5 domande dei Consulenti del Lavoro per chi si candida alla guida del Paese.

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1 5 domande dei Consulenti del Lavoro per chi si candida alla guida del Paese. Per il Partito Democratico ha risposto CESARE DAMIANO Per il Popolo delle Libertà ha risposto MAURIZIO SACCONI 1. LAVORO. In Italia vi è una sola grande urgenza, priorità delle priorità, l'occupazione. Come intende operare? Non c è dubbio che, oggi, il problema occupazionale sia la priorità delle priorità. Senza lavoro il paese non cresce. E senza crescita non ci può essere nuova occupazione. Come uscire da questo circolo vizioso? In due direzioni, credo. Investendo risorse e idee in una politica industriale degna del nome, unica strada possibile se vogliamo una crescita solida e di qualità, e intervenendo sul fronte del lavoro. La riforma Fornero va profondamente corretta: occorre ridurre il numero dei contratti precari e puntare al contratto di apprendistato per il primo impiego dei giovani. E dobbiamo riprendere la via già intrapresa al tempo del governo Prodi: far costare meno il lavoro stabile attraverso incentivi all impresa e puntare a una diminuzione strutturale del costo del lavoro, che non può costare il 110 per cento in più della retribuzione netta che viene erogata al singolo lavoratore. Non è sopportabile per l impresa, è una beffa per il dipendente e incide fortemente sulla possibilità di creare nuovi posti di lavoro 2. LIBERALIZZAZIONI. In questi anni "liberalizzare" ha significato sempre e soltanto abbassamento della qualità (libere professioni) e concorrenza con poche tutele (chiusura delle edicole). Cosa e come intende liberalizzare? Nel nome dell'europa e del mercato o del buon governo utile al Paese? Credo che l Italia abbia bisogno di una nuova stagione di liberalizzazioni. Questo non significa lasciare campo aperto a un liberismo senza regole né lasciare senza difese gli operatori più deboli. Significa invece aprire alla concorrenza i mercati chiusi od operanti in 1. LAVORO. In Italia vi è una sola grande urgenza, priorità delle priorità, l'occupazione. Come intende operare? Fare lavoro in un tempo di aspettative incerte e di forti pressioni competitive impone ai decisori pubblici e alle parti sociali una decisa politica di a) meno regole b) meno tasse c) più competenze. Meno regole significa cancellare tutta la parte della legge Fornero dedicata alle tipologie contrattuali, produrre un testo unico semplice (Statuto dei Lavori), sostitutivo dello Statuto dei Lavoratori, fatto di poche norme inderogabili per tutti e di molta capacita' di adattamento alle diverse situazioni con accordi aziendali ed interaziendali in base all'art. 8 del DL 138/11. Meno tasse significa ridurre il cuneo fiscale sul lavoro attraverso la riforma fiscale (due aliquote), la detassazione del salario di produttività, regimi agevolati per giovani e donne, l'eliminazione del fattore lavoro dal calcolo dell'irap. Più competenze comporta l'integrazione tra scuola e lavoro e la formazione continua in ambiente lavorativo in modo che non sia più solo la "festa dei formatori". 2. LIBERALIZZAZIONI. In questi anni "liberalizzare" ha significato sempre e soltanto abbassamento della qualità (libere professioni) e concorrenza con poche tutele (chiusura delle edicole). Cosa e come intende liberalizzare? Nel nome dell'europa e del mercato o del buon governo utile al Paese? Ogni approccio ideologico e' colpevole. In ciascun ambito, l'interesse di utenti e consumatori va calcolato nel lungo periodo in termini di qualità sostenibile dei servizi offerti e non solo di prezzi relativi. Prioritari sono i servizi pubblici locali con particolare riguardo

2 regime di monopolio; dare più potere e libertà ai consumatori nei mercati caratterizzati dalla presenza di operatori dominanti; ridurre le barriere di accesso a categorie economiche e alle professioni, senza con questo far venir meno i requisiti di merito; dotarsi di Autorità di regolazione realmente indipendenti dal potere politico, sia nei settori dove già operano, sia in quelli in cui non ci sono. E significa rivedere la regolamentazione in alcuni settori, come il mercato dell energia e dei trasporti, di grande impatto sociale, in cui le liberalizzazioni hanno finora funzionato poco e male, prevedendo anche forme di intervento pubblico al fine di assicurare la fruibilità dei servizi ai cittadini a costi accessibili. Credo che in questo modo i vantaggi per i cittadini sarebbero reali, sia nella loro veste di consumatori-utenti che in quella di attori economici. al trasporto collettivo, luogo di inefficienze per gli utenti e di oneri straordinari per Regioni ed Enti Locali. Così come devono essere completati i processi di liberalizzazione regolata delle telecomunicazioni - in funzione dei relativi investimenti - e dei prodotti energetici. Una maggiore trasparenza dei servizi creditizi aiuterebbe infine la scelta delle persone e delle imprese e la concorrenza tra banche. 3. REGOLE E MERCATI. Per ragioni contabili vengono diminuiti i posti letto negli ospedali, vengono chiusi i tribunali, la P.A. ritarda i pagamenti per le consulenze. Intanto le professioni garantiscono con la loro attività sussidiaria il funzionamento del Paese. Ma libere professioni sono un ostacolo al mercato? Le libere professioni possono essere un motore di sviluppo importante per il nostro paese. Le stesse cifre sul Pil prodotto e sull indotto occupazionale circa quattro milioni di persone ne sono una conferma. Proprio per questo motivo ritengo che portare a termine una riforma organica delle professioni, dopo anni di sterile dibattito parlamentare, sia una necessità. Le linee di intervento sono quelle note e su queste il Pd ha presentato numerose proposte di legge. Gli obiettivi sono quelli di garantire pari opportunità alle nuove generazioni nell accesso alle professioni; di ridurre la distanza tra la fase di studio e l accesso all effettivo esercizio della professione; di riformare l istituto del tirocinio, prevedendo una durata più limitata dell attuale e un equo compenso per l attività svolta; di riconoscere le professioni non regolamentate; di modernizzare il ruolo e l assetto degli ordini professionali per qualificare l esercizio delle professioni e assicurare una corretta e trasparente informazione agli utenti. Infine, ma 3. REGOLE E MERCATI. Per ragioni contabili vengono diminuiti i posti letto negli ospedali, vengono chiusi i tribunali, la P.A. ritarda i pagamenti per le consulenze. Intanto le professioni garantiscono con la loro attività sussidiaria il funzionamento del Paese. Ma libere professioni sono un ostacolo al mercato? Le libere professioni sono una grande risorsa del Paese perché ancorate ad una robusta tradizione di autoregolazione ordinistica e di prassi deontologica. Le recenti riforme hanno confermato queste caratteristiche consolidandole. Ed e' in base ad esse che sarà doveroso e possibile nella prossima legislatura investire le libere professioni di funzioni di pubblico interesse proseguendo un percorso sussidiario già sperimentato. I consulenti del lavoro svolgono, ad esempio, funzioni delegate in materia di certificazione dei contratti di lavoro o di arbitrato ed altre possono svolgere per certificare la regolarità contributiva o il tutoraggio per la formazione in apprendistato. L'amministrazione e la giurisdizione si potrebbero concentrare sulla missione prevalente e le persone o le imprese trarrebbero benefici evidenti in termini di riduzione dei tempi e dei modi degli adempimenti burocratici.

3 non per questo meno importante, va fatta chiarezza sull identità e sul ruolo delle casse di previdenza dei liberi professionisti, messe a ripetizione sotto tiro negli anni del governo Berlusconi. 4. SVILUPPO. Contenere la spesa senza una seria programmazione delle politiche per lo sviluppo impoverisce il Paese senza garantire un futuro ai giovani. Tante le mancate riforme ma che è necessario fare. Da dove partire? Contenere e tagliare le spese senza una seria politica di sviluppo impoverisce sicuramente il paese, come le vicende di quest ultimo anno hanno dimostrato. Per questo è necessario metter mano, in modo organico, a riforme che abbiano come obiettivo il rilancio della crescita. La riduzione organica del costo del lavoro, un più efficiente raccordo tra formazione professionale e sbocco occupazionale, la qualificazione del lavoro attraverso una drastica riduzione dell area della precarietà, la riduzione degli sprechi nella pubblica amministrazione senza penalizzare i servizi ai cittadini, una rigorosa disciplina degli aiuti alle imprese, una lotta all evasione fiscale che abbia come obiettivi i veri evasori senza fare terrorismo contro i contribuenti onesti (che potrebbe produrre un ulteriore fuga dai consumi) sono sicuramente punti che devono trovare spazio nell agenda del futuro governo, che mi auguro possa essere di centrosinistra. Tutto ciò, però, non basta. Serve un allentamento della politica del rigore, servono investimenti. Senza risorse fresche anche le riforme più incisive non producono ricchezza né occupazione. 5. GIOVANI. Fino a questo momento per i giovani ci sono state o dichiarazioni di principio o iniziativebluff come le srl a un euro. Quali le iniziative concrete per dare occasioni ai giovani? Non sono le srl a un euro a offrire prospettive ai giovani. Con una disoccupazione che sfiora il 37 per cento e un lavoro che, quando c è, è soprattutto precario, anche nei settori più delicati e innovativi, servono ben altri interventi. Dobbiamo stimolare la crescita, 4. SVILUPPO. Contenere la spesa senza una seria programmazione delle politiche per lo sviluppo impoverisce il Paese senza garantire un futuro ai giovani. Tante le mancate riforme ma che è necessario fare. Da dove partire? Noi cresceremo se liberati da tutto cio' che nella dimensione nazionale si aggiunge ai fattori di insicurezza internazionali. Ribadisco quindi più in generale la scelta di sostenere lo sviluppo con meno regole e meno tasse. La deregolazione sarà vera e percepita se partirà dall'assunto dell'antropologia positiva: io (Stato) mi fido...fino a prova contraria. E se sarà sostenuta dalla consegna alle professioni di compiti di vigilanza ed asseverazione. La minore pressione fiscale richiede una vera spending revew come quella avviata - ed ora da attuare - con i costi ed i fabbisogni standard del federalismo fiscale che ha introdotto il "fallimento politico" per gli amministratori che non li rispettano. Lo Stato può diventare più essenziale e più autorevole se esalta la sua funzione di regolatore minimo e riconosce l'attuazione o l'erogazione ad una pluralità di soggetti privati o privato-sociali. La prevenzione ed il contrasto della evasione fiscale si devono svolgere in termini sobri e selettivi sulla base del principio della leale collaborazione che riguarda contribuenti ed amministrazione finanziaria. Contestazioni temerarie, inversioni discrezionali dell'onere della prova, gogna mediatica non sono leale collaborazione! 5. GIOVANI. Fino a questo momento per i giovani ci sono state o dichiarazioni di principio o iniziativebluff come le srl a un euro. Quali le iniziative concrete per dare occasioni ai giovani? Il Governo Berlusconi, attraverso l'azione integrata dei ministeri del lavoro e dell'istruzione, ha avviato un percorso di integrazione tra scuola e lavoro in funzione della occupabilita' dei giovani. Vi hanno concorso la apertura di scuole ed università al

4 dobbiamo dare lavoro, dobbiamo dare lavoro di qualità e, per farlo, bisogna battere le politiche di rigore: ai giovani bisogna dedicare politiche concrete di sostegno. Il Pd nella passata legislatura ha presentato una serie di proposte in merito che, in caso di vittoria alle elezioni, diventeranno parte organica dell agenda del futuro governo. Si tratta di proposte che affrontano cinque questioni fondamentali. La prima riguarda la stabilizzazione del rapporto di lavoro. Noi non abbiamo mai opposto resistenza al tema della flessibilità, ma abbiamo sempre distinto tra flessibilità e precarizzazione. Per evitare, però, che la flessibilità diventi precarietà non bastano gli auspici. Vanno cambiate le ragioni di convenienza nel mercato del lavoro. In quest ottica sono stati proposti provvedimenti come il contratto unico di inserimento formativo, che prevede una stabilizzazione graduale nell arco di tre anni, al termine dei quali il rapporto di lavoro diventa a tempo indeterminato; la riduzione del costo del lavoro stabile, in base al principio per il quale il lavoro flessibile deve costare più di quello normale o l esclusione del costo contrattuale del lavoro negli appalti al massimo ribasso. La seconda questione riguarda tutele e sostegno al reddito. L obiettivo è quello di garantire l estensione degli ammortizzatori sociali anche a chi ancora non ne beneficia ed evitare lo sfruttamento dei lavoratori più giovani, compresi stagisti e tirocinanti (per i quali prevediamo la corresponsione di un rimborso spese mensile). C è poi la questione diritti. Il governo Berlusconi ha cancellato la norma che vietava la firma delle dimissioni in bianco al momento dell assunzione, una pratica incivile che colpisce soprattutto le giovani lavoratrici, che possono così essere estromesse dalla produzione non appena rimangono incinte. Questa tutela va immediatamente reintrodotta. La quarta questione riguarda il lavoro autonomo e l auto imprenditorialità. Tema importante per i giovani che intendono mettersi in proprio. Oltre a prevedere agevolazioni fiscali e snellimenti burocratici (in questo senso va bene anche la possibilità di costituire srl a un euro), penso sia necessario uno statuto del lavoro autonomo che dia certezze e riconosca diritti anche a chi non è mercato del lavoro attraverso gli uffici interni di orientamento e collocamento disposti dalla legge Biagi, la rivalutazione dell'istruzione e formazione tecnico-professionale, la razionalizzazione della dispersiva offerta universitaria, la riforma dell'apprendistato - in parte complicata poi dalla legge Fornero- nel segno del riconoscimento della capacita formativa dell'impresa, la possibilità della pratica professionale nel percorso di laurea. Ora si tratta di darvi piena attuazione. Una decisa politica di favore fiscale può sostenere apprendistato e primi contratti permanenti azzerandone gli oneri contributivi per quattro anni. Così come un regime fiscale e regolatorio decisamente semplice ed agevolato dovrebbe sostenere il primo biennio di lavoro indipendente o d'impresa.

5 dipendente. Infine, ma non certo per importanza, c è la questione previdenziale. Il nostro obiettivo, secondo quanto già previsto nel Protocollo del 2007, è di arrivare a fine carriera, per un giovane che entri oggi nel mondo del lavoro, a un trattamento che si aggiri attorno al 60 per cento di quanto percepito nell ultimo periodo retributivo. Come si può vedere, le nostre non sono certo iniziative bluff.