Applicazione del sistema HACCP e dei sistemi di qualità nelle strutture di macellazione dei bovini
|
|
- Lelio Di Giovanni
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Pietro Piccarolo, Remigio Berruto, Paolo Gay, Cristina Tortia D.E.I.A.F.A. Sezione di Meccanica Università di Torino Simona Del Treppo, Gianluca Grazzini ASPROCARNE PIEMONTE Applicazione del sistema HACCP e dei sistemi di qualità nelle strutture di macellazione dei bovini Parte I Organizzazione del lavoro e tempi di lavorazione Ricerca finanziata dalla Regione Piemonte LLa produzione e trasformazione della carne bovina è un settore che attualmente risente di una forte crisi a causa della contrazione del consumo dovuta al manifestarsi della BSE. Tale crisi ha colpito il settore molto duramente nel 1996 ed ancor più nel 2000/2001 con il verificarsi dei primi casi italiani di animali positivi al test per la BSE. Nel comparto distributivo si è attestata una domanda di garanzia in termini di certezza d origine, di sicurezza sanitaria e di rintracciabilità del tutto nuova, che sta trovando parzialmente impreparati gli anelli a monte della filiera. Le nuove normative comunitarie impongono alle aziende agricolo-zootecniche ed agroalimentari di dotarsi di un sistema interno (verificabile) di registrazioni e di autocontrollo a partire dall identificazione e registrazione dei capi e giunge fino all etichettatura delle carni bovine. Il recente reg. CEE 1760/00, oltre a definire le modalità per l identificazione univoca e permanente dei capi di bestiame, richiede la messa in funzione di sistemi per l etichettatura di ogni singola porzione posta in vendita al consumo. Anche il mercato sta spingendo affinché le strutture di macellazione e sezionamento conseguano la certificazione ISO 9000 ed applichino l etichettatura volontaria secondo disciplinari approvati dal MIPAF. Esistono ormai tutte le premesse normative ed economiche affinché la filiera carne si avvii a do- 13
2 tarsi di procedure tali da permetterne la certificazione ma, sebbene il D.L. 286/94 preveda a partire dal 1994 l attuazione di piani di autocontrollo per tutte le strutture di macellazione, molte sono ancora le difficoltà ed i ritardi dovuti sia alla tipologia di personale che opera in tali strutture sia alla particolare organizzazione del lavoro. Se sul piano della tracciabilità si sono fatti notevoli passi avanti, la gestione operativa delle diverse fasi di macellazione in funzione della qualità del prodotto finale intesa sia come qualità igienico sanitaria che come qualità commerciale deve ancora essere ottimizzata. Descrizione delle strutture esaminate Nel settore della macellazione, nell ultimo decennio, si è assistito a radicali trasformazioni. Per dotarsi del bollo CE, le strutture di macellazione hanno subito una profonda ristrutturazione che ha portato il numero dei macelli in Piemonte da circa 1300 nel 1990 a 296 nel 2001 comprese 51 strutture a bollo CE. La creazione di impianti a maggior capacità è coincisa con la crisi della BSE, per cui attualmente le strutture risultano spesso sovradimensionate. Al fine di ridurre i costi di gestione la produzione viene spesso concentrata in poche giornate settimanali rendendo le strutture comunque inadeguate nei giorni di lavorazione. La presente ricerca ha considerato sette macelli di cui cinque a bollo CE e due a capacità limitata (tabella 1). Ogni impianto è stato oggetto di rilievi dettagliati, sia dei parametri strutturali che relativi all organizzazione del lavoro ed ai tempi di macellazione. Tra i macelli a bollo CE sono stati considerati sia impianti con alta intensità di utilizzo (macelli B e D), sia macelli a basso utilizzo (A, E e G). Questa differenza, come si vedrà in seguito, comporta problematiche molto differenti. Con l intento di concentrare le lavorazioni, spesso la macellazione risulta distribuita non uniformemente durante l arco della settimana, fatta eccezione per quelli ad alta intensità di utilizzo. Gli impianti sono stati scelti in modo da avere una buona rappresentatività della situazione piemontese. I cinque macelli a bollo CE analizzati rappresentano circa il 15% del numero totale di macelli per bovini presenti in Piemonte, mentre il totale dei capi macellati nelle sette strutture rappresentano il 18 % dei capi bovini macellati in Piemonte nel Tutti i macelli considerati si approvvigionano di bestiame proveniente dal territorio piemontese. Tab. 1: caratteristiche degli impianti analizzati (CE= a bollo CE; c.l.= a capacità limitata) Macello Tipo Capi N giorni di N addetti macellati lavorazione alla alla settimana a settimana macellazione A CE B CE C c.l D CE E CE F c.l G CE Diagramma di flusso ed organizzazione Al fine di definire un sistema di autocontrollo sviluppato in base ai concetti base dell HACCP (Hazard Analysis Critical Control Point) si è tracciato il diagramma di flusso del processo di macellazione per ciascun impianto. Questo ha permesso di individuare le modalità operative di ciascuna squadra di macellazione e di calcolarne i tempi di lavoro. I diagrammi di flusso reperiti nei manuali di autocontrollo dei macelli studiati sono risultati, in alcuni casi, carenti e non aggiornati alla realtà operativa attuale. Le capacità produttive ed il livello di organizzazione del lavoro nei diversi macelli sono stati analizzati rilevando sia i tempi di lavoro effettivo per ciascuna fase di lavorazione, sia i tempi morti di attesa che il capo subisce tra due fasi successive. La sequenza in cui vengono svolte alcune operazioni spesso dipende dal numero di addetti, dalla eventuale meccanizzazione di alcune operazioni, dal tipo di organizzazione del lavoro, ecc. Anche all interno dello stesso macello, la sequenza delle operazioni compiute sui capi può cambiare in fun- 14
3 zione del numero e della particolare dislocazione degli operatori. A titolo di esempio si riporta in figura 1 il diagramma di flusso di uno dei macelli seguiti, nel quale vengono adottati tre schemi di lavoro diversi (metodi A, B e C). Fig. 1: Diagramma di flusso del processo di macellazione presso uno dei macelli considerati Analisi dei tempi morti e dei tempi di lavorazione Nei diversi macelli sono stati rilevati tempi di macellazione di animali di razze ed età diverse durante giornate di normale attività lavorativa. Al fine di poter paragonare la produttività dei diversi impianti nelle diverse fasi di macellazione è stato introdotto un protocollo standard che potesse inglobare e descrivere ciascuna delle realtà produttive. Come visibile in figura 1 le operazioni di sgarrettatura posteriore, distacco testa e, ove compiuta in più fasi, la prima operazione di pelatura non sono compiute con la stessa sequenza nei diversi macelli e, a volte, all interno del medesimo macello. Data l impossibilità di variare la sequenza di queste operazioni è stato necessario raggruppare queste in macrofasi, in cui sono state accorpate sia le operazioni che i tempi morti intercorrenti. In un secondo tempo i tempi effettivi di lavorazione ed i relativi tempi morti sono stati analizzati in dettaglio. Ad esempio il dissanguamento, la sgarrettatura anteriore e posteriore ed il distacco della testa sono state accorpate in un unica macrofase come pure la pelatura che è stata considerata un unica fase anche se in alcuni macelli viene svolta in due o tre postazioni successive. In Tabella 2 sono riportati i tempi totali medi di lavorazione per macello. Associato ad ogni tempo di lavorazione è stato riportato un indice percentuale indicante l incidenza dei tempi morti sul tempo totale di macellazione. La variabilità dei tempi può essere imputata a: logistica ed organizzazione del processo: caratteristiche della catena di macellazione e grado di meccanizzazione; carico di lavoro: grado di affaticamento del personale e numero complessivo di capi da macellare; orari e pause lavorative (pausa colazione, ecc.); tipologia del capo macellato (razza e peso); tempi morti sistematici ed accidentali. I tempi medi di macellazione osservati oscillano 15
4 da un minimo di circa quaranta minuti ad un massimo di un ora e un quarto. Analogamente, i rilievi effettuati hanno evidenziato una indipendenza globale dei tempi di macellazione dalla razza dei capi. L organizzazione e il coordinamento della squadra nello svolgimento delle varie fasi durante la macellazione è risultata determinante per la velocità del processo. Gli interventi di lavoro effettivo sul singolo capo sono oscillati tra un minimo di 13 minuti circa per il macello F ad un massimo di 43 minuti circa per il macello A, dove, peraltro, è stata rilevata una carenza sistematica di personale. La fase di dissanguamento-sgarrettature-distacco della testa costituisce il 31-50% del tempo totale di macellazione (Figura 2). Tab. 2: Tempi totali di lavorazione (hh.mm.ss) per macello ed incidenza dei tempi morti considerati sul tempo totale. Macello Tempo medio Tempi morti di (% sul tempo macellazione totale) A % B % C % D % E % F % G % Come visibile in Tabella 2, accade che i capi subiscano lunghe attese tra le varie fasi di lavorazione portando i tempi morti ad incidere pesantemente sul tempo totale di lavorazione. Si è potuto notare che in tutte le strutture la maggior parte delle attese si verifica prima delle operazioni di dissanguamento-sgarrettatura-distacco della testa e della pelatura. Siccome quest ultima operazione nei macelli industriali è svolta in più di una postazione, spesso si verificano lunghe attese tra una postazione di pelatura e la successiva. Anche i tempi morti tra la sgarrettatura anteriore e posteriore sono spesso non trascurabili. I tempi morti possono essere imputati alle seguenti cause: fattori sistematici: trasporti, rimozione delle teste e dei visceri dalle stazioni di macellazione agli appositi locali di stoccaggio, sterilizzazione degli utensili; fattori accidentali: ritardi dovuti a inceppamenti e guasti di macchine, pause degli operatori, intasamenti a valle della catena di macellazione, eventuale messa a punto della linea (es. svuotamento contenitori, cambio lame ecc..). Abbattimento Aggancio Diss-sgarr-testa Pelatura Taglio sterno Eviscerazione Spaccatura Toelettatura Pesatura Fig. 2: Distribuzione dei tempi nelle diverse fasi di lavorazione (percentuale sul tempo totale) nei macelli considerati. Dall analisi dettagliata dei tempi morti all interno di questa macrofase si è potuto osservare che i tempi di attesa tra le quattro operazioni qui accorpate costituiscono ritardi cospicui soprattutto nei macelli industriali. In alcuni casi questi raggiungono il 50% dei tempi morti dell intero processo di macellazione. Le operazioni di pelatura impegnano dal 15 al 41% del tempo totale effettivamente lavorato. Dove questa operazione è svolta in più postazioni le attese dei capi sono, in alcuni casi, notevoli. Come è prevedibile, la pelatura è più veloce su capi di piccole dimensioni. I ritardi ac- 16
5 Informazione Tecnica cumulati durante il dissanguamento-sgarretta- Le operazioni di pelatura nelle catene industriali tura-distacco testa e durante la pelatura fanno costituiscono spesso un vero e proprio collo di sì che non di rado venga superato il tempo li- bottiglia della catena di lavorazione, soprattutto mite di 45 minuti dallo stordimento all evisce- nel caso di capi di grosse dimensioni. Un au- razione, soprattutto se i capi sono di grandi di- mento del personale in queste fasi porterebbe mensioni. ad un incremento della produttività e della qua- L eviscerazione contribuisce per il 4-19% al totale lità del lavoro. del lavoro svolto. Inoltre si è spesso riscontrato che in talune Dall analisi svolta emerge che una buona organiz- realtà non esiste un organizzazione per la turna- zazione del lavoro è indispensabile per ridurre i zione del personale durante le pause lavorative tempi di attesa tra la sgarrettatura anteriore e po- per cui i capi vengono abbandonati a lavorazio- steriore ed il distacco della testa. Queste opera- ne non ultimata. zioni vengono infatti spesso svolte in sequenza casuale e con un basso livello di organizzazione Conclusioni soprattutto nei macelli industriali dove il lavoro viene svolto a postazione fissa. Nei macelli a con- I rilevamenti suggeriscono in definitiva che l or- duzione famigliare, gli eventuali ritardi sono prin- ganizzazione del lavoro riscontrata in alcune cipalmente imputabili a carenza di personale. Ge- delle strutture considerate potrebbe essere neralmente però in questi piccoli macelli la squa- considerevolmente migliorata, consentendo di dra segue un piccolo lotto di capi lungo tutto il ottenere prodotti a maggiore qualità e garan- corso della macellazione, compiendo più opera- tendo un maggior rispetto delle normative vi- zioni ed ottenendo standard qualitativi più elevati. genti. 17
Barcode Inventory System
Barcode Inventory System BIS è un sistema di front-end che permette di collegare le funzioni di campo proprie della gestione del magazzino con il sistema informativo ERP. Progettato essenzialmente come
DettagliLABORATORIO CHIMICO CAMERA DI COMMERCIO TORINO
LABORATORIO CHIMICO CAMERA DI COMMERCIO TORINO L attività di audit del Laboratorio Chimico per la ristorazione scolastica LA MISSIONE Essere di ausilio alla Camera di Commercio di Torino ed alle altre
Dettaglisommario 1. introduzione al sistema 2. moduli base 3. tracciabilità e rintracciabilità 4. diagramma di flusso operativo 5.
tracciabilità rintracciabilità e macellazione avicola sommario 1. introduzione al sistema 2. moduli base 2.1. anagrafica base 2.2. entrata partite avicole 2.3. macellazione partite 2.4. stoccaggio ed immagazzinamento
Dettagli«FOCUS» ANIA: R.C. AUTO
«FOCUS» ANIA: R.C. AUTO Numero 0 Ottobre 2003 STATISTICA TRIMESTRALE R.C. AUTO (Dati al 30 giugno 2003) EXECUTIVE SUMMARY. Con questo numero zero, il Servizio Statistiche e Studi Attuariali dell ANIA avvia
DettagliSistema di diagnosi CAR TEST
Data: 30/09/09 1 di 7 Sistema di diagnosi CAR TEST Il sistema di diagnosi CAR TEST venne convenientemente utilizzato per: - verificare che la scocca di un veicolo sia dimensionalmente conforme ai disegni
DettagliR e g i o n e L a z i
o R e g i o n e L a z i Titolo del Progetto o del programma: Siamo sicuri che si può lavorare sicuri Identificativo della linea o delle linee di intervento generale/i: Prevenzione degli eventi infortunistici
DettagliOgni azienda ha la necessità di conoscere il proprio sistema dei costi sia per controllare la situazione esistente che per verificare il
Ogni azienda ha la necessità di conoscere il proprio sistema dei costi sia per controllare la situazione esistente che per verificare il raggiungimento degli obiettivi avendo come fine il mantenimento
DettagliLe nuove check list di controllo del piano di sicurezza alimentare 2006 Alcune esemplificazioni delle nuove procedure di controllo.
L Unione Albergatori incontra l azienda sanitaria Migliora la sicurezza alimentare nelle aziende Nel mese di marzo 2006 l Unione Albergatori ha partecipato ad un importante incontro con il dott Carraro
DettagliLINEE GUIDA PER L EROGAZIONE DELLA FORMAZIONE INTERNA
LINEE GUIDA PER L EROGAZIONE DELLA FORMAZIONE INTERNA Versione 01 25/10/2012 Indice PREMESSA... 2 1 ACCETTAZIONE CONDIZIONI GENERALI PER L EROGAZIONE DELLA FORMAZIONE INTERNA... 2 2 DEFINIZIONE MODULI
DettagliLA PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITA DI FORMAZIONE IN MATERIA DI SAFETY IN BANCA D ITALIA
ALLEGATO 4 LA PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITA DI FORMAZIONE IN MATERIA DI SAFETY IN BANCA D ITALIA I dati sui quali si basa la presente elaborazione statistica fanno riferimento al numero di partecipazioni
Dettagli1 CARICAMENTO LOTTI ED ESISTENZE AD INIZIO ESERCIZIO
GESTIONE LOTTI La gestione dei lotti viene abilitata tramite un flag nei Progressivi Ditta (è presente anche un flag per Considerare i Lotti con Esistenza Nulla negli elenchi visualizzati/stampati nelle
DettagliInnanzitutto la tipologia merceologica : packaging piccolo o molto piccolo.
1 Sommario INTRODUZIONE... 3 PERCHE IL VOICE E ADATTO AL SETTORE FARMACEUTICO... 3 AMBITI IN CUI IL VOICE RISULTA PARTICOLARMENTE UTILE... 5 PARAMETRIZZAZIONE... 6 2 INTRODUZIONE La soluzione Voice InFarma
DettagliCatalogo corsi Formazione per la sicurezza nei luoghi di lavoro D.lgs. 81/08. Formazione HACCP D.Lgs. 193/07 e Reg. Europeo 178/02
Il Consorzio Sociale Abele Lavoro è un ente accreditato presso la Regione Piemonte a fornire servizi per il lavoro ai cittadini ed alle imprese del territorio. Favorisce l incontro tra domanda ed offerta
Dettagli[ ] G D GESTIONE DEL PRODOTTO BIOLOGICO NELLE IMPRESE DELLA FILIERA COSA DEVONO FARE GLI OPERATORI
Gestione del prodotto biologico nelle imprese della filiera [ ] GESTIONE DEL PRODOTTO BIOLOGICO NELLE IMPRESE DELLA FILIERA G D COSA DEVONO FARE GLI OPERATORI In una stessa azienda agricola, azienda di
DettagliLE TENDENZE DEI PREZZI NELLE DIVERSE FASI DELLA FILIERA DEL FRUMENTO DURO
LE TENDENZE DEI PREZZI NELLE DIVERSE FASI DELLA FILIERA DEL FRUMENTO DURO Gennaio 2010 LE TENDENZE DEI PREZZI NELLE DIVERSE FA- SI DELLA FILIERA DEL FRUMENTO DURO Indice 1. LA DINAMICA DEI PREZZI NELLA
DettagliQualità e valore del lavoro: le principali dinamiche di mercato degli ultimi anni.
Qualità e valore del lavoro: le principali dinamiche di mercato degli ultimi anni. Quali sono le aspettative delle imprese, come le imprese riconoscono e valorizzano la qualità dell'offerta: l'esperienza
DettagliOSSERVATORIO PERMANENTE
DIPARTIMENTO DI SCIENZE STATISTICHE PAOLO FORTUNATI UNIVERSITÀ DI BOLOGNA ALMA MATER STUDIORUM OSSERVATORIO PERMANENTE SUL TRASPORTO CAMIONISTICO IN INTERPORTO BOLOGNA INDAGINE CONGIUNTURALE - I SEMESTRE
DettagliVALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE
La contraffazione in cifre: NUOVA METODOLOGIA PER LA STIMA DEL VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE Roma, Giugno 2013 Giugno 2013-1 Il valore economico dei sequestri In questo Focus si approfondiscono alcune
Dettagli1. Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia : Chi siamo Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia detiene la rappresentanza, a
Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia SOMMARIO 1. Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia : Chi siamo 2. Evoluzione della struttura dell Industria molitoria italiana 3. L approvvigionamento
Dettagli31.12.2004: pronti per la rintracciabilità. La carne in scatola. Convegno AITA. Verona, 27 novembre 2003 Giancarlo Mosca. Kraft Foods International
31.12.2004: pronti per la rintracciabilità La carne in scatola Convegno AITA Verona, 27 novembre 2003 Giancarlo Mosca Rintracciabilità Regolamento CE 178/2002 del 28 gennaio2002 che stabilisce i principi
DettagliCOMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)
COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA
Dettaglisommario 1. introduzione al sistema 2. moduli base 3. tracciabilità e rintracciabilità 4. esportabilità dati macellazione
tracciabilità rintracciabilità e carni bovine sommario 1. introduzione al sistema 2. moduli base 2.1. anagrafiche base 2.2. anagrafe bestiame 2.3. entrata capi 2.4. magazzino 2.5. prenotazione macellazione
DettagliL indagine riguarda i robot (in italiano
Mercato APPROFONDIMENTI a cura di Ucimu-Sistemi per Produrre La robotica in Italia nel 2004 I risultati dell indagine condotta da Siri e Ucimu-Sistemi per Produrre sullo stato della robotica in Italia
DettagliEconomia e gestione delle imprese - 05
Economia e gestione delle imprese - 05 Prima parte: la gestione delle operation Seconda parte: la gestione dei rischi e la protezione delle risorse aziendali Sommario: La gestione delle operation 1. Le
Dettaglihttp://www.assind.vi.it/notiziario/guideschede.nsf/p/guida_260
Page 1 of 5 Attenzione: la Guida che state stampando è aggiornata al 03/10/2005. I file allegati con estensione.doc,.xls,.pdf,.rtf, etc. non verranno stampati automaticamente; per averne copia cartacea
DettagliI risultati di una indagine di Certiquality su un campione di aziende certificate
I risultati di una indagine di Certiquality su un campione di aziende certificate Certiquality ha condotto uno studio presso le aziende certificate secondo la norma BS OHSAS 18001 per verificare l ammontare
DettagliL assicurazione della qualità nelle PMI: Strumenti necessari per svolgere efficacemente questo ruolo in azienda
Area Tecnical e Professional L assicurazione della qualità nelle PMI: Strumenti necessari per svolgere efficacemente questo ruolo in azienda Bologna 26 e 27 Febbraio 2015 9.00-13.00 e 14.00-18.00 Il Responsabile
DettagliCOMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA
COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1
DettagliCOMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO
Università degli Studi di Napoli Parthenope COMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO Relazione Preliminare n.2/2013
DettagliFigura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica
Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati
DettagliManuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative
Unione Industriale 19 di 94 4.2 SISTEMA QUALITÀ 4.2.1 Generalità Un Sistema qualità è costituito dalla struttura organizzata, dalle responsabilità definite, dalle procedure, dai procedimenti di lavoro
DettagliTasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni.
La situazione occupazionale dei giovani in provincia di Piacenza Premessa Una categoria di soggetti particolarmente debole nel mercato del lavoro è rappresentata, di norma, dai lavoratori di età più giovane
DettagliAlternanza scuola lavoro: a che punto siamo?
Alternanza scuola lavoro: a che punto siamo? Esiti monitoraggio nazionale a.s. 2012/2013 1 Dati in sintesi e trend L alternanza scuola lavoro è una metodologia didattica innovativa del sistema dell istruzione
DettagliForniture emergenziali di gas metano su gomma: nuova realtà e sviluppi del mercato
ModenaFiere, 9-10-11 Maggio 2010 Forniture emergenziali di gas metano su gomma: nuova realtà e sviluppi del mercato Stefano Franciosi Vice Presidente Consorzio Emergenze Italia ATTIVITA DEL CONSORZIO Forniture
DettagliCAPITOLO 4 I PROCESSI PRODUTTIVI CONDIZIONATI DALLE CARATTERISTICHE DELL IMPIANTO
CAPITOLO 4 I PROCESSI PRODUTTIVI CONDIZIONATI DALLE CARATTERISTICHE DELL IMPIANTO L assemblaggio di un automobile Descrizione generale Il processo produttivo della GMAD (General Motors Assembly Division)
DettagliSistema Qualità UNI EN ISO 9001 ED 2008
1 SCOPO Questa procedura stabilisce le modalità per la conduzione e per la gestione degli audit condotte presso ITCS G. Zappa al fine di verificare la corretta attuazione e l'adeguatezza delle disposizioni
DettagliDenominazione Corso:
CODICE: 254 Addetto all approvvigionamento della cucina, conservazione delle materie prime e realizzazione di preparazioni di base Opera nelle diverse aziende della ristorazione commerciale e collettiva.
DettagliIN COLLABORAZIONE CON OPTA SRL
PROGRAMMARE LA PRODUZIONE IN MODO SEMPLICE ED EFFICACE IN COLLABORAZIONE CON OPTA SRL SOMMARIO 1. L AZIENDA E IL PRODOTTO 2. IL PROBLEMA 3. DATI DI INPUT 4. VERIFICA CARICO DI LAVORO SETTIMANALE 5. VERIFICA
Dettaglirispetto a... La normativa Quadro normativo Quadro normativo Regolamento dell'unione Europea Regolamento rintracciabilità sicurezza
rispetto a... La normativa rintracciabilità sicurezza Quadro normativo COGENTE: disposizione di legge che impone l adozione di un sistema gestionale o di uno standard di qualità VOLONTARIO: regola tecnica
DettagliS i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i
S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p
Dettagli4. VALUTAZIONI ECONOMICHE E ANALISI DEL SISTEMA TARIFFARIO
4. VALUTAZIONI ECONOMICHE E ANALISI DEL SISTEMA TARIFFARIO 4.1. Costi totali In Veneto il costo 2 medio pro capite per il servizio di gestione dei rifiuti urbani nel 21 è pari a 127,91. Rispetto ai 124,71
DettagliCOMUNE DI VILLESSE PROVINCIA DI GORIZIA REGOLAMENTO PER LA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE
COMUNE DI VILLESSE PROVINCIA DI GORIZIA REGOLAMENTO PER LA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE Approvato con deliberazione giuntale n. 116 del 29/09/2005, dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi
DettagliProposta di implementaziome del sistema qualità in cardiologia. Dott. A. Gandolfo
Proposta di implementaziome del sistema qualità in cardiologia Dott. A. Gandolfo Sistema Qualità Il Sistema Qualità è un sistema di gestione che ha lo scopo di tenere sotto controllo i processi di una
DettagliSERVE ANCORA AVERE UN SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO?
LA NUOVA ISO 9001 : 2008 SERVE ANCORA AVERE NEL 2009 UN SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO? Paolo Citti Ordinario Università degli Studi di Firenze Presidente AICQ Tosco Ligure 1 Si legge oggi sui giornali
DettagliLA CERTIFICAZIONE VOLONTARIA
LA CERTIFICAZIONE VOLONTARIA PREMESSA La certificazione volontaria di prodotto nasce dalla necessità da parte delle Organizzazioni che operano nel settore agroalimentare (Aziende produttrici, vitivinicole,ecc.)
DettagliLa crisi economica nel Veneto: il punto di vista delle piccole imprese
FONDAZIONE LEONE MORESSA Via Torre Belfredo 81/d 30171 Mestre (Venezia) Tel: 041-23.86.700 - Fax: 041-98.45.01 Email: info@fondazioneleonemoressa.org Web: www.fondazioneleonemoressa.org La crisi economica
DettagliC) DIAGRAMMA A SETTORI
C) DIAGRAMMA A SETTORI Procedura: Determinare la percentuale per ciascuna categoria Convertire i valori percentuali in gradi d angolo Disegnare un cerchio e tracciare i settori Contrassegnare i settori
DettagliINTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA Al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Al Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Al Ministro dell Economia e delle Finanze Per
DettagliD.Lgs. 81/08, Testo Unico Sicurezza e la correlazione con i Sistemi di Gestione certificabili BS OHSAS 18001
D.Lgs. 81/08, Testo Unico Sicurezza e la correlazione con i Sistemi di Gestione certificabili BS OHSAS 18001 CERTIQUALITY VIA G. GIARDINO, 4 20123 MILANO TEL. 02-806917.1 certiquality@certiquality.it www.certiquality.it
Dettaglistudi e analisi finanziarie La Duration
La Duration Cerchiamo di capire perchè le obbligazioni a tasso fisso possono oscillare di prezzo e, quindi, anche il valore di un fondo di investimento obbligazionario possa diminuire. Spesso si crede
DettagliL ESEPRIENZA DELLO SPORTELLO: DATI STATISTICI
L ESEPRIENZA DELLO SPORTELLO: DATI STATISTICI Pagina 1 di 5 1 QUADRO DI RIFERIMENTO Con il Reg. Ce 1169/2011, del 25 ottobre 2011, è stata varata la riforma comunitaria dell etichettatura dei prodotti
DettagliLA DINAMICA DEI CONTRATTI DI LAVORO A TEMPO INDETERMINATO: IMPATTO DEGLI INCENTIVI E DEL JOBS ACT. AGGIORNAMENTO A GIUGNO 2015
VENETO LAVORO Osservatorio & Ricerca LA DINAMICA DEI CONTRATTI DI LAVORO A TEMPO INDETERMINATO: IMPATTO DEGLI INCENTIVI E DEL JOBS ACT. AGGIORNAMENTO A GIUGNO MISURE/62 Luglio Introduzione Nel il mercato
DettagliMonitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro
ISTAT 17 gennaio 2002 Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro Nell ambito dell iniziativa di monitoraggio, avviata dall Istat per analizzare le modalità di conversione
DettagliRAPPORTO CER Aggiornamenti
RAPPORTO CER Aggiornamenti 12 Gennaio 2012 CERCASI LIQUIDITÁ DISPERATAMENTE Mentre prosegue l azione di allentamento delle condizioni monetarie internazionali, il mercato interbancario italiano soffre
DettagliIndice. pagina 2 di 10
LEZIONE PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA DOTT.SSA ROSAMARIA D AMORE Indice PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA---------------------------------------------------------------------------------------- 3 LA STRUTTURA
DettagliSCHEMA 0 STORIA. Schema certificativo CP003 0.1 DOCUMENTI ESTERNI DI RIFERIMENTO
SCHEMA per la certificazione del controllo della produzione in fabbrica ai fini della marcatura CE dei prodotti laminati a caldo di acciai per impieghi strutturali di cui alla norma UNI EN 10025-1, edizione
DettagliOsservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche
Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale
DettagliSISTEMA di GESTIONE QUALITÀ Non Conformità ed Efficacia delle Azioni Correttive Preventive
SISTEMA di GESTIONE QUALITÀ Non Conformità ed Efficacia delle Azioni Correttive Preventive Il sistema di gestione della qualità a cui mi riferisco è quello relativo alla norma ISO-9001:2000. Prima di entrare
DettagliSAFETY & MOVING. Miglioramento delle pratiche di efficienza produttiva. 6 maggio 2014. ing. Marco Lanciai
SAFETY & MOVING Miglioramento delle pratiche di efficienza produttiva 6 maggio 2014 ing. Marco Lanciai Indice Assemblaggio Gestione dei magazzini Movimentazione di merci e materiali 2 Contesto storico
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.
DettagliFIRESHOP.NET. Gestione del taglia e colore. www.firesoft.it
FIRESHOP.NET Gestione del taglia e colore www.firesoft.it Sommario SOMMARIO Introduzione... 3 Configurazione iniziale... 5 Gestione delle varianti... 6 Raggruppamento delle varianti... 8 Gestire le varianti
DettagliREGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE
DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio
DettagliCoordinazione Distribuita
Coordinazione Distribuita Ordinamento degli eventi Mutua esclusione Atomicità Controllo della Concorrenza 21.1 Introduzione Tutte le questioni relative alla concorrenza che si incontrano in sistemi centralizzati,
DettagliAllegato B) PROCEDURA PER LA GESTIONE AZIENDALE DEI CASI DI EVENTI SENTINELLA 1. PREMESSA E INDICAZIONI GENERALI
Allegato B) PROCEDURA PER LA GESTIONE AZIENDALE DEI CASI DI EVENTI SENTINELLA 1. PREMESSA E INDICAZIONI GENERALI In base alla delibera della Giunta Regionale N 225 del 3/4/2006, la direzione sanitaria
DettagliI Tempi e Metodi nella Logistica Produttiva: un caso aziendale
I Tempi e Metodi nella Logistica Produttiva: un caso aziendale È possibile parlare di logistica produttiva? Ed è possibile parlare di tempi e metodi nell ambito della logistica aziendale? Sempre più la
DettagliStock del credito al consumo sui consumi delle famiglie
CREDITO AL CONSUMO: GLI EFFETTI DELLA CRISI Da uno studio della Banca d Italia 1, che valuta gli effetti della crisi sul mercato del credito al consumo in Italia, emerge una situazione attuale diversa
DettagliNumero 6 /2015 Esposizione a silice nella lavorazione dei marmi tecnici
Numero 6 /2015 Esposizione a silice nella lavorazione dei marmi tecnici Sul Giornale Italiano di Medicina del lavoro ed Igiene Industriale sono stati pubblicati i risultati delle indagini ambientali condotte
DettagliIl Sistema Qualità nei servizi di salute mentale. Il caso P.A.M.A.P.I.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO IN FUNZIONI DI COORDINAMENTO NELLE PROFESSIONI SANITARIE Il Sistema Qualità nei servizi di salute mentale.
DettagliFollia è fare quel che si è sempre fatto aspettandosi risultati diversi
I Sistemi di gestione Follia è fare quel che si è sempre fatto aspettandosi risultati diversi Jim Kearns Relatore: Sandro Vanin Qualita, Sicurezza, Ambiente Schemi di certificazione. ISO 9001, OHSAS 18001,
DettagliGli Elementi fondamentali della Gestione Aziendale
Gli Elementi fondamentali della Gestione Aziendale n La Pianificazione n L Organizzazione n Il Coinvolgimento del Personale n Il Controllo Componenti del Sistema di Pianificazione n Valutazioni interne
DettagliGestione della Sicurezza Informatica
Gestione della Sicurezza Informatica La sicurezza informatica è composta da un organizzativinsieme di misure di tipo: tecnologico o normativo La politica di sicurezza si concretizza nella stesura di un
DettagliIl controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali
La gestione dei rischi operativi e degli altri rischi Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali Mario Seghelini 26 giugno 2012 - Milano
DettagliCOMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO
Università degli Studi di Napoli Parthenope COMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO Relazione Preliminare n.1/2013
DettagliIl sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia
Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Report a cura del Nucleo di Valutazione delle Prestazioni Dirigenziali Settembre 2014 1 Premessa Il Report Il sistema di misurazione
DettagliModifiche e Integrazioni al D. Lgs. 118/2011 inerenti l introduzione della Contabilità Economico-Patrimoniale nelle Regioni
Modifiche e Integrazioni al D. Lgs. 118/2011 inerenti l introduzione della Contabilità Economico-Patrimoniale nelle Regioni ROBERTA SCOLA Staff e Affari Giuridici della Direzione Centrale Risorse Strumentali,
DettagliAZIENDA SANITARIA LOCALE TO1 - SC MEDICINA LEGALE - OBITORIO CIVICO
AZIENDA SANITARIA LOCALE TO1 - SC MEDICINA LEGALE - OBITORIO CIVICO PROCEDURA PR02 - Audit Interni Edizione 1 Approvata dal Direttore della SC Medicina Legale Emessa dal Referente Aziendale per la Qualità
DettagliRISOLUZIONE N.43 /E. Con l istanza specificata in oggetto è stato esposto il seguente QUESITO
RISOLUZIONE N.43 /E Roma, 12 aprile 2011 Direzione Centrale Normativa OGGETTO: Consulenza giuridica art. 3 d.l. 93 del 2008 e art. 15, lett. b) del Tuir. Detraibilità degli interessi passivi che maturano
Dettagli1. Distribuzioni campionarie
Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie
DettagliDr. Giovanni MACORETTA Tecnico della Prevenzione nell Ambiente e nei Luoghi di Lavoro Dipartimento di Sanità Pubblica
Dr. Giovanni MACORETTA Tecnico della Prevenzione nell Ambiente e nei Luoghi di Lavoro Dipartimento di Sanità Pubblica CONTROLLI INTERNI I CONTROLLI INTERNI sono un obbligo a carico del gestore e hanno
DettagliIl controllo operativo nell area produzione - approvigionamenti. Corso di Gestione dei Flussi di informazione
Il controllo operativo nell area produzione - approvigionamenti Corso di Gestione dei Flussi di informazione Programmazione operativa della produzione Processo di approvigionamento Programmazione operativa
DettagliSoluzione dell esercizio del 2 Febbraio 2004
Soluzione dell esercizio del 2 Febbraio 2004 1. Casi d uso I casi d uso sono riportati in Figura 1. Figura 1: Diagramma dei casi d uso. E evidenziato un sotto caso di uso. 2. Modello concettuale Osserviamo
DettagliLA QUALITÀ. Prof. Vincenzo Leo - Trasformazione dei prodotti- ITA Emilio Sereni
LA QUALITÀ REPETITA IUVANT «le cose ripetute aiutano» La qualità produttiva(libro): La qualità produttiva è la conformità delle caratteristiche del prodotto a standard prefissati, esiste anche la qualità
DettagliGestione del rischio
FORUM INTERNAZIONALE DELL AGRICOLTURA E DELL ALIMENTAZIONE POLITICHE EUROPEE SVILUPPO TERRITORIALE MERCATI Gestione del rischio Roberto D Auria Workshop su La nuova Pac - Un analisi dell accordo del 26
DettagliPROJECT MANAGEMENT SERVIZI DI PROJECT MANAGEMENT DI ELEVATA PROFESSIONALITÀ
PROJECT MANAGEMENT SERVIZI DI PROJECT MANAGEMENT DI ELEVATA PROFESSIONALITÀ SERVIZI DI PROJECT MANAGEMENT CENTRATE I VOSTRI OBIETTIVI LA MISSIONE In qualità di clienti Rockwell Automation, potete contare
DettagliSISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Capitolo 4
1. REQUISITI GENERALI L Azienda DSU Toscana si è dotata di un Sistema di gestione per la qualità disegnato in accordo con la normativa UNI EN ISO 9001:2008. Tutto il personale del DSU Toscana è impegnato
DettagliIl sistema logistico integrato
Il sistema logistico integrato Che cos è la logistica? Il concetto di logistica è spesso poco chiaro Per logistica, spesso, s intendono soltanto le attività di distribuzione fisica dei prodotti (trasporto
DettagliL investimento immobiliare delle Casse e degli Enti di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno
L investimento immobiliare delle Casse e degli di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno Pubblicato su Il Settimanale di Quotidiano Immobiliare del 27/04/2013 n. 19 Introduzione Dopo
DettagliPagina 1 di 6 A. & C. Sistemi S.r.l. Via Sprina 2 12038 Savigliano Cn. A.&C. Sistemi
Pagina 1 di 6 A.&C. Sistemi A. & C. Sistemi da anni sviluppa applicazioni per il sistema informativo nell industria mangimistica, è leader in Italia in questo specifico settore e si propone come Partner
DettagliLa popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle
Trento, 23 gennaio 2012 La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle La popolazione residente in provincia di Trento
DettagliMODELLO PER LO SVILUPPO DEL PRODOTTO
MODELLO PER LO SVILUPPO DEL PRODOTTO 34 Funzioni aziendali coinvolte nello sviluppo prodotto LE PRINCIPALI FUNZIONI AZIENDALI PROTAGONISTE NELLO SVIPUPPO PRODOTTI SONO: Progettazione e sviluppo prodotto
DettagliQUALITÀ E CERTIFICAZIONE NELL AGROALIMENTARE VENETO
QUALITÀ E CERTIFICAZIONE NELL AGROALIMENTARE VENETO Legnaro 16.05.2002 LA CERTIFICAZIONE Dr. Pietro Bonato DEI MANGIMI Cremona 29 Ottobre 2004 Pietro Cortiana CONTESTO IN CUI I MANGIMIFICI SI TROVANO AD
DettagliControllo di gestione budget settoriali budget economico
Controllo di gestione budget settoriali budget economico TEMA Pianificazione, programmazione e controllo di gestione costituiscono le tre fasi del processo globale attraverso il quale l impresa realizza
Dettagli10. Mercato immobiliare
10. Mercato immobiliare Continua la rivalutazione del settore immobiliare romano iniziata nel 1999 e proseguita, con velocità diverse ma sempre crescenti, fino ad oggi. Tornando indietro nel tempo, sino
DettagliIl rischio cancerogeno e mutageno
Il rischio cancerogeno e mutageno Le sostanze cancerogene Un cancerogeno è un agente capace di provocare l insorgenza del cancro o di aumentarne la frequenza in una popolazione esposta. Il cancro è caratterizzato
DettagliLa riorganizzazione della Supply Chain secondo i principi lean :
Consulenza di Direzione Management Consulting Formazione Manageriale HR & Training Esperienza e Innovazione La riorganizzazione della Supply Chain secondo i principi lean : un passo chiave nel percorso
DettagliUNIVERSITA DEGLI STUDI DI BRESCIA Facoltà di Ingegneria
ESAME DI STATO DI ABILITAZIONE ALL'ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI INGEGNERE PRIMA PROVA SCRITTA DEL 22 giugno 2011 SETTORE DELL INFORMAZIONE Tema n. 1 Il candidato sviluppi un analisi critica e discuta
DettagliGiorgio Bressi. CONVEGNO Terre, rocce e materiali di scavo: riutilizzo, abbandono e il problema del recupero del territorio
Giorgio Bressi CONVEGNO Terre, rocce e materiali di scavo: riutilizzo, abbandono e il problema del recupero del territorio Il recupero dei rifiuti da C&D: criticità e prospettive Milano 16 dicembre 2013
DettagliLibrerie digitali. Video. Gestione di video. Caratteristiche dei video. Video. Metadati associati ai video. Metadati associati ai video
Video Librerie digitali Gestione di video Ogni filmato è composto da più parti Video Audio Gestito come visto in precedenza Trascrizione del testo, identificazione di informazioni di interesse Testo Utile
DettagliIndice di rischio globale
Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario
Dettagli2. IL PALLET IN LEGNO
2. IL PALLET IN LEGNO Il pallet in legno è uno strumento logistico fondamentale, universalmente utilizzato e capillarmente diffuso, ma anche e soprattutto uno strumento di lavoro, in quanto presente in
Dettagli