l'insieme di tutti i casi esistenti in un determinato momento ed in una
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- Mario Abele Graziani
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1 Le misure di frequenza delle malattie possono descrivere: l'insieme di tutti i casi esistenti in un determinato momento ed in una determinata popolazione il verificarsi di nuovi casi A questo scopo si usano quindi due misure fondamentali diverse fra loro: la prevalenza e l'incidenza. Metaforicamente parlando, la prevalenza è come una fotografia di un fenomeno, mentre l'incidenza è come un film. Vediamo perchè. Prevalenza In termini generali, la prevalenza misura la proporzione di "eventi" presenti in una popolazione in un dato momento. Per "evento" si intende un qualsiasi carattere ricercato; ad esempio: infezione, presenza di anticorpi, stato di gravidanza ecc.. Molto spesso l'evento è che si ricerca è rappresentato dalla malattia o dall'infezione, e pertanto possiamo dire che la prevalenza misura la proporzione di individui di una popolazione che, in un dato momento, presentano la malattia. Poiché il fattore «tempo» - a rigore - non è importante nel calcolo della prevalenza, questa misura è di tipo statico e non può essere definita come «tasso»; si tratta invece di una «proporzione» che, quindi, assume un valore compreso fra 0 e 1. Sempre in termini generali, la prevalenza di calcola come E + / (E + + E - ) dove E + rappresenta il numero di individui (oppure di «unità») che esprimono l'evento studiato e E - rappresenta il numero di individui privi dell'evento ma capaci di esprimerlo.
2 Più in particolare, possiamo dire che molto spesso l'evento studiato è rappresentato dallo stato di malattia (evento «malattia»). Allora, la prevalenza si calcola, analogamente a quanto ora visto, come M + / (M + + M - ) dove M + rappresenta il numero di ammalati e M - il numero di animali "a rischio". Ricordati che per "animali a rischio" NON si intende indicare quelli sottoposti ad uno o piú determinanti di malattia, bensí - più semplicemente - quelli non ancora ammalati ma "suscettibili" di ammalarsi, ossia che possono contrarre la malattia in studio. Riassumendo: ESEMPIO. In un allevamento di bovini sono presenti 120 capi, che vengono sottoposti al test della tubercolina per la diagnosi di tubercolosi. Dopo l'inoculazione della tubercolina, si attendono 72 ore (come richiesto dal test) e quindi si effettua la lettura. Supponiamo, per semplicità, che il test sia «infallibile» (e cioè abbia sensibilità e specificità 100%, cosa che in realtà non è). Tutti i 120 capi sono "a rischio", ossia possono contrarre la tubercolosi; 15 di essi reagiscono positivamente al test. Allora, la prevalenza di bovini con tubercolosi è di 15/(15+105), vale a dire oppure 12.5%. La prevalenza è impiegata nella programmazione sanitaria, in quanto misura l'impatto e la penetrazione che una malattia ha in un determinato territorio. Diversamente dall'incidenza, essa può essere determinata attraverso una sola indagine epidemiologica, esaminando tutti gli individui
3 della popolazione o, più verosimilmente, un campione rappresentativo. L'utilità della conoscenza della prevalenza di una malattia si delinea anche nel caso in cui si voglia stimare il danno indotto da quella malattia in una popolazione, oppure quando si desideri stimare le difficoltà di realizzazione di un piano di profilassi, o, ancora, quando si vogliano stimare i rapporti costi/benefici prima dell'avvio del piano. La prevalenza ora descritta è una delle più importanti misure di frequenza ed è detta anche prevalenza "puntuale" misura la frequenza di malattia in un dato momento. Esiste anche una prevalenza cosiddetta "di periodo", che si calcola con il seguente rapporto: (animali che sono risultati ammalati in un determinato periodo di tempo) / (popolazione a rischio nel periodo). In altre parole, la prevalenza di periodo si ottiene addizionando la prevalenza all'inizio dell'osservazione con l'incidenza durante l'intervallo di osservazione. Attenzione a non confondere la prevalenza di periodo con l'incidenza! Incidenza (o incidenza cumulativa) In termini generali, l'incidenza misura la proporzione di "nuovi eventi" che si verificano in una popolazione in un dato lasso di tempo. Anche in questo caso, per "evento" si può intendere la comparsa di un qualsiasi carattere. Tuttavia, quasi sempre l'incidenza si utilizza per misurare la comparsa di nuovi casi di malattia. Per questo motivo, possiamo dire che l'incidenza rappresenta la proporzione di individui che vengono colpiti dalla malattia in un determinato periodo di tempo. L'incidenza, è bene sottolinearlo, misura il numero di nuovi casi nel periodo di tempo ed individua il rischio (cioè la probabilità) di ammalare cui è soggetto un animale esposto in quella popolazione. Si può anche dire che l'incidenza misura la velocità di transizione dallo stato di salute (assenza di malattia) allo stato di malattia. L'incidenza rappresenta la variazione di una quantità (i nuovi ammalati) per la variazione unitaria di un'altra quantità (il tempo); essa quindi è una misura dinamica e costituisce un vero «tasso».
4 ESEMPIO. Ritorniamo dopo 9 mesi nello stesso allevamento dell'esempio precedente, e sottoponiamo nuovamente al test della tubercolina gli 85 animali che erano risultati negativi. Alla lettura dopo 72 ore, ne risultano positivi 17. Quindi, l'incidenza in 9 mesi sarà di 17/(17+68) = 0.2 = 20%. Nel calcolo dell'incidenza, la durata del lasso di tempo è discrezionale, ed è condizionata soprattutto dai caratteri della malattia: nelle malattie a rapida diffusione o evoluzione si considera generalmente un periodo di una durata inferiore rispetto alle malattie che diffondono lentamente o che sono di lunga durata. L'incidenza è importante nello studio delle cause di malattia e della loro azione a livello di popolazione: infatti, una variazione dell'incidenza testimonia una modificazione dell'equilibrio dei determinanti di malattia, o una modificazione dello stato di recettività della popolazione ecc. In aggiunta alla prevalenza, la valutazione dell'incidenza risulta utile nella valutazione dell'efficacia di un programma di prevenzione. Predire il futuro Come già detto, l'incidenza è una misura del tasso di diffusione di una malattia all'interno di un gruppo con caratteristiche note ed inizialmente esente da quella malattia; perciò l'incidenza viene usata anche per prevedere (cioè misurare la probabilità) la comparsa di quella malattia in individui con caratteristiche simili a quelli studiati. Nella immagine che segue sono rappresentati due schemi riassuntivi, di cui uno animato, che illustrano i caratteri basilari dell'incidenza e della prevalenza.
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6 PREVALENZA = "tutti" INCIDENZA = "nuovi" Riassumendo, il metodo di misurazione dell'incidenza fin qui descritto riguarda il calcolo dell'incidenza tout court, detta anche «incidenza cumulativa»: si tratta della proporzione di animali di una popolazione chiusa (cioè in cui non si verificano nascite o introduzioni di animali) che presenta la malattia in un determinato periodo di tempo. Essa, come già detto, equivale alla probabilità per ciascun individuo di aver contratto la malattia nel periodo considerato. ESEMPIO. Supponiamo che in un allevamento di tacchini si siano verificati, in un periodo di osservazione di 10 giorni, casi di malattia come illustrato nel grafico. Supponiamo inoltre che si tratti di una popolazione "chiusa" (nel periodo considerato non sono avvenuti ingressi o uscite di animali) e che la malattia non abbia provocato la morte di nessun animale. All'esaurirsi della malattia (IX giorno) l'incidenza cumulativa è stata pari a 0.23 circa (23%). La probabilità che un animale appartenente a questa popolazione abbia subìto la malattia è risultata pari a 0 al I e II giorno, (cioè 2.5%) al III giorno, 0.66 al IV, 0.13 al V ecc.
7 Riassumendo... prevalenza. nella seguente tabella vengono riassunte le caratteristiche salienti dell'incidenza e della... mentre, nella prossima tabella, incidenza e prevalenza vengono messe a raffronto fra loro.
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