NOTE E DISCUSSIONI G LI STUD I STORICI INTORNO ALLA RESISTENZA IN ITA LIA E IN EU RO PA

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1 NOTE E DISCUSSIONI G LI STUD I STORICI INTORNO ALLA RESISTENZA IN ITA LIA E IN EU RO PA (Com unicazione letta nel Convegno d i Venezia «L a resistenza e la cultura» aprile 1950) N ella prefazione ad una recente pubblicazione francese sulla Resistenza in E uropa, LuCien Febvre si pone il problem a se sia già oggi possibile dire qualcosa di storicam ente valido sulla Resistenza, e rivolgendosi a coloro che lo risolvono per sè negativam ente: «N o i ringraziam o in anticipo per il loro contributo egli conclude i sostenitori di questa obiezione. Ma essi devono persuadersi che non ci dicono nulla di nuovo. Noi non abbiam o il candore di credere al definitivo nella storia, che è scienza dei m utam enti ed e6sa stessa in perpetuo m utam ento e di natura tale da procedere solo attraverso successive approssim azioni. P e r questo noi abbiam o la convinzione che, sotto pena di suicidio, gli storici onesti non possono, non debbono lasciare nell ignoranza di ciò che già si può oggi sapere un vasto pubblico che dom anda che non si attenda la sua m orte p er offrirgli che cosa in fondo? del provvisorio, appena m eno provvisorio di quanto gli possiam o dare oggi. Bando quindi agli scrupoli delpattendism o». Fin qui L ucien Febvre. Del resto se la storia contem poranea è d abitudine oggetto di sfruttam ento da parte del deteriore giornalism o, con poco rispetto per l obbiettività e m olta indulgenza per la vena scandalistica, una certa responsabilità grava pu r sul disinteresse con cui gli storici seri lasciano cadere le legittim e aspettative di coloro che desiderano che altri com inci a riordinare i fatti e a trarre le prim e som m e dalle vicende che essi hanno vissuto. Il vuoto lasciato dai ricercatori attendibili viene così sovente riem pito dai venditori di avventure e di em ozioni a poco prezzo. N on è detto infatti che nel far la storia dell oggi si debba necessariam ente cadere nello svilim ento del m etodo storico, solo perchè una data ricerca com porta in sè dei lim iti. Basta non forzare questi lim iti quando si sa di disporre di poche fonti ancora e non precipitarsi in conclusioni affrettate che potrebbero venir contraddette. Dom ani si sarà più sicuri di oggi, m a perchè intanto, in omaggio ad una verità relativa, attendere proprio dom ani a ripensare i fatti dell oggi? È vero, oggi non si possono ancora dire m olte cose che sarà più facile dire dom ani, m a intanto quante cose è possibile sapere oggi che dom ani saranno irrim ediabilm ente perdute. A questa considerazione ci induce il carattere stesso, tutto particolare, della storia che ci apprestiam o a studiare. Ogni storia si fonda sulle m em orie degli attori delle vicende e sui docum enti. I docum enti valgono a controllare le m em orie, a m etterle nel giusto valore quasi a riscontrarne la validità. La Resistenza, si sa, è stata giiu illustrata da un certo n u m ero, di m em orie, ma manca fondam entalm ente di docum enti. È una storia che p er le condizioni in cui si è svolta ha fatto volentieri a m eno della carta scritta, e m olto di quel che si è scritto è andato distrutto o catturato e disperso. Lo stesso m ateriale nemico, stilato nella sicurezza dei fortilizi cittadini, ha subito nella maggior parte una distruzione program m ata prim a della resa.

2 STUDI STORICI INTORNO ALLA RESISTENZA IN ITALIA E IN EUROPA 41 La stam pa poi, clandestina o ufficiale che fosse, p er quanto ispirata da ben diversi m otivi ideali, era troppo im pegnata nell azione di propaganda per essere oggi vista come una fonte autorevole di inform azione. Le m em orie scritte successivam ente, per quanto num erose possano a prim a vista apparire nella congerie della letteratu ra postbellica, non Io sono poi abbastanza ad un esame più accurato: certo non troppo num erose sono le m em orie buone o elem ento fondam entale quelle di persone che abbiano svolto ruoli di prim o piano, o si siano trovate in punti im portanti di osservazione. T roppe di queste ancora hanno taciuto. Insufficienti le m em orie, insufficienti i docum enti : chi dunque tra cin q u an tan ni, passati gli uom ini che l hanno vissuta, potrà sapere di più di quello che si può sapere oggi intorno a tanti aspetti della Resistenza? Dove sono gli archivi fam iliari che si attende ci vengano aperti, dove gli archivi m inisteriali e governativi della Resistenza che basti un decreto a portare alla luce? Di più, m ancando i docum enti atti a riscontrare le m em orie di coloro che hanno scritto, quale m etodo m igliore per far questo, che il suscitare altre m em orie attorno alle prim e e fondare la ricerca sull esame com parato di esse, come nell intricato discorso di una grande istruttoria? Ed anche quei non m olti docum enti autentici che rim angono, assai sovente troppo erm etici, troppo clandestini per essere facilm ente interpretati ; custoditi anche diligentem ente allo stato in cui oggi si trovano, rischiano di essere affidati alla storia come dei dispacci cifrati, di cui nessuno storico saprà m ai trovare la chiave. Essi dunque vanno sin d ora messi in chiaro, vanno am bientati, localizzati come fram m enti d un affresco distrutto, che solo un precedente quadro d insiem e sarà in grado di ricollocare al suo posto, colm ando le lacune. Le testim onianze sono appunto quel quadro d assiem e; esse spiegano le lacune e ricollegano i docum enti isolati, rendendo possibile la continuità del discorso. Ogni storia esige i suoi m etodi: le cospirazioni storiche furono studiate per lo più dagli atti processuali, ma m ai nessuna cospirazione ebbe le dim ensioni di una lotta europea, quale è stata la Resistenza, nè ancora furono condotte inchieste su di essa capaci pur solo di investirla in parte. N on si dirà infine che la preparazione del m ateriale storico non può essere curata con sufficiente serietà dagli uom ini del tempo. Un grande esempio ci conforta. Il Risorgim ento non aveva ancora chiuso il suo corso quando Carlo Cattaneo redigeva in Svizzera VArchivio Triennale dello cose d Italia dal 1846 al 1848 e ciò iniziava a fare, non senza sollevare aspre polem iche, l anno successivo a quello stesso a cui si riferivano le sue ricerche. P er quanto uom o politico egli non era fuorviato da inconsci stim oli di contraffazione ma solo preoccupato di riordinare e garantire, con la pubblicazione, la conservazione di un m ateriale storico prezioso che il tem po e gli interessi non avrebbero tardato a disperdere. E tu tti gli storici del R isorgim ento sanno quale preziosa fonte per le loro ricerche sia l A rchivio del Cattaneo. La validità di queste ragioni secondo il pensiero citato dal Febvre che presiede appunto il «Com ité d histoire de la guerre» di Parigi e l opportunità dell inizio tem pestivo di queste ricerche è stata realizzata dal più al m eno ovunque nei Paesi dell E uropa O ccidentale, nei quali ha avuto teatro la Resistenza contro l occupante ed i suoi fautori. Il costituirsi di istituti, in Belgio, in Danim arca, in Olanda, in Francia è il segno m igliore che il m ondo della cultura e degli studi storici aveva avvertito che m olto patrim onio docum entario sarebbe andato p erduto se il ricercatore non si fosse affrettato. U n m odello della organizzazione del-

3 42 NOXE E DISCUSSIONI lo ricerche è quello messo in atto dalla Com m issione francese per la Storia dell Occupazione e la L iberazione della Francia, creata con decreto del governo provvisorio De Gaulle il 20 ottobre 1944, e tutto ra funzionante sotto la Presidenza del M inistro dell E ducazione N azionale e la V icepresidenza di un grande storico e di un grande archivista, rispettivam ente di Georges Lefebvre e d: P ierre Caron. Una sottocom m issione perm anente assicura la continuità del lavoro e avvalla la serietà delle ricerche. D i essa fanno parte storici illu stri come Bourgin, R enouvin, Labrousse, Debyser, M ichel che ne è il segretario generale. Una rete di corrispondenti per ogni dipartim ento francese, sovente assistiti da un Com itato di patronato, e collegati da un bollettino periodico, provvede alla raccolta regolare dei docum enti e delle testim onianze, che tutela poi la regola della segretezza cinquantennale vigente pei docum enti presso gli Archivi di Stato. Esula dal m io com pito, m a voglio ancora accennare all Istituto Am ericano della H oover Tow er che non ha tardato ad inviare dopo la guerra storici qualificati in E uropa, per raccogliere con dovizia di m ezzi quanto era possibile di notizie e di pubblicazioni ed a fotografar docum enti. In Italia subito dopo la L iberazione non furono costituiti uffici nazionali nè com m issioni di tecnici. La sola attività archivistica generale fu svolta dall Ufficio del C. V. L. a M ilano sotto la prevalente sollecitazione di Ferruccio Parri. M entre all estero si creavano enti governativi a questo scopo, in Italia la raccolta dei docum enti si presentava sotto luce diversa. Dopo una lim itata attività editoriale della prim a Presidenza del Consiglio che curò la pubblicazione di alcune serie di docum enti della lotta partigiana, lo Stato non intervenne più nella raccolta della docum entazione sulla Resistenza, nè forse l avrebbe facilm ente potuto con gli organi norm ali preposti a quest ufficio. Una reciproca situazione di disagio avrebbe probabilm ente im pedito una proficua collaborazione fra gli organi governativi e m ondo della Resistenza. Il carattere di autonom ia che aveva assunto la lotta popolare nelle circostanze di protratto isolam ento in cui si era svolta, assai spesso in antitesi di prem esse e di finalità politiche con il governo legale che pareva sem pre più rappresentare la contin u ità del vecchio Stato, la convinzione legittim am ente m aturata nell anim o del resistente che la sua fatica non fosse stata com presa da chi non era appartenuto al suo m ondo di rischi e di speranze, lo avrebbero indotto a ritenere come proprietà personale i docum enti della sua storia partigiana e a tutelarne la conservazione con l occultam ento. Ne sarebbe derivata la definitiva dispersione del prezioso patrim onio docum entario. La situazione, ben diversa negli altri Paesi d E uropa, si poteva spiegare con due elem enti di fatto fondam entali. A nzitutto la carenza quasi assoluta di docum entazione partigiana in una lotta clandestina, svoltasi in quei Paesi senza grosse un i tà di com battenti e senza com andi complessi e, in secondo luogo, la reputazione in discussa in cui era stata assunta la Resistenza, acquisita veram ente alla storia patria grazie a un profondo senso di coscienza nazionale, come in Francia, avevano consentito allo Stato più larghe possibilità di lavoro sotto il duplice aspetto pratico e psicologico. Da noi, per le condizioni dette, non si dava invece altra possibilità che di p rocedere privatam ente, da parte di uom ini che godessero di un sicuro ascendente sui detentori della docum entazione. Ecco quindi costituirsi in Piem onte a cura di uom ini rappresentativi di quel m ovim ento di Liberazione con le precise finalità ricordate, nel luglio 1947, un prim o Istituto Storico dèlia Resistenza, con tanto di

4 STUDI STORICI INTORNO ALLA RESISTENZA IN ITALIA E IN EUROPA 43 statu to e di atto notarile e con un organism o tecnico capace di m ettere in atto le prim e ricerche e le prim e indagini. Seguì tosto la costituzione di un Istituto analogo per la L om bardia e di altri ancora per la L iguria e per il V eneto, m entre com itati prom otori sono sorti più di recente per l E m ilia e p er la Toscana. Il lavoro non fu facile: non bastarono circolari, questionari, inviti generali p er in d u rre i detentori a consegnare i docum enti. Occorsero lettere e contatti personali, sopraluoghi e sollecitazioni di ogni genere, ma infine si riuscì. Ove la gelosia del possesso e l attaccam ento erano troppo radicati ci si lim itò a rilevare l archivio riportandone gli indici, curandone la som m aria descrizione e procedendo, per i docum enti più im portanti, alla copia dattilografica o fotografica. Si istituirono sezioni dell Istituto con p ro p ri com itati in taluni capoluoghi di provincia; ove tali iniziative fallirono ci si lim itò a nom inare dei corrispondenti. In particolare per ciò che riguarda il Piem onte, fu svolta un inchiesta nelle fabbriche ed avviate ricerche negli uffici pubblici, nelle Cam ere del lavoro e fin negli archivi rom ani delle disciolte confederazioni fasciste dei lavoratori, per accertare tu tti gli elem enti ancora ignoti per una storia del m ovim ento operaio a T orino, ed u n altra inchiesta fu svolta tra il clero piem ontese per docum entarne il co n trib u to dato alla R esistenza, ed una terza ancora nelle valli alpine della p rovincia di Cuneo intorno al com portam ento di quelle popolazioni. Un prim o saggio di queste ricerche m etodiche è rappresentato da una m iscellanea di studi testé com parsa, con un am pia cronistoria sull attività clandestina del C. L. N. regionale. In L om bardia fu intrapreso, come in Piem onte, un organico censim ento delle fonti doeum entarie rep erite; in L iguria furono avviate ricerche sistem atiche sulla difesa partigiana del porto di Genova. Questa seconda fase della raccolta docum entaria, m ediante l opera di Istitu ti Plorici regionali, si può dire si sia svolta sotto gli auspici degli A rchivi di Stato e con il diretto e pieno interessam ento di un loro em inente rappresentante, il prof. E m ilio Re che, con particolare sensibilità degli uom ini che a quel lavoro attendevano e delle circostanze, suffragò con la sua autorevole com petenza il nostro lavoro e fornì le garanzie che attraverso lui attendevam o dallo Stato, in m e rito all apprezzam ento della nostra attività archivistica ed alla persuasione che volevam o da esso acquisita della coincidenza degli scopi nostri con quelli generali dello Stato. Ma a quest attività di ricerche già sistem aticam ente organizzata su piano regionale, occorreva dare coordinam ento e quasi un volto rappresentativo su piano riazionale. In seguito a m olteplici contatti si giungeva così alla costituzione nel m arzo 1949 di un «Istituto N azionale per la Storia del M ovim ento di L iberazione in Italia» risultante dalla federazione degli Istitu ti regionali esistenti, con gli scopi definiti statutariam ente di : «1) assicurare al patrim onio storico della Nazione la più com pleta ed ordinata docum entazione di tale m ovim ento ; 2) di prom uovere la conoscenza del m ovim ento politico e m ilitare di liberazione». A P residente dell Istituto è stato nom inato Ferruccio Parri. N el Consiglio direttivo, oltre gli Istituti regionali esistenti, sono rappresentati gli A rchivi di Stato, la direzione generale delle B iblioteche, l Ufficio Storico dello Stato M aggiore. Si attende dallo Stato il riconoscim ento ad ente m orale. N ella sua attività di ricerche e di studio l Istituto si vale ancora della colla- 11 "...nitiv;i di storici altam ente qualificati e di docenti universitari. L Istituto pubblica, rj?cs,,ena bim estrale t]; studi e docum enti «I l Mo-

5 4 4 NOTE E DISCUSSIONI vim ento di Liberazione in Italia» in cui, oltre ad una rubrica perm anente dedicata al censim ento delle fonti in Italia ed al suo aggiornam ento, hanno trovato pubblicazione articoli am piam ente docum entati su aspetti particolari della Resistenza, come quello di Ferruccio P arri sui rapporti con gli A lleati e sui protocolli di Rom a dell accordo W ilson, come quello sulle origini del m anifesto autonom istico delle valli alpine, sulle vicende di Alba, o sull attività clandestina della m agistratura, sillogi di docum enti inediti, alleati o nem ici, di alto valore probatorio sul ruolo e sull efficienza della Resistenza, una progressiva rassegna bibliografica, una periodica inform azione sull attività degli istituti storici esteri con i quali il nostro è in continui rapporti di scam bio e di collaborazione. Tale collaborazione risulta ancora dalla recente m iscellanea curata dalla Presidenza del Consiglio francese sulla Resistenza in E uropa, alla quale abbiam o partecipato con un am pia sintesi sul M ovim ento di Liberazione in Italia. O ltre alla rassegna (di cui dal luglio scorso sono già usciti regolarm ente cinque fascicoli) l Istituto cura la pubblicazione non periodica di una collana di quaderni, di proporzioni m aggiori, intorno ad argom enti m onografici. Il prim o di essi, uscito in questi giorni, reca quegli studi piem ontesi di cui prim a si è detto. M olto si è già fatto perchè la Rassegna sia conosciuta e diffusa e possa dar presto la certezza di vivere con i suoi mezzi, m a ancora non basta. La continuazione della nostra iniziativa che così privatam ente e da sola supplisce in Italia alle periodiche pubblicazioni edite all estero a cura di quei governi, non raggiungerà quella certezza se non con un num ero di adesioni, non soltanto m orali, da cui ancora oggi è lontana. Coloro a cui im porta che anche questo tentativo, di salvare alla storia nazionale m em orie a noi troppo care, non subisca l abituale logoram ento im posto dalle vicende che corrono, si accostino a noi, aderiscano e collaborino. Sin da oggi ciò è possibile: l ufficio pubblicazioni del Congresso ve ne offre il mezzo. Dopo il problem a del reperim ento e dell acquisizione siamo così entrati nella fase della prudente valorizzazione e dello studio dei m ateriali raccolti, a Cui all inizio di questa com unicazione avevo accennato. C om piti questi di cui crediam o di conoscere la delicatezza ma che affrontiam o con assoluta serenità, come fanno quelli che, convinti essi per prim i dei valori ideali espressi dalla storia che hanno preso a esam inare, non si curano per conferm arli di essere ad altro fedeli che al loro m estiere di scrupolosi ricercatori. La Resistenza reca infatti già in sè una così alta giustificazione storica che non ha bisogno di essere onorata e difesa altrim enti che dalla nostra obiettività. Giorgio Vaccorino

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