Il Faro nella scuola 11 Aprile 2008
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- Giuliana Perrone
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1 Il Faro nella scuola 11 Aprile 2008 Individuazione di percorsi operativi condivisi tra Scuola, Servizi Sociali, Centro Specialistico Il Faro e Autorità Giudiziaria Sara Giacopuzzi, assistente sociale de il Faro
2 1) Il lavorare in rete nei casi di abuso all infanzia: alcune premesse
3 La necessità del lavoro di rete è ben evidenziata nella legge quadro 328/2000 ed è divenuta oggetto di interesse della Direzione Generale dei Servizi Civili del Ministero dell interno che nell ottobre del 2000 ha invitato gli uffici territoriali del Governo (ex Prefetture) di tutt Italia a costituire le Conferenze permanenti (ex Comitati provinciali della Pubblica Amministrazione) al fine di elaborare strumenti ed interventi di tutela.
4 L abuso all infanzia è un fenomeno Sommerso: caratterizzato da forte spinta alla negazione. Da parte della famiglia Da parte dei professionisti Pericoloso: comporta conseguenze anche fatali a breve medio e lungo termine Familiare: è sintomo specifico di una disfunzione prolungata delle relazioni familiari Progressivo: si costruisce nel tempo e tende a peggiorare. non si risolve da sé Sociale : è definito socialmente e la qualità del contesto sociale di vita influenza la soglia di definizione
5 Nessun professionista può quindi affrontare e risolvere da solo un situazione di abuso all infanzia Il lavorare in rete nei casi di abuso: È necessario E complesso Richiede uno specifico impegno da parte di tutti i professionisti coinvolti (fatica che va riconosciuta) sia intraservizi che interistituzionali (diverse culture, diverse soggettività)
6 Richiede di considerare che ogni persona è portatrice di differenze (che rappresentano vincoli e risorse) Nelle caratteristiche personali Nella formazione Nel ruolo e nel livello professionale Nel servizio di appartenenza Nella propria rappresentazione di sé, del suo ruolo e dei suoi compiti Nella rappresentazione dei ruoli e dei compiti degli altri
7 Ma che l unico collante è il comune interesse ad intervenire a protezione di quel bambino/a ovvero a costruire percorsi di benessere, di salute per la persona (Oms, 2005)
8 Il lavorare in rete Facilita la realizzazione di interventi coerenti e la costruzione di un senso comune Aiuta a prevenire rischi di frammentazione degli interventi Aiuta a sostenere gli aspetti emotivi del professionista e ad usarli come indicatori significativi Produce una rielaborazione dei nodi problematici emersi Aiuta a controllare la tendenza delle famiglie ad esportare il conflitto nella rete dei servizi
9 2) Alcune riflessioni metodologiche nel lavoro di rete -Conoscenza degli specifici ruoli e funzioni delle diversi professionisti ed istituzioni coinvolte: ciò al fine di evitare una sovrapposizione di interventi e per favorire una congrua, globale e tempestiva modalità di intervento. -Conoscenza dell architettura organizzativa dei servizi sociali e sanitari (mappa con nominativi e riferimenti telefonici)
10 Pediatra:Diagnosi dei sintomi fisici e diagnosi differenziali con patologie organiche Assistente sociale: Valutazione ed intervento sulla situazione socio-economica del nucleo familiare; eventuale collocazione del b/o- adol. Psicologo/Neuropsichiatra: Valutazione della struttura di personalità del bambino adolescente e delle dinamiche familiari Autorità Giudiziaria: Provvedimenti a tutela del b.no adol.: decadimento o limitazione di potestà, affido ai Serv. Soc. Attivazione della valutazione su sospetto abuso, indagini e perizie relative all ipotesi di reato
11 -Costruire un équipe di lavoro temporanea sul caso, sia interservizi che interistituzionali -Individuare modi (reciproca, chiara ed esaustiva) e tempi di alcuni scambi (tempestiva, periodica e costante). -Individuare obiettivi comuni e condivisi a seconda della fase del processo d intervento in cui ci si trova (rilevazione, segnalazione, protezione, valutazione, cura/trattamento)
12 Rete intraservizio (Insegnante- Colleghi- Referente scolastico) Nei casi di disagio e sospetto abuso, è necessario che l insegnante effettui: un attenta osservazione si confronti con i colleghi dialoghi con i genitori del bambino sul disagio osservato ( mai sull ipotesi di abuso) informi il Dirigente Scolastico di quanto di preoccupante ha osservato (es. aver rilevato un atteggiamento non collaborativo dei genitori oppure ostacolante l intervento a favore del bambino)
13 Particolarità vuole che di fronte a situazioni di sospetto abuso sessuale intrafamigliare, di maltrattamento, altri reati intra-famigliari o comunque per tutte quelle situazioni in cui si rende sconsigliabile un coinvolgimento della famiglia perché di pregiudizio per il minore sia da evitare l informazione ed il coinvolgimento della famiglia
14 Dal confronto fra Insegnante-Colleghi-Referente Scolastico, dovrebbe emergere: 1. Considerazione della possibilità di affrontare la situazione nel solo contesto scolastico 2. Opportunità di confrontarsi con servizi che hanno specifiche competenze sull abuso (es. Il Faro) ed i servizi territoriali 3. Accordo su come procedere nella situazione progettando la strategia d intervento più opportuna (sia nel contesto scolastico che fuori di esso)
15 Perché il Faro? Il Faro si pone come servizio specialistico sull abuso e svolge una funzione di ponte tra scuola e servizi territoriali. La richiesta di consulenza da parte della scuola al servizio specialistico permette : 1. l avvio del lavoro multidisciplinare integrato, necessario per l intervento sull abuso 2. l attuazione di un intervento graduale (per evitare falsi allarmismi) 3. l organizzazione della strategia d intervento 4. il confronto con altri servizi territoriali 5. l eventuale passaggio della verifica della situazione di sospetto abuso ad altri servizi, permettendo alla scuola di continuare a svolgere il suo compito nei confronti del bambino
16 E utile ricordare che prima di fare una segnalazione scritta ai Servizi Sociali e/o all Autorità Giudiziaria la scuola deve informare i genitori la scuola deve informare i genitori o i legali responsabili che, data la persistenza del disagio del bambino, ha il compito di dialogare con altri professionisti sul territorio (avvio del lavoro di rete interistituzionale/extra scolastico) come da procedura per tutti i bambini che si trovano in situazione di persistente disagio
17 Come fare una segnalazione Principi fondamentali: 1. Deve essere scritta e firmata dai professionisti che hanno osservato i segnali di preoccupazione del b/o insieme alla firma del Dirigente della scuola 2. Deve riportare quanto osservato e ascoltato nel contesto scolastico in relazione sia al bambino che ai genitori o alla famiglia 3. Deve fornire riferimenti temporali e nominativi, quando possibile 4. Non deve contenere ipotesi e/o accuse di alcun tipo 5. Deve essere inviata a chi di competenza (da valutare in ogni singolo caso) N.B. non dimenticare la componente emotiva del professionista che si attiva quando si presenta l opportunità di una segnalazione ai servizi sociali e/o all autorità giudiziaria
18 Una griglia possibile per la segnalazione Intestazione della scuola Luogo e data Destinatario Oggetto dello scritto Periodo di osservazione di quanto riferito Stesura dei contenuti e dei segnali di disagio osservati Eventuali interventi attuati Firma degli insegnanti che hanno osservato/ ascoltato il bambino Firma del responsabile della scuola
19 Possibili strategie di intervento Nell ambito intrascolastico ogni dirigente può nominare a suo discrezione un docente quale referente in materia di pregiudizio, abuso in danno ai minori che avrà il compito di: favorire la circolazione dell informazione generale avviare iniziative specifiche di formazione offrire una prima consulenza ai colleghi operare per offrire il migliore raccordo con/tra i servizi sociali
20 3) Il ruolo della scuola oltre la segnalazione all Autorità Giudiziaria Occorre che la scuola sia tenuta informata sui risvolti relativi al minore sia in termini personali che progettuali (cornice più complessiva d intervento)
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