Il Radon: Effetti Biologici e sorveglianza medica. Giuseppe De Luca ISPRA

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1 Il Radon: Effetti Biologici e sorveglianza medica Giuseppe De Luca ISPRA

2 Radon ( 222 Rn) Il Rn può essere una fonte significativa di esposizione alle radiazioni sia per alcune categorie professionali che, considerata la sua ubiquitarietà, per la popolazione generale (c.d. esposizione residenziale) L esposizione in ambiente domestico ai discendenti del Rn è responsabile di circa la metà dell esposizione complessiva della popolazione generale alle r.i. escluse le esposizioni mediche (UNSCEAR 2000) In questo intervento si tratterà principalmente degli effetti biologici e sanitari conseguenti all esposizione al Rn e degli orientamenti per la sorveglianza medica dei lavoratori esposti

3 Radon ( 222 Rn) Il Radon è oggi un riconosciuto cancerogeno polmonare (risale al 1988 il suo primo inserimento nella lista dei cancerogeni per l uomo IARC)

4 Radon ( 222 Rn): un po di storia In realtà la storia del Rn come responsabile dell insorgenza di neoplasie polmonari è di lunga data ed è ricca di testimonianze storiche che documentano, fin dal XVI secolo, l elevata prevalenza di una malattia mortale dei polmoni tra i minatori al lavoro nelle miniere delle Erzgebirge al confine tra Germania e Repubblica Ceca

5 Radon ( 222 Rn): un po di storia Più di un secolo fa la malattia dei minatori fu identificata come una neoplasia polmonare (Harting e Hesse, 1879) ed in particolare come un carcinoma polmonare primitivo (Amstein, 1913)

6 Radon ( 222 Rn): un po di storia Dopo i primi rilievi di elevatissimi livelli di concentrazione di Rn nelle miniere di questa regione, fu subito avanzata l ipotesi che il gas stesso fosse il responsabile dei tassi insolitamente elevati di neoplasie polmonari tra i minatori Questa ipotesi fu poi confermata dai risultati dei primi studi epidemiologici su minatori pubblicati dagli anni 50 in poi

7 Radon ( 222 Rn): interazione con i sistemi biologici Il Rn è un gas nobile, chimicamente inerte, per cui praticamente la totalità del gas inalato viene esalato Tuttavia, essendo radioattivo, esso decade e i suoi discendenti - anch essi radioelementi a breve emivita - non sono allo stato gassoso, ma solido

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9 Dopo la loro formazione, i discendenti allo stato solido del Rn si aggregano in piccoli clusters molecolari ovvero aderiscono a particelle (aerosol) presenti nell aria e si depositano nel tratto respiratorio (rivestimento epiteliale) A causa del loro breve tempo di dimezzamento, essi decadono in gran parte nel polmone prima di essere asportati dalle vie aeree grazie al meccanismo della clearance mucociliare

10 Radon ( 222 Rn): decadimento radioattivo Il principale responsabile della dose di radiazioni rilasciata al polmone e del conseguente aumento della probabilità di Ca. polmonare non è tanto il gas Rn inalato, quanto le particelle α generate dal decadimento di due suoi discendenti radioattivi a breve emivita - il 218 Po (t ½ 3.05 min) e il 214 Po (t ½ 164 µs)

11 Radon ( 222 Rn): decadimento radioattivo Le particelle α, equivalenti ad un nucleo di He, oltre ad avere un elevata massa sono anche elettricamente cariche (doppia carica positiva) Pur avendo limitata capacità di penetrazione nei tessuti, le part. α sono molto efficienti nell arrecare danno al materiale genetico delle cellule con cui interagiscono: anche il passaggio di una singola particella attraverso una cellula può causare un danno genetico permanente della stessa

12 Il danno da particelle α è concentrato in un numero relativamente piccolo di tracce densamente ionizzanti ciascuna delle quali attraversa una cellula in meno di sec rilasciando una grande quantità di energia fortemente localizzata (circa 0,1 0,5 Gy) Inoltre nel caso delle particelle α, la gran parte del danno è dovuto alla ionizzazione diretta della molecola del DNA piuttosto che all azione indiretta da parte delle specie radicaliche ed è più concentrata sulla doppia elica del DNA

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14 Dati epidemiologici Stime di rischio Pubblicazione ICRP n. 65 (1993) Nel 1993 fu pubblicato dall ICRP un rapporto (Pubblicazione n. 65) in cui veniva riassunto lo stato delle conoscenze allora disponibili sugli effetti sanitari dannosi legati all inalazione del Rn e dei suoi discendenti e in cui venivano proposte delle raccomandazioni per la protezione dall esposizione al gas radioattivo sia negli ambienti di lavoro che nelle abitazioni

15 Dati epidemiologici Stime di rischio Pubblicazione ICRP n. 65 (1993) In particolare nella Pubblicazione n. 65 dell ICRP, a partire dall analisi dei risultati dei numerosi studi epidemiologici effettuati fino a tutto il 1992 sulle neoplasie polmonari in minatori esposti a Rn, si ricavavano modelli di proiezione del rischio per neoplasie polmonari a seguito dell esposizione cronica a Rn sia per i lavoratori che per la popolazione Le stime di rischio per la popolazione (esposizione residenziale) derivavano quindi dai risultati degli studi sui minatori, ipotizzando l esistenza di una relazione lineare tra esposizione cumulativa e eccesso di rischio

16 Dati epidemiologici Stime di rischio Pubblicazione ICRP n. 65 (1993) La Pubblicazione ICRP 65 proponeva una stima del coefficiente nominale di probabilità di morte per Ca. polmonare pari a 8 x 10-5 per mj h/m 3 ( 3 x 10-4 per WLM) Sulla base di questa stima veniva inoltre proposta una strategia di radioprotezione sia per esposizioni residenziali che per esposizioni lavorative a Rn Per le esposizioni residenziali la scelta del livello di azione va effettuata in un range di valori annuali di dose efficace tra 3 e 10 msv a cui corrispondono valori di concentrazione di Rn approssimativamente tra 200 e 600 Bq/m 3 considerando una permanenza di 7000 ore/anno e un fattore di equilibrio di 0,4

17 Pubblicazione ICRP n. 65 (1993) Strategia di radioprotezione per esposizioni in ambiente di lavoro Per esposizioni in ambiente di lavoro, il livello di azione per l adozione di interventi può essere ricavato dal range di livelli di azione (3-10 msv/anno) proposto per le abitazioni, tenendo ovviamente conto della diversa frazione di occupazione (7000/2000) e del rapporto dei coefficienti di conversione tra lavoratori e popolazione (1.1/1.4 msv per mj h/m 3 ) Il risultante range in termini di concentrazione va da circa 500 a 1500 Bq/m 3

18 Dati epidemiologici Stime di rischio Pubblicazione ICRP n. 115 (2010) Più recentemente, nel 2010, è stato pubblicato il rapporto Lung cancer risk from Radon and progeny and Statement on Radon (Pubblicazione ICRP n. 115) in cui si tiene conto dei nuovi dati emersi da studi condotti dagli anni 1990 in poi sia su minatori che soprattutto su residenti in abitazioni Molti studi, specie Europei, sono stati disegnati al fine di poter successivamente procedere ad un analisi pooled dei loro risultati: l obiettivo è la valutazione dell associazione tra neoplasie polmonari e l esposizione al Rn nelle abitazioni

19 Pubblicazione ICRP n. 115 (2010) Studi residenziali Pooled analysis Le stime del RR di Ca polmonare per esposizione unitaria nelle varie analisi congiunte sono molto ravvicinate e statisticamente comparabili (rispettivamente 1.08, 1.10 e 1.13 per 100 Bq/m 3 ). La stima ponderata è 1.09 per 100 Bq/m 3 Il RR di cancro polmonare si dimostra aumentato sia nei soggetti fumatori che nei non fumatori (1,11 per 100 Bq/m 3 per i non fumatori nello studio europeo, 1,20 per 100 Bq/m 3 in quello americano) In conclusione, le analisi congiunte di rischio di cancro polmonare per esposizioni residenziali a Rn mostrano un incremento del rischio di almeno l 8% ogni 100 Bq/m 3 prendendo in considerazione un periodo di esposizione da 5 a 35 anni precedente la diagnosi

20 Pubblicazione ICRP n. 115 (2010) Studi residenziali Pooled analysis Se l analisi viene ristretta ai casi per cui si conosce in maniera più precisa l esposizione, il rischio osservato aumenta. Dopo l applicazione di correzioni che tengono conto di incertezze dovute al caso nelle misurazioni di attività del Rn, lo studio europeo ha fornito infatti un ERR del 16% (95% CI: 5-31%) per incremento della concentrazione di Rn di 100 Bq/m 3 Dallo studio europeo emerge l evidenza di un aumento del rischio di Ca. polmonare anche per esposizioni a concentrazioni relativamente contenute di Rn (conc. medie < 200 Bq/m 3 )

21 Studi residenziali pooled ICRP 115/2010

22 Pubblicazione ICRP n. 115 (2010) Dagli studi residenziali, come già emerso negli studi sui minatori, si è avuta la conferma che il Rn è un cancerogeno polmonare anche in assenza del fumo di tabacco Tuttavia, a causa dell effetto dominante del fumo di tabacco sul rischio di Ca. polmonare sull intera vita, l EAR (eccesso di rischio assoluto) di Ca. polmonare attribuibile ad un livello noto di concentrazione di Rn è molto più alto tra i fumatori

23 Cumulative absolute risk of death from lung cancer by age 75 years versus usual radon concentration at home for cigarette smokers and lifelong non-smokers. Darby S et al. BMJ 2005;330: by British Medical Journal Publishing Group

24 Pubblicazione ICRP n. 115 (2010) Studi su coorti di minatori esposti a Rn Oltre agli studi residenziali, dal 1994 in poi sono stati anche pubblicati diversi studi su coorti di minatori esposti a Rn: in parte si tratta di aggiornamenti di coorti già prese in considerazione nell ICRP 65, mentre altri studi riguardano coorti completamente nuove Ai fini radioprotezionistici i risultati più interessanti degli studi su minatori sono quelli derivanti da popolazioni con bassi livelli di esposizione cumulativa, lunga durata di follow up e dati di buona qualità

25 ICRP 115/2010

26 Dati epidemiologici Stime di rischio Pubblicazione ICRP n. 115 (2010) Sulla base delle considerazioni fin qui riassunte, la Commissione nella Pubblicazione n. 115 propone una stima di LEAR di 5 x 10-4 per WLM (14 x 10-5 per mj h/m 3 ), come coefficiente nominale di probabilità per Ca. polmonare indotto da Rn Questo valore, derivato da studi recenti che considerano l esposizione nell età adulta, è quasi il doppio del valore proposto nella Pubblicazione n. 65 (8 x 10-5 per mj h/m 3 corrispondente a 3 x 10-4 per WLM)

27 Dati epidemiologici Stime di rischio Pubblicazione ICRP n. 115 (2010) Sulla base di queste rivalutazioni sono stati anche rivisti i livelli di riferimento per la concentrazione di Rn nelle abitazioni, abbassando il limite superiore del range da 600 Bq/m 3 a 300 Bq/m 3 e - valutata in un fattore ~3 la differenza del tempo trascorso nella propria residenza rispetto a quello trascorso sul posto di lavoro - suggerendo un valore di 1000 Bq/m 3 come riferimento per l applicazione di misure di rimedio negli ambienti di lavoro

28 Normativa Italiana In Italia la regolamentazione dell esposizione al Rn nei luoghi di lavoro è stata introdotta all inizio del 2001 con il D. Lgs. n. 241/2000 che ha recepito la Direttiva 96/29/Euratom, modificando ed integrando il D. Lgs. n. 230/1995. Sono indicate le attività lavorative in cui i lavoratori e, eventualmente, persone del pubblico sono esposti a prodotti di decadimento del radon e i luoghi di lavoro in cui tale esposizione può verificarsi ed è obbligatorio effettuare la misura annua della concentrazione di Rn

29 D. Lgs. n. 230/ Capo III-bis ESPOSIZIONI DA ATTIVITÀ LAVORATIVE CON PARTICOLARI SORGENTI NATURALI DI RADIAZIONI Articolo 10-bis : Campo di applicazione 1. Le disposizioni del presente capo si applicano alle attività lavorative nelle quali la presenza di sorgenti di radiazioni naturali conduce ad un significativo aumento dell esposizione dei lavoratori o di persone del pubblico, che non può essere trascurato dal punto di vista della radioprotezione. Tali attività comprendono: a) attività lavorative durante le quali i lavoratori e, eventualmente, persone del pubblico sono esposti a prodotti di decadimento del radon o del toron, o a radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in particolari luoghi di lavoro quali tunnel, sottovie, catacombe, grotte e, comunque, in tutti i luoghi di lavoro sotterranei; b) attività lavorative durante le quali i lavoratori e, eventualmente, persone del pubblico sono esposti a prodotti di decadimento del radon o del toron, o a radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in luoghi di lavoro diverse da quelle di cui alla lettera a) in zone ben individuate o con caratteristiche determinate;.. e) attività lavorative in stabilimenti termali o attività estrattive non disciplinate dal capo IV;

30 D. Lgs. n. 230/ Capo III-bis ESPOSIZIONI DA ATTIVITÀ LAVORATIVE CON PARTICOLARI SORGENTI NATURALI DI RADIAZIONI Articolo 10-quinquies Livelli di azione 1. Per i luoghi di lavoro di cui all articolo 10 bis, comma 1, lettere a) e b), le grandezze misurate non devono superare il livello di azione fissato in allegato I bis. 2. Nel caso in cui le grandezze di cui al comma 1 non superino il livello di azione ma siano superiori all 80 per cento del livello di azione, l esercente assicura nuove misurazioni nel corso dell'anno successivo. 3. Nel caso di superamento del livello di azione di cui all'allegato I-bis, l esercente, avvalendosi dell esperto qualificato, pone in essere azioni di rimedio idonee a ridurre le grandezze misurate al di sotto del predetto livello, tenendo conto del principio di ottimizzazione, e procede nuovamente alla misurazione al fine di verificare l'efficacia delle suddette azioni. Le operazioni sono completate entro tre anni dal rilascio della relazione di cui all'articolo 10-ter, comma 4, e sono effettuate con urgenza correlata al superamento del livello di azione. Ove, nonostante l adozione di azioni di rimedio, le grandezze misurate risultino ancora superiori al livello prescritto, l esercente adotta i provvedimenti previsti dal capo VIII*, ad esclusione dell'articolo 61, commi 2 e comma 3, lettera g), dell articolo 69 e dell articolo 79, commi 2 e 3, fintanto che ulteriori azioni di rimedio non riducano le grandezze misurate al di sotto del predetto livello di azione, tenendo conto del principio di ottimizzazione.. 5. L esercente non è tenuto alle azioni di rimedio di cui al comma 3 se dimostra, avvalendosi dell esperto qualificato, che nessun lavoratore è esposto ad una dose superiore a quella indicata nell'allegato I-bis; questa disposizione non si applica agli esercenti di asili nido, di scuola materna o di scuola dell obbligo.

31 D. Lgs. n. 230/ Capo III-bis ESPOSIZIONI DA ATTIVITÀ LAVORATIVE CON PARTICOLARI SORGENTI NATURALI DI RADIAZIONI 4. Livelli di azione ALLEGATO I bis a) Per i luoghi di lavoro di cui all'articolo 10.bis, comma 1, lettere a) e b), il livello di azione è fissato in termini di 500 Bq/m 3 di concentrazione di attività di radon media in un anno. b) Per i luoghi di lavoro di cui all'articolo 10.bis, comma 1, lettere c), d) ed e) il livello di azione per i lavoratori è fissato in termini di 1 msv/anno di dose efficace. In questo livello di azione non si tiene conto dell eventuale esposizione a radon derivante dalle caratteristiche geofisiche e costruttive dell ambiente su cui viene svolta l attività lavorativa, per la quale esposizione si applica il livello di azione di cui alla lettera a), fatta eccezione per gli stabilimenti termali c) Per i luoghi di lavoro di cui all'articolo 10.bis, comma 1, lettere c) e d), il livello di azione per le persone del pubblico è fissato in termini in 0,3 msv/anno è fissato in 0,3 msv/anno di dose efficace. d) Il datore di lavoro non è tenuto, ai sensi dell'articolo 10.quinquies comma 5, a porre in essere azioni di rimedio ove la dose di cui allo stesso comma non sia superiore a 3 msv/anno.

32 Sorveglianza medica dei lavoratori esposti a Rn In caso di esposizione a radon, l obbligo di sorveglianza medica dei lavoratori scatta quindi al superamento del livello di azione di 500 Bq/m 3 di concentrazione di attività di radon media in un anno, qualora - nonostante le azioni di rimedio messe in atto dall esercente - le grandezze misurate risultino ancora superiori al valore prescritto ed inoltre la dose efficace che i lavoratori sono suscettibili di ricevere è > 3 msv/anno A quale obiettivo deve essere mirata la sorveglianza medica?

33 Sorveglianza medica dei lavoratori esposti a Rn Radon e discendenti rilasciano una dose significativamente maggiore ai polmoni che a tutti gli altri organi e tessuti. Dosi nettamente inferiori possono comunque essere assorbite dal midollo osseo emopoietico e da altri organi Non vi sono dimostrazioni di eccessi di altre neoplasie oltre al Ca polmonare associate con l esposizione a Rn in studi su minatori: alcune associazioni (es.: LLC; Ca laringeo, NHL, MM) emerse in singoli studi non sono state confermate in altri studi Non hanno raggiunto risultati conclusivi neanche gli studi condotti per valutare una possibile associazione tra esposizione a Rn e rischio di leucemia infantile In conclusione, le review dei dati epidemiologici fin qui disponibili non mostrano prove convincenti circa l esistenza di un associazione tra concentrazione di Rn e neoplasie diverse dal Ca polmonare

34 Sorveglianza medica dei lavoratori esposti a Rn Quanto alle patologie non neoplastiche sono state soprattutto indagate le patologie cardiovascolari: i risultati di vari studi concordano sull assenza di una relazione tra esposizione cumulativa a Rn e patologie dell apparato cardiocircolatorio e cerebrovascolare Si può quindi concludere che l effetto sanitario atteso in conseguenza dell esposizione al gas Rn è un aumento del rischio stocastico ovvero della probabilità di ammalare di neoplasia polmonare, tanto maggiore quanto maggiore è l esposizione al rischio Il cancro polmonare rappresenta pertanto il problema centrale dell'azione di prevenzione nelle attività che comportano esposizione al radon

35 Sorveglianza medica dei lavoratori esposti a Rn L'alta incidenza "spontanea" dei carcinomi polmonari (nei paesi industrializzati la malattia neoplastica a più alta incidenza e con un rapporto tra mortalità a 5 anni e incidenza particolarmente elevato (intorno a 0,8)), unitamente all' elevato coefficiente di rischio di radioinduzione tumorale per il polmone, contribuiscono a rendere ancor più complessa la sorveglianza medica sui lavoratori esposti al radon Un ulteriore difficoltà è rappresentata dalla diffusione dell'abitudine al fumo di sigaretta che, oltre a rappresentare un fattore causale di notevole peso, costituisce per questa patologia neoplastica un preponderante fattore di sinergismo e di confondimento nei confronti di tutti gli altri eventuali agenti concausali e causali

36 Sorveglianza medica dei lavoratori esposti a Rn Vi sono anche altri fattori occupazionali da tenere in considerazione ai fini eziopatogenetici in quanto capaci di indurre tumori polmonari In particolare il BEIR VI evidenzia quelli che possono essere causa di confondimento nel caso dei minatori, quali: arsenico, polveri silicee, fumi di scappamento dei motori diesel di macchinari impiegati per la perforazione, micotossine, ecc... Ai fini di una possibile azione sinergica va anche considerata l esposizione pregressa o contemporanea ad asbesto, berillio, cromo, nichel, idrocarburi policiclici aromatici, ecc.

37 Sorveglianza medica dei lavoratori esposti a Rn Principali finalità di una strategia di screening oncopreventivo Obiettivo dello screening è scoprire la patologia ad uno stato ancora asintomatico e quando il trattamento abbia maggiori probabilità di successo Il beneficio dello screening dovrebbe essere a livello di popolazione una riduzione della mortalità per quella specifica patologia e, per un individuo che vi si sottopone, l allungamento dell attesa di vita e il miglioramento della qualità della vita

38 Sorveglianza medica dei lavoratori esposti a Rn Le osservazioni circa una prognosi più favorevole ed una maggiore sopravvivenza associate con una diagnosi precoce delle patologie neoplastiche portò negli anni 70 ed 80 a disegnare studi per valutare se lo screening con Rx torace con o senza es. citologico dell espettorato fosse associato ad una riduzione della mortalità per Ca polmonare In particolare, furono condotti almeno quattro studi randomizzati controllati sullo screening per Ca polmonare utilizzando combinazioni di Rx torace e citologia dell espettorato. Nessuno di questi studi fu in grado di dimostrare una significativa riduzione della mortalità per Ca polmonare associata con la partecipazione al programma di screening (anche se vi è qualche controversia nell interpretazione dei risultati a causa di alcuni problemi metodologici), nonostante che la radiografia del torace - sia da sola che in combinazione con la citologia - fosse associata con una diagnosi più precoce ed una migliore sopravvivenza.

39 Sorveglianza medica dei lavoratori esposti a Rn Per molti anni è stata accettata l opinione che lo screening con Rx torace non fosse efficace e la stessa ACS che negli anni 70 aveva raccomandato l esecuzione dello screening per i soggetti fumatori ed ex fumatori, non rinnovò la raccomandazione negli anni 80 La possibilità che i risultati negativi dei primi studi di screening fossero dovuti a limitazioni nel disegno degli studi stessi, condusse ad ulteriori tentativi di valutazione sia della radiografia del torace che soprattutto di nuovi e più sensibili metodi diagnostici In particolare, la CT ha dimostrato una sensibilità nettamente superiore alla radiografia tradizionale nella diagnosi dei piccoli noduli polmonari pur essendo associata all assorbimento di una dose significativamente maggiore di radiazioni Nell ultimo decennio, grazie alla diffusione di tecniche CT a basso dosaggio, si è avuto un sensibile contenimento della dose di radiazioni assorbita a scopo diagnostico

40 Sorveglianza medica dei lavoratori esposti a Rn Tra il 2002 e il 2004 negli USA è stato condotto un programma di screening su persone ad alto rischio per Ca polmonare (età tra 55 e 74 anni, fumatori di 1 pacchetto di sigarette al giorno o ex fumatori al massimo da 15 anni) arruolate da 33 diversi centri sanitari statunitensi (NLST National Lung Screening Trial) I partecipanti sono stati assegnati casualmente a 2 diverse tipologie di screening: Tre screening ad intervalli annuali con CT spirale a basse dosi (dose efficace media 1.5 msv rispetto agli 8 msv di dose efficace media con CT tradizionale) Tre screening ad intervalli annuali con Rx torace in proiezione A-P (dose efficace media 0.05 msv dati De Crescenzo) E stata quindi condotta una valutazione dei casi di Ca polmonare (incidenza) e di mortalità fino al

41 Riepilogo dei risultati del National Lung Screening Trial Frequenza di screening positivi Incidenza Mortalità CT Spirale 24,2% (tot.: 96,4% di Falsi Positivi - FP) 645 casi/ persone anno (1060 neoplasie) RR = 1.13 (CI 95% ) 247 morti/ persone anno Riduzione di mortalità con CT spirale = 20% (CI 95% ) Rx torace 6,9% (tot.: 94,5% FP) 572 casi/ persone anno (941 neoplasie) 309 morti/ persone anno Si può quindi concludere che lo screening con l uso di CT spirale a basse dosi riduce significativamente la mortalità per Ca polmonare

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43 Sorveglianza medica dei lavoratori esposti a Rn Oltre agli accertamenti radiologici, si può prendere in considerazione l esame citologico dell espettorato A questo proposito, tra i tumori polmonari maggiormente radioinducibili, il carcinoma epidermoide, oltre ad avere in molti casi una progressione relativamente più lenta e una metastatizzazione relativamente più tardiva, può essere anche rivelato più facilmente con l' esame citologico dell'espettorato mentre il microcitoma presenta invece una progressione rapida (ben svelabile all'esame radiologico), con citologia dell' espettorato praticamente inutile Invece i markers neoplastici che vengono comunemente utilizzati per valutare la risposta di una neoplasia alla terapia e anche a fini prognostici, non sono altrettanto utili a fini di screening in ambito oncopreventivo al fine di svelare l eventuale presenza di una neoplasia in fase preclinica

44 Proposta di protocollo di sorveglianza medica dei lavoratori esposti a radon Si propone quindi di impostare il protocollo di sorveglianza medica preventiva e periodica di lavoratori esposti a Rn integrando l accertamento anamnestico-clinico previsto dalla legge con esami di diagnostica polmonare per immagini (Rx torace o, meglio, TAC torace eseguita con tecniche a basso dosaggio) associati con un eventuale esame citologico dell espettorato. I controlli radiologici non andrebbero effettuati sistematicamente su tutti gli individui esposti, ma riservati a giudizio del medico di radioprotezione ai lavoratori che presentano profili di rischio più significativi sia per l entità e le caratteristiche dell esposizione alle radiazioni che per l eventuale concomitante presenza di fattori di rischio di natura professionale o extraprofessionale (es.: abitudine al fumo) che possano agire con effetto sinergico. La ripetizione degli accertamenti oncopreventivi può essere ragionevolmente programmata con la frequenza di mesi nei soggetti maggiormente a rischio

45 GRAZIE PER L ATTENZIONE!

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