AGGIORNAMENTO AL 1^SEMESTRE 2010 TUNISIA

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2 AGGIORNAMENTO AL 1^SEMESTRE 2010 TUNISIA 1. QUADRO MACROECONOMICO a) Andamento congiunturale e rischio Paese Nel 2009 anche l'economia nazionale tunisina ha registrato alcune ricadute della crisi finanziaria mondiale, ora economica, sull evoluzione della produzione e delle esportazioni delle principali industrie manifatturiere e sul ritmo di attività nei settori del turismo e del trasporto aereo. La sua crescita, dopo il rallentamento dell'inizio dell anno, ha accelerato in modo significativo a partire dal secondo semestre, con un aumento particolarmente forte delle esportazioni negli ultimi mesi. Questo risultato positivo, peraltro sostenuto anche dalla recente missione del FMI nel quadro delle consultazioni regolari a norma dell'articolo IV (tenutasi ad inizio giugno 2010), è dovuto in gran parte al programma di riforme avviate negli ultimi anni e alle prudenti politiche macroeconomiche adottate che ha consentito alle autorità di essere in grado di mitigare l'impatto della crisi con delle politiche di sostegno giudiziose. Le misure congiunturali e strutturali adottate a fine 2008 a sostegno delle aziende esportatrici che hanno permesso di attenuare gli effetti negativi della crisi, anche con riferimento all occupazione, sono state confermate ed ampliate nel corso del 2009 ed in parte prorogate sino al Il tasso di crescita della Tunisia è stato del 3,1%. La posizione esterna resta solida, con buoni livelli di riserve che anche in questa prima parte del 2010, nonostante un leggero calo dell inizio dell anno, rimangono ad un livello rassicurante di circa 9 miliardi di $ USA, mentre la bilancia delle partite correnti, nel corso del primo trimestre 2010 si è chiusa con un deficit di MDT, pari al 2,2% del PIL, come risultato soprattutto dell aumento del deficit commerciale e dalla contrazione della bilancia dei servizi. Due questioni fondamentali continuano ad assorbire l attenzione del governo: la disoccupazione e gli investimenti, indicatori chiave di crescita. La disoccupazione, il cui tasso era già relativamente alto soprattutto tra i giovani laureati, ha superato l anno di crisi con appena un +0,5% rispetto al 2008, considerato virtuoso se confrontato ad altri paesi del Sud ed alcuni paesi OCSE, la cui variazione è stata da 3 a 5 punti. Per quanto riguarda il secondo indicatore, la crisi finanziaria non ha impedito agli investimenti esteri diretti (IDE) di continuare ad affluire sulla Tunisia: nel 2009 hanno raggiunto, escluso portafoglio, 2.278,7 MDT. Secondo la relazione di fine giugno della BCT, relativamente ai primi sei mesi dell anno in corso, l attività economica nazionale è stata segnata dalla continua crescita della produzione e delle esportazioni nel settore manifatturiero in particolare nelle attività orientate verso l esportazione in relazione al miglioramento della domanda estera. Gli scambi con l estero hanno avuto un aumento significativo soprattutto dal lato delle importazioni, facendo registare un ampliamento del disavanzo delle partite correnti nei primi cinque mesi del 2010 rispetto allo stesso periodo del Il tasso di inflazione si è stabilizzato al 4.8% nei primi cinque mesi dell anno, dopo aver raggiunto il 5.2% all inizio dell anno. Il tasso medio di cambio del dinaro che nel 2009 ha registrato un deprezzamento nei confronti delle principali monete quali yen giapponese, dollarousa ed euro, nel corso del primo semestre del 2010 ha subito un deprezzato nei confronti del dollaro USA del 13.3% contro un apprezzamento nei confronti dell euro del 2%.

3 Anche il turismo, dopo la lieve flessione subita nel 2009, ha registrato una relativa ripresa pari allo 0,6% contro il calo dello 0,9% dello stesso periodo del 2009 per attestarsi, con poco più di un milione di turisti. Questi risultati differiscono con l'accelerazione del livello dell inflazione, in particolare a seguito dell aggiustamento dei prezzi di alcuni prodotti alimentari e di carburanti, conseguenti all aumento dei loro prezzi sul mercato mondiale (**) Popolazione (mln) stime (**) Speranza di vita (*) PIL a prezzi correnti (mld $ USA) (*) Crescita PIL (*) PIL procapite ($ USA) (*) Risparmi/PIL (*) Debito estero totale (mld $ USA) (*) Debito estero totale/pil (*) Debito pubblico tot/pil (*) Deficit di bilancio (**) Disoccupazione % (**) Tasso d inflazione (*) Bilancia partite correnti (mln $ USA) (*) Riserve (mld $ USA) (**) Bilancia commerciale (mln DT) (**) Tasso cambio DT/USA$ Fonte: (*) Fondo Monetario Internazionale ( stime) (**) Institut National des Statistiques Per quanto riguarda il rischio-paese la Sace mantiene la Tunisia nella Classe A Categoria 3/7 - Consensus 2 abbattimento 0. Inoltre, la Tunisia ha ottenuto dall Agenzia di notazione Standard & Poor s il mantenimento della notazione del rischio sovrano per i suoi impegni esterni ed interni a lungo termine, ossia rispettivamente «BBB» e «A» con «prospettiva stabile». Secondo il rapporto mondiale sulla competitività del Forum mondiale di Davos, il Paese è classificato ai primi posti in materia di competitività (su 133 paesi sviluppati ed emergenti è 40 per competitività globale e 35 per la qualità dell infrastruttura); mentre il rapporto Index of Economic Freedom 2010, lo posiziona al 95 posto su 179 paesi su scala internazionale e al 12 tra i 17 paesi del Medio Oriente e Africa del Nord, con un indice di libertà economica mostly unfree. L Agenzia internazionale di notazione finanziaria Fitch Ratings mantiene la notazione «BBB» con prospettiva stabile e la notazione a lungo termine in valuta locale ad «A-» con prospettiva stabile ed infine il plafond paese a «BBB +». La Tunisia è il solo paese arabo oggetto di notazione da parte delle tre principali agenzie internazionali (la giapponese JBRI, l americana Moody s e l Europea IBCA) che le hanno attribuito lo status di paese emergente con, pero, note medie (Baaa3 secondo Moody s e BBB secondo IBCA).

4 Tuttavia, la Coface francese ha a lungo posizionato la Tunisia a A4 a breve termine (vale a dire probabilità di moderato rischio di non pagamento) e a fine 2009 l ha rivalutata al rialzo, accompagnandola con una sorveglianza positiva (A4+), cio che lascerebbe intravedere, salvo involuzione, un passaggio prossimo al livello A3. Il rapporto della Banca Mondiale e della Società Finanziaria Internazionale, Doing Business 2010, pubblicato a metà settembre 2009, rileva che 131 paesi dei 183 che hanno formato oggetto della rilevazione hanno riformato le loro regolamentazioni del mondo degli affari , e tale numero rappresenta la percentuale annua più importante dal 2004, data della prima pubblicazione del documento, e cio sullo sfondo della crisi economica mondiale. La Tunisia si è posizionata al 69 posto nella classifica, guadagnando quattro posizioni rispetto all anno precedente. E leader in Africa del Nord e molto avanti ad altri Paesi della regione MENA, tra cui Giordania, Egitto, Marocco ed Algeria. Tuttavia è preceduta, a livello di Paesi arabi, dai Paesi del Golfo, in particolare Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Kuwait, e, a livello africano, dall Africa del Sud. Secondo il rapporto, la Tunisia è riuscita nel 2009 a intraprendere riforme in favore dell ambiente degli affari in particolare in materia di protezione degli investimenti e commercio transfrontaliero, i due indicatori presi in considerazione dal rapporto. Nella sezione relativa alle riforme intraprese nei paesi del Medio-oriente e dell Africa del Nord, è riportato che la Tunisia ha rafforzato la protezione degli investitori esigendo una maggiore divulgazione di informazioni da parte delle imprese. b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri La dipendenza dell economia tunisina dagli scambi con l estero è notevole. Secondo il rapporto mondiale sulla competitività del Forum mondiale di Davos, il Paese è classificato ai primi posti in materia di competitività (su 133 paesi sviluppati ed emergenti è 40 per competitività globale e 35 per la qualità dell infrastruttura); mentre il rapporto Index of Economic Freedom 2010, lo posiziona al 95 posto su 179 paesi su scala internazionale e al 12 tra i 17 paesi del Medio Oriente e Africa del Nord, con un indice di libertà economica mostly unfree. La Tunisia ha intrapreso la liberalizzazione del proprio commercio con l estero nel 1990, divenendo membro del GATT. Ad oggi, il commercio estero è retto dalla legge n del 07/03/1994. Sono previsti 3 regimi di importazione: - i prodotti liberi all importazione che rappresentano oltre il 90% dei prodotti importati; - i prodotti esclusi da tale regime e sottomessi ad autorizzazione all importazione dal Ministero del Commercio, ovvero i prodotti della sanità, dell igiene, della sicurezza, della protezione della flora e della fauna, e altri beni (tappeti, vini) particolarmente protetti; - i prodotti esclusi a titolo transitorio dal regime della libertà, e sottomessi a speciale autorizzazione (es.: vetture da turismo). Va rilevato che circa il 75% dell interscambio è realizzato con l Unione Europea, con la quale a partire dal 1996 si è avviata, complessivamente con successo, la fase di abbattimento tariffario prevista dall Accordo di Associazione che si è conclusa il 1 gennaio 2008, data di entrata in vigore dell Area di libero scambio con i Paesi UE per i prodotti industriali. L azzeramento dei dazi doganali con l UE prevede limitatissime eccezioni, anche se permangono meccanismi di fatto di contingentamento delle importazioni di alcuni prodotti. La finanziaria 2008 ha proseguito l opera di riduzione generalizzata dei dazi doganali, che si

5 affianca allo smantellamento tariffario per i prodotti industriali con l UE. E stata cosi stabilita una riduzione dei picchi tariffari, portati dal 73% al 60%, e dei tassi ordinari dei dazi doganali, portati dal 22% al 17%. E stato anche deciso di far beneficiare di un esonero totale o di un tasso ridotto del 10% le materie prime ed i beni strumentali necessari per lo sviluppo del Paese. Dopo la promulgazione della legge finanziaria 2009 (n. 77 del 22 dicembre 2008), orientata alla promozione della competitività delle imprese e degli investimenti nel Paese, e ad integrazione della stessa, sono state adottate ulteriori misure straordinarie, presidenziali, in favore delle imprese esportatrici, per far fronte alle ripercussioni della crisi internazionale. Per favorire la competitività delle imprese tunisine, è prevista la riduzione delle tariffe doganali imposte sull importazione dei beni strumentali, materie prime, semi-lavorati e alcuni altri prodotti, che sono passati dal 17%, 43% e 60% al, rispettivamente, 15%, 36% e 36%. Il rapporto mondiale sulla competitività per il elaborato, come ogni anno, dal Forum Economico Internazionale di Davos, pubblicato ad inizio settembre e presentato all Istituto arabo dei capi di imprese (IACE), classifica la Tunisia al 40 posto su un totale di 133 Paesi industrializzati ed emergenti, perdendo cosi quattro posizioni nella classifica mondiale del che la vedeva al 36 posto. E riuscita a mantenere la sua prima posizione tra le economie africane, ma è posizionata al 6 posto tra i paesi arabi, preceduta dai paesi petroliferi del Golfo. Per contro, ha guadagnato posizioni in materia di stabilità economica. In materia di investimento e del diritto di insediamento: La Tunisia offre vantaggi molto importanti per gli investitori esteri (mano d opera qualificata, abbondante e a basso costo, procedure amministrative semplificate del tipo sportello unico per le imprese, legislazione favorevole, infrastrutture funzionali ed in costante miglioramento). Dopo il 1996 sono sensibilmente aumentati anche gli afflussi di investimenti diretti al Paese che attualmente hanno raggiunto una dimensione in grado di coprire circa i 4/5 del deficit delle partite correnti. Il codice degli investimenti del 1993 stabilisce il principio della libertà d investimento nel settore dell agricoltura, dell industria e dei servizi non finanziari. I promotori sono tenuti soltanto ad una dichiarazione di investimento da depositare presso le autorità competenti. Misure nel settore fiscale, a favore delle imprese, sono state adottate con la legge finanziaria per il 2007 che ha diminuito la pressione fiscale sugli utili delle aziende (passando dal 35% al 24%) e la tassa sul valore aggiunto (TVA) sui prodotti di lusso (dal 29% al 18%), sostituita dalla tassa sul consumo (pari al 10%). Le società totalmente esportatrici godono di vantaggi fiscali quali l esenzione totale dall imposta sui benefici per i primi 10 anni d esercizio, riduzione o esonero dei diritti di dogana per i beni di investimento relativi al progetto, contributi statali agli investimenti nelle regioni sottosviluppate. I benefici previsti per le società esportatrici, che avrebbero dovuto cessare a partire dal 1 gennaio 2008, sono stati prorogati al 31 dicembre Nel dicembre 2007 il Parlamento ha inoltre approvato una nuova legge sugli investimenti (n. 2007/69) che prevede ulteriori incentivi, in particolare a livello di regioni svantaggiate. La legge di bilancio 2008 prevede, inoltre, vantaggi fiscali per gli utili reinvestiti e la riduzione al 2.5% della ritenuta alla fonte sui compensi per professionisti o società che prestano prevalentemente i loro servizi a delle società non residenti (regime off-shore). E da segnalare che dal maggio 2005 è consentito agli investitori stranieri l acquisto di terreni ed edifici industriali, cosi come di terreni ed edifici destinati ad attività economiche di carattere turistico, senza la previa autorizzazione delle autorità di governo.

6 La Tunisia ha firmato accordi di promozione e di protezione reciproca degli investimenti con la Francia e con l Italia. Il Paese attrae gli investimenti stranieri, sia sotto forma di investimenti diretti che sotto quella di acquisizioni di portafoglio (con particolare riferimento alle imprese privatizzate) per i seguenti motivi: accesso libero al mercato dell'unione, risorse umane qualificate e competitive, economia liberale, infrastrutture adeguate in un ambiente attraente, un regime politicamente stabile, un quadro legislativo, normativo ed amministrativo che ne facilita gli insediamenti, il costo competitivo dei fattori di produzione (luce/acqua e gas). L equilibrio dei fondamentali macroeconomici, ottenuto attraverso l esercizio di un accorta politica economica e monetaria, posta in essere secondo i suggerimenti del Fondo Monetario Internazionale e supportato da numerosi finanziamenti ottenuti dalle banche internazionali e dai Paesi donatori, ha contribuito a migliorare l immagine del Paese anche attraverso favorevoli notazioni da parte delle agenzie di rating. In questo quadro vanno analizzate le scelte strategiche che la Tunisia ha adottato; scelte che hanno consentito alla sua economia di integrarsi a quella occidentale, grazie all impiego di misure ispirate alla libera iniziativa ed alle regole della concorrenza e del mercato. Nel corso dell anno, gli investimenti stranieri hanno raggiunto la quota del 10% degli investimenti produttivi, hanno generato il 34% delle esportazioni ed hanno creato 1/6 degli impieghi. Le priorità del governo sono definite nei piani quinquennali di sviluppo economico e sociale, principale strumento di programmazione, che fissano gli orientamenti strategici e le politiche prioritarie. L XI Piano, che copre il periodo è stato adottato nella prima metà del Tra le priorità politiche e settoriali del governo ci sono: - la politica di impiego al fine di riassorbire la notevole disoccupazione strutturale, in particolare tra i giovani diplomati e laureati; - il consolidamento dell economia e accelerazione della crescita superiore al 6%, per rispondere alle sfide sociali e all obiettivo di convergenza economica; - le politiche economiche e finanziarie, in particolare la politica della concorrenza, la politica commerciale focalizzata sullo smantellamento delle tariffe conformemente all Accordo di Associazione, l ottimizzazione del finanziamento dell economia e la riforma del settore finanziario; - il consolidamento del buon governo, della trasparenza e delle riforme legislative, istituzionali e amministrative corrispondenti in quanto fattori di crescita e di sviluppo; - l integrazione regionale e internazionale, fondamentale per un Paese come la Tunisia. In materia di controllo degli scambi: La regolamentazione degli scambi e del commercio estero si basa sul Codice del Commercio di cui alla legge n del 07/03/1994 e alla legge n del 03/05/1993. I trasferimenti per le operazioni correnti sono liberi. Le imprese residenti sono dunque libere di realizzare trasferimenti relativi alle loro importazioni di beni e servizi e sono allineate in ciò alle imprese totalmente esportatrici che, dopo il 1972, beneficiano di una libertà totale di scambi per operazioni inerenti la loro produzione. Questo processo è stato accompagnato dalla concessione di un regime di favore accordato a imprese residenti parzialmente o totalmente esportatrici che investono all estero al fine di sostenere i loro programmi di esportazione; a banche e imprese che possono contrattare fino a 10 milioni di dinari di capitali in valuta l anno per le necessità delle loro attività; ad investitori

7 stranieri che possono acquistare fino al 50% di partecipazione di portafoglio di imprese tunisine quotate o non in borsa. La Tunisia sta progressivamente aprendo il proprio conto capitale estero, con l obiettivo di passare a medio termine ad un regime di cambio libero fluttuante. Andamento della bilancia commerciale Per quanto riguarda l interscambio commerciale, i principali partner della Tunisia si confermano la Francia e l Italia, con l UE come principale mercato di sbocco dei prodotti tunisini. BILANCIA COMMERCIALE TUNISIA (primi 6 mesi del triennio ) Valore in milioni di DT - 1 DT. : 0,55 (media 2009) TOTALE PRIMI 6 MESI 2008 PRIMI 6 MESI 2009 PRIMI 6 MESI 2010 VAR.% 2009/2010 VAR.% 2010/2009 IMPORTAZIONI ESPORTAZIONI DEFICIT COMMERCIALE TASSO DI COPERTURA% Le variazioni positive riscontrate sia nelle esportazioni che nelle importazioni riflettono una ritrovata dinamicità dell economia tunisina. Tuttavia i valori assoluti di importazioni ed esportazioni mostrano una forbice che si è allargata progressivamente negli ultimi 3 anni, per cui le importazioni continuano ad essere maggiori delle esportazioni. Ciò è evidente anche dal deficit commerciale (in crescita) e dal tasso di copertura percentuale (in calo).

8 IMPORTAZIONI TOTALI TUNISIA (per macrosettori 1 semestre ) Valore in milioni di DT - 1 D.T. : 0,55 circa (media 2009) I M P O R T A Z I O N I Totale Genn-Giu 2009 Genn-Giu 2010 Variaz. % 2010/2009 Variaz. Val. 2010/ , Agroalimentare (*) ,4 283 Energia e Lubrificanti ,1 776 Min. Fosf. e derivati ,5 40 Tessile/abbigliam/Cuoio (**) ,3 161 Tessile ed abbigliam ,4 137 Cuoi & calzature ,8 24 Ind. meccaniche ed elettriche, materiale da trasporto , Materiale da Trasporto (***) ,5 622 Altre Industrie Meccaniche(****) ,2 695 Industrie Elettriche(****) ,7 666 Altre Ind. Manifatturiere ,6 512 Fonte: elaborazioni ICE su dati I.N.S. (*) Con la voce agroalimentare in import si intende grano duro, grano tenero, orzo, mais, patate caffè, thé, latte e derivati, oli vegetali, zucchero, farina di soia, tabacco grezzo. (**) Con la voce tessile e abbigliamento in import si intendono in particolare semilavorati (cotone grezzo, filati, tessuti, cuoio e pelli) e articoli tessili. (***) Con la voce materiale da trasporto si intendono camion, trattori, autobus, pullman, macchine e altro, sia finiti sia sotto forma di telai e carrozzerie. (****) Con le voci altre industrie meccaniche e industrie elettriche si intendono sia gli impianti che i macchinari. Le importazioni totali tunisine presentano un generale trend di crescita, e ammontano ad un totale di milioni di dinari (circa 8 milioni di euro), + 31,1% rispetto al primo semestre Particolarmente consistente si rivela la variazione percentuale delle voci Energia e lubrificanti, +74,1%. Anche la macrocategoria Macchinari e Materiali per le Industrie Meccaniche ed Elettriche e Materiali da trasporto presenta notevoli variazioni positive, in particolare per quanto riguarda il settore Materiali da trasporto, +70,5%. La stessa macrocategoria era l unica ad aver registrato nello scorso anno variazioni positive in un contesto di generale recessione delle importazioni. Le importazioni del settore agro-alimentare mostrano una buona ripresa, con un totale di milioni di dinari, + 23%, dato significativo soprattutto se si considera che nel 2009 mostravano una variazione del 26%.

9 Infine, anche le importazioni del settore tessile e del settore Minerali e fosfati presentano una variazione positiva (rispettivamente dell 8% e del 15%). Data l importanza di questi settori per le esportazioni, le relative importazioni sono presumibilmente anche dovute a componenti o semilavorati necessari alla lavorazione dei prodotti da esportare. ESPORTAZIONI TOTALI TUNISIA (per macrosettori 1 semestre ) Valore in milioni d DT - 1 D.T. : 0,55 (media 2009) E S P O R T A Z I O N I Generali Genn-Giu 2010 Genn-Giu 2009 Variaz. % Variaz. Val. 2010/ /2009 Totale , Agroalimentare (*) ,9-81 Energia e Lubrificanti ,9 442 Min. Fosf. e derivati ,7 92 Tessile/Abbigliam/Cuoio Tessile ed abbigliam (**). Cuoi & calzature Ind. meccaniche ed elettriche, materiale da trasporto Materiale da Trasporto (***) Altre Industrie Meccaniche Industrie Elettriche (****) ,9 4,6 13, ,6 32,6 44,2 Altre Ind. Manifatturiere , Fonte: elaborazioni ICE su dati I.N.S. (*) Con la voce agroalimentare in export si intendono olio d oliva, pesci crostacei e molluschi, datteri e agrumi. (**) Con la voce tessile e abbigliamento in export si intendono calzetteria, prodotti tessili finiti, tessuti, tappeti d artigianato, articoli in cuoio. (***) Con la voce materiale da trasporto si intendono camion, trattori, autobus, pullman, macchine e altro, sia finiti sia sotto forma di telai e carrozzerie. (****) Con le voci altre industrie meccaniche e industrie elettriche si intendono sia impianti che macchinari. Per quanto riguarda le esportazioni, è evidente la ripresa generale dell economia rispetto alla crisi del 2009, anche se la variazione totale delle esportazioni è inferiore rispetto a quella delle importazioni. Le esportazioni tunisine infatti ammontano a milioni di dinari (circa 6 milioni di euro). La ripresa è trainata dalla macrocategoria Macchine, materiali meccanici ed elettrici, che presenta la variazione percentuale più consistente, +39%, seguita dal settore Energia e lubrificanti, +37,9%. Il settore Tessile, abbigliamento e calzature si riconferma uno dei settori più importanti nell economia delle esportazioni tunisine, presentando una certa stabilità

10 (variazioni percentuali massime +/- 13% anche nel 2009) e un notevole valore economico (3.013 milioni di TD per semestre, ca. 1,5 milioni di euro). La sola variazione negativa è rappresentata dal settore agroalimentare, -7,9% che presenta comunque un valore assoluto rilevante di 948 milioni di TD. c) Andamento dell interscambio commerciale con l Italia e degli investimenti diretti esteri bilaterali. IMPORTAZIONI TUNISINE DALL ITALIA (1 semestre ) valore in milioni di DT - 1 DT. : 0,55 (Media 2009) Genn-Giu 2009 Genn-Giu 2010 Variaz.% 2010/2009 Variaz. Val. 2010/2009 TOTALE ,4 651 Agricolo ed agroalimentare ,9-31 Energia & Lubrificanti ,0 341 Miner. Fosf. & Derivati ,1 7 Tessile & Abb./Cuoio & Calz. * (di cui Cuoio tess./abbig. * & calzature) Ind. Mecc. & Elettriche Materiale da Trasporto Altre Industrie Meccaniche Industrie Elettriche ,3 3,4 7,2 31,0-0,5 30,6 50,4 Altre Ind. Manifatturiere ,6 43 Fonte: elaborazioni ICE su dati I.N.S Le importazioni tunisine di prodotti provenienti dall Italia riconfermano la ripresa delle importazioni totali per tutti i settori, tranne che per l Agroalimentare che ha una consistente variazione negativa di 32,9 %, e per il settore Materiali da trasporto, leggermente in calo. Cio significa che, considerando il fatto che il settore dei Materiali da trasporto presenta una crescita del 70% sulle importazioni totali, le merci in arrivo non sono di provenienza italiana, e quindi l Italia non partecipa significativamente alle possibilità di crescita di questo settore. Lo stesso si puo dire per il settore Agroalimentare, in crescita del 23% sulle importazioni totali ma in netto calo sulle importazioni provenienti dall Italia. Da notare il considerevole aumento delle importazioni nel settore Energie e lubrificanti, + 534%, dovuto principalmente alla chiusura della raffineria di Bizerta, avvenuta nel dicembre 2009, che ha portato ad un forte aumento dell importazione di benzina senza piombo e di kerosene. Anche i settori Minerali e fosfati, +26%, e Tessile, Abbigliamento e Calzature, + 4,3% mostrano una crescita, in linea con le importazioni totali.

11 ESPORTAZIONI TUNISINE VERSO L ITALIA (1 semestre ) valore in milioni di DT - 1 DT : 0,55 (media 2009) Variaz. % 2010/2009 Variaz. Val. 2010/2009 TOTALE ,0 150 Agroalimentare ,1-45 Energia & Lubrificanti ,7 59 Miner. Fosf. & Derivati ,8-1 Tessile & Abb./Cuoio & Calz ,6 95 Tessile & Abb ,6 43 * Cuoio & calzature) ,1-7 Ind. Mecc. & Elettriche ,4 93 Materiale da Trasporto ,3 5 Altre Industrie Meccaniche ,9 12 Industrie Elettriche ,2 76 Altre Ind. Manifatturiere ,0 8 Fonte: elaborazioni ICE su dati I.N.S. Riguardo alle esportazioni tunisine verso l Italia, sono presenti alcuni trend negativi, ma la ripresa è evidente e positiva se si confrontano i dati correnti con i dati dell anno La variazione negativa del settore Agroalimentare 17,1%, rispecchia la variazione negativa generale di questo settore delle esportazioni tunisine. Il settore Minerali e fosfati è praticamente stabile, con una variazione percentuale leggermente negativa, e sono leggermente in calo anche le esportazioni di calzature. Buoni valori mostra il settore Energia e Lubrificanti, e ottime variazioni positive mostrano i settori industriali, indice delle potenzialità di sviluppo e della dinamicità crescente di questi ambiti. Il settore principale e trainante dell export tunisino verso l Italia rimane comunque il settore Tessile e abbigliamento, che costituisce la metà del valore totale merci in export, per un totale di milioni di TD.

12 BILANCIA COMMERCIALE DELLA TUNISIA CON L ITALIA ED ALCUNI TRA I PRINCIPALI PAESI CONCORRENTI DELL UNIONE EUROPEA ED EXTRA U.E. PRIMI 6 MESI Valore in milioni di DT - 1 DT. : 0,55 (media 2009) IMPORT GEN-GIU 2009 EXPORT GEN-GIU 2009 IMPORT GEN-GIU 2010 EXPORT GEN-GIU 2010 TOTALE GENERALE TOTALE DA U.E ITALIA FRANCIA GERMANIA SPAGNA BELGIO REGNO UNITO PAESI BASSI ALTRI PAESI Come è evidente dalla bilancia commerciale, l Italia si riconferma il secondo partner commerciale della Tunisia dopo la Francia. La classifica dei partner Europei della Tunisia non presenta sostanziali variazioni da alcuni anni, Con la Francia in testa (anche per motivi storicosociali), l Italia al secondo posto (tra i tanti motivi c è anche la vicinanza geografica) e la Germania, primo esportatore europeo, al terzo posto. L Unione Europea nel suo insieme rimane quindi il principale partner commerciale della Tunisia: essa accoglie infatti il 73% delle esportazioni tunisine e copre il 62% delle importazioni; si riconferma praticamente invariato il trend di diminuzione di queste ultime. Cio trova riscontro nell aumento delle importazioni di provenienza extra-ue, come mostra la tabella seguente:

13 PRINCIPALI PARTNERS EXTRA-UE PRIMI 6 MESI Valore in milioni di DT - 1 DT = 0,55 (media 2009) IMPORT GEN-GIU 2009 EXPORT GEN-GIU 2009 IMPORT GEN-GIU 2010 EXPORT GEN-GIU 2010 CINA RUSSIA U.S.A LIBIA ALGERIA UKRAINA GIAPPONE COREA DEL SUD BRASILE EGITTO ARABIA SAUDITA MAROCCO Riguardo a questi dati, si nota il grande incremento delle importazioni di provenienza cinese (919 Milioni di dinari) e statunitense (607 milioni di dinari), paesi in forte crescita come esportatori su scala mondiale. Consistente anche l incremento delle importazioni di provenienza russa, probabilmente riferite al settore energetico, mentre i principali paesi di destinazione delle merci tunisine si trovano nell area Nord Africana, e sono Libia ed Algeria, anche se si nota una consistente crescita del flusso di merci in export verso gli USA (331 Milioni di dinari). INVESTIMENTI ESTERI DIRETTI (IDE) IN TUNISIA FLUSSO DEGLI INVESTIMENTI ESTERI - in milioni di DT: 1 DT = 0.55 (media 2009) IDE Portafoglio ,3 TOTALE * Fonte : FIPA-API-APIA-ONTT-BCT-Dogana * Compresa la privatizzazione di Tunisie Télécom, pari a milioni La Tunisia attraversa la fase avanzata di un processo di sviluppo e di rinnovata apertura, iniziato più di dieci anni fa con l avvio del programma di privatizzazioni e di ammodernamento dell economia (programme de mise à niveau) che ha stimolato i finanziamenti e gli investimenti esteri come dimostrano i notevoli aumenti dei flussi netti: gli investimenti esteri diretti verso la Tunisia si sono attestati a 870 Milioni di Euro in media annua nel corso degli ultimi dieci anni, contro i 756 Milioni di USD realizzati dal Marocco ed i Milioni di USD realizzati dall Egitto, mercati di taglia decisamente più grande. Nello stesso tempo, la Tunisia ha assorbito oltre il 6% dell insieme dei flussi d investimento destinati al continente africano. Questi contributi di capitali hanno permesso di coprire i quattro quinti del deficit corrente tunisino (612 Milioni di Euro, in media annua). La stabilità politica, economica e sociale così come lo

14 snellimento delle procedure legate al settore degli investimenti, realizzato grazie alle numerose riforme portate a compimento, hanno contribuito al raggiungimento di risultati estremamente positivi. Nel corso del 2008 gli investimenti esteri diretti (IDE) avevano raggiunto un ammontare record di milioni di dinari (escluso portafoglio), nel 2009, pur essendo scesi a 2.278,7 MDT (- 33% rispetto al 2008) rappresentano il 13,7% dell investimento produttivo tunisino, il 4% del PIL, il 37% delle entrate di capitali stranieri e il 20% di creazione annuale di posti lavoro. Secondi gli ultimi dati ufficiali (giugno 2010), l ammontare degli IDE a fine 2009 è pari a contro 1.088,2 del 2005, con predominanza nel settore manifatturiero dove sono più che raddoppiati nel corso degli ultimi cinque anni, ponendolo al primo posto (escluso il settore energetico) con 657,6 MDT pari al 71,6% del totale degli IDE. Una dinamica tutta particolare hanno avuto gli IDE nel settore meccanico, elettrico elettronico che hanno sorpassare quelli del tessile e abbigliamento. La loro quota, nel corso degli ultimi tre anni ha più che raddoppiato quella del tessile. Il governo prevede un contributo degli IDE al PIL dell ordine del 26.1% da qui al I Paesi dell UE hanno confermato il loro primo posto in quanto a investitori diretti, i cui flussi provenienti da GB, Francia e Italia hanno rappresentato più della metà dei flussi entrati nel 2009 e oltre 2/3 del totale dell UE (l Italia risulta essere il primo investitore, per un ammontare complessivo pari a 581,08 MDT). L America (USA e Canada), si è riconferma nel 2009 al secondo posto come investitore estero. La prossimità geografica e culturale continua a giocare a favore dei Paesi europei, anche se, ad un grado inferiore, quelli asiatici non sono rimasti indifferenti alla posizione di piattaforma regionale di produzione e di esportazione che la Tunisia sta sempre più assumendo. Permane la tendenza registrata nel 2007 ad una pur lieve migrazione degli IDE verso le regioni dell interno del Paese, che dispongono ormai dell infrastruttura di accoglienza necessaria e in grado di consolidare le loro attrattive territoriali rispetto alle regioni costiere. Per i motivi su menzionati, il Paese attrae gli investimenti stranieri, sia sotto forma di investimenti diretti che sotto quella di acquisizioni di portafoglio (con particolare riferimento alle imprese privatizzate). Importante è il partenariato, circa la metà delle imprese straniere sono associate a tunisini in joint-venture a capitale misto e il 76% delle imprese straniere esportano la totalità della loro produzione. Secondo i recenti dati FIPA, nel corso del primo semestre del 2010 gli investimenti esteri ammontano a 956,6 milioni di dinari di cui 848,6 MDTdi investimenti diretti e 108,0 MDT in portafoglio contre rispettivamente 829,5 MDT e 55,1 MDT nel corso dello stesso periodo del 2009 con un aumento dell 8,1 %. Un analisi dei flussi rivela una forte concentrazione nel settore energetico e nei settori delle industrie manifatturiere che registranio rispettivamente 456,0 MDT (-10.6% rispetto allo stesso periodo del 2009) e MDT (-1.9 rispetto al 2009). I risultati del primo semestre 2010 ha permesso la entrata in attività di 102 nuove imprese a partecipazione straniera, la realizzazione di 120 operazioni di estensione da parter di imprese esistenti in Tunisia, nel quadro dello sviluppo delle loro attività, ed infine la creazione di nuovi posti di lavoro di cui nell industria manifatturiera.

15 FLUSSO DEGLI IDE PER SETTORE Valori in milioni di DT: 1 DT = 0,55 (media 2009) Settori % su 2009 Industrie manifatturiere Energia Turismo e immobiliare Agricoltura Servizi e altro * TOTALE IDE * Fonte FIPA-API-APIA-ONTT-BCT-Dogana * di cui MDT relativi alla privatizzazione di Tunisie Télécom (35% del capitale) FLUSSO DEGLI IDE NEL SETTORE INDUSTRIA MANIFATTURIERA Valori in milioni di DT 1 DT = 0,55 (media 2009) Settore % su 2009 Industrie diverse Agro-alimentare Materiali da construzione Meccanico-elettrico-elettronico Chimica e caucciù Tessile e abbigliamento Cuoio e calzature Materie plastiche TOTALE INDUSTRIE FIPA-API-APIA-ONTT-BCT-Douane FLUSSO DEGLI IDE DEI PRINCIPALI PAESI Valori in milioni di DT 1 DT = 0,55 (media 2009) PAESI PAESI UE di cui: Francia Gran Bretagna Italia di cui: Ind.manifatturiera energia agricoltura turismo servizi e altro AMERICA di cui: Canada USA PAESI ARABI ALTRI PAESI TOTALE GENERALE

16 Secondo i dati attualmente disponibili, pubblicati dalla FIPA, al 2009 in Tunisia sono presenti circa imprese straniere (con più di addetti), di cui circa europee, delle quali circa nel settore manifatturiero (tessile abbigliamento, meccanico, metallurgico, cuoio e calzature, chimico elettrico, ecc.), circa 370 nel settore dei servizi (informatica telecomunicazioni, consulenza), circa 160 nel settore del turismo, circa 60 nel settore dell energia e circa 80 nell agricoltura. L 80% delle imprese del settore manifatturiero si sono stabilite in Tunisia per riesportare la totalità della loro produzione in altri Paesi. Oltre la metà di queste imprese sono società a capitale interamente straniero. Il 74,9% è di provenienza UE di cui Francia, Italia, GB, Germania e Belgio sono i principali investitori, 8,6% da Paesi Arabi, 7,7% dai Paesi del Nord America, 4,3% da Paesi asiatici e 4,5 da altri paesi. EVOLUZIONE DELLE IMPRESE STRANIERE IN ATTIVITÀ Anno Numero di imprese Impieghi (Fonte FIPA-API-APIA-ONTT-BCT-Dogana) RIPARTIZIONE DELLE IMPRESE STRANIERE PER CAPITALE (escluso energia) Capitale N. Imprese Impieghi N. Imprese Impieghi 100% straniero Miste Totale * * escluso il settore energia (Fonte FIPA-API-APIA-ONTT-BCT- Dogana) RIPARTIZIONE DELLE IMPRESE STRANIERE PER SETTORE Settore N.Imprese Impieghi N.Imprese Impieghi Industrie manifatturiere Servizi Agricoltura Turismo SUB TOTALE Energia TOTALE (Fonte FIPA-API-APIA-ONTT-BCT- Dogana)

17 RIPARTIZIONE DELLE IMPRESE STRANIERE PER PAESI (Escluso energia) 2009 Paesi N. imprese Impieghi Paesi UE di cui Francia Italia Germania Belgio GB Paesi Bassi Lussemburgo Spagna Portogallo Malta Altri Paesi europei Paesi Americani di cui USA Canada Paesi arabi di cui Arabia Saudta Kuweït E.A.U Paesi asiatici Paesi africani TOT GENERALE Fonte FIPA-API-APIA-ONTT-BCT- Dogana *alcune imprese sono riportate più volte per la presenza di investitori di varie nazionalità Al 2009 il numero complessivo delle imprese italiane registrato dalle autorità tunisine (escluso il settore energia) è aumentato da 672 (nel 2008) a 704 con oltre addetti. Permane l interesse delle aziende italiane verso questo Paese. Il settore merceologico con maggiore presenza è quello del tessile ed abbigliamento dove operano circa 260 imprese, in prevalenza piccole e medie. Si ricorda peraltro la presenza di noti gruppi industriali come BENETTON, che a giugno 2008 ha ricevuto il premio miglior investitore per il 2008, il Gruppo Tessile MIROGLIO-GVB, il Gruppo MARZOTTO e CUCIRINI. Gli investimenti italiani sono diretti, in varia misura, verso tutti i settori. Si menziona la presenza di COLACEM, del Gruppo italiano SAFAS e delle Fonderie Fratelli Gervasoni. Grandi imprese italiane sono presenti anche nei settori dell energia (ENI, SNAM PROGETTI, TERNA, ANSALDO ENERGIA), del trasporto (FIAT AUTO, FIAT IVECO, FIAT AVIO, PIAGGIO), della metallurgia (ILVA MAGHREB), dei grandi lavori e delle opere di costruzione (TODINI, ASTALDI, FERRETTI INTERNATIONAL, CARTA ISNARDO). ANSALDO Energia si è recentemente (ottobre 2010) aggiudicata la gara per la costruzione della centrale elettrica di Sousse.

18 Sono inoltre presenti CAI-ALITALIA, che assicura i collegamenti aerei con tre voli quotidiani da e per l Italia, nonché le società MESSINA, TARROS, GRIMALDI, BONGIORNO srl, SIRIO, GERMANETTI, MARTINELLI, FAGGIOLI, STC-SOCIETÀ TRASPORTI COMBINATI che gestiscono trasporti marittimi ed intermodali di merci tra l Italia e la Tunisia. La SIMEST è molto attiva in Tunisia, con partecipazioni al capitale sociale di dieci società, per oltre 16 milioni di Euro (dati al ). Sono inoltre presenti con propri uffici di rappresentanza le banche AGRILEASING del Gruppo ICCREA (credito cooperativo), Monte de Paschi di Siena, UNICREDIT e Intesa/San Paolo, che detiene una partecipazione azionaria del 5.61% nella BIAT. La BNL ha un desk Italia presso la UBCI, del Gruppo BNP Paribas. TURISMO Il 2009 ha visto diminuire il numero dei turisti stranieri del 2,1% contro +4,2% dell anno precedente, con 6,9 milioni di turisti, anche se le entrate in valuta estera sono aumentate del 2,1% (-2,6% senza l'effetto cambio), contro il 10,2% nel 2008, attestandosi a circa MDT. Il calo numerico è dipeso principalmente dalla regressione dei flussi dei cittadini europei (-8,8% contro 1,5% del 2008), soprattutto italiani (-13,7% contro 0,2%, per un totale di presenze secondo i dati INS), tedeschi (-7,3% contro 1,6%) e francesi (-13,6% contro 0,2%), mentre ha registrato una significativa ripresa il numero degli inglesi (8,2% contro -18,5%). Al contrario, il flusso di turisti maghrebini è cresciuto del 7,9% contro 8,4% nel 2008, dopo l'aumento del numero dei libici (12,9% contro 14,4%), mentre hanno subito un lieve calo i flussi degli algerini (-0,7% contro -1,3%). Nel corso del primo trimestre del 2010 il numero dei turistri stranieri ha registrato un lieve pogressione dello 0.6% contro un calo dello 0.9% dell anno precedente per attestarsi a 1,1 milioni di turisti. Questo incremento imputabile, in particolare, al miglioramento dei flussi di turisti europei (4.6% contro subito un -12.3% dell anno precedente), in particolare gli inglesi (30% contro -18.4%), i tedeschi (3.6% contro -11.3%) e i francesi (1.2% contro -6.5%). Al contrario i flussi dei maghrebini hanno registrato un calo (-2% contro 10.1%), come pure i libici mentre una importante crescita hanno subito i flissi algerini (10.7% contro -4.8%). Per quanto riguarda le entrate turistiche in valuta hanno registrato un regressione del 4.6% nel primo trimestre 2010 contro una crescita dell 8.1% dell anno precedente per attestarsi a MDT. 2. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale La presenza del made in Italy in Tunisia è diffusa praticamente in tutti i settori, dai beni strumentali ai prodotti intermedi, ai generi di consumo, con una componente significativa destinata alle imprese offshore. Uno sforzo maggiore potrebbe essere compiuto nel settore dei servizi (grande distribuzione, assicurazioni, banche, turismo culturale, sahariano, archeologico, d affari, culturale e curativo, gestione di piattaforme logistiche). b) Valutazione degli investimenti diretti da e verso l Italia La presenza italiana in Tunisia nel settore degli IDE è rilevante ed articolata, con una spiccata prevalenza nel settore manifatturiero, tessile in particolare. Occorre evidenziare come lo sviluppo degli investimenti italiani in Tunisia abbia registrato una forte accelerazione negli ultimi anni, sia per volume che per numero delle aziende italiane che si sono installate nel

19 Paese. La Tunisia, in effetti, si presenta con caratteristiche ideali per gli investitori italiani, per la vicinanza del Paese, la sicurezza, la normativa particolarmente allettante sugli incentivi (peraltro prorogati sino alla fine del 2010), il basso costo dei fattori di produzione, la stabilità politica, la limitata conflittualità sindacale ed in generale per il quadro giuridico e normativo. La Tunisia potenzialmente raggrupperebbe tutti gli elementi per costituirsi come piattaforma per l approccio ai mercati contigui, avvantaggiandosi degli accordi bilaterali e multilaterali con i Paesi dell UMA. L Accordo di Agadir in particolare, stipulato tra Tunisia, Marocco, Egitto e Giordania, prevede la libera circolazione di beni industriali tra i quattro Paesi firmatari a partire dal 1 gennaio Tuttavia, tale integrazione regionale, pienamente operativa dal punto di vista giuridico-internazionale, stenta, nei fatti, a tradursi in flussi significativi di scambi. Tra i settori portanti per eventuali interventi di promozione degli IDE si segnalano quelli delle nuove tecnologie e della ricerca, con la creazione di parchi tecnologici (tecnopoli), alcuni ancora in corso di realizzazione, fortemente sostenuti dagli organismi finanziari internazionali (BEI). c) Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico Gli sforzi della Tunisia sono principalmente concentrati nel settore delle telecomunicazioni e dell ICT. Anche l XI Piano di Sviluppo indica tali settori quali fattori chiave per lo sviluppo e la modernizzazione dell economia negli anni a venire. Ormai da oltre sei anni vi è stata l apertura del mercato della telefonia mobile ad un secondo operatore (TUNISIANA) ed il gestore pubblico di telefonia fissa e mobile, Tunisie Telecom, è parzialmente privatizzato. Si può prevedere, a medio termine, un netto orientamento degli investimenti diretti stranieri sui servizi, sull economia immateriale e sulle nuove tecnologie dell informazione e della comunicazione, settori in grande espansione e caratterizzati da un forte valore aggiunto. Si è già riportato che particolare attenzione viene rivolta allo sviluppo dei parchi tecnologici (tecnopoli) ed agli istituti di ricerca: la Tunisia ha progressivamente aumentato i finanziamenti per la ricerca. Altri settori che utilizzano tecnologie mature ma necessitano d innovazione, sono quelli relativi ai macchinari per la lavorazione dell olio di oliva, del legno, del marmo e delle materie plastiche. d) Suggerimenti per l attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo pubblico per SACE e SIMEST La realtà economica tunisina, il suo forte sviluppo, e l immagine favorevole di cui gode presso gli organismi finanziari internazionali, nonché presso le agenzie di rating sono alla base di un rischio Paese piuttosto basso. Si è già segnalato che Simest e Sace potrebbero promuovere maggiormente la conoscenza dei propri strumenti finanziari ed assicurativi dedicati a quest area. non solo attraverso i consueti canali istituzionali ma anche tramite l istituzione di un ufficio di rappresentanza a Tunisi che eventualmente copra anche la Libia. l Algeria e il Marocco, ovvero i Paesi dell UMA, con il compito di divulgare informazioni alle aziende italiane. A tal fine essi si potrebbero avvalere, con scadenze programmate, di iniziative promozionali e divulgative. 3. POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO a) Barriere tariffarie

20 Primo Paese della sponda sud del Mediterraneo ad aver superato le diverse tappe necessarie per la realizzazione di una zona di libero scambio con l`europa. la Tunisia è entrata a tutti gli effetti, a partire dal 1 gennaio 2008, nella zona di libero scambio per i prodotti industriali, ponendo fine al previsto periodo transitorio di smantellamento tariffario, stabilito in dodici anni e caratterizzato da un attività politica di sostegno a livello macro economico unita a un sistema di riforme multi settoriale. L Accordo di Associazione Euro-mediterranea tra l UE e la Repubblica tunisina, firmato nel 1995 ed entrato formalmente in vigore il primo marzo 1998, ma posto in applicazione provvisoria già dal 1996, ha avviato un processo di diminuzione progressiva delle tasse doganali attraverso l identificazione di quattro liste di prodotti industriali, con calendari di smantellamento tariffario differenziato in relazione alle esigenze di protezione del mercato locale. Cio ha consentito di ridurre i costi di approvvigionamento delle imprese, incrementandone allo stesso tempo le attività e favorendo gli investimenti diretti esteri (IDE). Per la prima lista (attrezzature, materie prime) l azzeramento dei dazi è stato immediato con lo scopo di agevolare le imprese tunisine rendendole più competitive; per la seconda lista. concernente i prodotti semilavorati, lo smantellamento è avvenuto in cinque anni. I dazi doganali sui prodotti che avevano dei similari fabbricati in Tunisia ma giudicati comunque competitivi (alcuni prodotti tessili e articoli per la casa) sono stati ridotti progressivamente in dodici anni, mentre per i prodotti considerati più sensibili la riduzione tariffaria è stata avviata dopo quattro anni per essere comunque completata del tutto a partire dal 1 gennaio Esiste peraltro una limitata lista negativa contenente i prodotti non interessati dallo smantellamento (in particolare: yogurth, paste, biscotti, acque minerali, tappeti, stoffe tessute a mano) per tutelare la produzione interna. Per i prodotti agricoli e per la componente agricola dei prodotti agroalimentari, esclusi dal processo di liberalizzazione degli scambi fatti salvi i contingenti concordati a dazio nullo o ridotto sono stati avviati negoziati nel 2008; negoziati sono stati avviati anche per la liberalizzazione dei servizi. L accesso ai servizi audiovisivi. Per la pubblicità audiovisiva, le tariffe applicate sono diverse a seconda che lo spot sia importato o prodotto localmente: una sovratassa del 250% è applicata dalla Televisione di Stato Tunisina (ERTT) sugli spot importati ed una sovratassa del 200% è applicata dalle stazioni radio. Le imprese straniere ed in particolare le multinazionali che diffondono spot a livello mondiale ritengono tali sovratasse restrittive dell accesso al mercato pubblicitario tunisino. b) Barriere non tariffarie Attualmente in Tunisia si verificano ancora una serie di ostacoli all`importazione di beni e servizi europei che non rivestono un carattere tariffario, nonostante l Accordo di Associazione abbia abolito ogni forma di restrizione quantitativa negli scambi fra l Unione Europea e la Tunisia. Il problema delle licenze d importazioni: la lista dei prodotti sottoposti all`ottenimento della Licenza è lunga ed include praticamente tutti i prodotti per i quali la Tunisia vanta una produzione interna. L`Amministrazione tunisina preposta al rilascio di questa licenza può rifiutare - senza addurre motivazioni particolari - di concedere la licenza in questione. Essa, inoltre, non è tenuta a fornire entro una determinata scadenza l esito (positivo o negativo) della richiesta avanzata. Di conseguenza ed in molti casi, l`importatore tunisino si vede costretto a rinunciare semplicemente all`operazione. Per taluni prodotti, infine, gli importatori tunisini definiscono con l Amministrazione locale veri e propri contingentamenti di fatto delle importazioni europee.

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