La Collana Incontro alla Vita costituisce una delle iniziative che la Fondazione Internazionale Il Giardino delle Rose Blu O.N.L.U.S. ha individuato come strumenti di sensibilizzazione, formazione e promozione umana per il perseguimento dei propri scopi. La Fondazione Internazionale Il Giardino delle Rose Blu O.N.L.U.S. è stata fortemente voluta da Don Ermanno D Onofrio quale efficace evoluzione e prestigioso coronamento dell esperienza finora vissuta in favore di numerose forme di povertà sia in Italia che all Estero. La Fondazione è nata a Frosinone il 26 giugno 2008 e vuole consolidare le più recenti tra le iniziative già realizzate da Don Ermanno (La Casa d Accoglienza L Arcobaleno di Arnara (FR) per minori in condizioni di disagio, Il Consultorio Diocesano Anatolé di Frosinone per l assistenza ed il supporto alle famiglie in difficoltà, L Associazione Il Giardino delle Rose Blu per l assistenza, la prossimità e la condivisione nei confronti di malati gravi in età pediatrica) e promuovere un costruttivo impegno sociale a vantaggio di numerose situazioni di disagio esistenti. La Fondazione ha adottato quali linee guida della propria azione i valori cristiani nella loro accezione più ampia, riconoscendo nell Amore incondizionato per il prossimo, e nella donazione di se stessi a coloro che ne hanno bisogno, la sua ragion d essere e lo strumento più efficace per realizzarla. La Collana si articolerà in tre sezioni: Formazione e Ricerca: testi di formazione, ricerca e didattica in materia di psicologia, pedagogia, scienza dell educazione, servizi sociali; Esperienze e Testimonianze: raccolte di racconti, narrazioni di esperienze legate alle varie attività di elezione della Fondazione; Realtà e Fantasia: storie, racconti, romanzi, saggi di autori che la Fondazione intende sostenere nella promozione delle loro opere letterarie.
Manuale dell educatore professionale nelle strutture residenziali per minori della Regione Lazio di Ermanno D Onofrio ARACNE
Copyright MMVIII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133 A/B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978 88 548 2141 5 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: ottobre 2008
Indice Prefazione... 9 Capitolo I L azione educativa 1.1 La relazione educativa... 11 1.2 Gli Stili educativi... 15 1.3 Il profilo dell educatore professionale.... 17 1.4 La formazione dell educatore professionale.... 18 1.5 Gli ambiti di lavoro... 19 Capitolo II Le strutture 2.1 Le Strutture residenziali per minori... 23 2.2 La Casa Famiglia... 31 2.3 Il Gruppo Appartamento per Minori... 32 2.4 La Comunità di Pronta Accoglienza... 33 2.5 La Comunità terapeutico riabilitativa... 34 2.6 Struttura di accoglienza temporanea in semiautonomia... 40 Capitolo III Gli attori 3.1 L equipe educativa... 43 3.2 Il responsabile e il coordinamento... 44 3.3 Lo psicologo e la valutazione psicologica... 45 3.4 L assistente sociale, la valutazione sociale e la relazione con gli Enti... 47 3.5 L educatore professionale e la vita quotidiana... 49 Capitolo IV I pilastri educativi 4.1 IL Progetto Globale... 59 4.2 La Carta dei Servizi Sociali... 65 4.3 Il Progetto Educativo Personalizzato... 68 Capitolo V I riferimenti legislativi 5.1 Legge Regionale 38 del 9 settembre 1996, Regione Lazio... 73 7
8 Indice 5.2 Deliberazione della Giunta Regionale 2699 del 23 giugno 1998, Regione Lazio... 75 5.3 Legge 328 dell 8 novembre 2000.... 77 5.4 Decreto Ministeriale 308 del 21 maggio 2001... 79 5.5 Legge Regionale 4 del 3 marzo 2003... 80 5.6 Legge Regionale 41 del 12 dicembre 2003, Regione Lazio... 82 5.7 Deliberazione della Giunta Regionale 1305 del 23 dicembre 2004, Regione Lazio... 84 5.8 Regolamento Regionale 2 del 18 gennaio 2005, Regione Lazio... 85 5.9 Deliberazione della Giunta Regionale 424... del 14 luglio 2006, Regione Lazio... 85 5.10 Deliberazione della Giunta Regionale 498 del 3 agosto 2006, Regione Lazio... 86 Capitolo VI Autorizzazione a funzionare e accreditamento 6.1 Gli Enti competenti e le modalità di richiesta... 91 6.2 I Requisiti organizzativi... 92 6.3 I requisiti strutturali... 94 6.4 L accreditamento delle Strutture da parte delle Regioni, dei Comuni o dei Distretti... 94 Appendice A) Progetto globale di una Struttura residenziale per minori... 99 B) Carta dei Servizi Sociali adottata in una Struttura residenziale per minori... 111 C) Modello per compilare il Progetto Educativo Personalizzato (P.E.P.)... 125 D) Modello per redigere il Piano di Intervento Personalizzato (P.I.P.)... 136 E) Scheda di osservazione dell utente a cura dell educatore... 148 Bibliografia... 149
Prefazione Avere una famiglia che si prenda cura dei membri che la compongono, soprattutto se minori, è un diritto ormai riconosciuto da tutte le convenzioni internazionali e dalla legislatura in genere. Per molti bambini questa famiglia non c è e, spesso, lì dove esiste, non è adeguata a prendersi cura di loro. I ragazzi hanno bisogno di un ambiente sicuro ed accogliente che permetta loro di sviluppare le capacità proprie della loro età e di avere accanto adulti capaci di creare un relazione educativa, se ciò non si verifica essi possono sviluppare condizioni di disagio di vario tipo. Quando questi disagi non possono essere evitati con semplici consulenze ai genitori sulle cure da dare loro, sul modo di relazionarsi, sull organizzazione della dinamica familiare, è opportuno allontanare i minori dal nucleo familiare affinché possa essere salvaguardata la loro integrità fisica e psicologica. Questa eventualità determina l esigenza di accogliere i minori in difficoltà in Strutture Residenziali dove poter dare loro la possibilità di essere educati e di sentirsi amati, considerati e gratificati, evitando che passino da una situazione di devianza momentanea a un totale disadattamento sociale e quindi a comportamenti delinquenziali. Le Strutture Residenziali permettono una continuità educativa al minore in un periodo di crisi della sua famiglia, senza interrompere il suo rapporto con quest ultima, anzi favorendo il reinserimento del bambino in essa. In tal modo l affidamento non deve essere inteso come un intervento di sanzione ma come sostegno al nucleo familiare, mentre l affidatario assume un ruolo ausiliario ed integrativo rispetto al ruolo genitoriale, che pertanto non viene giuridicamente modificato. Quello che risulta da queste considerazioni è un manuale che fornisce una visione completa e multisfaccettata delle diverse tipologie di strutture socio educative assistenziali per minori, e delle modalità di 9
10 Prefazione richiesta agli enti competenti dell autorizzazione a funzionare e del relativo accreditamento. Dato che la finalità di queste strutture è quella di favorire il rientro in famiglia dei minori affidati, oppure quello di aiutarli ad inserirsi in una famiglia affidataria, è necessario garantire uno spazio per l elaborazione dei conflitti intrapsichici dei minori in situazione di disagio e un sostegno ai genitori nei loro compiti genitoriali, offrendo loro un ambiente sicuro ed accogliente. Nel manuale vengono indicate le diverse figure professionali che sono necessarie a svolgere in modo adeguato tutte le richieste dell utenza e in particolare vengono fornite indicazioni sull azione educativa e sulle competenze dell educatore professionale che intende operare in tali strutture. Il manuale è pertanto un indispensabile guida per chi intendesse realizzare una Struttura Residenziale per minori, data l attenta e minuziosa cura data alla descrizione dei vari step da seguire; come i riferimenti legislativi, le richieste di autorizzazione, le risorse strutturali e umane necessarie, le caratteristiche dei minori ospitabili e la realizzazione di un Piano Educativo Personalizzato, ma è anche uno stimolo e una risorsa per tutti quelli che avranno modo e piacere di leggerlo. Filippo Petruccelli
Capitolo I L azione educativa 1.1 La relazione educativa Accostandosi al termine educazione nella sua accezione etimologica, studiosi e pensatori di ogni tempo hanno concordato nel mettere in evidenza come l origine latina del termine implica la presenza di un soggetto, l educatore, capace di tirare fuori dall educando le nozioni, i comportamenti e i valori positivi necessari nella vita di ogni giorno. Educare, infatti, pone attenzione sull azione attiva e diretta che l educatore deve compiere con grande impegno e perseveranza per far progredire l educando. Educazione è quindi un rapporto a due basato su un intensa azione comunicativa dove per comunicazione intendiamo la capacità di suscitare una risposta, un feed back ad uno stimolo prodotto dal soggetto responsabile dell azione educativa. Ogni forma di educazione è quindi principalmente una relazione, una relazione educativa, un rapporto educativo. La relazione educativa rappresenta la struttura fondamentale del lavoro di chi, come l educatore o qualsiasi altro operatore socio educativo, è chiamato a stabilire una relazione interpersonale con un utente che abbia come scopo un progresso inteso, ad esempio, come il raggiungimento dell autonomia, la crescita culturale, una maggiore integrazione sociale, l aumento della conoscenza o l acquisizione di valori. Questa relazione è da considerarsi una particolare relazione d aiuto. Essa, infatti, nasce da una domanda che richiede un sostegno. La rela- 11
12 Capitolo I zione educativa dunque presenta una profonda tonalità affettiva a tal punto che si può parlare di amore educativo e in questo rapporto si producono momenti di dolore e di gioia, di sofferenza e di soddisfazione, di crisi e d incomprensione, di riconoscenza e di rancore, di calore e di freddezza. Attraverso la relazione, l educatore gestisce il rapporto quotidiano con l utente secondo un disegno consapevole che consente di veicolare processi di cambiamento e di attuare l agire educativo con le sue caratteristiche di intenzionalità, decisionalità e finalità ( ). La costruzione di una relazione significativa è il solo mezzo con cui gli educatori possono creare un alleanza di lavoro con l utente 1. Negli ultimi due secoli della storia della Pedagogia, ci sono state trattazioni sistematiche nelle quali la relazione interpersonale è interpretata come modello di base dell agire educativo secondo i principi di una teoria pedagogica. Tale relazione viene vista come modello di fondo dell educazione stessa. Questa impostazione ha la sua origine con Dilthey, il quale afferma che la scienza della pedagogia può iniziare solo con la descrizione dell educatore nel suo rapporto verso l educando 2. Prima di giungere a queste trattazioni sistematiche, numerosi sono stati gli autori che, in modo del tutto sporadico, hanno prodotto delle riflessioni sull importanza della relazione educativa. Già Socrate e Platone hanno descritto con grande enfasi e profondo interesse il rapporto esistente tra educatore e giovane, la cui forza unificante è costituita dall eros pedagogico grazie al quale si crea tra i due soggetti un rapporto di reciproca vicinanza. Per Rousseau il rapporto educativo è di tipo indiretto e l educatore deve riuscire a seguire lo sviluppo spontaneo della natura. Per Herbart è fondamentale che nel rapporto educativo si crei uno spazio vitale in cui l educando possa prendere contatto diretto con la realtà. Secondo Pestalozzi la relazione educativa va intesa soprattutto nella prospettiva dell educazione familiare e l amore madre figlio è assunto come modello a cui deve ispirarsi ogni rapporto educativo. 1 A. ROSSATI, Il ruolo dell educatore e gli strumenti dell intervento educativo in «Psicologia dell Educazione e della Formazione», 3, 2000, p. 377 378. 2 F. DILTHEY Padagogik. Geschichte und Grundlinien des Systems in «gesammelte Schriften».