COMUNE DELLA SPEZIA Deliberazione del Consiglio Comunale



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Transcript:

COMUNE DELLA SPEZIA Deliberazione del Consiglio Comunale ATTO N. 6 del 23/02/2010 Oggetto: Aggiornamento 2010 Piano Generale di Sviluppo 2008-2011 La seduta ha luogo nell' anno 2010 il giorno 23 del mese di febbraio alle ore 21,00 nella Sala del Consiglio del Palazzo Civico, convocata nei modi di legge in seduta pubblica, in prosecuzione della sessione ordinaria del 22.02.2010. Presiede Loriano Isolabella Assiste il Segretario Generale Reggente Mario Tarantino All appello nominale risultano presenti, come dal seguente prospetto, n. 30 consiglieri: ASTI PAOLO BASILE LUCA BORNIA MAURO BROGI LORENZO BUCCHIONI EDMONDO CARNIERI ADOLFO CARRO PAOLO CATTANI TIZIANA CHIAVACCI VALENTINA CONTI MARCELLA COSSU SIMONA CREMOLINI LAURA DE LUCA LUIGI DELFINO MARCELLO FEDERICI MASSIMO FRIJIA MARIA GRAZIA detta Fria GAGLIARDELLI PAOLO ISOLABELLA LORIANO LIGUORI LUCA DANIELE MAJOLI ANGELO MANUCCI SAURO MARCOBELLO ANTONIO MARINARO GIANFRANCO MARSELLA JONATHAN MASIA ROBERTO LUCIANO PESERICO GIACOMO SCHIFFINI ENRICO STRETTI ANDREA TAVILLA RINALDO VENTURINI RICCARDO Risultano assenti i consiglieri: Num. Proposta 17 ANSELMI ALESSIO CAVALLINI FLAVIO CENERINI FABIO CORSI ALBERTO DI CAPUA GIACOMO DI VIZIA GIAN CARLO GAI ALESSANDRO GATTI GIACOMO GUERRI GIULIO MARTINELLI PAOLO MESSURI PAOLO Alla seduta hanno partecipato senza facoltà di voto gli assessori: AVENA SALVATORE BELLONI OMERO FORMA FABRIZIO GRAZIANO MAURIZIO MICHELINI PAOLA MANFREDINI PAOLO MORI CORRADO POLLIO ALESSANDRO RUGGIA CRISTIANO RUOCCO LAURA

DIPARTIMENTO 1 PROGRAMMAZIONE ECONOMICA Il Direttore Dipartimento 1 Programmazione Economica Dott. Pier Luigi FUSONI Il Responsabile del procedimento Dott.ssa Maria Elena Casentini Oggetto: Aggiornamento 2010 Piano Generale di Sviluppo 2008-2011 IL CONSIGLIO COMUNALE Preso atto che il Piano Generale di sviluppo (PGS) dell Ente è previsto come documento obbligatorio dall art.165, comma 7, del Testo Unico sull ordinamento degli enti locali di cui al D.Lgs 267/00. Considerato che il PGS comporta il confronto delle linee programmatiche, di cui all articolo 46 del TUEL, con le reali possibilità operative dell Ente ed esprime, per la durata del mandato in corso, le linee dell azione dell ente nell organizzazione e nel funzionamento degli uffici, nei servizi da assicurare, nelle risorse finanziarie correnti disponibili e negli investimenti da realizzare; Richiamati: - La Delibera di Consiglio Comunale n. 736 del 31/07/2007 con la quale sono state approvate le linee programmatiche del Sindaco e gli indirizzi di governo, secondo le modalità previste dell articolo 30 dello statuto comunale; - La delibera di Consiglio Comunale n. 4 del 26.03.2008 con il quale si è provveduto ad approvare il Piano Generale di Sviluppo contenente le vision, i programmi e le azioni riferiti al periodo di mandato amministrativo; Considerato che: - Secondo quanto previsto dal Principio Contabile n.1 per gli Enti Locali il Piano generale di sviluppo deve essere verificato ed eventualmente adeguato attraverso una nuova deliberazione prima dell approvazione del bilancio annuale; - è necessario valutare i cambiamenti economici, sociali e finanziari intervenuti nel corso del primo anno di mandato e che possono aver in qualche modo modificato gli obiettivi del Piano Generale di sviluppo;

- è stata fatta una attività di analisi dei risultati raggiunti 2009 e formulate le priorità di azione per il 2010, confermando e aggiornando gli obiettivi approvati nel PGS; Preso atto ai sensi e per gli effetti dell art.49 del Decreto Legislativo 267/00, del parere favorevole del responsabile del Servizio in ordine alla regolarità tecnica del provvedimento; Preso atti ai sensi e per gli effetti degli artt.30 del Regolamento di Contabilità del Comune della Spezia, del parere favorevole del responsabile dei Servizi Finanziari in ordine alla regolarità contabile del provvedimento; IL CONSIGLIO COMUNALE - Udito quanto precede; - Richiamati i verbali delle sedute del 10 e 22 febbraio 2010 attinenti l illustrazione della proposta in oggetto da parte dell Assessore Michelini Paola; - Sentita la relazione del Presidente del Collegio dei Revisori Rag. Stefano Chiocca; - Uditi gli interventi in discussione generale dei seguenti Consiglieri Comunali: Delfino, Isolabella, Cattani, Peserico, Frijia, De Luca, Di Vizia, Brogi, Manucci; - Ascoltata la replica dell Assessore Michelini Paola; - Udite le dichiarazioni di voto dei Consiglieri: Cossu, Majoli, Masia, Marsella, Cavallini, Manucci; Posta in votazione la proposta di deliberazione è approvata con il seguente esito: Presenti 30 Favorevoli 24 Contrari 6 Astenuti 0 (Hanno espresso voto contrario i consiglieri Asti Paolo, Brogi Lorenzo, De Luca Luigi, Frijia Maria Grazia, Manucci Sauro, Peserico Giacomo Gruppo Consiliare Il Popolo della Libertà) DELIBERA 1) di approvare l aggiornamento del Piano Generale di Sviluppo 2010-2011, in allegato alla presente deliberazione, contenente lo stato di attuazione dei programmi, gli obiettivi e le azioni riguardanti il periodo di mandato e le priorità per l anno 2010. (Esce il Consigliere De Luca Presenti 29) e con voti favorevoli 29 contrari 0 astenuti 0 DELIBERA di rendere il presente provvedimento immediatamente eseguibile

COMUNE DELLA SPEZIA Dipartimento I Programmazione Economica - PROPOSTA di Delibera N 1 del 16/01/2010 OGGETTO : approvazione aggiornamento 2010 del Piano Generale di Sviluppo 2008-2011 *************************** Si esprime parere favorevole in ordine alla REGOLARITÀ TECNICA ai sensi dell art. 49 del D. Lgs. 18.08.2000 n 267 IL RESPONSABILE Direttore Dipartimento I Dott. Pier Luigi FUSONI Si esprime parere favorevole in ordine alla REGOLARITÀ CONTABILE ai sensi degli art. 30 del Regolamento di Contabilità del Comune della Spezia. IL RESPONSABILE Dirigente dei Servizi Finanziari Dott.ssa Barbara RODIGHIERO

Comune della Spezia PIANO GENERALE DI SVILUPPO Aggiornamento 2010 Ai sensi dell articolo 165, comma 7, D.Lgs N. 267/2000

INDICE Pag. PREMESSA 3 LO SCENARIO ECONOMICO 4 LE POLITICHE DI BILANCIO 13 Vision 1: I grandi processi di trasformazione PROGRAMMA 1 20 UNA CITTÀ DI MARE. LA SPEZIA CAPITALE MARINA DEL MEDITERRANEO PROGRAMMA 2 23 UNA CITTÀ IN CAMBIAMENTO Previsioni di spesa 26 Vision 2: Un modello alto di città PROGRAMMA 3 IL RUOLO INTERNAZIONALE DELLA SPEZIA. UNA CITTÀ PONTE TRA MEDITERRANEO ED EUROPEA 28 PROGRAMMA 4 31 UNA NUOVA CULTURA AMMINISTRATIVA. UN COMUNE EFFICIENTE E VICINO AI CITTADINI PROGRAMMA 5 36 IL VALORE DELLA CITTÀ: CULTURA E ACCOGLIENZA. UNA CITTÀ ACCOGLIENTE, VITALE, ATTRATTIVA PROGRAMMA 6 41 UNA CITTÀ CHE CURA LA PROPRIA BELLEZZA Previsioni d spesa 45 Vision 3 Sapere, innovazione, impresa PROGRAMMA 7 47 LA CITTÀ DELLA CONOSCENZA PROGRAMMA 8 49 LA QUALITÀ: UN OBIETTIVO PER LA FORMAZIONE E IL LAVORO PROGRAMMA 9 52 SVILUPPO SOSTENIBILE E INNOVAZIONE DI IMPRESA PROGRAMMA 10 54 LA QUALITÀ DELL AMBIENTE Previsioni di spesa 57 Vision 4: Qualità della vita e qualità democratica - una città dove si sta bene, si partecipa, si ha fiducia PROGRAMMA 11 59 UNA CITTÀ GIUSTA CHE NON LASCIA NESSUNO SOLO Previsioni di spesa 63 PROSPETTO ECONOMICO del PGS 64 2

PREMESSA Il Piano Generale di Sviluppo (PGS) rappresenta il principiale documento di programmazione generale e pluriennale nel quale sono definiti i principali obiettivi strategici del Comune. Dopo le elezioni amministrative, è stato predisposto e approvato dal Consiglio Comunale il Piano Generale di Sviluppo 2008-2011, approvato con Delibera n.4 del 26.03.2008. In esso sono stati tradotti gli impegni del Sindaco e delle sue linee programmatiche in obiettivi e azioni da perseguire rispetto ai mezzi e alle risorse a disposizione dell Ente. In particolare gli impegni del Sindaco sono stati tradotti in azioni concrete da realizzare secondo tra livelli di programmazione: - le vision su cui si basa tutta l azione di governo del quadriennio; - I programmi sono l elemento di connessione con la Relazione Previsionale e Programmatica; - Gli obiettivi su cui costruire le azioni di miglioramento dell Amministrazione; - I progetti e le azioni che rappresentano la parte più operativa del Piano, e per i quali il PEG individuerà le risorse finanziate e le singole responsabilità gestionali. È prevista una revisione annuale del Piano, anch essa da sottoporre all approvazione del Consiglio Comunale prima dell approvazione del Bilancio di Previsione e dopo una verifica dei risultati raggiunti nel corso dell anno, rispetto agli obiettivi programmatici contenuti nel Piano Generale di Sviluppo. Questo rappresenta il secondo aggiornamento, dopo quello del 2009. Consiste nel rivedere le azioni strategiche 2010 in relazione agli obiettivi che sono stati raggiunti nel corso del 2009 e definire le nuove priorità politiche in relazione ai cambiamenti sociali, economici e normativi che si sono verificati. La prima parte del documento vuole sinteticamente definire il quadro di riferimento 2009 e delineare i nuovi scenari 2010. E prevista una analisi dei principali indicatori economici relativi all anno appena concluso e una previsione degli effetti che la crisi dei mercati internazionali produrrà ancora sul sistema economico locale nel corso del 2010. Anche le disposizioni normative e la Finanziaria dettano nuove regole, a partire dai criteri del patto di stabilità, che potranno influenzate le scelte politiche e operative per il 2010. L aggiornamento del PGS mantiene la stessa struttura del modello iniziale. Sono riproposte le 4 vision, con breve sintesi del contenuto, gli 11 programmi e le previsioni di bilancio 2009-2011. Per ogni programma viene presentata una breve sintesi delle principali azioni e progetti svolti nel 2009 (i risultati raggiunti) e definiti gli obiettivi e le priorità per l anno 2010, che saranno sviluppati nella Relazione Previsionale e Programmatica. 3

LO SCENARIO ECONOMICO INTERNAZIONALE E NAZIONALE DI RIFERIMENTO Gli effetti della crisi economico-finanziaria iniziata negli Stati Uniti si sono estesi rapidamente sul resto del mondo. Le tensioni nei mercati finanziari hanno causato una progressiva caduta degli indici azionari internazionali. Le banche hanno operato un irrigidimento delle condizioni di credito alle imprese che, a loro volta, hanno dovuto ridurre gli investimenti anche in ragione delle aspettative negative sulla crescita del commercio mondiale. Come preannunciato l impatto della crisi finanziaria sull economia reale è risultato di particolare intensità determinando, nel primo trimestre del 2009, una generalizzata e profonda contrazione del prodotto in tutte le economie avanzate, accompagnata da una progressiva riduzione del numero degli occupati. Le considerazione riportate di seguito si basano sugli ultimi dati disponibili tratti, in parte, dal Bollettino Economico della Banca D Italia n.58 pubblicato ad ottobre 2009 ed in parte dalla Relazione Previsionale e Programmatica per il 2010 presentata dal Ministro dell Economia e delle Finanze a fine settembre 2009. La contrazione della crescita economica e il deterioramento del clima di fiducia di consumatori e imprese si sono acuiti all inizio del 2009, in concomitanza con la più profonda caduta del commercio internazionale registrata dal secondo dopoguerra. Nel secondo trimestre del 2009, grazie alle politiche economiche espansive adottate nei principali paesi, la recessione mondiale ha cominciato ad arrestarsi ed il prodotto è cresciuto ad un ritmo stimato intorno al 3% in ragione d anno. L attività economica è tornata ad aumentare in molti paesi industriali ed emergenti. Il calo dei flussi di commercio internazionale si è affievolito e, da giugno 2009, sono emersi segnali di un loro aumento. Nel terzo trimestre 2009 si intravedono i primi segnali di una lenta ripresa, si è registrato un aumento della produzione industriale e delle vendite al dettaglio grazie ad un rafforzamento del clima di fiducia di famiglie e imprese in molti paesi, le condizioni sui mercati finanziari sono ulteriormente migliorate e gli investitori hanno ripreso a richiedere attività rischiose. Secondo le proiezioni degli organismi internazionali la crescita del PIL proseguirà ma resterà contenuta nel 2010 e sarà, nel complesso, intorno al 3%. PREVISIONI MACROECONOMICHE (variazioni percentuali sull anno precedente ) FMI PIL 2008 2009 2010 Paesi avanzati 0,6-3,4 1,3 Area dell euro 0,7-4,2 0,3 Giappone -0,7-5,4 1,7 Regno Unito 0,7-4,4 0,9 Stati Uniti 0,4-2,7 1,5 Paesi emergenti ed in via di sviluppo 6 1,7 5,1 Brasile 5,1-0,7 3,5 Cina 9,0 8,5 9 India 7,3 5,4 6,4 Russia 5,6-7,5 1,5 Mondo 3-1,1 3,1 Fonte: FMI, World Economic Outl ook, ottobre 2009; Consensus Economics,pubblicazioni varie, settembre 2009. 4

In Italia nel secondo trimestre del 2009 il PIL si è ulteriormente ridotto, per la quinta volta consecutiva risentendo di una nuova caduta delle esportazioni e degli investimenti. Rispetto allo stesso periodo del 2008, la contrazione dell attività è stata complessivamente pari al 6% e la produzione è tornata ai livelli della fine del 2000. Pur in un quadro più favorevole per la domanda mondiale, le esportazioni italiane non hanno registrato una chiara tendenza al recupero nel corso dell estate. Nello stesso periodo è continuato l intenso calo delle importazioni e la domanda finale interna non mostra ancora una netta inversione di tendenza. Secondo gli scenari più recenti elaborati dagli organismi internazionali il calo nel 2009 sarà di poco superiore al 5,0%; per l FMI nel 2010 si osserverà una sostanziale stagnazione (-0,1 %). La Relazione previsionale e programmatica del Governo prospetta un calo lievemente inferiore al 5% per l anno 2009 (- 4,8%) e un recupero dello 0,7 % nel 2010. Peggiorano anche gli indicatori relativi all andamento del mercato del lavoro; nel secondo trimestre del 2009 il tasso di disoccupazione è salito dal 6,7% di un anno prima al 7,4%. Secondo le stime il tasso di disoccupazione a fine anno si collocherà all 8,5% e aumenterà ancora lievemente nel 2010 per poi ridursi al 7,5% nel 2013. L offerta di lavoro è diminuita dell 1% rispetto all anno scorso e il tasso di occupazione della popolazione in età lavorativa (15-64 anni) è sceso al 62,6%. Nel corso del 2009 è aumentato il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni ordinaria, il primo ammortizzatore a essere utilizzato nelle fasi cicliche negative. Secondo stime basate sui conti nazionali, nel secondo trimestre 2009 la redditività operativa delle imprese non finanziarie è peggiorata per l ottavo trimestre consecutivo, scendendo ai minimi dell ultimo decennio e l autofinanziamento si è ulteriormente ridotto, scendendo ai minimi dal 1993. Qualche piccolo segnale positivo si registra, nel secondo trimestre 2009, nel settore delle famiglie: si è interrotto il calo della spesa delle famiglie che ha segnato un aumento dello 0,3% sul periodo precedente (-1,8 su quello corrispondente del 2008). Il risultato riflette soprattutto il netto rialzo degli acquisti di beni durevoli (4,0 per cento sul periodo precedente), tornati a crescere per la prima volta dall estate del 2007 sulla spinta delle agevolazioni alla rottamazione degli autoveicoli. Lo stato dei conti pubblici, invece, è in notevole peggioramento, risentendo soprattutto della dinamica particolarmente negativa delle entrate. La stima per l indebitamento netto del 2009 è confermata al 5,3% del PIL (dal 2,7 del 2008); il rapporto tra il debito e il prodotto si attesterà al 115,1 % (oltre nove punti in più rispetto all anno precedente). Per il 2010 la Relazione previsionale e programmatica (RPP) conferma l obiettivo di un indebitamento netto pari al 5,0% del PIL. Secondo le stime negli anni successivi il rapporto tendenziale tra indebitamento netto e PIL si mostra in riduzione, rispettivamente pari a 3,9% nel 2011, - 2,7% nel 2012 e 2,2% nel 2013. Si intravedono, quindi, i primi segnali di una ripresa mondiale che ha trovato sostegno nelle politiche economiche espansive adottate nei principali paesi. L incertezza sull evoluzione futura continua però ad essere molto elevata: vi è il rischio che, con il venir meno degli stimoli fiscali e monetari e una volta esaurito il ciclo di ricostituzione delle scorte, la domanda privata possa risentire di una disoccupazione elevata e crescente, della limitata disponibilità di credito e del desiderio delle famiglie di risanare i propri bilanci. E necessario quindi che fino a quando la ripresa economica non sarà consolidata i Paesi mantengano politiche monetarie e fiscali espansive così come hanno dichiarato di fare nel vertice tenutosi a Pittsburgh nel settembre 2009 tra i Capi di Stato e di governo dei paesi del Gruppo dei Venti (G20). 5

ANDAMENTO DELL ECONOMIA LIGURE E DI QUELLA SPEZZINA Sulla base di una graduatoria delle province, elaborata da Unioncamere e dall Istituto Tagliacarne, secondo il prodotto interno lordo per abitanti a prezzi correnti nel 2008, La Spezia risulta al 56 posto, in discesa di due posti rispetto all anno precedente. I dati riportati di seguito sono i più aggiornati possibile, e sono tratti in parte dal rapporto di Unioncamere Liguria Rapporto Liguria 2008, analisi socio economica dell economia ligure pubblicato nel settembre 2009 ed in parte dall ultima pubblicazione sull economia provinciale della Camera di Commercio della Spezia, Economia Provinciale rapporto 2008, pubblicata nel giugno 2009. I dati riportati presentano un quadro complessivo dell economia ligure e di quella provinciale ma non riescono a cogliere a pieno la congiuntura economica negativa che di fatto ha già significativamente colpito anche la realtà economica locale. Il caso Liguria La grave crisi finanziaria che ha colpito l economia mondiale nel 2008 ha avuto evidenti ripercussioni sull economia reale condizionando i programmi e le aspettative delle imprese nonché intaccando i risparmi delle famiglie: in Liguria si è registrata un evoluzione negativa della crescita economica (-0,3%) ancora abbastanza contenuta rispetto a quella riscontrata in tutto il territorio nazionale anche se, secondo le previsioni, i riflessi della crisi avrebbero dovuto sentirsi maggiormente nell anno 2009 e le indagini dei prossimi mesi ne daranno conferma. I dati dei registri anagrafici delle imprese della regione Liguria rilevano un calo del 5,2% delle iscrizioni, una crescita del 2,7% delle cancellazioni ed un tasso di sviluppo, calcolato al netto delle cancellazioni d ufficio, pari a +0,1 % contro il + 0,6% a livello nazionale. Le imprese attive nel 2008 aumentano dell 1,7% passando da 140.240 a 142.648, grazie soprattutto al buon andamento dell artigianato che ha registrato un livello di crescita pari all 1,24% superiore a quello nazionale pari allo 0,37%. Sebbene cresca il settore artigiano è però in sofferenza, l Osservatorio congiunturale sull artigianato e PMI della regione Liguria evidenzia infatti, in tutte e 4 le province liguri, contrazioni significative nella produzione/domanda, nel fatturato e negli ordini. A livello settoriale, fatta salva la continua riduzione del numero di imprese agricole, il bilancio più negativo tra le registrate nel primo trimestre 2009 e dicembre 2008 si registra nei trasporti, seguiti dal settore manifatturiero, dal commercio e dalle costruzioni. Unioncamere Liguria, in collaborazione con l Istituto Internazionale delle Comunicazioni, ha realizzato un sondaggio su un campione di imprese liguri per conoscere gli effetti della crisi ed è risultato che per oltre la metà delle imprese intervistate la crisi ha generato ripercussioni importanti influendo significativamente sull andamento del fatturato nel 2008. Da un analisi per settori è emerso che è il commercio ad aver risentito in maniera più marcata della crisi. Il tasso di disoccupazione 2008 è passato dal 4,8% al 5,4 % (la media italiana del 2008 è pari al 6,7%), in particolare è peggiorato quello femminile che dal 5,7% raggiunge il 7,1%. 6

Tassi di disoccupazione anno 2008 10,0 9,7 9,0 8,5 8,0 7,0 7,1 6,3 6,8 7,1 6,7 6,0 5,0 4,0 3,9 5,4 3,8 4,6 5,6 3,6 4,9 4,2 4,0 5,4 5,5 Maschi Femmine Totale 3,0 2,0 1,0 0,0 Genova Imperia Savona La Spezia Liguria Italia Primi segnali della crisi si avvertono anche nel traffico commerciale dei porti liguri che, in controtendenza rispetto al trend degli ultimi anni, ha registrato una diminuzione complessiva del 4,5%: nel porto di Genova il calo è stato pari al 5,1%, in quello di Savona al 2,5 % ed in quello della Spezia del 4,1%. Per quanto riguarda la movimentazione dei container, il ridimensionamento registrato a Genova è stato controbilanciato da performances positive sia di Savona che della Spezia. Secondo i dati ufficiali, nel corso del 2008 sono state registrate in Liguria 14.128.697 presenze turistiche, lo 0,4% in meno rispetto al 2007: di questi il 30% è rappresentato dalla componente straniera che cresce del 5 % mentre gli italiani risultano in flessione. Dai dati dell Osservatorio Turistico Regionale realizzato da regione Liguria e Unioncamere Liguria, si evince che anche la Liguria sta subendo la trasformazione da meta di soggiorno a destinazione di short break, cogliendone soprattutto gli aspetti positivi di destagionalizzazione a scapito di una permanenza più breve. I dati trasmessi dalle strutture alberghiere nel primo trimestre 2009 evidenziano un andamento in linea con lo scorso anno. Unioncamere Liguria e la Commissione Regionale per l artigianato hanno realizzato un indagine che ha coinvolto un campione di 1500 piccole imprese liguri con l obiettivo di monitorare lo stato di salute del settore per l anno 2009. I primi mesi del 2009 sono stati caratterizzati, in linea con le previsioni, da andamenti fortemente negativi: in generale si segnala una flessione della produzione/domanda del 5% mentre il ridimensionamento del volume d affari si attesta al 4,5%. Anche sul fronte occupazionale si registra una perdita consistente (-3,3%). La propensione agli investimenti è in linea con quella del semestre precedente e la crescita dei prezzi dei fornitori si è rilevata contenuta (+1%). Anche l export subisce in maniera negativa questa fase di involuzione economica e nel primo semestre 2009 si registra una contrazione del fatturato con l estero pari a 2 punti percentuali. La Spezia Il Valore aggiunto prodotto nella Provincia della Spezia nell anno 2007 secondo una stima elaborata dall Istituto Tagliacarne è stato complessivamente pari a 5.001,3 milioni di euro, riconducibili per l 1,6% 7

all agricoltura, per l 13,9% all industria in senso stretto, per il 5,1% al settore delle costruzioni, e per il residuo 79,4% ai servizi. L Istituto Tagliacarne ha pubblicato anche, per tutte le province italiane, il PIL fino al 2008: esso risulta in aumento in tutte le province Liguri ma a La Spezia l incremento è molto basso e minore anche dell incremento medio nazionale ( +0,3 % contro l 1,8% nazionale). In particolare la Provincia della Spezia presentava nel 2007 un prodotto interno lordo (PIL) pari a circa 5.586 milioni di euro, mentre nel 2008 tale valore sale a circa 5.603 milioni di euro, in crescita, infatti, dello 0,3%. In termini relativi il PIL procapite nel 2008 raggiunge circa i 25.187,1 euro per abitante e risulta il più basso tra le province liguri, dato inferiore sia alla media nazionale che al valore del Nord Ovest. Pil pro capite (in euro) anno 2008, posizione in graduatoria Territorio Posizione in graduatoria Pil pro capite Imperia 59 25.018,8 Savona 43 27.262,4 Genova 33 28.606,6 La Spezia 56 25.187,1 Liguria 10 27.407,7 Nord Ovest 1 31.914,7 Italia - 26.278,6 (Fonte: dati Istituto Tagliacarne) In contrasto con ciò che succede a livello nazionale continua anche nel 2008 la congiuntura favorevole dell interscambio con l estero nella nostra provincia, anche se l incremento % risulta inferiore rispetto a quello registrato nel 2007 (9,5% rispetto al 17,1%). Il dato regionale segna l incremento maggiore che risulta quasi doppio rispetto a quello dell anno precedente (11,6% contro il 6,9% del 2007). Sono stati positivi i dati relativi all Export che registra un incremento del 3,9%, dato che riguarda soprattutto le imprese di eccellenza, quelle che operano nei settori più innovativi e che tengono il passo con la competizione internazionale. Tale dato è al di sotto dell incremento regionale ma ben al di sopra di quello del nord Ovest. Per quanto concerne il tenore di vita degli abitanti, sempre nell anno 2008 i depositi bancari allo sportello per abitante sono risultati nella provincia spezzina pari a Euro 10.371 pro capite, leggermente al di sotto della media italiana pari ad Euro 11.105 (elab. Sole 24 Ore su dati Abi-Bankitalia ISTAT). Il costo per mq in semicentro delle abitazioni risulta pari a Euro 2.450 a settembre 2009, dato al di sopra della media nazionale pari ad Euro 2.249 (elab. Sole 24 Ore su dati Scenari Immobiliari). Per quanto concerne i consumi delle famiglie, la spesa pro capite annua per auto-mobili ed elettrodomestici è risultata pari a Euro 1.165,55 (elab. Sole 24 Ore su dati Findomestic), in linea con la media italiana pari ad Euro 1.103,63. 8

Popolazione e territorio Gli ultimi dati Istat relativamente all anno 2008 mostrano che la popolazione residente nella Provincia della Spezia ammonta a 223.071 unità, pari al 13,8% circa della popolazione regionale (Rapporto Liguria 2008). La densità demografica è pari a 252,8 abitanti per Kmq (elab. Sole 24 Ore su dati ISTAT). Il Comune della Spezia con 95.423 abitanti ospita circa il 42,77% dei residenti, mentre Sarzana con 21.591 ospita il 9,68% della popolazione provinciale. Nella popolazione spezzina, in linea con quanto si registra a livello regionale, si evidenzia uno squilibrio nella struttura per età, ben il 26,7% degli abitanti ha un'età superiore ai 65 anni. La situazione in provincia è molto simile a quella della regione Liguria: non solo è molto alta la percentuale di anziani ma risulta particolarmente bassa la percentuale dei giovani, situazione che indica un futuro incerto dal punto di vista demografico, con gravi ricadute anche per lo sviluppo economico del nostro territorio. Lo squilibrio della struttura per età della popolazione si palesa anche negli indicatori demografici: l indice di vecchiaia è tra i più elevati d Italia. L indice nella Provincia della Spezia è pari a 238,9, risulta migliore rispetto a quelli di Savona e di Genova ma più elevato rispetto a quello relativo al Nord Ovest (161,2) e a quello italiano ( 142,8). Un altra caratteristica che accomuna La Spezia alle altre province liguri è la notevole concentrazione di donne sul totale della popolazione; nella provincia, infatti, il 52,3% della popolazione è di sesso femminile. La Spezia si caratterizza, inoltre, per la presenza di popolazione straniera per una percentuale pari al 6,7% (elab. Sole 24 Ore su dati Caritas/Migrantes), in aumento rispetto allo scorso anno ma in linea con la media italiana pari al 6,7%. Le tabelle riportate di seguito illustrano l andamento della popolazione residente nel Comune della Spezia. Si evidenzia un andamento piuttosto stabile negli ultimi cinque anni (2004-2008). L ultimo dato puntuale disponibile, aggiornato a fine novembre 2008, presenta una popolazione pari a 95.423 abitanti. Tabella Popolazione residente 2004-2008 popolaz ione residente 250.000 200.000 150.000 100.000 Comune della Spezia Provincia della S pezia 50.000 0 2004 2005 2006 2007 2008 Mercato del lavoro In Provincia della Spezia, nel corso del 2008, diminuisce da 97 a 92 migliaia di unità la Forza lavoro che comprende gli occupati e le persone in cerca di occupazione tra i 15 ed i 74 anni. Nell area spezzina gli occupati sono scesi a 88.000 unità, con una variazione negativa del -1,7% rispetto al 2007. 9

Occupati in complesso per sesso. Anni 2007-2008 (Dati in migliaia) La Spezia Liguria Nord Ovest Italia 2007 2008 Var. % 2007 2008 Var. % 2007 2008 Var. % 2007 2008 Var. % Maschi 53 52-0,2 369 371 0,7 3.989 4.015 0,7 14.057 14.064 0,0 Femmine 37 36-3,8 280 279-0,4 2.884 2.928 1,5 9.165 9.341 1,9 Totale 90 88-1,7 649 651 0,2 6.874 6.943 1,0 23.222 23.405 0,8 (Fonte:elaborazione CCIAA La Spezia su dati Istat) Questa diminuzione è stata determinata principalmente dal minor numero di donne occupate (- 3,8%), mentre la componente maschile ha registrato una lievissima variazione negativa (-0,2%). Nel corso del 2008 la Forza Lavoro nella provincia spezzina è diminuita e tale riduzione è dovuta sia al calo degli occupati che a quello delle persone in cerca di occupazione: gli occupati sono diminuiti dell 1,7% come sopra evidenziato, mentre per le persone in cerca di occupazione non è possibile definire una percentuale attendibile a causa di un errore campionario superiore al 25%. Struttura produttiva Le imprese attive iscritte presso il Registro delle Imprese della Camera di Commercio della Spezia, alla data del 31 dicembre 2008 sono 17.767; rispetto all anno precedente si segnala un incremento di 225 unità, corrispondente ad una variazione positiva dello 1,3%. Il dato, evidenzia una lieve ripresa dopo la stasi del 2007 e risulta in linea con quanto registrato negli anni precedenti (+ 0,3% nel 2007, +1,1% nel 2006 e +1,5% nel 2005). Dall analisi dell andamento dei tassi di crescita degli ultimi sei anni si può evidenziare un trend altalenante in provincia. Dopo la stasi del 2007 si nota un deciso miglioramento per il 2008 che porta il dato vicino a quello regionale anche se decisamente al di sotto dei valori nazionale e nordoccidentale, anch essi in netta ripresa. Trend tassi di crescita Anni 2003/2008 Variazioni % imprese attive (Fonte: elaborazione Ufficio Statistica 3,0% CCIAA su dati Movimprese) 2,0% 1,0% 0,0% 03/02 04/03 05/04 06/05 07/06 08/07 La Spezia 0,6% 1,1% 1,5% 1,1% 0,3% 1,3% Liguria 0,5% 1,0% 0,7% 0,7% 0,4% 1,7% Nord Ovest 0,9% 1,4% 1,3% 1,0% 0,2% 2,2% Italia 0,9% 1,3% 1,1% 0,8% 0,3% 2,7% Con riferimento ai dati disponibili per il 2008 si registra un decremento del numero delle imprese sia a livello nazionale -0,31% che a livello regionale 0,65%. Nella nostra provincia tra il 2008 e il 2007 le imprese sono diminuite dello 0,94%. In valore assoluto nel 2008 sono state 1.845 le imprese che hanno cessato l attività e 1.643 le imprese che si sono iscritte. Il saldo dell anno è stato dunque negativo. Turismo Al 31 dicembre 2008, secondo i dati forniti dall Amministrazione provinciale, la struttura ricettiva della provincia della Spezia contava 217 esercizi alberghieri e 926 strutture complementari. Rispetto al 2007 si 10

è quindi verificato un aumento moderato delle strutture alberghiere (7 esercizi, cui corrispondono 521 posti letto) ed uno più deciso nel numero di quelle complementari: +106 esercizi, ma con una crescita di 905 posti letto. Capacità ricettiva in provincia della Spezia - anni 2007-2008 Anni ESERCIZI ALBERGHIERI ESERCIZI COMPLEMENTARI N. Esercizi N. Letti N. Esercizi N. Letti 2007 210 7.356 820 14.620 2008 217 7.877 926 15.525 Var. % 2008/07 3,3 7,1 12,9 6,2 (Fonte: Amm.ne Prov.le) La ricettività alberghiera vede ancora la prevalenza numerica delle strutture di categoria più bassa: a fine 2008 le locande e gli esercizi a 1-2 stelle sono infatti quasi il 54% del totale (a titolo di confronto si tenga presente che la stessa percentuale calcolata per la Liguria risulta pari al 49%, per il Nord Ovest scende al 41% e per l Italia al 36%). Sono strutture di piccole dimensioni: in termini di posti letto infatti assorbono il 31% dei posti letto alberghieri provinciali. Gli esercizi complementari sono prevalentemente piccolissime strutture. Sono stati molto positivi i dati relativi all offerta turistica per il nostro Comune, soprattutto nel settore dell extra alberghiero. Nel 2000 erano solamente 6 le attività ricettive complementari e nel 2008 sono passate a 87. Allo stesso modo è cresciuta l offerta di posti letto dai 47 iniziali agli attuali 731. Nel corso del 2008 il movimento nell insieme degli esercizi turistici provinciali ha segnato variazioni di segno opposto: -1,7% negli arrivi e +2,5% nelle presenze. Gli Italiani che nello scorso 2008 hanno sostato nella nostra provincia sono stati 296.557, pari al 53,2% della clientela totale (erano il 53,5% nel 2007). In relazione al bilancio relativo alla clientela straniera si evidenzia una più marcata riduzione degli arrivi (- 3,2%) cui si contrappone un più accentuato aumento delle presenze (+2,9%). La maggior crescita delle presenze ha anche determinato, per il secondo anno consecutivo, un lieve allungamento della permanenza media, che passa a 3,1 giornate/persona. La diminuzione degli arrivi ha inciso interamente sugli esercizi alberghieri, che hanno visto un calo del 2,8% ( quasi 11 mila clienti in meno), mentre gli esercizi complementari hanno segnato un lievissimo incremento pari allo 0,8%. I dati Istat indicano un andamento non positivo dell annata turistica a livello nazionale e anche nel complesso della regione Liguria si verifica una notevole perdita del movimento alberghiero non interamente bilanciata dalla contenuta crescita delle strutture complementari. In questo quadro la Spezia sembra avere ancora un certo margine di sviluppo, e continua ad accrescere non solo i valori assoluti del turismo ma anche il proprio peso a livello regionale: nel 2003 raccoglieva il 13,8% degli arrivi e il 9,8% delle presenze in regione, mentre nel 2008 ha raggiunto il 15% degli arrivi ed il 12% delle presenze. Un aspetto del tutto peculiare dell offerta ricettiva del territorio provinciale è quello legato alla disponibilità di posti barca per il diportismo nautico. I dati ufficiali del Ministero dei Trasporti e dell UCINA per l anno 2008 parlano di oltre 141 mila posti barca disponibili in Italia con un aumento di oltre il 8,3% rispetto al 2005 (gli ultimi dati ufficiali disponibili sono aggiornati al 31.12.2006). La Liguria è la regione italiana con il maggior numero di posti barca (24.658 posti barca). Il totale posti barca nella provincia della Spezia per l anno 2008 ammonta a 9.979 posti così suddivisi tra i Comuni della provincia: 11

Tab.n.5/tur - Posti barca in provincia della Spezia per Comune Comune N. posti Ameglia-Sarzana 3.120 Bonassola 60 Framura 30 La Spezia 2.967 Lerici 1.742 Levanto 96 Monterosso al Mare 53 Portovenere 1.790 Riomaggiore 16 Vernazza 105 Totale 9.979 (Fonte: Capitaneria di porto e Ente Parco Montemarcello-Magra) Bibliografia: - L economia italiana nel 2010, Relazione previsionale e programmatica Ministero dell economia e delle Finanze, ottobre 2009; - Bollettino Economico Numero 58 Ottobre2009, Banca d Italia EUROSISTEMA; - Economia Provinciale La Spezia Rapporto 2008 Camera di Commercio della Spezia, pubblicato nel giugno 2009; - Rapporto Liguria Analisi socio economico dell economia ligure, Unioncamere Liguria, pubblicato nel settembre 2009; - Indagine sul turismo nautico (estate 2008), Unioncamere Liguria, pubblicato nel settembre 2008; - Osservatorio Congiunturale sull artigianato e la piccola Impresa in Liguria, Unioncamere Liguria primo semestre 2009; - Qualità della vita 2009 Il dossier del lunedì, Il Sole 24 Ore, pubblicato il 21 dicembre 2009; 12

LE POLITICHE D BILANCIO Anche quest anno i Comuni si accingono a redigere ed approvare i propri bilanci in un clima di grande crisi e incertezza. La crisi economica che ha colpito il mondo intero pare attenuarsi e già si vedono i primi sintomi di ripresa. L economia mondiale da segni di risveglio. La politica economica americana e cinese sta lentamente riavviando un ciclo di ripresa, seppure tra mille incertezze. Ma che genere di ripresa? La speranza è che sia rapida e robusta ma le previsioni generali sono poco incoraggianti. Sarà una ripresa lenta e stentata in Europa e negli Stati Uniti, più dinamica in Cina e gli altri paesi emergenti. Nel nostro Paese la produzione ed i consumi delle famiglie sono in lenta ascesa ma permangono le migliaia di disoccupati e cassintegrati e molte aziende continueranno a chiudere. Nel nostro Paese il debito pubblico ha superato i 1.800 miliardi di euro pari al 117% del Prodotto Interno Lordo degli ultimi 12 mesi: due punti in più rispetto agli obiettivi del Governo. La legge finanziaria approvata non ha ceduto a politiche deficiste contenendo una manovra di 9 miliardi con pochi tagli ma anche con pochi aiuti alla ripresa economica. Nonostante i segnali di ripresa, il 2010 sarà ancora un anno di sofferenza per le famiglie coinvolte nella crisi. Gli effetti sul mercato del lavoro, sul rientro di chi è in cassa integrazione non saranno immediati e occorrerà garantire una rete di aiuti e di protezione sociale. Per i Comuni si è chiuso con il 2009 un anno difficile, fra i più difficili dell ultimo decennio a causa, ma non solo, della crisi economica. I Comuni non sono più in grado di programmare la propria attività amministrativa per molteplici ragioni ma soprattutto per i vincoli imposti dal patto di stabilità che, si sperava, venissero allentati con la finanziaria 2010. Eppure i Comuni, come si evince dai dati Istat, hanno contribuito al miglioramento dei conti pubblici correggendo il proprio saldo, dal 2004 al 2008, di 2 miliardi e 500 milioni, circa il 50% del miglioramento complessivo registrato dalla P. A. nello stesso periodo considerato che il 60% delle spese per investimento del Paese è sostenuto dai Comuni. Per il 2009 è prevista una partecipazione al risanamento per un importo pari a 1 miliardo e 340 milioni e di 1,33 miliardi per il 2010 e 1,34 per il 2011. Di contro il deficit della Pubblica Amministrazione nel solo 2008 è pareggiato di quasi 20 miliardi rispetto al 2007, Le unità di personale sono diminuite di più nei Comuni rispetto agli altri comparti della P.A. e il costo del lavoro è cresciuto meno. Complessivamente quindi ai Comuni nel triennio 2009-2011 è richiesto in termini di miglioramento di saldi, un contributo pari a 4 miliardi e 145 milioni. Parallelamente è stata bloccata la già parziale autonomia fiscale con il congelamento delle addizionali e delle aliquote sui tributi e si è operata una drastica riduzione delle entrate. La legge finanziaria 2010 approvata contiene una risposta, se non esaustiva, alle pressanti richieste avanzate dai Comuni prevedendo un ristoro, seppure non ancora integrale delle compensazioni ICI (156 milioni per il 2008 e 760 per il 2009) mancando 344 milioni per il 2008. Ma tale provvedimento contiene anche u n inaccettabile intervento sull ordinamento degli Enti Locali che avrebbe l obiettivo di determinare risparmi ma in realtà influirà minimamente su questo versante creando invece grossi problemi organizzativi che meglio avrebbero potuto essere affrontati nel quadro della riforma delle Autonomie Locali peraltro già approvata dal Consiglio dei Ministri. La riduzione delle entrate complessive dei comuni ha reso in realtà ancor più pesante la manovra provocando riduzioni della spesa totale di circa il 18% pari a 9 miliardi di euro.. Questo quadro è 13

insostenibile per i Comuni che hanno già rinunciato a buona parte degli investimenti programmati e stentano ormai a mantenere un adeguato livello di servizi. Tra l altro la finanziaria appena approvata taglia ulteriori 200 milioni di trasferimenti ai Comuni. Per questo i Comuni chiedono urgenti interventi al governo, per dare immediata attuazione alla legge sul federalismo fiscale anche attraverso forme di applicazione transitoria che vadano nella direzione di garantire entrate certe e stabilità dei bilanci comunali e che lasciano i risparmi che deriveranno dall applicazione del patto di stabilità nel 2011 e 2012 all interno del comparto dei Comuni. Chiedono, tramite l ANCI, di modificare le regole del patto di stabilità interno in modo da consentire ai comuni un rilancio delle spese per gli investimenti e per rendere sostenibile per il comparto la manovra finanziaria 2010-2012, prevedendo anche regole che vadano nella direzione di allentare i vincoli per cui i comuni che hanno giacenze di tesoreria al fine del loro utilizzo. Occorre anche riavviare un confronto in merito alle disposizioni riguardanti l ordinamento degli Enti Locali e l eliminazione del connesso taglio ai trasferimenti erariali quali quelli intervenuti per i costi della politica. Il taglio imposto dalla finanziaria è di 216 milioni per i Comuni, scelta questa che incide in modo pesante sulla già precaria situazione economico-finanziaria degli Enti Locali. Gli Enti Locali non vogliono sottrarsi ai loro doveri di partecipazione al risanamento dei conti pubblici ma chiedono che lo sforzo sia equamente ripartito fra Ministeri, Stato centrale e Regioni, cosa che ad oggi non è invece avvenuta. Questo tanto più se inquadriamo la situazione finanziaria dei comuni nell ambito della crisi che sta investendo l economia del Paese e nella più ampia crisi mondiale. La crisi è di gran lunga la principale preoccupazione di molti cittadini che sempre più spesso si rivolgono al comune in cerca di aiuti. Le amministrazioni locali sono il punto di riferimento non solo delle famiglie ma anche delle imprese che sono costrette a chiudere determinando la perdita di migliaia di posti di lavoro. I Comuni, in particolare, sono rimasti soli a fronteggiare impellenze di ogni genere con mezzi sempre più scarsi e senza avere la possibilità di reperirli. Gli enti locali non sono un centro di costo dei Ministeri dell Economia e dell Interno. Sono l ossatura del nostro sistema istituzionale e rappresentano uno snodo fondamentale per tenere unito il paese, per contrastare la crisi, per modernizzare il nostro sistema infrastrutturale e garantire la coesione sociale. Senza le istituzioni locali sia le misure di contrasto alla crisi che quelle di innovazione del nostro sistema perdono di efficacia e di tempestività. I Comuni devono essere messi in grado di garantire le politiche sociali, che non possono assolutamente essere ridotte, e di avviare politiche di sviluppo dal basso. Fino a pochi anni fa gli enti locali sviluppavano il 70% di tutti gli investimenti pubblici, ora sono crollati e anche per quelli fatti non è possibile, spesso, neppure pagare le imprese nonostante abbiano in cassa le risorse per farlo. Basterebbe affrontare questo problema per sbloccare 50/60 miliardi di euro di investimenti che darebbero respiro a molti settori dell economia. Così come sarebbe necessario allentare il patto di stabilità per non costringere i comuni a sforarlo. Occorre dare certezza sui trasferimenti e sulle basi imponibili anche con l introduzione di meccanismi nuovi quali la regionalizzazione della gestione del patto di stabilità dentro un accordo nazionale che riveda insieme i saldi e le regole. 14

Lo spirito riformatore che deve attraversare il mondo delle autonomie dovrà avvenire tramite il coinvolgimento delle stesse e non con scorciatoie istituzionali che modificano il ruolo degli enti locali e delle loro rappresentanze. E stata condivisa la legge sul federalismo fiscale, si deve ora aprire il confronto sul nuovo codice delle autonomie che contiene peraltro alcune norme che provocherebbero un arretramento del sistema con la rinascita di visioni e sistemi centralistici. C è un grande bisogno di semplificazione sia nell assetto istituzionale che in quello delle rappresentanze ma le riforme non possono calare dall alto come una scure. Vanno affrontare congiuntamente sui vari livelli di rappresentanza coinvolgendo l intero sistema delle autonomie locali. E evidente che assieme alla ridefinizione delle funzioni fondamentali degli enti locali andrà riordinata l amministrazione dello stato, sia al centro che in periferia, producendo quelle semplificazioni che sono l ossatura dei sistemi federativi ampiamente sperimentati. BILANCIO 2010: LE STRATEGIE DEL COMUNE L anno che si è concluso ha visto il nostro Comune reggere positivamente alle difficoltà finanziarie generali. E stata garantita la tenuta del patto di stabilità anche grazie ad entrate straordinarie e ad una attenta politica di spesa. I trasferimenti dello Stato non sono ancora pervenuti integralmente. Per l ICI 2008 devono ancora essere erogati 659.431,46 e per l anno 2009 2.247.375,20. Per gli edifici ex rurali invece il trasferimento è stato integrale mentre, per i costi della politica, i tagli indicati hanno provocato uno squilibrio di 285.032,50 per il 2008, di 447.820,46 per il 2009 e analogamente per il 2010 e anni seguenti. La politica di risparmio avviata in questi anni ha dato i suoi frutti in tutti i settori di attività del Comune, a volte producendo inevitabili cadute nella qualità e tempestività dei servizi resi, anche se ad oggi questi fenomeni sono stati contenuti. I Servizi hanno in particolar modo curato il recupero dei residui attivi, eliminando entrate incerte e difficilmente esigibili contribuendo così alla trasparenza e all equilibrio del bilancio. Giocoforza si è contratta la politica degli investimenti in nuove opere ma contribuendo però al risanamento del bilancio e alla riduzione del forte indebitamento. Il Comune ha reperito ed utilizzato nel 2009 fondi straordinari per fronteggiare l emergenza della crisi, con contributi straordinari alle famiglie indigenti, sconti o esenzioni sulle tariffe TIA, scolastiche e per l assistenza agli anziani. E intervenuto anche per accrescere le garanzia sugli indebitamenti delle imprese agendo, in sinergia con gli altri enti cittadini, sui CONFIDI di garanzia. Ha promosso anche un tavolo di concertazione con i rappresentanti istituzionali, economici e sociali cittadini con la sottoscrizione di una Agenda Operativa per fronteggiare la crisi economica che ha colpito anche la nostra provincia. Per l anno 2010 a fronte di un complesso cambiamento normativo che sta coinvolgendo anche il mondo delle autonomie, di una situazione finanziaria ancora critica ed in presenza di una crisi economica ancora pesante, il nostro comune si appresta ad approvare un bilancio previsionale molto difficile, che contiene ulteriori tagli alle spese e riduzione di attività. 15

Ciononostante le linee di bilancio confermano la tenuta di alcuni elementi caratterizzanti la politica amministrativa della Giunta di centrosinistra ed in particolare: Mantenimento dei livelli di spesa per i servizi sociali anche a fronte di riduzione di stanziamenti nazionali e regionali Mantenimento del livello attuale dei servizi educativi seppure a fronte di incrementi di spesa per gli appalti esternalizzati; Attivazione di politiche anticrisi rivolte alle famiglie e al mondo delle imprese; Mantenimento di un piano triennale di manutenzione della città; Avvio delle politiche di opere pubbliche legate all attuazione del POR-FESR 2007-2013; Contrazione delle spese per i consumi; Eventuali rinegoziazioni; Lotta all evasione fiscale in sinergia con l Agenzia delle Entrate e Spezia Risorse; Completamento del processo di recupero e chiusura dei residui attivi e passivi; Mantenimento di politiche culturali, di promozione della città, di sostegno al turismo e al commercio anche attraverso il coinvolgimento di sponsor privati. La finanziaria e il patto di stabilità L articolo 77 bis del D.L. 25.6.2008 n. 112, convertito con modificazione in Legge 6.8.2009 n. 133 prevede al comma 12 che il bilancio di previsione degli enti locali ai quali si applicano le disposizioni del patto di stabilità interno deve essere approvato iscrivendo le previsioni di entrata e di spesa di parte corrente in misura tale che, unitamente alla previsioni dei flussi di cassa di entrata e spesa in conto capitale, al netto delle riscossioni e delle concessioni di crediti, sia garantito il rispetto delle regole che discolpi nano il patto medesimo. A tal fine, gli enti locali sono tenuti ad allegare al bilancio di previsione un apposito prospetto contente le previsioni di competenza e di cassa degli aggregati rilevanti ai fini del patto di stabilità interno. Il medesimo articolo 77 bis prevede che la manovra finanziaria è fissata in termini di riduzione del saldo tendenziale di comparto e che, ai fini della determinazione dello specifico obiettivo di saldo finanziario, calcolato secondo il criterio della competenza mista, si applichino percentuali diverse per i comuni, a seconda che l ente abbia o meno rispettato il patto di stabilità nell anno 2007 e che l ente presenti un saldo 2007, sempre in termini di competenza mista, negativo o positivo. tale manovra, disposta nel 2009 dalla legge 133/2009, ha modificato quindi la base di calcolo rispetto alla finanziaria 2008 passando dalla media 2003/2005 al saldo relativo al conto consuntivo 2007. Per il Comune della Spezia, avendo rispettato il patto di stabilità per l anno 2007 e presentando un saldo 2007 negativo, il coefficiente di miglioramento da applicare per l anno 2010 è pari al 97.%, al 165% per il 2011 e al 165% per il 2012 ( parametro di riferimento considerato identico al quello del 2011). L obiettivo fissato dalla manovra è pertanto quello di conseguire, per ciascuno degli anni 2010,2011, e 2012, un saldo finanziario in termini di competenza mista almeno pari al corrispondente saldo finanziario relativo al 2007 ( dati da valore consuntivo) migliorato dell importo risultante dell applicazione dei coefficiente sopra richiamati. L importo delle manovra per il Comune della Spezia è pertanto sotto riepilogato: 16

CALCOLO DEL SALDO PROGRAMMATICO PATTO 2010-201 1-2012 Saldo programmatico da raggiungere in termini di competenza mis ta nel triennio 2010-2011 - 2012 C O M P 2007 ( + ) En trat e titoli I + II + III accertate 78.195.5 13,19 ( - ) Spese titolo I Impegnate 75.614.7 85,36 Saldo Finanziario di parte corrente 2.580.727, 83 C A S S A ( + ) Entrate titolo IV riscosse ( - ) Riscossioni da alienazioni destinate ad investimenti ( - ) Riscossione di crediti ( - ) Spese titolo II pagate ( + ) Co ncessioni di credito pagate 8.597.8 39,54 60.2 46,64 76.6 14,44 11.946.0 44,56 81.2 95,52 Saldo Finanziario di parte capitale -3.403.770,58 Saldo fi nanziario c ompetenza mista dati conto consuntivo 2007-823.042,75 CALCOLO D EL SALDO PRO GRAMMATICO PATTO 2010-2011 - 2012 Saldo da competenza mista consunt ivo 2007-823.042,75 Miglioramento previsto del saldo finanziario negativo di - 823.042,75 % di valore a cu i importo di migliorame applicare il miglioramento nto miglioramento obiettivo finale anno 2010 97 798.351,47-823.042,75-24.691,28 anno 2011 165 1.358.020,54-823.042,75 534.977,79 anno 2012 165 1.358.020,54-823.042,75 534.977,79 C O M P Ipotesi previsioni 2010-2011 - 2012 2010 2011 2012 ( + ) Entrate finali titoli I + II + II I da accertare di competenza 82.560.466,99 79.669.816,89 79.998.816,89 ( - ) Sp ese titolo I da impegnare di competenza 80.387.632,55 74.894.207,72 74.917.726,92 Saldo finanziario di par te corrente 2.172. 834,44 4.775.609,17 5.081.08 9,97 C A S S A ( + ) Entrate da riscuotere titolo IV 14.900.000,00 14.900.000,00 10.900.000,00 ( - ) R iscossioni di c rediti da effettuare 100.000, 00 0,00 0,00 ( - ) Spese da pagare al titolo II 16.500.000,00 18.200.000,00 14.500.000,00 ( +) Pa gamenti di concessione crediti da ef fettua re 0, 00 0,00 0,00 Saldo finanziario parte capitale -1.700.00 0,00-3.300.000,00-3.600.000,00 SALDO F INANZIARIO DI COMPETENZA MISTA PREVISTO 472.8 34,44 1.475.609,17 1.481.089,97 RIEPILOGO 2010 2011 2012 Obiettivo da raggiungere in termini di competenza mista -24.691,28 534.977,79 534.977,79 Obiettivo previsto 472.834,44 1.475.609,17 1.481.089,97 Margine di manovra 497.525,72 940.631,38 946.112,18 Questo meccanismo può essere definito il cuore della finanza territoriale e una componente rilevante nei risultati di finanza pubblica, riguardando circa 2.300 enti (Regioni, Province e Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti) su oltre 13.000 pubbliche amministrazioni. Il Patto rappresenta quindi il contributo, da parte degli enti territoriali, al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica imposti dall'unione europea: in particolare, costituisce il concorso di 17