Presentazione di Vincenzo Costa 5 Introduzione Idea Comunicazione 6. Che cosa è il Progetto di identità visiva 9
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4 INDICE Presentazione di Vincenzo Costa 5 Introduzione Idea Comunicazione 6 AUSER 7 Identità e Immagine 8 Che cosa è il Progetto di identità visiva 9 Metodologia 10 Il Marchio d impresa 11 Il marchio non è un logo e non è il nome commerciale 11 Il marchio come elemento base della comunicazione aziendale 12 Costruzione del marchio AUSER pag. 14 Prototipo e descrizione 14 Configurazioni 15 Versioni per le articolazioni territoriali 16 Dimensioni minime 17 Versioni consentite del marchio 18 Elementi istituzionali 20 I caratteri tipografici istituzionali 25 I colori sociali 27 Carta intestata e bandiera 29 Tutela e disciplina del marchio 35
5 PRESENTAZIONE La parola identità ricorre sempre più spesso nei nostri ragionamenti, quando abbiamo ripercorso i primi 25 anni di storia Auser ci siamo immediatamente trovati davanti al bisogno di esplicitarla, definirla e rafforzarla. L identità di ciascuno di noi si definisce nella relazione con l altro, per definirla serve qualcuno o qualcosa con cui confrontarsi e da cui differenziarsi, serve soprattutto avere una storia alle spalle a cui riferirsi. Quando parliamo dell identità di un associazione il confronto obbligato diventa il riconoscimento e l accettazione da parte della comunità in cui si opera, un associazione nazionale si deve anche porre il problema di come diffonderla, di come riesce a diventare riconoscibile in tutto il territorio. Per cui è importante la qualità delle azioni che mettiamo in campo ma è altrettanto importante l immagine che riusciamo a trasmettere e come siamo percepiti dalla comunità in cui operiamo. Da questo assunto, anticipando anche parte della riforma del terzo settore, nacque l idea di mettere in risalto le nostre buone pratiche, di realizzare il bilancio sociale nazionale, di rilanciare il nostro ruolo sui social e al congresso lanciammo il progetto di costruire un vero e proprio manuale di comunicazione: la nostra identità visiva. Questo manuale che lo Studio Idea Comunicazione, dopo anni di conoscenza reciproca, ha elaborato per noi e con noi ha l ambizione di migliorare ulteriormente il nostro modo di comunicare. Da qui nasce l esigenza di avviare un ragionamento che punti a rafforzare la nostra immagine rendendoci sempre più un entità riconoscibile, le proposte che vengono presentate partono dalla convinzione che è necessario stabilire degli elementi di continuità con il passato ma con lo sguardo sempre rivolto verso il futuro. Per cui ripartiamo dal nostro marchio associativo ridefinendolo in tutti i suoi dettagli, forma, dimensioni, colore, messaggio con l obiettivo di farlo diventare omogeneo, segno importante di riconoscimento, elemento di comunicazione, di appartenenza e di distinzione. Il marchio verrà registrato e chiediamo a tutte le strutture Auser di attenersi in maniera scrupolosa al suo utilizzo esclusivo, mettiamo ordine al nostro modo di porci all esterno: risulteremo sicuramente più riconoscibili e contemporaneamente rafforzeremo la nostra identità. Vincenzo Costa Presidente Auser nazionale 5
6 INTRODUZIONE Progettare l identità visiva di un associazione come Auser, è soprattutto un atto di grande responsabilità. Vuol dire, in sostanza, raccogliere la sfida di interpretare visivamente l identità dell associazione e svilupparla tenendo conto della storia dell associazione e dell enorme numero di soci e di volontari con cui il lavoro si dovrà confrontare. La grande responsabilità con cui ci si approccia ad un lavoro simile è testimoniata dalla scelta di non modificare se non in misura molto ridotta il marchio che ovviamente rappresenta un vero e proprio patrimonio sociale. Il marchio in questo progetto, infatti, ha subito solo un lieve restyling sul carattere tipografico e sui colori. Per tutto il resto, invece, si è provveduto a individuare gli elementi principali dell identità visiva, a trovarne di altri complementari, e metterli a sistema in maniera coordinata e armonica. Alfonso Marzano e Nino Santomartino Idea Comunicazione 6
7 AUSER Auser è una associazione di volontariato e di promozione sociale, impegnata nel favorire l invecchiamento attivo degli anziani e valorizzare il loro ruolo nella società. La proposta associativa di Auser è rivolta in maniera prioritaria agli anziani, ma è aperta alle relazioni di dialogo tra generazioni, nazionalità, culture diverse. Un associazione per la quale la persona è protagonista e risorsa per sé e per gli altri in tutte le età. Si propone di: Migliorare la qualità della vita Contrastare ogni forma di esclusione e discriminazione sociale, in particolare nei confronti dei migranti e delle donne di tutte le età Sostenere le fragilità Diffondere la cultura e la pratica della solidarietà e della partecipazione Valorizzare l esperienza, le capacità, la creatività e le idee degli anziani Sviluppare i rapporti di solidarietà e scambio con le generazioni più giovani. Auser è stata costituita nel 1989 dalla Cgil e dal Sindacato dei pensionati Spi-Cgil. È riconosciuta come Ente Nazionale avente finalità assistenziali, ed è iscritta nel Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale. È un ente del terzo settore. Per svolgere al meglio la propria missione, Auser ha deciso, dal 2003, di strutturarsi in due distinte entità: Auser associazione per l autogestione servizi e la solidarietà, che svolge prevalentemente attività di promozione sociale, e Federazione Nazionale delle Associazioni Auser di Volontariato. Oggi ha: soci volontari sedi tra strutture ed affiliate in tutta Italia ore di volontariato svolte in un anno partecipanti alle attività promosse da Auser in un anno. 7
8 IDENTITÀ E IMMAGINE L identità è tutto ciò che caratterizza ciascuno di noi come individuo singolo e inconfondibile. È quel nucleo di elementi caratteristici (tratti distintivi, caratteristiche peculiari) che gli permette di essere individuato, identificato e, pertanto, distinto dagli altri e riconosciuto. Sostanzialmente è riconoscersi e farsi riconoscere. Importante è che l autoriconoscimento e l eteroriconoscimento possano coincidere totalmente, o almeno in parte. Esiste, infatti, la possibilità che si venga a creare una discrepanza fra come io mi sento e mi definisco e come mi vedono gli altri. Ecco perché è fondamentale che ognuno sappia dare l immagine il più corrispondente possibile alla propria identità. Ancor prima di lavorare sull immagine, o più sostanzialmente, di far combaciare la nostra immagine con la nostra reale identità, occorre lavorare sull identità stessa e sulla capacità di farci riconoscere per quello che siamo. È il vecchio problema del conoscere se stessi : quanto più un individuo conosce le proprie caratteristiche, tanto più potrà costruire un identità oggettiva, ovvero un identità riconosciuta dagli altri, che sia funzionale ai suoi interessi e che svolga bene il suo compito anche dal punto di vista dell interesse sociale. Quando individuiamo un soggetto vuol dire che conferiamo ad esso un preciso carattere distintivo. Identifichiamo un soggetto quando lo individuiamo in base a determinati elementi caratteristici e riconduciamo nell ambito di un rapporto di coincidenza o di uguaglianza questi elementi con il soggetto stesso. Riconoscere è individuare, identificare, distinguere con precisione. In definitiva, riconosciamo un soggetto perché lo individuiamo, gli conferiamo un carattere distintivo, lo distinguiamo dagli altri e lo identifichiamo, abbiniamo a quel soggetto quelle determinate caratteristiche. Niente di più e niente di meno di quello che succede per gli enti. 8
9 CHE COSA È IL PROGETTO DI IDENTITÀ VISIVA È un modello progettuale, un protocollo attraverso il quale si creano, si individuano, si disciplinano e tutelano gli elementi visivi essenziali di un organismo e li si organizza in un sistema volto a rappresentarne l identità, a favorirne il riconoscimento da parte dei pubblici di riferimento, ad accrescere la consapevolezza del valore sociale del marchio. Più specificatamente, si dovrebbe parlare di Progetto degli elementi base dell identità visiva, ovvero di quegli elementi che sono i pilastri della comunicazione visiva di un organismo, ma anche di un evento o di un prodotto/servizio, e che sono chiamati a rappresentarne sinteticamente le caratteristiche essenziali: il marchio, i caratteri tipografici istituzionali, i colori sociali, le diverse immagini o scritte istituzionali (forme grafiche istituzionali), il layout istituzionale/ lo stile comunicativo, oltre ad elementi di carattere tecnicoamministrativo quali le ricerche d anteriorità, la registrazione del marchio, il manuale dell identità visiva. Questi elementi disegnano i tratti peculiari dell organismo stesso, anzi, diventano, da un punto di vista visivo, i suoi stessi tratti distintivi. Parafrasando il Codice di Proprietà Industriale, i valori, la mission, la visione, la personalità di un organismo possono essere suscettibili di essere rappresentati graficamente, e lo sono, appunto, tramite il marchio e gli altri elementi dell identità visiva. Con tale progetto, quindi, così ideato, la comunicazione visiva dell azienda viene ad essere delineata in base ad un approccio che si distingue da quello classico dell immagine coordinata, dato il suo carattere più essenziale e maggiormente rivolto ai contenuti. In quest ottica, il progetto è autonomo ma, al tempo stesso, compatibile con qualsiasi attività di branding, marketing o raccolta fondi e con un eventuale successivo lavoro di immagine coordinata. 9
10 Metodologia Il processo per la definizione dell identità visiva è il più possibile democratico e partecipato coinvolge tutte le persone che lavorano ed operano in un organismo non profit, i suoi soci e i suoi sostenitori. L identità visiva di Auser è stata realizzata attraverso un percorso condiviso che ha visto la partecipazione, in varie fasi e in misure diverse, dei vari uffici. È stata presentata al Congresso nazionale dell aprile
11 IL MARCHIO D IMPRESA È un segno suscettibile di essere rappresentato graficamente volto a distinguere i beni e/o i servizi di un impresa da quelli, simili o identici, di altre imprese. Secondo l art 7 del Codice della proprietà industriale (D. Lgs. 10 febbraio 2005, n. 30), Possono costituire oggetto di registrazione come marchio d impresa tutti i segni suscettibili di essere rappresentati graficamente, in particolare le parole, compresi i nomi di persone, i disegni, le lettere, le cifre, i suoni, la forma del prodotto o della confezione di esso, le combinazioni o le tonalità cromatiche. E continuando, lo stesso articolo, specifica la funzione del marchio [ ] purché siano atti a distinguere i prodotti o i servizi di un impresa da quelli di altre imprese. Un marchio può essere costituito anche da due o più elementi come sopra indicati, ad esempio da una parola e un disegno, da una frase, uno slogan, ecc. Si scrive logo, ma si legge marchio. Il marchio non è il nome commerciale Il marchio non è un logo. Logotipo o logo derivano dal termine greco logos che in italiano si traduce parola. Quindi qualsiasi cosa si voglia indicare con questo termine deve essere qualcosa che è attinente alla parola. È per questo motivo che con il termine logotipo si indica, come abbiamo visto poco sopra, un marchio costituito da una parola o da una scritta. Come affermano Iliprandi, Lorenzi e Pavesi (Dalla scrittura alla identità aziendale, edito da Lupetti nel 2005), con inusuale determinazione, esiste il brutto vezzo attuale di definire sbrigativamente logo anche ciò che non è logotipo. Il marchio resta un segno distintivo suscettibile di essere rappresentato graficamente. Quindi identificare il marchio con il logo se non è errato è assolutamente riduttivo e fuorviante. Anzi, con un po di sicurezza in più, si potrebbe affermare che il logo non esiste. Il marchio d impresa, inoltre, è cosa diversa dal nome 11
12 dell impresa (ditta, denominazione sociale o ragione sociale che sia). Il nome commerciale è la denominazione con la quale l impresa agisce, completa della sigla che ne indica la forma giuridica (es.: snc, sas, spa, srl, sapa, etc. per le società). Stessa cosa per il non profit. Una cosa è il marchio, un altra è la denominazione dell organizzazione. A volte possono coincidere, ma è una valutazione da fare caso per caso. Il marchio è il segno che contraddistingue i prodotti/servizi dell impresa. È una parola, un disegno, un suono, un colore, una cifra o qualsiasi altro segno graficamente rappresentabile che non necessariamente deve riprodurre il nome commerciale dell impresa o parte di esso (es.: la Perfetti Giovanni e figli spa può registrare un marchio che contenga il nome Perfetti, che contenga altro nome o che riproduca un immagine senza alcuna parola). Un impresa può possedere, pertanto, più di un marchio, a seconda dei propri prodotti/servizi. Il marchio come elemento base della comunicazione Essendo l elemento principale volto ad identificare il prodotto di un organismo e di distinguerlo da quelli di altre, il marchio svolge un ruolo centrale nelle strategie di marketing, nella attività di branding e nella promozione dell organismo. È la rappresentazione di ciò che è l organizzazione, diventa l elemento unificatore di tutte le varie attività comunicative promosse da questa e, unitamente a tutti gli altri elementi dell identità visiva, contribuisce alla definizione dell identità stessa dell organismo. Il marchio è la firma, l impronta dell organizzazione. È per questi motivi che l immagine, la reputazione dell organismo, passa attraverso il marchio e che attorno ad esso si costruisce il rapporto di fiducia organismo-associazioni-cittadino. 12
13 La forza comunicativa e sociale del marchio va intesa non solo come capacità di rappresentare graficamente una comunità ma anche e, soprattutto, come occasione per fare comunità, per far sentire agli aderenti di essere parte di un gruppo unico, forte e coeso che si presenta con la propria identità nella società di riferimento. Il marchio ha una capacità distintiva tale da divenire segno di riconoscimento dell organismo ma, al tempo stesso, simbolo di appartenenza ad un organismo sociale in cui le personalità dei singoli costruiscono un identità condivisa contribuendo a darle forza, vitalità e credibilità. Per questi motivi, un marchio oltre ad avere un valore comunicativo ed economico, ha anche un valore sociale. (Il valore sociale del marchio) 13
14 Marchio - costruzione 10x 7x 36 3x 1/10x 22x Marchio prototipo Descrizione Il marchio Auser è composto da un segno grafico che rappresenta la lettera a, di colore verde, e dalla scritta auser in nero. 14
15 Configurazioni Il marchio Auser può essere rappresentato in 3 configurazioni: da solo, nella versione base; abbinato alla scritta Associazione per l invecchiamento attivo o Federazione per l invecchiamento attivo, a seconda dei casi; abbinato al pay off La cittadinanza non ha età, nei casi in cui di volta in volta si ritiene opportuno utilizzarlo. Le scritte La cittadinanza non ha età, Associazione per l invecchiamento attivo e Federazione per l invecchiamento attivo possono andare anche su un unico rigo, a seconda del contesto. 15
16 Marchio - Versione articolazioni territoriali Umbria Catania Area Urbana di Trieste e Provincia Versioni per le articolazioni territoriali Le versioni territoriali sono composte dal marchio nella sua versione base e dalla scritta del nome della regione/provincia/città. Non costituiscono dei marchi autonomi, ma devono considerarsi delle semplici declinazioni dell unico marchio esistente di Auser. 16
17 Dimensioni minime Per mantenere la leggibilità, si consiglia di non utilizzare il marchio a dimensioni inferiori a 20 mm di base. Eventuali deroghe dovranno essere valutate caso per caso. 20mm 17
18 VERSIONI CONSENTITE DEL MARCHIO Le versioni consentite si riferiscono alle versioni del marchio nelle quali sono stati modificati alcuni aspetti estetici per consentire l applicabilità con qualsiasi tecnica di riproduzione o su qualsiasi materiale. Sostanzialmente si tratta di modifiche apportate o ai colori del marchio o alla configurazione dello stesso che, per la loro rilevanza, sono stabilite rigorosamente in sede progettuale. Per l utilizzo delle versioni previste nel Manuale non è necessaria un ulteriore autorizzazione dell organismo. Il soggetto richiedente, infatti, sempre nel rispetto delle indicazioni contenute nel Manuale, individua discrezionalmente la versione più appropriata alle tecniche di stampa che ritiene di utilizzare. Nel caso, invece, di una versione non prevista, è necessaria sempre l eventuale specifica autorizzazone da parte degli uffici preposti dell organizzazione. Le versioni consentite del marchio Auser sono quattro (vedi pagina seguente) e attengono tutte sostanzialmente alla colorazione del marchio e alla sua applicabilità sui diversi materiali. Per l utilizzo di una delle versioni consentite non è necessaria una specifica autorizzazione dei responsabili nazionali di Auser (fermo restando, ovviamente, la preventiva autorizzazione all uso del marchio dell associazione). Il soggetto richiedente, infatti, sempre nel rispetto delle indicazioni contenute nel Manuale, individua discrezionalmente la versione più appropriata. Non sono ammesse versioni non previste dal presente Manuale, salvo specifiche autorizzazioni da parte dei responsabili nazionali di Auser. 18
19 Versioni consentite Outline Bianco e nero Scala di grigi Negativo / Fondo colorato 19
20 ELEMENTI ISTITUZIONALI Una volta determinati questi elementi, si può passare a progettare le immagini, i layout e le scritte istituzionali. Le prime sono le immagini utilizzate come richiami iconografici dell organismo e prendono spunto da un particolare del marchio o da un immagine storicamente utilizzata dall organismo. Sono segni che non si sostituiscono al marchio, ma che si affiancano ad esso per arricchire e completare l identità visiva dell ente. I layout istituzionali sono particolari costruzioni modulabili ed elastiche, costituite dagli elementi dell identità visiva e adattabili ai vari strumenti di comunicazione (istituzionale e pubblicitaria). Le scritte, infine, sono sia quelle contenenti il nome dello stesso organismo o i suoi principali riferimenti (anagrafica, firme, nome a dominio, ecc.) che quelle strettamente connesse al marchio, alla mission o a messaggi particolarmente significativi per l organismo (eventuali slogan, headline, tagline, ecc.). Le immagini e le scritte istituzionali di Auser sono quelle tassativamente previste nel presente Manuale. La prima immagine è la baseline (su fondo nero e su fondo bianco) utilizzata sia come firma nella parte inferiore di qualsiasi tipo di annuncio che come fascia in cui inserire il marchio e i social. Il layout istituzionale si può adattare a più scopi, sia su materiali cartacei che digitali, sia in formato verticale che orizzontale (invito, locandine, manifesti, web card, banner, ecc.). I triangoli colorati (rossi, verdi, azzurri e gialli) possono essetre utilizzati per una tassellazione o per motivi ornamentali (fascia lineare o gruppo costituito da 4 triangoli). Per le scritte, la prima è il pay off La cittadinanza non ha età che accompagna il marchio nelle occasioni più opportune; la seconda è la specifica Associazione per l invecchiamento attivo (o Federazione per l invecchiamento attivo ) che va utilizzata accanto al nome dell organizzazione (solo scritta) e al marchio Auser nei documenti istituzionali o nell anagrafica. Infine, c è l anagrafica composta da scritte (recapiti) e immagini (marchio e social). 20
21 Pay off Baseline 21
22 Layout istituzionale 22
23 Triangoli 23
24 Box anagrafica Via Nizza, Roma tel Via Nizza, Roma tel
25 I CARATTERI TIPOGRAFICI ISTITUZIONALI Per comunicare bene occorre utilizzare uno stesso codice e per i testi il codice è la parola scritta, ovvero il nostro alfabeto. Pertanto, anche la forma dell alfabeto dovrà essere idonea a veicolare l identità del soggetto e a favorire la sua identificazione e riconoscibilità da parte degli interlocutori esterni. Un carattere senza grazie (bastoni o lineare) avrà delle caratteristiche diverse (se non opposte) a quelle di un carattere con grazie 1 e logicamente la scelta dell uno o dell altro comunicherà significati diversi. I caratteri hanno un loro carattere, una loro personalità ed espressività. Alcuni sono più eleganti, altri più in linea con le tendenze del momento; alcuni di essi più seri, altri più fantasiosi e allegri. Qualcuno si sposa meglio con la moda o con lo sport, qualcun altro si adatta in maniera più appropriata a contesti culturali o istituzionali. La scelta del carattere è condizionata in parte dal target cui ci rivolgiamo, in parte dalla nostra identità. Per l identità visiva dell Auser sono stati individuati due caratteri tipografici istituzionali, ognuno dei quali con una precisa funzione. Il carattere principale è il Futura (nella versione Bold): è un classico della storia del design, un carattere elegante, dotato di grande equilibrio, armonico e rigoroso. Viene utilizzato per la scritta auser del marchio e sui vari materiali di comunicazione istituzionale di Auser, in particolare per titoli e contenuti da evidenziare. Il carattere secondario è il Garamond. È utilizzato per il payoff, per l anagrafica e per tutte le altre scritte istituzionali. È consigliabile utilizzarlo anche per la composizione del corpo del testo nei materiali istituzionali (quali depliant, brochure, locandine o manifesti). 25
26 Caratteri istituzionali Futura Bold abcdefghijklmnopqrstuvwxyz ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ \,<.>/? Garamond abcdefghijklmnopqrstuvwxyz ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ \,<.>/? 26
27 I COLORI SOCIALI Il primo livello di percezione visiva di un messaggio è costituito proprio dalla lettura dei colori. Un colore può suscitare un particolare sentimento o sensazione a seconda degli effetti che naturalmente ha sullo stato d animo della persona, a seconda di una determinata convenzione sociale o di una particolare cultura. I significati cambiano a seconda del contesto culturale in cui ci troviamo. La capacità di comunicare attraverso i colori, quindi, è inscindibilmente legata alla cultura di un determinato contesto sociale. Ma la forza comunicativa del colore non è data dal suo semplice uso. Una pagina con tutti i testi in rosso su sfondo bianco non è diversa da una pagina con tutti i testi neri su sfondo bianco. A contare sono le variazioni di colori, gli abbinamenti tra loro e il filo logico ad essi sotteso. In un mercato sempre più variopinto, inoltre, i colori sociali di un ente diventano un ulteriore elemento fondamentale dell architettura comunicativa istituzionale. Se un organizzazione non profit intende presentarsi al pubblico in modo coerente ha la necessità di adottare un immagine che sia coordinata, e i colori aziendali sono sicuramente tra gli elementi che più contribuiscono a conferire coerenza allo stile comunicativo. I colori ufficiali di Auser sono 5. I due colori principali sono: il verde con cui è raffigurata la a del marchio, e il nero della scritta auser. Accanto a questi, come colore secondario, figura il giallo arancio utilizzato per sfondi ed elementi ornamentali. Inoltre, ci sono le due tonalità di grigio utilizzate sopratutto per le scritte che accompagnano il marchio. L esatta tonalità dei colori si ottiene dalle combinazioni dei valori cromatici indicate nella tabella nella pagina successiva. 27
28 Colori sociali c75 m0 y100 k0 r57 g169 b53 #39a935 c0 m0 y0 k100 r0 g0 b0 # c0 m30 y100 k0 r250 g185 b0 #FAB900 c0 m0 y0 k60 r134 g134 b134 # c0 m0 y0 k30 r197 g197 b197 #c5c5c5 28
29 CARTA INTESTATA E BANDIERA Nelle immagini seguenti si possono vedere i modelli di carta intestata per il nazionale (Associazione e Federazione), il modello di carta intestata per le associazioni territoriali (2 esempi) e la bandiera. In particolar modo, riguardo la carta intestata, per il modello delle associazioni locali, la struttura è la seguente: in alto a sinistra del foglio si trova il marchio con la scritta relativa al territorio (così come fornito dagli uffici del Nazionale); in alto a destra c è la fascia verde (di mm. 63 x 9) contenente il pay off; nella parte bassa si trova l anagrafica con l esatta denominazione dell associazione e tutti gli altri suoi riferimenti. In futuro, nella fascia verde potranno essere inserite anche altre scritte istituzionali o slogan di eventuali campagne istituzionali di Auser. La bandiera è stata realizzata sulla base di un storico esempio di bandiera dell Auser. 29
30 Carta intestata Associazione 30
31 Carta intestata Federazione 31
32 Carta intestata territoriale 32
33 Carta intestata territoriale 33
34 Bandiera 34
35 TUTELA E DISCIPLINA DEL MARCHIO Registrazione del marchio La registrazione del marchio è l atto con cui un istituzione nazionale o internazionale deputata a ciò conferisce al titolare il diritto di fare uso esclusivo del marchio e di vietarne a terzi l utilizzo, salvo proprio consenso (art. 20 del Codice di Proprietà Industriale). Registrare un marchio non è obbligatorio ma l organismo che non lo fa si assume il rischio che altri possano registrare lo stesso marchio (o uno simile). La registrazione del marchio, come si evince dal Codice di Proprietà Industriale, può essere richiesta da chiunque lo intenda utilizzare. Oltre alle imprese, quindi, possono richiedere la registrazione di un marchio anche le persone singole, gli enti pubblici e le organizzazioni non profit. Gli effetti della registrazione decorrono dalla data di deposito della domanda. La durata della registrazione del marchio è di 10 anni e può essere rinnovata all infinito. Il simbolo è utilizzato solo per i marchi registrati, non è obbligatorio apporlo ma ne è vietato l utilizzo se il marchio non è registrato. Un marchio si considera registrato non al momento in cui viene depositata la domanda, ma solo dopo l iscrizione del marchio in un apposito registro da parte dell autorità competente, sebbene gli effetti della registrazione decorrano dal deposito della domanda stessa. Manuale di identità visiva Il Manuale di identità visiva è il documento ufficiale che, in maniera sintetica e schematica, descrive le motivazioni alla base del progetto, illustra gli elementi dell identità visiva spiegandone il significato e riporta i criteri e le regole per il loro corretto utilizzo da un punto di vista tecnico. 35
36 È la sintesi delle informazioni contenute nel Progetto di identità visiva e, se previsto, può anche contenere al suo interno il regolamento. Tutti coloro che richiedono il marchio e/o gli altri elementi dell identità visiva sono obbligati a osservare le regole per la loro corretta applicazione riportate nel Manuale. Il Manuale va pubblicato sui principali mezzi di comunicazione, in particolare quelli on line. Sostanzialmente, si tratta di un investimento che semplifica le procedure relative all utilizzo del marchio da parte anche di terzi e riduce le possibilità di errore. Il Manuale, infatti, consente: l unificazione dei criteri e delle regole sull identità visiva; la corretta applicazione e l esatta riproduzione nel tempo degli elementi dell identità visiva; una migliore comprensione del progetto, delle sue motivazioni, dei suoi obiettivi. 36
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