Risk index 2011 italia

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1 Risk Index 2011 ITALIA

2 Payment Index Italia L economia oggi 153 Indicatori economici % Media EU PIL pro capite Crescita PIL 1,0% 1,4% Tasso disoccupazione 8,7% 10% Inflazione 2,4% 1,4% Previsioni 2011 La variegata industria italiana è cresciuta dell 1,3% nel Aumento determinato dall incremento delle esportazioni e degli investimenti che avevano subito una contrazione del 5% nel Passi verso la ripresa Il governo ha introdotto misure di austerità inclusi tagli della spesa pubblica, la stima del risparmio dei costi è di 24 miliardi di euro. Secondo il Centro Studi di Confindustria i dati sul mercato del lavoro contengono qualche segnale positivo, ma non si delinea ancora un inversione di tendenza. le aspettative delle imprese indicano che l emorragia occupazionale è in esaurimento. La domanda di lavoro sta tornando ad aumentare ma la forza lavoro inutilizzata rimane ampia nei settori dove la produzione è ancora sotto i livelli pre-crisi. La risposta del business In generale i ritardi di pagamento sono aumentati. Per il settore B2C il ritardo medio è di 34 giorni rispetto ai 30 dello scorso anno. Mentre i ritardi della pubblica amministrazione sono cresciuti da 86 nel 2009 agli attuali 90 giorni. Le previsioni degli esperti Confindustria stima che la crescita economica italiana nel 2011 sarà dell 1,3%, rivedendo al ribasso la precedente previsione dell1,6%. Gli operatori professionali censiti in aprile da Consensus Economics si attendono nel 2011 una crescita media del PIL pari a 1.0% e il FMI prevede un aumento dell 1.1%. Anche Banca di Italia prefigura una modesta accelerazione dell'attività produttiva pari all 1,0% ed afferma che il clima di fiducia delle imprese industriali e le attese sulla domanda sono leggermente migliorati. Il sostegno alla crescita continua a giungere dalla domanda estera come 164 Risk Index Profilo di rischio > 200 Rischio nullo - pagamento in contanti alla consegna o pre pagato, nessun credito Rischio basso - misure preventive consigliate per preservare la situazione presente Rischio medio misure preventive di intervento necessarie, misure correttive consigliate. Rischio alto misure preventive e correttive necessarie per abbassare il livello di rischio in tutto il ciclo del credito. Rischio molto alto - misure preventive e correttive indispensabili per abbassare il livello di rischio in tutto il ciclo del credito. Stato di emergenza, è necessario adottare misure urgenti e severe per abbassare il livello di rischio in tutto il ciclo del credito. indicato dalla dinamica delle esportazioni nel primo trimestre del Tuttavia, i consumi delle famiglie italiane restano prudenti, influenzati dalle condizioni del mercato del lavoro e dalla diminuzione, in termini reali, del reddito disponibile. L inflazione, stabile intorno all 1,7% nella seconda metà del 2010 è prevista salire al 2,4% nel Il rialzo riflette soprattutto il rincaro dei beni energetici e degli alimentari. Export Il Risk Index è un indice elaborato da Intrum Justitia Il Risk Index misura il pericolo di incorrere in problemi finanziari o in difficoltà economiche a causa di ritardi e/o perdite su crediti. Dal 2000, Intrum Justitia raccoglie dati da decine di migliaia di aziende in Europa. Questi dati sono arricchiti sia con dati statistici ed economici sia con dati provenienti dai sistemi di gestione di Intrum Justitia. Il Country Risk Payment e l European Payment Index sono due indicatori elaborati da Intrum Justitia analizzando tutti questi dati. Il Country Payment Index fornisce un indicazione sul rischio di pagamento in un determinato paese. I principali mercati del Made in Italy% Risk Index Spagna 168 UK 160 Germania 149 Francia 148 All interno del rapporto European Payment Index 2011 sono disponibili ulteriori informazioni sui principali mercati export.

3 Ritardo di pagamento Privati, Aziende e Pubblica Amministrazione impiegano sempre più tempo per pagare i fornitori. Nonostante questo trend negativo la ripartizione totale dei crediti per anzianità è migliorata. Privati B2C Aziende B2B Pubblica Amm.ne Termine medio di pagamento in giorni Periodo medio di pagamento in giorni Cause del ritardo di pagamento Anche quest anno si è chiesto ai responsabili del credito di indicare le principali cause del ritardo di pagamento dei loro clienti. Il 97% (93%) ha risposto difficoltà finanziarie. In molti paesi questo è diventato un circolo vizioso, chi è pagato in ritardo paga a sua volta in ritardo. Tuttavia la maggioranza 79% (73%) è convinta che i ritardi di pagamento siano intenzionali. Inefficienze 2011 amministrative 2010 Vero Falso Ritardo medio in giorni Ritardo medio in giorni Ritardo medio in giorni Contestazioni Ritardo intenzionale Difficoltà finanziarie Ripartizione dei crediti per anzianità (%) fino a 30 giorni da 31 a 90 giorni oltre 90 giorni Inoltre è preoccupante il lungo tempo che le aziende italiane impiegano per reagire ai ritardi di pagamento. Secondo l ultima indagine EPI di Intrum Justitia, in Europa il 65% delle aziende aspetta in media 92 (85) giorni prima di rivolgersi ad una società specializzata in servizi di gestione e recupero crediti. In Italia il 56% degli intervistati aspetta in media 128 (99) giorni prima di chiedere l intervento di un service esterno. Legislazione Conseguenze del ritardo di pagamento Contrazione della liquidità e perdita di reddito sono le conseguenze più preoccupanti. Alla domanda relativa alle conseguenze dei ritardi di pagamento, il 58% (69%) ha risposto perdita di reddito e il 66% (72%) ha risentito di una contrazione della liquidità che ha avuto effetti negativi sul proprio business. Medio Alto Medio Basso La direttiva europea sui ritardi dei pagamenti è conosciuta dal 74% (66%) degli intervistati. Il 61% (50%) è dell opinione che la propria attività potrebbe migliorare se la legislazione fosse applicata in modo efficace anche nei confronti dei consumatori privati. L impatto della recessione sulle aziende italiane Medio Alto Medio Basso Ostacolo alla crescita Minaccia di fallimento Perdita di immagine Contrazione della liquidità Perdita di reddito Oneri finanziari addizionali Nessuna crescita Riduzione investimenti Concentrazione sul business Restrizione del credito bancario Demotivazione del personale Restrizione del credito da fornitori Aumento del ritardo di pagamento Riduzione della liquidità Riduzione delle vendite

4 Perdita su crediti In Italia la percentuale di perdita su crediti è rimasta stabile al 2,6%. Mentre in Europa questo indicatore continua a crescere passando da 1,9% nel 2007, al 2% nel 2008, al 2,4% nel 2009 al 2.6% nel 2010 e al 2.7% nell indagine del Previsioni sul rischio di pagamento Il 53% (50%) dei manager intervistati pensa che il rischio di ritardo di pagamento da parte dei clienti aumenterà nei prossimi 12 mesi, mentre il 42% (41%) pensa che rimarrà stabile. Perdita su crediti % del fatturato totale in diminuzione in aumento stabile Ad una prima occhiata il valore potrebbe non sembrare rilevante, ma basta verificare il fatturato straordinario che un azienda deve conseguire per compensare una perdita su crediti, per mettere subito a fuoco la gravità del problema. Effetti della perdita su crediti Un azienda con un margine del 5% per compensare una perdita di deve realizzare un fatturato extra di La perdita su crediti in Europa European Payment Index

5 SINTESI L ottimismo aumenta, ma perdurano le preoccupazioni sull insolvenza L'economia generale dell'europa si sta avviando verso un periodo migliore. Germania, Svizzera, Polonia e Svezia riportano indici economici positivi. Ma nubi scure si soffermano ancora sull economia di diversi paesi. Grecia, l'irlanda ed Portogallo sono in una crisi finanziaria profonda e paesi come il Regno Unito, la Spagna e l'italia si trovano in una situazione di crescita stagnante. Ancora peggiore è la realtà nascosta dei ritardi di pagamento e delle fatture insolute che hanno raggiunto un volume spaventoso e sono una minaccia a lungo termine reale per molte economie nazionali. Secondo l'ultima ricerca di Intrum Justitia, in Europa le aziende perdono circa 9.3 milioni di euro per beni e servizi forniti che non vengono pagati. L'indagine rivela che la percentuale media di perdita su crediti è arrivata al a 2.7% passando dal 2.6% del 2010, dal 2.4% del 2009 e dal 2.0% del Le perdite su crediti hanno raggiunto l esorbitante cifra di 312 miliardi di euro. Considerando il totale complessivo degli ultimi cinque anni questa cifra è pari a miliardi di euro. Tali perdite colpiscono indubbiamente la capacità delle aziende di rimanere liquide, di investire in ricerca e sviluppo e di sostenere l occupazione. Inoltre ciò comporta meno entrate fiscali per le economie nazionali, favorisce la disoccupazione, innalza il livello di debito e compromette la competitività globale a lungo termine dell'europa. Nel 2010 in Europa ogni giorno circa 600 aziende sono andate in liquidazione per un totale di Lo scorso anno, nel solo Regno Unito un numero record di persone è stato dichiarato insolvente, ad un tasso di 370 individui al giorno. Anche se questa tendenza sembra in diminuzione, l ultimo studio EPI di Intrum Justitia, condotto su circa aziende, richiama fortemente l attenzione sui rischi e pericoli dei ritardi di pagamento da parte di aziende e consumatori fortemente indebitati. Una conclusione evidente dell'indagine 2011 di Intrum Justitia è che l Europa ha bisogno di liberarsi dai ritardi di pagamento e dal debito piuttosto che sopportare altri anni di austerità. Le perdite dei posti di lavoro, i tagli di stipendio e le riduzioni selvagge dei servizi pubblici non contribuiranno a rendere più competitivi i mercati europei. Il ritardo di pagamento comporta perdita di reddito e di liquidità e minaccia ora di succhiare la linfa vitale alla fragile ripresa in corso. Si consiglia di: Analizzare il rischio del portafoglio clienti più spesso Monitorare continuamente l affidabilità dei clienti Avere sempre un contatto verbale o diretto con i clienti prima della scadenza della fattura e chiarire tutti i dettagli relativi a consegna, fatturazione e pagamento. Prevedere azioni di follow-up dopo la data di scadenza Inviare le pratiche insolute ad un intermediario professionista Targetizzare dall inizio i potenziali clienti anche in base al rischio di pagamento Diversificare i termini di pagamento in funzione del rischio cliente Intrum Justitia, attraverso sedi proprie ed una rete di uffici corrispondenti, offre servizi di gestione e recupero crediti con una copertura globale in tutto il mondo. Una maggioranza notevole, pari al 57% dei partecipanti all'indagine EPI, ha detto che la recessione globale ha avuto conseguenze negative sulle vendite e il 47% ha affermato di aver sofferto di problemi di liquidità. Quasi l 85% di tutti gli intervistati ritiene che la causa principale del ritardo di pagamento siano le difficili condizioni finanziarie dei propri clienti. Mentre il 63% ritiene che il ritardo sia dovuto ad un comportamento intenzionale (a questa domanda era possibile dare risposte multiple). Il pericolo relativo alla competitività a lungo termine dell Europa è evidenziato dal 45% degli intervistati che ha risposto che a causa della recessione hanno investito meno in innovazione e ricerca, inoltre il 45% ha affermato che la carenza di liquidità ha comportato la rinuncia ad un piano di crescita organica. Un numero considerevole pari al 54%, ritiene che il proprio mercato locale potrebbe trarre giovamento dall applicazione di provvedimenti di legge europei, come l applicazione della legge sui ritardi di pagamento anche per il settore B2C. Intrum Justitia Network uffici corrispondenti Su richiesta

6 COSA DICONO GLI ESPERTI L indagine EPI 2011 di Intrum Justitia rende nota la situazione reale delle imprese europee ed aiuta ad individuare meglio le loro paure ed aspirazioni. Per aggiungere una dimensione extra ai nostri risultati, quest'anno abbiamo chiesto ad alcuni fra i maggiori economisti d Europa, la loro opinione su alcuni problemi che le aziende devono affrontare oggi. Domanda 1: Esiste un rimedio che può aiutare le imprese a risolvere il problema dei ritardi di pagamento? Domanda 2: Cosa possono fare le PMI europee per assicurarsi la sopravvivenza nel lungo periodo, e cosa possono fare la Commissione europea ed i singoli governi per aiutarle? Luca Iandoli Professore Associato di Economia e Organizzazione Aziendale - Facoltà di Ingegneria dell Università Federico II Napoli Dr. Thomas M. Cooney, Direttore Accademico dell Istituto per l imprenditorialità delle imprese minori - Dublin Institute of Technology «La recessione ha rallentato il ciclo del credito per l intera economia globale. Così, almeno in parte, i ritardi di pagamento possono essere considerati fisiologici in una situazione economica come quella che stiamo vivendo. Cosa che non è accettabile sono i ritardi della Pubblica Amministrazione che dipendono da inefficienze interne piuttosto che da difficoltà finanziarie. Invece di cercare un rimedio definitivo, noi avremmo bisogno di fare in modo che tutti gli attori del sistema facciano la loro parte: a) le banche e gli istituti finanziari dovrebbero sviluppare dei modelli di rating più accurati, che includano anche dei parametri non finanziari e non dovrebbero soltanto restringere l accesso al credito; b) I governi e la pubblica amministrazione dovrebbe ridurre le proprie inefficienze interne e adottare misure più severe contro i ritardi di pagamento; c) le piccole imprese dovrebbero essere più sistematiche nei loro piani finanziari» «Le PMI europee devono migliorare la loro visibilità internazionale e la capacità di innovare. Sappiamo che per le piccole imprese è difficile investire in innovazione e sviluppo, ma d'altra parte, la tecnologia sta diventando sempre più accessibile e semplice da utilizzare. Molte PMI migliorerebbero sensibilmente la propria produttività, investendo di più nelle tecnologie informatiche. I governi e l'unione europea devono fare di più per creare le condizioni favorevoli per l'avvio di nuovi progetti imprenditoriali e lo sviluppo di quelli esistenti. I governi possono sostenere l'innovazione e lo sviluppo in diversi modi, in particolare eliminando gli ostacoli alla concorrenza e semplificando la burocrazia, così come abbattendo tutte le barriere normative e strutturali che impediscono alle imprese di crescere.» «Non esiste un rimedio valido per tutti. Ogni nazione deve affrontare le proprie sfide ma sono possibili approcci comuni fra i vari paesi europei. Ultimamente sembra che i singoli stati stiano cercando soluzioni per alleviare questo male al loro interno.» «La crisi economica non è globale, molti paesi ora godono di una ripresa economica. Le PMI devono cercare potenziali opportunità all'estero e, di conseguenza: (A) identificare le opportunità di finanziamenti europei per eventuali collaborazioni con aziende di altri stati Membri della UE. (B) trovare mercati per i loro prodotti o servizi al di fuori dell'unione Europea. Ci sono molti meccanismi disponibili a livello nazionale ed europeo per sostenere le PMI che cercano di internazionalizzare, quindi direi che la responsabilità iniziale è dell imprenditore titolare della società che deve identificare questi aiuti, e non dei governi nazionali di fornire nuovi supporti.»

7 Ken O Neill Professore Emerito, imprenditorialità e sviluppo piccole imprese, Università di Ulster. «Si in primo luogo un maggior controllo sul credito da parte delle stesse aziende. Il problema principale è spesso causato dal timore di fare pressione sui propri clienti per ottenere il pagamento per non compromettere il business futuro.» «Le PMI europee dovrebbero prestare attenzione a tre cose: management, management e ancora management, da ciò deriva tutto il resto. Ad un management competente ed ambizioso segue la crescita delle esportazioni e lo sviluppo dei prodotti. Non credo che la Commissione europea possa aiutare le PMI, può solo ostacolare. Pochi sono i programmi che hanno realmente un impatto positivo sulle imprese nonostante il gran clamore pubblicitario che li circonda. Inoltre, il flusso costante di regolamenti è dannoso per la maggior parte delle PMI. I governi locali si devono attenere a creare le condizioni per favorire l economia, ad esempio, semplificare le restrizioni, aumentare gli incentivi fiscali, e eliminare le imperfezioni del mercato.» Pasi Malinen Professore D.SC (Economia e Commercio), Vice Direttore BID Business and Innovation,Development Università di Turku, Finlandia. «Non è possibile trovare un rimedio comune uguale per tutti i paesi in quanto la cultura dei pagamenti è differente nelle varie nazioni europee. In Finlandia le società in genere hanno due settimane per pagare i propri conti mentre nei paesi del Mediterraneo un mese è considerato un termine breve di pagamento.» Friederike Welter Professoressa e Preside Associato di Ricerca, Jönköping International Business School «Dubito che esista un rimedio comune! Quando le PMI trattano con gli enti pubblici, è compito dei governi assicurare la puntualità dei pagamenti. Gli imprenditori, in particolare quelli delle nuove imprese, sono cauti nell accettare ordini dalla pubblica amministrazione in quanto spesso devono prefinanziare le spese e sanno di andare incontro a tempi lunghi di pagamento. Quando invece i ritardi provengono da privati ed aziende è importante fare affidamento su una legislazione ed un sistema giudiziario efficace ed efficiente. In ogni caso esiste un trade off: le imprese esitano a usare strumenti legali verso i clienti importanti per non compromettere la relazione. Nella Germania dell Est, negli anni 90, l allora DtA, oggi KfW [Kreditanstalt fuer Wiederaufbau, Istituto di credito per la ricostruzione, una delle più grandi banche al mondo per il sostegno pubblico alle aziende in crisi n.d.r] istituì le cosiddette tavole rotonde per aiutare le imprese della Germania dell Est ad affrontare la crisi. I partecipanti erano enti pubblici, società private e imprenditori. Forse qualcosa di simile sul problema comune dei ritardi di pagamento potrebbe aiutare creare conoscenza è già un passo avanti.» «Questa è una questione difficile. Le PMI sono un gruppo eterogeneo che comprende sia il singolo imprenditore o consulente sia moltissime imprese manifatturiere o produttrici. Quindi non può esserci una ricetta valida per tutti. In generale, quello che ho potuto osservare nel corso delle m ie ricerche, che m olte PMI sono riluttanti o non hanno tempo per fare previsioni e piani strategici per la loro attività. In parte perché ritengono che ciò non sia necessario, in parte per mancanza di tempo (in particolare gli imprenditori titolari della propria im presa), e in parte perché non hanno una conoscenza adeguata degli strumenti di management e ciò è valido sia per i manager di grandi società sia per quelli della piccole imprese. Cosa fare per questo? Favorire la consapevolezza fra i piccoli imprenditori che il pensiero strategico è una necessità assoluta ed un requisito per la sopravvivenza del business nel lungo periodo. Inoltre diffondere fra le PMI informazioni sui diversi strumenti di management.» «Le PMI hanno bisogno di meno burocrazia, sia a livello nazionale sia europeo. Le PMI in genere non sono interessate ai programmi europei a causa della lentezza dei finanziamenti e della burocrazia. Investire in innovazione è stato un obiettivo UE, ma c'è stato un maggiore sviluppo in tecnologia piuttosto che in 'innovazione'.»

8 Intrum Justitia S.p.A. Ufficio Studi, Viale Edoardo Jenner 53, Milano, Italia Tel Fax info@it.intrum.com -

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