Deontologia e responsabilità professionali dell'assistente sociale. Laboratorio di formazione per assistenti sociali.

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1 Deontologia e responsabilità professionali dell'assistente sociale Laboratorio di formazione per assistenti sociali Mantova -2012

2 CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI approvato il 17 luglio 2009 Titolo VI RESPONSABILITÀDELL ASSISTENTE SOCIALE NEI CONFRONTI DELL ORGANIZZAZIONE VERSO L ORGANIZZAZIONE DI LAVORO Capo I L assistente sociale nei confronti dell organizzazione di lavoro.

3 Quesiti Quali responsabilità nel rapporto con gli amministratori locali? Quale responsabilitàsu ciòche non si riesce piùa fare per la scarsità di risorse e l aumento dei bisogni? Quali strumenti per connettere bisogni e risorse? Quali responsabilità ha l a.s. nei confronti dell amministrazione in relazione alla lettura dei bisogni? Quali responsabilità nell individuare nuove risorse (risorse sottili)?

4 Quali responsabilitànel rapporto con gli Amministratori locali? ART. 10 CD L esercizio della professione si basa su fondamenti etici e scientifici, sull autonomia tecnico-professionale, sull indipendenza di giudizio e sulla scienza e coscienza dell assistente sociale..

5 ART. 50 Il rapporto gerarchico funzionale tra colleghi risponde a due livelli di responsabilità: verso la professione e verso l organizzazione e deve essere improntato al rispetto reciproco e delle specifiche funzioni. Nel caso in cui non esista un ordine funzionale gerarchico della professione, l assistente sociale risponde ai responsabili dell organizzazionedi lavoro per gli aspetti amministrativi, salvaguardando la sua autonomia tecnica e di giudizio.

6 La L. n.142/1990 (Ordinamento delle autonomie locali) all art.51 comma 2 per la prima volta sanciva la distinzione tra politica e gestione Il D.Lgs n.29/1993 (Razionalizzazione della organizzazione delle Amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego), all art.3 estende il principio a tutte le pubbliche amministrazioni affermando tra l altro che: "gli organi di governo definiscono gli obiettivi ed i programmi da attuare e verificano la rispondenza dei risultati della gestione amministrativa alle direttive generali impartite..

7 Il principio generale di distinzione tra funzione strategica e funzione gestionale, D.Lgs. 29/1993, viene esteso alle autonomie locali dall art. 107 del D. Lgs n.267/2000 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali T.U.E.L).,che rinvia alla fonte statutaria regolamentare solo per la precisazione delle modalitàdi attuazione.

8 .Gli atti di normazione locale (statuti e regolamenti) debbono uniformarsi al principio per cui i poteri di indirizzo e di controllo politico - amministrativo spettano agli organi di Governo, mentre, la gestione amministrativa, finanziaria e tecnica èattribuita ai dirigenti mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo.. dott. Raffaele Quindici

9 .Le giunte sono prive della competenza ad adottare concreti atti di gestione, assegnati in via esclusiva alla responsabilità e competenza dei dirigenti o responsabili di servizi ai sensi dell'articolo 107 del d.lgs 267/2000, esse non sono poste in posizione di gerarchia.. Infatti, il rapporto gerarchico può sussistere solo in quanto l'organo superiore e quello inferiore condividano una medesima competenza...meno che mai, poi, un rapporto gerarchico potrebbe intercorrere tra un singolo componente della giunta e l'organo tecnico, visto che l'assessore non assume rilievo e poteri giuridici se non agendo collegialmente nell'ambito della giunta. dott. Raffaele Quindici Avv. Luigi Di Filippo, consulente legale Ordine Nazionale assistenti sociali

10 PARERE DEL LEGALE dell Ordine nazionale Gli enti pubblici e privati datori di lavoro degli AS non possono imporre al professionista di modificare le sue valutazioni, poichéqueste positive o negative, si presumono espresse in base all autonomia tecnico professionale garantita dall art 1 della L. n.84 che dispone all art.1: L AS opera con autonomia tecnicoprofessionale e di giudizio in tutte le fasi dell'intervento..

11 Appartenenza dell AS alla PA -l agire professionale dell AS èuna fattispecie dell attivitàamministrativa, (intesa in senso giuridico non in senso comune) -l agire della P A ècostituito anche dall azione professionale dell AS

12 L'assistente sociale è molto spesso -un dipendente pubblico. Deve, dunque, rispettare questo ruolo e quindi è tenuto al rispetto dei principi contenuti nel CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI (pubblicato Gazzetta Ufficiale n. 84 del e più volte aggiornato fino al GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 46) Ministro per la funzione pubblica

13 L'assistente sociale è un professionista, ma svolge procedimenti amministrativi e deve rispettare la legge 241/1990 (legge generale sulla trasparenza amministrativa e sui procedimenti amministrativi). IL QUESITO SUGGERISCE ALLA COMUNITÀ PROFESSIONALE DI AVVIARE UNA RIFLESSIONE SUL TEMA: COME CONCILIARE L ESSERE DIPENDENTI E CONTESTUALMENTE PROFESSIONISTI?

14 Art.2 Principi Comma 2 CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI Il dipendente mantiene una posizione di indipendenza, al fine di evitare di prendere decisioni o svolgere attivitàinerenti alle sue mansioni in situazioni, anche solo apparenti, di conflitto di interessi. Egli si impegna ad evitare situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o all'immagine della PA.

15 Comma 3 Nel rispetto dell'orario di lavoro, il dipendente dedica la giusta quantitàdi tempo e di energie allo svolgimento delle proprie competenze, si impegna ad adempierle nel modo piùsemplice ed efficiente nell'interesse dei cittadini e assume le responsabilità connesse ai propri compiti. Comma 5.. Nei rapporti con i cittadini, egli dimostra la massima disponibilitàe non ne ostacola l'esercizio dei diritti. Favorisce l'accesso degli stessi alle informazioni a cui abbiano titolo.

16 CONSIGLIO D EUROPA COMITATO DEI MINISTRI Raccomandazione (2001) agli Stati membri sul Servizio Sociale :..riconoscendo che una efficace organizzazione dei carichi di lavoro èessenziale per elevare il morale e le prestazioni degli AS Raccomanda di : sostenere lo sviluppo di CD richiedere agli organismi professionali di promuovere una pratica professionale attraverso l inserimento delle regole deontologiche nei piani di erogazione dei servizi e la garanzia di condizioni lavorative consone ai requisiti etici;

17 QUESITO Quale responsabilità su ciò che non si riesce piùa fare per la scarsitàdi risorse e l aumento dei bisogni? ART.45 L assistente sociale deve impegnare la propria competenza professionale per contribuire al miglioramento della politica e delle procedure dell organizzazione di lavoro, all efficacia, all efficienza, all economicità e alla qualità degli interventi e delle prestazioni professionali. Deve altresì contribuire all'individuazione di standards di qualità e alle azioni di pianificazione e programmazione, nonché al razionale ed equo utilizzo delle risorse a disposizione

18 Art. 46. L a.s. non deve accettare o mettersi in condizioni di lavoro che comportino azioni incompatibili con i principi e le norme del Codice o che siano in contrasto con il mandato sociale o che possano compromettere gravemente la qualità e gli obiettivi degli interventi o non garantire rispetto e riservatezza agli utenti. Art. 47 L a.s. deve adoperarsi affinché le sue prestazioni professionali si compiano nei termini di tempo adeguati a realizzare interventi qualificati ed efficaci, in un ambiente idoneo a tutelare la riservatezza dell utente

19 Ci riferiamo alla costruzione del progetto sociale quando comporta impiego di risorse finanziarie

20 Il progetto potrebbe essere soggetto ad osservazioni da parte dell Ente che deve approntare le risorse finanziarie ma limitatamente all aspetto della disponibilitàdi quelle risorse, con eventuale motivato invito al professionista di procedere ad un adeguamento del progetto alle effettive disponibilità finanziarie, adeguamento che rimane di esclusiva competenza dell AS e non puòessere effettuato dell ente senza il concorso determinante del professionista.

21 Esempio, inserimento in comunitàdi minori: in presenza di un decreto del Tribunale che prescrive la realizzazione di un intervento che richieda oneri al Comune non èpossibile modificare il progetto quindi l Ente si assume la responsabilità della propria decisione e di comunicarla all autoritàgiudiziaria

22 POSSIBILI STRATEGIE 1. far comprendere agli amministratori e responsabili i motivi della scelta e le conseguenze delle scelte; 2. nell ipotesi in cui l ente non abbia i fondi e che scelga di non pagare (per esil Tribunale), informare il Tribunale che non sussistono le condizione per rendere esecutivo il decreto per scelte non imputabili alla sua responsabilità professionale e tecnica. 3. informare per iscritto l Ordine dei fatti e delle scelte dell ente senza fornire elementi riguardanti l utente. 4 proteggersi,comunicato stampa del SUNAS MI, vedi Sito dell Ordine Regionale AS della Lombardia.

23 QUESITO Quali strumenti per connettere bisogni e risorse?

24 ART. 10 L esercizio della professione si basa su fondamenti etici e scientifici, sull autonomia tecnicoprofessionale, sull indipendenza di giudizio e sulla scienza e coscienza dell assistente sociale.. ART.48 L assistente sociale deve segnalare alla propria organizzazione l'eccessivo carico di lavoro o evitare nell esercizio della libera professione cumulo di incarichi e di prestazioni quando questi tornino di pregiudizio all utente o al cliente. ART. 49. Si adopera per promuovere e valorizzare esperienze e modelli innovativi di intervento, valorizzando altresì l'immagine del servizio sociale, sia all'interno, che all'esterno dell'organizzazione.

25 POSSIBILI STRATEGIE indicareuna proposta di prioritàd intervento che si vorrebbe adottare (scriverlo nella lettera in cui si comunica l eccessivo carico di lavoro e chiedere risposta scritta); chiedere, esplicitandolo nella comunicazione scritta, di definire le prioritàdi intervento per l organizzazione e una comunicazione scritta informarel ordine regionale delle azioni di sensibilizzazione avviate nei confronti del proprio ente creare sintonia, connessioni e coerenza fra TITOLO III Responsabilitàdell assistente sociale nei confronti della persona utente e cliente e TITOLO VI Responsabilitàdell assistente sociale nei confronti dell organizzazione di lavoro

26 QUESITO Quali responsabilitàha a.s. nei confronti della amministrazione in relazione alla lettura dei bisogni? Titolo VI RESPONSABILITÀ DELL ASSISTENTE SOCIALE NEI CONFRONTI DELL ORGANIZZAZIONE DI LAVORO Capo I L assistente sociale nei confronti dell organizzazione di lavoro Art. 45..Deve altresì contribuire all'individuazione di standard di qualità e alle azioni di pianificazione e programmazione, nonché al razionale ed equo utilizzo delle risorse a disposizione.

27 Titolo IV RESPONSABILITÀ DELL ASSISTENTE SOCIALE NEI CONFRONTI DELLA SOCIETÀ Capo I Partecipazione e promozione del benessere sociale Art. 35. Nelle diverse forme dell esercizio della professione l assistente sociale non può prescindere da una precisa conoscenza della realtà socio-territoriale in cui opera e da una adeguata considerazione del contesto culturale e di valori, identificando le diversità e la molteplicità come una ricchezza da salvaguardare e da difendere, contrastando ogni tipo di discriminazione

28 Art. 37. L assistente sociale ha il dovere di porre all attenzione delle istituzioni che ne hanno la responsabilità e della stessa opinione pubblica situazioni di deprivazione e gravi stati di disagio non sufficientemente tutelati, o di iniquità e ineguaglianza.

29 Art. 38 L a.s. deve conoscere i soggetti attivi in campo sociale, sia privati che pubblici, e ricercarne la collaborazione per obiettivi e azioni comuni che rispondano in maniera articolata e differenziata a bisogni espressi, superando la logica della risposta assistenzialistica e contribuendo alla promozione di un sistema di rete integrato Art. 39. L a.s. deve contribuire ad una corretta e diffusa informazione sui servizi e le prestazioni per favorire l'accesso e l'uso responsabile delle risorse, a vantaggio di tutte le persone, contribuendo altresì alla promozione delle pari opportunità.

30 POSSIBILI STRATEGIE avviare una rinnovato confronto sulla dimensione comunitaria promuovere e gestire occasioni di dialogo con i responsabili delle organizzazioni e con gli amministratori sui fenomeni sociali osservati : interrogare anche la politica costruire una alleanza tra le parti non interrogarsi solo su come spendo meglio quei pochi soldi che ho ma come posso riuscire a generare nuove e altre risorse, senza aspettarmi che a tutti i livelli comprendano e condividano avviare micro esperienze: le pratiche sono sempre più avanti delle categorie che abbiamo per leggerle (Ivo Lizzola 2011).

31 La documentazione[1]: -strumento per la legittimazione del servizio sociale in termini di sapere con finalitàcomunicativa -forma di comunicazione intenzionale -attivitàintenzionale di rappresentazione dei diversi processi in corso -attività di produzione di scritti finalizzata alla dimostrazione dell esistenza di un fatto - risultato finale di un processo organizzativo [1]Bini L., Documentazione e servizio sociale. Manuale di scrittura per gli operatori,2003 Carocci Faber.

32 Codice deontologico DOCUMENTAZIONE E NORMATIVA L.n.241 del 1990 D.Lgs196/2003 legge 675/96 "Codice in materia di protezione dei dati personali. ART. 12 ART. 13 ART. 25 ART. 29 ART. 30 ART. 24 Legge 241/90Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi. successivo d. lgs. 267/2000 modificatadalla l. 69/2009

33 L.n. 241 del 1990 riguardante l obbligo di produzione e di accesso alla documentazione,obbliga la raccolta e produzione di documentazione Indica che l accesso non si esaurisce nella consultazione di atti, ma si realizza nella comprensibilitàdei presupposti di metodo (criteri, indicatori e strumenti) del processo di aiuto, quale requisito per la comprensione dell agire professionale

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