Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)

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1 Raee, veicoli fuori uso, rifiuti con pcb e da imballaggi in Emilia-Romagna ARPA Rivista N. 2 marzo-aprile L importanza della conoscenza, dati e informazioni su particolari tipologie di rifiuti Un efficace e completa base conoscitiva sui rifiuti rappresenta lo strumento più idoneo per attuare un sistema adeguato di controlli in un settore che risulta particolarmente a rischio di illeciti. La principale fonte informativa per quantificare la produzione di rifiuti e accertarne le modalità di gestione è costituita dalle dichiarazioni effettuate ai sensi della L 70/94 attraverso il modello unico di dichiarazione ambientale (MUD). Essa non consente la quantificazione dell intera produzione di rifiuti speciali in quanto sono previste diverse esenzioni 1 dall obbligo di dichiarazione. In Emilia-Romagna per sopperire a questa carenza di informazioni in particolare per quanto riguarda le apparecchiature elettroniche, i veicoli fuori uso, i policlorobifenili, gli imballaggi e rifiuti da imballaggio l analisi è stata effettuata incrociando i dati MUD con quelli derivati da altre fonti. Nelle pagine che seguono un inquadramento normativo, la produzione e la gestione di questi rifiuti in Emilia-Romagna. Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) Rappresentano uno dei flussi di rifiuti individuati come prioritari dalle politiche dell Unione europea sia per la loro complessa composizione, spesso caratterizzata dalla presenza di sostanze pericolose, sia per l elevata produzione registrata negli ultimi anni. Il Decreto legislativo 151/2005 Attuazione delle direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, relative alla riduzione dell uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti prevede che a farsi carico di seguire il ciclo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), compreso il fine vita, siano i produttori e i distributori, individualmente o attraverso forme consortili, e fissa obiettivi minimi di reimpiego, riciclaggio e recupero che i produttori dovranno raggiungere. Per poter assicurare il conseguimento di tali obiettivi, si sta passando dal sistema esistente (i Comuni come unici responsabili della gestione dei RAEE domestici) a quello nuovo, incentrato sui sistemi individuali e collettivi dei produttori. Il Dlgs 151/2005 prevede che, alla data di adozione dei provvedimenti attuativi e comunque non oltre il 30 giugno 2007, i commercianti saranno tenuti a garantire il ritiro gratuito delle apparecchiature dismesse dai consumatori, i costi di raccolta dalle piattaforme predisposte dai Comuni e quelli di recupero e smaltimento saranno a carico dei produttori e degli importatori, vi saranno obblighi di marcatura dei prodotti e obiettivi di riciclaggio e di recupero dei materiali e dei componenti contenuti nei Tab. 1 - Raccolta differenziata dei RAEE provenienti dai nuclei domestici Anno * * t/anno Pro-capite kg/ab*anno , , ,22 RAEE che oscillano, secondo le diverse tipologie, fra il 50 e l 80% rispetto al peso medio dell apparecchio. L obiettivo di raccolta differenziata da raggiungere a livello europeo è di 4 kg per persona entro il 31 dicembre LA PRODUZIONE E LE ATTUALI MODALITÀ DI GESTIONE I quantitativi di RAEE prodotti in Emilia-Romagna possono essere stimati sulla base dei dati di immesso al consumo a livello nazionale e del tasso medio di ritorno a fine vita fornito da Anie e Fise Assoambiente. Tali stime, poiché contengono approssimazioni legate sia alla quantificazione di alcune tipologie di AEE, sia all estrapolazione dei dati di livello nazionale alla scala regionale, non sono da considerarsi come valori assoluti bensì come ordini di grandezza. I valori di immesso al consumo di AEE (domestici+professionali) tra il 1999 e il 2003 sono passati da circa a tonnellate che corrisponde a una crescita annua pari all 8,9%; parallelamente i RAEE sono passati da circa a tonnellate, pari a un incremento annuo del 9%. L analisi del sistema di gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche a livello regionale e provinciale è stata condotta utilizzando i dati provenienti dai Rendiconti comunali presentati ai sensi della Lr 27/94 per i RAEE di origine domestica e quelli contenuti nelle dichiarazioni MUD presentate dai soggetti obbligati ai sensi della L 70/94 e smi, per i RAEE professionali. Per quanto riguarda i RAEE domestici dei 285 comuni (dati riferiti all anno 2004) che effettuano la raccolta differenziata dei rifiuti ingombranti, 150 realizzano la raccolta separata dei RAEE tramite le stazioni ecologiche attrezzate (297 distribuite su tutto il territorio regionale), 30 utilizzano il sistema del ritiro a domicilio (29 per prenotazione e 1 secondo scadenze mensili), mentre 103 comuni utilizzano entrambi i sistemi. Fanno eccezione 2 comuni ove la raccolta avviene in aree attrezzate aperte al pubblico. I RAEE raccolti in modo differenziato nel quadriennio 2003, 2004, 2005 e 2006 sono indicati nella tabella 1. Nel 2006 il quantitativo di RAEE provenienti dal circuito della raccolta differenziata è stato di circa tonnellate, il 12,6% in più rispetto al 2005 e ha raggiunto i 2,47 kg/abitante. In regione sono operativi 10 impianti per la gestione dei RAEE domestici che effettuano essenzialmente operazioni di recupero di materia (R4 - Metalli o composti metallici e R5 - Altre sostanze inorganiche). La quantità di RAEE domestici gestita in Emi , *: frigoriferi, surgelatori, condizionatori contenenti CFC *: televisori, monitor di computer : grandi elettrodomestici, lavatrici, lavastoviglie e frigoriferi, surgelatori, condizionatori non contenenti CFC, altre apparecchiature Fonte: elaborazioni Arpa sui dati provenienti dai Rendiconti comunali 1 Alle esenzioni già indicate dal Dlgs 22/97 si aggiungeranno, a partire dal 2006 quelle indicate dall art. 189 del Dlgs 152/06 che introducendo l esonero della dichiarazione MUD per tutti i produttori di rifiuti speciali non pericolosi rende ancora più problematica la messa a punto di un sistema di contabilità dei rifiuti. * I rifiuti contrassegnati con asterisco * nell elenco 2002 sono rifiuti classificati come pericolosi ai sensi della direttiva 91/689/CE

2 ARPA Rivista N. 2 marzo-aprile 2007 Tab. 2 - RAEE provenienti da raccolta differenziata e avviati a recupero/smaltimento (t/anno 2004) gestito Riciclo % Recupero Energetico % Discarica % Altre forme smaltimento % * ,22-0,00 0 0, , * ,65-0,00 0 0, , ,08-0,00 1 0, , ,32-0,00 1 0, ,18 Fonte: elaborazioni Arpa su dati MUD lia-romagna nel 2004 è stata di circa t, di queste t pari all 86% sono state recuperate, mentre 694 t sono state smaltite. La tabella 2 riporta i dati relativi alle modalità di gestione nel 2004 (ultimo anno disponibile per i dati MUD). Per quanto riguarda i RAEE professionali, l analisi delle quantità prodotte, della gestione, dei flussi in entrata e in uscita rispetto alla regione e delle quote di rifiuti avviate a recupero/smaltimento complessivo, è stata effettuata sulla base dei dati MUD 2004, per le seguenti tipologie: *: trasformatori e condensatori contenenti PCB *: apparecchiature fuori uso contenenti PCB o da essi contaminate, diverse da quelle di cui alla voce *: apparecchiature fuori uso, contenenti clorofluorocarburi, HCFC, HFC *: apparecchiature fuori uso, contenenti amianto in fibre libere *: apparecchiature fuori uso, contenenti componenti pericolosi diversi da quelli di cui alle voci e : apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da a Sono state analizzate anche le componenti pericolose rimosse da apparecchiature fuori uso ( *) e le componenti rimosse da apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alla voce (160216). La quantità di RAEE provenienti dalle attività produttive e di servizi che non conferiscono al servizio pubblico di raccolta, prodotta nel 2004, è stata pari a t, mentre, il quantitativo totale gestito è stato di t ( t recuperate e t smaltite). L analisi dei flussi in entrata e in uscita rispetto al territorio regionale (MUD 2004) mostra che il quantitativo complessivo in entrata (pari a t) è stato più basso di quello in uscita (pari a t); i flussi principali sono diretti verso impianti del Veneto, della Lombardia, delle Marche e del Piemonte. Gli impianti presenti nel territorio regionale che gestiscono RAEE professionali con recupero dei metalli o dei composti metallici e recupero di altre sostanze inorganiche (operazioni di recupero R4/R5), sono 15, gli impianti che effettuano trattamento fisico-chimico (D9), seppur per quantitativi ridotti, sono due. Veicoli fuori uso (VFU) La gestione dei veicoli fuori uso è disciplinata dal Dlgs 209/2003, in attuazione alla Direttiva 2000/53/CE. Per una corretta gestione dei rifiuti derivanti dai VFU le Autorità competenti favoriscono il reimpiego dei componenti suscettibili di riutilizzo e il riciclaggio dei componenti non riutilizzabili dei materiali. Gli operatori economici devono garantire percentuali crescenti di riutilizzo tra il 2006 e il Dal 1 luglio 2003, a eccezione di alcuni casi, è vietata la produzione o l immissione sul mercato di materiali e di componenti di veicoli contenenti piombo, mercurio, cadmio o cromo esavalente. Il Dlgs 209/2003 si applica ai veicoli, ai veicoli fuori uso e ai relativi componenti e materiali, a prescindere dal modo in cui il veicolo è stato sottoposto a manutenzione o riparazione nel corso del suo utilizzo, nonché dal fatto che esso sia dotato di componenti forniti dal produttore o d altri componenti il cui montaggio come ricambio corrisponde alle norme comunitarie o nazionali in materia. Gli scopi generali prefissati sono: - ridurre al minimo l impatto dei VFU sull ambiente, al fine di contribuire alla protezione, alla conservazione e al miglioramento della qualità dell ambiente - evitare distorsioni della concorrenza, soprattutto per quanto riguarda l accesso delle piccole e medie imprese al mercato della raccolta, della demolizione, del trattamento e del riciclaggio dei VFU - determinare i presupposti e le condizioni che consentono lo sviluppo di un sistema che assicuri un funzionamento efficiente, razionale ed economicamente sostenibile della filiera di raccolta, di recupero e di riciclaggio dei materiali degli stessi veicoli. Per una corretta gestione dei rifiuti derivanti dai VFU, le Autorità competenti favoriscono: il reimpiego dei componenti suscettibili di riutilizzo il riciclaggio dei componenti non riutilizzabili dei materiali, se sostenibile dal punto di vista ambientale. Gli operatori economici garantiscono il raggiungimento degli obiettivi (art. 7): - entro il 1 gennaio 2006, per tutti i VFU prodotti a partire dal 1 gennaio 1980, la percentuale in peso di reimpiego e recupero deve essere almeno dell 85% del peso medio del veicolo per anno, e quella di reimpiego e riciclaggio per gli stessi veicoli è pari almeno all 80% del peso medio del veicolo per anno. Per i veicoli prodotti anteriormente al 1 gennaio 1980, la percentuale di reimpiego e di recupero è pari ad almeno il 75% del peso medio per veicolo e per anno e la percentuale di reimpiego e riciclaggio è pari ad almeno al 70% del peso medio per veicolo e per anno - entro il 1 gennaio 2015 per tutti i VFU, la percentuale di reimpiego e recupero è pari almeno al 95% del peso medio del veicolo per anno e la percentuale di reimpiego e riciclaggio è pari ad almeno all 85% del peso medio per veicolo e per anno. Inoltre il Decreto vieta dal 1 luglio 2003, a eccezione dei casi contenuti nell Allegato II, la produzione o l immissione sul mercato di materiali e di componenti di veicoli contenenti piombo, mercurio, cadmio o cromo esavalente. LA PRODUZIONE E LE MODALITÀ DI GESTIONE IN EMILIA-ROMAGNA Lo studio dei veicoli fuori uso (VFU) risulta assai articolato e complesso, sia per i diversi codici coinvolti (da un singolo veicolo avviato a demolizione si possono originare flussi di rifiuti con numerose codifiche diverse, che risulta difficile seguire nei diversi passaggi di stoccaggio, recupero, smaltimento), sia per la dimensione che tale nicchia ha assunto all interno del mondo dei rifiuti. In generale, le informazioni e i dati utili necessari per lo studio della filiera dei veicoli 15

3 Raee, veicoli fuori uso, rifiuti con pcb e da imballaggi in Emilia-Romagna ARPA Rivista N. 2 marzo-aprile 2007 Tab. 3 - VFU, numero di veicoli immatricolati in Regione e categoria nell anno 2004 Autobus Autocarri trasporto merci Autoveicoli speciali / specifici Autovetture Motocarri e quadricicli trasporto merci Motocicli Motoveicoli e quadricicli speciali / specifici Rimorchi e semirimorchi speciali / specifici Rimorchi e semirimorchi trasporto merci Trattori stradali o motrici complessivo Fonte dati: Aci 16 fuori uso possono essere forniti dall Aci, per quanto riguarda la fase di immatricolazione e deregistrazione dei veicoli stessi e dalla banca dati MUD, per quanto concerne le modalità di gestione. Prendendo come fonte i dati forniti dall Aci si osserva che, in Italia, il parco veicolare rimane praticamente stabile nel triennio (con valori che oscillano circa tra i 43 e i 44 milioni di veicoli). Nel 2004 in particolare il parco circolante è di 43,9 milioni di veicoli, dei quali oltre il 77% è costituito da autovetture, che risultano ancora in numero elevato di età superiore a dieci anni (quasi il 35%). Il dettaglio relativo all Emilia-Romagna, riportato in tabella 3, segue l andamento evidenziato a livello nazionale per l anno Altro dato utile fornito dall Aci e riportato in tabella 4 è il numero di veicoli radiati e demoliti dal 2002 al 2004 in Italia, e in dettaglio in Emilia-Romagna. Il numero totale di veicoli radiati comprende quelli effettivamente demoliti (gli unici di nostro interesse), quelli esportati all estero, quelli destinati a circolare in aree private e, infine, quelli rientranti in categorie minori. Prendendo come fonte la banca dati MUD, relativa all anno 2004, si limita lo studio al * (veicoli fuori uso contenenti sostanze pericolose), voce estremamente importante in quanto questi rifiuti hanno un potenziale impatto paesaggistico e ambientale rilevante. (tabella 5). Il confronto tra i dati forniti dall Aci (numero di veicoli immatricolati, radiati e/o demoliti) e i dati di produzione e trattamento elaborati dai dati MUD (in tonnellate/anno) evidenzia differenze consistenti. Considerando un peso medio dell autoveicolo pari a 1,25 t (perché variabile tra 1 t e 1,5 t, a seconda della categoria di veicolo considerata), e la quantità complessiva di veicoli trattati (con riferimento ai dati MUD, tabella 5) risultano nel 2004 circa veicoli avviati a trattamento, valore inferiore rispetto ai dati Aci riportati in tabella 4, che segnalano la demolizione di veicoli. La modalità di trattamento prevalente per questa categoria di rifiuti, risultante dall elaborazione dei dati MUD, è l attività R4 (riciclo/recupero dei metalli e dei composti metallici), seguita dall R13 (messa in riserva di rifiuti per sottoporli ad operazioni di recupero). I dati riportati evidenziano chiaramente come sia difficile seguire il flusso di questa tipologia di rifiuti, la quota dichiarata prodotta non corrisponde con quanto è stato trattato in regione, questo perché esistono flussi che entrano da fuori regione (secondo la banca dati MUD nel 2004 sono entrati in regione oltre t di rifiuti con ) e quote che, pur essendo state prodotte in regione, vengono avviate a trattamento fuori regione (secondo i dati MUD nel 2004 sono usciti dalla regione oltre t di rifiuti con ). Il monitoraggio del flusso dei rifiuti derivanti dalla demolizione dei veicoli a fine vita rappresenta, allo stato attuale, un punto critico del sistema. Al fine di superare tali criticità, il Dpcm del 22 dicembre 2004 ha introdotto una sezione speciale del MUD (in attuazione della Direttiva 2000/53/CE) dedicata ai soggetti che gestiscono questa particolare tipologia di rifiuti. Il nuovo modello prevede schede specifiche identificative dei soggetti gestori delle diverse tipologie di impianti di trattamento dei veicoli fuori uso: autodemolitori, rottamatori e frantumatori. Le informazioni fornite nella sezione veicoli fuori uso ancora incomplete nell anno 2004, consentiranno nel futuro una più completa e corretta analisi del flusso di questa categoria di rifiuti. I policlorobifenili (PCB) Le priorità della normativa europea: eliminare progressivamente l uso e l immissione sul mercato di PCB (policlorobifenili) e PCT (policlorotrifenili) e degli impianti, apparecchi e fluidi in cui tali sostanze sono contenute. Sono fissati obblighi temporali di decontaminazione e smaltimento. La Direttiva 96/59/CE è stata recepita nell'ordinamento statale con il Decreto legislativo 209/1999 Attuazione della direttiva 96/59/CE relativa allo smaltimento dei PCB e PCT, a cui sono seguite ulteriori disposizioni tecniche emanate con il Dm del 11 ottobre 2001 Condizioni per l utilizzo dei trasformatori contenenti PCB in attesa della loro decontaminazione e dello smaltimento. Secondo il Dlgs 209/1999 tutti i detentori di apparecchi contenenti PCB per un volume superiore a 5 dm 3, sono tenuti a comunicare alla Sezione regionale del Catasto dei rifiuti una serie di informazioni che servono per la predisposizione dell inventario (art. 3, Dlgs 209/99). La comunicazione dei dati da parte dei detentori deve essere effettuata con cadenza biennale. Lo stesso Decreto Tab. 4 - VFU, numero di veicoli radiati e demoliti dal 2002 al totale veicoli di cui vetture totale veicoli di cui vetture totale veicoli di cui vetture RER rad dem ITA rad dem Fonte dati: Aci

4 ARPA Rivista N. 2 marzo-aprile 2007 fissa degli obblighi di decontaminazione e smaltimento. I PCB e gli apparecchi contenenti PCB devono essere decontaminati o smaltiti e i PCB usati devono essere smaltiti entro il 31 dicembre La decontaminazione o lo smaltimento degli apparecchi soggetti a inventario ai sensi dell articolo 3 devono essere effettuati entro e non oltre il 31 dicembre 2010, mentre gli apparecchi soggetti a inventario che contengono fluidi con concentrazione di PCB compresa fra 50 e 500 ppm devono essere smaltiti alla fine della loro esistenza operativa, qualora non vengano decontaminati entro il 2005 o il Inoltre, esiste in particolare il programma temporale di smaltimento, introdotto dalla legge 62/2005, art.18, secondo cui: a) la dismissione di almeno il 50% degli apparecchi detenuti alla data del 31 dicembre 2002 avviene entro il 31 dicembre 2005 b) la dismissione di almeno il 70% degli apparecchi detenuti al 31 dicembre 2002 avviene entro il 31 dicembre 2007 c) la dismissione di tutti gli apparecchi detenuti alla data del 31 dicembre 2002 avviene entro il 31 dicembre 2009 d) i trasformatori che contengono fluidi con una percentuale di PCB compresa tra lo 0,05% e lo 0,005% in peso possono essere smaltiti alla fine della loro esistenza operativa nel rispetto delle condizioni stabilite dall'articolo 5, comma 4, del citato decreto legislativo n. 209 del La Sezione regionale del Catasto rifiuti (c/o Arpa Emilia-Romagna), detiene l inventario regionale degli apparecchi contenenti PCB ed è deputata alla raccolta delle dichiarazioni di detenzione che, dopo una verifica e l implementazione in un apposito database, sono trasmesse alla Sezione nazionale del Catasto dei rifiuti presso l Apat. ANALISI DEI DATI DA INVENTARIO La tabella 6 riporta i dati dell inventario relativi all ultimo biennio , secondo il formato di trasmissione all Apat. La necessità di un conteggio specifico per gli stabilimenti Enel è legata, come si vede, all elevato numero di apparecchi detenuti. Si tratta in ogni caso di apparecchi con una concentrazione di PCB minore di 500 ppm, per cui non è prevista, nella dichiarazione, la comunicazione del quantitativo di PCB contenuto. Gli apparecchi con una concentrazione superiore a tale soglia sono allocati presso gli altri soggetti. Il quantitativo complessivo di PCB contenuto in questi apparecchi è pari a circa 63,3 t. I dati riguardanti i soggetti detentori diversi da Enel non sono da considerarsi definitivi in quanto non sono pervenute tutte le dichiarazioni entro il termine previsto dalla normativa. Tuttavia è possibile fornire il dato parziale degli apparecchi che sono stati sicuramente smaltiti in base alle sole dichiarazioni pervenute: si tratta di 215 apparecchi, pari al 15% degli apparecchi risultanti dalle dichiarazioni relative al biennio I dati relativi agli apparecchi posseduti dagli stabilimenti Enel sono invece completi e confrontabili con il biennio precedente. Nella tabella 7 viene quindi riportato un confronto fra i dati relativi al biennio e quelli relativi all ultimo biennio che mostra come siano stati smaltiti circa apparecchi poco meno di 1/3 rispetto al biennio precedente. ANALISI DEI DATI DA ELABORAZIONE MUD È possibile anche ricavare dall analisi dei dati MUD, il quantitativo di rifiuti contenenti PCB prodotti e gestiti in regione. Il dato in questione non è paragonabile a quello ricavato dall inventario, in quanto i quantitativi che derivano dall inventario si riferiscono al peso del PCB contenuto negli apparecchi detenuti con un volume superiore ai 5 dm 3 mentre il quantitativo ricavato dalle elaborazioni MUD si riferisce al peso dell apparecchiatura dismessa compreso il PCB contenuto. Nella tabella 8 sono riportati i dati relativi al triennio , riguardanti le seguenti tipologie di rifiuti con i relativi codici: *: oli per circuiti idraulici contenenti PCB *: oli isolanti e termoconduttori contenenti PCB *: trasformatori e condensatori contenenti PCB *: apparecchiature fuori uso contenenti PCB o da essi contaminate. Il quantitativo dei rifiuti contenenti PCB gestiti è sempre minore di quello prodotto, ciò sta a indicare che lo smaltimento finale avviene in parte in impianti al di fuori della regione. SITUAZIONE IMPIANTISTICA Il numero di impianti, che in regione sono autorizzati a effettuare le operazioni di smaltimento per i rifiuti contenenti PCB, è riportato nella tabella 9; la maggior parte di essi è autorizzata solo allo stoccaggio o deposito e solo una piccola parte effettua operazioni di decontaminazione, selezione/cernita, trattamento chimico-fisico e termodistruzione. Tab. 5 - VFU, *: produzione, numero di impianti e quantità trattate nel 2004 Provincia Fonte dati: MUD Prod. veicoli fuori uso t/a N. impianti Veicoli trattati t/a Bologna Ferrara Forlì - Cesena Modena Parma Piacenza Ravenna Reggio Emilia Rimini Emilia-Romagna Tab. 6 - PCB, sintesi dei dati ricavati dall inventario regionale (biennio ) Soggetti detentori diversi da Enel N totale di apparecchi * dati parziali Fonte dati: Inventario regionale Arpa con conc > 500 con conc [50-500] Q.tà totale (kg) di PCB per apparecchi con conc > * 309* 276* ,5 Enel ,5 Tab. 7 - PCB, numero di apparecchi detenuti da Enel soggetti a inventario nei bienni e Enel N totale di apparecchi Fonte dati: Inventario regionale Arpa con conc > 500 con conc [50-500] % - 31,5 0-31,5 17

5 Raee, veicoli fuori uso, rifiuti con pcb e da imballaggi in Emilia-Romagna ARPA Rivista N. 2 marzo-aprile Gli imballaggi e i rifiuti di imballaggio Le normative italiane e comunitarie indicano strategie finalizzate al recupero, al riciclaggio e alla prevenzione intesa sia in termini di riduzione della quantità immessa al consumo, sia di miglioramento della compatibilità ambientale degli imballaggi. Gli enti locali titolari dei Piani per la gestione dei rifiuti devono inserirvi un capitolo dedicato agli imballaggi. Un quadro conoscitivo complessivo è fornito dal confronto tra i dati contenuti nella relazione annuale del Conai (Consorzio nazionale per il recupero degli imballaggi), i dati delle dichiarazioni MUD e i Rendiconti comunali. Nel 2003 in Emilia-Romagna la quota che risulta avviata a recupero è circa il 32,98% rispetto al totale immesso al consumo. La gestione degli imballaggi e dei rifiuti da essi derivati è divenuto un aspetto centrale nella tematica della gestione dei rifiuti. Le vigenti normative italiane e comunitarie indicano strategie finalizzate non solo al recupero e al riciclaggio, ma anche alla prevenzione intesa sia in termini di riduzione della quantità immessa al consumo, sia di miglioramento della compatibilità ambientale degli imballaggi e invitano gli enti delegati alla programmazione a inserire, nei loro Piani per la gestione dei rifiuti, un apposito capitolo dedicato agli imballaggi. Allo stato attuale, sia a livello nazionale, sia a livello comunitario, non esiste ancora un sistema certificato e condiviso che fornisca dati certi sulla produzione degli imballaggi e sulla gestione dei rifiuti di imballaggio. Una delle principali fonti di dati, a livello nazionale, è rappresentata dal Programma generale di prevenzione e gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi che il Conai pubblica annualmente. Esso contiene dati sulla produzione, sull immesso al consumo, sulla gestione e recupero degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio. A essa si affianca il Catasto regionale rifiuti che elabora annualmente i Tab. 8 - Trend triennale dei rifiuti contenenti PCB prodotti e gestiti. Dati espressi in tonnellate Fonte dati: MUD Produzione 913,97 512,22 638,44 Gestione 684,99 316,53 582,19 Tab. 9 - Numero impianti autorizzati allo stoccaggio e al trattamento dei rifiuti contenenti PCB Provincia Fonte: Osservatori provinciali rifiuti Impianti autorizzati allo stoccaggio e al trattamento dei rifiuti contenenti PCB Impianti autorizzati al trattamento Piacenza 5 1 Parma 1 0 Reggio Emilia 3 0 Modena 6 0 Bologna 10 2 Ferrara 2 0 Ravenna 2 5 Forlì-Cesena 5 0 Rimini 1 1 Emilia-Romagna 35 9 dati contenuti nell archivio dei rendiconti annuali del servizio di raccolta differenziata e finalizzata (Lr 27/94 e Dgr 1620/01) e quelli presenti nell archivio delle dichiarazioni MUD (L. 70/94). Le fonti appena descritte sono state analizzate e commentate in maniera distinta in quanto non è possibile integrarle poiché le informazioni che forniscono non sono confrontabili. QUADRO CONOSCITIVO SECONDO I DATI FORNITI DAL CONAI I dati forniti dal Conai sono stati utilizzati per stimare l immesso al consumo (che si considera per convenzione equivalente ai rifiuti di imballaggio prodotti), e i quantitativi di imballaggi avviati a recupero di materia e di energia; tali elementi costituiscono la base di riferimento per il calcolo del tasso di recupero e riciclaggio dei rifiuti di imballaggio, finalizzato alla verifica del raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa. Il Conai ha pubblicato, nel Programma generale del 2005, i dati dell immesso al consumo degli imballaggi sul territorio nazionale relativi al biennio L immesso al consumo degli imballaggi sul territorio nazionale è stato stimato utilizzando, come fonte primaria, i dati provenienti dalle dichiarazioni del Contributo ambientale Conai, poi confrontato, in base a procedure certificate, con altre fonti tratte da banche dati dei Consorzi di materiali, da ricerche di settore e dalle associazioni di categoria. A livello regionale gli unici dati ufficiali disponibili, relativi all immesso al consumo, sono quelli che si riferiscono al 2002 forniti dal Conai. Quindi i dati di immesso al consumo, a livello provinciale/regionale, relativi agli anni 2003 e 2004 sono stati stimati, correlando i valori di immesso al consumo a due variabili che caratterizzano la popolazione e le singole realtà territoriali: il Pil utilizzato solo per il calcolo di immesso al consumo regionale e il numero di abitanti legali, utilizzato per il calcolo dell immesso al consumo provinciale. A scala regionale nel 2002 il quantitativo di imballaggi immesso al consumo è risultato pari a t, nel 2003 a t e nel 2004 a t, con un aumento percentuale medio del 5,7%. A livello nazionale l immesso al consumo, secondo dati Conai, è di circa 12 milioni di tonnellate con incrementi annui pari al 4,2%. Bologna è la provincia che immette al consumo il più alto quantitativo di imballaggi, seguita dalle province di Modena e Reggio Emilia; le frazioni di imballaggi maggiormente commercializzate, in ordine decrescente, sono carta, legno, plastica e vetro. Il sistema Conai/Consorzi di filiera, gestisce direttamente il riciclo e il recupero soltanto di una parte dei rifiuti di imballaggio. L altra parte è lasciata al libero mercato ed è documentabile unicamente dalle dichiarazioni MUD. Le convenzioni stipulate fra i Comuni (o loro delegati) e i diversi Consorzi di Filiera nell ambito dell accordo Anci-Conai, rappresentano lo strumento attraverso il quale Conai collabora con le amministrazioni pubbliche, erogando corrispettivi a sostegno dei costi della raccolta differenziata. Le convenzioni stipulate tra i Comuni, o direttamente o tramite loro delegati, e i vari Consorzi di filiera del Conai, al 31 dicembre 2004 erano, in Emilia-Romagna, I materiali con la più alta diffusione di convenzioni sono: la carta, la plastica e il legno rispettivamente con l 89%, l 87% e l 82%, seguiti dall alluminio e dall acciaio, rispettivamente con il 70% e il 62%. Il materiale che presenta la più bassa copertura è il vetro con solo il 39% di Comuni convenzionati. Nel 2004 il quantitativo totale di rifiuti di imballaggio, raccolto in modo differenziato, a scala regionale, e conferito ai Consorzi di filiera è stato pari a tonnellate. In termini quantitativi sono i rifiuti in carta a incidere maggiormente sui quantitativi complessivi, seguiti dai rifiuti in legno. I due materiali, infatti, rappresentano complessivamente il 64% dei rifiuti di imballaggi complessivamente entrati nel circuito consortile nel Se si considerano anche i rifiuti di imballaggio destinati a termovalorizzazione per i quali il nuovo Accordo quadro Anci-Conai prevede un contributo economico come forma di incentivo al recupero la quantità complessivamente recuperata (materia ed energia) nel 2004 è stata pari a t, che rappresenta il 24,6% degli imballaggi immessi al consumo (18,2% recupero di materia e 6,4% recupero di energia); tuttavia l incompletezza dei dati forniti dal Conai non consente la verifica a livello regionale del raggiungimento degli obiettivi di legge, in quanto: - i dati di gestione relativi al recupero di materia forniti dai consorzi si rife-

6 ARPA Rivista N. 2 marzo-aprile 2007 riscono alla sola gestione consortile e ai soli rifiuti raccolti su suolo pubblico; non esiste nessun riferimento relativo alla raccolta extra consortile e ai rifiuti provenienti da suolo privato - i dati relativi al recupero energetico, si riferiscono ai soli quantitativi per i quali viene richiesto dai gestori, e riconosciuto, il corrispettivo economico dell Accordo quadro e non ai quantitativi di materiali avviati effettivamente a recupero energetico. Il sistema impiantistico regionale di raccolta e trattamento dei rifiuti di imballaggio è costituito da: stazioni ecologiche attrezzate, impianti denominati centri di valorizzazione, piattaforme mono e plurimateriale per il conferimento di imballaggi secondari e terziari. In particolare i centri di valorizzazione trattano alcune frazioni merceologiche provenienti dalla raccolta differenziata svolta presso i comuni, ma anche provenienti da soggetti privati, per renderle idonee al recupero di materia. I centri di valorizzazione presenti sul territorio regionale aggiornati al 31 dicembre 2004 sono 91; il materiale con il più alto numero di centri è il legno seguito dalla carta e cartone e dai metalli. QUADRO CONOSCITIVO SECONDO LE DICHIARAZIONI MUD E I RENDICONTI COMUNALI L analisi della quantità di rifiuti di imballaggi prodotti, della gestione e delle quote di rifiuti avviate a recupero complessivo, è stata effettuata per le seguenti frazioni merceologiche ( 2002): carta e cartone e imballaggi in carta e cartone, vetro, imballaggi in vetro, plastica e imballaggi in plastica, metalli e imballaggi metallici, legno e legno contenente sostanze pericolose, imballaggi in legno e imballaggi compositi, imballaggi in più materiali, imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze. Per ciascuna frazione sono stati considerati sia i quantitativi provenienti dal circuito della raccolta differenziata, sia i quantitativi provenienti dalle attività produttive e di servizi che non conferiscono al servizio pubblico di raccolta. Nel 2001 il quantitativo di rifiuti di imballaggio prodotti è risultato pari a t, nel 2002 a t e nel 2003 a t di cui t provenienti da sola raccolta pubblica. Per quanto riguarda le singole frazioni quelle maggiormente prodotte sono state carta/cartone e legno seguite dagli imballaggi in più materiali. Si ricorda che il valore della produzione stimata sulla base dei dati MUD non è direttamente confrontabile con il valore dell immesso al consumo/produzione calcolato su base Conai ( t nel 2003 contro le t) in quanto l immesso al consumo deriva da una discesa di scala dei dati forniti dal Conai a scala nazionale, non tiene conto dei flussi in entrata e in uscita dalla Regione e non tiene conto che alcune tipologie di imballaggi vengono riutilizzati (es. bottiglie di vetro o cassette di plastica per verdura e frutta); mentre i dati MUD considerano i soli rifiuti di imballaggio identificati con i codici 1501** e non tengono conto della quota di imballaggi presenti nelle singole frazioni raccolte in modo differenziato che il gestore spesso tratta unitamente alle così dette frazioni similari. Nel 2003 il quantitativo totale di rifiuti di imballaggio gestiti sul territorio regionale è stato di t. di cui avviati a recupero e avviati a termodistruzione. I rifiuti di imballaggio in più materiali costituiscono la frazione che maggiormente incide sul quantitativo complessivamente gestito, rappresentando infatti, circa il 33% del totale gestito sul territorio regionale, seguiti dai rifiuti in carta e cartone la cui quota rappresenta circa il 27% del totale gestito (i rifiuti gestiti sono superiori rispetto ai quantitativi prodotti nello stesso anno in quanto influiscono sia i flussi in entrata e in uscita sia i quantitativi di rifiuti stoccati e posti in deposito temporaneo nell anno precedente rispetto a quello di riferimento, nel corso del quale poi vengono gestiti). Analizzando i dati di produzione e gestione relativi al 2003 emerge quanto segue: - i rifiuti di imballaggio complessivamente avviati a recupero corrispondono al 75% rispetto al totale prodotto. La quota avviata a riciclo (recupero di materia) corrisponde al 74% mentre la quota avviata a recupero di energia corrisponde a 1,74% - il quantitativo di rifiuti di imballaggio complessivamente stoccati nell anno 2003 è di t pari a 18% del totale gestito. Poiché tali rifiuti possono essere o utilizzati come combustibile e quindi avviati a recupero energetico o recuperati come materia, non vengono computati né nel calcolo dei rifiuti avviati a riciclo né nel calcolo dei rifiuti avviati a recupero energetico - la quota conferita in discarica corrisponde al 16% del prodotto ed è principalmente costituita da rifiuti di imballaggio in materiale misto e da rifiuti di imballaggio in metallo. CONFRONTO TRA I DUE QUADRI CONOSCITIVI Confrontando i valori di immesso al consumo ottenuti dall elaborazione dei dati forniti dal Conai, con quelli sulle modalità di recupero ottenuti dall elaborazione dei dati MUD si osserva che la quota che risulta avviata complessivamente a recupero è circa il 32,98% rispetto al totale immesso al consumo; di questi il 32,59% è stato riciclato mentre la quota avviata a recupero energetico corrisponde a circa lo 0,39%. Si rileva che l obiettivo minimo di riciclaggio complessivo, fissato al 25% dell immesso al consumo dalla Direttiva 94/62, è stato conseguito, mentre il recupero totale non ha ancora raggiunto l obiettivo minimo fissato al 50%. Il quadro che emerge dall analisi dei dati sintetizzata nelle pagine precedenti, mostra per i rifiuti di imballaggio complessivamente un livello di recupero elevato. Occorre tenere presente inoltre che i numeri relativi al recupero (dati MUD) sono sottostimati in quanto: - considerano i soli rifiuti di imballaggio identificati con i codici 1501** e non tengono conto della quota di imballaggi presente nelle singole frazioni raccolte in modo differenziato che il gestore spesso tratta unitamente alle così dette frazioni similari - non considerano la quota di rifiuti di imballaggio stoccati e quindi non gestiti nell anno di riferimento. Di fondamentale importanza sarà monitorare e verificare l evoluzione del recupero complessivo che potrebbe, nonostante i buoni risultati ottenuti, essere ulteriormente incrementato adottando, per esempio, azioni specifiche che permettano di avviare a recupero di materia o di energia anche le quote di rifiuti di imballaggio presenti nel rifiuto urbano misto, che non sono intercettate dal sistema di raccolta differenziata. 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