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1 Il Piano Regionale prevenzione degli incidenti domestici Intesa Stato-Regioni e Province Autonome 23 marzo 2005 Il Piano regionale della prevenzione dell Emilia-Romagna (DG 1012/2005 e 426/2006) Screening oncologici Vaccinazioni Prevenzione rischio cardiovascolare Prevenzione delle recidive cardiovascolari Prevenzione complicanze del diabete Prevenzione dell obesità Prevenzione delle patologie indotte dall ambiente costruito Prevenzione incidenti sul lavoro, stradali e domestici 1

2 Che fare? Dimensione del fenomeno Ricognizione delle esperienze Integrazione e messa a sistema Prevenzione basata sull evidenza Gruppo di pilotaggio L Unione Europea Deliberazione del Consiglio 14 aprile 1975 programma preliminare della Comunità Economica Europea per un sistema di informazione e protezione consumatori Deliberazione del Consiglio 812/623/EEC del 23 luglio 1981 progetto pilota sistema informazione incidenti extra ambiente di lavoro e del traffico Decisione del Consiglio 93/683/EEC del 29 ottobre 1993 approva una Sistema Comunitario di informazione sugli incidenti domestici e del tempo libero 2

3 L Italia Legge 493/99 Sistema Informativo sugli Infortuni in Ambienti di Civile Abitazione SINIACA I limiti delle fonti dei dati. Nessuna fonte attualmente disponibile è in grado di fornire dati esaustivi. i Manca una definizione di caso univoca. L inquadramento epidemiologico del fenomeno infortunistico può derivare solo dall integrazione delle varie fonti disponibili. 3

4 Definizioni di incidente domestico. ISTAT: L infortunio domestico è un infortunio avvenuto in abitazione privata, anche se non di proprietà p dell infortunato, sia all esterno che all interno di essa, compresi terrazzi, garage, cantine, soffitte, scale, pianerottoli, cortili, e giardini; avvenuto in modo accidentale non per volontà altrui o dell infortunato e che abbia causato qualsiasi tipo di lesione. SINIACA: Tutti gli infortuni che avvengono in casa e nelle pertinenze EHLASS: Nel sistema europeo di sorveglianza degli incidenti domestici e del tempo libero viene considerato incidente domestico e del tempo libero un incidente id che non sia stradale, né lavorativo, né dovuto a violenza procurata o autoinflitta. Le dimensioni del problema in Emilia - Romagna % popolazione anno (18-69 aa) è vittima di un incidente domestico 3-3,5% popolazione anno (tutte le età) è vittima di un incidente domestico che dà luogo ad accesso al PS (Multiscopo ISTAT 2002, SINIACA Forlì 2003 e 2004, PASSI 2005, indagine AzUsl Modena su dati correnti) 4

5 Numero complessivo di incidenti domestici stimati in Italia (Tutte le classi di età) Numero stimato di persone coinvolte in un infortunio domestico in Italia. Fonte: ISPESL

6 Bambini coinvolti in un infortunio domestico in Italia Studio EHLASS (anno 2000) Classe di età <1anno 1,03%* Classe di età 1-4 anni 4,76% * Indagine Multiscopo ISTAT (anno 2000) Classe di età 1-5 anni 7,7% 7%* * Sul totale degli delle persone infortunate Numero stimato di accessi al Pronto soccorso per infortunio domestico in Italia in tutte le classi di età (anno 2004) / Incidenza stimata di accessi al Pronto Soccorso in Italia in tutte le classi di età (anno 2004) 2.300/2.900 (casi su ab/anno) Fonte: Istituto Superiore di Sanità La sorveglianza degli Incidenti domestici in Italia 22 Nov

7 Numero di ricoveri ospedalieri/anno stimati per infortunio domestico in Italia in tutte le classi di età (anno 2004) Incidenza ricoveri ~ 230 (casi su ab/anno) Costo annuo ricoveri Fonte: Istituto Superiore di Sanità La sorveglianza degli Incidenti domestici in Italia 22 Nov 2005 Numero di schede di dimissione ospedaliera (SDO) per infortunio domestico nella Regione Emilia-Romagna (anno 2006 ) 1200 Totale SDO NUMERO SDO CLASSI D ETA Fonte: Registro regionale schede di dimissione ospedaliera 7

8 Mortalità per causa incidentale Italia Morti sul lavoro circa 1800/anno Morti per incidente domestico circa 4500/anno Morti per incidente stradale circa 6000/anno Numero di decessi/anno stimati per infortunio domestico in Italia in tutte le classi di età (anno 2004) Incidenza di mortalità (casi su ab/anno) 7,8 Fonte: Istituto Superiore di Sanità La sorveglianza degli Incidenti domestici in Italia 22 Nov

9 Fonte: Sistema Informativo Nazionale sugli Infortuni in Ambienti di Civile Abitazione SINIACA) Fonte: Sistema Informativo Nazionale sugli Infortuni in Ambienti di Civile Abitazione (SINIACA) 9

10 Fonte: Sistema Informativo Nazionale sugli Infortuni in Ambienti di Civile Abitazione (SINIACA) 30 Fonte: giugno Sistema 2008 Informativo Nazionale sugli Infortuni in Ambienti di Civile Abitazione (SINIACA) 10

11 definizione di caduta Un improvviso, non intenzionale, inaspettato spostamento verso il basso dalla posizione ortostatica, assisa o clinostatica (P. Chiari, Prevenzione delle cadute in ospedale. 2004) Questa definizione include i soggetti che cadono dalla sedia, dalla carrozzina, dal letto, quelli rinvenuti sdraiati sul pavimento e le cadute avvenute nonostante gli ausili e le misure contenitive Circa un terzo delle persone al di sopra dei 65 anni e la metà di quelle sopra gli 80 anni, è soggetta ad almeno una caduta l anno anno, e il 20% di questi deve ricorrere a cure mediche (Laquintana 2002) Una caduta su dieci provoca lesioni importanti la più grave delle quali è senz altro la frattura di femore che nel 75% dei casi porta a morte l anziano entro il primo anno dall evento (Bruyer e Reginster 2001). 11

12 fattori predisponenti le cadute Le cadute - degli anziani in particolare - derivano dall'interazione di diversi fattori identificati da studi di metanalisi: intrinseci, estrinseci ed ambientali, alcuni di essi modificabili ed altri no. J Am Geriatr Soc, 49: , 2001 fattori ambientali ridotta o eccessiva illuminazione tappeti, mobili bassi pavimenti scivolosi pavimenti sconnessi pavimenti con chiaroscuri (scacchiere, disegni) mancanza di corrimano mancanza di appigli manuali gradini alti e/o poco profondi 12

13 Le esperienze in essere Piani per la salute Indagini conoscitive Informazione e formazione Formazione per progettisti Interventi nelle abitazioni Il Piano temi, sorveglianza e prevenzione 2 obiettivi generali: un sistema informativo regionale una riduzione del fenomeno sia per incidenza sia per gravità nei bambini e negli anziani 13

14 Sorveglianza Costruzione di un sistema informativo regionale Obtv specifico S1: definizione di uno strumento operativo di raccolta dei dati correnti sulle condizioni di salute delle vittime di incidenti domestici applicabile all intero territorio regionale. Obtv specifico S2: attivazione in Regione di almeno un secondo punto di rilevazione SINIACA Prevenzione Obiettivi specifici di riduzione del rischio nella popolazione target (bambini ed anziani) 1 di caduta nell anziano fragile al domicilio 2-4 da aspetti impiantistici e strutturali 3-5 tramite interventi informativi ed educativi specifici 14

15 Prevenzione 3 interventi innovativi (2 rivolti agli anziani, 1 rivolto ai bambini) mettere a punto di un modello operativo sperimentarlo valutarne la estendibilità Obtv specifico 4 Target: nuovi nati Fasi I vaccinazione:somministrazione questionario II vaccinazione:colloquio e offerta accesso domiciliare e consegna opuscolo 15

16 Visita a domicilio di personale formato (AS) che, valutando l ambiente domestico fornisce indicazioni ai genitori III vaccinazione: risomministrazione questionario (a tutti) Elaborazione questionari Valutazione costi e impatto organizzativo 1. Dimensionare il campione 2. Materiale a) Questionario b)check list c) Opuscolo d)lettera per pediatri 3. Formazione 16

17 Prevenzione Obtv specifico 1 Riduzione del rischio di caduta nell anziano fragile al domicilio Intervento di promozione dell attività fisica nella popolazione target basato sulla mobilizzazione e ginnastica dedicata Popolazione target t ultraottantenni residenti a domicilio con episodio di caduta nei 12 mesi precedenti, esclusi i titolari di assegno di accompagnamento 17

18 Modello operativo 1. Reclutamento (MMG, SAA, DSP, intervista telefonica) 2. Appuntamento 3. 3 accessi domiciliari e 10 telefonate del fisioterapista (durata complessiva 1 anno) per valutare il grado di adesione al programma T0, 3 a settimana, 8 a settimana 2 a, 4 a, 6 a settimana poi mensile fino ad 1 anno Obtv specifico 2 Target: > 65 aa Fasi 1)proiezione del filmato sul rischio domestico, conferenza e offerta accesso domiciliare nei centri di aggregazione degli anziani 18

19 2)Visita a domicilio di personale formato (volontari) che valuta l ambiente domestico sulla base di una check list 3)Eventuale intervento di secondo livello Centri per l Adattamento dell Ambiente Domestico (CAAD) Informazione e consulenza relativamente a tutti gli interventi volti a favorire la permanenza al domicilio di anziani e disabili: ausili tecnologici (L.R. 29/97) abbattimento e superamento barriere architettoniche (L.R. 13/89) raccolta delle domande di contribuzione (entro il 1 marzo dell anno successivo) 19

20 Accordi con associazioni Materiale Check list Filmato Formazione volontari Prevenzione Obtv specifici 3 e 5 Riduzione del rischio tramite interventi informativi ed educativi specifici per anziani e bambini 0-4 aa e loro genitori 20

21 3:Il programma attualmente coincide con la prima parte del 2 Sono previsti (da progettare) interventi formativi per i care givers, il personale dell assistenza domiciliare, i medici di medicina generale 5: sono previste azioni rivolte ai genitori tramite i servizi socio-educativi ed una formazione sul tema rivolta alle educatrici dei servizi 0-6 affinché possano trasferire ai genitori alcuni consigli utili a configurare una relazione educativa capace di affrontare il tema del pericolo al di là di comportamenti oscillanti tra l eccesso di cautela e la totale sottovalutazione del rischio. Grazie per l attenzione 21

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