CONTAMINANTI MICROBIOLOGICI DELLA CANNABIS

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2 estratti da: Journal of the International Hemp Association vol.1, n.2, dicembre 1994 n.d.t.: il termine marijuana è sempre tradotto con cannabis, ritenendo offensivo per la nostra amata pianta un termine inventato per poterla vietare CONTAMINANTI MICROBIOLOGICI DELLA CANNABIS di J. M. McPartland L'utilizzo di cannabis come farmaco è in aumento. Molti utilizzatori di cannabis farmaceutica hanno un sistema immunitario deficitario, problema dovuto alla loro malattia (es. Aids) o ai trattamenti utilizzati (es. chemioterapia). La cannabis, sia cresciuta in campo che coltivata in maniera idroponica, contiene molti microrganismi. Molti di questi organismi possono essere pericolosi per pazienti immunosoppressi. La microflora della cannabis è ben descritta nella letteratura. Nello stesso modo, la microflora che causa infezioni opportunistiche in pazienti affetti da Aids è ben documentata. Questi studi separati sono correlati, e qui verranno discussi i metodi per scoprire ed eliminare i contaminanti microbici. INTRODUZIONE... La maggioranza degli organismi associati con la cannabis sono esclusivamente patogeni delle piante. Non possono infettare esseri umani in salute. Ma un notevole numero di patogeni delle piante sono associati con il decadimento susseguente al raccolto o alla conservazione del materiale cannabico. questi organismi possono infettare persone immunosoppresse e diventare parassiti patogeni per gli esseri umani. In più, molti organismi parassiti delle piante producono tossine pericolose e/o provocano reazioni allergiche quando inalati. Infine, una manciata di patogeni strettamente umani sono stati isolati dalla cannabis come contaminanti. Questi patogeni sono altamente infettivi, e qualcuno di loro produce anche tossine. AIDS E INFEZIONI DA PARASSITI Le persone sofferenti di Aids sono immunosoppresse, e molto sensibili alle infezioni. Bossche et al. (1990) individuano i più comuni agenti di infezione nei virus (cytomegalovirus, epatite A e B, herpes simplex), batteri (Mycobacterium spp., salmonella spp.), funghi (Cryptococcus neoformans, Coccidiodies immitis, Histoplasma capsulatum, Candida spp.), e protozoi (Pneumocystis carinii, Toxoplasma gondii, Cryptosporidium sp.) Bosche et al. descrivono anche infezioni rare in pazienti affetti da Aids causate da funghi parassiti - Aspergillus fumigatus, Penicillium marneffei, Fusarium proliferatum, Alternaria alternata, Mucor sp., Rihzopus sp., Curvularia sp., e Bipolaris sp. La maggior parte di questi organismi infettano le persone attraversi il sistema respiratorio, o per contatto di mucose con materiale contaminato. Inalare da una sigaretta di cannabis contaminata con ognuno di questi organismi rappresenta un rischio. LA MICROFLORA DELLA CANNABIS VIRUS E PROTOZOI Cates e Warren (1975) associarono l uso di cannabis con un epidemia di epatite B in Germania, ma non isolarono il virus dal materiale delle piante. Casi di epatite A nello stato di Washington (Usa) sono stati associati con il consumo di cannabis messicana concimata con escrementi umani (Alexander 1987) Non sono stati individuati protozoi nella cannabis in letteratura. BATTERI Diverse specie di batteri citati come presenti sulla cannabis sono patogeni umani, e producono tossine: Taylor et al. (1982) isolò Salmonella muenchen da cannabis di provenienza illecita. Ungerlerder et al. (1982) coltivarono, da cannabis fornita dal National Institute for Drug Abuse (NIDA), Klebsiella pneumoniae, >Enterobacter cloacae, Enterobacter agglomerans, Streptococcus del gruppo B, e Bacillus sp. Kurup et al. (1983) isolarono diversi attinomiceti termofillici: Thermoactinomyces candidus, T. vulgaris, e Micropolyspora faeni.

3 Questi organismi, sebbene non portatori di infezioni, possono causare polmonite in individui ipersensibili. FUNGHI Nella stampa popolare, Margolis e Clorfene (1975) e DuToit (1980) descrivono muffe che colonizzano cannabis rispettivamente negli stati uniti e in Sudafrica. Sorprendentemente, entrambe le descrizioni dicono che la muffa aumenta gli effetti psicotropi della cannabis. Queste pubblicazioni diedero inizio ad una credenza passeggera fra gli utilizzatori di cannabis, che esposero la loro cannabis alle muffe, con la speranza di aumentare la potenza del loro raccolto. Il fungo nerastro come una ragnatela descritto da Margolis e Clorfene (1975) suggerisce una specie di Aspergillus. Chusid et al. citano Aspergillus fumigatus causare polmonite in un paziente che seppellì la sua cannabis per invecchiarla. Llamas et al. (1978) trovarono A. fumigatus da cannabis in possesso di un paziente sofferente di aspergillosi bronco polmonaria allergica. Kagen (1981) isolò diverse specie di Aspergillus da cannabis ammuffita, inclusi A. fumigatus, A. niger, A. flavus, A. tamarii, A. sulphureus, e A. repens dai semi. Schwartz (1985) isolò A. niger dai seni nasali di un fumatore di cannabis che soffriva di severe dolori di capo. Llewellyn e O Rear (1977) dimostrarono la produzione di aflatossine in cannabis contaminata con A. flavus e A. parassitica. Specie di Penicillium sono state isolate da sigarette di cannabis da Kagen et al. (1983) e Kurup et al. (1983). Abu et al. misero a coltura P. chrysogenum da semi di cannabis. Desh Dottor riferisce aver isolato P. italicum da cannabis immagazzinata con bucce d arancio a 0 C. Specie di Mucor sono state trovate in cannabis da Kagen et al. (1983) e Kurup et al. (1983). Uno zigo micete correlato, Rhizopus stolonifer, è stato isolato da cannabis umida da Desh Dottor (1993)- Abu et al. coltivarono da semi di cannabis diversi altri funghi che, in accordo con Bosche et al. (1990) possono causare infezioni parassitiche in pazienti con Aids. Fra questi troviamo Alternaria alternata e Curvularia lunata. McParland (1983, 1991,1992) trovò questi funghi sulla cannabis in campo, oltre a più varietà di Fusarium. Tutti questi funghi producono tossine. Ramirez (1990) cita quattro poliziotti ammalatisi di istoplasmosi, causata da Histoplasma capsulatum, dopo aver distrutto un campo di cannabis in Puerto Rico. RICONOSCIMENTO DEI CONTAMINANTI NELLA CANNABIS I coltivatori e i consumatori di cannabis identificano i contaminanti microbiologici per mezzo di diverse tecniche di investigazione rudimentali, ma che sembrano efficaci. I loro metodi sono simili a quelli utilizzati dai coltivatori di tabacco (Lucas, 1975). ESAMI VISIVI La cannabis contaminata spesso diventa di colore più scuro e mostra cambiamenti nell aspetto della superficie. Nel materiale ammuffito diventano visibili filamenti di ife fungali di colore dal bianco al grigio pallido. Esposti alla luce, i funghi producono spore, dando un apparenza filacciosa. In genere, le varietà di Rhizopus e di Mucor producono spore di colore grigio-nero, i conidi di Penicillium sono di un leggero blu-verde, e i conidi di Aspergillo sono di un verdenero scuro. ESAMI OLFATTORI La cannabis non contaminata produce un odore mentolato o aromatico. Quando infestata, l odore cambia verso un odore di stantio o di muffa. Desh Dottor riferisce che P. italicum produce un odore come di lavanda o di giglio, e A flavus odora come una stanza degli armadietti. ESAMI DELLA TEMPERATURA La cannabis che sta subendo una rapida decomposizione può risultare più calda al tatto. ESAMI DELLA FLUORESCENZA Desh Dottor ha esaminato cannabis alla ricerca di A. flavus, che produce aflatossine, con una lampada UV-A. Il materiale contaminato ha una fluorescenza di un colore verde leggero. Questo metodo di esame non è stato provato da altri ricercatori (Llewellyn e O Rear, 1977)

4 IDENTIFICAZIONE Se alcuno degli esami sopra menzionati è positivo, la cannabis sospetta viene rimossa, senza l identificazione del contaminante. Se si desidera il riconoscimento, la Cannabis viene o messa in cultura o esaminata in laboratorio. Kurup et al. (1983) e Kagen et al. forniscono la descrizione di metodi di cultura usati per identificare i contaminanti microbiologici. La cannabis può anche essere testata con kit per bioassay, che scoprono microrganismi specifici. Questi kit utilizzano la tecnologia ELISA (enzyme linked immunoassorbent assay). Sono più precisi che la messa a cultura, e più veloci, ma anche molto più costosi. L identificazione sicura di tossine microbiologiche può richiedere un esame gas-cromatografico (Rood et al, 1988). ELIMINAZIONE DEI CONTAMINANTI Kurup et al. (1983) dimostrò che le spore di Aspeergillus fumigatus e Mucor spp. sopravvivono nel fumo di combustione delle sigarette di cannabis. Anche, alcune tossine microbiologiche non sono degradate dalla combustione (Llewellyn e O Rear, 1977). Moody et al. (1982) esaminarono pipe ad acqua usate per fumare cannabis contaminata da Aspergillus. Trovarono una riduzione nella trasmissione delle spore fungine di solo il 15%. Lewitz e Diamond (1991) suggerirono di tostare la cannabis in forni da cucina a 150º C. per 5 minuti prima di fumarla. Il trattamento in forno uccide le spore di A. fumigatus e non degrada il componente attivo della cannabis,thc. Ungerlerder et al. (1982) sterilizzarono la cannabis col gas, con una miscela del 12% di ossido di etilene e l 88% di diclorodifluorometano, a 8,5-10 psi, per 4,5-5 ore. Non registrarono perdite di THC causate dalla fumigazione. Ma rimangono tasche d aria con residui di materiale fumigato, che sono anche loro un pericolo per la salute. Sterilizzarono la cannabis anche con l irradiazione di un alta dose di cobalto 60 (20000 Gay Unitis, o meno), anche questa volta senza diminuzione del THC. Nessuno di questi sistemi, daltronde, distrugge gli antigeni microbici. I pazienti sensibili possono ancora avere bronco spasmi dopo aver fumato materiale trattato. Nessuno di questi sistemi decompone le tossine microbiche. Il miglior metodo per eliminare questi antigeni e tossine è eliminare il materiale infetto Questo richiede una seria attenzione da parte sia dei coltivatori che dei consumatori. Tecniche di coltivazione adeguate dovrebbero eliminate i patogeni degli umani. Un attenta coltivazione evita anche la maggior parte dei patogeni parassiti delle piante. Un attenzione particolare è richiesta al momento del raccolto, per evitare di danneggiare la cannabis prima che secchi completamente. La cannabis conciata col calore contiene meno funghi parassiti che quella conciata all aria o con l umidità. La cannabis conciata con l umidità (comune la cannabis proveniente dalla Columbia offerta sul mercato nero) mantiene una tradizione di contaminazione con Aspergillus (Desh Dottor 1993). Desh Dottor asserisce che l infestazione di funghi parassiti non può avvenire in materiale cannabico che contenga meno del 15% di umidità: La cannabis essiccata in modo appropriato contiene circa il 10% di umidità (sotto il 10% il materiale diventa eccessivamente friabile). Il materiale secco, non ripulito dalle foglie, in piccole quantità, può essere allora messo sottovuoto in sacchetti di plastica. Questo sistema di impacchetta mento è diverso dalla cannabis che veniva fornita dal NIDA. il NIDA forniva cannabis sotto forma di sigarette già preparate, in lattine (Chiatta e Piedi 1989). L aprire sacchetti di cannabis chiusi ermeticamente riespone il materiale alle contaminazioni. I consumatori devono evitare che la cannabis riassorba umidità oltre il 15%. La conservazione in congelatore non protegge la cannabis dall umidità oltre il 15%. Si sconsiglia di introdurre nella cannabis da conservare bucce di limone o di arancio (per darle un aroma gradevole, come asserivano Frana e Rosenthal, 1978), perché la buccia potrebbe introdurre nella cannabis Penicillium o Apergillium spp.. Il materiale contaminato dovrebbe essere eliminato. CONCLUSIONI Molti articoli hanno descritto un gran numero di microrganismi che risiedono sulla cannabis. Senza dubbio questi pericoli rimangono sconosciuti a molti ricercatori. Schwartz (1987) si chiede se la provenienza di una sinusite di un giovane paziente,causata da Curvularia lunata, possa essere cannabis contaminata. Brummund et al. (1987)replicano che è possibile, ma nella letteratura sulla cannabis non sono state riportate specie di Curvularia. Tuttavia, questo fatto fu anche riportato da Abu et al. (1977). La cannabis coltivata e raccolta con cura procura una quantità minima di microrganismi pericolosi. Per una sicurezza ulteriore, il materiale deve essere esaminato contro alcuna contaminazione

5 prima di essere impacchettato per essere utilizzato come cannabis terapeutica. Siccome le infezioni parassitiche sono di maggior rischio per pazienti immunosoppressi, la cannabis dovrebbe essere sterilizzata, preferibilmente per mezzo di raggi gamma. Infine, ai consumatori devono essere fornite istruzioni chiare su come maneggiare il materiale,perché la loro cannabis non diventi contaminata prima dell uso. REFERENZE: