La plaza de la Villa oggi, con la torre de los Lujanes e il palazzo municipale, e la calle mayor addobbata per l ingresso di Carlo III nel 1759

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1 MADRID Nel 1561 Filippo II decide di stabilire la propria corte, fino ad allora di fatto itinerante, a Madrid, avviando quasi subito i lavori dell Escorial un magnifico castello distante quaranta chilometri, il pendant di quello di Fontainebleu a Parigi, qui con le tombe reali che a Parigi o a Londra erano custodite da un abbazia, a Saint Denis o a Westminster ma accontentandosi in città di riorganizzare l Alcazar, l antica fortezza degli almoravidi, affacciato verso la città ma anche su un vasto giardino attraversato dal Manzanares, dove costruisce poi la casa del Campo, una residenza più intima. Il palazzo dell Alcazar con in basso il giardino e il ponte di Segovia e in alto il profilo della modesta cattedrale di santa Maria de la Almudena, e la casa del Campo con il ponte sul Manzanares Le ragioni di questa scelta rimarranno per sempre oscure. Perché allora l impero di Filippo II sul quale, diceva suo padre, non tramontava mai il sole era esteso dall America meridionale all Austria, ai Paesi Bassi, ai principati della Germania, alla Lombardia, alla Sicilia, sicché semmai il suo cuore geografico sarebbe stata Lisbona. Se poi avesse dovuto essere una città spagnola, Toledo, al centro della penisola, vantava una grandiosa cattedrale e un alcazar altrettanto imponente: ma forse ha rilievo che Madrid non avesse appunto né un clero consistente né una nobiltà consolidata che potesse costituire un fastidioso contraltare al dominio della corte, tanto che per secoli verrà detto Madrid es la corte. Questa designazione a città capitale, a quei tempi, non comportava vasti interventi edilizi, perché non esistevano ancora tutti i ministeri e tutti gli altri organismi del governo di oggi che arriveranno con le capitali nazionali dell Ottocento ma soltanto i castelli delle signorie (come quello sforzesco a Milano o quello dei Montefeltro a Urbino) e nel resto dell Europa appunto i palazzi dei sovrani, dove 1

2 venivano concentrate quelle diverse centinaia di persone che costituivano la corte e l amministrazione dello Stato, spesso contrappuntati, come a appunto a Parigi, a Londra ma anche a Bruxelles o a Lisbona, da un castello ai margini della città. Declinata da tempo la dominazione araba l Alcazar è una grandiosa fortezza ormai in disuso, sopra una lieve collina che sorveglia una Madrid simile a tutte le altre cittadine europee: ha una cattedrale, santa Maria dell Almudena (ricostruita cent anni fa), più modesta di quella primaziale di Toledo, situata come di consueto ai margini dell incasato, di dove prende avvio una strada maestra che attraversa tutta la città, scandita dalla piazza principale con la chiesa di san Salvatore, nella quale la civitas tiene le sue assemblee fin dal Trecento prima che nel 1695 venga realizzato proprio lì un vero palazzo municipale e dove sono affacciati altri cospicui edifici pubblici, il palazzo degli archivi municipali, la Hemeroteca, e privati, il palazzo Cisneros, il palazzo e la torre de los Lujanes (dove rimarrà prigioniero, dal 1525 al 1526, Francesco I, dopo la disfatta di Pavia), una piazza che è convegno quotidiano dei mercanti più cospicui ma anche delle bancarelle più modeste. Ora la strada maestra prosegue diventando la calle mayor, fino al crocicchio con una sequenza trasversale che segna il confine tra i suoi due nuclei originari e soprattutto apre a sud verso il prato della fiera, l Arrabal, e di lì diventa strada principale, con le botteghe di maggiore pregio, per finire alla puerta del Sol, sulla quale confluiscono tutte le strade che collegano la città al nord della penisola. Tuttavia, se la strada principale secondo la consuetudine canonica è disposta tra la piazza principale e la porta più importante, tematizzando così i quartieri orientali, i conventi dei domenicani e dei francescani (demoliti nell Ottocento) saranno entrambi nei quartieri occidentali, il primo a nord della strada maestra e il secondo a sud, dove dietro ai palazzi sulla plaza de la Villa sono addensati come a Barcellona nel carrer Montcada - i palazzi delle famiglie eminenti, nella calle de los Mancebos e nella costamilla de san Andrés, mentre poco oltre il mercato dei cereali, così rilevante nella città antica, contrassegnava plaza de la Cebada, la piazza delle feste popolari. La plaza de la Villa oggi, con la torre de los Lujanes e il palazzo municipale, e la calle mayor addobbata per l ingresso di Carlo III nel

3 Questa cittadina è a sua volta al centro di una sterminata e deserta meseta agricola dalla quale traggono le loro rendite le famiglie più doviziose, che se ne sono col tempo impadronite, ma che non offre altre occasioni economiche, coltivazioni intensive e variate, commerci marittimi, capitali finanziari come Londra, come Parigi, come Genova o come Venezia.. Nello stesso 1561, quando la corte viene stabilita a Madrid, un incendio ha distrutto la piazza principale di Valladolid e Filippo II ha preteso che venga ricostruita con una architettura uniforme su tutti e quattro i lati: è il primo esempio di una piazza monumentale così completa, perché sia la piazza dell Annunziata a Firenze sia la piazza del Campidoglio a Roma erano aperte su uno dei lati, e una piazza simile il sovrano avrebbe voluto anche a Madrid, promuovendo la ricostruzione dell Arrabal come una plaza mayor monumentale progettata seguendo i medesimi principi estetici. Da un lato la farraginosità degli espropri rallenta parecchio questo programma ma dall altro non è certo che i sovrani amino davvero la loro nuova capitale, se ancora ai primi del Seicento la corte verrà condotta per qualche tempo a Valladolid, ma la loro scelta sarà davvero definitiva e verrà suggellata quando, nel 1617, Filippo III promuoverà finalmente la plaza mayor alla maniera di quella dio Valladolid, il cui modello sarà in quegli anni ripreso da place Louis XIII place des Vosges a Parigi. 3

4 Ma non mancano differenze. La piazza di Valladolid è la piazza principale della città, con il palazzo municipale e di fronte, nell Ottocento, il teatro cittadino, mentre la plaza mayor di Madrid è una piazza di mercato il cui edificio principale sarà la Panaderia, anche se, quando è libera dalle bancarelle, vediamo attardarvisi tutti i ceti sociali e soprattutto vediamo i suoi balconi spesso affittati a chi voglia comodamente assistere a una corrida o a un autodafè o gremiti e decorati di stoffe preziose nelle grandi occasioni. La plaza mayor con la Panaderia sullo sfondo - nel suo ruolo prevalente di piazza del mercato con tutte le bancarelle e le tende dei prodotti alimentari, e come luogo del palio tra le corporazioni La plaza mayor nel suo ruolo di passeggio e di plaza de toros La plaza mayor come tribunale dell Inquisizione e come teatro di avvenimenti memorabili: qui, con tutte le finestre decorate da stoffe, all incoronazione di Carlo III nel 1759 Sia la plaza mayor di Valladolid sia quella di Madrid erano costituite da fabbricati della medesima architettura ma staccati tra loro: a Valladolid questo stacco incoraggerà col tempo la diversificazione delle loro facciate, mentre a Madrid e in seguito anche a Cordoba e a Salamanca gli edifici verranno collegati da grandi arconi a cavallo delle strade d ingresso costituendo un complesso unitario rimasto ancora oggi tale. 4

5 La plaza mayor di Valladolid oggi La plaza mayor di Madrid Le plaza mayor di Cordoba e di Salamanca Se la promozione a capitale non comporta per ora gli edifici dei ministeri, è invece seguita dall addensarsi di qualche casata nobile nell ultimo tratto della calle mayor e di qualche palazzo pubblico lungo calle de Alcalà, una nuova strada monumentale disposta come in molte altre città in sequenza con la strada principale, lungo il tracciato delle vecchie vie che conducevano verso il nord est del paese e dalla quale entravano i sovrani. Ma la sequenza quasi canonica strada principale strada monumentale comporta di solito che, nella cerniera tra le due strade, sia disposta la piazza principale: sicché anche a Madrid piazza principale diventerà proprio per questo puerta del Sol, al centro di questa sequenza. L aspetto attuale di puerta del Sol, realizzato a metà dell Ottocento in forma regolare e semicircolare, sottolinea non soltanto che questa piazza è il centro della città ma perché la sua forma ellittica comporta che tutte le sue strade vi dovrebbero idealmente confluire anche dell intera Spagna: qui verrà costruito 5

6 nel Settecento il palazzo delle poste centrali con il suo svettante orologio le poste saranno uno dei temi fondamentali di un paese, perché gli uffici postali sono il suo presidio visibile, di qui verranno misurate le distanze dalle altre città, da un cippo cui verrà in seguito sovrapposta la statua dell orso e del corbezzolo, simbolo di Madrid. E senza discussione la piazza principale, lo scenario privilegiato della sfera civica, ma anche il cuore del Paese, dove prenderà l avvio, nel 1808, la rivolta a antifrancese e dove il 15 aprile 1931, appena comparso al balcone la bandiera repubblicana, tutti i cittadini correranno nella notte, senza doverselo dire, per vederla alle cinque del mattino bagnata dal primo raggio di sole. Puerta del Sol rinnovata, con le poste sulla destra Il ruolo monumentale della sequenza di di calle de Alcalà culmina, verso il 1630, nella villa reale del Buen Retiro un grandioso fabbricato corredato da un vasto giardino all italiana che precorre e suggerisce con la sua dimensione gigantesca quello di Versailles dove il protocollo suggerirà a tutte le famiglie nobili che desiderino qualche beneficio, una rendita perpetua o un matrimonio vantaggioso, di risiedere qualche tempo accanto al sovrano, per far maturare la giusta occasione, semmai affittando pro tempore un qualche dignitoso appartamento in città. Sicché, se il territorio agricolo non consentiva fortune vistose, se mancavano altre fonti reddito, se la corte tutta intera era tenuta a frequentare il Buen retiro, è chiaro che la città non avrebbe avuto che modesti temi collettivi e pochi palazzi nobili memorabili, quelli che oggi ancora vediamo invece per esempio a Genova. 6

7 Il palazzo del Buen Retiro Viene nel frattempo di moda nelle città spagnole, alla fine del Cinquecento, la passeggiata alberata, prima a Siviglia l avenida de Hercules e in seguito a Valencia il paseo de la Alameda, e a Madrid le carrozze così numerose da costituire una sorpresa per tutti i viaggiatori sono incolonnate per la loro passeggiata serale davanti al Buen Retiro, all ombra degli alberi che crescono irregolari lungo il corso di un rigagnolo. Il paseo del Prado a metà del Seicento nella pianta di Texeira e in una veduta 7

8 Le carrozze lungo la calle de san Jerònimo verso il paseo del Prado Tra la seconda metà del Settecento e la prima metà dell Ottocento la calle mayor viene contrappuntata da una sequenza che sembra voler esaltare nelle pietre la monarchia moderna di Carlo III e poi dello Stato. Alle spalle dell Alcazar, ora trasformato dopo esser stato distrutto da un incendio - in un grandioso palazzo reale, sulle rive del Manzanares viene tracciato un nuovo paseo che costeggia il Campo, mentre di fronte viene aperta la plaza de Oriente (perché appunto a oriente del palazzo) una sorta di place royale con al centro la statua di Filippo IV e tutta circondata, oltre che da facciate uniformi, dalle statue della dinastia un idea suggerita dal prato della Valle che a Padova celebra in un corteo le statue dei cittadini più illustri e conclusa di fronte dal teatro lirico, il quale ha a sua volta una seconda facciata dalla parte opposta, su una piazza circondata anch essa da edifici con la medesima architettura (oggi forse irriconoscibile). Questo contrappunto di piazze sembra voler sottolineare l origine dinastica della nazione e contemporaneamente la sua dignità costituzionale, aprendo la sequenza con la strada dove vanno addensandosi i nuovi palazzi della borghesia una strarada monumentale resa trionfale dalla facciata orientale del teatro conclusa dalla piazza principale della città, puerta de Sol, ma anche ripresa, come un motivo musicale in crescendo, dalla nuova porta de Alcalà che fa della calle una strada trionfale e subito dopo dalla plaza de Toros, ma soprattutto ritmata dalla sistemazione del paseo del Prado, con i suoi filari rettilinei e regolari e, ai primi dell Ottocento, dal museo, dall orto botanico, dall obelisco che celebra i moti antifrancesi del 1808, e dal giardino del Buen Retiro - nel frattempo demolito dai francesi aperto al pubblico dopo la metà del secolo. Il prato della valle a Padova e la piazza d Oriente 8

9 Calle dell Arenal, con il fondale del teatro e la sistemazione del paseo del Prado La plaza de Toros e la porta di Alcalà con la veduta della sequenza L intera sequenza dal palazzo reale alla piazza de Alcalà A contrappuntare questa sequenza che attraversa tutta la città e che è andata prendendo forma nei primi tre secoli del suo ruolo di capitale verrà tracciata nel Novecento una nuova sequenza che ne riprende il filo dalla porta di Alcalà ma piegandolo, nella piazza di Cibeles e all ombra della banca di Spagna, nella Gran Via, una nuova strada principale ma anche monumentale dove saranno affacciati banche, grandi holding, cinematografi, auditorium, circoli militari e club borghesi, grandi magazzini, risalendo poi verso nord, verso il quartiere universitario, fino 9

10 a concludersi con un arco trionfale che sembra lì a contrappuntare quello di Alcalà dalla parte opposta, là dove, affinché la sequenza abbracci la città intera, la plaza de Toros è stata spostata ai suoi estremi confini. La Gran Via verso il 1930 L arco che apre la sequenza della Gran Via e la nuova plaza de Toros Questa sequenza ha al centro la piazza della Nazione moderna, piazza di Spagna con il monumento al suo eroe quasi eponimo, don Chisciotte che contrappunta, legata da una lieve strada monumentale la plaza de Oriente, la piazza antica dello Stato monarchico. 10

11 Plaza de Espana con il monumento a don Chiscotte e a Sancho Panza e calle de Bailén, la breve strada monumentale che la lega a plaza de Oriente, la cui integrità è stata protetta da una galleria La Gran via La Gran Via non sarà soltanto il contrappunto della sequenza perseguita e arricchita da tre secoli, da santa Maria de la Almudena alla prima plaza de Toros, ma diventerà da subito il braccio trasversale di una grandiosa croce di strade il cui braccio longitudinale sarà una grandiosa passeggiata, la Castellana, modellata sull esempio degli Champs Elysées. 11

12 Sarà imprevista la calle de Atocha a innescare la Castellana. Calle de Atocha è una strada popolare disposta a partire da un angolo della plaza mayor, dalla quale trae il significato di vivace strada principale di secondo rango che contrappunta calle de Alcalà, e come calle de Alcalà intreccia una sequenza con il paseo del Prado, la passeggiata nobile della città, così nel Settecento a calle de Atocha verrà intrecciata una passeggiata più appropriata al ceto medio, il paseo de las Delicias, al centro di un tridente di viali che costituisce oggi ancora il nerbo dei quartieri meridionali. Il paseo del Prado e il paseo de las Delicias nel tardo Settecento Le sequenze orientali in una pianta del

13 Ma alla metà dell Ottocento proprio di fronte alla calle de Atocha verrà attestata la stazione principale della città, dando alla sua piazza il significato di una porta aperta sul progresso e dunque, in una città che da sempre soffriva il dubbio d essere soltanto il luogo della corte, l avvio di una sequenza tutta moderna. Di lì infatti il paseo del Prado verrà prolungato verso nord, diventando la Castellana, dove sono schierati tutti i temi più recenti della città, l osservatorio astronomico, il museo della Reina Sofia, che integra il museo del Prado, poi la plaza de la Lealtad tematizzata dalla borsa e dal grand hotel di fronte all obelisco, poi plaza de Cibeles con la banca di Spagna, poi plaza de Colon con il centro culturale della città, poi il grande giardino del Descubrimiento, poi lo stadio Bernabeu caso rarissimo di uno stadio disposto in una sequenza tutta cittadina e la biblioteca nazionale, fronteggiati a loro volta dalle torri di Colon e dallo schieramento nuovo dei ministeri. Risalendo la collina la Castellana diventa una strada trionfale, con una sua provvisoria conclusione alla porta d Europa, due grattacieli inclinati che, sempre forse per riprendere gli Champs Elysées, sembrano tuttavia richiamare non soltanto, per il loro aspetto di una porta di ispirazione antica in forme moderne, la arche della Defense, ma per essere collocati al colmo della collina anche il segno di una sequenza che prosegue oltre, come l arc de Triomphe: e in effetti le Torri Kio inquadrano già a loro volta, di là del colmo, un nuovo centro dei congressi, mentre la Castellana sembra voler proseguire all infinito a tematizzare i nuovi quartieri della città. I due grattacieli che segnano la Castellana al colmo della collina La nuova croce di strade esalterà la Gran Via, che nel contrappuntare l antica sequenza riprendendone la coda nella piazza di Cibeles, là dove calle de Alcalà incrociava il paseo del Prado, con la sua forza simbolica la renderà col tempo relativamente marginale, risucchiando anche i negozi più prestigiosi dalla calle mayor, quelli più singolari alla calle de Preciados disposta in sequenza con Puerta del Sol e ora esaltata da due grandi magazzini Corte Inglés e quelli più rilevanti addirittura oltre la Gran Via, in Fuencarral, e la ridurrà a quella che chiamiamo oggi la città vecchia e nel suo cuore, oltre puerta del Sol, il casco antiguo: che nella sua levità monumentale sembra rappresentare de visu la contraddizione serpeggiante da secoli tra lo splendore della corte e la modestia della civitas. 13

14 La lunga sequenza della Castellana, la croce di strade e il casco antiguo La grande croce rispecchia il principio, maturato nel corso dell'ottocento, che l avvenire della città fosse verso settentrione, principio rispecchiato dal piano regolatore del 1860 disegnato dal de Castro e quasi contemporaneo del piano di Cerdà per Barcellona una scacchiera racchiusa da una cintura di boulevard larghi trenta metri, simile al piano disegnato dal Beruto vent anni dopo per Milano. Il piano regolatore di de Castro 14

15 In effetti l intuizione del de Castro verrà presto confermata dal marchese di Salamanca, un vivace imprenditore edilizio che avvierà lo sviluppo dei quartieri a oriente della Castellana seguendo la suggestione della croce di strade disegnata nel suo piano regolatore, un nuovo quartiere privilegiato dalla borghesia sul finire dell Ottocento, il cui braccio longitudinale, calle del principe di Vergara, verrà in seguito contrappuntato a occidente stretto alla Castellana dalla calle Serrano, oggi forse la strada principale forse di tutta Madrid, e più tardi ancora assicurerà una continuità simbolica ai quartieri contemporanei a nord della città. Del resto il privilegio per la parte settentrionale della città è manifesto in altri quartieri a ovest della Castellana, che rispecchiano il gusto per la croce di strade anche quando disposte diagonalmente rispetto alla quadrettatura di de Castro, e in parecchie sistemazioni locali che mostrano puntualmente una vivace intenzione estetica. Avenida del presidente Carmona, plaza dos de Mayo, e plaza Salvador Dalì con il palazzo dello sport Questa lieve trascuratezza per i quartieri meridionali della città è di antichissima data: se fino alla metà del Cinquecento i palazzi delle famiglie più cospicue stavano a sud della plaza de la Villa, accanto alla plaza della Cebada, la percezione della geografia sociale della capitale verrà rapidamente modificata a favore della sequenza cadenzata sulla calle mayor. Ora è infatti la corte a imprimere alla città il suo carattere dominante, e i mestieri tradizionali, le corporazioni che ancora andavano affrontandosi nel palio nella plaza mayor, sono relegati in secondo piano con la cittadinanza estranea al servizio del sovrano. Che da calle de Toledo arrivasse dall Andalusia nella plaza mayor la maggior parte delle derrate alimentari la rendeva troppo mercantile per venire presa in considerazione dalla città di corte, tant è che soltanto nel breve dominio francese, agli inizi dell Ottocento, vedremo un sovrano di estrazione borghese riconoscerne finalmente il rilevante ruolo nell economia cittadina, sottolineando la porta di Toledo con un arco trionfale, di dove poi verranno tracciate non le strade ortogonali proposte per i quartieri settentrionali ma piuttosto un grazioso contrappunto del tridente settecentesco generato dalla porta di Atoche, dominato dal paseo de las Delicias, a sua volta evidente ripresa del tridente di Aranjuez, il castello e la cittadina costruiti a imitazione di Versailles pochi chilometri oltre sulla strada dell Andalusia. 15

16 Aranjuez e Versailles Calle de Toledo agli inizi del Novecento. Nei quartieri meridionali ricorrono diagonali e tridenti, che mancano nei quartieri settentrionali disegnati da de Castro. Così la trama stradale della città sembra rispecchiare in maniera clamorosa i due contrapposti punti di vista che dominano il disegno della città nel corso dell Ottocento, quello razionalista che pretende di ridurle alla maglia ortogonale di una lottizzazione uniforme come sarà New York e quella che segue il principio di tagliarla con ampie diagonali, come sarà Washington: ma se a entrambi questi punti di vista verrà fatto ricorso nei molti piani regolatori di quel secolo, soltanto a Madrid i due schemi verranno contrapposti così clamorosamente, l uno a ispirare i quartieri settentrionali e l altro i quartieri meridionali della città. Washington e New York Ma tutto questo verrà messo in secondo piano dall exploit della grande croce di strade, forse per Madrid un fatto davvero simbolico. Questa città diventata quasi 16

17 per caso capitale di un impero, che ha trovato il suo senso soprattutto nell essere lo scenario della corte nel deserto della meseta, che è lentamente diventata nel corso dell Ottocento la capitale di un regno, con quei temi collettivi comuni a tutte le città europee dal teatro alla stessa cattedrale e che in questa omologazione ha cercato incerta la sua immagine in due differenti visioni estetiche della città, ha voluto poi venire riconosciuta, nel sangue delle sue rivoluzioni, davvero la capitale della nazione. E allora ha quasi trovato troppo misere quelle ambizioni riconducendole al grande disegno di Parigi, alla sua croce di strade dal ponte di Neuilly a place de la Nation e da saint Denis a val de Grace, a sua volta così simile a quell altra croce di strade che Palermo si è data nel Cinquecento, quando dopotutto era soltanto un vicereame dell impero ai tempi di Filippo II. La pianta tematizzata di Madrid con i nuovi quartieri 17

18 E forse questa ambizione riemerge proprio nella strategia del piano regolatore redatto nel 1985 che diversamente dalle altre città europee contemporanee affida il prestigio della città proprio a quella forma fisica, alla compatta bellezza dei suoi quartieri e dei suoi isolati, forse nel passato affidata soprattutto quasi soltanto alla croce della Gran Via e della Castellana e al suo contrappunto, quella di plaza de Salamanca. I nuovi quartieri di Sanchinarro, San Blas e Valdebernardo Questo ritratto di Caterina Cavo riprende la tesi della sua laurea nella facoltà di architettura di Genova; i quartieri moderni sono stati studiati da Ludovico Milesi 18