INFEZIONI VIRALI A TRASMISSIONE MATERNO-FETALI
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- Ada Brescia
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1 INFEZIONI VIRALI A TRASMISSIONE MATERNO-FETALI Alcune malattie infettive ad eziologia virale e andamento benigno nei soggetti immunocompetenti, se sono contratte durante la gravidanza, possono rappresentare un pericolo per il feto. Per alcuni virus, come cytomegalovirus, il virus della rosolia e della varicella, è stato dimostrato il potere teratogeno, per altri, come il virus del morbillo non è stata dimostrato il potere teratogeno ma può essere causa d aborto.
2 INFEZIONI VIRALI A TRASMISSIONE MATERNO-FETALI I maggiori danni d organo si verificano nel feto durante l embriogenesi, soprattutto durante il secondo trimestre di gravidanza.
3 INFEZIONI VIRALI A TRASMISSIONE MATERNO-FETALI Altre patologie infettive, come l epatite B e C, l HIV o l HSV, non sono causa di malformazioni ma possono essere trasmesse al feto soprattutto al momento del parto. Da quanto detto si comprende l importanza della diagnostica di laboratorio che per mezzo dello screening pregravidico di routine verifica lo stato immunologico della donna nei confronti di questi virus, consententendo la vaccinazione quando possibile ed il monitoraggio a cadenza prefissata durante la gravidanza.
4 CYTOMEGALOVIRUS
5 CYTOMEGALOVIRUS L infezione da CMV è molto diffusa nella popolazione mondiale. Si manifesta con una malattia febbrile caratterizzata da linfoadenopatia, faringite e a volte splenomegalia; negli ospiti immunocompromessi e nei soggetti trapiantati CMV è causa di retinite, encefalite,polmonite interstiziale, colite ed epatite.
6 CYTOMEGALOVIRUS Retinite
7 CYTOMEGALOVIRUS La diagnosi di infezione acuta si basa sulla sierologia, soprattutto quando è accertata la sieroconversione, evidenziando la presenza delle immunoglobuline specifiche della classe IgG ed IgM. Il rilievo di IgM specifiche non può considerarsi, come dato isolato, prova di infezione in atto, in quanto è possibile osservare una positività verso le IgM anche in occasione di riattivazione e reinfezione esogena.
8 CYTOMEGALOVIRUS Le metodiche più frequentemente adoperate sono l E.L.I.S.A., l I.F.A.e i test di blotting. L immunofluorescenza indiretta e ancor più le metodiche di blotting risultano di grande utilità come test di conferma.
9 CYTOMEGALOVIRUS
10 CYTOMEGALOVIRUS La ricerca di IgG a differente avidità (ELFA) è una metodica che permette di differenziare una infezione primaria ( IgG a bassa avidità) da una secondaria (IgG ad alta avidità) e aiuta nel discriminare tra infezione primaria e ricorrente.
11 CYTOMEGALOVIRUS Diagnosi di infezione nei soggetti AIDS La diagnosi di infezione acuta, nei soggetti con AIDS, si effettua mediante la ricerca del virus o dei suoi componenti. L identificazione di Cytomegalovirus nel sangue o nel liquor rappresenta un marcatore d infezione disseminata. La metodica maggiormente adoperata è la PCR con la quale è possibile determinare anche la quantità di genomi virali presenti (viremia quantitativa) e quindi di monitorare il decorso della malattia e l efficacia terapeutica.
12 HERPES VIRUS
13 HERPES TIPO I e TIPO II I due sierotipi causano lesioni mucocutanee localizzate prevalentemente alla zona buccale (HSV1) e genitale (HSV2). La trasmissione dell HSV avviene per contatto diretto. La sintomatologia è caratterizzata dalla presenza dilesioni vescicolari sulla cute e sulle mucose.
14 HERPES TIPO I
15 HERPES TIPO I
16 HERPES TIPO II
17 HERPES TIPO I e TIPO II HSV1 è causa di gengivostomatite mentre HSV2 si localizza prevalentemente alle mucose genitali. Una particolare manifestazione clinica provocata sia da HSV1 che HSV2 è data dalla cheratocongiuntivite. Nei soggetti immunodepressi e con AIDS, HSV può essere causa di polmonite, esofagite, epatite, colite, malattia cutanea disseminata ed encefaliti.
18 HERPES TIPO I e TIPO II La diagnosi di laboratorio è sierologica, per mezzo della determinazione delle IgG ed IgM specifiche, quando si vuol definire lo stato immunologico del soggetto nei confronti dell HSV, ovvero per studi epidemiologici e nella diagnosi delle infezioni primarie.
19 HERPES TIPO I e TIPO II La metodica più frequentemente adoperata è l E.L.I.S.A. L I.F.A. è adoperato come test di conferma. La sierologia presenta alcune limitazioni diagnostiche nella distinzione tra HSV1 ed HSV2, infatti pur essendo forniti dal commercio Kit che differenziano HSV1 da HSV2, non sempre è facile distinguere i due virus in quanto essi presentano reattività crociata..
20 HERPES TIPO I e TIPO II La ricerca diretta è possibile per mezzo di anticorpi monoclonali coniugati con isotiocianato di fluoresceina. Recentemente sono state proposte metodiche di biologia molecolare (PCR) che tendono a sostituire l isolamento virale, fino ad oggi considerato il metodo d elezione per la caratterizzazione dei sierotipi o per la diagnosi differenziale nelle localizzazioni anatomiche insolite come quelle encefaliche nei pazienti con AIDS.
21 DIAGNOSI DI INFEZIONE DA VIRUS HERPES 8 (HHV8)
22 HERPES 8 Herpes virus 8 è un gamma herpesvirus ed è presente soltanto negli uomini. Non sono stati descritti serbatoi animali. E un virus di recente acquisizione, isolato nel 1994 nei tessuti di un soggetto con AIDS e sarcoma di Kaposi. Il virus può essere isolato mediante coltivazione in cellule di rene embrionale umano.attualmente si ipotizza che l HHV8 partecipi come concausa all eziologia del sarcoma di Kaposi.
23 VIRUS DELLA ROSOLIA Il virus della rosolia è un virus a RNA che viene trasmesso tramite le goccioline di Flugge. E causa di una malattia esantematica febbrile benigna. La rosolia può avere un decorso grave nei soggetti immunodepressi e se contratta nei primi mesi di gravidanza è causa di malformazioni fetali. E disponibile il vaccino. La diagnosi si basa sulla ricerca delle immunoglobuline della classe IgG ed IgM eseguita con test E.L.I.S.A., E.L.F.A. o I.F.A. e sulla ricerca del virus nelle uri
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