PIANO SOCIALE DI ZONA 2017 DISTRETTO SOCIALE B / FR. Comune di Frosinone Capofila

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "PIANO SOCIALE DI ZONA 2017 DISTRETTO SOCIALE B / FR. Comune di Frosinone Capofila"

Transcript

1 PIANO SOCIALE DI ZONA 2017 DISTRETTO SOCIALE B / FR Comune di Frosinone Capofila PARTE PRIMA Frosinone

2 INDICE 1. Descrizione del territorio pag Descrizione del territorio dal punto di vista demografico pag Quadro territoriale dei bisogni pag. 11 Articolazione dei bisogni per macroaree. Area Minori e Famiglia Area Anziani Area Disabili Area disagio ed esclusione sociale Area Immigrati 4. Quadro generale dell offerta dei servizi socio-assistenziali pag Obiettivi strategici del Piano sociale di Zona pag. 23 Articolazione per misure. 6. Iniziative adottate per realizzare l integrazione socio-sanitaria dei servizi pag Modalità adottate per realizzare il coordinamento con gli altri organi dello Stato e con la pluralità dei soggetti locali pag Strumenti di valutazione dei risultati raggiunti (sistema di controllo, monitoraggio e verifica dei risultati) pag Innovazioni organizzative, operative, gestionali e di sistema del Distretto pag Quadro finanziario (budget unico distrettuale) pag

3 1. Descrizione del territorio (geografica, urbanistica, produttiva, ecc.) Il Distretto Sociale B comprende 23 Comuni posti nel cuore della Provincia di Frosinone: Amaseno, Arnara, Boville Ernica, Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Falvaterra, Ferentino, Frosinone, Fumone, Giuliano di Roma, Morolo, Pastena, Patrica, Pofi, Ripi, San Giovanni Incarico, Strangolagalli, Supino, Torrice, Vallecorsa, Veroli e Villa Santo Stefano. Il primo Accordo di Programma istitutivo del Distretto è stato sottoscritto nel dicembre del 2002; in tale sede è stato individuato, quale Capofila, il Comune di Frosinone. Nel 2013 l Assemblea dell Accordo di Programma ha definito uno schema di Convenzione approvato con Deliberazione n. 4 del per la Gestione associata delle funzioni e dei servizi socio-assistenziali integrati (ex art. 30 D. Lgs. n. 267/2000). La Convenzione è stata sottoscritta dai 23 Comuni in data ed oggi costituisce la forma associativa alla base del Distretto. Comune Capofila è ancora Frosinone. Il Distretto Sociale B è di uno degli ambiti socio-sanitari e socio-assistenziali maggiori del Lazio per popolazione e numero di comuni; presenta un estensione territoriale pari a 890,20 Kmq con una popolazione complessiva, stimata dall Istat al 01/01/2017 in unità, distribuita tra comuni di piccole e medie dimensioni, eterogenei tra loro in quanto a storia e vocazione economico-sociale. Il territorio è variamente rappresentabile dal punto di vista demografico come pure per la morfologia o il tessuto produttivo. Si può dire che nel Distretto convivono realtà a dimensione urbana e rurale, le quali esprimono esigenze diverse in merito alla fruizione dei servizi pubblici (trasporti, sanità, istruzione, servizi sociali, ecc.) e del tempo libero e peculiarità nel sistema produttivo, come nel mercato del lavoro. Per quanto riguarda la morfologia, il territorio distrettuale è perlopiù costituito da rilievi collinari e montani: 15 dei 23 comuni sono totalmente (12) o parzialmente (3) montani e aderiscono a 3 diverse Comunità Montane del Lazio: Monti Ernici (Boville Ernica, Fumone e Veroli), Monti Ausoni (Falvaterra, Pastena e San Giovanni Incarico) e Monti Lepini, Ausoni e Valliva (Amaseno, Castro dei Volsci, Giuliano di Roma, Morolo, Patrica, Supino, Vallecorsa e Villa Santo Stefano). Anche questo contribuisce a porre specifici bisogni e peculiarità rispetto al sistema viario e dei trasporti pubblici e privati e all accesso a molteplici altri servizi pubblici. Le comunicazioni principali sono assicurate dall asse ferroviario Roma Napoli, dall autostrada A1 Milano Napoli e dalla SR n. 6 (via Casilina) che si sviluppano lungo la valle del Sacco e attraversano una parte del territorio distrettuale compresa fra i comuni di Supino e Ferentino a Nord-Ovest e Ceprano a Sud-Est. Il Distretto è poi attraversato da una fitta rete di strade provinciali e comunali, che rendono raggiungibili i vari centri ma non consentono, spesso, spostamenti rapidi per le caratteristiche morfologiche del territorio. Per quanto riguarda la struttura produttiva locale, le realtà manifatturiere presenti nel Distretto sono concentrate soprattutto nella valle del Sacco (a ridosso dei principali assi viari e ferroviari), nell area circoscritta dai comuni di Supino, Ferentino, Frosinone, Ceccano e Ceprano. Si tratta di - 3 -

4 specializzazioni diverse: ubicazioni di aziende nazionali e multinazionali nei settori tessile, elettrico e meccanico, chimico-farmaceutico (soprattutto gomma e materiali plastici) e alimentare o sedi di aziende locali di una certa rilevanza per fatturato e numero di addetti (ad es. nel comparto edile, in particolare nella produzione di calcestruzzo per l edilizia). Il terziario più importante è costituito invece dal settore delle costruzioni e dalla logistica (trasporto merci su strada e magazzini di custodia e deposito). A Frosinone e nel suo circondario sono concentrati anche alcuni poli commerciali e dello spettacolo di rilievo, il cui bacino di utenza si estende oltre il contesto distrettuale. Nel settore agro-alimentare il territorio distrettuale si distingue per una diffusa e parcellizzata produzione di olio di oliva e per la presenza di alcuni contesti specializzati nell allevamento vaccino, ovino e bufalino. Nell ultimo decennio la realtà produttiva locale ha subito gli effetti della crisi economica globale; ne è risultato il ridimensionamento (e talvolta la dismissione) di alcune manifatture e la conseguente contrazione degli occupati, con importanti effetti sul mercato del lavoro. Va tuttavia sottolineato il progressivo miglioramento dei dati provinciali relativi alle imprese, come evidenziato a seguire. Rispetto ai dati relativi all economia del Distretto Sociale B di Frosinone, mancano studi e analisi specifici; possiamo fornire, comunque, alcune informazioni relative al più generale contesto provinciale e regionale, desunte da studi e analisi svolti dalla Camera di Commercio di Frosinone. Riportiamo pertanto il Report n. 1/2017 LE IMPRESE ED IL TESSUTO IMPRENDITORIALE DELLA PROVINCIA DI FROSINONE AL redatto dalla Camera di Commercio di Frosinone

5 - 5 -

6 2. Descrizione del territorio dal punto di vista demografico Abbiamo descritto sopra il Distretto Sociale B di Frosinone dal punto di vista territoriale ed economico, esaminando le caratteristiche generali dell ambito e dei suoi Comuni; qui intendiamo analizzarne le specifiche demografiche, illustrando la struttura della popolazione residente. Come già rilevato, si tratta di uno degli ambiti socio-sanitari e socio-assistenziali maggiori del Lazio; la popolazione dei 23 comuni del Distretto, censita dall Istat al 01/01/2017, ammonta a persone ed è pari al 36,9% della Provincia di Frosinone e al 3,1% della Regione Lazio. Nel corso degli ultimi anni la popolazione ha subito una discreta ma costante flessione (i residenti nel 2011 erano ), invertendo una tendenza alla crescita rilevata in precedenza. La densità media del Distretto è di 204,9 ab/kmq, valore superiore a quello nazionale (201) ma inferiore a quello regionale (ricordiamo che con 342 ab/kmq il Lazio è la terza Regione italiana per densità). Fra i 23 comuni del Distretto prevalgono quelli piccoli (cioè con residenti inferiori o pari a 5.000): sono 16 in totale, di cui 3 con meno di abitanti. Nella tabella che segue riportiamo la distribuzione della popolazione del Distretto, distinta per sesso, e delle famiglie anagrafiche presenti nei 23 comuni. Popolazione residente e famiglie Distretto B Frosinone: 01/01/2017 Comuni Maschi Femmine Totale N. famiglie Amaseno Arnara Boville Ernica Castro dei Volsci Ceccano Ceprano Falvaterra Ferentino Frosinone Fumone Giuliano di Roma Morolo Pastena Patrica Pofi

7 Ripi San Giovanni Incarico Strangolagalli Supino Torrice Vallecorsa Veroli Villa Santo Stefano TOTALI ,8% 51,2% 100% Si possono osservare caratteristiche comuni alla generale realtà italiana, quale la maggiore presenza della componente femminile rispetto a quella maschile e una dimensione ormai nuclearizzata delle famiglie, il cui numero medio di componenti è pari a 2,4. Per descrivere le componenti più significative della struttura demografica del Distretto Sociale B di Frosinone, evidenziamo le fasce di popolazione relative ai minori (0/17 anni), agli adulti (18/64 anni) e agli anziani (65 anni e più) residenti alla data del 01/01/2017. Distretto Sociale B di Frosinone: popolazione minorenne residente al 01/01/2017 Popolazione totale % Popolazione minorenne ,5% Saldo (pop. minore 2017 pop. minore 2013) Distretto Sociale B di Frosinone: popolazione adulta residente al 01/01/2017 Popolazione totale % Popolazione adulta ,1% Saldo (pop. adulta 2017 pop. adulta 2013) Distretto Sociale B di Frosinone: popolazione anziana residente al 01/01/2017 Popolazione totale % Popolazione anziana ,4% Saldo (pop. anziana 2017 pop. anziana 2013)

8 Di seguito si riporta il dato disaggregato per Comuni: Popolazione 0/17 anni Popolazione 18/65 anni Popolazione 65 anni e oltre Popolazione totale COMUNI M F TOT M F TOT M F TOT M F Tot Amaseno Arnara Boville Ernica Castro dei Volsci Ceccano Ceprano Falvaterra Ferentino Frosinone Fumone Giuliano di Roma Morolo Pastena Patrica Pofi Ripi San Giovanni Incarico Strangolagalli Supino Torrice Vallecorsa Veroli Villa Santo Stefano TOTALI ,5% 62,1% 22,4% 48,8% 51,2% 100% Facendo riferimento, per un confronto, ai dati contenuti nel Piano di Zona 2014, le principali dinamiche demografiche del Distretto mostrano una popolazione che continua ad invecchiare in modo costante. In effetti, al di là dell esigua contrazione in valore assoluto dei residenti totali rilevata ( del 2013 a fronte dei del 2017), è l andamento delle percentuali relative alle fasce di età che evidenzia il peso della decrescita delle componenti minori e adulti rispetto a quella anziana. La percentuale di popolazione minore passa dal 15,8% del 2013 al 15,5%, del 2017, quella adulta perde 1,5 punti percentuali passando dal 63,6% al 62,1% e quella anziana si attesta al 22,4% rispetto al 20,6% del Si conferma l immagine di una società poco dinamica, con un ricambio lavorativo lento in cui anche la popolazione attiva invecchia e le fasce di lavoratori più giovani sono surclassate da quelle più vecchie. Un altra componente demografica importante per comprendere la realtà sociale del Distretto Sociale B di Frosinone è quella della popolazione straniera regolarmente soggiornante nel territorio. Di - 8 -

9 seguito riportiamo il dato complessivo e quello distribuito fra i 23 Comuni, per dare conto del fenomeno. Distretto Sociale B di Frosinone: cittadini stranieri residenti al 01/01/2017 Popolazione straniera residente Distretto B Frosinone: 01/01/2017 Comuni Maschi Femmine Totale % su pop. tot. Comune Amaseno ,5% Arnara ,2% Boville Ernica ,2% Castro dei Volsci ,7% Ceccano ,6% Ceprano ,3% Falvaterra ,2% Ferentino ,4% Frosinone ,8% Fumone ,4% Giuliano di Roma ,1% Morolo ,2% Pastena ,8% Patrica % Pofi ,3% Ripi ,2% San Giovanni Incarico ,3% Strangolagalli ,2% Supino ,8% Torrice ,9% Vallecorsa ,9% Veroli ,1% Villa Santo Stefano ,3% TOTALI ,2% pop. tot. Distretto Osservando i dati dell ultimo quadriennio, si evidenzia una ripresa del trend di crescita dei residenti stranieri che aveva caratterizzato il territorio distrettuale fino al 2011 e che si era successivamente interrotto. Il PSdZ 2014 riportava un dato totale di 8341 residenti stranieri al , pari al 4,5% della popolazione complessiva dell ambito. La popolazione straniera torna, quindi, ad aumentare in particolare rispetto alla componente femminile e si attesta a 9588 unità, che rappresenta il 5,2% del totale dei residenti del. Il dato costituisce una media dei valori riscontrati sui singoli Comuni, nei quali la forbice della presenza immigrata è compresa fra lo 0,8% di Pastena e 7,8% di Supino, Comune che si conferma storicamente quello con la maggiore - 9 -

10 presenza percentuale di stranieri. In valore assoluto i Comuni con più residenti stranieri sono invece: Frosinone, Ferentino, Veroli e Ceccano. La presenza immigrata nella Provincia di Frosinone, censita all inizio del 2017 dall Istat, è di unità ( maschi e femmine), pari al 5% del totale; anche il dato è in crescita rispetto a quanto riportato nel PSdZ Il territorio del Distretto Sociale B continua ad accogliere una parte consistente dei residenti stranieri della Provincia, il 39% risiede nei 23 Comuni del Distretto. I Paesi di provenienza più rappresentati sono: Romania, Albania, Marocco, Ucraina e Repubblica Popolare Cinese

11 3. Delineare il quadro territoriale dei bisogni (specificare i disagi più acuti e gli squilibri nelle varie zone del Distretto e, successivamente, articolare i bisogni per macroaree. Per ogni tipologia di disagio indicare l utenza potenziale e l utenza effettiva). L analisi del contesto sociale del Distretto Sociale B di Frosinone mostra la presenza di alcuni fenomeni sociali e bisogni emergenti che la programmazione dei servizi sociali deve tenere in considerazione e fronteggiare per perseguire obiettivi di efficacia ed efficienza degli interventi. Illustriamo di seguito le principali forme di disagio presenti, a partire da alcune considerazioni relative alle caratteristiche della popolazione residente già evidenziate. Osservando i dati del Distretto riportati in precedenza, si conferma inalterato negli anni l andamento demografico che vede la popolazione minorenne diminuire e quella anziana crescere. In definitiva i valori medi distrettuali dei principali indicatori sociali a disposizione, mostrano una popolazione che invecchia progressivamente e un contesto socio-economico poco dinamico, con un ricambio lavorativo lento, dove anche la popolazione attiva invecchia e le fasce di lavoratori più giovani sono numericamente inferiori a quelle più vecchie. Questi sono alcuni dei principali fenomeni sociali caratterizzanti la popolazione distrettuale: invecchiamento della popolazione e sua femminilizzazione; invecchiamento della popolazione lavorativa, con conseguente difficoltà per i giovani ad entrare nel mondo del lavoro e innalzamento dell età di primo impiego; consolidata presenza della componente straniera residente. Rispetto a questi fenomeni le politiche sociali non possono essere carenti; è evidente, che il crescente numero di cittadini anziani renda indispensabile rafforzare, e costruire laddove inesistenti, le reti di aiuto primarie (ovvero fondate sui rapporti famigliari, parentali, amicali e di vicinato) e secondarie (basate sull intervento di strutture associative, istituzionali e professionali), affinché contrastino la progressiva condizione di fragilità psicofisica e la tendenza alla solitudine e all isolamento che caratterizzano molti anziani, anche in buono stato di salute. A complicare il quadro descritto contribuiscono anche le caratteristiche del territorio; abbiamo visto che, dei 23 Comuni del Distretto, la maggioranza è composta da piccoli Comuni ubicati in ambiente montano; si tratta di elementi da considerare nella pianificazione dei servizi sociali, perché implicano la necessità di favorire modalità di accesso diffuse, soprattutto per i servizi di livello distrettuale e un ampia diffusione degli interventi, che ne garantisca la fruizione da parte di tutta la cittadinanza interessata. In definitiva la popolazione distrettuale invecchia e perde la propria autosufficienza; la presenza di un numero consistente di persone disabili gravi e anziane, pone l esigenza di programmare ed erogare servizi ed interventi diretti a questo specifico gruppo sociale. Si tratta di un target dai bisogni assistenziali complessi soprattutto quando, la presenza di un quadro clinico difficile, si associa ad altri elementi di fragilità: disagio economico, isolamento relazionale dovuto alla carenza delle reti primarie di aiuto,

12 condizioni abitative precarie o incompatibili con la patologia presente (ad es. per la presenza di barriere architettoniche o per l ubicazione, che non permette l adeguata fruizione dei servizi pubblici). In questi casi la pianificazione dei servizi assistenziali deve prevedere una forte integrazione socio-sanitaria e promuovere modalità di lavoro in rete verso la persona-utente, coinvolgendo tutte le risorse reperibili sia nell ambito pubblico che in quello del privato sociale. Il discorso sulla disabilità nel contesto del Distretto Sociale B di Frosinone non può prescindere da una riflessione sulle famiglie, su cui grava il carico assistenziale per la cura della persona non autosufficiente o parzialmente autosufficiente. Nel nostro territorio sono presenti alcuni servizi diurni, semiresidenziali e residenziali rivolti ai disabili che svolgono un importante azione assistenziale, educativa e ricreativa nei loro confronti e supportano e alleggeriscono il lavoro di cura delle famiglie; è importante che la loro presenza continui ad essere assicurata e, laddove possibile, potenziata per rispondere al meglio alle esigenze emergenti. Negli ultimi anni, poi, sono stati erogati con buona riuscita e soddisfazione da parte delle famiglie, assegni di cura rivolti ad utenti con disabilità. Anche per questa tipologia di intervento domiciliare indiretta, che comporta la regolarizzazione di personale di assistenza formato, è opportuna e utile la continuità. Non sono soltanto gli anziani e i disabili a richiedere la predisposizione e l attivazione di interventi sociali ad hoc, anche altre categorie di cittadini manifestano forme di disagio da fronteggiare, come i giovani e gli immigrati. Le problematiche legate al mondo giovanile maggiormente radicate nel territorio distrettuale riguardano soprattutto il consumo, l abuso e la dipendenza da sostanze e alcol, cui si aggiungono le più recenti forme di ludopatia. La criminalità minorile non emerge, invece, come fenomeno dai grandi numeri; la devianza minorile nel nostro contesto continua ad essere legata soprattutto ad episodi di vandalismo e di bullismo, a reati di furto e relativi all uso e al commercio di stupefacenti. In relazione al disagio giovanile è importante segnalare anche la specificità del nostro territorio distrettuale; va segnalato, infatti, un importante fattore di rischio per i giovani, legato alla carenza, soprattutto nei centri minori e nelle zone rurali, di luoghi, spazi e momenti positivi di aggregazione dove sia possibile la costruzione di culture giovanili orientate alla solidarietà e alla partecipazione attiva. La popolazione adolescente e giovanile non può infatti contare su una valida offerta di servizi pubblici e/o privati di tipo educativo e ricreativo, pertanto le uniche alternative presenti risultano i bar e le sale giochi. Per quanto riguarda la popolazione straniera residente nel Distretto Sociale B, abbiamo già evidenziato la sua importante presenza nel territorio, dato che costituisce il 39% del totale dei residenti stranieri della Provincia di Frosinone. È evidente che la consolidata presenza di cittadini stranieri soggiornanti nel nostro territorio, ne fa un dato strutturale di rilevante importanza sociale ed economica che va affrontato con realismo, tenendo presente l entità del fenomeno, pur nella consapevolezza delle difficoltà presenti quando ci si confronta con gruppi di origine e identità diverse

13 Bisogna inoltre superare le logiche e gli approcci emergenziali e adottare un modello di integrazione organico, adatto alla portata della sfida sociale che la presenza dei cittadini stranieri ha aperto nel nostro contesto. Occorre da un lato promuovere e facilitare le dinamiche di integrazione già in atto e dall altro contrastare le forme di disagio e di rischio sociale esistenti sul territorio, determinate dalle condizioni di fragilità che caratterizzano la vita di molti stranieri immigrati residenti nel Distretto. Area Minori e Famiglia Nel Distretto Sociale B di Frosinone sono diversi gli interventi di politica sociale in favore delle famiglie e dei minori residenti nel territorio, erogati utilizzando risorse comunali, fondi statali e regionali erogati annualmente con il PSdZ e, occasionalmente, finanziamenti ottenuti per progetti ad hoc. I principali servizi e interventi, comunali e distrettuali, diretti alle famiglie e ai minori, rintracciabili oggi nel contesto dei 23 Comuni del Distretto Sociale B di Frosinone sono: Servizio Sociale Professionale e segretariato sociale, assistenza economica, assistenza domiciliare diretta e indiretta, mediazione familiare e spazio neutro, affido familiare, adozioni, asili nido, centri socio-educativi per minori, strutture residenziali per minori, assistenza scolastica e domiciliare educativa, college estivi per bambini e ragazzi, interventi per minori stranieri non accompagnati e inserimento di minori in strutture residenziali. Tali servizi ed interventi sono erogati in modo diffuso sul territorio e assicurano la soddisfazione dei bisogni di una parte dell utenza ma la situazione non può dirsi ottimale; si pone innanzitutto l esigenza di non scendere sotto gli attuali standard di prestazioni assicurate dai Comuni e dal Distretto e, anzi, emerge la necessità di strutturare o potenziare l offerta di alcune tipologie di intervento sociale. Dall analisi delle politiche sociali attivate nel territorio distrettuale in favore dei minori, si rileva, ad esempio, la carenza di interventi educativi e ricreativi diretti alla fascia adolescenziale; sono pressoché assenti gli spazi da adibire ad attività sociali e alla valorizzazione e promozione del protagonismo dei giovani cittadini del nostro territorio. I ragazzi non appaiono oggetto di cura da parte degli Enti locali e, nonostante l attivismo di alcune associazioni sportive, di volontariato e di promozione sociale o di molte Parrocchie, essi sono lasciati soli di fronte alle attenzioni di un privato che spesso considera i giovani solo come consumatori di beni e servizi. Gli obiettivi di una politica sociale in favore dei giovani dovrebbero essere i seguenti: contrastare la dispersione scolastica e il rischio di esclusione sociale per minori e giovani italiani e stranieri in situazioni di fragilità; contrastare l insorgere di fenomeni quali il bullismo, la microcriminalità, le dipendenze da sostanze stupefacenti, alcol e gioco; favorire la socializzazione, l aggregazione e l integrazione tra ragazzi italiani e stranieri; promuovere il protagonismo giovanile e attivare percorsi di cittadinanza attiva e di educazione alla legalità. Recentemente le famiglie sono maggiormente poste all attenzione delle politiche sociali distrettuali, in particolare con gli interventi volti a contrastare la povertà promossi a livello regionale e statale (ad es. contrasto alla povertà e al disagio alloggiativo, Sostegno all Inclusione Attiva SIA, sostegno alla grave

14 emarginazione adulta). E ampiamente riconosciuto come dalla buona salute delle famiglie dipende non solo quella dei minori ma dell intera comunità, pertanto si tende ad attivare politiche di promozione e tutela delle famiglie e a sostegno della genitorialità. Nel contesto del Distretto Sociale B è importante offrire alle famiglie (e ai minori) servizi caratterizzati da elevati ed omogenei standard qualitativi, mediante il consolidamento e il potenziamento degli interventi già attivi. È importante, inoltre, continuare a porre attenzione alle famiglie fragili, disagiate economicamente o problematiche, meno capaci e attrezzate a fronteggiare con efficacia le difficoltà che la vita quotidiana pone e il complesso sistema di relazioni che caratterizzano il contesto sociale attuale. Area Anziani Nel Distretto Sociale B di Frosinone sono diversi gli interventi di politica sociale in favore delle persone anziane residenti nel territorio, erogati utilizzando risorse comunali, fondi statali e regionali erogati annualmente con il PSdZ e, occasionalmente, finanziamenti ottenuti per progetti ad hoc. I principali servizi e interventi, comunali e distrettuali, diretti alle persone anziane, autosufficienti e non, rintracciabili nel contesto dei 23 Comuni del Distretto Sociale B di Frosinone sono: Servizio Sociale Professionale e segretariato sociale, assistenza economica, assistenza domiciliare diretta e indiretta, dimissioni ospedaliere protette, servizi di sollievo alla famiglia per affiancare i familiari che accudiscono la persona non autosufficiente, interventi economici straordinari per concorrere ai costi di deistituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti, centri sociali anziani, centro diurno Alzheimer Madonna della Speranza, Casa di Riposo Ipab Ferrari, soggiorni marini, assegni di cura. Anche i servizi e gli interventi erogati in favore delle persone anziane nel Distretto, hanno una buona diffusione sul territorio, assicurando risposta ad una serie articolata di bisogni espressi dai cittadini ma, come per l utenza minore e le famiglie, siamo lontani da una copertura completa delle esigenze del contesto distrettuale. Anche in questo caso è importante non abbassare lo standard attuale delle prestazioni assicurate agli anziani dai Comuni e dal Distretto e, anzi, emerge la necessità di potenziare l offerta di alcuni servizi ed interventi. Le motivazioni di ciò sono legate ai fenomeni che abbiamo già evidenziato sopra: l aumento progressivo della quota di popolazione anziana e l invecchiamento generale della popolazione, determinati dall allungamento della vita media e dall abbassamento dei tassi di natalità; la crisi dei tradizionali modelli di accudimento familiare degli anziani, determinati dai cambiamenti della struttura delle famiglie (a favore della nuclearizzazione) e dalla minore presenza in casa delle donne; la diffusione di patologie cronicodegenerative in età anziana e dall incremento di alcune forme di demenza, fra cui l Alzheimer. Accanto all obiettivo primario di mantenere, il più a lungo possibile, l anziano in salute nel proprio ambito di vita domestico e sociale, realizzato mediante l implementazione di servizi quali i centri sociali e l assistenza domiciliare sociale, le politiche sociali distrettuali devono tener conto dei fenomeni citati sopra, prevedendo interventi di carattere socio-assistenziale e socio-sanitario, quali:

15 l inserimento presso servizi residenziali, rivolti agli anziani non autosufficienti o parzialmente autosufficienti per i quali non sia più possibile la permanenza nel proprio domicilio, al fine di contrastarne il decadimento psico-fisico e/o il peggioramento delle condizioni di salute; l assistenza domiciliare integrata e gli altri interventi (dimissioni ospedaliere protette, programmi di aiuto alla persona gestiti in forma indiretta, servizi di sollievo alla famiglia, ecc.) realizzati ai sensi della L. R. n. 20 del 23/11/2006 Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza ; il sostegno alle forme di assistenza familiare privata; l accesso a servizi semiresidenziali, che si configurano come interventi socio-assistenziali integrati con i servizi sanitari, aventi il duplice scopo di dare sollievo alle famiglie ed offrire agli ospiti l opportunità di preservare la propria autosufficienza e/o le proprie abilità residue attraverso specifiche attività socio-riabilitative e di sostegno. Area Disabili Nel Distretto Sociale B di Frosinone sono diversi gli interventi di politica sociale in favore delle persone disabili residenti nel territorio, erogati utilizzando risorse comunali, fondi statali e regionali erogati annualmente con il PSdZ e, occasionalmente, finanziamenti ottenuti per progetti ad hoc. I principali servizi e interventi sociali fruibili dalle persone con disabilità residenti nei 23 Comuni afferenti al Distretto Sociale B di Frosinone sono: Servizio Sociale Professionale e segretariato sociale, assistenza economica, assistenza domiciliare diretta e indiretta, dimissioni ospedaliere protette, servizi di sollievo alla famiglia per affiancare i familiari che accudiscono la persona non autosufficiente, interventi di sostegno alla persona disabile non autosufficiente ed alla famiglia, interventi economici straordinari per concorrere ai costi di de-istituzionalizzazione dei disabili non autosufficienti, centri diurni per disabili, casa famiglia per disabili gravi privi di assistenza familiare Marano come noi, trasporto sociale, assegni di cura in favore della disabilità gravissima e la SLA, percorsi sperimentali per la vita indipendente. I minori disabili possono fruire della generalità dei servizi socio-educativi destinati all utenza minore. Gli attuali standard di assistenza assicurati dal Distretto e dai Comuni ad esso afferenti, danno risposta ad una serie articolata di bisogni espressi dai cittadini disabili residenti ed hanno una buona diffusione sul territorio. Tuttavia, come già visto per l utenza minore ed anziana, la situazione non è ideale e la copertura delle esigenze espresse non è di certo completamente soddisfacente. Accanto alla necessità di non scendere sotto gli attuali livelli di prestazioni erogati, anche per le persone disabili si delinea quella di potenziare l offerta di alcuni servizi ed interventi, anche se risulta complicato programmare interventi sociali in favore delle persone disabili, che richiedono un articolazione dell offerta ampia e diffusa. In effetti gli elementi da considerare per una ottimale progettazione sono numerosi per la complessità della condizione di handicap (che è trasversale all età e alle categorie sociali, può essere presente alla nascita o acquisita in seguito ad incidenti, malattie invalidanti o comportamenti a rischio, può avere

16 componenti sia psichiatriche che organiche e pregiudicare secondo gradi differenti l autonomia del singolo) e le caratteristiche delle famiglie di origine e del contesto di vita della persona con handicap. Nell elaborazione delle politiche sociali rivolte alla disabilità, quindi, non si può prescindere dalle profonde differenze esistenti tra i disabili in grado di vivere una vita indipendente ed autonoma e quelli nei cui confronti le famiglie di origine mantengono un ruolo determinante. Area Disagio ed esclusione sociale Per contrastare le forme di disagio, svantaggio ed esclusione sociale emergenti nel territorio il Distretto Sociale B di Frosinone, promuove vari interventi di politica sociale utilizzando risorse comunali, fondi statali e regionali trasferiti con il PSdZ e, occasionalmente, finanziamenti ottenuti per progetti ad hoc. Le principali azioni volte al contrasto del disagio e dell esclusione sociale riguardano: segretariato sociale, assistenza economica (contrasto alla povertà), assistenza domiciliare diretta e indiretta, tutele, curatele e amministrazione di sostegno, assistenza abitativa e integrazione al canone di locazione (contrasto al disagio alloggiativo), misure per l inserimento sociale e lavorativo di ex tossicodipendenti o di ex detenuti e di persone con disagio mentale, inserimento presso strutture residenziali e semiresidenziali di persone anziane e disabili indigenti e prive di assistenza familiare. Recentemente il disagio e l esclusione sociale sono oggetto crescente delle politiche sociali distrettuali; l ambito sta attuando diversi interventi volti a contrastare la povertà promossi a livello regionale e statale (ad es. contrasto alla povertà e al disagio alloggiativo, Sostegno all Inclusione Attiva SIA, sostegno alla grave emarginazione adulta). E importante dare continuità a queste politiche e non ridurre gli attuali standard quali-quantitativi di prestazione garantiti. Al contrario, si ravvisa l opportunità di potenziarne le misure, dato il progressivo aumento del grado di rischio sociale a carico di diverse fasce di popolazione e per le famiglie, come conseguenza dell insorgenza di nuovi fenomeni sociali (ad es. la precarizzazione del lavoro o l indebitamento delle famiglie) o dell acuirsi di fenomeni già presenti (disoccupazione, contrazione dei redditi delle famiglie, minore possibilità di risparmio, ecc.). Va sottolineato, infatti, che il disagio è una condizione spesso trasversale alle diverse categorie di utenza, per cui i servizi sociali devono fronteggiare situazioni complesse e multiproblematiche, che richiedono un approccio integrato, multidisciplinare e un concreto lavoro di rete. Area Immigrati Gli stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio del Distretto Sociale B di Frosinone, accedono alla generalità dei servizi sociali ed educativi attivati; ad essi sono inoltre destinati specifici interventi promossi dal Distretto. In particolare, nel corso degli anni, il PSdZ del Distretto B ha finanziato uno specifico progetto in favore dei cittadini stranieri immigrati istituendo il Centro Servizi Nuovi cittadini immigrati (sportello di informazione, orientamento e segretariato sociale), realtà ormai consolidata nel territorio

17 Recentemente il Distretto è stato individuato dalla Regione Lazio come partner del progetto IPOCAD per l Azione 2 Promozione dell accesso ai servizi che è stato finanziato a valere sul FAMI. Le attività, dirette a immigrati regolarmente soggiornanti sul territorio provenienti da Paesi Terzi, sono in corso di avvio. I dati già evidenziati, relativi alla presenza di cittadini stranieri residenti nel territorio distrettuale, danno conto di un fenomeno ormai strutturale, di notevole consistenza ed importanza sia dal punto di vista sociale che economico, rispetto al quale le politiche sociali non possono essere carenti ma che va affrontato in modo realistico e concreto, nella consapevolezza della difficoltà di confrontarsi con gruppi di origine e identità diverse. È evidente che è tempo di superare le logiche e gli approcci emergenziali, non più adeguati alla realtà del territorio e che il Distretto deve adoperarsi per adottare un modello di integrazione organico, adatto alla portata della sfida sociale che la presenza dei cittadini stranieri ha aperto, in un contesto in cui il fenomeno migratorio non ha una storia di lunga durata. L impegno per l integrazione deve essere duplice perché riguarda sia la popolazione straniera che quella locale. È importante quindi promuovere e realizzare politiche sociali in favore dei cittadini stranieri immigrati, che intervengano sia sul profilo materiale (ad esempio sulla disponibilità di beni essenziali quali la casa ed il lavoro o la salute) sia sul profilo culturale e simbolico (come l istruzione, la conoscenza della lingua italiana, lo scambio culturale o il diritto alla tutela della propria identità sociale e culturale). Allo stesso modo occorre dare sostanza all impegno civile di sensibilizzazione e informazione dell opinione pubblica locale, con lo scopo di promuovere processi realmente inclusivi e di scongiurare il rischio dell assimilazione, attraverso la conoscenza reciproca e l educazione all interculturalità

18 4. Delineare il quadro generale dell offerta dei servizi socio-assistenziali indicando dove e in che misura è stata operata un integrazione tra i Comuni e le Asl (esporre sinteticamente e commentare i dati contenuti nella piattaforma informatica Anagrafica) SEGRETARIATO SOCIALE SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE PER LE SITUAZIONI DI EMERGENZA PERSONALE E FAMILIARE Il servizio è presente in tutti i Comuni del Distretto. Il bacino di utenza è comunale. Prestazioni offerte: Destinatari: Informazione sulle opportunità offerte dalla rete dei servizi e dalla comunità Consulenza sui problemi familiari e sociali Accoglienza della domanda individuale, collettiva lettura del bisogno, accompagnamento nell attivazione nei successivi percorsi di assistenza Raccolta sistematica dei dati e delle informazioni Promozione di reti solidali, anche ai fini della prevenzione dei rischi del disagio sociale Aiuto alla soluzione di problemi che non necessitano di presa in carico da parte di servizi specifici Mediazione interculturale Sostegno alle famiglie e ai gruppi sociali Affiancamento e affido familiare Inserimento lavorativo Definizione del progetto individuale di assistenza Interventi di emergenza a tutela di persone fragili Famiglie Anziani Minori Persone con problematiche psico-sociali Disabili Immigrati Altro: ex tossicodipendenti, ex detenuti e detenuti ammessi a pene alternative; giovani a rischio di devianza; donne in difficoltà, gestanti o madri, persone con difficoltà di integrazione, emarginazione e disagio

19 SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE Il servizio è presente in tutti i Comuni del Distretto. Il bacino di utenza è distrettuale. Destinatari: Famiglie Anziani Minori Persone con problematiche psico-sociali Disabili Persone in condizione di non autosufficienza o ridotta autosufficienza, temporanea o protratta ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA Il servizio è presente in tutti i Comuni del Distretto. Il bacino di utenza è distrettuale. Destinatari: Persone in condizione di non autosufficienza o ridotta autosufficienza, temporanea o protratta STRUTTURE A CICLO RESIDENZIALE STRUTTURE RESIDENZIALI PER MINORI Nel Distretto il Servizio è presente con la seguente articolazione: Veroli: Casa Famiglia Armonia - Privata San Giovanni Incarico: Presidente Barak Obama, Premio Nobel per la Pace 2009 Pubblica (fino a settembre 2017) Frosinone: Laura Léroux Privata Gruppo Appartamento per Minori - Pubblica L Elefante Invisibile Privata Casa Teresa Spinelli Privata Ceccano: Etnie Privata; Casa Famiglia E-Go Privata Ferentino: Centro di Pronta Accoglienza Il Girotondo Pubblica Destinatari: Minori e minori disabili

20 STRUTTURE RESIDENZIALI PER DISABILI Nel Distretto è presente il Servizio. Ceccano: Marano Come Noi Mista (Casa famiglia per disabili gravi privi di assistenza familiare la struttura è destinata al Dopo di noi ) Destinatari: Disabili adulti STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI Nel Distretto il Servizio è presente con la seguente articolazione: Veroli: Casa di Riposo Luigi e Carolina Scaccia Privata Ceprano: Casa di Riposo IPAB Ricovero vecchi Ferrari Pubblica San Giovanni Incarico: Casa di Riposo Villa Emilia di Nardi Silvana - Privata Casa di Riposo Madre Agnese Privata Casa di Riposo Miramonti Privata Frosinone: Casa Famiglia Sant Anna Privata Casa Famiglia Santa Maria Privata Casa Famiglia Salvo D Acquisto - Privata Strangolagalli: Residence San Francesco Casa di Riposo Privata Ceccano: Casa di Riposo Mater Dei Privata Ferentino: Casa di Riposo Centro Anziani Sorgente di Vita - Privata Casa di Riposo Rosa e Jole Privata Amaseno: Casa di Riposo Padre Pio Privata Vallecorsa: Comunità Alloggio per anziani San Francesco Privata Destinatari: Anziani autosufficienti soli o in coppia Anziani parzialmente non autosufficienti soli o in coppia

21 STRUTTURE RESIDENZIALI PER PERSONE CON PROBLEMATICHE PSICO-SOCIALI Nel Distretto è presente il Servizio. Ferentino: Centro di Pronta Accoglienza per madri in difficoltà Don Fausto Schietroma - Privata Destinatari Persone con problematiche psico-sociali (donne con figli minori in difficoltà). STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER ANZIANI Nel Distretto è presente il Servizio. Giuliano di Roma: Centro diurno per malati di Alzheimer Madonna della Speranza Mista Destinatari Anziani parzialmente non autosufficienti affetti da demenza senile e/o Alzheimer STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER IL DISABILE ADULTO CENTRI DIURNI PER DISABILI ADULTI Nel Distretto è presente il Servizio, con la seguente articolazione: Ferentino: Centro diurno per diversamente abili Pubblico Ceprano: Centro Diurno Disabili Pubblico Ceccano: Centro Insieme Centro diurno disabili Pubblico Frosinone: CSI - Centro Sociale Integrato Area Disabili Centro diurno - Pubblico Veroli: Centro Diurno Disabili Pubblico Destinatari Disabili adulti STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI EDUCATIVE PER MINORI (0-18 anni) CENTRI DIURNI SOCIO-EDUCATIVI PER MINORI Nel Distretto è presente il Servizio, con la seguente articolazione: Veroli: Centro Socio-educativo minori Pubblico Ceprano: Centro Diurno Minori intercomunale - Pubblico

22 Ceccano: Centro Diurno Minori Pubblico Frosinone: CSI Centro Sociale Integrato Area Disabili Centro diurno - Pubblico Destinatari Bambini e adolescenti (6 17 anni) ALTRI SERVIZI CENTRO SOCIALE PER ANZIANI Nel Distretto è presente il Servizio con la seguente articolazione: Veroli: Beata Maria Fortunata Viti Centro Sociale Anziani Pubblico Boville Ernica: Centro Sociale Anziani Pubblico Ceprano: Centro Sociale Anziani Pubblico Arnara: Centro Sociale Anziani Pubblico Falvaterra: Centro Diurno Anziani Pubblico Pastena: Centro Anziani Pubblico Pofi: Centro Anziani comunale Berardi Pubblico Ripi: Centro Anziani Zio Nino Pubblico San Giovanni Incarico: Centro Diurno Anziani Pubblico Strangolagalli: Centro Sociale Anziani Strangolagalli Pubblico Torrice: Centro Anziani Torrice Pubblico Ceccano: Centro Sociale Anziani Pubblico Amaseno: Centro Anziani Pubblico Giuliano di Roma: Centro Sociale Anziani Giuliano di Roma Pubblico Villa Santo Stefano: Centro Anziani Villa Santo Stefano - Pubblico Ferentino: Centro Anziani Pubblico Fumone: Centro Sociale Anziani Fumone Pubblico Supino: Madre Teresa di Calcutta - Pubblico Patrica: Centro Sociale Anziani Patrica - Pubblico Frosinone: Fiordaliso - Centro Sociale Anziani Pubblico I girasoli - Centro Sociale Anziani Pubblico M. Messia - Centro Sociale Anziani Pubblico M. C. Luinetti - Centro Sociale Anziani Pubblico Karol Wojtila - Centro Sociale Anziani Pubblico Corso Lazio - Centro Sociale Anziani Pubblico

23 5. Specificare gli obiettivi strategici del Piano sociale di Zona e, successivamente, articolarli per misure. Il Piano Sociale di Zona è lo strumento fondamentale della governance locale, attraverso cui i Comuni afferenti al Distretto, d intesa con la ASL e con il concorso dei vari soggetti attivi nella progettazione, delineano l offerta integrata di servizi ed interventi sociali del territorio. La logica che sottende il Piano Sociale di Zona è quella di integrare a livello locale le attività dei singoli Comuni in un contesto omogeneo di iniziative; omogeneità e uniformità devono essere riferiti ai livelli essenziali di prestazione garantiti, alla qualità degli stessi e al livello organizzativo da perseguire, attraverso il coordinamento dei vari servizi sociali e sanitari, pubblici e privati, operanti nel territorio. Il Piano Sociale di Zona è, quindi, lo strumento a disposizione dei Distretti socio-sanitari per concorrere alla realizzazione degli obiettivi di politica sociale della Regione, in attuazione della L. n. 328/2000 e della recente L. R. n.11/2016 Sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali della Regione Lazio : realizzare l integrazione socio-sanitaria; creare un sistema a rete dei servizi promuovendo le forme associative fra i Comuni; attivare a livello locale strategie, programmi e modelli organizzativi coerenti, uniformi e funzionali, attraverso l autonomia programmatoria e gestionale dei Comuni; qualificare gli interventi e i servizi e ricomporre i finanziamenti per ottimizzare la spesa; promuovere un sistema di welfare in cui le responsabilità siano condivise, basato sui principi della centralità del territorio e della sussidiarietà. Il Piano Sociale di Zona del Distretto Sociale B di Frosinone è stato sempre redatto coerentemente alle finalità generali poste dalla Regione, dando attuazione alle Linee Guida regionali emanate negli anni, declinandole in relazione alle caratteristiche del territorio e adattandole alle specifiche esigenze dell utenza di riferimento. Nel rispetto degli obiettivi generali perseguiti dalla Regione Lazio, la nostra pianificazione distrettuale si è poi posta obiettivi strategici definiti, con l intento di garantire cittadinanza sociale e qualità di vita alle persone e alle famiglie e tutela e pari opportunità ai soggetti più deboli. Pertanto, nell ambito territoriale distrettuale, il nostro Piano Sociale di Zona intende: promuovere presso la comunità la cultura della solidarietà sociale, dell accoglienza nel rispetto delle diversità personali, di genere, etniche, religiose e culturali e dell inclusione sociale; garantire ai cittadini l esigibilità di diritti ed opportunità di cui sono titolari; definire la rete locale dei servizi sociali ed erogare le relative prestazioni, razionalizzando ed ottimizzando l offerta presente sul territorio; garantire l accesso ai livelli essenziali delle prestazioni di assistenza sociale per la generalità dei cittadini del Distretto e per le fasce di utenza specifiche, relative alle aree di intervento individuate dalla Regione Lazio;

24 perseguire la formazione del sistema integrato locale di welfare, promuovendo il raccordo fra i servizi socio-assistenziali e socio-sanitari territoriali e l adozione di modalità di lavoro in rete; condividere la programmazione e la gestione degli interventi di politica sociale non solo tra gli Enti pubblici ma anche con gli organismi del Terzo Settore e con i cittadini, per promuovere la responsabilizzazione della comunità e incentivare la partecipazione; qualificare la spesa con un impiego coerente delle risorse finanziarie e con l adozione di procedure efficienti di spesa e di controllo della stessa; stabilire quote di co-finanziamento dei servizi da parte dei Comuni rapportate ai costi reali; determinare costi congrui e uniformi dei servizi e delle prestazioni; promuovere e uniformare la qualità dei servizi, regolamentandone il funzionamento e la gestione e implementando un sistema di analisi, monitoraggio e valutazione dei servizi e delle strutture; regolamentare le modalità per l accreditamento, il controllo e la vigilanza dei servizi e delle strutture che erogano servizi; implementare soluzioni innovative di livello locale per rinnovare e ammodernare l offerta dei servizi; promuovere azioni di sistema per garantire la costituzione di una struttura organizzativa coerente con il complesso di azioni da realizzare a livello distrettuale e per consentire la crescita delle competenze professionali delle risorse umane impegnate. Area Minori e Famiglia L obiettivo generale che si intende perseguire è quello di assicurare livelli di offerta adeguati ai bisogni rilevati presso l utenza e coerenti con le risorse economiche messe a disposizione dal budget distrettuale. Sono pertanto obiettivi strategici della macro-area di intervento in oggetto: definire la rete locale dei servizi sociali in favore di minori e famiglie e promuovere l erogazione delle relative prestazioni, razionalizzando e ottimizzando l offerta esistente; garantire l accesso dei possibili beneficiari ai livelli essenziali delle prestazioni sociali destinate a minori e famiglie; promuovere la qualità dei servizi, attivando processi di regolamentazione per il funzionamento e la gestione; implementare modalità standardizzate per l accreditamento, il controllo e la vigilanza dei servizi e delle strutture; qualificare la spesa dei servizi diretti alle famiglie e ai minori, impostando la gestione economica a criteri di efficienza ed efficacia; determinare costi congrui dei servizi e delle prestazioni e promuovere la loro omogeneizzazione sul territorio

25 Per quanto riguarda l utenza dei servizi relativi alla macro-area di intervento in oggetto, gli obiettivi strategici prioritari dei progetti inseriti nel presente Piano Sociale di Zona sono: promuovere diritti ed opportunità a minori e famiglie per garantire loro piena cittadinanza sociale; sostenere le famiglie nelle loro funzioni di cura ed educazione; tutelare i minori appartenenti a nuclei familiari multiproblematici con servizi di qualità; garantire il diritto fondamentale del minore a vivere nella propria famiglia con idonei interventi; garantire altresì accoglienza qualificata a quei minori per i quali si sia reso necessario l allontanamento dal nucleo familiare di origine; supportare le famiglie destinatarie di provvedimenti di allontanamento temporaneo del minore, al fine di favorire il ricongiungimento; promuovere il dialogo tra gli ex-coniugi al fine di costruire un progetto genitoriale soddisfacente e duraturo; contrastare la dispersione scolastica; contrastare il rischio di esclusione sociale per minori in situazioni di fragilità e per le famiglie in condizione di povertà e disagio. Area Anziani Il presente Piano Sociale di Zona intende perseguire la finalità generale di assicurare livelli di offerta adeguati ai bisogni rilevati presso l utenza anziana, coerentemente alle risorse economiche messe a disposizione dal budget distrettuale. Possiamo così elencare gli obiettivi strategici della macro-area di intervento in oggetto, in riferimento al sistema di welfare territoriale: definire la rete locale dei servizi sociali in favore delle persone anziane e promuovere l erogazione delle relative prestazioni, razionalizzando e ottimizzando l offerta esistente; garantire l accesso dei possibili beneficiari ai livelli essenziali delle prestazioni sociali destinate agli anziani; promuovere la qualità dei servizi, attivando processi di regolamentazione per il funzionamento e la gestione; implementare modalità standardizzate per l accreditamento, il controllo e la vigilanza dei servizi e delle strutture; qualificare la spesa dei servizi diretti agli anziani, impostando la gestione economica a criteri di efficienza ed efficacia; determinare costi congrui dei servizi e delle prestazioni e promuovere la loro omogeneizzazione sul territorio;

PIANO DI ZONA

PIANO DI ZONA PIANO DI ZONA 2012-2014 ANNUALITÀ 2012 Distretto: Comune capofila: 1. Descrizione del territorio (geografica, urbanistica, produttiva, ecc.) 2. Descrizione del territorio dal punto di vista demografico

Dettagli

Regione Lazio PIANO DI ZONA Distretto: Comune capofila: Distretto Sociale B di Frosinone Comune di Frosinone

Regione Lazio PIANO DI ZONA Distretto: Comune capofila: Distretto Sociale B di Frosinone Comune di Frosinone Regione Lazio PIANO DI ZONA 2011 Distretto: Comune capofila: Distretto Sociale B di Frosinone Comune di Frosinone Distretto Sociale B - Frosinone INDICE 1. Descrizione del territorio pag. 3 2. Descrizione

Dettagli

PIANO DISTRETTUALE di INTERVENTO per i PICCOLI COMUNI - ANNUALITA 2011

PIANO DISTRETTUALE di INTERVENTO per i PICCOLI COMUNI - ANNUALITA 2011 Regione Lazio PIANO DISTRETTUALE di INTERVENTO per i PICCOLI COMUNI - ANNUALITA 2011 Determinazione del Direttore del 15/07/2011 n. B5735 L.R. 06/2004 D.G.R. 202/2011 punto 4) lettera A): Euro 4.000.000,00

Dettagli

PIANO DI ZONA Indicatori sulle prestazioni del SSC

PIANO DI ZONA Indicatori sulle prestazioni del SSC ALLEGATO N. 3 PIANO DI ZONA 2013-2015 Indicatori sulle del SSC Azzano Decimo Dicembre 2012 INDICATORI SULLE PRESTAZIONI DEL SSC Sistema integrato e essenziali punto 2, art.6 della LR 6/2006 1. Servizio

Dettagli

REGIONE LAZI0 Piano di Zona ANNUALITA' 2013

REGIONE LAZI0 Piano di Zona ANNUALITA' 2013 Distretto: Viterbo/3 REGIONE LAZI0 Piano di Zona ANNUALITA' 2013 Comune capofila : Viterbo UFFICIO DI PIA DISTRETTUALE Presso Settore Servizi Sociali Comune di Viterbo Via del Ginnasio 1-01100 Viterbo

Dettagli

SEGRETARIATO SOCIALE e SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE

SEGRETARIATO SOCIALE e SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE SEGRETARIATO SOCIALE e SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE Il servizio è presente in tutti i Comuni del Distretto Sociale B Sub-ambito A: Comune di Veroli Ufficio Servizi Sociali Comune di Boville Ernica -

Dettagli

F.1. Ic.1 F.2. Ic.2. :: Scheda IcF. :: Dati Ente. :: Obiettivi. Teano , ,00 CAMPANIA SOCIALE. Data Agg. Versione. Altro (specificare)

F.1. Ic.1 F.2. Ic.2. :: Scheda IcF. :: Dati Ente. :: Obiettivi. Teano , ,00 CAMPANIA SOCIALE. Data Agg. Versione. Altro (specificare) 17 di 85 :: Scheda Secondo I annualità Assetto della governance Costituzione del Servizio di Segretariato Sociale, nel Comune capofila, con Antenne Sociali che fungeranno da sue succursali, decentrate

Dettagli

PARLANDO ASCOLTANDO PARTECIPANDO

PARLANDO ASCOLTANDO PARTECIPANDO PARLANDO ASCOLTANDO PARTECIPANDO 23 OTTOBRE APRILIA - sala conferenze ASL 24 OTTOBRE - CISTERNA DI LATINA - Casa della Pace 25 OTTOBRE CORI - sala conferenze del Museo della città e del territorio PIANO

Dettagli

La qualità del Servizio Sociale Territoriale

La qualità del Servizio Sociale Territoriale e Sociale Regionale La qualità del Servizio Sociale Territoriale Bologna, 18 giugno 2012 1 Servizio Sociale Territoriale Il Servizio Sociale Territoriale è il complesso degli interventi del segretariato

Dettagli

PERCORSO DI ELABORAZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE

PERCORSO DI ELABORAZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE Partecipanti 82 persone: n. 14 Comuni n. 7 Civitas PERCORSO DI ELABORAZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE n. 6 Amministratori pubblici n. 2 Residenze Sanitarie Assistenziali n. 27 Cooperazione Sociale n. 1 dirigente

Dettagli

DISTRETTO SOCIO-ASSISTENZIALE A

DISTRETTO SOCIO-ASSISTENZIALE A DISTRETTO SOCIO-ASSISTENZIALE A PROGETTO BIANCANEVE Legge Regionale 29/04/04 nr. 6 D.G.R. 29/05/07 nr. 359 ESIGENZE DEI PICCOLI COMUNI 1. Titolo del Progetto: BIANCANEVE 2. Premessa Il progetto intende

Dettagli

Per una proposta di Piano sociale di Zona 2017

Per una proposta di Piano sociale di Zona 2017 Per una proposta di Piano sociale di Zona 2017 Aprilia Biblioteca Manzù Giovedì 19 ottobre 2017 Tavolo di confronto con le organizzazioni del Terzo Settore COMUNE DI APRILIA SETTORE III UFFICIO DI PIANO

Dettagli

PROGETTO. Interventi di lotta alle dipendenze e relativi al recupero ed al reinserimento sociale

PROGETTO. Interventi di lotta alle dipendenze e relativi al recupero ed al reinserimento sociale PROGETTO Interventi di lotta alle dipendenze e relativi al recupero ed al reinserimento sociale PROGETTO N. 8 1. Titolo del progetto Interventi di lotta alle dipendenze e relativi alla prevenzione, al

Dettagli

REGOLAMENTO DEGLI INTERVENTI PER IL SOSTEGNO ABITATIVO DE I CITTADINI RESIDENTI NEI COMUNI DEL DISTRETTO SOCIALE B

REGOLAMENTO DEGLI INTERVENTI PER IL SOSTEGNO ABITATIVO DE I CITTADINI RESIDENTI NEI COMUNI DEL DISTRETTO SOCIALE B Regione Lazio Allegato B REGOLAMENTO DEGLI INTERVENTI PER IL SOSTEGNO ABITATIVO DE I CITTADINI RESIDENTI NEI COMUNI DEL DISTRETTO SOCIALE B Approvato con Deliberazione dell Assemblea dell Accordo di Programma

Dettagli

PROGRAMMA DELLA REGIONE EMILIA- ROMAGNA PER L UTILIZZO DEL FONDO PER L ASSISTENZA ALLE PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE PRIVE DEL SOSTEGNO FAMILIARE, DI

PROGRAMMA DELLA REGIONE EMILIA- ROMAGNA PER L UTILIZZO DEL FONDO PER L ASSISTENZA ALLE PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE PRIVE DEL SOSTEGNO FAMILIARE, DI PROGRAMMA DELLA REGIONE EMILIA- ROMAGNA PER L UTILIZZO DEL FONDO PER L ASSISTENZA ALLE PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE PRIVE DEL SOSTEGNO FAMILIARE, DI CUI ALL ARTICOLO 3 DELLA LEGGE N.112 DEL 2016 E DECRETO

Dettagli

Piano Sociale Regione Lazio La Centralità della Persona nella Comunità è il principio guida del Piano Sociale della Regione Lazio.

Piano Sociale Regione Lazio La Centralità della Persona nella Comunità è il principio guida del Piano Sociale della Regione Lazio. Piano Sociale Regione Lazio La Centralità della Persona nella Comunità è il principio guida del Piano Sociale 2017-2019 della Regione Lazio. Parte 1 Parole chiave del Piano Regionale La Centralità della

Dettagli

SOCIETA' DELLA SALUTE PISTOIESE PIANO PROGRAMMA 2018

SOCIETA' DELLA SALUTE PISTOIESE PIANO PROGRAMMA 2018 SOCIETA' DELLA SALUTE PISTOIESE PIANO PROGRAMMA 2018 1 La Società della Salute Pistoiese, ai sensi dell art. 71 bis della L.R. 40/2005 e s.m.i. comma 3 lettera c) e d), esercita le funzioni di organizzazione

Dettagli

per la realizzazione di Azioni di sistema in favore dei malati di Alzheimer e loro familiari

per la realizzazione di Azioni di sistema in favore dei malati di Alzheimer e loro familiari Il Comune di Frosinone in qualità di Capofila dell Ambito Territoriale di Frosinone costituito dai Distretti Socio-assistenziali della Provincia di Frosinone e dall Azienda ASL di Frosinone per la realizzazione

Dettagli

FORMULARIO DI PRESENTAZIONE. della RELAZIONE SOCIALE

FORMULARIO DI PRESENTAZIONE. della RELAZIONE SOCIALE FORMULARIO DI PRESENTAZIONE della RELAZIONE SOCIALE GUIDA ALLA COMPILAZIONE Il formulario previsto per la presentazione della Relazione sociale è composto da 9 sezioni: SEZIONE I: DINAMICHE DEMOGRAFICHE

Dettagli

0('#*)%. 2(#0)0 * )3(* (,);0(!"(5(+)#(' *#, (!#0*(%#") "(' 7'(%)""($)(+(4

0('#*)%. 2(#0)0 * )3(* (,);0(!(5(+)#(' *#, (!#0*(%#) (' 7'(%)($)(+(4 !"#$#%& "#' (&&))!"*(+)#),--')%. /') ")'#%(') ' #*/()++(+)#) %##&)%. $ ''(0#*# $ ''(!#%) "1%)0)' ' (!!#%)(+)#) ' *(,,*! "(+!#%)(') ) %)""($))!)/#') (!!#%)(")!"(-)')!%##),*)%),)$)*)2 *)& "#' &#$(')"1$)

Dettagli

PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE - POR FSE

PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE - POR FSE Questo documento offre una sintesi del POR 2014-2020 con particolare riferimento agli interventi previsti a favore degli immigrati. PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE - POR FSE 2014-2020 Il Programma Operativo

Dettagli

Consuntivo riclassificato di contabilità analitica Triennio

Consuntivo riclassificato di contabilità analitica Triennio Controllo di gestione Consuntivo riclassificato di contabilità analitica Triennio 2015-2017 Serie storica dei principali servizi: analisi costi pieni e relativi indicatori di attività 1 L analisi viene

Dettagli

DISTRETTO 1 ASL LATINA Programmazione Piano di Zona

DISTRETTO 1 ASL LATINA Programmazione Piano di Zona DISTRETTO 1 ASL LATINA Programmazione Piano di Zona 2012 2014 Tavoli Tematici Cisterna di Latina, Palazzo Comunale Casa della Pace, 19 luglio 2013 Servizi Distrettuali attivi Segretariato Sociale PUA Pronto

Dettagli

Rapporto sociale FVG 2013

Rapporto sociale FVG 2013 Al servizio di gente unica Report sullo stato dell arte del sistema degli interventi e dei Servizi sociali e sue prospettive di riforma e innovazione nel Friuli Venezia Giulia Rapporto sociale FVG 2013

Dettagli

Documento Strategico Aperto

Documento Strategico Aperto Documento Strategico Aperto Documento Strategico Aperto Una strategia composita ed articolata Per il riordino e lo sviluppo del sistema territoriale integrato degli interventi e dei servizi in campo sociale

Dettagli

PIANO DI ZONA Annualità SEGRETARIATO SOCIALE PROFESSIONALE, SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE e PRONTO INTERVENTO SOCIALE

PIANO DI ZONA Annualità SEGRETARIATO SOCIALE PROFESSIONALE, SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE e PRONTO INTERVENTO SOCIALE PIANO DI ZONA 2012-2014 Annualità 2012 PROGETTO SEGRETARIATO SOCIALE PROFESSIONALE, SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE e PRONTO INTERVENTO SOCIALE 1. Titolo del progetto 1 Segretariato Sociale Professionale,

Dettagli

Piani di Zona 2009/2011 Progetti a sostegno degli anziani

Piani di Zona 2009/2011 Progetti a sostegno degli anziani Piani di Zona 2009/2011 Progetti a sostegno degli anziani Rimini 28 ottobre 2011 Francesca Marmo Legge Quadro 328/2000 La legge n 328 del 2000 Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di

Dettagli

INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA E DEI SUOI COMPONENTI FRAGILI AI SENSI DELLA DGR 116/2013: PRIMO PROVVEDIMENTO ATTUATIVO

INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA E DEI SUOI COMPONENTI FRAGILI AI SENSI DELLA DGR 116/2013: PRIMO PROVVEDIMENTO ATTUATIVO INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA E DEI SUOI COMPONENTI FRAGILI AI SENSI DELLA DGR 116/2013: PRIMO PROVVEDIMENTO ATTUATIVO Milano, 16 Ottobre 2013 DGR 116 del 14 maggio 2013 I destinatari degli interventi

Dettagli

PIANO DI ZONA Annualità 2012 ASSISTENZA DOMICILIARE INDIRETTA

PIANO DI ZONA Annualità 2012 ASSISTENZA DOMICILIARE INDIRETTA PIANO DI ZONA 2012-2014 Annualità 2012 ASSISTENZA DOMICILIARE INDIRETTA 1. Titolo del progetto Assistenza domiciliare indiretta. 2. Nuovo progetto - No 3. Progetto già avviato - Sì 4. Se il progetto dà

Dettagli

Codice ricevuta di completamento:

Codice ricevuta di completamento: SCHEDA DI SINTESI FONDAZIONE CARIPARMA BANDO 2014 Codice ricevuta di completamento: 1/6 Denominazione del soggetto richiedente Indicare il codice ID-R.O.L. della richiesta di contributo Indicare la NATURA

Dettagli

Calabria e legislazione sociale

Calabria e legislazione sociale Calabria e legislazione sociale 90 Calabria e legislazione sociale Uno sguardo alla logica dei servizi nella legislazione sociale (L.328/2000 e L. R. 23/2003) Dalla beneficenza si è passati all assistenza,

Dettagli

Ambito Distrettuale 6.1

Ambito Distrettuale 6.1 Ambito Distrettuale 6.1 Piano di Zona 2013-2015 1 AREE DI INTERVENTO: OBIETTIVI STRATEGICI, PRIORITA DEL PDZ, AZIONI, TEMPI E RISORSE AREA ANZIANI PREMESSA. Il lavoro congiunto tra Ambiti e Distretti socio-sanitari

Dettagli

Le Qualità della Città 13 Marzo 2007

Le Qualità della Città 13 Marzo 2007 Le Qualità della Città 13 Marzo 2007 Politiche dell Abitare Il Bisogno Casa: Vecchi e Nuovi Soggetti Ceti medio-bassi con le punte di bisogno delle famiglie monoreddito tra cui: lavoratori precari, giovani

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA - Progest

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA - Progest 1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA - Progest Corso di laurea in programmazione e gestione delle politiche dei servizi sociali Corso: LA LEGISLAZIONE SOCIALE E SANITARIA Anno accademico 2007 2008

Dettagli

Implementazione e sviluppo delle attività dei Centri per le famiglie, istituiti ai sensi dell art. 42 della LR 1/2004.

Implementazione e sviluppo delle attività dei Centri per le famiglie, istituiti ai sensi dell art. 42 della LR 1/2004. Allegato 1 Attività 1 Implementazione e sviluppo delle attività dei Centri per le famiglie, istituiti ai sensi dell art. 42 della LR 1/2004. Prosecuzione delle attività messe in atto dai soggetti gestori

Dettagli

ALLEGATO 1) delibera Assemblea dei Sindaci Ambito Cinisello Balsamo del

ALLEGATO 1) delibera Assemblea dei Sindaci Ambito Cinisello Balsamo del ALLEGATO 1) delibera Assemblea dei Sindaci Ambito Cinisello Balsamo del 30.10.2018 FONDO SOCIALE REGIONALE PIANO DI ASSEGNAZIONE DEI CONTRIBUTI ANNO 2018 DOCUMENTO APPROVATO DALL ASSEMBLEA DISTRETTUALE

Dettagli

SEZIONE DEDICATA AL TEMA POVERTÀ

SEZIONE DEDICATA AL TEMA POVERTÀ SEZIONE DEDICATA AL TEMA POVERTÀ Allegato B Premessa Sulla base delle indicazioni operative della Regione, questa sezione specifica del Piano di Zona dedicata al Tema della Povertà riporta il consolidamento

Dettagli

Seminario su Politiche locali e Interventi di inclusione sociale

Seminario su Politiche locali e Interventi di inclusione sociale Seminario su Politiche locali e Interventi di inclusione sociale Roma, 30 settembre 2009 CLARA TOMMASINI 1 Povertà materiale (deprivazione) cause dirette: disoccupazione, sovraffollamento mancanza di risorse

Dettagli

Programma operativo annuale 2017 Le attività in numeri

Programma operativo annuale 2017 Le attività in numeri Allegato B POA 2017 Programma operativo annuale 2017 Le attività in numeri Tabella 1: Assistenti sociali sul territorio e utenti in carico al 31.12.2016 COMUNE n. As.Soc. n. utenti n. utenti 2016 2015

Dettagli

DISTRETTO SOCIO ASSISTENZIALE A COMUNE CAPOFILA ALATRI (FR)

DISTRETTO SOCIO ASSISTENZIALE A COMUNE CAPOFILA ALATRI (FR) DISTRETTO SOCIO ASSISTENZIALE A COMUNE CAPOFILA ALATRI (FR) PIANO DI ZONA 2013 ALLEGATO A: Piano Distrettuale per i Piccoli Comuni 1 CONTATTI DISTRETTO SOCIO ASSISTENZIALE A Piazza Caduti di Nassiriya

Dettagli

SETTORE SOCIALE PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE E PIANO DEGLI OBIETTIVI

SETTORE SOCIALE PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE E PIANO DEGLI OBIETTIVI SETTORE SOCIALE PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE E PIANO DEGLI OBIETTIVI ANNO 2016 UMANE Responsabile Dott.ssa Musetti Marianna Ufficio Assistenza Domiciliare GASPARI TERESA GALEAZZI SILVANA LAURENTI SILVANA

Dettagli

Allegato 1 INDICATORI PER AREA DI RIFERIMENTO

Allegato 1 INDICATORI PER AREA DI RIFERIMENTO Allegato INDICATORI PER AREA DI RIFERIMENTO SEZIONE I - DINAMICHE DEMOGRAFICHE 8 Trend popolazione residente negli ultimi anni nel Distretto Popolazione suddivisa per genere (M/F) negli ultimi anni nel

Dettagli

Staff Direzione Generale Obiettivo Operativo 2017

Staff Direzione Generale Obiettivo Operativo 2017 Staff Direzione Generale Obiettivo Operativo 2017 Implementazione di una nuova metodologia per il controllo strategico applicata in via sperimentali ai Servizi alla Persona 1 Percorso di definizione Creazione

Dettagli

L integrazione socio sanitaria. Diritto sanitario e dell assistenza sociale Prof. Alessandra Pioggia

L integrazione socio sanitaria. Diritto sanitario e dell assistenza sociale Prof. Alessandra Pioggia L integrazione socio sanitaria Diritto sanitario e dell assistenza sociale Prof. Alessandra Pioggia L individuo e la salute La nozione di salute dell OMS: «stato di completo benessere fisico, mentale e

Dettagli

INTRODUZIONE AL PIANO DI ZONA CONFERENZA DEI SINDACI DEI COMUNI DEL TERRITORIO DELL AZIENDA ULSS N. 20

INTRODUZIONE AL PIANO DI ZONA CONFERENZA DEI SINDACI DEI COMUNI DEL TERRITORIO DELL AZIENDA ULSS N. 20 INTRODUZIONE AL PIANO DI ZONA CONFERENZA DEI SINDACI DEI COMUNI DEL TERRITORIO DELL AZIENDA ULSS N. 20 PIANO DI ZONA DEI SERVIZI ALLA PERSONA 2003 2005 AZIENDA ULSS N. 20 - VERONA IL PIANO DI ZONA COS

Dettagli

Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci. 14 marzo 2019

Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci. 14 marzo 2019 Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci 14 marzo 2019 CONTESTO TERRITORIALE ATS Brescia Distretto di Programmazione 1 Distretto di Programmazione 2 Distretto di Programmazione 3 164 Comuni Superficie 3.465

Dettagli

una regione più giovane

una regione più giovane Assessorato alla Promozione delle politiche sociali e di integrazione per l immigrazione. Volontariato, associazionismo e terzo settore una regione più giovane aspetti demografici e sociali su bambini,

Dettagli

Fondo Famiglia 2015 Progetto Conferenza dei Sindaci ASL 3 Genovese

Fondo Famiglia 2015 Progetto Conferenza dei Sindaci ASL 3 Genovese Fondo Famiglia 2015 Progetto Conferenza dei Sindaci ASL 3 Genovese Tenendo conto di quanto indicato dal Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del 14 ottobre 2015 e dall allegato D delle

Dettagli

CURRICULUM SOCIETA COOPERATIVA SOCIALE

CURRICULUM SOCIETA COOPERATIVA SOCIALE CURRICULUM SOCIETA COOPERATIVA SOCIALE Copia non ufficiale 1 CURRICULUM COOPERATIVA SOCIALE EDIFICANDO La Edificando Società Cooperativa Sociale nasce nel mese di febbraio 2003 dall incontro di alcuni

Dettagli

CAPITOLO 3 LA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA

CAPITOLO 3 LA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA CAPITOLO 3 LA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA 126 3.1. LA COMPOZIONE DEL FONDO UNICO DI AMBITO Il prospetto riportato di seguito da conto del plafond complessivo delle risorse a disposizione dell Ambito territoriale

Dettagli

Ente Capofila Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val D Esino e Riviera. Il Piano di Zona Ambito distrettuale di Bellano

Ente Capofila Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val D Esino e Riviera. Il Piano di Zona Ambito distrettuale di Bellano Ente Capofila Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val D Esino e Riviera Il Piano di Zona Ambito distrettuale di Bellano Cos è il Piano di Zona È lo strumento della programmazione della rete d offerta

Dettagli

AVVISO PUBBLICO PER LA PRESENTAZIONE DI PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO FORMULARIO N. 10 INCLUSIONE SOCIALE

AVVISO PUBBLICO PER LA PRESENTAZIONE DI PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO FORMULARIO N. 10 INCLUSIONE SOCIALE POR SARDEGNA 2000-2006 AVVISO PUBBLICO PER LA PRESENTAZIONE DI PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO FORMULARIO N. 10 INCLUSIONE SOCIALE PROPOSTE DI PATTI PER IL SOCIALE Allegato dell Avviso Pubblico 6.1 APRILE

Dettagli

Informazioni Statistiche

Informazioni Statistiche Informazioni Statistiche Settore Sistema Informativo di supporto alle decisioni. Ufficio Regionale di Statistica Ottobre 2016 L offerta residenziale socio-assistenziale e socio-sanitaria in Toscana Ogni

Dettagli

Rete dei Servizi Sociali del Comune di Fermo e dell Ambito Territoriale Sociale XIX

Rete dei Servizi Sociali del Comune di Fermo e dell Ambito Territoriale Sociale XIX Rete dei Servizi Sociali del Comune di Fermo e dell Ambito Territoriale Sociale XIX Premessa Questa vuole essere una rappresentazione sintetica del Sistema che è stato implementato nell area dei servizi

Dettagli

DEL DISTRETTO N. 2 di Mirandola

DEL DISTRETTO N. 2 di Mirandola INTEGRAZIONE ALL ACCORDO DI PROGRAMMA DEL PIANO DI ZONA 2005-2007 PER L ADOZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2007 DEL DISTRETTO N. 2 di Mirandola IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 8 NOVEMBRE 2000, N. 328 E DELLA LEGGE

Dettagli

PIANO SOCIALE DI ZONA STATO DI ATTUAZIONE E SPESA SOCIALE

PIANO SOCIALE DI ZONA STATO DI ATTUAZIONE E SPESA SOCIALE PIANO SOCIALE DI ZONA 2014-2017 STATO DI ATTUAZIONE E SPESA SOCIALE RETE DEI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA Spesa sociale (Annualità 2014-2017) Struttura/intervento/servizio/prestazione Monitoraggio servizi

Dettagli

COMMENTO LEGGE QUADRO SUI SERVIZI SOCIALI ( LEX 328/00)

COMMENTO LEGGE QUADRO SUI SERVIZI SOCIALI ( LEX 328/00) COMMENTO LEGGE QUADRO SUI SERVIZI SOCIALI ( LEX 328/00) La "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", è una norma che rientra tra la più ampia riforma dello

Dettagli

SERVIZIO CIVILE NAZIONALE

SERVIZIO CIVILE NAZIONALE SERVIZIO CIVILE NAZIONALE COS E? Il Servizio civile volontario è un occasione unica di crescita personale, un opportunità di educazione alla cittadinanza attiva, un prezioso strumento per aiutare le fasce

Dettagli

Famiglia con fragilità / disabilità/ non autosufficienza e servizi { } di Anna Maria Candela

Famiglia con fragilità / disabilità/ non autosufficienza e servizi { } di Anna Maria Candela Famiglia con fragilità / disabilità/ non autosufficienza e servizi di Anna Maria Candela Tante le dimensioni di fragilità che le famiglie incontrano lungo il ciclo di vita di tutti i loro componenti: -Esposizione

Dettagli

Indagine sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli o associati Anno 2015

Indagine sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli o associati Anno 2015 Conferenza le Regioni e le Province Autonome Indagine sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli o associati Anno 2015 SEGRETO STATISTICO, OLIGO DI RISPOSTA, TUTELA DELLA RISERVATEZZA E DIRITTI

Dettagli

Ufficio di Piano dei Servizi e degli Interventi Sociali dei Comuni appartenenti al Distretto di Menaggio

Ufficio di Piano dei Servizi e degli Interventi Sociali dei Comuni appartenenti al Distretto di Menaggio Ufficio di Piano dei Servizi e degli Interventi Sociali dei Comuni appartenenti al Distretto di Menaggio ente capofila AZIENDA SOCIALE CENTRO LARIO E VALLI Sede legale: Via Lusardi 26 22017 Menaggio (Co)

Dettagli

AREA PRIMA INFANZIA - SERVIZI EDUCATIVI

AREA PRIMA INFANZIA - SERVIZI EDUCATIVI 50 3.2 I Fattori Positivi e Critici emergenti dall analisi di domanda e offerta e dalle informazioni più significative AREA PRIMA INFANZIA - SERVIZI EDUCATIVI Domanda educativa di servizi 0 3 anni in costante

Dettagli

FONDO SOCIALE REGIONALE PIANO DI ASSEGNAZIONE DEI CONTRIBUTI ANNO 2016

FONDO SOCIALE REGIONALE PIANO DI ASSEGNAZIONE DEI CONTRIBUTI ANNO 2016 FONDO SOCIALE REGIONALE PIANO DI ASSEGNAZIONE DEI CONTRIBUTI ANNO 2016 DOCUMENTO APPROVATO DALL ASSEMBLEA DISTRETTUALE DEI SINDACI DEL DISTRETTO N. 5 ATS MILANO CITTA METROPOLITANA NELLA SEDUTA DEL 27

Dettagli

Bisogni assistenziali e normativa assistenziale

Bisogni assistenziali e normativa assistenziale Il percorso storico di provenienza L attività di assistenza storicamente è concepita come beneficenza di tipo privatistico e con motivazioni etico-religiose Le Opere pie (fra il 1880 e il 1888 sono 21.819)

Dettagli

SINTESI APPROVATO CON DGR 733/2017

SINTESI APPROVATO CON DGR 733/2017 SINTESI PROGRAMMA DELLA REGIONE EMILIA- ROMAGNA PER L UTILIZZO DEL FONDO PER L ASSISTENZA ALLE PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE PRIVE DEL SOSTEGNO FAMILIARE, DI CUI ALL ARTICOLO 3 DELLA LEGGE N.112 DEL 2016

Dettagli

RISORSE PROPRIE COMUNALI FNPS FGSA FNA

RISORSE PROPRIE COMUNALI FNPS FGSA FNA PROGRAMMAZIONE SOCIALE E INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA FNA ASL PAC INF PUB ASSEGNATE RESIDUE COLONNA FNA ASL PAC INF 1 53-90-101 Asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia AMBITO E

Dettagli

ANFFAS ONLUS SARDEGNA ROMA, 18 NOVEMBRE WELFARE e DISABILITA IL MODELLO SARDEGNA

ANFFAS ONLUS SARDEGNA ROMA, 18 NOVEMBRE WELFARE e DISABILITA IL MODELLO SARDEGNA ANFFAS ONLUS SARDEGNA ROMA, 18 NOVEMBRE 2011 WELFARE e DISABILITA IL MODELLO SARDEGNA LA RIFORMA DEL SISTEMA INTEGRATO Legge Regionale n. 23 del 23 dicembre 2005 «Sistema integrato dei servizi alla persona.

Dettagli

I centri per le famiglie in Piemonte. Antonella Caprioglio Maria Celeste Anglesio Direzione Coesione Sociale. 31 marzo 2016

I centri per le famiglie in Piemonte. Antonella Caprioglio Maria Celeste Anglesio Direzione Coesione Sociale. 31 marzo 2016 ASSESSORATO POLITICHE SOCIALI, DELLA FAMIGLIA E DELLA CASA I centri per le famiglie in Piemonte Antonella Caprioglio Maria Celeste Anglesio Direzione Coesione Sociale 31 marzo 2016 Italia e Piemonte: alcune

Dettagli

Il patto per la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva: prime linee di azione sul welfare

Il patto per la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva: prime linee di azione sul welfare Il patto per la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva: prime linee di azione sul welfare Il patto per la crescita: presupposti il welfare come investimento: tutela diritti e coesione ma anche

Dettagli

FONDO SOCIALE REGIONALE anno (approvato dalla commissione dei sindaci di ambito sociale del

FONDO SOCIALE REGIONALE anno (approvato dalla commissione dei sindaci di ambito sociale del AZIENDA SOCIALE CENTRO LARIO E VALLI Ente strumentale dei Comuni del Distretto di Menaggio Sede legale: Via Lusardi 26 22017 MENAGGIO (CO) Sede operativa: Via a Porlezza, 10-22028 PORLEZZA (CO) Tel. 031

Dettagli

FONDO SOCIALE REGIONALE PIANO DI ASSEGNAZIONE DEI CONTRIBUTI ANNO 2017

FONDO SOCIALE REGIONALE PIANO DI ASSEGNAZIONE DEI CONTRIBUTI ANNO 2017 FONDO SOCIALE REGIONALE PIANO DI ASSEGNAZIONE DEI CONTRIBUTI ANNO 2017 DOCUMENTO APPROVATO DALL ASSEMBLEA DISTRETTUALE DEI SINDACI DEL DEL 30 OTTOBRE 2017. 1 FINALITA E CRITERI RELATIVI ALL ASSEGNAZIONE

Dettagli

MAPPATURA DELLE RISORSE

MAPPATURA DELLE RISORSE MAPPATURA DELLE RISORSE ZONA 7 18 Settembre 2012 1 La zona 7 con i suoi 180.000 abitanti, di cui il 16.5% stranieri, è la terza zona maggiormente popolata della città. Con una superficie di 3.134 ettari

Dettagli

GESTIRE A CASA IL FAMILIARE NON AUTOSUFFICIENTE: COSA FARE? CHI MI PUO AIUTARE?

GESTIRE A CASA IL FAMILIARE NON AUTOSUFFICIENTE: COSA FARE? CHI MI PUO AIUTARE? GESTIRE A CASA IL FAMILIARE NON AUTOSUFFICIENTE: COSA FARE? CHI MI PUO AIUTARE? Assistente Sociale Barbara Miscoria Cividale del Friuli 16 gennaio 2012 L AMBITO DISTRETTUALE Si riferisce a una realtà territoriale

Dettagli

Assessorato alle Politiche Sociali. Verso il nuovo Piano sociale regionale

Assessorato alle Politiche Sociali. Verso il nuovo Piano sociale regionale Assessorato alle Politiche Sociali Verso il nuovo Piano sociale regionale Il sociale in Abruzzo: alcuni dati del Profilo Sociale Regionale La Regione Abruzzo sta redigendo, attraverso un percorso partecipato,

Dettagli

,1 117 ITALIA

,1 117 ITALIA Tavola 1 Spesa per interventi e servizi sociali dei comuni singoli e associati per regione e ripartizione geografica Anno 2016 (valori assoluti, percentuali e spesa procapite) REGIONI E RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE

Dettagli

PROCEDURA APERTA PER L AFFIDAMENTO DI SERVIZI ALLA PERSONA NEL DISTRETTO SOCIALE B

PROCEDURA APERTA PER L AFFIDAMENTO DI SERVIZI ALLA PERSONA NEL DISTRETTO SOCIALE B PROCEDURA APERTA PER L AFFIDAMENTO DI SERVIZI ALLA PERSONA NEL DISTRETTO SOCIALE B ALLEGATO N. 1 SPECIFICHE TECNICO ORGANIZZATIVE SERVIZIO ASSISTENZA DOMICILIARE ART.1 OGGETTO Il Servizio di Assistenza

Dettagli

Scheda per la progettazione di dettaglio degli Interventi e dei Servizi

Scheda per la progettazione di dettaglio degli Interventi e dei Servizi Scheda per la progettazione di dettaglio degli Interventi e dei Servizi PIANO DI ZONA I triennio Annualità: I ann. II ann. III ann. Progetto di durata triennale AMBITO TERRITORIALE N.6 PROV TA ASL TA 1.1

Dettagli

Funzioni Destinatari Indicatori

Funzioni Destinatari Indicatori ALLEGATO 3 -INDICATORI SULLE PRESTAZIONI DEL SSC AMBITO DISTRETTUALE 6.2 Sistema integrato e essenziali punto 2, art.6 della LR 6/2006 Servizi e 1. Servizio professionale 2) Segretariato Analisi della

Dettagli

DEL DISTRETTO DI RAVENNA

DEL DISTRETTO DI RAVENNA INTEGRAZIONE E PROROGA DELL ACCORDO DI PROGRAMMA DEL PIANO DI ZONA 2002-2003 PER L ADOZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2004 DEL DISTRETTO DI RAVENNA IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 8 NOVEMBRE 2000, N. 328 E DELLA

Dettagli

IL PROFILO SOCIALE REGIONALE 2016

IL PROFILO SOCIALE REGIONALE 2016 IL PROFILO SOCIALE REGIONALE 2016 Evidenze, criticità e appunti per il futuro Paola Garvin Regione Toscana Di cosa parliamo Aspetti demografici Le famiglie Minori e giovani Anziani e non autosufficienza

Dettagli

COMUNE DI CAIRATE (Provincia di Varese)

COMUNE DI CAIRATE (Provincia di Varese) COMUNE DI CAIRATE (Provincia di Varese) RAGGIUNGIMENTO OBIETTIVI ANNO 2015 PIANO DELLA PERFORMANCE Deliberazione della Giunta Comunale n. 160 del 22/12/2014 Conferma del sistema di valutazione delle prestazioni

Dettagli

Indice. Capitolo 1 I bambini, i ragazzi e le famiglie Capitolo 2 L educazione, l istruzione e la formazione... 63

Indice. Capitolo 1 I bambini, i ragazzi e le famiglie Capitolo 2 L educazione, l istruzione e la formazione... 63 Indice Per un welfare condiviso su infanzia e adolescenza... 9 di Anna Maria Dapporto Assessore alla Promozione delle politiche sociali e di quelle educative per l infanzia e l adolescenza. Politiche per

Dettagli

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 21 settembre 2005, n. 0320/Pres.

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 21 settembre 2005, n. 0320/Pres. L.R. 4/1999, art. 4, c. 4 B.U.R. 5/10/2005, n. 40 DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 21 settembre 2005, n. 0320/Pres. Regolamento per la ripartizione per l anno 2005 del Fondo sociale regionale di cui

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Allegato alla Delib.G.R. n. 21/52 del 2008 Strutture rivolte al trattamento di adolescenti e giovani adulti con disturbo mentale, sottoposti a misure giudiziarie: requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi

Dettagli

Dopo trent anni di servizio sanitario la sfida per la salute nella Regione Sicilia. Anna Banchero

Dopo trent anni di servizio sanitario la sfida per la salute nella Regione Sicilia. Anna Banchero Dopo trent anni di servizio sanitario la sfida per la salute nella Regione Sicilia Anna Banchero Il Servizio sanitario nazionale è stata una conquista in materia di diritti di cittadinanza Ha ordinato

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 23/ 29 DEL

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 23/ 29 DEL DELIBERAZIONE N. 23/ 29 Oggetto: Presentazione di progetti d intervento di cui alla L.R. 20/ 97 (art. 3) Nuove norme inerenti provvidenze a favore di persone affette da patologie psichiatriche e all art.

Dettagli

Piano sociale e sanitario

Piano sociale e sanitario Piano sociale e sanitario Piano sociale e sanitario Unione Reno, Lavino e Samoggia Tavolo welfare 15/02/2018 Indicatori della situazione economica e sociale popolazione in continua e costante crescita

Dettagli

Il ruolo delle Fondazioni tra primo e secondo welfare

Il ruolo delle Fondazioni tra primo e secondo welfare Convegno promosso da Cooperativa Operatori sociali C.O.S. La cooperazione sociale tra primo e secondo welfare Il ruolo delle Fondazioni tra primo e secondo welfare Alba, 11 maggio 2013 Elena Bottasso Centro

Dettagli

DEL DISTRETTO N. 1 DI CARPI

DEL DISTRETTO N. 1 DI CARPI INTEGRAZIONE ALL ACCORDO DI PROGRAMMA DEL PIANO DI ZONA 2005-2007 PER L ADOZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2008 DEL DISTRETTO N. 1 DI CARPI IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 8 NOVEMBRE 2000, N. 328 E DELLA LEGGE

Dettagli

Azioni e interventi che promuovono e sostengono l educazione alla cittadinanza

Azioni e interventi che promuovono e sostengono l educazione alla cittadinanza Città di Torino Direzione Centrale Cultura e Educazione - Direzione Servizi Educativi Servizio Assistenza Scolastica Scuole dell Obbligo Ufficio Mondialità Azioni e interventi che promuovono e sostengono

Dettagli

A B C D E F G H I J K L M N

A B C D E F G H I J K L M N 2 3 4 5 6 7 8 9 0 2 3 4 Scheda regionale Indicatore da monitorare Indicatore DGR 423/207 Tipo indicatore Riferito Indicatori al a Obiettivo compilazione 208 Obiettivo distrettuale 209 Obiettivo 2020 Note

Dettagli

SCHEDA PRESA IN CARICO PER LA SPERIMENTAZIONE DELLA NUOVA CARTA ACQUISTI

SCHEDA PRESA IN CARICO PER LA SPERIMENTAZIONE DELLA NUOVA CARTA ACQUISTI SCHEDA PRESA IN CARICO PER LA SPERIMENTAZIONE DELLA NUOVA CARTA ACQUISTI a) Sezione I - Anagrafica b) Sezione II - Analisi della domanda c) Sezione III - Progetto personalizzato 1 SEZIONE I - ANAGRAFICA

Dettagli

AVVISO PUBBLICO INTERVENTI IN FAVORE DI PERSONE AFFETTE DA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA (SLA)

AVVISO PUBBLICO INTERVENTI IN FAVORE DI PERSONE AFFETTE DA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA (SLA) Comune di Frosinone Regione Lazio AVVISO PUBBLICO INTERVENTI IN FAVORE DI PERSONE AFFETTE DA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA (SLA) SI RENDE NOTO che la Regione Lazio, con DGR n. 233 del 25/05/2012 e Determinazione

Dettagli

Potenza, 13 Dicembre 2016

Potenza, 13 Dicembre 2016 PO FSE BASILICATA 2014 2020 Tavolo Partenariale FSE BASILICATA SOCIALE Riduzione della povertà, dell esclusione sociale e promozione dell innovazione sociale Potenza, 13 Dicembre 2016 Proposta e obiettivi

Dettagli

INTEGRAZIONE E PROROGA DEL DISTRETTO N. 3 DI MODENA

INTEGRAZIONE E PROROGA DEL DISTRETTO N. 3 DI MODENA INTEGRAZIONE E PROROGA DELL ACCORDO DI PROGRAMMA DEL PIANO DI ZONA 2002-2003 PER L ADOZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2004 DEL DISTRETTO N. 3 DI MODENA IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 8 NOVEMBRE 2000, N. 328 E

Dettagli

1.1.1 Qualificare i Piani per la salute in relazione ai bisogni della popolazione anziana

1.1.1 Qualificare i Piani per la salute in relazione ai bisogni della popolazione anziana SCHEDA DI VALUTAZIONE SULL AVANZAMENTO DELLE AZIONI PREVISTE DAL PIANO DI AZIONE REGIONALE Area politiche sociali e sanitarie. Versione aggiornata novembre 2006 OBIETTIVO AZIONI REALIZZATE 1.1 Sviluppo

Dettagli

I processi di lavoro dei Servizi Sociali. Un tavolo di confronto territoriale

I processi di lavoro dei Servizi Sociali. Un tavolo di confronto territoriale I processi di lavoro dei Servizi Sociali. Un tavolo di confronto territoriale Este, 16 dicembre 2015 Direzione dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale A.ULSS 17 SERVIZI SOCIALI (art. 128 Decreto

Dettagli