COLTIVABILITA DI UN TERRENO. La prima caratteristica per una buona coltivabilità di un terreno è che esso abbia una buona struttura.

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Transcript:

La prima caratteristica per una buona coltivabilità di un terreno è che esso abbia una buona struttura. La struttura di un terreno è la sua capacità di formare aggregati (zolle) fra le particelle che lo compongono (sabbia, limo, argilla, humus). Un terreno con una buona struttura dovrebbe avere zolle piccole, mobili, attraversate da numerosi canali (pori), affinchè l aria (contenente ossigeno) e l acqua possano circolarvi in quantità adeguata per la vita delle piante (fertilità fisica del terreno). 1

Come facciamo a individuare le caratteristiche fisiche qualitative di un terreno? Possiamo utilizzare tre metodi, più o meno empirici: Analisi di laboratorio (preciso) Prelievo campione di terra ed esecuzione analisi da parte di un laboratorio specializzato. Metodo molto preciso e attendibile, in base al quale si può classificare il tipo di terreno e individuare la classe di appartenenza nel triangolo della tessitura. 2

Sensazione al tatto (abbastanza approssimativo) Prelievo di una zolla di terra e, dopo averla inumidita con acqua, sbriciolarla con le dita; in base al tipo di sensazione al tatto potremo avere: 1. Sensazione di ruvidità, granulosità, sono indici di un terreno con elevata presenza di sabbia. 2. Sensazione di setosità, scivolosità (come fosse talco bagnato), sono indici di un terreno con elevata presenza di limo. 3. Sensazione di appiccicaticcio, collosità, indici di un terreno con elevata presenza di argilla. 4. Sensazione di pastosità, indice di un terreno che presenta la stessa proporzione di sabbia, limo, argilla e che può essere considerato di medio impasto. Questo metodo risulta abbastanza veloce, empirico ed approssimativo 3

Sensazione al tatto e analisi visive (sufficientemente attendibile) Prelievo di una cucchiaiata di terra e, dopo averla inumidita con un po d acqua, vengono eseguite successive manipolazioni; in base alle diverse sensazioni al tatto (appiccicoso, granuloso, pastoso, setoso), si procede a ulteriori mapipolazioni e alla formazione di varie forme (palline, cilindretti, cerchi). In base alla buona riuscita delle forme (analisi visiva) e a più dettagliate sensazioni al tatto, con un po di esperienza, si riuscirà a collocare, con una certa approssimazione, il tipo di terreno all interno del triangolo della tessitura. Questo metodo empirico risulta abbastanza articolato e consente valutazioni non immediate, ma riesce a fornire risultati adeguatamente attendibili. 4

Proprietà dei vari tipi di terreno in base alla prevalenza di uno dei suoi componenti principali. Terreno con molta argilla Trattiene bene l acqua e i principi nutritivi (produzione molto buona di ortaggi). Non è facile da lavorare; dopo piogge o irrigazioni è lento ad asciugare e ad entrare in tempera. Da secco, invece, è molto tenace e in superficie forma larghe crepacciature. Quando forma la crosta superficiale, questa risulta spessa e difficile da rompere. Quando forma suola di lavorazione, questa risulta molto tenace, difficile da rompere e da attraversare da parte delle radici, soprattutto quella degli ortaggi. Quando è umido il calpestio lo compatta molto rapidamente. 5

Terreno con molta sabbia Trattiene poca acqua e pochi principi nutritivi (la qualità della produzione dipende dalla disponibilità dei nutrienti). E facile da lavorare; rapido ad asciugarsi e ad entrare in tempera. Da secco, difficilmente presenta crepacciature e se vi sono, sono molto fini. Quando forma la crosta superficiale, questa risulta sottile e facile da rompere. Quando forma suola di lavorazione, essa non risulta tenace. Si compatta più lentamente degli altri e a fine inverno si scalda più velocemente degli altri terreni. 6

Terreno con molto limo Trattiene poca acqua e pochi principi nutritivi (la qualità della produzione dipende dalla disponibilità dei nutrienti). Non sempre è facile da lavorare; non sempre è rapido ad asciugare e ad entrare in tempera. Da secco forma crepacciature sottili. Quando forma la crosta superficiale, questa risulta sottile. Si compatta facilmente, da bagnato si presenta fangoso, da secco molto polveroso e forma zolle molto dure.. 7

Terreno di medio impasto I terreni di medio impasto (detti anche franchi o medi ) presentano quantità di sabbia, limo e argilla in proporzioni tali da non fare prevalere le caratteristiche di una classe di particelle sulle altre, in particolare per quanto riguarda le corrispondenti proprietà meno favorevoli alla coltivazione. A secondo della prevalenza di sabbia, limo o argilla, le loro proprietà si spostano in quella direzione (vedi triangolo della tessitura). 8

Terreno con buona dotazione di humus Una buona dotazione di humus abbiamo visto che accentua (migliora) le caratteristiche positive e attenua quelle negative di ogni tipo di terreno possibile. L humus contribuisce molto a trattenere l acqua e i principi nutritivi per le piante, migliora tanto la sofficità del terreno, rendendolo molto più facile a lavorare. Abbiamo già visto, e ripetiamo, che la ricchezza in humus di un terreno è da considerare sempre molto positiva e che il suo contenuto in un terreno, affinchè esso abbia buone caratteristiche per le colture biologiche, non dovrebbe essere inferiore al 3%. 9

Terreno con molto scheletro Un terreno che presenta molto scheletro (ghiaia, sassi, pietre), rispetto a un uguale volume di terreno che ne risulta privo, è più permeabile all acqua e all aria, risulta più ossigenato, consuma più humus, trattiene meno acqua e principi nutritivi, offre meno spazio per le radici delle piante e rende più difficoltose le lavorazioni con attrezzi e macchine. Può formare crosta, crepacciature e suola di lavorazione, in funzione delle caratteristiche della percentuale di terra fine (sabbia, limo, argilla). La sua produttività dipende dalla quantità di scheletro (è maggiore se lo scheletro è basso), dal contenuto in humus e dalle caratteristiche della terra fine di cui è composto. Generalmente, quando il peso dello scheletro non supera il 5% del peso totale del terreno, l influenza sulle sue proprietà è ritenuta trascurabile. 10

QUANDO UN TERRENO E IN TEMPERA Un terreno è in tempera quando il suo contenuto di acqua (umidità) ci permette di eseguire la lavorazione che ci interessa con il minimo sforzo e il miglior risultato possibile. La stima dell umidità va fatta cercando di sbriciolare con le dita un campione di terra prelevato alla profondità a cui intendiamo eseguire la lavorazione: 1. Se il campione non si sbriciola e mantiene la sua forma significa che è troppo secco, non è in tempera. 2. Se modifica la sua forma senza sbriciolarsi, significa che è troppo bagnato, non è in tempera. La lavorazione impasterà il terreno, producendo zolle grosse e compattate. 3. Se si sbriciola facilmente, significa che è in tempera e possiamo eseguire le lavorazioni necessarie. 11

QUANDO UN TERRENO E IN TEMPERA A. Se non si sbriciola e mantiene la sua forma, significa che è troppo secco. B. Se perde la forma senza sbriciolarsi, significa che è troppo bagnato. C. Se si sbriciola facilmente, significa che è in tempera. 12

TIPI DI TERRENO A. Terreno con molta argilla. B. Terreno con molto limo. C. Terreno con molta sabbia. D. Terreno di medio impasto. E. Terreno ricco di humus. F. Terreno con molto scheletro. 13

A. Zolla di terreno di medio impasto, ben dotata in humus, la quale, nonostante la sommersione in acqua, mantiene inalterata la sua struttura. La capacità di resistere all azione disaggregante dell acqua è merito all abbondante presenza di humus. Infatti, il reticolo formato dai complessi argillo-umici è forte e mantiene tutte le particelle aggregate nella zolla di terra che, di conseguenza, non perde la sua forma e non sporca l acqua: questo è un terreno molto fertile. PROVA DEL BICCHIERE B. Zolla di terreno di medio impasto ma povero in humus: la zolla si disgrega liberando le particelle di cui è costituita, l argilla si lega alle molecole d acqua, intorbidendola. 14