Deontologia e responsabilità professionali dell'assistente sociale. Laboratori di formazione per assistenti sociali. BRESCIA- 24 maggio -2012
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1 Deontologia e responsabilità professionali dell'assistente sociale Laboratori di formazione per assistenti sociali BRESCIA- 24 maggio -2012
2 1 QUESITO: quale responsabilità, quali conseguenze nel momento in cui ci sostituiamo all utente? DEFINIZIONE DI PRESA IN CARICO Fase del processo di aiuto nella quale l A.S. definisce, con la persona che chiede aiuto, un ACCORDO con l obiettivo di costruire insieme un progetto volto ad affrontare le sue difficoltà
3 Presa In Carico Criteri guida contenuti negli artt del C.D. Art. 11 Promuovere l autodeterminazione, le potenzialità, l autonomia, favorendo la costruzione di un rapporto fiduciario in un costante processo di valutazione Art. 12 Per l intervento professionale ènecessario acquisire l esplicito consenso Art. 18 intrattenere il rapporto professionale solo fino a quando la situazione problematica lo richieda
4 Presa In Carico Le richieste di intervento possono svilupparsi su più livelli: -INFORMATIVO: DIRETTO O INDIRETTO (accompagnamento/invio ad altro servizio/collega) -CONSULENZIALE ( PIC lieve ): interventi contenuti su aree specifiche per specifici obiettivi -UNA PRESA IN CARICO vera e propria: PROGETTO D AIUTO INDIVIDUALIZZATO
5 Presa In Carico Il percorso di presa in carico si avvia con la condivisione della valutazione sociale Se la persona utente condivide la valutazione sociale formulata dall assistente sociale si costruisce un accordo sul percorso di lavoro da fare insieme. Si definiscono : -Obiettivi - Interventi/azioni -strumenti -tempi - valutazione in itinere - Valutazione conclusiva
6 Presa In Carico Se la persona utente NON condivide la valutazione sociale formulata dall assistente sociale, si possono attivare diverse strategie 1. si puòvalutare che nonci sono le condizioni per lavorare insieme su un progetto 2. si puòpartire dalla valutazione dell utentee costruire un progetto, dandosi un tempopreciso di svolgimento e di verifica a breve termine
7 3. si puòchiedere alla persona di fidarsidi noi, di accettare la nostra valutazioneper costruire un progetto con un tempo definito per poter lavorare insieme 4.Di fronte ad adulti che ci paiono in grande difficoltà nell assumere scelte autonome e che vivono in oggettive condizioni di pregiudizio per la propria salute/incolumità( art 14 C.D.) valutare l opportunità di: - coinvolgere i familiari (dilemma etico) - segnalare la situazione al proprio responsabile per la proposta al Giudice tutelare o per fornire la notizia al PM (art. 406 C.C.)
8 IL CODICE DEONTOLOGICO SOSTIENE LA NOSTRA RIFLESSIONE SULLA PRESA IN CARICO Art. 14. L a.s. deve salvaguardare gli interessi ed i diritti degli utenti e dei clienti, in particolare di coloro che sono legalmente incapaci edeve adoperarsi per contrastare e segnalare all autoritàcompetente situazioni di violenza o di sfruttamento nei confronti di minori, di adulti in situazioni di impedimento fisico e/o psicologico, anche quando le persone appaiono consenzienti. Art. 18 L a.s. deve mettere al servizio degli utenti e dei clienti la propria competenza ed abilitàprofessionali, costantemente aggiornate, intrattenendo il rapporto professionale solo fino a quando la situazione problematica lo richieda o la normativa glielo imponga»
9 Art. 24 La natura fiduciaria con utenti o clienti obbliga l a.s. a trattare con riservatezza le informazioni ed i dati riguardanti gli stessi, per il cui uso o trasmissione, nel loro esclusivo interesse, deve ricevere l esplicito consenso degli interessati, o dei loro legali rappresentanti, ad eccezione dei casi previsti dalla legge. Art. 30 L assistente sociale nel rapporto con enti, colleghi ed altri professionisti fornisce unicamente dati e informazioni strettamente attinenti e indispensabili alla definizione dell intervento.
10 QUESITO quali responsabilitàlegate all assunzione dei rischi: quando AS esprime una valutazione, quale responsabilitàha rispetto alle proprie valutazioni e scelte professionali, quali ricadute rispetto agli utenti, quando intervenire e non intervenire
11 Autonomia tecnico professionale facoltàdi governarsi da sé indipendenza di giudizio capacità e possibilità di regolarsi secondo proprie leggi o norme, senza ingerenza altrui, nei limiti della propria attività
12 Autonomia fa riferimento a: L. 84/93 art. 1 DPR 328/2001 art. 21 L'assistente sociale opera con autonomia tecnico professionale e di giudizio in tutte le fasi dell'intervento per la prevenzione, il sostegno e il recupero di persone,famiglie, gruppi e comunità in situazioni di bisogno e di disagio. anche promuovendo e gestendo la collaborazione con organizzazioni di volontariato e del terzo settore; CDArtt
13 ART. 10 L esercizio della professione si basa su fondamenti etici e scientifici, sull autonomia tecnico-professionale, sull indipendenza di giudizio e sulla scienza e coscienza dell assistente sociale.. ART.44L assistente sociale deve chiedere il rispetto del suo profilo e della sua autonomia professionale, la tutela anche giuridica nell esercizio delle sue funzioni e la garanzia del rispetto del segreto professionale e del segreto di ufficio ART. 49. Si adopera per promuovere e valorizzare esperienze e modelli innovativi di intervento, valorizzando altresìl'immagine del servizio sociale, sia all'interno, che all'esterno dell'organizzazione.
14 ART. 50 Il rapporto gerarchico funzionale tra colleghi risponde a due livelli di responsabilità: verso la professione e verso l organizzazione e deve essere improntato al rispetto reciproco e delle specifiche funzioni. Nel caso in cui non esista un ordine funzionale gerarchico della professione, l assistente sociale risponde ai responsabili dell organizzazione di lavoro per gli aspetti amministrativi, salvaguardando la sua autonomia tecnica e di giudizio
15 PARERE LEGALE all Ordine nazionale.gli enti pubblici e privati datori di lavoro degli AS non possono imporre al professionista di modificare le sue valutazioni, poiché queste positive o negative, si presumono espresse in base all autonomia tecnico professionale garantita dall art 1 della L. n.84 che dispone all art.1.
16 Diverso èil caso del progetto sociale quando comporta impiego di risorse finanziarie Il progetto potrebbe essere soggetto ad osservazioni da parte dell ente che deve approntare le risorse finanziarie ma limitatamente all aspetto della disponibilitàdi quelle risorse, con eventuale motivato invito al professionista di procedere ad un adeguamento del progetto alle effettive disponibilità finanziarie, adeguamento che rimane di esclusiva competenza dell AS e non puòessere effettuato dell ente senza il concorso determinante del professionista
17 Le giunte sono prive della competenza ad adottare concreti atti di gestione, assegnati in via esclusiva alla responsabilitàe competenza dei dirigenti o responsabili di servizi ai sensi dell'art. 107 d.lgs267/2000, esse non sono poste in posizione di gerarchia Il rapporto gerarchico puòsussistere solo in quanto l'organo superiore e quello inferiore condividano una medesima competenza...meno che mai, poi, un rapporto gerarchico potrebbe intercorrere tra un singolo componente della giunta e l'organo tecnico, visto che l'assessore non assume rilievo e poteri giuridici se non agendo collegialmente nell'ambito della giunta. dott. Raffaele Quindici Avv. Luigi Di Filippo, consulente legale Ordine Nazionale assistenti sociali
18 QUESITI Come conciliare scelte politiche e organizzative ed l intervento professionale? Che responsabilità ha l AS nei confronti dell utente?
19 Art. 37 L a.s. ha il dovere di porre all attenzione delle istituzioni che ne hanno la responsabilitàe della stessa opinione pubblica situazioni di deprivazione e gravi stati di disagio non sufficientemente tutelati, o di iniquitàe ineguaglianza. Art. 43 L a. s. che venga a conoscenza di fatti, condizioni o comportamenti di colleghi o di altri professionisti, che possano arrecare grave danno a utenti o clienti, ha l obbligo di segnalare la situazione all Ordine o Collegio professionale competente.
20 ART.45 L assistente sociale deve impegnare la propria competenza professionale per contribuire al miglioramento della politica e delle procedure dell organizzazione di lavoro, all efficacia, all efficienza, all economicità e alla qualità degli interventi e delle prestazioni professionali. Deve altresì contribuire all'individuazione di standard di qualità e alle azioni di pianificazione e programmazione, nonchéal razionale ed equo utilizzo delle risorse a disposizione
21 Art. 46. L a.s. non deve accettare o mettersi in condizioni di lavoro che comportino azioni incompatibili con i principi e le norme del Codice o che siano in contrasto con il mandato sociale o che possano compromettere gravemente la qualitàe gli obiettivi degli interventi o non garantire rispetto e riservatezza agli utenti. Art. 47L a.s. deve adoperarsi affinché le sue prestazioni professionali si compiano nei termini di tempo adeguati a realizzare interventi qualificati ed efficaci, in un ambiente idoneo a tutelare la riservatezza dell utente
22 ART.48 L assistente sociale deve segnalare alla propria organizzazione l'eccessivo carico di lavoro o evitare nell esercizio della libera professione cumulo di incarichi e di prestazioni quando questi tornino di pregiudizio all utente o al cliente.
23 QUESITOQuali responsabilitàsi assume l AS quando non riesce a condividere il progetto con i colleghi dell equipe multidisciplinare? discrepanza delle valutazioni?
24 VALUTAZIONE Titolo III RESPONSABILITÀ DELL ASSISTENTE SOCIALE NEI CONFRONTI DELLA PERSONA UTENTE E CLIENTE Capo I Diritti degli utenti e dei clienti ART. 11 L assistente sociale deve impegnare la propria competenza professionale per promuovere la autodeterminazione degli utenti e dei clienti, la loro potenzialità ed autonomia, in quanto soggetti attivi del progetto di aiuto, favorendo l'instaurarsi del rapporto fiduciario, in un costante processo di valutazione. attraverso la valutazione, è possibile verificare se gli obiettivi definiti nel processo di aiuto alla persona o nei progetti collettivi, realizzati dal servizio sociale, sono stati raggiunti e in che misura A.M. Campanini 2006
25 Il processo di aiuto èarticolato in una serie di fasi metodologiche : individuazione del problema e presa in carico; analisi del problema; valutazione preliminare del problema e stesura degli obiettivi dell intervento; elaborazione di un progetto e del contratto; attuazione del progetto d intervento; valutazione dei risultati ottenuti (in itinere e a conclusione); conclusione del processo di aiuto (o eventuale formulazione di un nuovo progetto).
26 Le caratteristiche della valutazione: va condivisa con l utente ciòconsente di rivedere criticamente ed analiticamente il complesso rapporto tra utente, operatore e struttura e di valutare la qualità dell intervento. rappresenta un processo continuo e dinamico, ed è, sempre provvisoria. È una sequenza logica e non temporale. Il modello teorico di riferimento dell operatore, i valori personali ed i principi professionali di riferimento ne condizionano, infatti, contenuti e modalitàdi attuazione.
27 Risulta piùopportuno che ciascun professionista rediga relazioni separate e quindi firmi la propria relazione contenente la valutazione professionale. Tale valutazione deve essere sostenuta in un eventuale contraddittorio Le relazioni redatte congiuntamente da un equipe di professionisti, comprendente anche l AS, possono essere sottoscritte a condizione che l AS abbia realmente contribuito e apportato elementi valutativi professionali specifici.
28 la firma o sottoscrizione delle relazioni, di contenuto strettamente professionale posti in essere dall AS spetta solo ed esclusivamente al professionista e non necessita di conferma o di convalida da parte di altri operatori
29 POSSIBILI STRATEGIE - l intervento professionale prende avvio da una richiesta di aiuto, l esplicito consenso - i progetti d aiuto sono a termineart.18 - valutare con l utente la possibilitàe opportunitàche si attivi direttamente nella richiesta di aiuto ad altri servizi - affinare l abilitàdi formulare quesiti mirati, in accordo con l utente - la funzione promozionale, sviluppo e sostegno di politiche sociali integrate finalizzate al miglioramento della qualitàdi vita favorendo,pratiche di mediazione e di integrazione
30 essere anticipatore rispetto a situazioni di iniquità informarel ordine regionale delle azioni di sensibilizzazione avviate nei confronti del proprio ente intraprendere percorsi negoziali (con l organizzazione e gli amministratori) assumersi la responsabilitàindividuale e collettiva di farsi conoscere avviareun rinnovato confronto sulla dimensione comunitaria
31 promuovere e gestire occasioni di dialogo con i responsabili delle organizzazioni e con gli amministratori sui fenomeni sociali osservati interrogare anche la politica costruireuna alleanza tra le parti non interrogarsi solo su come spendo meglio quei pochi soldi che ho ma come posso riuscire a generare nuove e altre risorse, senza aspettarmi che a tutti i livelli comprendano e condividano quando non esiste norma che vieta e concede, la riflessione va nella direzione della protezione, porsi domande sul senso di responsabilità e sugli effetti e le conseguenze delle nostre azioni
32 Quando alcuni fatti o richieste (presenziare allo sfratto) si presentano ripetutamente al servizio: - segnalo come fatto di disagio (tanti sfratti.) - chiarisco le reciproche aspettative, compiti e ruoli - definisco delle procedure con il soggetto istituzionale che pone la richiesta - avvio uno spazio di spiegazione e interlocuzionecon i soggetti istituzionali
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