La rete Seenet e il Programma

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1 A cura di: Ucodep e Scuola Superiore Sant Anna La rete Seenet e il Programma I Governi Locali Motori dello Sviluppo Sintesi di un esperienza

2 La rete Seenet e il Programma I Governi Locali Motori dello Sviluppo Sintesi di un esperienza 1

3 Indice PREMESSE 3 1 LA RETE E IL PROGRAMMA: NASCITA, CONFIGURAZIONE E RISULTATI Le origini della rete Obiettivi e partenariato Struttura organizzativa Strategia e risultati Una visione d insieme La Fase I Conoscenza e condivisione La Fase II Lavoro in partenariato La fase III Capitalizzazione dell esperienza Una rete attiva e aperta all esterno 21 2 LE LEZIONI APPRESE Il modello Seenet nella cooperazione decentrata Le modalità di impegno degli enti locali Una rete a cinque dimensioni La strategia Un impegno progressivo dei partner Una programmazione flessibile La combinazione di azioni orizzontali e verticali Il collegamento Analisi-Programmazione-Implementazione La gestione Il ruolo del Segretariato Il Nucleo Tripartito e un ruolo attivo del MAE La rete come strumento di dialogo e concertazione Una rete per lo sviluppo: cooperazione decentrata per un dialogo nel post-conflitto Il sistema toscano di cooperazione 42 3 IL FUTURO DELLA RETE 44 Indice degli Schemi Schema 1 Struttura organizzativa del Programma 10 Schema 2 La strategia del Programma 13 Schema 3 Modalità di coinvolgimento degli enti locali in iniziative di cooperazione decentrata 31 Schema 4 Le dimensioni di rete di Seenet. 33 Schema 5 Evoluzione del partenariato della rete in una logica di processo 46 Indice delle Tabelle Tabella 1 Riepilogo risultati iniziative prioritarie Efficacia e sostenibilità 16 Tabella 2 Collaborazioni attivate dai soggetti del sistema toscano di cooperazione 26 2

4 Premesse Alcune sfide vinte Abbiamo completato un importante prima parte del percorso e possiamo affermare come le sfide che Seenet affrontava fossero centrali nel quadro di rapporti tra Europa e Balcani, e che gli elementi di innovatività introdotti dalla rete e dal Programma si sono dimostrati vincenti. Il contributo alla pace e alla riconciliazione che la cooperazione decentrata può portare è importante. Sono gli stessi partner del sud est europeo a dircelo, perché i progetti hanno rappresentato una piccola ma significativa occasione di dialogo all interno delle comunità in cui si sono realizzati, e la rete un opportunità di riallacciare rapporti tra stati e territori per i quali il conflitto aveva creato barriere rilevanti. Seenet è stato anche un tentativo di pensare alla cooperazione decentrata in una logica di programma e non di singoli piccoli progetti. Un intervento costruito da subito creando sinergie, a cominciare dall integrazione dei progetti a titolarità della Regione, delle ONG, di altri soggetti internazionali, e poi con la gestione di tutti gli interventi, in cui il partenariato toscano si è andato sempre più ampliando, con contributi significativi di oltre trenta tra enti locali, organizzazioni economiche e aziende municipalizzate del nostro territorio. E anche a partire dai risultati di questo Programma che possiamo oggi cominciare a parlare di un vero e proprio sistema toscano di cooperazione, secondo una logica di azione che ha in parte influenzato le innovazioni introdotte nel nuovo piano regionale per la cooperazione per il periodo Un sistema toscano in cui le ONG hanno agito secondo un innovativa logica di facilitazione di rapporti tra territori e una prospettiva di rete in cui si è dimostrato aver senso investire nelle strutture delle ONG che hanno garantito metodo e continuità dei rapporti tra tutti i partner. Per la Toscana un programma di cooperazione come Seenet rappresenta anche una straordinaria opportunità per le istituzioni locali e per gli attori del proprio sistema di internazionalizzarsi, aprendosi a contesti e realtà esterne. Il confronto con altri sistemi di decentramento può costituire per gli stessi enti uno stimolo per rafforzare la propria dimensione internazionale. Agli attori del sistema economico, capaci di avviare rapporti potenzialmente in grado di svilupparsi in una logica di reciproco vantaggio. Per l ente Regione, la possibilità di mettere a disposizione il meglio delle proprie esperienze di sviluppo locale, non per una acritica esportazione di modelli, ma per un costruttivo confronto in un dialogo con altri paesi e altre comunità locali. In un mondo globalizzato, la condivisione di alcune visioni e principi rappresenta per noi un fatto politico rilevante. Si apre ora una nuova fase per tutti i partner della rete, una fase in cui l avvicinamento all Unione Europea possa essere giocata dagli enti locali in maniera aggregante, attraverso una pace alimentata da un rapporto con il cittadino improntato su principi di equità, giustizia e trasparenza. Una fase in cui l esperienza toscana con il sud est europeo deve poter essere messa a valore con la ricchezza di saperi di tanti altri territori regionali italiani ed europei, affinché la cooperazione decentrata possa ulteriormente crescere aumentando significatività e impatto. Claudio Martini Presidente Regione Toscana 3

5 La cooperazione decentrata italiana nel futuro dei Balcani Nel quadro di integrazione politico ed economico dell Unione Europea, il buco nero dell area del sud est europeo sarebbe inaccettabile. Nel loro insieme, i Balcani devono poter entrare in Europa se davvero vogliamo puntare alla pace, allo sviluppo, alla legalità di quella che è una zona cruciale per il futuro dell intero continente. Seenet è un programma di cooperazione con i Balcani che in tre anni ha fatto nascere una rete fra 30 soggetti toscani (enti locali, aziende pubbliche, organismi privati) e 21 enti locali di cinque paesi del sud est europeo (Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Macedonia, Serbia) con quattro milioni di euro di finanziamento e 27 progetti realizzati. Un esperienza importante, segno tangibile di come la cooperazione, soprattutto quella decentrata, laddove assuma quel carattere di continuità e di lavoro sui processi, rappresenta uno strumento fondamentale per quel recupero di spazio pubblico e di democrazia che costituiscono la condizione necessaria per la prevenzione dei conflitti oltre che per la soluzione di problemi di diretto impatto sulla vita dei cittadini. Ma non solo. Seenet e soprattutto l auspicabile evoluzione di questa iniziativa, mostra che il futuro della cooperazione ed il valore aggiunto che la cooperazione governativa e regionale devono dare, è quello che va oltre le semplici risorse finanziare messe a disposizione dei progetti. E il fare rete, creando collegamenti con il sistema Paese in Italia, coinvolgendo gli enti locali, le municipalizzate, i centri culturali, i poli sanitari, le università, allo scopo di instaurare una rete di rapporti che sia poi in grado di sostenersi autonomamente. Coerente con questa visione, è il ruolo delle Regioni soggetto politico in grado di mobilitare e coinvolgere il territorio in maniera efficace. Negli anni scorsi, il Ministero degli Affari Esteri ha sostenuto e finanziato, attraverso la legge 49/87 e la speciale legge 84/01 sui Balcani, numerose iniziative di cooperazione decentrata in cui le Regioni hanno avuto un ruolo protagonista. Ragionare sul risultato di queste esperienze è un nostro dovere, affinché si individuino strategie e percorsi in grado di riflettere sugli elementi positivi emersi, minimizzando i rischi di frammentarietà degli interventi. Per questo motivo, il presente volume rappresenta un importante contributo di riflessione. Famiano Crucianelli Sottosegretario Ministero degli Affari Esteri Un Europa casa comune dei Balcani Quando, nel 2000, ci vedemmo a Firenze per la prima volta, nel sud est Europa si respirava l odore della guerra, del sangue, dell odio: oggi l atmosfera è diversa e anche i tanti progetti realizzati con Seenet aiutano ad aprire porte e finestre per un auspicato ingresso dei Balcani nell Unione Europea. Cosa possiamo fare per un Europa comune? E questa la domanda che insieme al mio collega Claudio Martini ci siamo posti in un periodo in cui i Balcani erano appena usciti dalla guerra. Per questo mi corre d obbligo un primo ringraziamento alla Regione Toscana per la grande sensibilità verso l area del sud est europeo, per l esempio e per lo stimolo che ha dato a tutti noi sul nostro ruolo e sul nostro dovere di cambiare le cose. Seenet ha rappresentato per noi una sfida: riuscire a mettere in rete realtà diverse per confrontarsi in un forum politico, che non si può sostituire alla politica degli Stati, ma che può aiutare i paesi dei Balcani che vogliono 4

6 entrare in Europa a raggiungere prima la pace dell area e poi l integrazione all Unione Europea. Lo sviluppo di progetti, di iniziative concrete ha costituito una straordinaria opportunità di lavoro comune non solo nell interno di singoli territori locali con diverse caratteristiche sociali e religiose, ma unendo gli stessi 21 territori che attraverso il Programma hanno allacciato nuovi rapporti o ripreso quelli interrotti. La fase di Seenet che si è appena conclusa ha realizzato tutte le aspettative. E raro che in tutti i territori un intervento così vasto dia questi buoni risultati. Per questo la Regione Istria insieme a tutti i paesi del sud est europeo vogliono dare continuità alla rete creata, alla loro cooperazione politica e tecnica. Con la seconda fase del Programma si presenteranno nuove sfide. Il processo di avvicinamento all Unione Europea sarà ancora più concreto. Il decentramento dovrà rappresentare lo strumento per avvicinare l Europa ai cittadini e la capacità degli enti locali di essere efficaci ed efficienti nell ampliamento dei propri ruoli, nell utilizzo delle nuove risorse europee, sarà la vera sfida da aggiungere al proseguimento nel cammino di riconciliazione. Ivan Jakovcic Presidente Regione Istria ONG e la cooperazione decentrata come sistema Ucodep e Cospe hanno da sempre fatto del loro rapporto con il territorio un tratto caratterizzante all interno del panorama delle ONG italiane. Nei tanti interventi di cooperazione, si cerca di stimolare un rapporto e una partecipazione degli enti locali, di soggetti economici e di società civile del proprio territorio. Con Seenet abbiamo, per la prima volta, cercato di far fare alla cooperazione decentrata un salto di qualità in termini di significatività ed impatto. Dal punto di vista di Ucodep, che dirigo nel suo settore di cooperazione internazionale, il ruolo dell ONG come soggetto facilitatore di partenariati territoriali, che vedono una rete composta da tanti soggetti istituzionali, è stata una sfida importante quanto inusuale per il mondo non governativo. Il segretariato operativo che siamo stati chiamati a svolgere non l abbiamo mai interpretato in maniera riduttiva come forse il termine potrebbe far pensare. Anzi. Le successive pagine dimostrano come la nostra struttura abbia svolto funzioni assai composite e complesse. Da questa esperienza usciamo rafforzati nel pensare al potenziale ruolo che il mondo non governativo può svolgere nel facilitare la cooperazione decentrata in una logica di sistema. Ma di questo avremo occasione di confrontarci con tanti colleghi. Nel frattempo partiamo con gli elementi di soddisfazione che fin qui Seenet ci ha regalato. Siamo partiti insieme a tutti i partner del sud est europeo che nel seminario iniziale a Firenze nel settembre del 2003 per lo più chiedevano iniziative concrete, risorse per dare soluzione a quei danni del conflitto che più risultavano evidenti agli occhi di tutti. Siamo arrivati, sempre a Firenze circa tre anni più tardi, in cui gli stessi partner riconoscevano che la concretezza del lavoro svolto era da apprezzare non solo per le piccole ma significative realizzazioni avvenute nei loro territori, ma soprattutto per la grande quantità e potenzialità di relazioni fin lì attivate. Da quelle relazioni, in altre parole, la concretezza per loro non poteva che aumentare. 5

7 Il secondo elemento di soddisfazione riguarda i risultati raggiunti. Nelle successive pagine di questo documento sono riportati gli elementi di sostenibilità istituzionale delle iniziative avviate con tutti i partner del sud est europeo. Per la gran parte di essi si è trattato di percorsi cui hanno fatto seguito rilevanti atti formali e investimenti delle stesse istituzioni locali partner. Un segnale importante di come anche investimenti relativamente limitati della cooperazione decentrata possano risultare di grande efficacia se accompagnata dal giusto metodo, annullando il rischio della microprogettualità fine a se stessa o del semplice scambio di esperienze tra funzionari pubblici. Abbiamo anche cercato di portare il metodo di lavoro dei partner della rete all interno dei tavoli regionali di cooperazione, in maniera condivisa e trasparente, spero con qualche successo. E tra i positivi risultati del progetto annovero infine anche la riflessione sul metodo, tanto voluta dalla Regione Toscana, che in questo volume cerca di dare qualche contributo al dibattito sulla cooperazione decentrata. Da ultimo alcuni ringraziamenti sinceri. Da Direttore del Programma mi sono spesso trovato a raccogliere onori, il cui merito era mio solo in piccola parte. Un ringraziamento a tutte le diverse persone del Ministero degli Affari Esteri e della Regione Toscana che hanno operato con grande spirito di collaborazione al buon esito di questa iniziativa, cercando sempre di superare anche quelle difficoltà amministrative che alcuni elementi di innovativi del Programma inevitabilmente portavano con sé. Un ringraziamento a tutti i partner, che sia a livello politico che tecnico hanno collaborato in maniera importante per fare un buon lavoro nei rispettivi territori e con la rete tutta. Infine un ringraziamento speciale a tutto lo staff internazionale e locale del Programma. Non posso citare tutti, sarebbero troppi. Anche i momenti di difficoltà non sono stati pochi. Chi ha lavorato in Seenet sa a cosa mi riferisco. Preferisco lasciare a ciascuno la libertà di ricordare i momenti preferiti. Per me è stata un esperienza importante. Roberto Barbieri Direttore Unità Cooperazione Internazionale Ucodep 6

8 1 La Rete e il Programma: nascita, configurazione e risultati 1.1 Le origini della rete Con la conclusione del conflitto nell area dei Balcani occidentali, l Unione Europea in accordo con molti attori internazionali promosse, la sottoscrizione del Patto di Stabilità siglato a Colonia nel giugno del 99. La sfida di integrare i Paesi della ex Jugoslavia nell Unione Europea costituiva il principale scenario per la stabilizzazione e lo sviluppo dell area nel medio-lungo periodo. La costruzione dei sistemi di governance dei territori, attraverso il rafforzamento delle democrazie locali e del decentramento amministrativo rappresentava una sfida nella sfida: una pace duratura sarebbe stata possibile anche grazie ad enti locali capaci di dialogare con i cittadini, di promuoverne le forme di rappresentanza, di svolgere un ruolo guida nello sviluppo economico e sociale del proprio territorio, in una logica di sussidiarietà. All interno di questo quadro, la cooperazione trans-frontaliera, le partnership regionali e gli scambi di know how tra paesi e regioni dell Europa assumevano quindi un importanza fondamentale per l intero processo di democratizzazione e di stabilizzazione del sud est Europa. Durante il periodo della guerra nei Balcani, a partire dalla metà degli anni novanta, molti enti locali toscani e soggetti della stessa società civile avviarono una serie di rapporti sulla base di una significativa e spontanea mobilitazione. Nel tempo, tali relazioni passarono da una esclusiva logica umanitaria, di prima emergenza, al sostenere processi più propriamente di sviluppo. Cogliendo tale naturale evoluzione nei rapporti che coinvolgevano gli enti locali del proprio territorio con il sud est europeo, la Regione Toscana fece propria la sfida di impegnarsi in un intervento politico molto importante: sostenere il processo di ricostruzione del dialogo nel sud est europeo, partendo dal ruolo della pubblica amministrazione. Sulla base di tali rapporti, la Regione Toscana e la Regione Istria, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri italiano e con il supporto delle ONG Ucodep di Arezzo e Cospe di Firenze, hanno quindi promosso la creazione di una rete di governi locali finalizzata al miglioramento delle competenze gestionali in due settori-chiave del governo del territorio: lo sviluppo economico locale e la gestione dei servizi pubblici. Tale processo è stato sostenuto attraverso la realizzazione di due seminari tenutisi a Firenze (27-28 marzo 2000) e a Brioni (16-17 novembre 2000), ai quali presero parte numerosi enti locali del sud est europeo. In base alle indicazioni emerse nei due incontri, la Regione Toscana, d intesa con i partner della rete e con la collaborazione di Ucodep e Cospe definì i contenuti di una proposta triennale di intervento, intitolata Seenet 1 - I Governi Locali Motori dello Sviluppo, presentata, per la richiesta di cofinanziamento, allo stesso Ministero degli Affari Esteri italiano. 1 Acronimo di South Eastern Europe NETwork. 7

9 1.2 Obiettivi e partenariato Il Programma Seenet I Governi Locali Motori dello Sviluppo è stato avviato nel giugno 2003 e si è concluso ad agosto del Nel triennio ha ricevuto un finanziamento di poco superiore ai 4 milioni di Euro, rappresentando per il MAE uno dei principali interventi finanziati dalla legge 49/87 nell area balcanica. Ha avuto i seguenti principali obiettivi: rafforzare le competenze gestionali di 21 autorità locali del sud est europeo nei settori dello sviluppo economico locale e dei servizi pubblici, affinché tali enti consolidassero il loro ruolo di governance nei rispettivi territori; creare una dinamica stabile di rapporti tra partner del sud est europeo e toscani, attraverso il sostegno al network. L iniziativa ha da subito coinvolto 21 enti locali dei Balcani (Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Macedonia, Serbia e Provincia Autonoma del Kosovo) e 13 enti locali della Regione Toscana. Partner SEE Albania Comune di Scutari. Bosnia Erzegovina Cantone di Sarajevo e Erzegovina-Neretva; Comuni di Livno, Trebinje, Nevesinje, Sanski Most, Prijedor e Tuzla; Città di Mostar e Sarajevo. Croazia Regione Istria; Comuni di Pisino, Rovigno, Varazdin e Verteneglio. Kosovo Comune di Pec/Peja. Macedonia Città di Skopje. Serbia Città di Kraguievac e Niš; Comune di Vozdovac (Città di Belgrado). Partner Toscani Regione Toscana; Comuni di Firenze, Arezzo, Carrara, Montale, Pontedera, Quarrata, Pistoia, Prato; Comunità Montana del Mugello, Circondario Empolese Valdelsa; Province di Livorno, Arezzo e Pisa. Per offrire un livello di interventi qualitativamente migliori sono stati coinvolti come soggetti tecnici di riferimento per il settore dello sviluppo economico locale e dei servizi pubblici, rispettivamente IRPET (Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana) e CISPEL Confservizi Toscana. A questo iniziale nucleo di enti locali e partner tecnici toscani, se ne sono aggiunti molti altri in fase di realizzazione delle attività, in un importante tentativo di rafforzamento di quello che sempre più si è andato delineando come sistema toscano di cooperazione. Il Programma ha utilizzato una modalità innovativa nell integrazione degli strumenti di finanziamento, attraverso una sinergia tra istituzione regionale e ONG. A tale proposito, infatti, sono 8

10 state presentate al Ministero degli Affari Esteri due iniziative integrate: una a titolarità della Regione Toscana, attraverso una convenzione MAE-Regione, e una della Ong Ucodep e Cospe, attraverso un progetto promosso consortile Struttura organizzativa Il Programma è stato gestito in tutte le sue fasi attraverso un meccanismo di continuo e costante coinvolgimento dei diversi soggetti della rete sia a livello politico che tecnico. In particolare, Seenet ha previsto le seguenti strutture organizzative, sintetizzate nello Schema 1: il Comitato di Direzione, formato da un rappresentante politico per ciascuno degli enti locali partner del progetto. Il Comitato di Direzione ha indirizzato e supervisionato le attività del Programma, riunendosi in occasione di quattro incontri durante i tre anni di intervento; il Nucleo Tripartito, formato da un rappresentante per ciascuno dei seguenti attori: a) DGCS MAE; b) Regione Toscana; c) Regione Istria; d) ONG Ucodep e Cospe. Il Nucleo Tripartito ha assicurato l indirizzo metodologico del Programma e supervisionato, per conto del Comitato di Direzione, la gestione operativa dello stesso, con incontri periodici, all incirca ogni sei mesi; il Comitato Esecutivo, formato dai rappresentanti tecnici degli enti locali coinvolti nel Programma, e responsabile del coordinamento tecnico delle attività; il Segretariato, formato dalle ONG Ucodep e Cospe, responsabile dell implementazione delle attività nel sud est europeo e in Italia. La gestione operativa è stata portata a termine attraverso una sede in Italia presso la ONG Ucodep (Segretariato Italia) e 5 sedi all estero (Segretariato Estero: Pola per la Croazia, Sarajevo per la Bosnia, Mostar per l Erzegovina, Belgrado per la Serbia e Skopje per Macedonia, Kosovo e Albania). 2 Il progetto I Governi Locali Motori dello sviluppo Ricostruire i ponti del dialogo nel Sud-Est Europeo della Regione Toscana, approvato dal Comitato Direzionale della DGCS-MAE lo stesso 1 ottobre 2002 con delibera n. 150 e il progetto I Governi Locali Motori dello sviluppo promosso dalle ONG (n. 7496/CRZ), approvato dal Comitato Direzionale della DGCS- MAE il giorno 1 ottobre 2002 con propria delibera n

11 Schema 1 Struttura organizzativa del Programma Comitato di Direzione Per ciascun ente locale: 1 referente politico Comitato Esecutivo Per ciascun ente locale: 1 referente servizi pubblici 1 referente sviluppo economico locale Nucleo Tripartito 1 membro Regione Toscana 1 membro Regione Istria 1 membro Ministero Affari Esteri 1 membro ONG Ucodep 1 membro ONG Cospe Segretario del Programma Direttore di Programma Segretario Estero Esperti di lungo periodo nel SEE Segretario Italia Staff di supporto in Italia Attività locali Attività locali... Attività locali Il suddetto sistema per la gestione e supervisione delle attività è stata una decisione voluta dai promotori dell iniziativa, in accordo con il Ministero degli Affari Esteri. La necessità di garantire la partecipazione e il senso di appropriazione delle finalità del Programma da parte dei diversi soggetti tecnici e politici, toscani e del sud est Europa, hanno rappresentato i principali fattori di questo modus operandi. La scelta politica di attribuire il Segretariato Operativo a soggetti della società civile toscana, quali le ONG, ha rappresentato un opzione del tutto innovativa nel panorama italiano. Questa volontà era supportata dalla rilevante esperienza che Ucodep e Cospe avevano maturato a livello internazionale nella gestione e nell animazione di progetti di cooperazione decentrata e dai forti legami con il territorio toscano. Il ruolo che queste associazioni hanno svolto nel Programma, infatti, non è stato soltanto quello di mera esecuzione delle attività, bensì di codecisione dell andamento strategico del Programma, garantendo un costante e continuo collegamento non solo tra Toscana e Balcani, ma anche tra i livelli politici e quelli operativi Strategia e risultati Una visione d insieme Nel cammino di costruzione dei rapporti all interno della rete, sono stati fondamentali gli elementi di identificazione di interessi e ruoli da parte di ciascun partner. In questo senso, la

12 strategia ha previsto un percorso di progressivo coinvolgimento degli stessi partner in una logica di graduale costruzione dell identità della rete. A tale proposito sono state identificate tre principali fasi del Programma, riassunte dal successivo Schema 2: 1) la conoscenza e condivisione; 2) il lavoro in partenariato; 3) la capitalizzazione dell esperienza. Mentre le prime due fasi sono state una successiva all altra, la terza si è svolta durante tutto l arco del Programma, con elementi trasversali quali la comunicazione interna e la valutazione in itinere. Lo schema mette in evidenza le principali attività svolte nelle diverse fasi, evidenziando l elemento di rete di ciascuna di queste La Fase I Conoscenza e condivisione Si è incentrata sulle attività di analisi e scambio di esperienze, permettendo una graduale ma approfondita conoscenza tra i partner della rete dei rispettivi elementi di contesto, oltre che un fondamentale momento di incontro diretto tra amministratori e funzionari. Le attività realizzate in questa fase sono state le seguenti: Studio dei sistemi amministrativi degli enti locali partner. Come sono articolate le competenze nei diversi paesi rispetto ai temi del Programma? Quale il ruolo del governo centrale e dei diversi livelli dell amministrazione locale? In processi di decentramento disomogenei per iter di sviluppo e articolazione dei livelli di amministrazione locale, la risposta a queste domande ha rappresentato una opportunità fondamentale per il dialogo tra enti locali di diversi paesi. In collaborazione con i partner dell Europa sud orientale, sono stati elaborati i documenti di analisi a livello di ogni Paese e per ciascun ente locale. Data l intrinseca diversità e complessità degli ambiti di lavoro scelti dal Programma è stato deciso di produrre per ognuno dei 21 partner un analisi per il settore dello sviluppo economico locale e uno per i servizi pubblici. Analisi delle Best/Good Practices regionali. Un decentramento che muove i primi passi significa anche amministratori degli enti locali chiamati a svolgere funzioni per loro del tutto nuove. Quali modelli considerare? Come imparare e, prima ancora, conoscere ciò che altri stanno facendo? Problemi assai concreti in assenza di normative-quadro o di esperienze pregresse. Per questo motivo, per entrambi i settori d intervento dell iniziativa sono state analizzate un totale di 22 esperienze che possono essere considerate buone pratiche nei territori nei quali si svolge il Programma. L indagine è stata effettuata avendo definito in anticipo alcuni criteri di riferimento per l individuazione delle Best/Good Practices regionali. Di queste 9 si riferiscono al settore dei servizi pubblici 3, mentre 13 a quello dello sviluppo 3 Le 9 buone pratiche delle public utilities esaminate sono ripartite nei seguenti sotto settori: 3 nei rifiuti, 2 nel settore idrico, 2 nella qualità dei servizi pubblici, 2 nella tutela ambientale. 11

13 economico locale 4. Tali buone pratiche sono state condivise, fornendo spunti di riflessione ai diversi partner. Realizzazione di percorsi di formazione e scambi di esperienze fra i partner. Amministrazioni chiamate a svolgere nuove funzioni richiedono personale competente, capace di svolgere un ruolo-guida nel governo del proprio territorio. In tale contesto la formazione e, più che questa, lo scambio di esperienze, ha svolto una funzione assai importante nel Programma. Nei primi mesi di attività sono state identificate le principali esigenze formative dei partner per lo sviluppo economico locale e per i servizi pubblici. Seguendo quelle che erano le loro richieste, la formazione ha mantenuto un carattere interattivo, limitando molto le lezioni frontali. Nell ambito dello sviluppo economico locale sono state portate a termine 55 giornate di formazione sui temi della programmazione, progettazione e management dello sviluppo economico locale, del marketing territoriale e attrazione degli investimenti esteri, dello sviluppo turistico, dello sviluppo rurale, nonché delle politiche e servizi alle piccole e medie imprese. Il percorso formativo elaborato sui servizi pubblici locali è stato impostato su contenuti ed argomenti particolarmente tecnici. In questo settore sono state realizzate 72 giornate di formazione, alle quali hanno partecipato sia i funzionari degli enti locali del sud est europeo, sia gli specialisti delle aziende che gestiscono i servizi. Tutti momenti, sia per i servizi pubblici che per lo sviluppo economico locale, che hanno rappresentato l occasione per l avvio di importanti contatti tra soggetti dei singoli territori del sud-est europeo da cui hanno spesso preso le mosse gli sviluppi successivi del Programma Le 13 buone pratiche dello sviluppo economico locale fanno riferimento, invece, ai seguenti sotto settori: 9 nei servizi alle piccole medie imprese (PMI) e pianificazione dello sviluppo economico locale, 1 nella costituzione di un incubatore per lo sviluppo delle PMI, 1 nella pari opportunità di accesso, 1 nei processi di inclusione sociale, 1 nello sviluppo del turismo.

14 Schema 2 La strategia del Programma Principali attività Analisi sistemi amministrativi Analisi Best/Good Practices Formazione e scambio di esperienze Fase I - Conoscenza e condivisione Fase II - Lavoro in partenariato Focus di rete Avvio del rapporto diretto e personale tra enti toscani e SEE Primo confronto tra partner su reciproche esperienze e modelli organizzativi Prima verifica di matching di partenariati bilaterali rispetto a omogeneità e punti di interesse Principali attività Definizione di documenti strategici di breve e medio periodo in ciascun ente locale SEE Realizzazione di iniziative prioritarie pilota Fase III - Capitalizzazione dell esperienza Focus di rete Verifica allargamento del partenariato toscano Rafforzamento del sistema toscano di cooperazione Avvio del lavoro bilaterale tra partner Toscana-SEE e SEE-SEE Rafforzamento del ruolo di governance di ciascun ente SEE nel proprio territorio (rapporto ente - attori pubblico-privati locali) Principali attività Sito web del programma Condivisione delle esperienze e delle metodologie - Valutazione in itinere e finale Avvio di nuove collaborazioni all interno della rete Focus di rete Verifica strategia di medio periodo della rete Rafforzamento dei partenariati bilaterali tra partner Toscana-SEE e SEE-SEE Identificazione di temi forti di collaborazione 13

15 1.4.3 La Fase II Lavoro in partenariato Ha consentito il progressivo affiancamento tra partner all interno dei territori del sud est europeo, attraverso due specifiche componenti: la formulazione di documenti di programmazione di breve e medio periodo e la successiva realizzazione di iniziative prioritarie, con un fondo di Euro per ciascuno dei 21 partner balcanici. Le attività realizzate in questa fase sono state le seguenti: Elaborazione dei documenti strategici di programmazione di breve e medio periodo. Nel 2005, in stretta collaborazione con ciascun ente locale del sud est europeo, il Programma ha definito una serie di percorsi di assistenza tecnica finalizzati alla elaborazione di programmi di breve e medio periodo per il miglioramento gestionale dei servizi pubblici e dello sviluppo economico locale. Attraverso questo percorso si è voluta rafforzare la consapevolezza delle possibili scelte di sviluppo all interno di ciascun ente, facilitando l incontro con quei partner toscani, o dello stesso sud est europeo, che avevano problemi/iniziative simili. Questo lavoro ha inoltre consentito di inquadrare i progetti pilota in un disegno strategico, definito e condiviso dall ente locale e coerente con la propria visione politica. Realizzazione di iniziative prioritarie pilota con ciascun partner locale. La realizzazione delle iniziative prioritarie pilota in ciascuno dei territori del sud est europeo è stata effettuata nel terzo ed ultimo anno portando a conclusione, e compimento, la strategia del Programma. Attraverso il fondo di 80 mila Euro, ciascun ente locale ha progettato e realizzato un proprio progetto sul territorio, con la partecipazione di vari interlocutori pubblici e privati e assistiti da partner toscani o del sud est europeo 5. Iniziative frutto del precedente percorso di elaborazione nato durante i momenti formativi e proseguito con le fasi di assistenza tecnica. Iniziative per le quali lo stesso Comitato di Direzione del Programma ha voluto, su proposta del Nucleo Tripartito, elaborare specifici criteri, sottoposti successivamente a verifica, che ne salvaguardassero il valore aggiunto e il potenziale effetto moltiplicatore 6. Tali interventi si sono orientate in sotto ambiti scelti autonomamente dai partner: Sviluppo Economico Locale 1. Sviluppo delle piccole e medie imprese; 2. Sviluppo rurale e valorizzazione dei prodotti tipici; 3. Valorizzazione locale del patrimonio turistico e culturale; 5 I progetti pilota attuati sono stati 27, poiché alcuni partner locali hanno deciso di utilizzare i fondi messi a disposizione per questa attività, suddividendo le risorse in due iniziative. 6 Per l ammissibilità al finanziamento, le iniziative prioritarie presentate dagli enti del sud est europeo dovevano: a) essere individuate all interno delle priorità emerse negli assessment, durante i seminari di scambio di esperienze e formazione e ulteriormente specificate nei documenti di programmazione di breve e medio periodo; b) contenere componenti di cooperazione decentrata e rafforzamento istituzionale, attraverso la partecipazione attiva degli enti locali toscani, di organismi loro collegati, o comunque forme di collaborazione con enti locali italiani o dello stesso sud est europeo; c) contenere una componente innovativa di servizio rispetto al contesto del sud est europeo o comunque della propria area di riferimento. 14

16 Servizi pubblici locali (acqua e rifiuti) 4. Progettazione e realizzazione di impianti innovativi; 5. Introduzione di elementi innovativi di gestione aziendale. La successiva Tabella 1 mette in evidenza tutte le iniziative prioritarie realizzate, distinte per settore di intervento. Si evidenziano per ciascuna realtà i risultati ottenuti, insieme ai principali elementi di sostenibilità istituzionale riscontrati a qualche mese dal termine del progetto. In termini generali, possiamo affermare che la concertazione attivata in ciascun territorio locale, la formalizzazione delle regole per l approvazione delle iniziative prioritarie, hanno fatto sì che la sfida di valore aggiunto e innovazione dei progetti nei singoli territori degli enti locali possa dirsi complessivamente vinta. Le iniziative prioritarie sono infatti state occasione di: concertazione e collaborazione operativa tra soggetti pubblici e privati. Nella pressoché totalità dei casi, il partenariato interno ai singoli territori del sud est europeo è stato particolarmente significativo. Gli enti locali hanno lavorato in coordinamento con associazioni di categoria, società pubbliche, associazioni di società civile nella progettazione e realizzazione dei progetti. In alcuni casi, gli stessi progetti nascono proprio su spinta e iniziativa degli stessi cittadini. E il caso dell avvio del monitoraggio della qualità dell aria nel Comune di Varazdin in Croazia, nata su iniziativa di un associazione di cittadini, o dell allacciamento di un intero nuovo quartiere alla rete fognaria comunale a Pec/Peja, in Kosovo, dove la comunità locale ha contribuito con proprie risorse finanziarie e di lavoro alla sua realizzazione. impegno di lungo termine degli enti locali coinvolti. Gli enti locali hanno dato seguito al proprio interno alla sostenibilità economica e istituzionale delle iniziative. Nella totalità dei casi, gli studi e le progettazioni esecutive sono state approvate da consigli o giunte degli enti locali, così come le spese per il mantenimento di nuovi servizi attivati sono state messe a bilancio per gli anni successivi. Tra tutti segnaliamo il caso di Kragujevac, in Serbia, che insieme alle altre municipalità della regione ha recuperato Euro per l avvio del fondo di garanzia per l accesso al credito a nuovi piccoli imprenditori attraverso l Agenzia per lo sviluppo economico dello Sumadija e Pomoravlje. avvio di possibilità negoziali tra ente locale e governo centrale/istituzioni internazionali. In alcuni casi, infine, l iniziativa prioritaria del Programma ha costituito la condizione affinché l ente locale fosse in grado di negoziare con il proprio livello centrale governativo o con istituzioni internazionali l impegno di investimenti consistenti per la realizzazione di rilevanti opere infrastrutturali. E questo ad oggi il caso del Comune di Scutari in Albania o del Comune di Trebinje in Bosnia Erzegovina che, attraverso la progettazione esecutiva delle loro rispettive discariche, hanno ottenuto, rispettivamente, l inserimento del progetto nel piano di priorità del governo centrale e un finanziamento per la realizzazione dell opera da parte dell Unione Europea. 15

17 Tabella 1 Riepilogo risultati iniziative prioritarie Efficacia e sostenibilità Iniziativa Prioritaria Principali risultati conseguiti Partner Elementi di sostenibilità istituzionale Sviluppo delle PMI Municipalità di Kragujevac Promozione dell associazionismo imprenditoriale a Kragujevac e impostazione di un Fondo di Garanzia nella Regione di Šumadija e Pomoravlje Municipalità di Voždovac Sostegno allo sviluppo economico locale della Municipalità di Voždovac Città di Niš Creazione di un Centro di sostegno allo sviluppo delle Piccole e Medie Imprese nella Municipalità di Niš Municipalità di Tuzla Rafforzamento delle capacità per lo sviluppo delle piccole e medie imprese Municipalità di Prijedor Costituzione dell Incubatore d impresa Prijedor Modello organizzativo e gestionale di riferimento per la creazione di un Fondo di garanzia regionale individuato e formalizzato in una proposta progettuale. Associazioni imprenditoriali attive sul territorio di Kragujevac rafforzate Centro per le PMI creato, promosso e conosciuto in collegamento con Belgrado Servizi non finanziari per le PMI della municipalità di Voždovac definiti, attivati e funzionanti Centro informativo e di coordinamento per lo sviluppo dell imprenditorialità (IKC) istituito; Banca dati per la commercializzazione dell attrezzatura di produzione usata creata e messa a disposizione dalle imprese toscane Business-info Centre costituito e funzionante Dati raccolti ed elaborati (software e data-base) sulle imprese locali Incubatore di impresa, costituito ed avviato; Imprenditori che usufruiranno dei servizi dell incubatore selezionati. Comune di Arezzo Confartigianato di Arezzo ArtigianCredito Toscano Città di Kragujevac Associazioni imprenditoriali Sloga e Šumadija Agenzia regionale per lo sviluppo economico di Sumadija e Pomoravlje ONG Tango Municipalità di Voždovac Centro regionale per la PMI di Belgrado Comune di Montevarchi Valdarno Sviluppo Circondario Empolese Valdelsa Agenzia per lo Sviluppo dell Empolese Valdelsa Città di Niš Uff. Naz. Di Collocamento sede di Niš Camera di Commercio Regionale di Niš Agenzia di sviluppo RDA-NERDA Incubatore d impresa Associazione Imprenditori autonomi del Cantone Tuzla Associazione per lo sviluppo economico locale PREDA Comune di Prato Macrolotto di Prato Toscana Promozione Delibera cittadina di stanziamento fondi per avvio del fondo di garanzia Impegno formalizzato di 800 mila Euro degli enti locali serbi per la costituzione del fondo di garanzia Partenariato pubblico-privato formalizzato Spese di gestione e personale del servizio in carico alle istituzioni locali Avvio dell esperienza di Vozdovac in altre due municipalità della città di Belgrado Partenariato pubblico-privato formalizzato Spese di gestione e personale del servizio in carico alle istituzioni locali Avvio effettivo dell erogazione del servizio Partenariato pubblico-privato formalizzato Partenariato pubblico-privato formalizzato Sostegno della municipalità in personale e risorse per la gestione corrente 16

18 Iniziativa Prioritaria Principali risultati conseguiti Partner Elementi di sostenibilità istituzionale Municipalità di Sanski Most Centro per lo sviluppo delle PMI ed agricoltura Sviluppo rurale Cantone di Sarajevo Studio di sviluppo delle aree rurali del Cantone Sarajevo Centro servizi inaugurato e personale formato. Data-base delle PMI creata e funzionante. Piano di sviluppo rurale del Cantone elaborato secondo la metodologia UE LEADER Linee strategiche di sviluppo rurale nel Cantone individuate dalla IP integrate nel Piano di assetto territoriale Associazioni locali imprenditori, agricoltori e artigiani Provincia di Pisa Ist. Pianf. Sv. Cantone Sarajevo Facoltà di Agraria Univ. di Sarajevo AZZRI Regione Istria Istituto urbanistico della Repubblica Slovenia GAL Etruria Ass. Agricoltura Regione Toscana Partenariato pubblico-privato formalizzato Sostegno della municipalità in personale e risorse per la gestione corrente Studio approvato dal Consiglio del Cantone Regione Istriana Rural Hotel Village rivitalizzazione del villaggio di Zavrsje Studio economico e di progettazione territoriale Studio urbanistico dettagliato Studio sulla conservazione dei beni culturali esistenti nell area di progetto completato Regione istriana AZRRI s.r.l. Pisino Comune di Grisignana Comune di Civitella in Val di Chiana Strategia di valorizzazione approvata dal Consiglio Regionale Avvio dei contatti per il project financing Municipalità di Trebinje Supporto allo sviluppo del settore apistico nella Municipalità di Trebinje Sviluppo turistico e culturale Città di Sarajevo Risoluzione dei problemi infrastrutturali e la valorizzazione turistica della Piazza At-Mejdan Competenze tecniche degli apicoltori migliorate Ufficio di promozione dei prodotti apisitici creato Strategia di sviluppo e promozione del settore definita e condivisa Infrastrutture della rete fognaria della Piazza At Mejdan completate Attrattive ricreative e sociali della Piazza per integrare l area con la parte più pregiata e vissuta della città vecchia facendone una risorsa turistica aggiuntiva, potenziate Agenzia per le PMI di Trebinje ONG CRH Cooperativa Žalfija Municipalità di Trebinje Centro Studi Turistici di Firenze Assessorato al Turismo Regione Toscana Associazione turistica Cantone di SJ Associazione del Sarajevo Film Festival Municipalità di Stari Grad Partenariato pubblico-privato formalizzato Ufficio di Promozione in gestione alla cooperativa Promozione delle produzioni tipiche in corso Avvio di percorso concertativo tra partner pubblici e privati 17

19 Iniziativa Prioritaria Principali risultati conseguiti Partner Elementi di sostenibilità istituzionale Città di Mostar Supporto alla creazione del Museo del Ponte Vecchio di Mostar Materiale archeologico «Stari Most» recuperato e restaurato Nuovo museo di Mostar per la collezione archeologica allestito nella Torre del Ponte Vecchio di Mostar Comune di Firenze Centro Studi Turistici di Firenze Città di Mostar Museo dell Erzegovina a Mostar Agenzia Stari Grad Personale del servizio in carico alle istituzioni locali Promozione del Museo avviata da parte della Città Città di Skopje Promozione e marketing territoriale turistico per la città di Skopje Cantone Erzegovina-Neretva Sviluppo dell offerta turistica del Parco Naturale di Hutovo Blato Municipalità di Pisino Intervento di risanamento del terreno in località Lakota a Pisino e la sua riorganizzazione in luoghi ad uso pubblico Comune di Verteneglio Risanamento della Baia di Carigador studio di impatto ambientale e proposta progettuale per l elaborazione della documentazione urbanistica ambientale per il centro abitato di Carigador Capacità di promozione Turistica della Città migliorate Materiale promozionale della Città per i mercati esteri e nazionale prodotto Educational con tour operator e giornalisti internazionali organizzati Banca dati sulla flora e la fauna realizzata Guida del Parco Naturale di Hutovo Blato pubblicata Infrastrutture per la fruizione turistica del Parco completate Agenzia turistica preposta alle attività di in-coming e di promozione del Parco creata Studio di prefattibilità ambientale di Lakota redatto Piano programmatico-urbanistico di Lakota per l ottenimento dei permessi definito Studio della situazione attuale del litorale del Comune di Verteneglio (economia, proprietà, analisi ecologica) completata Studio di impatto ambientale per la Baia di Carigador definito Ass. al Turismo Regione Toscana Centro Studi Turistici di Firenze Città di Skopje Ente Parco Reg. Migliarino S. Rossore Massaciuccoli Assessorato all Ambiente Regione Toscana Cantone Erzegovina-Neretva Ministero Cantonale per Edilizia e Ambiente Azienda pubblica Parco Naturale Hutovo Blato CISPEL Toscana Confservizi Città di Pisino Settore affari comunali Usluga S.r.l. Pisino Acque Croate Hvrastke Vode Kamen S.p.A. Pisino Comune di Prato Università degli Studi di Firenze Comune di Verteneglio Uffici informativi comunali già attivi sul territorio Materiale promozionale utilizzato in maniera permanente dalla città Personale del servizio in carico alle istituzioni locali Sostegno del Cantone alla promozione turistica del parco Intervento approvato dal Consiglio Comunale Studio approvato all interno del piano urbanistico comunale 18

20 Iniziativa Prioritaria Principali risultati conseguiti Partner Elementi di sostenibilità istituzionale Municipalità di Scutari Centro Storico di Scutari e promozione PMI Municipalità di Sanski Most Elaborazione del piano regolatore per il complesso termale turistico del benessere Sanska Ilidza L efficacia e l efficienza nei servizi pubblici Municipalità di Scutari Studio di fattibilità e progettazione discarica nella Regione di Scutari Municipalità di Livno Sostegno alle attività di gestione delle risorse idriche Municipalità di Nevesinje Sostegno alle attività di gestione delle risorse idriche Municipalità di Rovigno Studio di impatto sull ambiente rete fognaria e smaltimento delle acque reflue urbane in località Cuvi Area pedonale nel centro storico di Scutari costruita (circa 2000 m 2 ) Guida turistica della Città prodotta Piano regolatore per lo sviluppo dell area elaborato e condiviso con la popolazione locale Studio fattibilità e progettazione esecutiva di una discarica per i rifiuti solidi urbani delle Regioni di Scutari e Lezha (circa utenti) realizzati Sistema fognario della Municipalità di Livno completato Acquisito attrezzatura e formazione per l utilizzo dei sistemi informatici e per la progettazione di istallazioni idriche completata Sistema fognario della Municipalità di Nevesinje completato; Formazione sull utilizzo di sistemi informatici per la ricerca delle perdite nel sistema idrico e sulla contabilità informatica completata. Raccolta e verifica dei dati di analisi ambientale completate Studi di impatto ambientale del collettore, del depuratore, e del rilascio delle acque reflue della Città completati Città di Scutari Istituto di Urbanistica della BiH Provincia di Pisa Acque e Ingegneria S.r.l di Pisa Publiambiente S.p.a. Geoser Istituzione Centro Nord Sud Città di Scutari Acque e Ingegneria S.r.l di Pisa CISPEL Confservizi Toscana Azienda pubblica Komunalno Livno Acque e Ingegneria S.r.l Pisa CISPEL Confservizi Toscana Azienda pubblica Komunalno di Nevesinje CISPEL Toscana Confservizi Acque e Ingegneria Srl Pisa Città di Rovigno Acque Croate Hvrastke Vode Azienda municipalizzata ha incluso il mantenimento delle migliorie di progetto nel proprio nuovo bilancio Piano regolatore approvato dal Consiglio Comunale dopo pubbliche consultazioni Concertazione inter-comunale per la discarica regionale formalizzata Approvazione definitiva comunale e regionale del progetto esecutivo Autorizzazione definitiva del Ministero dell Ambiente ottenuta Avvio dell applicazione delle tecniche di controllo attivo nell azienda comunale Tecniche di controllo attivo delle perdite già applicate dall azienda comunale Opera infrastrutturale inserita nel progetto Adriatic con il supporto dell ente nazionale per le risorse idriche 19

21 Iniziativa Prioritaria Principali risultati conseguiti Partner Elementi di sostenibilità istituzionale Municipalità Pec/Peja Estensione rete fognaria, sistema GIS e tutela ambientale a Pec/Peja Città di Varaždin Monitoraggio della qualità dell aria nel perimetro urbano della città di Varaždin Città di Niš Miglioramento della qualità dei servizi pubblici della città di Niš, attraverso l implementazione del Customer Relationship Management Municipalità di Trebinje Progettazione della discarica regionale e organizzazione della raccolta differenziata a livello sperimentale Municipalità di Prijedor Raccolta differenziata dei rifiuti campagna di sensibilizzazione dei cittadini Città di Skopje Strategia per l organizzazione della raccolta differenziata e riciclaggio per la città di Skopje Rete fognaria principale della città completata. Sistema Informativo Territoriale (GIS) per l azienda regionale dell acqua Hidrodrini Programmato, installato e avviato Stazioni di monitoraggio dell inquinamento atmosferico posizionate sul territorio Studio della qualità dell aria nella Città di Varaždin definito in base al sistema di monitoraggio impostato Rete di Help Desk creata Numero Verde Unico per gestire le comunicazioni di tipo inbound tra Cittadini e Aziende di Pubblico Servizio attivato Modalità standard di comunicazione via internet tra Cittadini e Aziende sviluppate e funzionanti Documentazione necessaria al risanamento della discarica attuale preparata Studio di fattibilità per la nuova discarica regionale elaborato Popolazione locale sensibilizzata e attivamente coinvolta nel processo di decision making sulla gestione dei rifiuti Cittadinanza sensibilizzata sulla raccolta differenziata attraverso campagne radio, tv, stampa e attività nelle scuole Strutture e punti di raccolta differenziata posizionati sul territorio Piano strategico di breve e medio periodo per la raccolta differenziata e il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani nella città di Skopje elaborato e condiviso. Incipit Consulting Leonardo Engineering Università di Firenze Città di Pec-Peja CISPEL Toscana Confservizi Città di Varaždin - dipartimento tutela ambientale Associazione Franjo Koščec Città di Niš Aziende municipalizzate NAISSUS (acqua) e MEDIANA (rifiuti) Città di Varaždin Comune di Arezzo AISA Comune di Empoli Publiambiente S.p.a. Municipalità di Trebinje ONG CRH di Trebinje Istituto di Ingegneria Civile di Sarajevo Istituto di Ingegneria Civile di Trebinje ONG Kozara Azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti CISPEL Toscana Confservizi Università di Firenze Città di Skopje Sistema di compartecipazione ai costi di realizzazione dell opera ha coinvolto i cittadini Azienda municipalizzata ha incluso il mantenimento delle migliorie ottenute con il progetto nel proprio nuovo bilancio Interventi di monitoraggio avviati permanentemente dall azienda municipale Delibere municipali e aziendali per unificazione servizio Personale comandato al servizio da parte delle aziende municipalizzate Avvio dell erogazione del servizio unificato Progetto di messa in sicurezza approvato dal Consiglio Comunale dopo consultazioni pubbliche Progetto presentato alla Delegazione UE per finanziamento UE ha programmato la gara per la realizzazione lavori Differenziazione della raccolta dei rifiuti avviata dall azienda municipalizzata 20

22 1.4.4 La Fase III Capitalizzazione dell esperienza E una fase che si è svolta parallelamente allo svolgersi delle altre due, ma che, nel periodo finale del Programma, ha ovviamente avuto i propri principali sviluppi: la progressiva acquisizione e condivisione di dati e informazioni attraverso il sito web, la valutazione in itinere e finale della Scuola Superiore S. Anna di Pisa con lo scopo di tracciare le lessons learnt metodologiche per la cooperazione decentrata, il lavoro di costruzione di una prospettiva di medio periodo per la rete o l analisi e lo sviluppo di tutti i rapporti avviati a seguito dello stesso lavoro di rete. Le attività realizzate in questa fase sono state le seguenti: Il sito web per la comunicazione del network. A partire dal primo anno di attività, il Programma si è dotato di un portale web ( nel quale sono state raccolte tutte le informazioni sull iniziativa e sulle azioni promosse. Il sito, accessibile in italiano, serbo-croato, albanese ed inglese, ha rappresentato per la rete un importante strumento per conoscere le diverse realtà coinvolte, ma anche e soprattutto per facilitare la circolazione e la condivisione delle informazioni fra tutti i partner coinvolti. A questo proposito è stato attivato un apposito spazio intranet ( riservato ai membri del network, all interno del quale sono stati archiviati tutti i documenti prodotti, nelle diverse lingue, nei tre anni di attività. La valutazione in itinere e finale: verso una metodologia strutturata e replicabile. Avvalendosi della collaborazione esterna della Scuola Superiore Sant Anna di Pisa e del suo gruppo di valutazione, al momento di avvio del Programma, è stato impostato un sistema di monitoraggio e valutazione dell intervento che ha consentito di riflettere sul proprio andamento e apportare i cambiamenti necessari non soltanto al raggiungimento dei risultati e degli obiettivi posti, ma anche al pieno soddisfacimento delle esigenze dei beneficiari diretti e indiretti dell iniziativa. La metodologia di lavoro e la strategia impiegata sono state quindi riportate in un rapporto finale di valutazione dell iniziativa, curata dal Segretariato del Programma in collaborazione con la Regione Toscana e la Scuola Superiore Sant Anna di Pisa. 1.5 Una rete attiva e aperta all esterno Cosa hanno prodotto i rapporti attivati attraverso la rete? Quali sono gli elementi a supporto di un effettivo rafforzamento dei rapporti tra i diversi partner? È indubbio come le risposte a tali domande entrino nel merito circa l effettivo valore aggiunto del lavoro in rete. Numerosi sono stati i collegamenti e le collaborazioni avviate dal Programma Seenet nei tre anni di attività, con altre iniziative di cooperazione sul territorio del sud est europeo, con particolare riferimento a quelli che coinvolgono i partner del progetto e/o le aree tematiche di riferimento. Questo metodo di lavoro, basato sul continuo confronto con altri attori locali e internazionali ha 21

23 consentito al network Seenet, da una parte di animare il partenariato su nuove opportunità di lavoro e dall altra di avviare un processo che renda, nel medio periodo, autonomo e sostenibile il legame fra due territori. Cinque sono le principali categorie che riassumono l insieme delle opportunità offerte dal network: 1. collaborazioni stabili con altri programmi. Sono state intese all interno di questa categoria, tutte quelle iniziative di collaborazioni da parte del Programma con progetti finanziati dallo stesso Ministero degli Affari Esteri o altri donatori internazionali; 2. nuove progettazioni/iniziative collaterali attivate. Si tratta di progettazioni che hanno coinvolto partner della rete e che sono in fase di sviluppo; 3. nuove iniziative di carattere bilaterale progettate e avviate. Sono iniziative che hanno visto progettazione e avvio da parte di almeno due partner del Programma e che sono state o si stanno realizzando; 4. protocolli/prospettive di collaborazione di medio periodo. Includono le collaborazioni formalizzate da soggetti partner o lavori di progettazione che nascono all interno di percorsi concertati di programmazione; 5. nuovi territori e prospettive di consolidamento del partenariato identificate. Si tratta di richieste di collaborazione formalizzate o comunque attivate attraverso il coinvolgimento attivo di partner della rete. Nel successivo box si riporta una breve sintesi delle esperienze maturate dal Programma con altri interventi nell area. 22 Box 1 Collaborazioni attivate dal Programma Collaborazioni stabili con altri programmi La partecipazione al Programma Operativo Integrato promosso dalla Regione Toscana sulla legge 84/01, in collaborazione con ARSIA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l Innovazione in Agricoltura), per l iniziativa di assistenza tecnica alla elaborazione del piano di sviluppo rurale della Regione Istria (Croazia). La sinergia con il progetto finanziato dalla legge 84/01 intitolato I Comuni Italiani per i Comuni Balcanici, promosso da ANCI, nell ambito del quale è stato realizzato un intervento per la progettazione del risanamento della discarica locale di Trebinje; Il coordinamento con l iniziativa balcanicooperazione.it avviata dalla Provincia Autonoma di Trento e dall Osservatorio sui Balcani, co-finanziata dalla legge 84/01. Il supporto al progetto Sostegno per il miglioramento della gestione dei rifiuti in BiH, implementato dalla Consulting tedesca C&E, terminato a novembre 2005 e finanziato nell ambito del programma CARDS.

24 Il coinvolgimento dei partner serbi ai corsi di formazioni su Strumenti dell internazionalizzazione ed accesso ai finanziamenti per le PMI Serbe promossi e organizzati da INTESA Formazione all interno del progetto di UNIDO ITPO intitolato Institutional Support and Capacity-Building Measures to Enhance the Role of the Serbian Agency for the Development of SME & Entrepreneurship. La partecipazione dei soggetti tecnici della Serbia e Montenegro agli eventi organizzati da Toscana Promozione a Belgrado nel giugno 2006, nell ambito del progetto Internazionalizzazione di tre filiere toscane e dei relativi distretti in Serbia, finanziato a valere sulla legge 84/01. Nuove progettazioni/iniziative collaterali attivate Partecipazione della Regione Toscana alla Seconda Conferenza dei Ministri responsabili per la Cultura dei Paesi del Sud-Est Europa dal titolo I Beni Culturali: un Ponte verso un Futuro Condiviso tenutasi a Venezia il Novembre 2005 e organizzata da UNESCO Roste. Progettazione di un intervento triennale, in collaborazione con il CEFA di Bologna, da sottoporre al Ministero degli Affari Esteri Italiano, per la promozione dei prodotti tipici locali dell area dell Erzegovina, concentrandosi in particolare sui prodotti vinicoli e caseari. Progettazione di un intervento di cooperazione decentrata per la valorizzazione dei prodotti tipici in Erzegovina al bando della Regione Friuli Venezia Giulia in aprile 2006, con partenariato allargato a soggetti toscani, friulani, istriani e bosniaci. Progetto di cooperazione internazionale promosso dal Comune di Prato sulla linea di finanziamento MED PACT, che ha visto coinvolti partner della Rete come Verteneglio e Skopje e altre città del Mediterraneo. Progetto di cooperazione presentato per il bando in scadenza a marzo 2006 nell ambito del programma INTERREG III A tranfrontaliero Adriatico. Il segretariato ha facilitato l identificazione del progetto e il coinvolgimento dei partner dell area dell Erzegovina, nel progetto che vede coinvolti EELL, agenzie di sviluppo e ONG del territorio pugliese. Nuove iniziative di carattere bilaterale progettate e avviate L iniziativa promossa sul Programma INTERACT al quale hanno aderito la Regione Istriana e dell Agenzia Regionale per lo Sviluppo Economico di Sarajevo (Sarajevska regionalna razvojna agencija SERDA), avviata a nel La partecipazione di alcune delegazioni della Bosnia Erzegovina, della Croazia e dell Albania alla manifestazione Terra Madre - World Meeting of Food Communities e al Salone del Gusto, promossa da Slow Food nell ottobre La proposta finanziata da USAID di realizzare una visita studio sul sistema di produzione e commercializzazione vinicola al quale hanno preso parte 8 23

25 viticoltori provenienti dall area dell Erzegovina. Lo scambio di esperienze ha avuto luogo a luglio L iniziativa sostenuta dal Comune di Prato di far partecipare 10 produttori artigiani della Bosnia Erzegovina alla manifestazione intitolata Mercato Internazionale di Prato, tenutosi a settembre L intervento, finanziato dalla Regione Toscana, per la valorizzazione delle produzioni tipiche dell area dell Erzegovina che vede il coinvolgimento della Provincia di Arezzo, del Comune di Prato e della Comunità Montana del Mugello. Il progetto della durata di un anno è stato avviato a dicembre Il coinvolgimento dei produttori di formaggio di Nevesinje alla manifestazione Vinitaly di Verona ad aprile La presentazione e l implementazione di una proposta progettuale sul programma Exchange finanziato dall Unione Europea nella città di Niš, con l appoggio del Circondario Empolese Valdelsa, per un iniziativa sul sostegno e sullo sviluppo del proprio Centro Informazioni e Progettazione. Presentazione e implementazione di un iniziativa di cooperazione decentrata finanziata dalla Regione Toscana per il sostegno al processo di riforma del sistema di gestione della salute mentale in Serbia, in particolare attraverso la realizzazione di azioni pilota a Niš. Partner tecnici e istituzionali della Toscana e in particolare del Circondario Empolese Valdelsa, della Provincia di Arezzo, Firenze e Livorno e la Caritas Italiana sono gli attori italiani coinvolti. Protocolli/prospettive di collaborazioni di medio periodo individuate Nel mese di maggio 2005, la Provincia di Pisa ha sottoscritto un accordo di collaborazione con la Municipalità di Tuzla in Bosnia Erzegovina per lo sviluppo di ulteriori progetti di cooperazione bilaterali. Durante il mese di luglio 2006, l Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli ha sottoscritto un protocollo di intesa con l Azienda Parco Hutovo Blato (Bosnia Erzegovina) per sviluppare nei prossimi anni un rapporto di collaborazione e cooperazione fra le due aree protette. A partire dal mese di gennaio 2006, la Regione Toscana, in collaborazione con il Segretariato del Programma, sta attivamente lavorando nell ambito dell Accordo di Programma Quadro per il Programma di sostegno alla cooperazione regionale con i Paesi dei Balcani alla definizione di interventi a sostegno dello sviluppo economico locale. All interno del Tavolo di concertazione della Regione Toscana per la cooperazione allo sviluppo nell area del sud est europeo dal mese di marzo 2006 è stato avviato un progetto 24

26 per la definizione di un percorso che porti alla identificazione di tre proposte progettuali che vedranno il coinvolgimento di diversi soggetti del territorio toscano. Le tematiche su cui si concentreranno le proposte sono: lo sviluppo rurale, le piccole e medie imprese e il turismo. Nuovi territori e opportunità di consolidamento del partnenariato identificati L intera Regione di Šumadija e Pomoravlje ha collaborato attivamente assieme alla Municipalità di Kragujevac per la realizzazione dell iniziativa prioritaria mirata alla promozione dell associazionismo imprenditoriale a Kragujevac e all impostazione di un fondo di garanzia. La Municipalità di Kursumlija in Serbia, inoltre, da qualche anno collabora con il Comune di Pontedera attraverso un rapporto stabile di cooperazione territoriale sulle tematiche culturali. Per il futuro, si prospettano possibilità di consolidare i rapporti con l intero territorio serbo. Il Cantone Zenica-Doboj (Bosnia Erzegovina), con il quale collabora anche la Regione Piemonte, fin dall inizio del Programma ha manifestato grande interesse ad entrare a far parte della rete Seenet, condividendone gli obiettivi e le metodologie di lavoro proposte. Nei tre anni di attività del Programma, inoltre, sono stati favoriti scambi di esperienze e assistenze tecniche fra partner del sud est europeo. Questo confronto ha, ad esempio, permesso ad AZRRI, l agenzia della Regione Istriana in materia di agricoltura, di collaborare sia con il Cantone di Sarajevo per la pianificazione partecipata in ambito rurale, sia con i partner dell Erzegovina nei processi di promozione e valorizzazione delle produzioni tipiche locali, alla Città di Varazdin di condividere il proprio sistema di customer relation management con la Città di Niš, di definire fra Scutari, Tuzla, Sanski Most, Prijedor, Voždovac, Kragujevac, Niš una proposta progettuale per migliorare le competenze in ambito di programmazione, valorizzazione e promozione delle risorse territoriali, al fine di attrarre investimenti e visitatori dall esterno. Un discorso a parte merita infine il coinvolgimento del partenariato toscano. Se attraverso le attività di programmazione e le iniziative prioritarie è stato favorito il lavoro degli enti locali del sud est europeo nel rapporto con i soggetti del proprio territorio, è indubbio che il Programma ha costituito l occasione per molti enti locali di fare sistema all interno dei rispettivi territori nell ambito della cooperazione. Inoltre, è significativo il numero di nuovi partner anche di livello regionale coinvolti attivamente durante lo svolgimento del Programma. Alcuni dati di sintesi sono riportati nella sottostante Tabella 2. 25

27 Tabella 2 Collaborazioni attivate dai soggetti del sistema toscano di cooperazione 26 Partner Numero Di cui coinvolti direttamente in formazione o assistenza tecnica Di cui coinvolti direttamente in iniziative prioritarie Enti locali partner iniziali Nuovi enti locali coinvolti Nuovi organismi pubblicoprivati coinvolti da enti locali partner Nuovi organismi di carattere regionale coinvolti nel Programma Come riportato nel 1.2, il partenariato toscano di Seenet si è avviato con 13 enti locali aderenti, ma, durante il proprio percorso: ha attivato la partecipazione di: a) 10 organismi dei rispettivi territori; b) altri 3 enti locali; c) 8 organizzazioni di carattere regionale e 3 distinti settori della Regione Toscana; è passato da un partenariato di semplice progetto ad un partenariato di programma, lavorando sulla dimensione di continuità dei rapporti e inserendo gli sviluppi del partenariato Seenet all interno del regolare percorso dei Tavoli Regionali di Coordinamento Geografico. Di seguito si riporta un quadro degli organismi coinvolti a livello regionale e dei soggetti del territorio collegati agli enti locali coinvolti nei tre anni di attività del Programma Si tratta dei Comuni di Empoli, Montevarchi e Civitella in Val di Chiana 8 Si tratta di Acque e Ingegneria S.r.l. (Provincia di Pisa); Confartigianato di Arezzo e Camera di Commercio di Arezzo (Comune di Arezzo); Università di Firenze (Comune di Prato); GAL Etruria (Provincia di Pisa e Livorno); Macrolotto di Prato (Comune di Prato); Agenzia Empolese Valdelsa (Circondario Empolese Valdelsa); Valdarno Sviluppo (Comune di Montevarchi); Publiambiente S.p.a. (Comune di Empoli); AISA (Comune di Arezzo) 9 Si tratta di: Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l Innovazione Agricola (ARSIA) Centro Studi Turistici di Firenze Slowfood Fondazione per la Biodiversità Dipartimento Incentivi Turistici (Regione Toscana) Settore Sviluppo Rurale (Regione Toscana) Ente Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli Artigiancredito Toscano Agenzia per la Promozione Economica della Toscana (APET)

28 Box 2 I partner toscani e il loro ruolo nel Programma Regione Toscana. Il Settore Attività Internazionali ha per la Regione Toscana la titolarità del Programma e presiede il Comitato Esecutivo. Ha curato il coordinamento del Programma e facilitato il coinvolgimento di tutti gli organismi di carattere regionale. Il Settore Incentivi e Investimenti per il Turismo ha svolto il coordinamento di tutte le attività di assistenza tecnica per la realizzazione delle iniziative prioritarie di sviluppo economico locale incentrate sul settore turistico. Il Settore Programmi Comunitari in materia di Sviluppo Rurale, ha coordinato l assistenza tecnica per la pianificazione rurale del Cantone di Sarajevo. Il Settore Artigianato e Politiche di Sostegno alle Imprese ha facilitato il coinvolgimento di Artigiancredito Toscano nell assistenza tecnica per la creazione di un fondo di garanzia a Kragujevac. Ucodep. Ha diretto il Segretariato Operativo del Programma, coordinandone tutte le attività, sia in Italia che nel Sud Est Europa. Cospe. All interno del Segretariato Operativo del Programma, ha curato parte del coordinamento delle attività del Focal Point di Mostar e di Skopje e le attività del sito web. CISPEL Confservizi Toscana. E stato partner tecnico del Programma, curando le attività di formazione e scambio di esperienze, nonché le attività di assistenza tecnica per la programmazione e la realizzazione delle iniziative prioritarie sul tema dei servizi pubblici locali nella Città di Niš (Serbia), Varazdin (Croazia), Skopje (Macedonia), Municipalità di Prijedor, Livno, Nevesinje e Trebinje (Bosnia Erzegovina), Municipalità di Rovigno e Pisino (Croazia), Scutari (Albania). In tale lavoro ha facilitato il coinvolgimento di Acque e Ingegneria S.r.l., Aisa S.p.a., Publiambiente S.p.a. Istituto per la Programmazione Economica della Toscana (IRPET). E stato il partner tecnico che ha curato, insieme a Local Global Srl e Matraia Srl, la fase di formazione e scambio di esperienze per la componente di sviluppo economico locale. Scuola Superiore S. Anna di Pisa. Ha curato la valutazione in itinere e finale del Programma che sarà inclusa nella pubblicazione finale dello stesso. Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l Innovazione in Agricoltura (ARSIA). Attraverso i propri esperti, ARSIA ha partecipato ai corsi di formazione e scambio di esperienza in Istria. Ha offerto, inoltre, le proprie competenze tecniche durante la visita in Toscana del Cantone di Sarajevo per condividere il ruolo, le metodologie usate e le attività svolte sul territorio dall Agenzia. Artigiancredito Toscano (ACT). Ha portato a termine l assistenza tecnica all iniziativa prioritaria di Kragujevac (Serbia) per la preparazione di uno studio di prefattibilità relativo alla 27

29 creazione del fondo di garanzia e l elaborazione di una proposta progettuale per l istituzione di un fondo nella Regione di Šumadija e Pomoravlje, attraverso il coinvolgimento della Direzione Generale Sviluppo Economico della Regione Toscana. Centro Studi Turistici di Firenze CST. Coinvolto nella seconda fase del Programma, ha messo a disposizione le proprie molteplici competenze sul turismo con specifico riferimento alla programmazione di settore a Varazdin e Pisino (Croazia), alla promozione di prodotti turistici ambientali e culturali e all incoming turistico nelle Città di Skopje (Macedonia), Pec-Peja (Kosovo) e Sarajevo e Mostar (Bosnia Erzegovina). Durante la realizzazione delle iniziative prioritarie, oltre alle apposite missioni in loco, il CST ha organizzato workshops con tour operators interessati ad investire in Macedonia e in Bosnia Erzegovina, nonché ha avviato l identificazione di una strategia comune di promozione turistica di Sarajevo e Mostar. Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli. Ha collaborato in maniera molto attiva al miglioramento dell offerta e della fruibilità turistica del Parco di Hutovo Blato (Bosnia Erzegovina), arrivando a sottoscrivere un protocollo di collaborazione con il partner bosniaco e coinvolgendo e sensibilizzando numerosi soggetti tecnici ed ambientalisti del territorio toscano. Fondazione Slowfood per la Biodiversità. Ha partecipato come parte del sistema toscano di cooperazione alle diverse riunioni del Comitato Esecutivo del Programma, attivando uno specifico presidio sulla valorizzazione del bue istriano in Croazia. Toscana Promozione. È stata coinvolta nelle attività di formazione e scambio di esperienza a Belgrado. Insieme al Comune di Prato ha ospitato la visita in Toscana della Municipalità di Prijedor per il supporto al marketing territoriale del settore della carta. Enti locali e soggetti del territorio ad essi collegati Comune di Arezzo. Ha attivamente partecipato a tutte le fasi del Programma, sia per la componente di sviluppo economico locale - attraverso il coinvolgimento di Confartigianato Arezzo, della Camera di Commercio di Arezzo e del Centro Affari e Convegni di Arezzo che per la componente di servizi pubblici attraverso la partecipazione della locale azienda di gestione dei rifiuti, Aisa S.p.A. Nell assistenza tecnica e nella realizzazione delle iniziative prioritarie, ha lavorato con la Città di Kragujevac (Serbia), in collaborazione con Artigiancredito Toscano per la costituzione di un fondo di garanzia e con la Municipalità di Trebinje (Bosnia Erzegovina), insieme al Comune di Empoli, per la realizzazione della progettazione esecutiva per la messa in sicurezza della discarica. Comune di Civitella in Val di Chiana. Ha avviato la propria collaborazione con la Regione 28

30 Istria e il Comune di Grisignana (Croazia), portando la propria esperienza di valorizzazione di un borgo storico di origini medievali. Comune di Empoli. Ha partecipato, insieme alla propria azienda municipalizzata, Publiambiente S.p.a., e al Comune di Arezzo, alla fase di assistenza tecnica e alla realizzazione della progettazione esecutiva per la messa in sicurezza della discarica di Trebinje (Bosnia Erzegovina). Comune di Firenze. Attraverso il proprio Assessorato alla Cultura, ha affiancato la Città di Mostar (Bosnia Erzegovina) nella ristrutturazione e nell allestimento del Museo del Ponte di Mostar. Comune di Montevarchi. Ha accompagnato la Municipalità di Vozdovac (Serbia) nell apertura del Centro di Supporto alle Piccole e Medie Imprese locali. Per meglio svolgere tale compito, ha coinvolto l Agenzia Valdarno Sviluppo, che ha partecipato a missioni a Vozdovac e ospitato il personale serbo in occasione della loro visita-studio in Toscana. Comune di Pontedera. Ha partecipato ad un seminario di formazione e scambio di esperienze sui servizi dell ente locale per lo sviluppo economico locale in Serbia. Attraverso il Segretariato Seenet, ha dato nuovo impulso al proprio partenariato con la municipalità di Kursumljia, sulla ristrutturazione della biblioteca locale. Comune di Prato. Ha partecipato in maniera molto attiva fin dalla fase di scambi di esperienze, coinvolgendo il Macrolotto di Prato nella presentazione del rapporto ente e agenti economici locali per la crescita della PMI, l Università di Firenze per la pianificazione ambientale e urbanistica. La stessa struttura comunale si è altresì impegnata nel portare l esperienza di un ente locale nello sviluppo delle produzioni tipiche. In questi tre settori ha lavorato anche in tutte le fasi di assistenza tecnica per la programmazione e nella realizzazione delle stesse iniziative prioritarie, rispettivamente a Prijedor (Bosnia Erzegovina) per la realizzazione di un incubatore di impresa, a Verteneglio (Croazia) per la valorizzazione dei siti archeologici e per lo studio di fattibilità della Baia di Karigador, e con i Comuni dell Erzegovina (Bosnia Erzegovina), in collaborazione con la Provincia di Arezzo, la Comunità Montana del Mugello e Ucodep per la valorizzazione dei propri prodotti tipici. Comuni di Quarrata e Montale. Hanno partecipato nella fase iniziale di scambio di esperienze, nella presentazione del loro modello di Sportello Unico per le Imprese. Provincia di Arezzo. Ha dato il proprio contributo nelle fasi di formazione e scambio di esperienze sul ruolo che l ente locale può assumere nello sviluppo rurale del proprio territorio. Ha accompagnato i partner della regione dell Erzegovina nella identificazione dei propri prodotti tipici. Tale iniziativa si è poi sviluppata in un progetto di più ampio respiro sulla 29

31 valorizzazione dei prodotti tipici in Erzegovina, in collaborazione con il Comune di Prato, la Comunità Montana del Mugello e Ucodep. Provincia di Pisa. Direttamente attraverso i propri uffici, ha collaborato fin dalla fase di formazione e scambio di esperienze sul tema dello sviluppo economico locale, proseguendo anche in maniera molto attiva nel settore dei servizi pubblici. Ha accompagnato le Municipalità di Tuzla e di Sanski Most (Bosnia Erzegovina), nelle attività di programmazione e realizzazione delle rispettive iniziative prioritarie orientate al rafforzamento dei servizi alla piccola e media impresa. Ha inoltre rafforzato il proprio partenariato con la Municipalità di Scutari (Albania), realizzando, attraverso l impegno dell Istituzione Centro Nord Sud, di Acque e Ingegneria S.r.l. e di Publiambiente S.p.a., lo studio di fattibilità per la realizzazione della discarica regionale. Provincia di Livorno. Durante la fase di formazione ha condiviso con il Segretariato del Programma il materiale sul marketing territoriale e la riconversione delle aree industriali, con specifico riferimento alla loro esperienza in ambito portuale. Ha inoltre facilitato il coinvolgimento del GAL Etruria nell assistenza tecnica al Cantone di Sarajevo. Circondario Empolese Valdelsa. Attraverso Seenet, il Circondario Empolese Valdelsa ha continuato a sviluppare il proprio rapporto con la Città di Niš in Serbia. Coinvolgendo l Agenzia Empolese Valdelsa, ha partecipato ai seminari di scambio di esperienze, all assistenza tecnica per la definizione di un quadro strategico delle politiche di comunicazione quale sostegno per gli attori del settore economico locale, nonché all allargamento dei servizi del locale Centro Servizi per le Imprese. Comunità Montana del Mugello. Ha preso parte ai percorsi di formazione e scambio di esperienze in Bosnia Erzegovina sulla promozione dello sviluppo rurale. Assieme al Comune di Prato, alla Provincia di Arezzo e a Ucodep è promotrice di un progetto per la valorizzazione delle produzioni tipiche dell Erzegovina. Gruppo Azione Locale Etruria. Ha coordinato, in collaborazione con il Settore Programmi Comunitari in materia di Sviluppo Rurale della Regione Toscana, l assistenza tecnica per l introduzione di metodologie partecipative nella pianificazione rurale nel territorio del Cantone di Sarajevo (Bosnia Erzegovina). 30

32 2 Le lezioni apprese 2.1 Il modello Seenet nella cooperazione decentrata Le modalità di impegno degli enti locali La letteratura sulla cooperazione decentrata si è concentrata sui suoi vari caratteri distintivi. Le angolature da cui tale concetto è stato analizzato sono più d una, senza che per ciascuna di queste ci siano approcci univoci all interno della comunità internazionale. Se rispetto alla natura dei soggetti coinvolti, MAE, Unione Europea e agenzie delle Nazioni Unite forniscono definizioni distinte in base al diverso peso dato al rapporto pubblico-privato; anche l analisi delle finalità di intervento pone delle significative differenze in termini di pesi dati allo sviluppo di uno o di entrambi i territori che intervengono nella relazione. Un interessante dimensione di analisi dentro la quale collocare il Programma Seenet è quella introdotta da Vanna Ianni 10 relativamente al grado di attivazione del territorio e dell ente locale che partecipa all interno del Programma. Senza voler tentare una classificazione delle modalità di coinvolgimento degli enti locali nella cooperazione decentrata, possiamo però enuclearne alcune, cercando di collocare Seenet all interno di queste. Nel successivo Schema 3 abbiamo evidenziato alcune categorie, secondo un tendenziale continuum di impegno dell ente locale che vede passare da sostegni esterni economici o politici di iniziative pensate e condotte da soggetti del proprio territorio, ad un vero e proprio coinvolgimento diretto delle proprie strutture anche in raccordo con altri soggetti del proprio territorio. Schema 3 Modalità di coinvolgimento degli enti locali in iniziative di cooperazione decentrata Livello di attivazione degli enti locali Partecipazione di proprio personale alla realizzazione di interventi di assistenza tecnica Facilitazione e coordinamento di soggetti del proprio territorio nella realizzazione di interventi Partecipazione di proprio personale ad iniziative di formazione/scambio di esperienze Appoggio politico-istituzionale ad iniziative di soggetti del territorio Sostegno finanziario ad iniziative realizzate da soggetti del territorio Coinvolgimento diretto delle strutture Sostegno esterno 10 Si veda Vanna Ianni, La logica d azione della cooperazione decentrata pag. 62, in Verso una nuova visione dell aiuto, Solaria-ANCI,

33 Secondo la suddetta classificazione, ed in funzione di quanto riportato nei capitoli precedenti, vediamo come Seenet abbia rappresentato un iniziativa di cooperazione decentrata ad alta intensità di impegno da parte degli enti locali/soggetti del territorio toscano coinvolti, collocandosi nell analisi della Ianni, nella categoria della cooperazione territoriale 11. Infatti, il lavoro in partenariato che ha caratterizzato tutto il Programma, e in maniera ancora più intensa la sua seconda fase, ha richiesto un forte impegno delle strutture degli enti locali toscani. Queste non soltanto hanno messo a disposizione le proprie competenze specifiche, ma hanno avuto anche un ruolo attivo nel raccordo con gli altri soggetti del proprio territorio per l accompagnamento dei partner del sud est europeo nelle fasi di programmazione e realizzazione delle iniziative prioritarie. Esempi particolarmente emblematici del meccanismo appena descritto sono rappresentati dai contributi e dalle esperienze offerte dal Comune di Arezzo 12, dal Comune di Prato 13 o dalla Provincia di Pisa 14 i quali, in momenti diversi del Programma, hanno coinvolto quei soggetti del proprio territorio che meglio rispondevano alle esigenze espresse dai partner balcanici Una rete a cinque dimensioni Considerata la realtà multiattoriale che spesso sottende gli interventi di cooperazione decentrata, è implicito che il concetto di intervento in rete diventi caratteristica intrinseca di molti interventi di cooperazione decentrata. L analisi del Programma ci porta però a differenziare il termine di rete prendendo in considerazione diverse sue articolazioni, non tutte necessariamente caratterizzanti anche le modalità più complesse di cooperazione territoriale. Possiamo affermare come il Programma abbia attivato ben cinque tipologie di reti tra loro differenti, ognuna delle quali con una propria logica di gestione. Nell affrontare questa analisi utilizziamo i concetti di rete corta e rete lunga proprio della letteratura sullo sviluppo locale, ricordando come con il termine rete corta si intenda i rapporti tra soggetti di uno stesso territorio, mentre con l espressione rete lunga si è soliti riferirsi a rapporti tra soggetti di diversi territori. Lo Schema 4 riassume le cinque dimensioni di rete su cui Seenet si è caratterizzato come programma di cooperazione decentrata che ha agito in una logica di rafforzamento della: rete corta di sviluppo locale in ciascun territorio partner del sud est europeo; 11 Nella cooperazione territoriale, il partenariato coinvolge una molteplicità di enti e attori, con modalità attive di coinvolgimento di tutti i territori, spesso all interno di un accordo quadro di riferimento. 12 Attraverso l Ufficio Politiche Comunitarie del Comune di Arezzo hanno preso parte alle attività del Programma la Camera di Commercio di Arezzo, il Centro Affari e Convegni, la Confartigianato provinciale, A.I.S.A S.p.A. l azienda che gestisce lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. 13 Il Comune di Prato, mediante il Servizio Sviluppo Economico, ha coinvolto il Macrolotto Prato, l Università di Firenze per la pianificazione ambientale ed urbanistica, Confesercenti Prato. 14 La Provincia di Pisa ha coinvolto l Istituzione Centro Nord Sud, Acque e Ingegneria S.r.l. e Publiambiente S.p.a..

34 rete corta di cooperazione in ciascun territorio partner della Toscana; rete lunga di cooperazione dei partner toscani; rete lunga di partenariato dei partner del sud est europeo; rete lunga di partenariato tra Toscana e Sud Est Europa. Emerge pertanto una dimensione complessa di rete che ha caratterizzato la cooperazione decentrata di Seenet, distinguendolo sicuramente da altri tipi di interventi. Schema 4 Le dimensioni di rete di Seenet. Toscana Sud Est Europa Rete corta Ente locale partner 1 Rete corta Ente locale partner A Rete Toscana di cooperazione Rete di partenariato del Sud Est Europa Rete corta Ente locale partner N Rete corta Ente locale partner N 2.2 La strategia Un impegno progressivo dei partner Nella descrizione delle origini della rete, nella sezione 1.1, abbiamo visto come il partenariato nasca dai rapporti attivati da alcuni enti locali toscani e del sud est europeo durante la fase di emergenza del periodo bellico. Se tali rapporti nascevano su una forte spinta ideale, è però vero che questi mostravano alcune caratteristiche di estemporaneità. Tale elemento si accompagnava in parte alla mancanza di consapevolezza diffusa all interno delle strutture degli enti locali e dei territori. In che modo la strategia del Programma ha quindi tenuto in considerazione questa caratteristica di contesto iniziale? La risposta, uno degli elementi di successo del Programma, ha previsto una logica di coinvolgimento incrementale dei partner, prevedendo fasi di lavoro in cui la conoscenza 33

35 e l impegno degli stessi andassero progressivamente aumentando. Tale logica ha riguardato le differenti dimensioni di rete in cui il Programma ha agito: all interno del partenariato internazionale, prevedendo modalità di coinvolgimento progressive nelle diverse fasi del Programma, dalla maggiore conoscenza tra partner attraverso prime iniziative di scambio di esperienze e formazione, al successivo accompagnamento nelle fasi di programmazione e alla realizzazione congiunta delle iniziative prioritarie; all interno delle reti corte nel sud est europeo. Dalla partecipazione di soggetti del territorio alle fasi di formazione e scambio di esperienze (inizialmente non prevista nel Programma) si è, di fatto, costituito un laboratorio di lavoro comune nei singoli territori del sud est europeo; all interno delle reti corte e della rete lunga di cooperazione toscana. Il progressivo incontro di partenariati è stato svolto secondo un iniziale fase di approfondimento di interessi da parte di ciascun partner. Nulla si è dato per scontato e, a seguito dell adesione formale da parte di ciascun partner al Programma, si è proceduto ad un lavoro di approfondimento degli specifici interessi rispetto a settori e aree geografiche di impegno. Di fatto si è costruito, all interno di ciascun territorio toscano, un percorso di coinvolgimento guidato dall ente rispetto al proprio partenariato territoriale Una programmazione flessibile Si tratta di uno degli elementi che più sono stati apprezzati all interno del Programma da parte dei partner. Da questo punto di vista, buona parte della strategia di azione del Programma ha previsto dei forti elementi di flessibilità, che hanno consentito di calibrare le azioni in maniera concertata e specifica con i partner. Tale componente è la risultante di scelte metodologiche di fondo che hanno caratterizzato tutto l intervento. Fin dalle prime fasi, con la realizzazione dei seminari di formazione e scambio di esperienze, il Programma ha previsto un ri-orientamento delle azioni rispetto a quanto formulato nel documento di progetto, allargando il numero e la tipologia di soggetti, gettando le basi per l avvio di pratiche di concertazione locali, nonché rivedendo l impostazione in funzione di un effettivo scambio di esperienze sui modelli di gestione. La stessa impostazione delle fasi di programmazione di breve e medio periodo, fino alla identificazione delle iniziative prioritarie prevedeva nel documento di progetto una specificazione in itinere da parte di ogni partner del sud est europeo. Si è da questo punto di vista realizzata una progettazione di processo secondo quanto previsto dalle linee guida dell Unione Europea sul Project Cycle Management Tale coinvolgimento non ha solo riguardato le esigenze espresse dai territori del sud est europeo, ma gli interessi e le volontà di collaborazione dei singoli soggetti del territorio toscano.

36 2.2.3 La combinazione di azioni orizzontali e verticali All inizio della fase di formulazione della proposta e, successivamente, all inizio della sua fase di implementazione, gli enti locali del sud est europeo testimoniavano alcuni elementi predominanti: il danneggiamento o addirittura la distruzione di alcune importanti infrastrutture (rete viaria, opere fognarie, acquedotti), che provocavano un evidente disagio per la popolazione locale e una conseguente inevitabile pressione sulla classe politica locale; il progressivo decentramento delle funzioni senza il contemporaneo aumento delle risorse a disposizione. Tipico di molti processi di decentramento è la fase iniziale, in cui i paesi del sud est europeo si trovano ancora oggi, nella quale ad un iniziale trasferimento di funzioni dal livello centrale a quello locale, attraverso leggi quadro nazionali, non fanno ancora da necessario contrappunto le competenze interne del personale dell ente, né un significativo aumento delle risorse finanziarie dal governo centrale, né tanto meno l avvio di un processo di autonomia delle imposte. la mancanza di accesso diretto alle risorse della cooperazione internazionale. Nella prima fase di ricostruzione immediatamente successiva al conflitto, le risorse della cooperazione internazionale sono state spesso significative. Di tali risorse hanno, tuttavia, beneficiato principalmente i governi centrali, senza che gli enti locali avessero significative ricadute dirette; il prevalere di interventi orizzontali e standardizzati di cooperazione internazionale. Se gli enti locali non hanno potuto beneficiare in maniera diretta delle risorse della cooperazione internazionale, gran parte di questa si è indirizzata sull importante bisogno di cambio di mentalità e conseguente formazione da parte della classe dirigente degli enti locali. Come spesso accade, però, i donatori hanno canalizzato un insieme significativo di risorse finalizzato ad iniziative di formazione che, secondo la percezione dei partner del sud est europeo, avevano un carattere di eccessiva standardizzazione e mancavano di seguiti concreti. Tutti questi elementi hanno fatto sì che la strategia di intervento del Programma vedesse una combinazione di azioni trasversali, che hanno coinvolto tutti i partner in maniera non standardizzata ma comunque omogenea è il caso della formazione o dell analisi dei territori - con azioni di carattere verticale, come l assistenza tecnica per la programmazione e la realizzazione delle iniziative prioritarie, che si sono svolte in ciascun territorio secondo peculiarità specifiche. Tale combinazione di azioni è risultata funzionale al consolidamento del partenariato transnazionale, rafforzando la coscienza di rete dell intervento, ma assolvendo, contemporaneamente, alle esigenze di concretezza del Programma che i partner del sud est europeo hanno sempre richiesto. 35

37 2.2.4 Il collegamento Analisi-Programmazione-Implementazione Tra gli elementi della strategia che hanno caratterizzato il Programma, un importante ruolo è stato giocato dall inclusione in ciascun territorio partner del sud est europeo dei tre elementi di analisi, programmazione e implementazione di iniziative. Come è stato anche esplicitato in un recente studio che il MAE ha commissionato al Centro Studi Politica Internazionale 16 (CeSPI) che ha analizzato alcuni interventi di cooperazione decentrata italiana nell area balcanica, l impatto sulle variabili di rafforzamento della governance e di fiducia nelle istituzioni e nella vita pubblica sono risultati positivi in interventi che, come Seenet, hanno favorito a livello di ciascun territorio locale il collegamento tra analisi-programmazione-implementazione. Si è quindi data opportunità agli stakeholder locali di sperimentare percorsi di concertazione che, basandosi sulla autonoma capacità di lettura dei bisogni del proprio territorio, fossero in grado di impostare scenari di sviluppo di medio periodo insieme alla realizzazione concreta di alcune iniziative. Si è in tal modo avviato un percorso virtuoso che ha favorito una reale attivazione di risorse locali rispetto alle specifiche problematiche. La capacità di coinvolgere attivamente il territorio, in ogni sua forma, appare davvero la strategia necessaria per arrivare in maniera diretta ai cittadini ed alle loro necessità. Questo tipo di processo innesca meccanismi virtuosi legati al rafforzamento stesso della società civile attraverso le sue componenti dotate di maggiore iniziativa e voglia di cambiare. Un programma come Seenet, grazie anche alla sua particolare struttura a rete, detiene la capacità di mettere in circolo le distinte esperienze dei soggetti, mirando a sostenerne gli sforzi di fronte agli enti istituzionali con i quali si confrontano quotidianamente. Il potenziamento delle competenze locali parte allora dal basso, nella duplice intenzione di intervenire sulle reali necessità del territorio e di rafforzare la società civile nel suo complesso. Per contro, lo stesso studio del CeSPI evidenzia come i progetti che si sono concentrati solo sulla fase di analisi e programmazione senza avere specifiche risorse per l implementazione, agissero sì sui meccanismi di governance, ma generando al tempo stesso una sorta di frustrazione degli attori locali nell impossibilità immediata di agire sulla dimensione di miglioramento dei servizi. Allo stesso modo, le iniziative che si concentravano esclusivamente sulla fase di implementazione hanno agito positivamente sul versante del miglioramento dei servizi, senza che però questo fosse supportato da una forte motivazione degli attori locali che solo attraverso la facilitazione di meccanismi di concertazione per l analisi e la programmazione può realmente aver luogo. In tal senso è mancata a questo tipo di programmi la capacità di sostenere nel medio periodo il miglioramento dei servizi attraverso un accresciuta governance locale. 16 Pietro Paolo Proto e Alessandro Rotta, La cooperazione italiana per la democrazia e la legalità nei Balcani Occidentali, CeSPI, Settembre

38 2.3 La gestione Il ruolo del Segretariato La struttura stessa di Seenet, dotata di un organismo di coordinamento permanente come il Segretariato, rappresenta un vero valore aggiunto del Programma. Tale scelta, oltre ad apparire innovativa in ottica di replicabilità, si pone in linea con la crescente importanza attribuita alla società civile ed al sistema toscano nel suo complesso. La creazione di un punto di convergenza, tematico, gestionale ed organizzativo, permette, infatti, di coordinare gli sforzi individuali, rafforzandone le complessive potenzialità di impatto. Inoltre, la presenza sul territorio dei Focal Point, il loro rapporto continuo e costante con i partner, la rapida capacità di risposta alle esigenze del territorio, si conferma come una dei fattori maggiormente innovativi del Programma. Una precisa scelta strategica, diretta ad aumentare il grado di fiducia e di coinvolgimento dei soggetti beneficiari, considerata a ragione da buona parte degli interlocutori locali, il vero punto di forza della struttura di Seenet. In un contesto territoriale carico di profonde divisioni e alla presenza di evidenti difformità relative a partner, è facile cogliere la rilevanza di un simile risultato, all interno di un fondamentale percorso di valorizzazione del ruolo e delle capacità degli enti locali. Il lavoro del Segretariato si è concentrato su tutte e 5 le dimensioni di rete, secondo la seguente articolazione: Rete Corta nel Sud Est Europa. Si tratta del ruolo di coordinamento operativo del Programma in raccordo con i rappresentanti degli enti locali realizzatosi in ciascuna delle realtà coinvolte nel sud est europeo. Tale compito si è esercitato attraverso il Segretariato Estero e i relativi uffici delle sedi Focal Point di Pola, Sarajevo, Mostar, Belgrado e Skopje. Ha riguardato principalmente le seguenti funzioni: a) facilitazione dell esecuzione delle attività di Programma all interno di ciascun territorio partner, b) informazione sul Programma ai diversi soggetti partner del territorio, c) stimolo per la definizione del partenariato locale, d) preparazione delle missioni di assistenza tecnica di partner toscani e/o di altri partner del sud est europeo, e) raccordo e coordinamento con altre iniziative di cooperazione internazionale. Rete Corta Toscana. Si tratta del ruolo di facilitazione della partecipazione dei singoli partner toscani all interno del Programma. Abbiamo visto come questo richiedesse un livello di coinvolgimento complesso, comportando la partecipazione diretta delle strutture degli enti locali in affiancamento a quelle dei partner del sud est europeo. A tale proposito, il Segretariato Italia ha fornito un servizio di assistenza agli enti locali partner del Programma che ha riguardato le seguenti principali funzioni: a) preparazione delle strutture tecniche coinvolte nella lettura e analisi dei bisogni dei rispettivi territori del sud est europeo, b) preparazione logistica delle missioni, c) facilitazione dei rapporti tra enti locali partner e soggetti tecnici del proprio territorio, d) assistenza nelle fasi di comunicazione e informazione delle attività 37

39 del Programma alla cittadinanza, e) collegamento con altre iniziative italiane di cooperazione internazionale allo sviluppo. Rete Lunga Toscana. Si tratta del ruolo di raccordo tra i diversi partner toscani del Programma, per lo sviluppo di collaborazioni e di una visione condivisa dell intervento. Vista la dimensione e il numero di partner coinvolti, il Programma ha giocato un ruolo di stimolo per la formazione di una strategia di un costituendo sistema toscano di cooperazione con l area del sud est europeo. In particolare, il Segretariato Italia ha svolto le seguenti funzioni: a) raccordo tra enti locali toscani nella collaborazione tra enti diversi, b) preparazione e facilitazione dei momenti comuni di raccordo tra i partner, c) inserimento della metodologia di lavoro del partenariato toscano del Programma all interno del Tavolo di Coordinamento Toscano del Sud Est Europa. Rete Lunga nel Sud Est Europa. Si tratta del ruolo di raccordo e comunicazione tra i partner del sud est europeo. Ha riguardato le seguenti principali funzioni: a) coordinamento delle iniziative di scambio di esperienze tra partner con problematiche e interessi omogenei, b) facilitazione degli interventi di assistenza tecnica tra partner del sud est europeo, c) facilitazione dei gruppi di lavoro tra partner del sud est europeo per lo sviluppo di progetti e iniziative future. Rete Lunga Internazionale. Si tratta del ruolo di raccordo complessivo all interno del Programma, facilitando la comunicazione tra tutti i partner della rete e una visione comune dello stesso. In questo senso si potrebbe a ragione affermare che il Segretariato del Programma, soprattutto attraverso la permanenza prolungata in loco di personale espatriato e la collaborazione di questo con lo staff e i tecnici locali, ha svolto in generale un ruolo importantissimo di mediazione culturale, premessa essenziale per l incontro e il positivo interscambio tra i diversi sistemi territoriali coinvolti. Ha in particolare riguardato le seguenti funzioni: a) programmazione unitaria delle attività del Programma nei diversi contesti, b) preparazione e organizzazione delle riunioni degli organi di direzione, c) preparazione di documenti metodologici della rete, d) istruttoria dei progetti di iniziative prioritarie, e) realizzazione e mantenimento di strumenti di comunicazione comune quale il sito internet e le newsletter Il Nucleo Tripartito e un ruolo attivo del MAE Come già esaminato nel paragrafo 1.2, il Programma ha operato attraverso un organo politico, il Comitato di Direzione, e un organo tecnico, il Comitato Esecutivo, che hanno svolto un ruolo rispettivamente di guida politica della rete e del Programma e un compito tecnico di discussione dei piani di lavoro e degli indirizzi tecnici del network Seenet. 38

40 Allo stesso modo è da segnalare come peculiarità dell intervento la funzione positiva che ha giocato il Nucleo Tripartito. All interno di tale organo, una sorta di strumento esecutivo del Comitato di Direzione, si è sperimentata la partecipazione della DGCS MAE insieme ai partner della Regione Toscana, della Regione Istria e delle ONG rappresentanti il Segretariato. Il Nucleo Tripartito ha monitorato il Programma in tutto il suo svolgimento, preparando e discutendo al suo interno le decisioni-chiave sottoposte poi al confronto e all approvazione del Comitato di Direzione. Particolare importanza ha avuto il ruolo del Nucleo Tripartito nella revisione dei piani operativi, nella determinazione dei criteri per le iniziative prioritarie, nonché nell approvazione dei progetti delle stesse, fornendo indicazioni ai partner per la fase di implementazione. Attraverso il ruolo attivo della DGCS MAE nel Nucleo Tripartito, si è trovato il giusto equilibrio tra controllo delle decisioni e delle spese all interno del Programma e la gestione di un processo in fieri che ha portato all individuazione di azioni specifiche in ciascun territorio (le iniziative prioritarie), soltanto quando il progetto era già stato avviato. La replicabilità di tale esperienza può risultare molto utile per future iniziative complesse di cooperazione decentrata. 2.4 La rete come strumento di dialogo e concertazione Una rete per lo sviluppo: cooperazione decentrata per un dialogo nel post-conflitto Il processo di decentralizzazione non è un fattore sufficiente, da solo, affinché i governi locali siano effettivamente in grado di sopperire alle esigenze del territorio. Per garantire i servizi e le infrastrutture alla comunità è necessario che gli enti sappiano mobilitare le risorse attraverso una macchina amministrativa efficiente e trasparente. Migliorare e potenziare proprio queste capacità gestionali, attraverso un flusso adeguato di informazioni, know-how, strumenti procedurali, è uno dei fini centrali del processo di capacity building. La transizione verso modelli aperti pluralistici di governo non dipende però dalla semplice apertura del livello di governance a soggetti diversi dall istituzione pubblica, quanto piuttosto dalla capacità di accogliere istanze di cambiamento attraverso nuovi assetti istituzionali. Seenet ha adottato un approccio orientato al sostegno diretto degli attori locali, istituzionali e non, cercando di sviluppare un percorso coerente tra società ed amministrazioni attraverso il lavoro comune su tematiche prioritarie per il territorio. In una realtà post-conflittuale come quella dei Balcani, l elemento sul quale il Programma ha scelto di agire è stato quello della fiducia, intesa su tre livelli distinti: in primo luogo, la fiducia reciproca tra enti separati dagli anni drammatici della guerra, la quale ha posto una lunga serie di fossati, assai difficili da colmare. Ma il sotto titolo di Seenet è 39

41 40 appunto: I governi locali motori dello sviluppo, ricostruire i ponti del dialogo nel sud est europeo. Creare opportunità di confronto, di scambio di saperi ed esperienze è stato il primo passo per mettere di nuovo assieme quei soggetti. Si è andati al di là dal semplice ripristino di forme di comunicazione, attraverso l effettiva condivisione dei problemi e delle necessità che hanno spinto alla realizzazione delle distinte iniziative progettuali. Non solo sedersi allo stesso tavolo, ma lavorare assieme ad esigenze comuni, con lo sguardo rivolto finalmente al futuro. Questo è stato possibile proprio grazie alle attività e alla struttura stessa del network che è stato creato. Una rete molto ampia di soggetti, che ha portato con sé gli ostacoli inerenti alle profonde difformità di contesto, ma che è riuscita a mettere insieme un intera regione. Elemento chiave, in tal senso, è stato quello di abbinare la fase formativa ad un processo coerente di realizzazione progettuale; in secondo luogo la ricostruzione della fiducia dei cittadini nei confronti delle proprie amministrazioni. Nel delicato e precario contesto post-dayton, Seenet ha cercato di allargare la base dei beneficiari ai numerosi soggetti della società civile, dalle ONG alle Università. I molteplici attori del territorio sono stati attivamente coinvolti in ogni iniziativa, rafforzando la componente partecipativa e democratica del processo di decentralizzazione. In questo il sistema toscano è stato fondamentale per l apporto essenziale dato dalle diverse realtà istituzionali, sociali ed economiche che hanno collaborato ad ogni fase del Programma; in terzo luogo, infine, la rinnovata fiducia nei progetti di cooperazione, il cui afflusso spesso disordinato ha favorito una ricezione passiva ed inefficace da parte dei soggetti balcanici. I dubbi e le diffidenze sono state progressivamente vinte grazie ad un approccio fortemente innovativo, costruito sulla presenza continua dei Focal Point nelle varie sedi locali e sulla flessibilità del programma, capace di accogliere le diverse istanze provenienti dal territorio e pronto a modificare la propria impostazione, evitando così un atteggiamento rigido e preordinato. Costruire fiducia attraverso i rapporti umani e le attività concrete, l organizzazione di rete e la mobilitazione del territorio, è la chiave ultima per rimettere in moto processi di partecipazione democratica e di riconciliazione. IL PUNTO DI VISTA DI Giuseppe Morabito Vicedirettore Generale della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) - MAE Perché Seenet è stato importante? Perché ha favorito in primo luogo il dialogo tra collettività locali e popolazioni divise dall appartenenza a etnie e religioni diverse che hanno vissuto lunghissimi e dolorosissimi momenti di conflitto. Parlare di dialogo e pace all interno di quell area è quindi la priorità, non solo per le popolazioni locali ma per l Europa ed il nostro Paese, vista la contiguità geografica. In che modo la cooperazione decentrata può aiutare la pace e la riconciliazione? La cooperazione decentrata è fondamentale quando funziona e quella della Regione Toscana funziona.

42 I motivi di questo sono diversi, a partire dalla scelta di interlocutori quali Ucodep e Cospe, due ONG competenti e ben organizzate, ma soprattutto in grado di coinvolgere il territorio e quindi in grado di offrire un valore aggiunto alla cooperazione. Attraverso la cooperazione decentrata si possono attivare rapporti duraturi tra i soggetti del territorio che collaborano, favorendo la stabilità delle istituzioni democratiche dei Paesi beneficiari e lo stesso processo di integrazione nell Unione Europea. La cooperazione, multilaterale e bilaterale ha bisogno di trovare adeguati soggetti esecutori. La Toscana, così come altre Regioni italiane, ha il vantaggio di poter attivare una molteplicità di soggetti, ciascuno con le proprie competenze, per la realizzazione degli interventi. Una esemplificazione può aiutare a capire: tra una Regione e gli enti locali del proprio territorio, il sistema delle imprese, le università, i centri di ricerca, il rapporto è immediato, proprio perché frutto di relazioni quotidiane e costanti che prescindono dalla cooperazione allo sviluppo, ma che al tempo stesso capitalizzano esperienze ed interessi dei diversi attori coinvolti. Questo è un valore aggiunto fondamentale. C è un terzo elemento tutt altro che trascurabile: coinvolgendo il territorio si crea consenso sulla cooperazione. Bisogna uscire dal luogo comune secondo il quale la cooperazione allo sviluppo è una cosa bella e nobile e che tutti sono disponibili nei suoi confronti. La realtà è un altra: la cooperazione è finanziata dal contribuente e il contribuente vuole capire a cosa serve e vuole anche dei ritorni, magari non sempre, ma spesso sì. Ritorni è forse un termine un po brutale, ma il senso è quello. Non parlo evidentemente di ritorni solo economici, ma di cose che uno finanzia, delle quali vede ed apprezza i risultati. Ebbene la cooperazione decentrata rende questi ritorni più evidenti e chiari anche al cittadino e questo non può che aumentare il suo possibile consenso rispetto alle attività di cooperazione. Ricordiamoci un altro fatto: dobbiamo mirare costantemente a migliorare la qualità degli interventi ed un modo per ottimizzare le risorse finanziarie è proprio la cooperazione decentrata. Cosa differenzia le Regioni che funzionano da quelle che non funzionano? Come creare un meccanismo virtuoso? In Italia, oltre alla Toscana, ci sono varie realtà regionali che fanno buona cooperazione. L auspicio è che queste realtà si possano allargare, coinvolgendo sempre nuovi soggetti. Nel futuro di Seenet penso che sia positivo il tentativo della Regione Toscana di ampliare il partenariato ad altri contesti regionali, perché unire le forze delle regioni che hanno interesse a partecipare è fondamentale. Se non hanno interesse è meglio non coinvolgerle o coinvolgerle in altre iniziative. Altro discorso le reti, alla cui realizzazione mi pare che Seenet si sia impegnato con successo. Le reti svolgono un ruolo essenziale anche nella logica dell integrazione europea. La parola rete non deve restare astratta, come talvolta avviene. Ecco, credo che trasferire ai partner del Sud Est dell Europa come ha fatto Seenet - l esperienza italiana nei rapporti con l Unione Europea, con i suoi strumenti di finanziamento e la sua progettualità, sia un esempio di cosa vuol dire dare concretezza alla parola rete. La Toscana vanta da questo punto di vista un ruolo di leadership tra le diverse regioni italiane, avendo avviato da tempo con l Unione Europea un dialogo diretto, nel quale è stato da sempre particolarmente attivo il suo Ufficio di Bruxelles. Come giudica il ruolo delle ONG in un programma di rete come Seenet? L approccio anche in questo caso è, diciamo così, laico. Le ONG non sono state inserite all interno del Programma perché era importante che ci fossero. Sono state inserite perché era fondamentale avere un 41

43 soggetto in grado di svolgere attività di segretariato che, come è ben descritto in questo libro, è un lavoro complesso, che ha bisogno di professionalità specifiche. ONG come Ucodep e Cospe, come ho detto prima, hanno queste professionalità, oltre ad una relazione forte con la Regione Toscana ed un rapporto costante con i soggetti del territorio. In questo caso l obiettivo è stato raggiunto. Non è detto che tutto ciò debba sempre passare dalle ONG. Quali altri elementi di innovatività vede all interno del Programma? Direi che il meccanismo del Nucleo Tripartito, inteso come comitato di monitoraggio del Programma a partecipazione congiunta di Regione Toscana, Regione Istria, ONG e Ministero degli Affari Esteri. E uno strumento che ha consentito di fornire un indirizzo più efficace e di avere il MAE pienamente coinvolto nella realizzazione del progetto. Sicuramente questo è uno degli elementi su cui riflettere per la sua futura eventuale replicabilità in altre iniziative complesse come Seenet. Alla luce dell esperienza, come vede lei il futuro della rete anche in virtù delle priorità di cooperazione dell Italia con tutta l area balcanica? L area dei Balcani come il resto del Mediterraneo rappresenta una priorità per l Italia. Nei Balcani la cooperazione è necessaria, nonostante siano Paesi che non si possono definire poveri. Le ragioni sono quelle già citate prima: favorire stabilità e dialogo tra i popoli quale elemento fondamentale per il futuro dell Europa. Certo la cooperazione con i Balcani ha bisogno di strategie e strumenti diversi da quelli che si utilizzano in altre aree del mondo. Alla stabilità e al dialogo, Seenet ha contribuito anche grazie allo sviluppo economico locale ed alla gestione dei servizi pubblici locali, entrambi temi che necessitano di un avvicinamento tra istituzioni e cittadino, un cambiamento epocale, soprattutto per Stati con sistemi centralizzati di governo. Un contributo importante al dialogo e alla stabilità dei paesi in transizione può essere offerto dalla cooperazione decentrata con specifico riferimento al sostegno al processo di decentramento amministrativo. In questo quadro il ruolo delle UTL (le Unità Tecniche Locali, i nostri Uffici di cooperazione all estero che dipendono dalle Ambasciate) è fondamentale. Credo che le Ambasciate e le UTL debbano costituire una sorta di tavolo di concertazione e fornire un servizio ai partenariati territoriali e quindi essere un punto di riferimento per chi nei Balcani o in Toscana è interessato o potrebbe essere interessato a tale strumento. Mi limito a ricordare che nei Balcani abbiamo tre UTL: a Belgrado, Sarajevo e Tirana. L invito è ad utilizzarle maggiormente, dato che sono lì anche per fare rete e mettere in contatto i diversi soggetti di cooperazione tra loro Il sistema toscano di cooperazione Il concetto di rete, inteso come insieme organico di relazioni tra diversi soggetti su tematiche definite, può rappresentare uno degli elementi maggiormente innovativi nella cooperazione decentrata. Creare un network capace di superare i vecchi problemi del decisionismo e del verticismo, tende 42

44 a promuovere il processo di coordinamento degli interventi e l integrazione delle esperienze, coinvolgendo progressivamente nuovi soggetti nel territorio. La rete, quindi, scommette sulle potenzialità partecipative della società, dirette a favorire un reale rafforzamento del partenariato diffuso. Uno sviluppo che parte dal basso, dalle necessità locali e mette al centro del processo gli attori, favorendone il grado di coesione e di condivisione. Per rispondere alla domanda posta da Lowe 17 Come è la cooperazione decentrata?, ovvero quali sono i suoi tratti distintivi sul piano operativo, si può ricorrere al concetto di partenariato, inteso come scambio tra soggetti che operano nello stesso territorio, volto a realizzare un determinato progetto. Il partenariato in quanto tale è un progetto, poiché strumento ma allo stesso tempo obiettivo di una cooperazione decentrata davvero strutturata, che parta dal basso e che ponga al centro della propria azione lo sviluppo locale sostenibile. Lo sviluppo di un partenariato diffuso, con una base sempre più ampia di partecipanti (dagli enti locali al terzo settore, dalle istituzioni pubbliche a università e istituzioni religiose) rappresenta la linea guida della cooperazione italiana e di quella toscana, in particolare. Il salto di qualità della cooperazione decentrata, dai gemellaggi al partenariato, diventa evidente quando si arriva a definire il proprio modello come sistema. Il sistema regionale di cooperazione può essere descritto attraverso la definizione di Stocchiero, quella di un modello integrato. Si fa riferimento al potere di coordinamento ed alla volontà politica della Regione di imprimere indirizzi, stabilire criteri, identificare settori e tematiche prioritarie, non attraverso un imposizione dall alto di determinate linee strategiche ma grazie ad una continua collaborazione tra realtà istituzionali, economiche e sociali del cosiddetto sistema toscano. Seenet ha senza dubbio rappresentato un importante contributo al rafforzamento del sistema toscano di cooperazione, favorendo non solo l azione sinergica tra diversi enti locali e organismi del territorio, ma anche un vero e proprio metodo di lavoro che ha rafforzato consapevolezza e senso di identità degli attori del sistema. E importante notare come il partenariato della rete sia nel tempo confluito all interno del Tavolo Regionale Sud Est Europa continuando a sviluppare un azione concertata tra i diversi enti locali che ha portato alla formulazione e al finanziamento per il 2007 di ben tre progetti quadro. 17 European Commission, DG development, the Director-General, Operational guide to decentralised cooperation, nota gennaio 2000, 43

45 3 Il futuro della Rete L integrazione dei Balcani nell Unione Europea è stata chiaramente decisa dal Consiglio Europeo di Salonicco nel settembre Tale integrazione non ha ad oggi assunto un percorso lineare, a cominciare dalla continuazione di alcuni processi di secessione (il Montenegro e il Kosovo dalla Serbia) che l area ha conosciuto. Alla luce del già significativo livello di frammentazione della regione, è però indubbio che si apra una questione riguardante la sostenibilità politica, economica e sociale di tali processi. Allo stesso tempo, l UE prosegue il proprio lavoro sul versante della promozione del decentramento. Gli stessi fondi messi a disposizione dei programmi di assistenza e cooperazione vengono erogati sempre meno attraverso un solo canale centralizzato, e sempre più attraverso canali deconcentrati dapprima, ed infine decentralizzati. Il passaggio attraverso il decentramento rappresenta in tal senso uno step fondamentale nel processo di trasformazione che apre la porta all Unione nella periferia balcanica. Parlare del futuro della rete, significa prima di tutto riflettere sul valore che la cooperazione decentrata può assumere nel nuovo contesto del sud est europeo. Seppure in uno scenario complessivo nel quale siano ancora presenti significativi elementi di differenza, nonché specifiche diverse problematiche tra i diversi stati del sud est europeo, il periodo dal 2002 al 2006 ha confermato e rafforzato alcune significative prospettive comuni per i paesi dell area. Ricordiamo in particolare: l integrazione con l Unione Europea. Con il Consiglio Europeo di Salonicco del giugno 2003, si è confermata la volontà degli stati membri e del sud est europeo nel procedere verso l integrazione degli stati del sud est europeo all Unione Europea. Tale processo di integrazione ha marcato alcuni passaggi in avanti negli ultimi anni: il raggiungimento dello status di paese candidato da parte della Croazia, l accordo e l entrata in vigore dell accordo di stabilità ed associazione con la Macedonia, l approvazione dello studio di fattibilità per la negoziazione dell accordo di stabilità e associazione con la Serbia e il Montenegro. La prospettiva di integrazione pone a vari livelli, compreso quello locale, il tema dell aquis communautaire come strategico; le nuove prospettive della cooperazione territoriale. In linea con le precedenti considerazioni, l Unione Europea, l Italia e i principali donor internazionali presenti nell area del sud est europeo, hanno progressivamente messo a disposizione dei soggetti territoriali locali i diversi strumenti di cooperazione. Tale tendenza si rafforzerà ulteriormente con le modalità previste per la gestione dei nuovi fondi europei per la cooperazione, visti come opportunità per preparare gli stati membri a meccanismi di gestione dei fondi strutturali che saranno propri della successiva fase di acquisizione di status di membri effettivi. Secondo tale logica, il rafforzamento delle capacità di governance dell ente locale, della sua capacità di fare rete nel 44

46 proprio territorio, a livello regionale e internazionale, costituirà un elemento fondamentale per lo sviluppo dell area; le priorità di cooperazione del MAE e degli enti locali italiani. Nel corso degli ultimi anni, il governo italiano ha inserito l area del sud est europeo tra le priorità delle proprie politiche di cooperazione, anche destinando specifiche linee di finanziamento e attivando interventi in collaborazione con le regioni. Allo stesso modo, anche gli enti locali italiani vedono nell area del sud est europeo importanti occasioni di cooperazione tra sistemi territoriali; il rafforzamento del decentramento. All interno del processo di integrazione, il decentramento amministrativo e il progressivo passaggio di competenze dagli stati centrali ai diversi livelli di enti locali presenti nei paesi, costituisce senza dubbio una caratteristica comune a tutta l area del sud est europeo. Primi importanti passi per la definizione di politiche di sviluppo locale sono stati avviati nei diversi paesi del sud est europeo. Da questo punto di vista, il rafforzamento istituzionale locale contribuisce in maniera strategica al consolidamento democratico e all accelerazione dello stesso processo di decentramento. È alla luce delle considerazioni espresse nei paragrafi precedenti, che lo sviluppo di medio periodo della rete dei partner Seenet deve guardare. A tale proposito, evidenziamo alcuni nodi-chiave rispetto al futuro lavoro dei partner, riassunti nel successivo Schema 5: continuità e rafforzamento dei legami enti-territorio nel SEE. Lo sviluppo delle attività future nasce dalla necessità di consolidare l interessante lavoro svolto nel settore dello sviluppo economico locale e dei servizi pubblici locali con la prima fase del Programma, soprattutto in un ottica di sviluppo e rafforzamento dei rapporti tra enti e soggetti del proprio territorio; sviluppo di attività comuni tra partner del SEE (rete lunga regionale SEE). Se la prima fase del programma ha visto un particolare focus nella realizzazione degli interventi all interno di ciascuno dei singoli territori partner, con una condivisione delle attività effettuate prevalentemente a distanza e in occasione degli incontri annuali del Comitato di Direzione, lo sviluppo nella fase successiva dovrà prevedere un focus su attività comuni a più partner del sud est europeo, in un ottica di rafforzamento dei partenariati locali; possibile allargamento a collaborazioni con altre realtà regionali italiane, europee e/o realtà territoriali del sud est europeo. Dovrà essere valutata la possibilità di rafforzamento del partenariato territoriale, prevedendo eventuali possibili allargamenti, funzionali: a) al rafforzamento di rapporti tra partner internazionali regionali anche alla luce delle nuove opportunità di finanziamento dell Unione Europea, b) al coinvolgimento di partner del sud est europeo in una logica coerente per la programmazione e la gestione delle attività dei singoli partner, c) al collegamento delle collaborazioni esistenti tra i partner della rete del sud est europeo e altri enti locali partner italiani e/o europei. Il rapporto con l Unione Europea e con le altre organizzazioni internazionali, pertanto, continuerà ad essere strategico per il futuro del network; 45

47 collegamento tra livello locale e centrale. L occasione di lavoro costituita dai partner della rete Seenet costituisce un importante laboratorio per lo sviluppo del decentramento nelle singole realtà nazionali. Risulterebbe pertanto fondamentale un collegamento maggiormente formalizzato con le istituzioni nazionali responsabili per lo sviluppo delle autonomie locali e per l integrazione europea, nell intento di passare da progetti locali a politiche nazionali; organizzazione della rete. La rete dovrà indirizzarsi verso su un maggior coinvolgimento dei partner nella gestione complessiva della stessa. Nella prosecuzione delle attività, attraverso modalità da concordare, si prevede un coinvolgimento diretto dei partner alla gestione complessiva della rete, anche attraverso un eventuale minimo contributo alle spese di funzionamento della stessa. Schema 5 - Evoluzione del partenariato della rete in una logica di processo Seenet I Luglio 03 Giugno 06 Seenet Sviluppi di medio periodo Rapporto ente-territorio nel SEE (rete corta) Iniziative prioritarie in ciascuno dei 21 enti SEE occasione di innovazione con soggetti dei rispettivi territori Rapporto enti-territori del SEE (rete lunga regionale SEE) Prime occasioni di confronto su tematiche comuni Rapporto enti-territori a livello internazionale (rete lunga internazionale) Tra enti/attori del SEE ed enti/attori del Sistema Toscana Collegamento tra livelli centrale e locale Rafforzamento del livello istituzionale e territoriale locale con scarsi collegamenti a livello centrale Gestione della rete Forte ruolo del Segretariato con partecipazione attiva dei partner alle attività comuni Rapporto ente-territorio nel SEE (rete corta) partner Rafforzamento dei collegamenti tra enti, organismi territoriali e soggetti di società civile in ciascun territorio degli enti Rapporto enti-territori del SEE (rete lunga regionale SEE) Lavoro congiunto dei partner su tematiche comuni Rapporto enti-territori a livello internazionale (rete lunga internazionale) Sistema Italia (integrazione tra regioni italiane) e delle organizzazioni internazionali Tra enti/attori del SEE ed enti/attori del Collegamento tra livelli centrale e locale Lavoro con e tra enti locali in collegamento con istituzioni centrali per il decentra- mento e l integrazione con l UE Gestione della rete Maggior partecipazione degli enti locali partner nella gestione della rete, in un ottica di autosostenibilità 46

48 Se la prima fase del Programma si è focalizzata principalmente sulla costruzione del network, sul rafforzamento dei partenariati bilaterali tra Toscana e Sud Est Europa, nonché sulla realizzazione di azioni pilota in ciascuno dei 21 territori partner del sud est europeo, il futuro percorso della rete dovrà prevedere il rafforzamento del partenariato tra enti/territori balcanici e l allargamento dello stesso partenariato ad altre regioni italiane, nell ottica dell integrazione europea e della cooperazione tranfrontaliera. La rete avrà l obiettivo di sostenere il processo di integrazione nell Unione Europea delle pubbliche amministrazioni aderenti al network. Con il nuovo assetto del partenariato gli attori della rete saranno chiamati a cimentarsi sull evoluzione del decentramento amministrativo a supporto dello sviluppo locale, offrendo opportunità concrete di lavoro su specifici settori in linea con gli standard europei. Il sostegno ai soggetti partner del sud est europeo potrà declinarsi in una doppia direzione: 1. nello sviluppo di proprie specifiche modalità organizzative per aumentare la loro capacità di interlocuzione con il livello nazionale ed europeo, nonché di sviluppo di progettazioni autonome per l intercettazione di fondi messi a disposizione dall Unione Europea con la nuova programmazione ; 2. nel rafforzamento delle capacità di programmazione e realizzazione di politiche per lo sviluppo locale indirizzate a specifici temi, che possano vedere una significativa innovatività/impatto nei territori del sud est europeo in collegamento tra più soggetti partner, nonché tra questi e i livelli nazionali. Queste componenti si realizzeranno concependo la rete Seenet come un insieme di sub-reti tematiche all interno delle quali i partner con specifiche vocazioni ed interessi lavoreranno secondo una strategia comune. Tale approccio vedrà le azioni cofinanziate dalla Fase 2 del Programma essere caratterizzate da una duplice chiave di lettura: azioni innovative con ricaduta territoriale regionale. Si tratta di azioni il cui valore aggiunto viene dal collegamento e dalla messa in rete di più territori partner. Un esempio a tale proposito riguarda la definizione di strategie e di pacchetti turistici regionali in un contesto in cui l identificazione e il collegamento tra prodotti di più territori può rappresentare un aumento di competitività per l intera area; azioni innovative comuni a più territori partner. Si tratta di azioni che, seppur limitate alle singole aree di intervento dei territori partner, sono intraprese in maniera comune da più partner, con l obiettivo di creare e guidare la costruzione di metodologie trasferibili nell intera area. Un esempio in tale direzione riguarda la costruzione di percorsi di programmazione dello sviluppo rurale secondo approcci partecipativi. 47

49 48

50 Il Programma Seenet I Governi Locali Motori dello Sviluppo, finanziato dalla Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano, è un iniziativa di cooperazione decentrata nell area del sud est europeo promossa dalla Regione Toscana con le ONG Ucodep e Cospe. Ha coinvolto ben 21 enti locali di Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Kosovo, Macedonia e Serbia e oltre una trentina di enti locali e organismi territoriali del sistema toscano di cooperazione decentrata. Tre anni di intenso lavoro, dal 2003 al 2006, in cui si sono realizzate specifiche iniziative territoriali, rafforzando il ruolo di governance degli enti locali e facilitando il dialogo tra istituzioni e soggetti della società civile. Una delle principali sfide della cooperazione decentrata è riuscire a farsi sistema, aggregando soggetti del territorio in processi di collaborazione di medio periodo. Per questo motivo, il volume cerca non solo di fare sintesi sui risultati dell iniziativa, ma propone spunti di riflessione metodologici all interno del sempre più ricco dibattito su questa forma di cooperazione. La preparazione della presente pubblicazione è stata coordinata da Ucodep, quale ONG capofila del Segretariato del Programma, e dalla Scuola Superiore S. Anna di Pisa, in qualità di soggetto responsabile della valutazione in itinere. Alla sua realizzazione hanno contribuito Roberto Barbieri, Lorenzo Paoli e Sorinel Ghetau per Ucodep; i prof. Andrea De Guttry e Francesco Strazzari e Fabrizio Coticchia per la Scuola Superiore Sant Anna di Pisa.

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