei vissuti e comportamenti dei bambini traumatizzati all interno della nuova famiglia. Può capitare che, durante la visita che le future coppie adottive fanno alla famiglia adottiva, il bambino viva un momento di difficoltà, legato alla quotidianità, e metta in atto comportamenti aggressivi e di difficile gestione: mentre eravamo in sala a fare merenda, N. si è arrabbiato molto per un no detto dal papà ci siamo un po spaventati perché ha cominciato a buttarsi per terra, urlare e scalciare, ha anche lanciato addosso al padre quello che aveva in mano loro sono stati bravissimi perché, con prontezza di spirito lo hanno bloccato fisicamente, senza fargli male, spiegandogli con dolcezza che lo avrebbero tenuto così finché non si fosse calmato poi il papà lo ha portato in camera sua per parlare un po E stata un esperienza un po forte, ma reale e, soprattutto, ci ha fatto capire che è possibile affrontare momenti così, ma bisogna avere in mente che si verificano realmente!. Le future coppie adottive, attraverso l esperienza della testimonianza a domicilio si rendono conto di come la costruzione del legame adottivo si configura come un processo che si snoda nel tempo. Il percorso che porta alla costruzione di questa specifica forma di genitorialità, e di filiazione, infatti, è lento e progressivo e richiede continui aggiustamenti sia da parte dei membri della famiglia nucleare che della famiglia estesa. La qualità della transizione dipende da come tutti i soggetti coinvolti (genitori, figli, famiglie d origine) affrontano e superano le molteplici sfide e i compiti di sviluppo che si presentano nel corso della vita familiare. Attraverso l esperienza della testimonianza a domicilio, quindi, si dà alle coppie la possibilità di osservare il fatto che, all interno delle famiglie reali non trovano:

l assenza di conflitti, bensì i modi in cui i conflitti vengono affrontati, l assenza di disagio e sofferenza, bensì il modo in cui disagi e sofferenze vengono affrontati, l assenza di modelli normativi, bensì modalità specifiche con cui ogni famiglia utilizza le proprie risorse per adempiere alle proprie funzioni. L esperienza della testimonianza a domicilio si completa invitando la coppia a tornare dall operatore che gliel ha proposta per condividere vissuti, sentimenti, domande, dubbi. Questo ulteriore confronto permette alla coppia di rivedere eventuali punti di debolezza e di forza, sia personali, sia all interno della coppia, e permette all operatore di lavorare sulle problematiche che possono emergere. La paura che le proprie aspettative non vengano pienamente soddisfatte, infatti, crea nella coppia sentimenti di ansia ed angoscia e può portare i due futuri genitori a negare la presenza di dubbi e preoccupazioni nei riguardi della riuscita dell'adozione. É invece importante che i due coniugi vengano aiutati ad esprimere le proprie angosce ed i propri dubbi e che questi trovino delle risposte. Credo che il portare le future coppie adottive a fare esperienza di cosa significa adottare, seppur in maniera indiretta, possa essere un primo passo per prevenire eventuali fallimenti adottivi. TESTIMONIANZA DELLA COPPIA P. I signori P. hanno adottato due bambini ucraini nel 2011: la femmina oggi ha 13 anni, il maschio ha 11 anni. La famiglia ha accolto presso di sé diverse coppie che avevano iniziato l iter adottivo ed hanno vissuto in maniera positiva l esperienza: Dal nostro punto di vista l esperienza di incontrare a casa nostra coppie che cominciano il percorso adottivo, ha parecchi aspetti positivi sia per chi si sta preparando, sia per noi e per i nostri bambini. Premettiamo che, dopo aver vissuto un esperienza di vita forte, travolgente, emozionante e sconvolgente come l abbiamo vissuta noi, ci sentiamo in dovere di raccontare e condividere la nostra storia. Ci dà fastidio sentirci dire beh dai ormai è andata, il peggio è passato. Ci sentiamo come si sente chi ha scalato il K2 o l Everest: fisicamente a pezzi, ma consapevoli che il tempo farà sparire completamente il dolore e la stanchezza fisica

lasciando spazio solo alla soddisfazione per l impresa. Il tempo lascia spazio alla lucidità nel raccontare ogni singola difficoltà, ogni episodio vissuto. Chi scala un 8.000 metri non può aver paura di raccontare DEVE raccontare, deve completare la preparazione di chi si vuole cimentare raccontando come ha superato certe situazioni, riducendogli al minimo il rischio di disavventure. Si sa che una volta partiti la cosa bella e giusta da fare è lasciarsi andare alle emozioni, al cuore, e non c è niente di più bello che provare a tenerle vive parlandone con i nostri bimbi e, nello specifico, con le nuove coppie adottive. Abbiamo parlato con alcune coppie fino ad ora, raccontando soprattutto il romanzo della nostra famiglia dal momento in cui siamo stati chiamati a Kiev ad oggi; ci siamo accorti che il racconto piace, le domande sono tante, c è la paura di sbagliare, di non essere pronti, di non sapere come vivere la quotidianità dell Ucraina, la quotidianità con i bambini. esattamente come eravamo noi. Abbiamo dato tanti consigli pratici, e il confronto con altre coppie può dare loro spunti e idee per prepararsi al meglio. Spesso abbiamo discusso su alcuni argomenti, forse demolendo alcune certezze e convinzioni, perché spesso i punti di vista diversi sono entrambi corretti. Quasi tutti, ad esempio, così come pensavamo noi, sono dell idea che l abbinamento fatto direttamente a Kiev sia duro da accettare. Perché non guardare questa cosa da un altro punto di vista? Perché non esaltare il fatto che in quei 60 minuti nascono i tuoi figli, scopri se sarà maschio o femmina, se saranno gemelli o fratelli. Abbinamenti riusciti o spostati, dolore, gioia, ansia, paura, emozioni da condividere come coppia, esattamente come in sala parto. Noi abbiamo la fortuna di parlare spesso e liberamente con i nostri bambini di tutta questa storia, di ricordare spesso il periodo Ucraino, e quindi non abbiamo problemi nel raccontare (quasi) tutto davanti a loro. Noi li avvisiamo sempre che dobbiamo incontrare delle coppie che hanno intenzione di partire, e spesso ci hanno chiesto se abbiamo notizie di loro. Incontrare queste coppie forse è anche un modo per fargli capire che anche noi, in minima parte rispetto a loro, abbiamo sofferto senza di loro, che anche noi avevamo paura e che anche noi avevamo tanta voglia di correre a prenderli e portarli a casa con noi. Illusioni e inganni ne hanno già subiti troppi, vogliamo rinforzare in loro la convinzione che non abbiamo scherzato, che eravamo e siamo sempre più convinti e contenti di ciò che abbiamo fatto, che se non siamo arrivati prima da loro è perché non c era altra soluzione.

Spesso in questi incontri intervengono anche loro, raccontano degli aneddoti, ricordano, e tutto questo ci gratifica e allevia l ansia anche delle nuove coppie. TESTIMONIANZA DELLA COPPIA D. La coppia D. ha appena cominciato il percorso adottivo e, al termine del corso pre idoneità, è stata ospite di una famiglia che ha adottato due fratelli: Siamo stati, una sera di agosto, per una cena a casa di una bellissima famiglia. Fin da subito la nostra impressione è stata quella di conoscere un gruppo di persone che ha convissuto da sempre, cosa che traspariva dall intimità e dalla complicità di ogni gesto. Sono passati solo pochi minuti, un bicchiere di birra bevuta in giardino, perché il padre adottivo cominciasse a raccontare quella che è stata l'esperienza più densa di emozioni della sua vita. Senza tralasciare difficoltà e momenti di crisi, ci ha parlato del percorso che li ha portati a due lunghissimi mesi trascorsi in Ucraina che hanno cambiato per sempre le loro vite. E' stato un racconto intriso di dettagli, anche drammatici, sia sulla condizione dei bambini, sia sulle difficoltà del loro soggiorno vissuto giorno per giorno come un salto nel buio. Attese, speranze, paure, difficoltà e ansie ricordate con la voce spezzata dalla commozione, trovano il loro fine nei meravigliosi occhi della figlia più grande, nascosta dietro il suo cellulare e nelle risate del suo fratellino, felice ingegnere del Lego. Una delle cose che più ci ha colpito, e che peraltro avevamo già sentito nei racconti di altri genitori, e' stato il colpo di fulmine scattato al primo incrocio di sguardi in istituto tra persone estranee che da lì a poco sarebbero diventate una famiglia. Cosa scatta nel cuore degli esseri umani? Sicuramente qualcosa di imperscrutabile... Capiterà anche a noi? Abbiamo colto che, anche il rapporto di coppia cambia: ci si trova a conoscersi di nuovo, mettendo a nudo i propri sentimenti e le proprie debolezze, appoggiandosi al compagno e sostenendolo come in una bilancia, dove solo distribuendo il peso delle difficoltà si riesce a creare un equilibrio. Abbiamo capito che in quella altalena destabilizzante di emozioni vissute, è il sostegno reciproco che conta. TESTIMONIANZA DELLA COPPIA G. I signori G. hanno adottato un bambino ucraino nel 2011 che oggi ha 9 anni.

La coppia è stata protagonista di diverse testimonianze presso il nostro Ente, ma ha ospitato anche diverse future coppie adottive per cui possono fare il confronto tra le due esperienze: Quando abbiamo iniziato il nostro percorso siamo stati spinti da una scelta profonda e una volontà precisa e non è mai stata una soluzione arrivata dopo il fallimento di altre possibili strade. E importante questo aspetto poiché abbiamo incontrato sempre tante persone con un percorso diverso e questo crediamo renda più difficile la strada per essere genitori adottivi: le sofferenze ed i fallimenti lasciano cicatrici profonde e spesso confondono, vanno a minare l autostima necessaria e fondamentale per percorrere una strada così difficile nella propria anima, per rinascere genitori non di serie B ma di serie AA, come spesso noi raccontiamo e sappiamo essere TUTTI i genitori adottivi!!!! Con tanto piacere e con il cuore aperto abbiamo, da subito, accettato le possibilità di dare la nostra testimonianza sul nostro percorso adottivo in ogni possibile forma e da qualsiasi parte sia arrivata la richiesta. Noi abbiamo iniziato la nostra avventura da soli, non conoscevamo nel nostro privato nessuno che avesse adottato e non abbiamo mai parlato o incontrato altre coppie o famiglie prima della nostra partenza, ma siamo assolutamente certi che sarebbe stato utile anche per noi farlo. Pensiamo sempre a come ci sentivamo noi, alle immense paure, alle incognite che questa strada comporta per diventare genitori, alla fatica di rendersi conto che il lavoro da fare è tanto, grandissimo e difficile e cambia per sempre non solo la vita, ma anche il modo di intenderla. Gli argomenti che si toccano sono così emotivamente profondi per noi che è necessario vincere la timidezza, la riservatezza e si deve credere davvero nella sincerità. La voglia di dare una mano è sincera poiché sappiamo che nessuno potrà mai fugare ogni paura, ma certo avere il maggior numero di informazioni, soprattutto quelle non istituzionali, aiuta! Il motivo principale per cui vinciamo tutte le riserve, e facciamo in modo che la nostra storia possa aiutare a far riflettere altre coppie sulle reali risorse che si possiedono, sono gli occhi di tutti i bambini che abbiamo visto nell istituto dov era nostro figlio. Se anche solo uno di quei bimbi avrà una piccolissima possibilità in più di trovare dei genitori CORAGGIOSI e CONSAPEVOLI.vale la pena tutto, vale anche la pena di non seppellire certe emozioni, quelle peggiori, quelle che tanto fanno piangere e condividerle affinchè possano essere d aiuto a chi sta cercando la propria strada, per chi sta

raccogliendo coraggio e ha bisogno di ascoltare cose vere, cose accadute, forse proprio le storie peggiori e difficili! Ci sono molte differenze tra gli incontri di gruppo e quelli a domicilio. Per noi sono forse più facili (emotivamente) quelli di gruppo poiché raccontiamo la nostra avventura, ma non entriamo nella vita di nessun altro, in nessuna del tutto. Durante gli incontri a casa nostra, invece, si entra più in confidenza, a volte amicizia, e necessariamente accade che le coppie si aprano di più, che ci raccontino tutto il loro percorso e ci rendiamo conto che, poter parlare liberamente delle individuali difficoltà, del singolo cammino, delle personali paure è una parte fondamentale, insieme a quella di poter fare domande molto, molto precise: a volte penso sia quella di maggior aiuto alle coppie! Per noi a volte significa rivivere anche le difficoltà Egoisticamente per noi sono più facili gli incontri di gruppo, ma alle coppie che partono.servono di più le testimonianze a domicilio. Le coppie che cominciano il percorso, prima ancora di fare domande, hanno bisogno di essere ascoltate, anche a lungo: questo ci è mancato e ci sembra manchi un po a tutti. Forse aiuta a sentirsi più forti e non solo dei numeri. Quando si è in gruppo, inoltre, non si ha il coraggio di fare domande precise, un po per vergogna e un po perché non esiste la confidenza con noi due, con chi racconta. Nel gruppo tanti non sanno fino a che punto possono chiederci i dettagli, negli incontri a domicilio è più facile capire fino a che punto noi siamo disposti a rispondere. Quando le coppie vengono a casa nostra, infine, si può parlare di cose avvenute, reali, anche rispetto alla burocrazia, documenti e paesi lontani.essere nudi e crudi e raccontare le difficoltà che fortunatamente non accadono sempre, ma talvolta si.aiuta davvero, lo vediamo negli occhi di tutti. Noi rispondiamo a tutto, anche quando è tanto difficile. Raccontare che in realtà non esistono scelte, ma il coraggio di vedere la proiezione del proprio destino e seguirla, rendersi conto di non aver mai avuto un altro destino se non questo.è la cosa più difficile da raccontare, secondo noi. E ci chiediamo se veramente ci riusciamo. Concludiamo con una riflessione che riguarda nostro figlio, coinvolto in questa esperienza delle testimonianze a domicilio. Noi crediamo non sia facile a volte per lui rendersi conto di ciò che facciamo, dei discorsi che facciamo alle persone che incontriamo, vedere anche le emozioni di chi sta per

partire e fare il tifo per loro mentre sono via, ma è immensamente utile condividere queste strade con i figli nati due volte. Crediamo sia un immensa fortuna quando accade, è una storia di vita che inizia con difficoltà e arriva alla felicità e ancor più dimostra loro il coraggio che mamma e papà hanno avuto e AVRANNO SEMPRE per loro (figli).